BastaBugie n�516 del 26 luglio 2017

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1 I GENITORI DI CHARLIE SI ARRENDONO ALL'EUTANASIA E ACCONSENTONO ALLA MORTE PER SOFFOCAMENTO
Sbagliava strategia chi difendeva il diritto dei genitori a decidere della vita del figlio, va invece proclamato il diritto di ogni persona a non essere uccisa (né dai genitori, né dallo Stato)
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 PERCHE' ABBIAMO RINUNCIATO ALLA SCUOLA
Educhiamo noi a casa i nostri figli perché la scuola è anticattolica e per noi è una gioia stare (e imparare) con loro
Fonte: Imparo in Famiglia
3 ANGELA PIERO CI INGANNA SU GAY, MIGRANTI E VACCINI
Superquark è da sempre allineato alle menzogne della cultura dominante al grido di ''Lo dice la Scienza'', ma adesso è troppo
Autore: Alessandro Rico - Fonte: La Verità
4 TRUMP, L'OBAMACARE E I FALSI MITI CHE SI CREDONO IN EUROPA SUL SISTEMA SANITARIO AMERICANO
Trump non riesce ad abolire l'Obamacare, ma non è la guerra tra la sanità pubblica e gratuita contro quella privata e costosa per i poveri (come credono le 7 mila suore che hanno firmato un appello affinché non sia abolita l'Obamacare)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 L'ITALIA E' (IN EUROPA) IL POLLO DA SPENNARE
Ci dissero che l'Unione Europea e la moneta unica erano un club esclusivo con enormi benefici... e abbiamo abboccato
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
6 PEDOFILIA, MICHAEL JACKSON E GLI ATTACCHI ALLA CHIESA
Negli Stati Uniti ci sono tante denunce di pedofilia perché sono diventate un business con cause stramiliardarie
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona
7 SAI RISPONDERE A QUESTI INDOVINELLI?
Se sì, sei tra i pochi che hanno capito che ''sinistri'' e ''moderati'' ci stanno distruggendo, poco alla volta, ma inesorabilmente
Autore: Massimo Viglione - Fonte: Il Ponte Levatoio
8 PERCHE' SEI PARLAMENTARI ISLAMICI HANNO VOTATO IN GERMANIA A FAVORE DEL MATRIMONIO GAY?
Si adeguano a noi o è un trucco per legalizzare la poligamia e distruggere definitivamente il matrimonio monogamico?
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Vita Nuova Trieste
9 OMELIA XVII DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,44-52)
Trovata una perla di grande valore, va, vende tutto e la compra
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - I GENITORI DI CHARLIE SI ARRENDONO ALL'EUTANASIA E ACCONSENTONO ALLA MORTE PER SOFFOCAMENTO
Sbagliava strategia chi difendeva il diritto dei genitori a decidere della vita del figlio, va invece proclamato il diritto di ogni persona a non essere uccisa (né dai genitori, né dallo Stato)
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-07-2017

È un delitto perfetto, un capolavoro mastodontico del diavolo: Charlie Gard viene messo a morte con il consenso dei suoi genitori che ormai nell'immaginario mondiale sono due guerrieri pro life. Passerà così l'idea che, "se hanno mollato loro", è giusto ad un certo punto privare una persona dei sostegni vitali. Invece Chris e Connie hanno ragionato esattamente come i medici contro cui fino a ieri si scagliavano solo perché convinti che le terapie andavano tentate prima. Mentre ora, hanno dichiarato ieri, date le condizioni attuali non c'è più speranza di una qualità di vita come quella che avevano immaginato.
Così Charlie, come Gesù, verrà ucciso dopo un processo estenuante. Ucciso dai suoi nemici (medici e giudici che voglio mettersi al posto di Dio in nome della legge) per colpa dei suoi traditori (l'appoggio di tanti cristiani) e dei vari Ponzio Pilato che hanno preferito non prendere posizione nascondendosi dietro una presupposta "complessità del caso". Anche se non c'è proprio un bel niente di complesso. E' tutto cristallino: una persona malata, anziché essere amata perché c'è e quindi curata fino all'incombere della morte naturale come da 2000 anni fino a qualche tempo fa si è sempre fatto, va sul patibolo, privata non solo delle cure ma anche dell'ossigeno. Sì, Charlie non solo non sarà curato ma gli verrà tolto l'aiuto per respirare e morirà soffocato perché nessuno lo vuole più a queste condizioni.
I suoi genitori avevano già parlato una volta di "qualità della vita", assicurando i medici che nel caso le cure non fossero funzionate lo avrebbero "lasciato andare". Ci pareva un'espressione ambigua, ma forse, ci eravamo detti, frutto di una tattica per provare a convincere il Gosh. In ogni caso avevamo scritto che il problema non stava nella "qualità della vita" e nemmeno nel difendere il diritto dei genitori a decidere dell'esistenza o meno del figlio, perché nessuno dovrebbe decidere della vita di nessuno. Avevamo scelto la ragione, non l'onda emotiva, dicendo che il punto era difendere la vita da qualunque volontà umana, fosse dei medici, dei giudici o dei genitori, perché altrimenti avremmo fatto il gioco dei radicali, che in nome dell'autodeterminazione giustificano l'arbitrio di morte, sia che provenga dai genitori (vedi Peppino Englaro, papà di Eluana) sia dei medici (vedi il Gosh), per far passare l'eutanasia legale.
Ancor di più, perché qui si tratta di eutanasia di un agnello innocente (come dice don Gnocchi ogni bambino non ancora cosciente e sofferente è un'Ostia vivente) vittima di un mondo e di un sistema, anche cattolico, ormai quasi esclusivamente anticristico, che odia la vita e che invece che affermarla in ogni caso, in fondo in fondo la accetta solo fino ad un certo livello di benessere e di mancanza di sofferenza. Sembra una sconfitta irreversibile e con la beffa luciferina, appunto: due genitori rappresentati da un certo mondo "pro life" sentimentalista come paladini della vita che ad un certo punto decidono, date condizioni che superano quelle per loro "accettabili", di far morire il figlio, sebbene i due medici chiamati a processo fossero disposti a curarlo fino a morte naturale.
Siamo senza parole, ci sentiamo beffati, traditi, e siamo stanchi e impauriti per la sorte nostra e dei nostri figli. Forse come chi stava sotto la Croce. Perciò a Dio, che abbiamo pregato senza sosta e che oggi davvero non capiamo, ora urliamo solo una cosa, di intervenire presto, di annientare questo sistema perverso e di mostrarci la sua resurrezione. Forse non abbiamo fatto abbastanza, forse è quello che ci meritiamo e che non può che seguire a tanta disobbedienza, ma per pietà ce lo conceda! [leggi: COSA CI HA INSEGNATO CHARLIE GARD? di Massimo Viglione, clicca qui, N.d.BB]

Nota di BastaBugie: il medico Renzo Puccetti nell'articolo sottostante dal titolo "E' eutanasia, condita da falsa pietà" prende atto con tristezza che ha vinto la tentazione di fuggire, di dire "basta" trovando la giustificazione auto-lenitiva del meglio morto che così sofferente, è la "falsa pietà" che con somma carità indicava al mondo Giovanni Paolo II.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 25 luglio 2017:
Ieri abbiamo assistito ad una pagina drammatica e tristissima della lunga battaglia per la vita di Charlie Gard. L'incubo si è materializzato quando i genitori di Charlie hanno gettato la spugna rinunciando a proseguire nella causa in cui per mesi hanno lottato per la vita di loro figlio. Da quanto viene riportato gli esami hanno evidenziato una compromissione muscolare troppo avanzata per sperare che le cure sperimentali potessero essere tollerate. Con la rinuncia dei genitori, ora Charlie è solo, niente più si frappone tra lui ed il protocollo di morte eutanasica pervicacemente perseguito dai medici del Great Hormond Street Hospital.
A Charlie toglieranno l'aria che gli è necessaria a vivere e così avranno finalmente soddisfazione tutti coloro che in queste settimane hanno detto che la morte era il migliore interesse di quel bambino che è stato idealmente adottato da milioni e milioni di persone in tutto il mondo con la preghiera, la mobilitazione e col denaro necessario per dargli una possibilità di cura. Intervenendo prima Charlie avrebbe avuto una chance? Nessuno può rispondere con certezza, in questi giorni abbiamo potuto apprendere che da aprile i medici inglesi avevano cessato di monitorare l'evoluzione della malattia; si erano fatti una convinzione e nessuno doveva azzardarsi a metterla in discussione ed hanno fatto di tutto per impedire a Charlie cure possibili.
Il tempo trascorso ha giocato a loro favore, affinché oggi potessero dire: "avete visto? Avevamo ragione noi". La proverbiale cinica ipocrisia britannica non avrebbe potuto trovare interpreti più degni. Ma a queste considerazioni si aggiunge lo sgomento che deriva dalla lettura di un documento di Chris Gard e Constace Yates diffuso alle 16,45 ora italiana sul profilo Fb di "Charlie's Army", da cui lo sforzo bioetico di chi ha affiancato i genitori di Charlie nella loro opposizione ai medici del GOSH fino a ieri risulta vanificato: "Non è cerebralmente morto (e non lo è mai stato). Ci risponde, persino ora", scrivono i genitori di Charlie, che però aggiungono: "Ma dopo i risultati della recente risonanza magnetica muscolare, è stato ritenuto che i muscoli di Charlie si sono deteriorati ad un livello ampiamente irreversibile e, se anche il trattamento funzionasse, la sua qualità di vita non sarebbe ora quella che vorremmo per il nostro prezioso piccolo ragazzo".
La bontà o meno di una posizione non è data da chi la sostiene, ma dal rispetto della realtà e la realtà non è mutata dal fatto che la speranza della terapia nucleosidica sia svanita, né dal fatto che ora siano i genitori di Charlie a rinunciare processualmente ad opporsi alla sospensione della ventilazione perché la qualità di vita è sotto il livello auspicato e auspicabile. Togliere la ventilazione a Charlie era un atto eutanasico ieri e continua ad esserlo oggi che a deciderlo si sono affiancati i genitori.
La giravolta di 180 gradi di oggi non salva la faccia al GOSH a cui i genitori di Charlie imputano un ritardo fatale ed imperdonabile dettato dall'errata prognosi infausta circa il danno neurologico, smentita dagli esperti del team internazionale. Nondimeno il tempo levigherà i particolari e sono sicuro che tra un po' il GOSH rivendicherà di avere avuto ragione, che anche i genitori hanno riconosciuto che per Charlie non c'era niente da fare; confidando sulla memoria corta della gente, ritengono che conserveranno davanti al mondo la propria alta reputazione.
Tuttavia il fatto bioetico rimane e non si può esaurire in una mera divergenza diagnostica e prognostica: quello che ieri i medici del GOSH dicevano a causa della irreversibilità del danno neurologico, oggi i genitori di Charlie lo dicono a causa dell'irreversibilità del danno muscolare. È comunque un danno irreversibile a giustificare la preferenza per la morte. Non so se e quali siano state le pressioni esercitate sulla coppia, non so se ad un certo punto alla mamma e al papà di Charlie sono venute meno le energie nervose per sostenere la difesa del proprio bambino fino all'ultimo atto, ma se è indubbio che nessun genitore vorrebbe per il proprio figlio la qualità di vita di Charlie, nessun genitore può affermare che la bassa qualità di vita del proprio figlio lo rende inidoneo a ricevere cure proporzionate e a vivere.
Per un caso era un luglio come oggi, ma di 78 anni fa, quando Richard and Lina Kretschmar, i genitori di Gerhard, scrissero al Führer perché fosse loro permesso di uccidere quel loro bambino di cinque mesi, nato senza un braccio e una gamba, cieco e apparentemente demente, che loro ritenevano "un mostro".  Vi sono moltissime differenze da quel caso; a Gerhard fu dato attivamente del luminale per ucciderlo, a Charlie verrà attivamente tolta la ventilazione. Diversa è la motivazione, l'ideale della perfezione ariana a cui aspiravano di contribuire come devoti nazisti per i genitori del piccolo Gerhard, l'incapacità di fare tutte le cose che ogni genitore vorrebbe vedere fare al proprio bambino, per i coniugi Gard.
Diverso il tono ed i sentimenti, brutalmente sprezzante quello dei coniugi Kretschmar, pieno di affetto, di lacrime e di fierezza per il loro bambino quello oggi dei Gard. Tuttavia c'è un fatto che è maledettamente comune nelle vicende di Gerhard e di Charlie, esso è la paura dell'essere umano di fronte alla sofferenza, è la tentazione di fuggire, di dire "basta", di voltare pagina trovando la giustificazione auto-lenitiva del meglio morto che così sofferente, è la "falsa pietà" che con somma carità indicava al mondo Giovanni Paolo II.
Ma è proprio questa fuga che non dobbiamo, non vogliamo, non possiamo accettare, perché la realtà non è quella barbarica pronunciata dal giudice Francis, la qualità di vita di Charlie, per quanto bassa essa sia, rende Charlie certamente un grandissimo disabile, un gravissimo ammalato, ma non una vita immeritevole di vita e non fa della morte il suo migliore interesse, perché, lo dico al giudice, ai medici del GOSH, ai loro simpatizzanti e anche ai genitori di Charlie con tutta la compassione e la fermezza che mi è possibile: non siete Dio, Charlie non è una proprietà, la sua dignità di persona è ontologica, non va via insieme alla bassa qualità di vita, ma permane con la vita e lo rende titolare del diritto ad essere sostenuto, non scartato. Lo diciamo oggi come ieri e come domani. Per il prossimo Charlie e per la nostra dignità [leggi: SE CHARLIE MUORE IL DANNO SARA' INCALCOLABILE di Silvana De Mari, clicca qui, N.d.BB].

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-07-2017

2 - PERCHE' ABBIAMO RINUNCIATO ALLA SCUOLA
Educhiamo noi a casa i nostri figli perché la scuola è anticattolica e per noi è una gioia stare (e imparare) con loro
Fonte Imparo in Famiglia

Noi rinunciamo alla scuola. Rinunciare significa non semplicemente fare a meno, ma sostituire con qualcosa di più o di meglio.
E questo è lo stesso criterio con cui potremmo dire che abbiamo rinunciato ad un secondo stipendio, a vacanze "apparentemente" indispensabili.
Ciascuna delle motivazioni che segue fa per noi talmente tanta differenza che potrebbe da sola bastare a motivare la nostra scelta.
Ciascuna di esse infatti è motivata portando con se un valore aggiunto e non negando semplicemente qualcosa che non ci piace.
Stare con i nostri figli a noi piace molto e stando con loro, giocando, osservandoli ci siamo resi conto molto in fretta che avevano in se una spinta di curiosità e vitalità che li portava giorno dopo giorno a scoprire ed imparare un sacco di cose.
Hanno imparato a parlare, camminare senza che nessuno davvero gli dicesse come si facesse, semplicemente attorno a loro c'è un ambiente stimolante, vivo dove si parla e si cammina e il loro desiderio ha fatto il resto.
Ognuno con i propri tempi e con i propri personalissimi percorsi.

RINUNCIARE ALLA SCUOLA PERCHÉ IL TEMPO PER LA FAMIGLIA È POCO
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché tra orari delle lezioni, rientri, compiti ecc... il tempo per la famiglia è troppo poco.
Poco per conoscersi, per ascoltarsi, per raccontare chi siamo, cosa ci piace, cosa non ci piace. Per imparare a volersi bene ci vuole tempo e la scuola ne ruba sempre troppo.
Per noi è una gioia stare insieme e abbiamo lottato a lungo e lottiamo ancora affinché il tempo insieme sia tanto e di qualità.
Desideriamo un tempo lungo e lento perché abbiamo scoperto e tanti testi e ricerche ci hanno confermato, che ai bimbi più piccoli ma anche ai più grandi, servono tempi lunghi e lenti. Le nostre giornate non sono piene di attività, sport e varie ma sono ricche di tempo, di cui possiamo decidere il ritmo e le occupazioni.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché troviamo che andarci faccia perdere un sacco di tempo a tutti! Tra burocrazie, attese, classi pollaio, uguaglianza di obbiettivi e che invece l'apprendimento debba essere libero e rispettoso dell'individualità di ognuno.

IL BENE, IL VERO ED IL BELLO
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché non insegna il bene, il vero ed il bello.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché ormai al centro della scuola ci sono i programmi, i dirigenti, gli insegnanti, i sindacati e forse per ultimi i bambini.
Invece nel percorso di crescita che vogliamo compiere con i nostri figli al centro c'è Dio e tutti camminiamo nella crescita di un rapporto con lui.
Lui è la meta, lui è il vero obbiettivo. Imparare ad amarlo, onorarlo, servirlo.
Tutto il resto gira attorno a questo.
Che sia una gita al mare o scoprire le addizioni tutto volge a quello.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché la troviamo ideologicamente anti cattolica.
L'educazione con cui vorremo crescere i figli non si basa su premi e punizioni (presente invece nelle scuole) e tanto meno su voti o bocciature.
Abbiamo scelto di copiare le tre massime di un grande Santo quale
San Giovanni Bosco che erano: ragione, religione, amabilità/amorevolezza.
Ragione per insegnarli a pensare con la loro testa senza i paraocchi imposti dalla cultura dominante!
Religione per imparare ad orientare a Dio ogni nostro desiderio ed azione.
Amorevolezza per imparare a compiere ogni azione in una logica di amore e dono di se, esercitando le virtù della prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
Tentiamo di fare questo esercitando un ascolto attivo che li coinvolga e tenga in considerazione le loro esigenze.

BASTA SVEGLIE E ORARI FISSI
Per esempio troviamo assurdo dover costringere i bimbi a svegliarsi presto la mattina, ognuno riposa il tempo necessario e vi assicuriamo che ci sorprendiamo per le rare volte che superano le otto.
Tutto questo entra fortemente in contrasto con la scuola che presenta orari fissi non certo impostati su bambini, e sistemi più o meno palesi di premi e punizioni.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché gli istituti scolastici sono brutti! E dove non c'è bellezza non si impara nulla.
Qualcuno un giorno disse che il "mondo sarà salvato dalla bellezza", ed allora noi vogliamo riempirci gli occhi, le orecchie, il cuore di cose belle, di esperienze belle.
Un istituto brutto difficilmente offrirà una cultura bella. Anche per questo curiamo molto alcuni aspetti di casa.
Non amiamo renderla una vetrina (e anche volendo non ci riusciremmo!) ma ci piace custodirla, sottolineare gli aspetti che cambiano e responsabilizzare tutti nella sua cura.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché dubitiamo fortemente che possa avere un'impronta positiva sui nostri figli sia da un punto di vista umano e morale constatando che ormai la scuola come molti altri luoghi "educativi" non abbiano interesse nel vero bene dei ragazzi ma più che altro cerchino inutilmente di tenere tutti buoni seguendo un anonimo politically correct, che non insegna a cercare la verità ma ad uniformare sempre di più la società.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché riteniamo che l'apprendimento vero sia ovunque e sempre.
Si impara sempre, non ad orari fissi; ora italiano, no ora geografia ecc... o interrotto da vacanze prima corte poi lunghe.
Noi a scuola non ci andiamo mai ma impariamo sempre, tutto il giorno, tutti i giorni, ad ogni ora, tutti i mesi, tutto l'anno.

SOCIALIZZARE SIGNIFICA IMPARARE A STARE NELLA SOCIETÀ
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché non riteniamo che ci sia un vantaggio umano ad avere amici che come te sono costretti a stare in quel gruppo classe tutti della stessa età. La socializzazione non è solo tra pari e nessun essere umano adulto socializza così nel mondo. Socializzare significa imparare a stare nella società, troviamo difficile si possa imparare a farlo stando chiusi tra quattro mura.
Noi stiamo nella società tutto il giorno tutti i giorni per imparare a stare con gli altri belli, brutti ricchi e poveri al parco o con amici, più grandi o più piccoli di noi, giovani o anziani, sani o malati. Facciamo vedere ai nostri figli che gli amici si scelgono per interessi comuni, affinità, condivisioni e non per le età anagrafiche.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché la scuola pubblica è costosa. Costosissima!! E nessuno ha mai il coraggio di dirlo. Non è vero che è gratuita!
Tanto per iniziare nelle tasse la paghi, e noi che non usufruiamo per nulla del servizio e di soldi ne facciamo risparmiare parecchi, (a dati del ministero ogni anno di scuola primaria costa anche fino a 6000euro) non ci viene riconosciuto niente e le tasse le paghiamo come tutti gli altri.
Poi chiunque si sia trovato ad iscrivere un figlio a scuola sa benissimo che per quanto uno cerchi di non prendere materiali e strumenti di marca la spesa è comunque notevole ed aumenta man mano che crescono i figli o se ne inseriscano di nuovi a scuola.
Stando fuori dal sistema vi assicuriamo che si vede molto bene come la scuola muova davvero un notevole mercato tra zaini astucci matite pennarelli righe squadre diari e quaderni ecc... per non parlare dei libri di testo. Si aggiungono a tutto questo i contributi "volontari" da dare alle scuole che sono sempre alla ricerca di risorse per ogni cosa. Ed infine per quanto uno si controlli o resista, mandare un figlio a scuola richiede un vestiario minimo decente. Ti fai molti meno problemi a riutilizzare una maglietta se tuo figlio non deve vederlo una maestra.
Poi ci sono le gite, le uscite di classe e per finire la ciliegina sulla torta feste e compleanni a cui non si può mancare" perché se no poi non si crea il gruppo classe e rimani escluso". Frase sentita spessissimo da ogni nostro amico che ha i figli a scuola. A conferma che la vera socializzazione avviene fuori dalla scuola, non in classe!
Chi lo desidera può contattarci a questo indirizzo: scrivici@imparoinfamiglia.it
Oppure visitare il nostro blog: http://imparoinfamiglia.it

Fonte: Imparo in Famiglia

3 - ANGELA PIERO CI INGANNA SU GAY, MIGRANTI E VACCINI
Superquark è da sempre allineato alle menzogne della cultura dominante al grido di ''Lo dice la Scienza'', ma adesso è troppo
Autore: Alessandro Rico - Fonte: La Verità, 09/07/2017

Tra gli italiani che vogliono apparire intellettualmente impegnati impazza una moda: l'adorazione incondizionata di Piero e Alberto Angela. Che i programmi dei due divulgatori siano particolarmente amati [...], lo dimostrano i dati sugli ascolti della nuova edizione di Superquark: la puntata di mercoledì scorso ha sbaragliato tutti i concorrenti.

INCIDENTE DI PERCORSO
Stavolta, però, Piero Angela è incappato in qualche incidente di percorso. Gli spettatori più attenti avranno notato che questo ciclo di Superquark sembra voler ammantare con il velo della scientificità l'agenda politica della sinistra internazionale. La scorsa settimana, ad esempio, era andato in onda un servizio sulla transessualità, nel quale il cambiamento di sesso è stato presentato dando per acquisti gli assunti della teoria gender. Il presupposto pareva essere che la sessualità sia culturalmente determinata e quindi possa essere scelta a piacimento. E a rincarare la dose ci si è messo il collegamento in studio con il sessuologo Emmanuele Jannini, che catechizzava gli spettatori sulla necessità di approvare normative più elastiche per il riconoscimento della transessualità in Italia [leggi: SUPERQUARK DIVENTA SUPERTRANS, clicca qui, N.d.BB].
Piero Angela ha poi inaugurato una rubrica con Massimo Polidoro, segretario nazionale del Cicap (il comitato, di cui lo stesso Angela è cofondatore, che si prefigge lo scopo di demistificare i fenomeni paranormali applicando il metodo scientifico), dedicata alle fake news. Così, se la scorsa settimana Angela e Polidoro dileggiavano i siti della destra radicale americana per aver montato il Pizzagate, il presunto scandalo a sfondo pedofilo che avrebbe coinvolto il capo della campagna elettorale della Clinton John Podesta, questo mercoledì la tesi era inequivocabile: le fake news sarebbero state responsabili della vittoria di Donald Trump e della Brexit. Peccato che a Superquark si siano scordati di menzionare tutti gli altri fattori che hanno contribuito al trionfo di Trump: l'esasperazione della classe operaia, le tensioni etniche sfruttate dai democratici, l'immigrazione incontrollata.

TROPPI SILENZI
Non una parola sulla vicenda dei tre giornalisti della Cnn, costretti alle dimissioni per aver diffuso menzogne su Trump, né sul catastrofismo degli europeisti, che prima del referendum inglese spacciavano il "leave" come la rovina del Regno Unito, salvo ritrovarsi le borse con il vento in poppa all'indomani del voto. Non poteva mancare lo spot per le migrazioni. Con la scusa di seguire le operazioni della guardia costiera e di spiegare il funzionamento delle sue imbarcazioni, Superquark ha colto l'occasione per diffondere qualche toccante filmato dei salvataggi dei naufraghi: un'iniziativa che ha poco di scientifico e molto di emotivistico, apparentemente confezionata proprio per diffondere il verbo dell'accoglienza. Una politicizzazione che forse non ci si aspettava. [...]
Eppure, i più smaliziati potrebbero sostenere che Piero Angela, emblema di una certa filosofia positivista di ascendenza ottocentesca che tende a equiparare irrazionalità (che è una manifestazione naturale della personalità umana), irrazionalismo (che ne è una deviazione) e religione (che non è né irrazionale né irrazionalista), si presta alle strumentalizzazioni dei progressisti. E all'alba dei suoi novant'anni corre il pericolo di essere reclutato come una figurina da impiegare nella partita contro il Movimento 5 stelle, in cui lo scientismo è un'arma di lotta politica.
La stessa arma brandita nella querelle sui vaccini, con l'invenzione di emergenze sanitarie, l'utilizzo senza scrupoli della morte dei bambini e il ricorso all'autorità degli scienziati per aggiudicarsi la tenzone a tavolino. Lo dimostra la campagna del Foglio, che ha lanciato la candidatura di Piero Angela come senatore a vita, offerta comunque declinata subito dal diretto interessato.

PORSI DOMANDE
È vero, come ha più volte ribadito lo stesso Angela, che "la scienza non è democratica". Ma se un'affermazione del genere, fatta sui banchi dell'università, insegna giustamente agli studenti che il metodo scientifico si fonda su prove sperimentali e non su opinioni, quando in ballo c'è la politica essa rischia di trasformarsi in una comoda scorciatoia per squalificare gli avversari. Si potrebbe finire a fare la gara a chi si accaparra per primo l'etichetta di "scientifico", senza curarsi di esserlo davvero: quanto è serio, scientificamente, parlare di fake news tacendo le balle seriali raccontate per anni dalla sinistra? [...]

Fonte: La Verità, 09/07/2017

4 - TRUMP, L'OBAMACARE E I FALSI MITI CHE SI CREDONO IN EUROPA SUL SISTEMA SANITARIO AMERICANO
Trump non riesce ad abolire l'Obamacare, ma non è la guerra tra la sanità pubblica e gratuita contro quella privata e costosa per i poveri (come credono le 7 mila suore che hanno firmato un appello affinché non sia abolita l'Obamacare)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/07/2017

E' naufragata nel Senato degli Stati Uniti, per assenza di accordo fra i Repubblicani, la riforma della sanità, uno dei primissimi punti nell'agenda del partito di Trump. La vera sconfitta, comunque, in questo come in tanti altri casi che riguardano gli Stati Uniti, è l'informazione. Come in tutte le battaglie che scaldano gli animi, le fake news e le false rappresentazioni abbondano e soffocano il dibattito.

LA FALSA RAPPRESENTAZIONE
Prima di tutto, c'è la falsa rappresentazione di una lotta fra due concezioni della sanità: quella pubblica e gratuita contro quella privata e costosa per i poveri. La prima, ovviamente, presentata come altruista e per il bene del popolo, la seconda come egoista e cinica. Nulla di più falso. Contrariamente a un luogo comune europeo duro a morire, negli Usa i poveri non sono "abbandonati a morire": il pronto soccorso è obbligato, sin dal 1986, a curare i malati e i feriti gravi finché sono in pericolo di vita. Non sono abbandonati i poveri, perché esiste un programma, con fondi pubblici, il Medicaid, che provvede alla loro spesa sanitaria. Non sono neppure abbandonati gli anziani, perché c'è Medicare, sempre con fondi pubblici. Non sono abbandonati i veterani di guerra, perché c'è un intero settore pubblico della sanità a loro dedicato. Tutti gli altri devono badare alla loro spesa sanitaria assicurandosi, o in proprio, o con l'assicurazione dei propri genitori (in caso di minori) o con l'assicurazione garantita dal proprio datore di lavoro. Detto questo: la Obamacare, nomignolo della Affordable Care Act, ha introdotto cambiamenti a questo sistema, mirando ad aumentare la diffusione delle assicurazioni private tramite un sistema di obblighi e incentivi, ma non ha introdotto un nuovo sistema di sanità pubblica di tipo europeo. La riforma voluta da Trump avrebbe voluto introdurre ulteriori cambiamenti all'Obamacare, cancellando alcuni obblighi (dunque lasciando più libertà agli utenti finali e ai governi locali) e riducendo la spesa pubblica e le tasse.

L'OBAMACARE AIUTA I POVERI???
Secondo un altro luogo comune estremamente diffuso, l'Obamacare aiuta i poveri e i pazienti più a rischio, mentre con la riforma che avrebbe voluto introdurre Trump, solo i ricchi si sarebbero potuti permettere un'assicurazione sanitaria. A giudicare dal dibattito, è vero il contrario: ciò che non funziona dell'Obamacare è proprio l'aumento dei costi sanitari, i Repubblicani puntano a una riforma che li riduca. La differenza fra il piano repubblicano e quello democratico, infatti, non è nei costi più o meno alti, ma nella maggiore o minore libertà di scelta. L'Obamacare ha ridotto la libertà di scelta, sia dei governi dei 50 Stati, sia dell'utente finale. Ed è questo che ha aperto anche una serie di contenziosi con enti religiosi e aziende con proprietari cristiani che si vedevano obbligati a fornire ai dipendenti anche la copertura assicurativa per contraccezione e aborto. Il piano di riforma repubblicano mira(va) a lasciare più libertà di scelta, sia agli Stati che agli utenti finali, rispettando maggiormente i loro valori. Ed è questo che conta da un punto di vista repubblicano. La riforma è saltata, fra l'altro, non a causa dell'opposizione per motivi sociali, ma proprio per quella dei repubblicani più "falchi", come il libertario Rand Paul, che ritiene la riforma solo un cambiamento cosmetico dell'Obamacare, non sufficientemente coraggioso e ancora troppo costoso in termini di spesa pubblica.

LA VERA QUESTIONE È L'OBBLIGO DI ASSICURAZIONE
Più in dettaglio, la riforma repubblicana mirava principalmente a: eliminare l'obbligo di assicurazione, perché è foriero di un aumento dei costi ed è una tassa occulta (la penale, per chi non si assicurava, era pagata assieme alle tasse). Eliminare l'obbligo di assicurazione dei dipendenti per le aziende con più di 50 assunti. Ridurre le tasse per finanziare Medicare, pur mantenendo inalterate quelle sui redditi più alti. Permettere alle compagnie assicurative di introdurre piani assicurativi low cost con minori coperture. Permettere agli Stati di introdurre piani assicurativi più basici e meno costosi. Ridurre la spesa pubblica per Medicaid (per i meno abbienti) nell'arco di un decennio, per scongiurare il rischio di default della sanità. A seconda della volontà dei governi locali, permettere ai singoli assicuratori di eliminare contraccettivi e maternità dalle coperture di base. Eliminare i crediti fiscali per comprare assicurazioni che includono l'aborto.

SOLIDARIETÀ ESTREMA CONTRO SUSSIDIARIETÀ EQUILIBRATA
Perciò, al di là delle false rappresentazioni, i veri termini dello scontro sono: solidarietà contro sussidiarietà. L'Obamacare, pur preservando un sistema privatistico della sanità, mira a estendere la solidarietà alle fasce di popolazione rimaste prive di copertura. Ma così facendo sacrifica la libertà, anche la libertà di religione, come abbiamo visto. La riforma repubblicana è invece più rispettosa del principio di sussidiarietà: prima l'utente finale con la sua libertà di scelta, poi il governo locale con la sua autonomia, infine, solo in via sussidiaria, arriva in soccorso il governo federale. Un sistema che implica meno solidarietà verso coloro che non si assicurano: l'obbligo viene rimosso.
Adesso che questa riforma è naufragata, resterà l'Obamacare? Il dibattito in Senato è tutt'altro che finito, riprenderà all'inizio della settimana prossima. Trump, ieri, ha invitato alla Casa Bianca i senatori repubblicani, per decidere il da farsi e "vendere" la sua linea. E se la riforma fallisse definitivamente, cosa succederebbe nel prossimo futuro? Trump minaccia di "lasciar fallire" l'Obamacare. Lo può fare in vari modi: non finanziando più le assicurazioni private (come compenso per i maggiori rischi e costi dell'assicurazione obbligatoria), non implementando l'obbligo di assicurazione. Si tratterebbe della strategia più dolorosa, perché rischia di lasciare veramente milioni di americani senza copertura sanitaria. La via opposta e alternativa è quella suggerita dal capogruppo della maggioranza in Senato Mitch McConnell: fare una riforma bipartisan, più moderata, con l'aiuto dei voti di almeno una parte dei Democratici. In questo caso, però, la faida che si è già aperta all'interno del Partito Repubblicano potrebbe ulteriormente degenerare.

Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo sottostante dal titolo "Le suore Usa che difendono l'Obamacare (e l'aborto)" parla delle 7.000 suore che hanno firmato un appello ai senatori repubblicani affinché non tocchino l'Obamacare perché "sarebbe immorale e contrario agli insegnamenti della nostra fede cattolica". Eppure la legge sanitaria voluta da Obama impone condotte contrarie alla morale naturale, come la copertura delle spese per l'aborto.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 25 luglio 2017:
Come di recente è stato commentato da queste colonne, settimana scorsa la riforma sanitaria negli Usa ha subito una battuta d'arresto per mancanza di consenso interno al fronte repubblicano.
Nel frattempo 7.000 suore hanno firmato un appello ai senatori repubblicani affinchè non tocchino l'Obamacare perché "sarebbe immorale e contrario agli insegnamenti della nostra fede cattolica". La raccolta firme è stata organizzata da Network, un'organizzazione composta da suore impegnata nei temi di giustizia sociale. Network ha anche dato il via all'iniziativa Nus on the bus ("Suore sul bus") per diffondere tramite un tour in autobus le loro idee.
Come è stato spiegato dalla Bussola più volte la riforma voluta da Obama non ha riconosciuto una copertura dei costi sanitari ai poveri - perché questo accadeva anche prima di Obama - bensì ha aumentato le spese sanitarie, ha reso più vincolante il legame tra privato cittadino e compagnie assicurative, ha fatto perdere molti posti di lavoro e, per quello che sta a più a cuore alle 7.000 sorelle di cui sopra, ha imposto condotte contrarie alla morale naturale e agli insegnamenti del Magistero. Infatti l'Obamacare prevede che i datori di lavoro coprano alcune spese sanitarie dei loro dipendenti, comprese quelle che servono per acquistare contraccettivi e quelle per praticare aborti. Una imposizione che riguarda anche gli enti cattolici. Che le 7.000 sorelle vadano a parlare con le loro colleghe, le Piccole Sorelle dei Poveri che qualche anno fa hanno fatto ricorso contro l'Obamacare proprio perché si erano consacrate al Verbo incarnato non al verbo abortista. Una chiacchierata con loro potrebbe essere utile per rinfrescare la memoria delle 7.000, non solo sulle priorità del cristiano e del consacrato, ma anche su ciò che è cattolico e su quello che non lo è.
Le Sisters Act statunitensi - appellativo quanto mai appropriato dato che "act" in inglese può significare anche "legge" - appoggiano quindi una riforma che obbliga a cooperare con l'aborto. Le 7.000 di cui sopra lo sanno di certo, ma per loro - come per tutti i cattolici adulti e quindi adulterati - l'aborto non è un problema morale, ma un problema sociale. La cosificazione della donna, la povertà, l'emarginazione sociale ed economica, la poca cultura portano ad abortire. Impegniamoci nella giustizia sociale e l'aborto sparirà. Nell'aborto in breve chi commette il male morale non è la madre o il medico - costoro sono solo vittime al pari del bambino - bensì la società, tutti noi, compresi io e te. Non prendiamocela con Obama se c'è un provvedimento che aiuta le donne a far fronte ad un drammatico problema sociale - pare quindi voler dire il catto-prog - prendiamocela con chi non si fa carico degli ultimi.
Non entriamo nel merito di questa tesi che imbarca sui gommoni per Lampedusa i principi non negoziabili - espressione propria del cretaceo cattolico ma ancor valida -  e fa sbarcare a riva preservativi e pillole abortive, bensì sovrapponiamo in controluce - come quando si vuole verificare l'autenticità di una banconota - i principi per cui lottano le femministe travestite da suore (si fa per dire dato che tutte costoro non portano il velo) e quelli della Chiesa cattolica, a cui dicono di voler rifarsi le stesse. Ecco che questi principi non combaciano per nulla. Non siamo noi a dirlo, bensì la Congregazione per la Dottrina della fede che nel 2012 investigò le attività della Leadership Conference of Women Religious, un'organizzazione che raggruppa l'80% delle suore americane e che è forse il paradigma di tutte le associazioni made in Usa impegnate nel sociale. La Congregazione prese per il bavero la LCWR ammonendola di cambiare rotta: interesse esclusivo per i poveri, nessuna attenzione per la lotta contro contraccezione, aborto e omosessualità, queste le loro colpe. Un'organizzazione definita dalla Congregazione per la dottrina della fede vicina al femminismo radicale. "La situazione dottrinale e pastorale attuale della Lcwr è grave", era stata la conclusione dell'indagine, "ed è un argomento di seria preoccupazione". La Chiesa ha cura dell'uomo in ogni sua dimensione, ma ricorda che l'anima vale più del corpo e quindi ci sono delle priorità da rispettare.
All'opposto il cattolico progressista, anche quello con il velo, ha lo sguardo puntato a terra, non in Cielo, uno sguardo fisso ai problemi di ordine economico dell'uomo e alle sue diseguaglianze sociali. La carità si scolora in un servizio sociale, la salvezza si valuta sul conto corrente e la Chiesa si è degradata in un centro di accoglienza. E' per questo che 7.000 suore sono pronte a sostenere la legge di Obama, ma forse sono un poco più restie a sottoscrivere la Legge di Dio.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/07/2017

5 - L'ITALIA E' (IN EUROPA) IL POLLO DA SPENNARE
Ci dissero che l'Unione Europea e la moneta unica erano un club esclusivo con enormi benefici... e abbiamo abboccato
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 16/07/2017

Il famoso giocatore di poker Amarillo Slim spiegava che in ogni vera partita c'è un pollo da spennare e avvertiva: "Se nella prima mezzora non capisci chi è il pollo, allora il pollo sei tu".
All'Italia dissero che questo tipo di Unione europea (a conduzione tedesca) e la moneta unica erano un club esclusivo che le avrebbe portato enormi benefici. E l'Italia ha abboccato, rinunciando a una grossa quota della propria sovranità economica e politica.
Nella prima "mezz'ora" - cioè nei primi anni - i nostri governanti hanno allegramente hanno promesso agli italiani che avremmo potuto lavorare di meno e guadagnare di più per il solo fatto di essere "europei" e di avere l'euro.
Oggi - passata quella "mezz'ora" - tutti possono vedere quanti bei benefici abbiamo avuto.
E' una catastrofe (basti solo ricordare la povertà assoluta triplicata fra i giovani, il pil che è il fanalino di coda e il debito pubblico che ha sfondato ogni record).
Ora è chiaro che il pollo da spennare eravamo (e siamo tuttora) noi. Ma la cosa incredibile è che i nostri governanti continuano a non capirlo (o a non volerlo ammettere) e a farci spennare da lorsignori.

COSA STA ACCADENDO
Lo dimostra - tanto per citare solo l'ultimo esempio - lo stravolgimento imposto da Bruxelles delle nuove regole per le Ong internazionali che portano migliaia di migranti sulle nostre coste.
L'Unione europea - che provvide subito a chiudere la rotta balcanica, anche con i nostri soldi (perché quei migranti andavamo in Germania) - prima ha risposto picche alla richiesta italiana di sobbarcarsi insieme l'enorme problema dell'emigrazione mediterranea (anche per colpa dei governi italiani).
E dopo averci lasciati soli, ora da Bruxelles impediscono pure che l'Italia imponga regole più ferree alle Ong internazionali che scaricano ogni giorno sulle nostre coste migliaia di migranti.
E' notizia di queste ore. Non solo a Bruxelles hanno sgonfiato quelle norme (perfino l'obbligo per le Ong di far salire a bordo i nostri ufficiali di polizia è stato ridotto a nulla), ma hanno addirittura declassato il "divieto assoluto" di entrare nelle acque libiche a generico e insignificante "impegno", arrivando pure a cancellare la frase in cui si diceva che l'idea di questo codice "è condivisa a livello Ue".
Nel frattempo i nostri "amici" europei provvedono pure, loro stessi, direttamente, a scaricarci migliaia di migranti.
In queste ore - per esempio - a Corigliano Calabro la nave della Marina militare tedesca "Fgs Rhein" ci ha portato 927 migranti (la Marina militare tedesca!) e a Crotone la nave norvegese "Olympic commander" - che fa parte di Frontex - ce ne ha graziosamente regalati altri 1.200.
Del resto nei giorni scorsi a Bari una nave della Marina militare inglese (anche qui: la Marina militare inglese!), chiamata "HMS Echo", aveva scaricato altri 644 migranti.
Di tutti questi nuovi arrivati - stando alle direttive del Viminale - nessuno sarà ricollocato nei Paesi europei. Sono tutti destinati alle nostre città. Adesso è chiaro chi è il pollo? E si capisce chi lo sta spennando?
Ormai non abbiamo più uno straccio di sovranità. Siamo alla mercé dei "paesi fratelli" com'era la Bulgaria nel Patto di Varsavia.
Ed è tutto alla luce del sole. Tutto palese. A noi - grazie alle nostre classi dirigenti - hanno perfino spiegato apertis verbis che abbiamo bisogno del "vincolo esterno", cioè di far dirigere dall'estero la nostra economia. Più polli da spennare di così...
E le nostre classi dirigenti si sono fatte in quattro per convincerci che dovevamo cedere quote sempre maggiori della nostra sovranità e che eravamo dei buzzurri sovranisti se volevamo difendere i nostri interessi nazionali.

VASO DI COCCIO
Così oggi vediamo, anche dalle cronache, che tutti i Paesi perseguono ferocemente il proprio interesse nazionale - magari ammantatolo di retorica europeista per meglio imporre la propria volontà agli altri - e quella che resta fregata dalla retorica sovrannazionale (che serve a espropriarci sempre di più della nostra sovranità) è, come al solito, l'Italia.
Alcuni titoli dei giornali di questi giorni mostrano come va il mondo. Per esempio l'apertura di venerdì del "Corriere della sera" recitava: "Trump-Macron, nuovo asse".
Capito l'antifona? Per vincere le elezioni Macron ha fatto il paladino dell'Unione europea, con tanto di esibizione della bandiera europea, contro il cosiddetto "populismo" (il cui campione - nella narrazione dei media politically correct - è sempre Trump).
Ma appena preso possesso dell'Eliseo cerca di svicolare dal dominio tedesco e gioca a tutto campo, prendendo come bussola una sola cosa: l'interesse nazionale francese.
Perfino la Grecia - dopo essere stata messa in ginocchio dalla Grande Germania chiamata "Unione europea" - si è messa a giocare in proprio e cerca un rapporto forte con la Cina (se proprio bisogna diventare colonie, meglio cercare il compratore più conveniente).
Un titolo di "Avvenire", venerdì scorso, recitava: "Adesso l'Europa ha paura della Grecia che parla cinese". Occhiello: "Gli investimenti di Pechino nelle aziende di Atene". Sottotitolo: "Un ponte con l'Asia dopo l'austerity. I dubbi di Berlino".
Questi sono solo i due ultimi esempi. Ma chi persegue più accanitamente il proprio interesse nazionale - da sempre - è ovviamente la Germania che sta trasformando l'Europa nella propria colonia.
Del resto sono fedeli a un inno nazionale che proclama "Deutschland über alles" (Germania al di sopra di tutto). Noi un inno neanche ce l'abbiamo.
Proprio l'interesse nazionale è stato anche la bussola che ha orientato il voto degli americani inducendoli ad eleggere Donald Trump, che è l'unico a proclamare senza ipocrisia "America first".
L'interesse nazionale è pure alla base della Brexit (gli inglesi non avevano nessuna intenzione di essere comandati dalla Germania, tramite Bruxelles).

OCCASIONE PERDUTA
Gli unici che hanno in disdegno gli interessi nazionali e che, dunque, si prendono botte a destra e a manca sono i governi italiani... Solo per loro la parola interesse nazionale è tabù.
Stanno sottomessi al regime eurocratico come una colonia e non si sognano minimamente di "sgarrare" (per esempio togliendo le sanzioni alla Russia che pure fanno tanto danno alla nostra economia).
L'Italia - come spiegava l'ultimo numero di "Limes" - "è un Paese strategico che rifiuta di esserlo".
Infatti dopo il crollo del Muro di Berlino è tornata a trovarsi di nuovo in una posizione geopolitica cruciale: cerniera con l'Europa dell'Est e vero cuore del Mediterraneo (dove si affacciano Africa e Medio Oriente) e dove, anche per la Cina, rappresenterebbe il miglior attracco verso l'Europa.
Ma invece di approfittarne per conquistare un ruolo geopolitico - magari in un rapporto diretto con Stati Uniti e Russia - riesce solo ad accollarsi i costi e i guasti di questa posizione che pure sarebbe così interessante.
Così, alla fine - dopo essere stato spennato - il pollo finirà allo spiedo.

Fonte: Libero, 16/07/2017

6 - PEDOFILIA, MICHAEL JACKSON E GLI ATTACCHI ALLA CHIESA
Negli Stati Uniti ci sono tante denunce di pedofilia perché sono diventate un business con cause stramiliardarie
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona, 19/20/2017

Alcuni giorni fa è comparsa sui giornali la notizia che i Boy Scout Usa hanno dovuto pagare 1,4 milioni di euro per risarcire un abuso sessuale su di un minore avvenuto svariati anni fa. Gli avvocati dell'accusatore avevano chiesto 25 milioni di dollari di risarcimento, ed hanno dichiarato di aver raccolto "centinaia di testimonianze di abusi compiuti tra il 1965 e il 1985 in seno ai Boys Scouts americani, dimostrando che l'organizzazione non poteva essere all'oscuro…". La notizia mi sembra sia estremamente interessante.
La prima notazione che si potrebbe fare, sebbene non la più acuta, è questa: centinaia di casi tra i Boys Scouts, esattamente come tra gli insegnati di ginnastica, i protestanti, i laici di ogni tipo…. Perché allora sempre e solo la Chiesa cattolica, quotidianamente, tra gli imputati? Perché così poca rilevanza alla notizia, se riguarda gli Scouts, i caschi blu, le varie chiese protestanti e così tanto clamore, tanta insistenza quando c'è di mezzo un prete?
Ma non è questo, a mio parere, il punto più interessante. Che dietro l'enfatizzazione degli abusi su minori compiuti da preti cattolici vi siano preti spretati, teologi border line come Hans Kung, lotte interne contro il papa, radicali che suonano la tromba, movimenti gay o pro choice, che vogliono far pagare alla Chiesa le sue posizioni in materia etica, è di una evidenza solare. Il punto che mi sembra andrebbe analizzato meglio è allora questo: cosa si cela dietro questa psicosi della pedofilia? Certamente un aumento del fenomeno; certamente un imbestialimento della società. Ma cosa altro?

LA PSICOSI PEDOFILIA
Per capirlo mi sembra si debba tener presente la realtà americana, che è appunto la più segnata da questo fenomeno. E' di lì che parte lo scandalo dei preti pedofili, come è lì che la "psicosi pedofilia", come la chiamano molti esperti, si è diffusa sino ad arrivare a noi. Mi sembra che per capire si debbano mettere in chiaro alcune cose.
La prima: nel diritto americano a rispondere per le colpe del pedofilo non è il singolo, l'autore del delitto, ma l'intera organizzazione a cui appartiene. Così se un capo scout ha abusato di un lupetto, a pagare i milioni di euro, che egli personalmente non possiede, sono gli Scout come associazione. Se ad abusare è un prete, l'intera diocesi può venir messa in vendita, come è accaduto più volte. Basterebbe questo dato iniziale per chiedersi se l'accusa di pedofilia non stia diventando un business; per domandarsi quanto l'accusa di pedofilia, la più difficile da provare, vista la coincidenza, solitamente, di accusatore e di testimone (testis unus, si dice in diritto), ma anche la più difficile da confutare, possa essere determinata da interessi venali.
Questo anche per un altro motivo: negli Usa gli avvocati non hanno una tariffa fissa, un massimo di parcella, come da noi, ma guadagnano in proporzione ai risarcimenti ottenuti. Di qui l'incredibile ascesa di studi legali che si sono specializzati nelle cause, stramiliardarie, di pedofilia. Alla luce di quanto detto sino ad ora si capisce bene cosa intendeva dire Vittorio Messori sul Corriere del 27 marzo, allorché ricordava che "grandi studi legali anglosassoni" hanno cominciato negli anni '90 a pubblicare annunci sui media: "Vuoi diventare milionario? Metti tuo figlio in seminario per un anno e poi passa da noi". La common law, in effetti, aggiungeva Messori, "permette agli avvocati di dividere a metà con il cliente gli enormi risarcimenti stabiliti dai tribunali. Agenti degli studi legali utilizzano a tappeto liste di vegliardi per convincerli a denuncie miliardarie. Meglio se gli accusati sono morti: tanto, vescovi e superiori di congregazioni pagano comunque, per evitare scandali maggiori. Il 'cattolico pederasta' è da anni, negli Stati Uniti, il protagonista di un business enorme, tanto da avere portato alla bancarotta diocesi e ordini opulenti".
Perché il cattolico pederasta? Certamente anche per motivi ideologici; per secolari pregiudizi presenti nel mondo wasp verso la verginità del sacerdote cattolico, ma anche perché dietro il prete pedofilo, c'è sempre una intera diocesi da spiumare. Così si capisce meglio perché la Chiesa americana nel solo 2009 abbia pagato 28,7 milioni di dollari, soprattutto per le parcelle degli avvocati accusatori, protagonisti non secondari della nascita di un nuovo business (La Stampa, 25/3/2010).

IL CASO MICHAEL JACKSON
Che questo sia vero, almeno in parte, è dimostrato ad esempio dal caso Michael Jackson: il celebre cantante venne infatti accusato di pedofilia, e la notizia fece il giro del mondo. Da allora la sua vita, dicono i fans, cambiò, certamente in peggio. Jackson, che era ricchissimo, pagò, sembra, 20 milioni di dollari, e così non ci fu il processo. Alla morte di Jackson, però, il suo accusatore, Jordan Chandler, spiegò al mondo che aveva mentito, su spinta del padre, per estorcere denaro. Come avvenne al cardinale americano Bernardin: accusato di pedofilia, fu poi dichiarato innocente dallo stesso accusatore, prima di morire. Ci si chiederà: ma perché Jackson, invece di pagare, non è andato a processo?
Anche qui, per capire, occorre tener presente anzitutto cosa significhi l'accusa di pedofilia: la morte sociale, specialmente per personaggi pubblici, famosi e conosciuti. I giornali e i media cavalcano subito il caso, dibattono ed emettono sentenze prima di ogni accertamento, creano il mostro, anche quando non esiste. Se poi si andrà a processo il ruolo importante della giuria popolare, in una materia tanto sensazionalistica e scabrosa, può risultare devastante per l'imputato, magari già "giudicato" come colpevole dai media, e quindi già compromesso rispetto alla detta giuria.

IN USA SI PUÒ PAGARE E NON ANDARE A PROCESSO
In America, diversamente dall'Italia, per evitare il processo, un processo che si annuncia appunto difficile, incerto, oltre che mediatico, si può pagare: ecco perché Jackson lo ha fatto, pur non essendo colpevole; ecco perché lo hanno fatto anche molte diocesi americane, i cui sacerdoti accusati sono poi finiti nel numero, nelle statistiche, dei "pedofili", benché per almeno alcuni di loro si può pensare che non lo fossero; ecco perché anche i Boys Scouts americani hanno spesso risolto le loro controversie per via extragiudiziaria, a suon di monete sonanti (Ansa, 24 aprile).
La possibilità di risolvere il contenzioso per via extragiudiziaria, in verità, genera un circolo vizioso. Se si può essere pagati, senza neppure che l'abuso sia dimostrato, le denunce, inevitabilmente crescono, insieme agli interessi e ai guadagni degli studi legali. In Italia invece occorre il processo, non si può risolvere tutto pagando: ma se si potesse, quanti non lo farebbero?
Quanti, pur di non finire sui giornali, linciati prima della sentenza definitiva, non ricorrerebbero al portafoglio? Anche perché, come la cronaca insegna, gli accusati ingiustamente per pedofilia sono tantissimi. Si pensi solo a quella che è ormai una prassi: in seguito a divorzio, la madre accusa il padre di pedofilia, per screditarlo e ottenere l'affidamento. Si tratta di una consuetudine, come possono testimoniare avvocati e magistrati, oltre che le associazioni di padri separati, che sta diventando sempre più diffusa. Senza considerare poi quanto dura un processo: si rimane anni e anni con l'accusa infamante, prima di venire assolti. Non mi stancherò mai di ripetere il caso di Don Govoni, morto dieci anni orsono: accusato di pedofilia e satanismo, venne prima condannato e poi definitivamente assolto. Ma era già morto d'infarto per il dolore. Come è avvenuto, per esempio, ad alcuni padri di famiglia. Come è accaduto, senza che per fortuna morissero, a moltissimi altri religiosi.

(Parte di questo articolo è comparso sul Foglio del 30 aprile 2010)

Fonte: Libertà e Persona, 19/20/2017

7 - SAI RISPONDERE A QUESTI INDOVINELLI?
Se sì, sei tra i pochi che hanno capito che ''sinistri'' e ''moderati'' ci stanno distruggendo, poco alla volta, ma inesorabilmente
Autore: Massimo Viglione - Fonte: Il Ponte Levatoio, 07/07/2017

Da decenni sinistri e "moderati" depenalizzano i reati di violenza, al punto che anche i più efferati assassini dopo pochi anni escono di carcere, mentre il delinquente comune, specie se non italiano, in carcere non ci va proprio.
Da decenni sinistri e "moderati" aggravano le pene per i presunti reati tributari, anche per i padri di famiglia, i pensionati o per uno scontrino non emesso. Ovvero, in carcere veramente vanno gli italiani.
Da decenni quindi sinistri e "moderati" hanno creato la mentalità che la vera unica colpa e vergogna è quella di non pagare le tasse a uno Stato che preleva fino al 60% delle entrate dei suoi cittadini, ovvero allo Stato più ladro e usuraio del mondo.
Da decenni sinistri e "moderati" creano un clima ostile all'intervento delle forze dell'ordine.
Da decenni sinistri e "moderati" stanno facendo entrare in Italia milioni e milioni di immigrati, i quali, spiantati dalle loro terre, sopravvivono quotidianamente senza fare assolutamente nulla e quindi finiscono - volenti o nolenti - per delinquere.
Ora, sinistri e "moderati" hanno pure creato il reato di tortura: ovvero hanno reso impossibile per le forze dell'ordine come per qualsiasi cittadino qualsivoglia tentativo di legittima difesa.
Ecco l'indovinello:
Perché da decenni sinistri e "moderati" fanno tutto questo?
E' difficile rispondere?
E se rispondessi che lo fanno per odio agli italiani e per sovvertire l'ordine naturale delle cose? Che lo fanno per ridurci in miseria economica e impotenza politica, in modo da dover subire senza rimedio ogni sopruso, tanto loro, quanto dei criminali e ora anche degli immigrati?
Sto esagerando?
Altro indovinello:
Perché ci hanno tolto le armi? Perché l''Italia è il Paese al mondo dove è più difficile avere il porto d'armi? Non sarà proprio per le ragioni suddette?
Altro indovinello:
Perché sinistri e "moderati" ci vogliono distruggere? Forse per le stesse ragioni per le quali impongono il gender o l'eutanasia e tra poco il poliamore?
Altri indovinelli:
Perché le Forze Armate sopportano tutto questo senza fare nulla? E perché le Forze dell'Ordine pure? Cosa faranno quando vedranno gli italiani disperati e gli immigrati e i criminali comandare ovunque? Staranno ancora fermi e zitti obbedendo a questo Stato e alla Boldrini?
Se fanno questo, quale sarebbe più ormai il senso della loro esistenza? Solo rubare lo stipendio a fine mese? Possibile che tutti rappresentanti delle forze dell'ordine e delle forze armate vivono solo per questo?
Perché tutti gli italiani sono diventati schiavi dei sinistri e "moderati", agenti ultimi del Leviatano mondiale?
Ultimissimo indovinello: si sveglieranno mai gli italiani? E, se mai questo dovesse avvenire... sono coscienti di quello che dovrebbero fare?
Ecco altri pensieri mentre preghiamo e lottiamo per Charlie, che ha la colpa non solo di essere malato e inutile, ma quella imperdonabile di essere bianco. Infatti, se fosse stato di un altro colore, secondo voi lo starebbero per uccidere? Rispondete onestamente a voi stessi. ONESTAMENTE!
Anche questo può aiutare a intuire le risposte degli indovinelli di cui sopra.

Fonte: Il Ponte Levatoio, 07/07/2017

8 - PERCHE' SEI PARLAMENTARI ISLAMICI HANNO VOTATO IN GERMANIA A FAVORE DEL MATRIMONIO GAY?
Si adeguano a noi o è un trucco per legalizzare la poligamia e distruggere definitivamente il matrimonio monogamico?
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Vita Nuova Trieste, 19/07/17

Come è noto e anche noi abbiamo informato, il parlamento tedesco ha approvato il matrimonio omosex. La cancelliera Angela Merkel si è detta contraria ma non ha fatto nulla per tentare di impedirlo, meno che meno ha minacciato le dimissioni del suo governo. Tutto come da copione. Ma la cronaca non ha dato il dovuto risalto ad una notizia molto interessante e intrigante. Al voto al Bundestag su questa legge tutti e sei i parlamentari islamici hanno votato a favore. Ora, si sa che nei Paesi islamici gli omosessuali non sono visti di buon occhio, anzi diciamo che sono perseguitati. Il rapporto sessuale viene considerato un peccato grave. In Arabia, Afghanistan, Algeria, Emirati Arabi un omosessuale rischia grosso. Come mai, se questo è l'orientamento generale del mondo islamico, i deputati islamici tedeschi hanno votato a favore dei matrimoni gay?
Le interpretazioni possono essere di due tipi. La prima ritiene che, vivendo in Germania, anche gli islamici si siano adeguati alla nostra mentalità piuttosto libera e che quindi la religione islamica si sia secolarizzata, accettando il pluralismo degli stili di vita degli occidentali. E' la tesi di chi sostiene che nel lungo periodo anche l'islam perderà la sua compattezza e il suo fondamentalismo e verrà conquistato dal libertarismo occidentale. In questo senso quei parlamentari sarebbero l'avamposto di questa trasformazione e ne attesterebbero la consistenza.
La seconda interpretazione sostiene invece che hanno votato così per spianare la strada alla poligamia. Il matrimonio omosessuale senz'altro distrugge la famiglia eterosessuale monogamica, abitua a farne a meno ed invita ad accogliere tutte le forme di orientamento e pratica sessuali, anche al di fuori di quello schema naturale e tradizionale. La rottura di quel modello può quindi aprire la strada ad altri modelli ed infatti anche l'Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia (UCOII) chiede il riconoscimento della poligamia basandosi proprio sulla recente approvazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
L'Islam in occidente ha già ottenuto grandi vantaggi: cibi halal nelle scuole pubbliche, blocco di strade per la preghiera, burqa dappertutto, corti di giustizia parallele improntate alla sharia, preghiera trasmessa dai minareti e udibile tutt'intorno, processi per blasfemia nelle corti europee per coloro che criticano l'Islam. Con l'approvazione della poligamia si farebbe un decisivo passo in avanti nella trasformazione della cultura occidentale in una cultura islamica.

Fonte: Vita Nuova Trieste, 19/07/17

9 - OMELIA XVII DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,44-52)
Trovata una perla di grande valore, va, vende tutto e la compra
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 30 luglio 2017)

La prima lettura di questa domenica riporta la bella preghiera del re Salomone, il quale domanda a Dio non tanto ricchezza e benessere personale, ma la sapienza necessaria per ben governare il popolo d'Israele e per distinguere il bene e il male. Questa preghiera piacque molto al Signore che gli concesse un cuore saggio e intelligente come nessuno lo aveva avuto in precedenza.
Anche a noi è necessaria la sapienza per comprendere ciò che ci è necessario e per capire qual è la cosa più importante nella nostra vita, ovvero il raggiungimento della salvezza eterna. Gesù ci fa comprendere questa esigenza con le tre bellissime parabole del Vangelo di oggi. Le prime due, quella del tesoro nascosto e quella della perla preziosa, ci mostrano il valore inestimabile del Regno dei cieli, per avere il quale bisogna essere pronti a rinunciare a tutto, anche alle cose più care.
Nella prima parabola si narra di un uomo che per caso trova un tesoro in un campo. Pieno di gioia egli vende tutti i suoi averi, e poi compra quel campo. Così dovrebbe fare ogni cristiano: scoperto l'inestimabile tesoro della Vita eterna, egli non dovrebbe esitare a rinunciare a tutto pur di assicurarsi un bene così grande. Così fece san Francesco d'Assisi, il quale rinunciò alla ricca eredità paterna, rinunciò a un brillante futuro di mercante e di cavaliere, e fece suo il tesoro nascosto della povertà accettata per il Regno dei cieli. Egli – diceva un suo biografo – era desideroso di povertà più di quanto un avaro poteva essere bramoso di ricchezze. A chi voleva seguirlo, san Francesco chiedeva come prima condizione la rinuncia a tutti i propri averi per diventare cavaliere di Madonna Povertà.
L'insegnamento della seconda parabola, quella della perla preziosa, è identico. Per avere questa perla bisogna vendere tutti i propri averi. È questo l'affare della vita, o meglio, della Vita eterna. I Santi sono stati quelli che hanno avuto questa sapienza e abilità nel riuscire in questo affare fondamentale. Tanti, purtroppo, si fanno ingannare dai beni e dai piaceri di questa vita terrena e non riescono ad acquistare la "perla preziosa" della salvezza e dell'eterna comunione con Dio.
Chiediamo anche noi il dono della sapienza, per distinguere ciò che è bene e ciò che è male, e per dare il giusto valore ad ogni cosa. L'importanza di questa scelta è messa in luce dalla terza parabola, quella della rete gettata in mare. Quando è piena, la rete viene portata a riva, e i pescatori «raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi» (Mt 13,48). Questo esempio descrive bene il Giudizio che ci sarà al termine della vita: «Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti» (Mt 13,49-50). La fede ci insegna che subito dopo la morte saremo giudicati e riceveremo la giusta retribuzione per come ci siamo comportati in questa vita. Se moriremo in peccato mortale, andremo eternamente all'inferno; se lasceremo questa vita in grazia di Dio, saremo salvi. Inoltre, se nonostante la salvezza ottenuta, avremo ancora da scontare dei peccati, andremo per un certo tempo in Purgatorio, per poi entrare purificati in Paradiso. Alla fine dei tempi ci sarà inoltre il Giudizio universale: tutti saranno di nuovo giudicati e questo secondo giudizio non farà che confermare il giudizio particolare sostenuto al termine della nostra vita. Dopo di che ci sarà la risurrezione della carne, e il corpo risorto si riunirà all'anima.
La vera sapienza ci fa vivere nell'attesa di questo giudizio. Lo stolto non ci pensa, ma il prudente si prepara ogni giorno a questo esame decisivo per la sua eternità. Dobbiamo essere pronti a rinunciare a tutto ciò che possa mettere in pericolo il possesso di questa "perla preziosa". Pensiamo alla moltitudine di persone che per seguire Dio hanno abbandonato tutto, carriere, onori, ricchezze, e hanno riempito monasteri, conventi, seminari; o hanno sopportato gli insulti e il disprezzo del mondo, la povertà, la persecuzione e persino il martirio! Persone sapienti che hanno capito il senso profondo delle Beatitudini. Gesù non chiede poco per il raggiungimento del Regno, chiede tutto; ma è anche vero che non promette poco, promette tutto.
Per guarire da una grave malattia, tante volte l'uomo è disposto a sottoporsi a cure molto dispendiose, fino a perdere tutti i suoi averi. Se così è per salvaguardare la vita terrena, molto di più dovrà esserlo per la Vita eterna: rinunciare a tutto per avere il Tutto, ovvero Dio, la comunione con Lui, il Paradiso.
San Paolo, nella seconda lettura, ci fa comprendere che la nostra vocazione comune è quella di essere conformi all'immagine del Figlio di Dio, quella di partecipare alla natura divina. Questa è una grazia grandissima che, da sola, sorpassa di gran lunga tutti i beni che possiamo trovare su questa terra. Di fronte ad un bene così grande, noi non dobbiamo lasciarci ingannare dalle lusinghe di questo mondo; dobbiamo vivere di fede e fissare lo sguardo ai beni eterni che ci attendono nei Cieli. Anche se avremo da soffrire, ci servano di incoraggiamento le parole dell'Apostolo: «Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno» (Rm 8,28). Il soffrire passa, i meriti rimangono, e una grande ricompensa spetterà a tutti quelli che amano Dio.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 30 luglio 2017)

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