BastaBugie n�547 del 21 febbraio 2018

Stampa ArticoloStampa


1 AMORE E RISPETTO SONO INDISPENSABILI PER UN RAPPORTO DI COPPIA SOLIDO E SODDISFACENTE
Il principale bisogno di una moglie è sentirsi amata, mentre quello di un marito è sentirsi rispettato: ecco come fare il primo passo per ristabilire la pace perduta
Autore: Rossana - Fonte: M&M
2 CONDANNATO DANILO QUINTO, PROMOSSA EMMA BONINO
L'ex tesoriere del Partito Radicale, autore di un libro in cui racconta i retroscena del potere di Pannella e soci, sarà processato per diffamazione, mentre la leader radical-abortista viene osannata anche nelle chiese
Autore: Emmanuele Barbieri - Fonte: Corrispondenza Romana
3 A SANREMO FAVINO VIENE ACCUSATO DI OMOFOBIA PER UNA SEMPLICE BATTUTA SU CONCHITA WURST
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Berlusconi via le unioni civili, Salvini dice sì all'amore gay e no alle adozioni, caro Maurizio Lupi e compagni ''cattolici'' votare a favore della legge Cirinnà è stato moralmente inaccettabile
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender
4 LA QUARESIMA E' IL TEMPO FAVOREVOLE
La quaresima è un'occasione che si ripete annualmente per ri-calibrare la vita spirituale dei singoli e delle comunità, seguendo le regole della Chiesa
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 COSA STA DIETRO LA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA DI MACERATA
Si vuole ''nobilitare'' la sinistra in quanto antifascista, ma intanto si sono fatti cori vergognosi contro i morti nelle foibe (''Come belle son le foibe / da Trieste in giù'')
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Vita Nuova Trieste
6 I BAMBINI SI POSSONO VIVISEZIONARE, CONGELARE E UCCIDERE, MA LE ARAGOSTE NO!
I figli si possono uccidere prima della nascita per mancanza di nutrimento (RU 486) o anche smembrati pezzo a pezzo (aborto chirurgico), ma le aragoste (poverine!) non si possono bollire e se vengono commerciate, devono viaggiare in acqua salata, a pena di multa (anch'essa salata!)
Fonte: Notizie Provita
7 CARCERI FRANCESI OSTAGGIO DELL'ISLAM
Ma anche in Italia, ad es. un arrestato per attentati incendiari ad Agrigento e nella metro di Milano, si è convertito all'islam nella prigione di Trapani ed ora è riconosciuto come imam dai detenuti accusati di terrorismo internazionale
Autore: Lupo Glori - Fonte: Corrispondenza Romana
8 LEGGE SUI LAGER, TUTTO PUR DI ATTACCARE LA POLONIA
Eppure la legge difende solo la verità storica e il buon nome della nazione polacca (le polemiche sono infatti solo un pretesto per screditare un paese che continua a difendere orgogliosamente la sua identità)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 OMELIA II DOM. DI QUARESIMA - ANNO B (Mc 9,2-10)
Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - AMORE E RISPETTO SONO INDISPENSABILI PER UN RAPPORTO DI COPPIA SOLIDO E SODDISFACENTE
Il principale bisogno di una moglie è sentirsi amata, mentre quello di un marito è sentirsi rispettato: ecco come fare il primo passo per ristabilire la pace perduta
Autore: Rossana - Fonte: M&M, 13/08/2015

Il principale bisogno di una moglie è sentirsi amata.
Il principale bisogno di un marito è sentirsi rispettato.
Quando questi bisogni trovano risposta, la coppia trova pace, riscopre una nuova intimità, entrambi si sentono profondamente apprezzati e, inoltre, si sperimenta una relazione di coppia così come l'ha da sempre intesa Dio, alla divina!
Ricordate la canzone dei Beatles "All you need is love"?
Beh non è proprio così, non è vero che "l'unica cosa di cui hai bisogno è l'amore". L'amore è vitale in una relazione, ma da solo non è abbastanza!
Cinque matrimoni su dieci finiscono con un divorzio, proprio perché manca una parte dell'equazione, altrettanto importante quanto l'amore!
 
AMARE LA MOGLIE, RISPETTARE IL MARITO
Si tratta di un segreto semplice, che è nascosto proprio nella Bibbia. In effetti, non è propriamente un segreto, perché questo passaggio delle Scritture è lì visibile a tutti da qualcosa come duemila anni. In Efesini 5,33 Paolo scrive: "Ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito."
Il progetto di amore reciproco che ci offre Dio, e che è talmente grande da essere paragonato all'amore tra Cristo e la Chiesa, passa attraverso:
1. l'amore incondizionato dell'uomo verso la moglie ("ciascuno ami la propria moglie"). È da sottolineare che il termine usato è agape, che significa proprio amore incondizionato, che ama senza chiedere nulla in cambio.
Il marito quindi è chiamato ad obbedire a questo comando, anche se la moglie non obbedisce al comando di rispettarlo! Non è giustificato un uomo che dica: amerò mia moglie solo dopo che lei mi avrà rispettato.
2. il rispetto della donna verso il marito ("la donna sia rispettosa verso il marito"). Anche in questo caso si tratta di mostrare un rispetto incondizionato, e questo appare chiaro nel confronto con la prima lettera di Pietro, in cui l'apostolo dice: "voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti, perché, anche se alcuni non credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento delle mogli senza bisogno di discorsi, avendo davanti agli occhi la vostra condotta casta e rispettosa." (1Pt 3,1-2)

ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO
La moglie, quindi è chiamata ad essere rispettosa del marito anche quando questi "non crede alla Parola", non obbedisce al comando di amarla.
Non è giustificata una donna che dica: rispetterò mio marito solo dopo che lui mi avrà amata.
Il punto è che nella realtà dei fatti, una donna che non si sente amata reagisce ovviamente cercando di dimostrare al marito che si sente ferita. Spesso però le nostre reazioni hanno il difetto di essere lette, da parte dell'uomo, come una mancanza di rispetto, un'attestazione di scarso apprezzamento nei suoi confronti.
A sua volta, un uomo che non si sente rispettato, mette in atto atteggiamenti che fanno sentire la moglie ancora meno amata.
Quello che si crea è un vero e proprio circolo vizioso!!
Con meno amore, lei reagisce con meno rispetto.
Con meno rispetto, lui reagisce con meno amore. E così via - fino alla nausea.
Amore e rispetto sono bisogni primari per la donna e l'uomo. L'autore afferma che questa verità è confermata non solo dalla sua esperienza diretta come consulente ma anche da ricerche e sondaggi.
Spesso, nel corso delle sue consulenze, chiede al marito: "Tua moglie ti ama?". E lui risponde: "Certo che sì". Ma poi chiede: "Ti apprezza?" e la risposta solitamente è qualcosa del genere: "Non proprio..."
Spesso l'uomo ha l'impressione che la moglie sia cambiata e non sia più quella donna da cui si sentiva apprezzato e approvato ai tempi del fidanzamento. Ora lei non lo approva più, e glielo comunica apertamente...
 
RIFLETTIAMO INSIEME...
Può essere semplice dimostrare amore e vicinanza a nostro marito.
Ma siamo sempre in grado di dimostrargli che lo rispettiamo, lo apprezziamo e lo consideriamo una persona di valore, nelle grandi come nelle piccole cose di tutti i giorni?
Pensiamo ad esempio a come reagiamo ai suoi successi: siamo in grado di dimostrarci orgogliose e ammirate per le sue conquiste giornaliere? O non rischiamo invece di sottovalutarle?
E come reagiamo ai suoi errori? Siamo in grado di continuare a pensare bene di lui e a considerarlo comunque una persona apprezzabile, o invece glieli facciamo notare, magari con sarcasmo? O anche semplicemente usando un tono di voce o uno sguardo che sembrano comunicare il nostro disappunto?

Fonte: M&M, 13/08/2015

2 - CONDANNATO DANILO QUINTO, PROMOSSA EMMA BONINO
L'ex tesoriere del Partito Radicale, autore di un libro in cui racconta i retroscena del potere di Pannella e soci, sarà processato per diffamazione, mentre la leader radical-abortista viene osannata anche nelle chiese
Autore: Emmanuele Barbieri - Fonte: Corrispondenza Romana, 14/02/2018

Il 22 febbraio, se non ci saranno ulteriori rinvii, Danilo Quinto, sarà processato per diffamazione a mezzo stampa. Quinto, ex tesoriere del Partito Radicale, è autore di un libro dal titolo Da servo di Pannella a figlio libero di Dio (Fede e Cultura, Verona 2012, con una prefazione di S. E. mons. Luigi Negri), in cui racconta dettagliatamente i retroscena del potere del Partito radicale, nelle cui fila ha trascorso una parte significativa della propria vita.
Dopo essere già stato condannato per avere sottratto al Partito radicale gli stipendi che non aveva riscosso, ora è stato rinviato a giudizio per decreto (senza essere mai stato ascoltato, quindi) dopo 4 anni dalla pubblicazione del suo libro, per 2 parole scritte in corsivo (servo sciocco), riferite ad un ex deputato radicale.
Una metafora, scritta in un libro in cui egli stesso si definiva servo di Pannella e che conteneva dure e documentate accuse nei confronti dei radicali e di molti personaggi - che si autodefiniscono cattolici - a loro ancora attualmente collegati. Marco Tosatti, sul suo blog Stilum Curiae giustamente osserva: «Nel 2018 in Italia è possibile dover subire un processo per aver scritto frasi del genere, e forse anche essere condannati, quando ogni giorno sui giornali, sui social e in televisione siamo testimoni di accuse a attacchi di ben altra gravità? Purtroppo temiamo di essere buoni profeti se diciamo che i mass media mainstream, quelli che si stracciano le vesti su ogni ombra di - ismo possibile, specialmente se di realtà assai flebile, non se ne occuperanno; e certamente non in maniera critica, dal momento che la controparte è l'area Radicale, che come sappiamo ha permeato giornali, classe politica e ha allungato le sue propaggini anche sotto il Cupolone. Così come tacerà certamente - speriamo di sbagliarci - l'Ordine dei Giornalisti, che ben dovrebbe riconoscere in accuse del genere un serio attentato alla libertà di espressione e opinione».

EMMA BONINO
Mentre Quinto è processato, presenta la sua candidatura al Parlamento Emma Bonino (alla quale lo stesso Quinto ha dedicato il libro Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale?, Fede e Cultura, Verona 2013). La Bonino è entrata nel 1975 nella vita pubblica, quando l'aborto era ancora un reato, vantandosi di avere abortito, e promuovendo migliaia di aborti clandestini, praticati, secondo quanto lei stessa racconta, con una pompa di bicicletta.
Un'impresa, che costò l'arresto ad alcuni suoi compagni ma non a lei che, dopo essersi autodenunciata, scappò all'estero, per rientrare poi in Italia a scontare «dieci giorni di carcere che le aprirono, l'anno successivo - le porte del Parlamento» (Corriere della Sera, 30 settembre 1997).
Da allora la risonanza mediatica delle sue iniziative trasgressive, insieme agli arresti e ai fermi di polizia (impossibili elencarli tutti) è stata una costante di tutta la sua attività. Eletta nel 1976 in Parlamento con il Partito Radicale, ne divenne Segretario Nazionale dal 1993 al 1994 e, nelle fila di quel Partito, fu rieletta deputato in tutte le legislature, fino al 1994. Nel 1983 contribuì a screditare l'istituzione parlamentare facendo eleggere deputato, nelle fila radicali, Tony Negri, «considerato l'ideologo del 'terrorismo rosso'» in Italia (La Stampa, 6 agosto 1999), il quale, in carcere dal 1979, dopo numerose condanne, beneficiando dell'immunità parlamentare, ne approfittò per fuggire all'estero.

DISTRUGGIAMO LE FAMIGLIE!
Nel 1987 la Bonino fece guadagnare la poltrona alla Camera dei Deputati all'attrice pornografica ungherese Ilona Staller, detta Cicciolina. Insieme presenteranno varie proposte di legge, per l'abrogazione del reato sul "comune senso del pudore", per l'istituzione di una "educazione" sessuale obbligatoria per tutti gli studenti di ogni ordine e grado, ed un referendum per l'abolizione della censura.
La leader radical-abortista ha partecipato a tutte le campagne del Partito radicale distinguendosi sempre in prima fila nella "rivoluzione sessuale" contro l'istituto tradizionale della Famiglia. Da convinta femminista ha fatto suo, concretandolo in vari progetti politici, lo slogan della celebre manifestazione femminista a Roma del 6 dicembre 1975: «Non più mogli, madri, figlie! Distruggiamo le famiglie!».
Emma Bonino è stata nominata Commissario Europeo da Berlusconi, Ministro degli Esteri del Governo Letta (2011-2013), ed ora è stata candidata dalla coalizione di Matteo Renzi per il Senato al collegio uninominale di Roma Gianicolense, oltre ad essere presente in vari listini del proporzionale come capolista della coalizione. Gode della simpatia di papa Francesco ed è longa manus in Italia di George Soros.
Danilo Quinto, dopo la sua conversione, è divenuto un cattolico praticante, conduce un'esistenza di sofferenza materiale e morale ed è perseguitato dalla lobby laicista. Ora Danilo Quinto rischia di essere nuovamente condannato ed Emma Bonino di essere nuovamente eletta in Parlamento.

Nota di BastaBugie: per ripercorrere la vicenda di Danilo Quinto si può andare al seguente link dell'articolo che presentava il primo libro dell'ex tesoriere del Partito Radicale.

DA SERVO DI PANNELLA A FIGLIO LIBERO DI DIO
L'imperdibile libro di Danilo Quinto, tesoriere del Partito Radicale per dieci anni, che descrive nei particolari la più formidabile macchina mangiasoldi della partitocrazia italiana
di Stefano Lorenzetto
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2387

Fonte: Corrispondenza Romana, 14/02/2018

3 - A SANREMO FAVINO VIENE ACCUSATO DI OMOFOBIA PER UNA SEMPLICE BATTUTA SU CONCHITA WURST
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Berlusconi via le unioni civili, Salvini dice sì all'amore gay e no alle adozioni, caro Maurizio Lupi e compagni ''cattolici'' votare a favore della legge Cirinnà è stato moralmente inaccettabile
Autore: Rodolfo de Mattei - Fonte: Osservatorio Gender, 9 febbraio 2018

Dalle stelle alle stalle per una "inopportuna" battuta "omofoba"? Questa sembra essere la surreale parabola di Pierfrancesco Favino, rivelazione (nei panni dello showman) e autentico mattatore della 68° edizione del Festival di Sanremo, che rischia di veder vanificata la sua, fin qui, applauditissima conduzione della kermesse canora per via di una divertente gag in cui, nei panni di Steve Jobs, ha osato ironizzare su un "mostro sacro" del pantheon LGBT come Conchita Wurst.
A scatenare le ire della comunità omosessuale è stato infatti lo sketch, inscenato insieme alla spalla Rolando Ravello, in cui Favino / Jobs, presentando un nuovo prodotto tecnologico, BaglionONE, ha mostrato una foto della drag queen barbuta Tom Neuwirth, in arte Conchita Wurst, vincitrice del'Eurovision Song Contest 2014, commentando così: "Molti si lamentano del Festival di Sanremo, ma devo dire che da quando sono andato all'Eurovision ho scoperto che c'è di peggio".

LE REAZIONI
Apriti cielo. I censori LGBT si sono immediatamente rivoltati sul web contro il conduttore ricoprendolo di tweet e messaggi di disapprovazione per essersi azzardato a fare ironia su un personaggio "intoccabile" come il barbuto transgender austriaco, icona della accettazione e della normalizzazione di qualsivoglia devianza sessuale. Un simbolo dell'odierna "rivoluzione gender" che era stato addirittura ospite all'Ariston, a Sanremo 2015, sotto la conduzione, evidentemente più "politically correct", di Carlo Conti.
"Che problemi hanno gli autori con Conchita? Provinciali", "Ma la battuta su Conchita Wurst chi l'ha scritta a Favino? Adinolfi o Gasparri?", "In Italia, con la Wurst, finisce sempre che ci dobbiamo scusare", "Da una persona intelligente come @pfavino ti aspetteresti qualcosa di meglio di una battuta su Conchita". Ecco alcuni dei tanti tweet che sono circolati in rete subito dopo il "misfatto". Tra questi anche l'ex presidente Arcigay Aurelio Mancuso che ha così cinguettato: "Quindi il bonone, maschione #Favino intimorito da chissà quali tremori intimi ha voluto prestarsi al siparietto #omofobo. Da questi pseudo artisti de sinistra arrivano sempre le cose peggiori...".
Mancuso ha poi voluto rincarare la dose in un articolo pubblicato sull'HuffPost in cui ha lanciato strali contro una certa pseudo-sinistra intellettuale "imbattibile sulle omotransfobie", scrivendo: "Molti utenti della rete parlano di battutaccia, o che forse gli sarà scappata lì per lì, diciamo uno scivolone. Niente di più fuorviante. Il testo è stato preparato con cura, Favino lo ha seguito con attenzione, con il copione tra le mani. Un'operazione voluta, pensata e propinata al pubblico. Quindi, oltre la responsabilità morale e materiale del bonone romano, che c'ha messo del suo per sottolineare il disprezzo nei confronti di una manifestazione internazionale cui partecipa di diritto il vincitore di Sanremo, bisogna chieder conto a Claudio Baglioni, che del concorso canoro e il "dittatore artistico", come ama incensarsi da giorni".

DUE VOLTE VITTIMA
Il bravo attore e conduttore romano è vittima due volte. La prima, in quanto "aggredito dalla realtà", che in uno spontaneo e naturale sussulto di buon senso, di fronte ad una improbabile donna barbuta canterina, gli ha fatto "scappare", suo malgrado, una "impronunciabile" battuta politicamente scorretta; la seconda, è vittima dell'odierno "gender diktat" che, implacabile, senza guardare in faccia nessuno, azzanna le sue più o meno ingenue prede.   
Che succederà ora? Come uscirà dallo spiacevole impasse Favino? Il copione, in questi casi, prevede le immediate scuse pubbliche del reo, accompagnate da dichiarazioni di pieno supporto e solidarietà alla causa LGBT+; solo così l'attore romano potrà scrollarsi di dosso l'accusa di far parte di una certa "pseudo-sinistra intellettuale omotransfobica" e provare a ricucire il rapporto, ad oggi, compromesso con la comunità omosessuale.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).

BERLUSCONI: VIA LE UNIONI CIVILI. IN FORZA ITALIA SI TENTA DI SPEGNERE L'INCENDIO
Silvio Berlusconi interviene a Radio Lombardia e in merito alla legge sulle unioni civili dichiara che "è sbagliata" e abolirla "non significherebbe tornare alla situazione precedente".  Poi aggiunge: "Massimo rispetto per i diritti di tutti, la famiglia è una cosa diversa: è l'unione tra un uomo e una donna orientata a fare figli e deve essere tutelata dallo Stato".
Subito sono partite le dichiarazioni dei suoi compagni di partito per buttare acqua sul fuoco. Stefania Prestigiacomo, che ha votato quella norma, afferma: "Indietro non si torna. Le unioni civili sono legge dello Stato, inutile strumentalizzare un tema come questo in campagna elettorale". Le fa eco Mara Carfagna: "È la legge del Pd che non va non le unioni civili. Lui stesso spiegherà che noi non mettiamo e non metteremo mai in discussione i diritti acquisiti. Quello che il presidente intendeva dire e che se fosse stato lui al governo avrebbe varato una legge diversa". Ed infine Nunzia De Girolamo: "Tutte le leggi sono migliorabili. Ovviamente quando andremo al governo assieme a Berlusconi capiremo quali sono le priorità".
Ovviamente l'uscita di Berlusconi è dettata unicamente da una strategia politica, ossia tentare di prendere qualche voto dai cattolici. Scontato poi il fatto che se andrà al governo la legge sulle unioni civili non verrà di certo toccata.
(Gender Watch News, 15 febbraio 2018)

SALVINI: SÌ ALL'AMORE GAY, NO ALLE ADOZIONI
Matteo Salvini è ospite della radio Rtl 102.5. Il conduttore Pierluigi Diaco lo informa che da poco si è unito civilmente con il suo compagno. Salvini gli fa i complimenti e poi aggiunge: "Io penso che come lo Stato non entra in negozio con lo studio di settore, ognuno è libero di amare chi vuole nel rispetto del prossimo. Sono però contrario alle adozioni per le coppie omosessuali. Le discriminazioni sono una roba folle. Metto alcuni limiti che riguardano i bambini: sono e sarò contrario finché campo alle adozioni per le coppie omosessuali, perché il bambino non ha diritto di parola, viene al mondo se ci sono una mamma e un papà o viene adottato se ci sono una mamma e un papà. Ma le discriminazioni sono una roba folle. Se vado dal medico non so se è etero o omosessuale o con chi vive. E non mi interessa. Mi interessa che sia un bravo medico e se viene discriminato perché è etero o gay è una follia. Ma chi non ha diritto di parola, cioè un bambino, ha diritto di crescere con una figura di riferimento paterna e una materna".
Insomma in vista del voto del 4 marzo Salvini dà prova di malcelato equilibrismo: sì alle Unioni civili, ma con dei paletti. Ad esempio no alle adozioni. Ma accettare le Unioni civili significa riconoscere che le persone omosessuali unite civilmente dovranno avere prima o poi gli stessi diritti dei coniugi e quindi anche il diritto di adozione.
(Gender Watch News, 1° febbraio 2018)

CARO MAURIZIO LUPI E COMPAGNI ''CATTOLICI'' NON SI PUÒ MAI VOTARE PER IL MALE MINORE
Per alcuni politici cattolici il male minore è una sorta di coperta di Linus, sotto cui rifugiarsi per sentirsi più protetti, per sentirsi nel giusto. Maurizio Lupi posta un commento su Facebook: «Sulle leggi che toccano le questioni cosiddette eticamente sensibili ci siamo chiesti se, visti i numeri in Parlamento (500 contro una quarantina di deputati) era meglio una pura testimonianza o il tentativo di modificare una legge limitandone i danni».
L'espressione "pura testimonianza" sta qui a significare: votare contro o astenersi. Lupi, a pochi giorni dal voto, deve trovare un alibi credibile per giustificare agli occhi dell'elettorato cattolico il comportamento in aula suo e dei suoi compagni di partito in merito alla discussione parlamentare relativa a tre leggi: unioni civili, legge sulle Dat e ius soli. Le prime due norme appaiono con piena evidenza, almeno al lettore abituale della Bussola, come leggi ingiuste. Sulla terza rimandiamo ad alcuni articoli pubblicati su queste colonne qualche tempo fa per illustrare i motivi per cui non si poteva votare a favore di tale legge.
Torniamo all'on. Lupi il quale giustifica il voto a favore delle unioni civili con la seguente argomentazione: «Sulle unioni civili abbiamo scelto la seconda strada [la limitazione dei danni] e alcune importanti modifiche (no all'equiparazione legale con il matrimonio, no alla stepchild adoption, no all'utero in affitto) sono state ottenute grazie al nostro lavoro e al compromesso raggiunto all'interno della maggioranza. Senza questo lavoro adozione e utero in affitto avrebbero avuto la strada spianata». Lupi e compagni avevano provato a percorrere la medesima strada anche per la legge sulle Dat ma senza successo: «Noi abbiamo provato sia in commissione sia in aula, fino all'ultimo, di far approvare emendamenti migliorativi, ci hanno sempre detto no a suon di voti. Chiedevamo sostanzialmente tre cose: no a idratazione e alimentazione considerate cure mediche, no al ruolo del medico ridotto a mero esecutore delle volontà del paziente, possibilità di obiezione di coscienza per le strutture cattoliche. Chiedevamo inoltre che le DAT avessero una scadenza, che andassero riviste dopo un certo numero di anni in modo che la persona potesse cambiarle (o confermarle) di fronte ad esempio ai progressi della medicina. Picche su tutta la linea. [...] Abbiamo votato contro».
Procediamo per gradi nel giudizio di carattere morale in merito alle scelte compiute da Lupi e colleghi. Unioni civili e biotestamento sono due leggi ingiuste. Lecito limitarne gli effetti negativi se è impossibile bloccarne il varo? Certo. Bene quindi proporre e votare emendamenti limitativi del male contenuto nella legge: divieto di equiparare le unioni civili al matrimonio, divieto della stepchild adption, divieto dell'utero in affitto, divieto di considerare nutrizione e idratazione terapie, divieto di considerare il medico un mero fornitore di servizi clinici, possibilità di obiettare relativamente alle pratiche eutanasiche.
In merito alle Dat occorre però fare una riflessione in più. Le Dat non sono uno strumento intrinsecamente malvagio per il semplice motivo che nessuna cosa è in sé male (nemmeno una mina antiuomo). Dipende da quali sono le volontà espresse nelle Dat e dalle circostanze. Nella situazione attuale questo strumento facilita le pratiche eutanasiche e quindi un voto a favore delle Dat, seppur migliorate con la previsione della data di scadenza, è un voto che, nel contesto presente, potrebbe favorire la diffusione della pratica eutanasica. In breve, come avevamo argomentato tempo fa, è preferibile non avvalersi di questo strumento e dunque era preferibile non votare le Dat seppur perfezionate.
Torniamo agli emendamenti migliorativi di una legge ingiusta: lecito votare per limitare il male inserendo nel testo di legge divieti di compiere il male o facoltà nell'astenersi dal compiere il male (es. obiezione di coscienza), illecito dare il proprio voto finale ad una legge che contenga al suo interno articoli buoni come quelli che abbiamo appena visto (divieti e obiezione di coscienza) ed articoli malvagi: legittimare le unioni civili e legittimare l'eutanasia. Questo perché il voto finale è un'approvazione di tutti gli articoli contenuti nella legge. E' come porre una firma a pié di pagina di un contratto: chi firma approva tutte le clausole contenute in essa. E dunque il parlamentare può e spesso deve votare a favore di emendamenti che ad esempio vietano condotte malvagie, ma se poi questi emendamenti diventano articoli di una legge la cui ratio è malvagia, al momento dell'approvazione finale in aula deve votare contro o, a seconda dei casi, astenersi.
Infatti mai si può legittimare una condotta malvagia perché legittimare vuol dire assegnare valore giuridico a condotte che non hanno valore morale, e dunque mai si può votare a favore di una legge ingiusta. Perché votare a favore significa approvare il contenuto di tutte le volontà espresse in una legge, sia quelle lecite che quelle illecite. Tale voto sarebbe un'azione intrinsecamente malvagia che mai potrebbe essere compiuta né per un fine buono - stemperare la malvagità di una legge - né in stato di necessità - impossibile evitare che la legge ingiusta venga varata -. Dunque il voto a favore delle unioni civili prestato da Lupi non è eticamente accettabile. In merito alla legge sulle Dat, Lupi ha votato contro non perché la legge fosse ingiusta, ma solo perché nel testo di legge non erano presenti quelle migliorie che il parlamentare voleva inserire.
Il coordinatore di Noi con l'Italia poi per giustificare il proprio voto chiama in causa il n. 73 dell'Evangelium vitae che così recita: «Un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all'aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica». Nel n. 73 il Pontefice sottintende, perché portato implicito della riflessione dottrinale in materia di morale, che il "limitare i danni" non può esso stesso configurare un'azione malvagia. Se ad esempio Tizio tiene sequestrate tre persone e chiede a Caio di ucciderne una quarta in cambio della salvezza delle tre, Caio, al fine di limitare i danni, non può dal punto di vista morale uccidere questa quarta persona. Parimenti per impedire il varo di una legge ingiusta (per limitare i danni) non è lecito votare a favore di una legge meno ingiusta, perché pur sempre iniqua.
Il male minore non può essere compiuto per il semplice motivo che comunque è un male. Così Humanae vitae: «Se è lecito, talvolta, tollerare un minor male morale al fine di evitare un male maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene, cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell'intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali» (14).
In merito poi alla corretta esegesi del n. 73 rammentiamo un passo del n. 71 della stessa enciclica che funge da criterio ermeneutico per il successivo n. 73 e che concerne il diritto alla vita ma che ovviamente interessa tutte le condotte contrarie alla dignità umana: «Essa [la pubblica autorità N.d.A.] non può mai accettare [...] di legittimare, come diritto dei singoli [...] l'offesa inferta ad altre persone attraverso il misconoscimento di un loro diritto così fondamentale come quello alla vita». Il testo dunque esclude scriminanti, come ad esempio legittimare condotte meno malvagie di altre e dunque votare a favore di una legge ingiusta per impedire il varo di un'altra legge più ingiusta. Eccezioni al voto a favore di una norma iniqua sono escluse anche dal seguente periodo contenuto sempre nel n. 73: «L'aborto e l'eutanasia sono dunque crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare». Se è vietato legittimare il male è vietato altresì votare a favore di una norma che ha legittimato il male. Ed infatti nel n. 90 si afferma esplicitamente in merito alle leggi che attentano alla vita delle persone: «Rinnovo con forza il mio appello a tutti i politici perché non promulghino leggi che, misconoscendo la dignità della persona, minano alla radice la stessa convivenza civile».
Ancor più esplicito in merito al divieto di votare una legge ingiusta, che rimane ingiusta anche se meno peggiore della bozza di partenza, è il seguente passaggio di un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, siglato dallo stesso Giovanni Paolo II, dal titolo Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, laddove esplicitamente richiama il n. 73 e ne articola la seguente esegesi: «Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale» (10). Nello stesso n. 73 troviamo inoltre richiamato il seguente principio dottrinale presente nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede dal titolo Dichiarazione sull'aborto procurato: «Nel caso quindi di una legge intrinsecamente ingiusta, come è quella che ammette l'aborto o l'eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, 'né partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta, né dare ad essa il suffragio del proprio voto'».
Per soprammercato citiamo ancora la Congregazione per la Dottrina della Fede e il suo documento Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica laddove la stessa citò la terza sezione del n. 73, sezione evocata da Lupi, facendo però seguire subito dopo questa precisazione ermeneutica: «In questo contesto [quello evocato dal n. 73, terza sezione N.d.A.], è necessario aggiungere che la coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l'attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti».
La rassegna di queste citazioni ermeneutiche del n. 73 ci porta così a concludere: limitare i danni è lecito, ma a patto che la limitazione del danno non si identifichi nel voto ad una legge ingiusta, anche nel caso in cui quest'ultima risulti meno peggiore rispetto alla bozza originale. Ancor più in sintesi, mai votare per il male minore.
(Tommaso Scandroglio, La Nuova Bussola Quotidiana, 19 febbraio 2018)

Fonte: Osservatorio Gender, 9 febbraio 2018

4 - LA QUARESIMA E' IL TEMPO FAVOREVOLE
La quaresima è un'occasione che si ripete annualmente per ri-calibrare la vita spirituale dei singoli e delle comunità, seguendo le regole della Chiesa
Fonte La Nuova Bussola Quotidiana, 14/02/2018

La quaresima è il tempo favorevole che la Chiesa ci offre ogni anno liturgico. E' anzitutto una preparazione approfondita alle solennità pasquali, perno di tutta la vita liturgica della Chiesa. L'importanza assoluta che il Triduo Pasquale ha per la vita di ciascun battezzato, impone una preparazione adeguata per poter partecipare spiritualmente attrezzati a questi misteri.
Fin dall'epoca più antica della storia ecclesiastica e liturgica, la quaresima è il tempo sufficiente (a cui si lega anche la simbologia semitica del numero "quaranta"), un'occasione che si ripete annualmente per ri-calibrare la vita spirituale dei singoli e delle comunità, sull'esempio di Gesù che ha trascorso quaranta giorni di digiuno nel deserto, accompagnato dal demonio tentatore.

TEMPO DI DIGIUNO
La quaresima è anche tempo di digiuno: secondo le norme attuali, è previsto nei giorni del mercoledì delle ceneri e del venerdì santo. Consiste nel saltare un pasto principale e nella sobrietà di quello restante. Sono obbligati al digiuno i battezzati dai 18 ai 60 anni. L'astinenza delle carni è invece obbligatoria nei venerdì di quaresima e facoltativa nei restanti venerdì dell'anno: è obbligatoria per i battezzati dai 14 ai 60 anni. Sono segni esteriori che indicano la volontà di un cammino di perfezione: essi costituiscono un punto di partenza, un esercizio di mortificazione per mettere alla prova la nostra capacità di governare le nostre passioni, finalizzandole all'amore di Dio e del prossimo.
A ciò si lega anche il precetto dell'elemosina, soprattutto legato a questo tempo liturgico: la carità, infatti, «copre una moltitudine di peccati» (1Pietro 4,8). La penitenza quaresimale è sia personale che comunitaria: i credenti in Cristo offrono le piccole opere di mortificazione e santificazione in unione al sacrificio di Cristo per la redenzione e la santificazione di tutto il mondo.

LITURGIA
Un altro tema importante che si intreccia nella fitta trama quaresimale è quello del Battesimo: la Chiesa antica infatti sfruttava questi quaranta giorni per la preparazione immediata dei catecumeni al battesimo che avrebbero ricevuto alla solenne veglia pasquale. I vangeli domenicali possono essere letti anche in chiave battesimale, così come numerosi padri della Chiesa hanno avuto modo di fare. Chi ha già ricevuto il S. Battesimo può comunque sfruttare questa preparazione per la riscoperta di questo grande sacramento, in vista del rinnovo delle promesse battesimali che la Chiesa ci fa ripetere nella veglia pasquale.
Liturgicamente la quaresima si caratterizza per una notevole sobrietà: è tolto il canto dell'Alleluja, è proibito ornare di fiori l'altare e suonare l'organo all'infuori dell'accompagnamento dei canti, il colore dei paramenti è il viola. Il suo inizio è il mercoledì detto "delle ceneri" per la benedizione e l'imposizione sul capo dei fedeli della cenere, quale austero simbolo di penitenza, quasi una sorta di mandato per iniziare il cammino di conversione. Il materiale è abbondante, non resta che affrontare proficuamente questo tempo: «ecco questo il tempo favorevole / è questa l'ora della salvezza» (2Cor 6, 2).

DOSSIER "QUARESIMA"

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14/02/2018

5 - COSA STA DIETRO LA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA DI MACERATA
Si vuole ''nobilitare'' la sinistra in quanto antifascista, ma intanto si sono fatti cori vergognosi contro i morti nelle foibe (''Come belle son le foibe / da Trieste in giù'')
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Vita Nuova Trieste, 20 febbraio 2018

A seguito dei tristi fatti di Macerata una nuova scossa di "antifascismo" ha attraversato l'Italia. Alla manifestazione antifascista di Macerata i centri sociali hanno picchiato a sangue un poliziotto. Si sono anche levati inni offensivi per i martiri delle foibe e inneggianti a Tito ("Maresciallo siamo con te, meno male che Tito c'è"). A Livorno Giorgia Meloni è stata aggredita in quanto "fascista". Anche Mario Adinolfi del Popolo della Famiglia è stato accusato di essere fascista e apertamente minacciato. Il Presidente Mattarella ha subito ricordato agli italiani l'esistenza del "nemico" sostenendo che il fascismo non ha fatto mai niente di buono.
La figlia di Gino Strada ha invitato le donne italiane a non "darla" ai fascisti per impedire che si riproducano. Un collettivo di donne ha esposto un cartello invitando gli immigrati a "non lasciarci soli in mano ai fascisti". L'antifascismo viene fatto coincidere con l'antirazzismo. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha chiesto lo scioglimento delle formazioni neofasciste. Il sindaco di Milano Sala e quello di Napoli Demagistris si sono detti d'accordo. Insomma siamo in presenza di una nuova ossessione antifascista.

AUGUSTO DEL NOCE
Che il fascismo non rappresenti alcun pericolo reale nel nostro Paese è sotto gli occhi di tutti. Né si può dimenticare che gli assassini della povera Pamela non erano fascisti, né lo erano i violenti dei centri sociali che hanno manifestato a Macerata. Allora c'è da chiedersi perché questo rigurgito antifascista.
Augusto Del Noce aveva spiegato che c'è uno stretto legame tra antifascismo e legittimazione della sinistra comunista ed ex comunista. Il fatto che Renzi e Minniti si siano dissociati dalla manifestazione di Macerata è un segno in positiva controtendenza, ma nella sinistra italiana lo schema segnalato da Del Noce è ancora molto vivo. In questo momento sono soprattutto quelli di "Liberi e Uguali" a farsene carico, ma la mentalità è molto più diffusa dei confini di quel partito.
Il comunismo è un totalitarismo disumano. Ma se passa l'idea che il fascismo è il "male assoluto", allora il comunismo viene in qualche modo legittimato appunto perché antifascista.

DUE PESI E DUE MISURE
Nella storia italiana questi due pesi e due misure sono state una costante. Strade o piazze intitolate a Mussolini non ce ne sono, ma a Gramsci, Togliatti, Maotzetung, Che Guevara ce ne sono tante. In questo periodo preelettorale in Italia ci sono ancora partiti che espongono il simbolo della falce e del martello mentre non è possibile farlo con il fascio littorio. In confronto al cancro del comunismo, il fascismo italiano è stato un piccolo raffreddore. Però la sinistra lo ha trasformato nel "male assoluto", come appunto faceva notare Del Noce.
Siccome la democrazia italiana si dice essere nata dalla Resistenza, e siccome il Partito Comunista era dentro il Comitato di Liberazione Nazionale e perfino nei primi governi della Repubblica, ne risultava la legittimazione democratica del comunismo italiano e, dopo di allora, della ideologia di sinistra in genere. Questa visione è evidentemente ideologica. La storia dice altre cose. Però è una visione ideologica dalla lunga vita che nei momenti di "pericolo" per essa, la sinistra tira ancora fuori.

Nota di BastaBugie: Ruben Razzante nell'articolo sottostante dal titolo "A Macerata va in scena il fascismo degli antifascisti" spiega perché la manifestazione di Macerata è l'ennesima pagina buia della storia dell'antifascismo italiano che si nutre di odio invincibile verso gli avversari politici, considerati nemici da abbattere. Esattamente come succedeva nei regimi comunisti più sanguinosi ed efferati, che, al pari dei regimi fascisti, hanno seminato terrore e violenza.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 febbraio 2018:
Sabato si è avuta la rappresentazione plastica di come l'odio accecante di certa sinistra ideologica possa produrre danni enormi all'unità nazionale e calpestare la memoria storica di un Paese democratico. La stucchevole manifestazione antifascista organizzata a Macerata ha fomentato inutili tensioni proprio mentre altri nigeriani vengono incriminati per il barbaro assassinio di Pamela. Lo spettacolo indecoroso offerto dai manifestanti nella città marchigiana è degno di un Paese che rinnega la sua storia e pretende di imporre una chiave di lettura unilaterale di certe vicende passate che tante lacerazioni e fratture hanno prodotto nel corso dei decenni al tessuto sociale dell'Italia.
Bene hanno fatto i vertici del Pd e il Ministro dell'Interno, Marco Minniti a dissociarsi dai cortei e a non alimentare il fuoco di un antifascismo ormai fuori dalla storia e privo di qualsivoglia ancoraggio alla ragionevolezza. Solo le strumentalizzazioni elettorali hanno potuto scorgere segnali di razzismo e rigurgiti di fascismo nei fatti di Macerata, visto che l'episodio di Luca Traini, assolutamente isolato e privo di qualsiasi trama eversiva di gruppo, ha fatto passare in secondo piano l'efferato delitto di Pamela, povera ragazza fatta a pezzi e già dimenticata per poter rispolverare la retorica dell'antifascismo e imporre alla sensibilità collettiva il buonismo di chi vorrebbe accogliere senza controlli tutti gli immigrati.
Il calcolo elettorale ha sconsigliato a Matteo Renzi e ai massimi esponenti del governo Gentiloni di alimentare l'ennesima ondata di antifascismo, che avrebbe potuto rivelarsi un boomerang in vista del voto. Infatti, sondaggi attendibilissimi documentano una crescente insofferenza degli italiani verso un'immigrazione di massa e fuori controllo. Episodi come quello di Traini, lungi dal risvegliare il timore di ritorni improbabili al razzismo e al fascismo, alimentano nell'opinione pubblica la percezione di insicurezza per la vita di ciascuno di noi e il desiderio crescente di un equilibrato governo dei flussi migratori che scongiuri il rischio di esasperazioni e scontri sociali.
Sia il segretario dem che il titolare del Viminale hanno valutato suicida un loro eventuale appiattimento sulle posizioni grettamente antifasciste dei manifestanti e hanno preferito dissociarsi dai cortei, coltivando una linea mediana tra chi ha manifestato e chi ha criticato i manifestanti. Un equilibrismo che probabilmente non pagherà elettoralmente, perché chi era in piazza certamente non voterà Pd e chi ha criticato la piazza, evidenziando i silenzi colpevoli sulle tragiche sorti di Pamela, certamente non voterà Pd.
L'Italia ha bisogno di riforme urgenti per superare l'elefantiasi burocratica, l'ipertrofia legislativa, il ritardo culturale e infrastrutturale in molti campi, in primis quello tecnologico e della banda larga, la mancanza di classa dirigente, l'opacità degli interessi dominanti, un debito pubblico gigantesco, una corruzione tra i funzionari pubblici che raggiunge livelli di guardia. Tutto questo non sembra importare a chi ancora agita pateticamente lo spettro di un ritorno al fascismo, ideologia sconfitta per sempre oltre settant'anni fa, e si mostra imprigionato nelle asfittiche gabbie di un credo di sinistra sconfessato dalla storia e che tanti danni ha prodotto a intere popolazioni in molte parti del mondo.
Per di più, cosa scarsamente sottolineata o addirittura ignorata da molte voci autorevoli del mondo mediatico, durante i cortei di Macerata c'è stato chi ha insultato le vittime delle foibe. Un atteggiamento inqualificabile che, se avesse riguardato le vittime dell'olocausto, avrebbe certamente scatenato le reazioni indignate di tutta l'intellighenzia più in vista, e che invece è quasi passato sotto silenzio.
I cori vergognosi contro i morti nelle foibe ("Come belle son le foibe / da Trieste in giù", "Le sedi fasciste si chiudono col fuoco, con i fascisti dentro, se no è troppo poco"), pur provenendo dai centri sociali e da frange estreme della sinistra più becera, dovrebbero suscitare lo sdegno bipartisan, non solo quello, interessato e demagogico, delle forze di centrodestra. Le vittime dell'odio comunista nella Jugoslavia di Tito non dovrebbero avere colore politico, così come quelle dell'olocausto, e non dovrebbero dividere, a distanza di oltre 70 anni, la comunità italiana.
La manifestazione di Macerata è l'ennesima pagina buia della storia dell'antifascismo italiano, che si nutre di odio invincibile verso gli avversari politici, considerati nemici da abbattere. Esattamente come succedeva nei regimi comunisti più sanguinosi ed efferati, che, al pari dei regimi fascisti, hanno seminato terrore e violenza.

Fonte: Vita Nuova Trieste, 20 febbraio 2018

6 - I BAMBINI SI POSSONO VIVISEZIONARE, CONGELARE E UCCIDERE, MA LE ARAGOSTE NO!
I figli si possono uccidere prima della nascita per mancanza di nutrimento (RU 486) o anche smembrati pezzo a pezzo (aborto chirurgico), ma le aragoste (poverine!) non si possono bollire e se vengono commerciate, devono viaggiare in acqua salata, a pena di multa (anch'essa salata!)
Fonte Notizie Provita, gennaio 2018

I bambini si possono uccidere prima della nascita con l'aborto. Spesso in modo crudele, smembrati pezzo a pezzo. Con l'aborto in pillole (RU 486) i bambini muoiono per mancanza di nutrimento nel seno materno. I bambini allo stato embrionale si possono montare e smontare, congelare scongelare, e vivisezionare...ma le aragoste, no: non si possono bollire. E se vengono commerciate, devono viaggiare in acqua salata – a pena di multa, anch'essa salata.
Lo racconta Wesley J. Smith, sul suo blog Human Exeptionalism. Accade in Svizzera, che ha seguito la Nuova Zelanda e alcuni altri Paesi nel mettere fuori legge le aragoste in bellavista. Il motivo? Le povere aragoste possono provare dolore, quando vengono gettate vive nell'acqua bollente (anche se i bravi crostacei non hanno un cervello che gli consenta di elaborare gli stimoli).
La Svizzera tempo fa ha modificato la propria costituzione per riconoscere la dignità individuale delle piante. Non degli ecosistemi. Dignità individuale delle piante. Un comitato di bioetica, incaricato di spiegare le ragioni della cosa, ha dichiarato che poiché le piante condividono con noi umani dei tratti biochimici a livello cellulare, è immorale "decapitare" un fiore di campo.
Un cantone della Svizzera ha istituito un avvocato per rappresentare gli animali in giudizio. Uno di questi avvocati ha citato in giudizio un pescatore per conto di un suo cliente che è diventato cena, perché l'uomo aveva impiegato troppo tempo a pescare il pesce.
Il Paese elvetico ha anche dichiarato illegale scaricare un pesce rosso vivo nel WC.
Questa grande sensibilità per il dolore degli esseri viventi è ammirevole.
Il punto è che però questa grande preoccupazione non esiste quando si tratta di proteggere la vita degli esseri umani: dei bambini che i medici chiamano feti - che possono essere abortiti; dei bambini che i biologi chiamano embrioni - che possono essere manipolati e selezionati e scartati ecc; delle persone, malate, disabili o anziane o stanche che possono "farsi suicidare" (basta che paghino, senza troppe domande): la Corte suprema svizzera ha dichiarato che il suicidio assistito per i malati di mente (sono emblematici, eh, per "l'autodeterminazione" i malati di mente...) è un diritto costituzionale.
Certo che le aragoste, quando le butti in pentola, fanno davvero pena.

Fonte: Notizie Provita, gennaio 2018

7 - CARCERI FRANCESI OSTAGGIO DELL'ISLAM
Ma anche in Italia, ad es. un arrestato per attentati incendiari ad Agrigento e nella metro di Milano, si è convertito all'islam nella prigione di Trapani ed ora è riconosciuto come imam dai detenuti accusati di terrorismo internazionale
Autore: Lupo Glori - Fonte: Corrispondenza Romana, 14/02/2018

In Francia la polizia penitenziaria è in sciopero per i continui e sempre più frequenti attacchi ai quali sono sottoposti i secondini per mano di detenuti islamisti. Come riporta infatti la giornalista Yves Mamou sul sito del Gatestone Institute: «In meno di dieci giorni, un certo numero di secondini che prestano servizio in varie carceri del paese è stato aggredito e ferito, soprattutto da islamisti reclusi per reati di terrorismo o da piccoli criminali che hanno intrapreso la strada della radicalizzazione. In risposta, gli agenti hanno bloccato l'ordinario funzionamento della maggior parte delle prigioni».
Una vera e propria escalation di violenze nei confronti del personale penitenziario, iniziata l'11 gennaio 2018 con l'episodio che ha visto «tre agenti di custodia del carcere di Vendin-le-Vieil, nel nord della Francia» riportare lievi ferite, «in seguito a un'aggressione all'arma bianca da parte di Christian Ganczarski, un tedesco convertito all'Islam che si è unito ad al-Qaeda e mente organizzatrice dell'attacco a una sinagoga di Djerba, in Tunisia, nel 2002».
Le aggressioni sono poi proseguite il 15 gennaio 2018, quando sette agenti penitenziari sono stati vittime delle violenze di un detenuto "radicalizzato" nella prigione di Mont-de-Marsan, nel sud della Francia. Il 16 gennaio, continua Mamou, «un agente di custodia della prigione di Grenoble-Varces ha rischiato di perdere un occhio nel corso di un'aggressione. Prima di entrare in una cella l'uomo ha effettuato un controllo attraverso l'apposito spioncino, ma all'improvviso un detenuto ha cercato di conficcargli una matita nell'occhio. Fortunatamente, il secondino non è rimasto ferito. Sempre il 16 gennaio, un detenuto di 28 anni rinchiuso nella prigione di Tarascon ha dato un pugno in faccia a un supervisore donna. Arrestato per rapina, l'uomo è sospettato di essere un islamista sottoposto a radicalizzazione».

SCIOPERO DI 27 PRIGIONI PER LA SPIRALE DI VIOLENZE
Aggressioni che si sono ripetute il 17 gennaio, presso il carcere di Grenoble-Varces, il 19 gennaio nella prigione di Borgo, in Corsica e il 21 gennaio nel penitenziario di Longuenesse e nel carcere di Fleury-Mérogis, situato all'interno di una banlieue parigina. Infine, il 22 gennaio, gli agenti del penitenziario di Craquelin, a Chateauroux hanno dovuto disarmare, non senza difficoltà, un detenuto che al grido di "Allah Akbar" minacciava i propri compagni di reclusione con un coltello. Tale spirale di violenze, come reso noto da un comunicato diramato il 22 gennaio dal Ministero di Giustizia, ha infine portato al blocco totale per sciopero di ben 27 prigioni transalpine.
Secondo i sindacati, la maggioranza dei 28 mila agenti in sciopero ha dichiarato che continuerà la mobilitazione fino a quando il governo non fornirà sufficienti risorse per garantire la loro sicurezza. "Bernard", una guardia carceraria che ha chiesto di rimanere anonimo, ha espresso così il clima di paura con il quale si trova, suo malgrado, a convivere: «Prima, ogni mattina avevo paura di trovare qualcuno appeso nella sua cella. Sapete di cosa ho paura oggi? Di essere ammazzato, spogliato, pugnalato alla schiena. In nome dell'Islam e dell'Isis. Tutti giorni, andando al lavoro, questa paura mi fa stare male».
Secondo Joaquim Pueyo, ex direttore del carcere di Fleury-Mérogis, oggi deputato, l'islam radicale, sempre più presente all'interno delle carceri francesi, ha determinato un mutamento decisivo all'interno delle strutture penitenziarie: «In passato, il comportamento aggressivo era legato alle difficoltà della vita quotidiana. Ora, l'odio e la violenza [da parte degli islamisti] si riversano contro la nostra autorità, la nostra società e i nostri valori. Non sorprende che gli agenti, trovandosi ad affrontare la radicalizzazione dei detenuti, diventino dei bersagli».

PROSELITISMO ISLAMICO ALL'INTERNO DELLE CARCERI
Il fenomeno della radicalizzazione e del proselitismo islamico all'interno delle carceri è da tempo sotto l'occhio vigile del personale carcerario e dell'intelligence internazionale, pronti a captare informazioni e stroncare sul nascere qualsiasi segnale di pericolo. A tale riguardo il magistrato Francesco Cascini ha condotto un interessante studio, intitolato La radicalizzazione del terrorismo islamico. Elementi per uno studio del fenomeno di proselitismo in carcere, che analizza da vicino il rapporto tra radicalizzazione islamica e istituti penitenziari.
Dalla ricerca, pubblicata sui Quaderni ISSP, [...] «emerge una situazione allarmante - descritta dall'Europool e da altri osservatori europei», in particolare nel Regno Unito, «dove la radicalizzazione avviene grazie all'influenza di altri detenuti o i colloqui con familiari e visitatori autorizzati per l'assistenza religiosa. Negli istituti di pena londinesi risulta che molti detenuti non musulmani siano stati costretti, con la violenza fisica, a convertirsi all'Islam, a non consumare carne di maiale e a seguire i dettami della sharia. E proprio in un carcere inglese Richard Reid, cittadino britannico, si convertì all'islam e iniziò la sua formazione terroristica che lo portò ad addestrarsi in Afghanistan e in Pakistan e, infine, nel dicembre 2001, a tentare di far esplodere un aereo in rotta verso Miami imbarcandosi con polvere e detonatore nascosti nelle scarpe».

RIFIUTO INTEGRALE DELL'OCCIDENTE
Lo studio riporta anche il caso italiano di Domenico Quaranta, convertitosi all'islam nel penitenziario di Trapani e successivamente «arrestato nel 2002 per il compimento di attentati incendiari ad Agrigento ed all'interno della metro di Milano, e poi riconosciuto imam dai detenuti accusati di terrorismo internazionale nel carcere dell'Ucciardone dove si trova tuttora». Sempre secondo Cascini, l'islamizzazione dei detenuti in senso jihadista passa prima attraverso la radicalizzazione, il rifiuto integrale dell'Occidente, e trova terreno fertile in individui fragili che «cercano nell'Islam una tregua da un passato inquieto e credono che alcune azioni, come ad esempio la partecipazione ad un attentato suicida, possano offrire un'opportunità per la propria salvezza e perdono».
La maggior parte dei reclusi che abbracciano l'Islam all'interno dei penitenziari, prima della loro conversione conoscono poco o per nient'affatto la religione islamica, e si convertono, dunque, per farsi accettare dalla comunità di individui che sono già musulmani e per acquisire/consolidare un'identità.
Dalle strade e dalle piazze delle nostre città fino alle celle delle nostre carceri, al grido di "Allah Akbar", l'islam conferma dunque il suo carattere intrinsecamente violento e il suo fermo rifiuto e odio dell'Occidente che loro chiamano, non a caso, la "Casa della Guerra" (Dar al-Harb).

Fonte: Corrispondenza Romana, 14/02/2018

8 - LEGGE SUI LAGER, TUTTO PUR DI ATTACCARE LA POLONIA
Eppure la legge difende solo la verità storica e il buon nome della nazione polacca (le polemiche sono infatti solo un pretesto per screditare un paese che continua a difendere orgogliosamente la sua identità)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05-02-2018

Piuttosto spesso, ultimamente, Polonia e Ungheria finiscono sul banco dei cattivi. Un motivo c'è sempre: un grande rosario lungo i confini del paese; una legge in difesa della vita nascente; una qualche obiezione ai diktat di Bruxelles o alle interferenze di George Soros... Sono tutte "colpe" che la grande stampa non dimentica, e che ultimamente vengono rilanciate anche da alcuni media cattolici ormai al traino di Repubblica.
L'ultima accusa alla Polonia è quasi grottesca. Proviene dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, il quale, parlando di una recente legge polacca, ha dichiarato: "Non tollereremo che la verità venga distorta e la storia riscritta o l'olocausto negato". Ma davvero la Polonia ha interesse a negare lo sterminio degli ebrei? Davvero i polacchi vogliono riscrivere la storia?
Non serve essere uno storico sopraffino per sapere che la Polonia è stata schiacciata sia dal tallone nazista che da quello comunista, e che, avendo perduto milioni di uomini proprio a causa di Adolf Hitler e della Germania, difficilmente può essere sospettata di simpatie filo-naziste. Tanto più che la Polonia di oggi non è certo in preda ai ripensamenti. Al contrario, come l'Ungheria, vuole affrontare il tempo presente senza smarrire le sue radici storiche, senza dimenticare i suoi eroi, che lottarono contro tedeschi e sovietici. Tanto più che il museo di Yad Vashem a Gerusalemme, dedicato al ricordo dell'Olocausto, ha identificato 6.700 polacchi distintisi come "giusti delle nazioni"!

MA COSA DICE LA LEGGE FINITA SUL BANCO DEGLI IMPUTATI?
Molto semplicemente punisce coloro che parlano e scrivono di "campi di morte polacchi", invece che di "campi di morte nazisti". Perché certamente i lager furono costruiti in abbondanza anche in Polonia, ma a farlo furono i tedeschi, e a morirvi furono, a milioni, i polacchi e gli ebrei.
In altre parole: è tale il disprezzo che i polacchi nutrono verso gli occupanti nazisti, che non tollerano di essere confusi con loro. Tutto il contrario, insomma, di quello che ha dichiarato il premier israeliano, e che sembrano suggerire i media ostili alla Polonia.
Però, afferma qualcuno, le leggi sulla storia è meglio non farle. Meglio che siano gli studiosi a fare chiarezza. Il che può anche darsi, ma verrebbe da aggiungere che se il discorso deve valere per la Polonia, perché non anche per altri paesi europei e non, come lo stesso Israele, dove leggi analoghe, volte a punire chi diffonde notizie ritenute false sull'Olocausto, esistono da tempo?

OSTACOLO ALLA RICERCA?
Epperò, continuano altri, questa nuova legge polacca può essere di ostacolo alla ricerca sui collaborazionisti polacchi.
Anche questa obiezione appare infondata. Anzitutto perché la presenza di collaborazionisti è, in tutti gli stati occupati, pressoché inevitabile, al punto che a collaborare con i nazisti vi furono persino, in certi casi, degli ebrei: vogliamo davvero credere che il Parlamento polacco lo ignori, o che la Polonia possa essere turbata da ricerche che dimostrassero che, accanto a milioni di polacchi che morirono e a milioni che si opposero al nazismo, vi fu qualcuno che, per i più svariati motivi, collaborò?
In secondo luogo perché la legge non impedisce in alcun modo la discussione pubblica riguardante l'Olocausto e non è altresì soggetta a pena la rivelazione di crimini commessi da persone concrete, indipendentemente dalla loro nazionalità.
La legge si propone soltanto di difendere la verità storica e il buon nome della nazione polacca. Può piacere o meno, ma in Europa ci sono popoli che hanno rispetto per la propria storia e le proprie radici e non vogliono vedersi addossare colpe inesistenti. "Lager polacchi" è una espressione intollerabile per chi ricorda ancora il nome e la storia di qualche parente o amico ucciso dai nazisti durante l'occupazione violenta della Polonia.
Ma forse la verità è molto più semplice: questa legge non indigna, in verità, nessuno, ma può comunque essere utile, strumentalmente, per una campagna di discredito verso un paese che, neppure oggi, si rassegna alla perdita della propria identità e libertà.

Nota di BastaBugie: la storia ha visto la spartizione della Polonia tra tedeschi nazisti e sovietici comunisti. Entrambi compirono stragi di innocenti. Questa vicenda della spartizione della cattolica Polonia è narrata magistralmente dal film Katyn. Assolutamente da non perdere.
Per informazioni clicca sul seguente link:
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=19

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05-02-2018

9 - OMELIA II DOM. DI QUARESIMA - ANNO B (Mc 9,2-10)
Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!
Fonte Il settimanale di Padre Pio

La seconda domenica di Quaresima ci propone la meditazione del mistero della Trasfigurazione. Gesù conduce alcuni Discepoli sul monte Tabor e, davanti a loro, rivela lo splendore della sua gloria divina. Gli Apostoli vivevano accanto a Gesù, ne ascoltavano la parola, vedevano i miracoli da Lui operati, ma rimanevano ancora deboli ed incerti. Dopo poco tempo, avrebbero dovuto affrontare un'esperienza molto difficile, quella del Calvario, e avevano bisogno di una prova evidente che Gesù era il Figlio di Dio.
E questo avvenne proprio con la Trasfigurazione. La Trasfigurazione di Gesù è stata una manifestazione della sua divinità e una anticipazione della gloria futura. Si udì una voce dal cielo, la voce del Padre che disse: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!» (Mc 9,7). Quell'indimenticabile esperienza fece pregustare agli Apostoli la beatitudine eterna, tanto che Pietro, a nome di tutti, disse: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia» (Mc 9,5). Non riuscivano più a staccarsi da quella visione e desideravano rimanere lì, su quel monte, per sempre. Ma ciò non era possibile. L'Evangelista dice chiaramente che Pietro «non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati» (Mc 9,6). Non si trattava di paura, ma del timore che prende la creatura di fronte alle manifestazioni divine. Quell'esperienza fu importante per fortificare gli Apostoli nell'imminenza della Passione di Gesù.
Il Signore opera con noi in modo simile. Per fortificare il nostro spirito, affinché sia in grado di affrontare le inevitabili prove della vita, Dio invita anche noi sul monte Tabor, il monte della preghiera. Ogni giorno dobbiamo salire questo monte per attingere luce e forza, per poi ridiscendere alle occupazioni di ogni giorno, familiari e lavorative. Senza questa salita al monte Tabor, la nostra vita diventerà molto più faticosa e noi non riusciremo a portare la croce quotidiana dietro al nostro Maestro Divino.
Gesù salì sul monte a pregare. Impariamo da questo quanto sia importante la preghiera. Non se ne può fare a meno. La preghiera è la cosa più necessaria, al punto che i monasteri possono essere considerati come le sorgenti nascoste che danno vita a tutta la Chiesa, mentre i contemplativi si possono definire come i più grandi benefattori dell'umanità.
Nella vita di san Francesco e di santa Chiara si legge un episodio molto bello, riguardante lo splendore delle anime pure che amano Dio con tutto il loro cuore, che già su questa terra sperimentano la trasfigurazione dell'Amore di Dio. Un giorno san Francesco, nei pressi della chiesetta di Santa Maria degli Angeli, parlò a santa Chiara, e ad altri figli spirituali, di Dio e delle realtà celesti. Parlò così devotamente che discese sopra di loro l'abbondanza della divina grazia e tutti furono rapiti in Dio. Gli abitanti di Assisi videro un chiarore e si precipitarono, pensando a un incendio. Quando giunsero, essi si accorsero che non c'era alcun incendio, ma che tutti erano immersi nella contemplazione (cf FF 1844). Gli abitanti di Assisi considerarono allora la presenza di quelle anime sante come una grazia molto grande concessa da Dio alla loro città e come la migliore garanzia di protezione divina.
Il Vangelo di oggi ci insegna inoltre che la Gloria passa per la Croce. Chi vuole entrarvi deve passare attraverso la Croce. Tutti vogliono andare in Paradiso, ma pochi sono quelli disposti a passare per il mistero della Passione.
Il mistero della Croce era già prefigurato nell'Antico Testamento, precisamente nella prima lettura che abbiamo ascoltato. Dio disse ad Abramo: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami [...] e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò» (Gen 22,2). Dal racconto biblico sappiamo che Abramo obbedì alla voce di Dio, che costruì l'altare, collocò la legna e che, con lo strazio nel cuore, stava per immolare il figlio Isacco. Ma l'angelo del Signore lo bloccò; e, al posto di Isacco, Abramo immolò un ariete.
Questo sacrificio preannunciava l'immolazione di Gesù sul Calvario. Egli, il Figlio unigenito del Padre, discendente da Abramo secondo la carne, venne realmente sacrificato sul legno della Croce. Ma da questa morte venne la salvezza per il mondo intero, secondo la promessa che Dio fece al santo Patriarca: «Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra» (Gen 22,18). Questo discendente è Gesù, il Figlio di Maria, il Redentore del mondo.
Il brano del Vangelo odierno si conclude con le parole del Padre Celeste che invita tutti ad ascoltare Gesù. È Lui il nostro Maestro, e noi tutti gli dobbiamo ubbidienza. Gesù ci parla nel suo Vangelo, e noi dobbiamo leggerlo e meditarlo; Gesù ci parla attraverso i suoi rappresentanti qui in terra: il Papa e i vescovi. Ascoltando loro, e in modo particolare il Sommo Pontefice, non potremo sbagliare e saremo certi di ascoltare Gesù.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.