BastaBugie n�565 del 27 giugno 2018

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1 SAVIANO, L'INTOCCABILE MESSIA DELLA SINISTRA, ATTACCA SALVINI DANDOGLI DEL MALAVITOSO
Lo scrittore parla come un oracolo su tutto: anche a favore di tratta dei clandestini e di utero in affitto, che sono reato (VIDEO: Luca Donadel sbugiarda Saviano)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 COSA FARE QUANDO I GENITORI NON VOGLIONO CHE LA LORO FIGLIA DIVENTI SUORA
Ho detto sì al Signore che mi chiama ad essere sua sposa, ma ho incontrato le resistenze e le lacrime dei miei cari (VIDEO: intervista a una monaca di clausura)
Fonte: Suore di clausura
3 ALFIE: 160 MILA STERLINE (€ 180.000) PER UCCIDERLO
E in Italia, dopo l'approvazione della legge sull'eutanasia, le conseguenze saranno devastanti (VIDEO: La storia di Sara)
Fonte: Notizie Provita
4 PREGI E DIFETTI DELLA PROPOSTA DEL PREMIER CONTE PER FERMARE I FLUSSI MIGRATORI ILLEGALI
Al vertice dell'Unione Europea, in 10 punti, il presidente del consiglio italiano ha presentato alcune soluzioni buone e altre meno buone (o che sono già fallite)
Autore: Gianandrea Gaiani - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 LA CANNABIS LIGHT E' UNA DROGA E FA MALE: SECONDO IL CSS VANNO CHIUSI I CANAPA SHOP
Il Consiglio Superiore di Sanità smaschera le bugie sulla canna libera e sicura, ma il ministro della Salute Giulia Grillo vuole andare avanti con la liberalizzazione
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi
6 DIECI FAKE NEWS SULLA RUSSIA
Un'impalcatura di disinformazione ben orchestrata da parte di Europa e America: Putin dittatore, i gay oppressi, la Crimea invasa, il caso Skripal, ecc.
Fonte: Libertà e Persona
7 STILE DI VITA GAY: CONCHITA RIVELA DI AVERE L'AIDS
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): scena lesbo su una fiction di Rai Uno, la PlayStation diventa gay, parroco rifiuta la comunione a ''spose'' lesbiche
Fonte: Notizie Provita
8 HUMANAE VITAE E DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Nel 50° anniversario dell'enciclica di Paolo VI, vediamo perché entrambe sono state violentemente contrastate
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân
9 OMELIA XIII DOM. TEMPO ORD. - ANNO B (Mc 5,21-43)
Non temere, soltanto abbi fede!
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - SAVIANO, L'INTOCCABILE MESSIA DELLA SINISTRA, ATTACCA SALVINI DANDOGLI DEL MALAVITOSO
Lo scrittore parla come un oracolo su tutto: anche a favore di tratta dei clandestini e di utero in affitto, che sono reato (VIDEO: Luca Donadel sbugiarda Saviano)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/06/2018

Non importa se ti chiami Roberto Saviano, se giri con la scorta, se distribuisci patenti di legalità a destra e manca. Non importa se sei un messia di carta, ma se accusi un qualunque essere umano, che si chiami Salvini o Pellegatti, di essere un malavitoso con l'aggravante di essere ministro, senza che questi sia non dico condannato in Cassazione, ma neanche rinviato a giudizio, né indagato e nemmeno sospettato, ecco: non importa, ma sei un barbaro.
Un barbaro che avvelena i pozzi con un fare da oracolo godendo dell'impunità che si conviene e si concede a chi ha una rubrica fissa su Repubblica. Roberto Saviano ha una questione personale con il ministro degli Interni, il quale non sarà certo un santo trappista, ma almeno non risulta che abbia nella fedina penale una condanna passata in giudicato per Mafia, Camorra o simili. Fatti loro, verrebbe da dire. Ma per nessun motivo si può accusarlo di essere un ministro della malavita. Almeno che i toni dello scontro politico non abbiano travalicato a tal punto la decenza da entrare appunto in quella che si chiama barbarie.
I fatti sono disdicevoli per entrambi: lui, il padre di Gomorra che da settimane accusa Salvini di essere cattivo e pericoloso per la faccenda dei migranti e l'altro che ribatte tweet su tweet. Poi gli rimoprovera i 50 milioni che la Lega ha rubato con il prode Belsito e il ministro allarga le braccia: "Roba vecchia, non c'entravo io". Scaramucce politico-mediatiche. Finché non gli scappa la tastiera e se ne esce con una castroneria: "Rivalutiamo la tua scorta", ed essendo Saviano sotto protezione da quando con Gomorra denunciò gli affari dei Casalesi nel Casertano, da anni non può muoversi senza che un agente della polizia o un carabiniere non lo accompagnino.

RIVALUTARE LA SCORTA
Apriti cielo. Rivalutare la scorta si può e uno Stato ha il dovere di farlo per verificare a che punto sono il rischio, la sicurezza e la protezione. E il servizio scorte del Ministero degli Interni lo fa periodicamente perché una scorta sono soldi pubblici. In pratica bisogna capire se il soggetto protetto è ancora a rischio agguato o no. Vale anche per Saviano che ormai non si occupa più solo di malavita ma anche di tanti altri temi da tuttologo. Dunque, concedere la scorta o no è una prerogativa degli uffici del Ministero che deve essere rispettata. Ovviamente annunciarlo via Tweet è un errore grossolano perché sa di minaccia e ritorsione. Sbagliato, dunque, lo stile utilizzato da Salvini, ma legittimo il fatto di interrogarsi sulla necessità oggi, a più di dieci anni dai fatti di Gomorra, di una scorta per Saviano.
Detto questo però è ancora più sconcertante la reazione dello scrittore che lo ha accusato di essere un ministro malavitoso perché durante la campagna elettorale al suo comizio hanno partecipato in prima fila alcune persone riconducibili al clan Pesce. Ovviamente la presenza a un comizio elettorale non dovrebbe essere automaticamente una patente che il politico è malavitoso, anche perché Saviano dovrebbe ben sapere che la 'Ndrangheta, Camorra e Mafia vanno ad ascoltare tutti e in tutti i partiti cercano di infiltrarsi. Di questo passo non c'è politico che non abbia avuto solo una stretta di mano, anche inavvertita con un malavitoso.
Alcuni anni fa l'ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio finì nella bufera perché, da candidato sindaco di Reggio Emilia, insieme ad altri candidati, andò a Cutro, città calabrese dalla quale proviene una nutritissima comunità di emigrati in Emilia. Quando scoppiò l'inchiesta Aemilia venne fuori la foto di Delrio alla festa del Santo Patrono e in tanti lo accusarono di essere andato a cercare voti in terra di mafia. Accuse politiche, si dirà, vere o false, la magistratura non lo ha mai stabilito e la cosa finì lì anche se ogni tanto si trascina. Avrà stretto mani 'ndranghetiste Delrio in quel frangente? Probabilmente sì, come fecero anche altri candidati. Ma che ne sapeva? Ma nessuno, e soprattutto nessun #RobertoSaviano pensò di accusare Delrio di essere un ministro malavitoso. Per ovvi e comprensibili motivi.

CERTIFICATI DI MAFIOSITÀ
Ora non si capisce sulla base di cosa invece Salvini sì, e non ci sia nessuno che faccia notare al Masaniello dalla penna blu che lo stile utilizzato sia proprio quello di chi punta a delegittimare, umiliandolo, quello stato di diritto che proprio lui dice di difendere con le sue battaglie e la sua purezza radical chic.
E' questa sicumera che fa sì che lo scontro politico debba alzarsi a tal punto di accusare di mafia una persona che oggi - e gli auguriamo anche in futuro - non lo è. Forse lo spiega l'onnipotenza di certi professionisti dell'Antimafia, categoria alla quale Saviano, piaccia o no, appartiene per curriculum. Una categoria che gli consente di distribuire certificati di mafiosità che neanche il casellario giudiziale. La barbarie è questa: il fatto che si possa infangare così beatamente una persona senza che su di lui non alberghi il benché minimo sospetto. Si chiami o no Salvini.
Di questo passo, gli oracoli di Saviano diventeranno sempre più onnipotenti: l'ha detto Saviano, non il giudice, ma Saviano. Sostiene Saviano. Doppia barbarie, che lo scrittore porta avanti con sapienza e sapendo di godere di un appoggio mediatico politico significativo. Nel frattempo però, lo scrittore si occupa anche di altro, perché la capacità vaticinatoria in termini di malavita lo mette, diciamo così, al di sopra di tutto e di tutti.
Ecco allora che lo scrittore campano pontifica con grande abilità di nuovi diritti con lo stesso stile con il quale tratta di mafia. Difende l'utero in affitto, che in Italia è ancora reato, promuove l'eutanasia attiva e passiva, che in Italia è ancora reato, fa campagne per la cannabis libera, che in Italia è ancora reato e sostiene la causa dell'immigrazionismo che si serve di clan mafio-criminali che trattano i clandestini da schiavi, anch'esso dunque un reato contro l'umanità. Saviano però questi crimini non li vede, vuole sdoganarli facendoli diventare diritti. Vede solo i reati - inesistenti però - dei suoi avversari politici. E se non è barbarie questa, allora che cos'è?

Nota di BastaBugie: riproponiamo la visione del video di Luca Donadel (durata: 7 minuti) che dice quello che Saviano non vi ha detto sull'Aquarius...


https://www.youtube.com/watch?v=KpOazjANMuQ

DOSSIER "ROBERTO SAVIANO"
L'intoccabile messia della sinistra

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/06/2018

2 - COSA FARE QUANDO I GENITORI NON VOGLIONO CHE LA LORO FIGLIA DIVENTI SUORA
Ho detto sì al Signore che mi chiama ad essere sua sposa, ma ho incontrato le resistenze e le lacrime dei miei cari (VIDEO: intervista a una monaca di clausura)
Fonte Suore di clausura, 30/09/2013

Tempo fa una lettrice mi confidò che molti amici e parenti non avevano accolto bene la sua decisione di abbracciare la vita religiosa.

Ciao D.,
ebbene Sì!!! E' scoccato l'innamoramento! La Madre Priora del monastero ha confermato i miei "sospetti" (scusa se uso questo termine, ma come ben sai ero un po' refrattaria all'idea di abbracciare la vita religiosa), e mi ha detto che ho una vocazione bella forte. Affidandomi alle sue parole (giacché lei non le dice a vuoto, ma è responsabile dinnanzi al Signore delle persone che incontra nel suo cammino), ho detto "sì" al Signore.
Avevo deciso anche la data d'ingresso, e le sorelle mi avevano avvisato che avrei dovuto far fronte ad una serie di "bombardamenti" una volta tornata nel mondo... Ebbene, una volta tornata a casa, mi sono dovuta scontrare con le resistenze e le lacrime dei miei cari e della mia amica del cuore. [...] So che finché sono nel mondo sarò in pericolo, e per questo nelle mie orazioni chiedo alla S. Vergine di conservarmi la grazia della vocazione. Ho capito che se voglio veramente spendermi per la Chiesa, la vita religiosa è l'unico modo per me. Spero di sentirti presto e di aver qualche buon consiglio da te su come vivere questi ultimi giorni che trascorrerò nel mondo. Ciao amico mio... avevi ragione tu: i compromessi con Gesù non servono... o tutto o niente!!!
A Gesù ho già detto il mio "sì"... spero di non dover far "attendere" lo Sposo Celeste per troppo tempo....
Ho molto timore di perdere la grazia della Vocazione. Ho compreso l'immensità di questo dono e non voglio sprecarlo, ma il mondo è una piovra che coi suoi tentacoli si insinua ovunque e tenta di tirarci giù... e io invece vorrei salire. Stammi vicino in questi giorni di "fuoco"... ho accennato questa cosa a tante persone, e i più non mi hanno capita. Spero di conservare questo immenso dono di Gesù, sono sicura che proprio tu (che sei stato lo "strumento" del Signore che mi ha indirizzata "a casa mia", cioè nel monastero in cui andrò) mi capirai e custodirai con me questo desiderio di unirmi quanto prima a Gesù. Ormai Gli ho fatto resistenza per troppo tempo. Sono in attesa di tue... Ti abbraccio in Cordibus Jesu et Mariae,
(lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
sono felice di sapere che la tua esperienza vocazionale sia stata positiva, e che hai deciso di entrare in monastero. Sapere che ti hanno preso è una notizia che mi fa gioire interiormente. Fin dalla prima lettera che mi hai scritto ho sperato che Gesù buono ti catturasse in qualche monastero fervoroso, e finalmente ti sei arresa al suo smisurato amore per te. Se tu avessi donato il tuo cuore a un povero uomo della terra, ti confesso che mi sarei un po' preoccupato, poiché so che molti mariti fanno soffrire le proprie mogli, soprattutto a causa di maltrattamenti e tradimenti. Fortunatamente tu non avrai mai questi problemi, perché Gesù buono, il tuo futuro Sposo, è incapace di fare del male, può fare solo del bene. Che grande grazia essere sposa di Cristo! In quel monastero fervoroso e osservante sarà facile per te salvarti l'anima e accumulare innumerevoli meriti spirituali, mentre vivendo nel mondo è più facile dannarsi, come spiega Sant'Alfonso Maria de Liguori nei suoi preziosissimi scritti spirituali ed ascetici.
Per quanto riguarda le critiche che stai ricevendo dalle persone di mondo, non mi stupisco affatto, è una cosa "normale". I mondani hanno una visione materiale della vita, non comprendono le cose spirituali. Per loro è assurdo andare a rinchiudersi in un monastero di clausura, non riescono a capire a cosa servano. In realtà le suore di clausura sono utilissime all'umanità, poiché con le loro preghiere e penitenze ottengono da Dio innumerevoli grazie materiali e spirituali per tanta gente. Ogni tanto capita di sentire che una persona improvvisamente si è convertita e ha cominciato a praticare le virtù cristiane. Ma come è potuta accadere una cosa del genere, se quella persona non pregava mai? Come ha fatto ad ottenere la grazia della conversione? Probabilmente ad ottenerla è stata qualche sconosciuta suora di clausura, che dal suo monastero innalza incessantemente fervide preghiere al Signore per tutta l'umanità. Ah, se ci fossero più monasteri di clausura, il mondo sarebbe certamente migliore! Sarebbe meraviglioso se potesse sorgere un monastero in ogni paese! Tra l'altro, come tu stessa hai potuto notare, le suore fervorose sono le donne più felici della terra.
Quella che stai patendo è una vera e propria prova d'amore nei confronti di Gesù. Purtroppo, ci sono state delle ragazze che hanno preferito rinunciare a divenire suore, pur di non rattristare parenti ed amici. Io comprendo che il distacco dalle persone che si amano può essere doloroso, ma per amore di Cristo bisogna essere disposti a sopportare qualsiasi sacrificio.
"Gaudere et exultare nos voluit in persecutione Dominus, quia tunc dantur coronae fidei, tunc probantur milites Dei", diceva l'eroico vescovo San Cipriano. È proprio così, il Signore vuole che nelle persecuzioni dobbiamo gioire ed esultare, perché è in esse che vengono messi alla prova i soldati di Dio e si riceve la corona della fede. Insomma, è nei momenti di difficoltà che si vede se una persona ama veramente Gesù. Coloro che lo amano poco, si arrendono, mentre coloro che lo amano assai continuano con ardore la battaglia. I martiri combatterono tenacemente e preferirono la morte anziché tradire il Redentore Divino. Perdere la vita terrena per salvare la vita eterna dell'anima. "Un'anima, un'eternità!", diceva Santa Teresa d'Avila alle sue seguaci.
Rimandare la partenza per il monastero non mi sembra una buona idea. Non rimpiangere di lasciare il mondo traditore, che promette di far felici i suoi seguaci, ma non mantiene la promessa. Con tutta sincerità puoi dire così: "Mondo, mondo, ti ho conosciuto, non fai più per me! Addio mondo traditore, non mi rivedrai mai più!"
Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Gesù e Maria.

Nota di BastaBugie: puoi vedere una stupenda intervista a una monaca di clausura, Suor Fulvia, nel seguente video (durata: 11 minuti). Da non perdere!


https://www.youtube.com/watch?v=l7bXaw19teI

Per approfondire si può leggere l'articolo che abbiamo recentemente proposto ai nostri lettori nel seguente link.

NEL MONASTERO SI REALIZZA LA PERFETTA SOCIETA' CRISTIANA
La clausura è la prova vivente che accettare senza riserve di vivere pienamente il Vangelo in questo mondo è possibile (e gioioso)
di Madre Ildegarde Cabitza
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5196

Fonte: Suore di clausura, 30/09/2013

3 - ALFIE: 160 MILA STERLINE (€ 180.000) PER UCCIDERLO
E in Italia, dopo l'approvazione della legge sull'eutanasia, le conseguenze saranno devastanti (VIDEO: La storia di Sara)
Fonte Notizie Provita, 21/06/2018

Sara Evans, la zia del piccolo Alfie, a un mese e mezzo dalla morte del piccolo, pubblica sul gruppo di Facebook "Alfies Army Official" il documento che riporta le spese legali, sostenute dall'Alder Hey Hospital, nella causa contro i genitori del piccolo, che volevano salvarlo. Sdegnata, così commenta: «Più di 145 mila sterline per uccidere mio nipote?! Non ho bisogno di dire altro. Avevamo un ospedale, avevamo i soldi per portarlo da qualche altra parte, avevamo un aereo pronto ed Alfie che combatteva ed hanno pagato tutti questi soldi per ucciderlo?».
Si tratta di 145.354,77 sterline, spiega Tempi, attinte dai fondi pubblici, che sono servite all'ospedale per portare avanti la sua battaglia contro la vita del piccolo, alle quali secondo l'altro fratello di Tom, Daniel, nello stesso gruppo, vanno aggiunti i costi per gli agenti di polizia di rinforzo fuori dall'Alder Hey.
Altre 13.652 sterline, quindi, per rendere l'Alder Hey Hospital un vero e proprio carcere dove trattenere il piccolo Alfie, prigioniero innocente.
«Continuamente scortati fino alla stanza di Alfie, la polizia era in ogni angolo, le borse perquisite e ci hanno fatto sentire a disagio mentre trascorrevamo del tempo con il nostro Alfie, poiché costantemente osservati, controllati e senza avere mai un po' di privacy. Un comportamento assolutamente disgustoso da uno dei "migliori ospedali" del Paese», scrive Daniel.
Queste parole gettano luce su un aspetto sconcertante della vicenda. Si parla tanto di "rispetto della libertà" e poi si allestisce una vera e propria prigione attorno a chi vuole esercitare la propria libertà nel mettere in salvo la vita di un innocente.
In una simile gestione della vicenda da parte dell'ospedale, risulta evidente la sua "ansia" di vedere morto quel bambino. Un "ansia" condivisa da tutti coloro che intendono togliere sempre più "paletti" all'eutanasia e, così, moltiplicare le sue condizioni di legalità al punto da imporla.

Nota di BastaBugie: dopo l'approvazione in Italia della legge sull'eutanasia non possiamo prenderci in giro circa la pericolosità di questa deriva di morte. L'eutanasia è sbagliata: con la vita delle persone non si gioca. Privare una persona di acqua e di cibo non è un atto di civiltà; pretendere che una persona esprima in anticipo le proprie volontà rispetto a una malattia e a una situazione che non conosce è pura follia, ulteriormente aggravata nel caso in cui a decidere siano chiamati parenti o un fiduciario; pretendere che i medici si trasformino in boia pronti a dare la morte è una violazione della professionalità medica, oltre che della libertà di esercitare obiezione di coscienza.
ProVita Onlus ha prodotto un video-testimonianza che vede per protagonista Sara Virgilio, biologa risvegliatasi dal coma e grande innamorata della vita.
Il suo video sta spopolando. La vita non è un bene disponibile. Se hai rischiato di perderla, capisci quanto vale e vuoi farlo sapere al mondo. Guarda e fai girare questo stupendo video (durata: 3 minuti):


https://www.youtube.com/watch?v=ZdeLlVJLUmc

DOSSIER "L'EUTANASIA DI ALFIE EVANS"
Cultura della vita contro cultura della morte

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Fonte: Notizie Provita, 21/06/2018

4 - PREGI E DIFETTI DELLA PROPOSTA DEL PREMIER CONTE PER FERMARE I FLUSSI MIGRATORI ILLEGALI
Al vertice dell'Unione Europea, in 10 punti, il presidente del consiglio italiano ha presentato alcune soluzioni buone e altre meno buone (o che sono già fallite)
Autore: Gianandrea Gaiani - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26/06/2018

I dieci punti della proposta italiana per affrontare su scala europea la crisi determinata dai flussi migratori illegali, presentata domenica al vertice Ue di Bruxelles dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, contiene elementi in parte già esplorati senza successo in ambito comunitario, in altri casi non risolutivi e in alcuni punti determinanti per imprimere una reale svolta all'emergenza.
Vediamoli uno ad uno.

1. INTENSIFICARE ACCORDI E INVESTIRE IN PROGETTI
Intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti e investire in progetti. Ad esempio la Libia e il Niger, col cui aiuto abbiamo ridotto dell'80% le partenze nel 2018.


Si tratta di una strada certo da percorrere ma nella consapevolezza che l'Africa non assomiglierà tra pochi anni alla Svizzera e che investire milioni o miliardi in quel continente non significa creare necessariamente sviluppo considerando i regimi e la corruzione endemica che caratterizzano quei Paesi. Semmai la leva degli aiuti finanziari andrebbe considerata come "bastone", non come "carota", per condizionare la concessione di aiuti allo stop ai flussi e ad accettare il rimpatrio dei propri connazionali giunti illegalmente in Italia e in Europa.

2. CENTRI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE NEI PAESI DI TRANSITO
Per valutare richieste di asilo e offrire assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo l'Ue deve lavorare con Unhcr e Oim. Perciò è urgente rifinanziare il Trust Fund Ue-Africa (che ha attualmente uno scoperto complessivo di 500milioni di euro) che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger.


I Paesi di transito dei migranti, e in particolare Libia, Tunisia e Algeria, hanno detto chiaramente di non voler accettare la presenza di hot spot o campi di accoglienza sui loro territori per non incentivare i traffici di esseri umani che arricchiscono una criminalità che costituisce un serio problema di sicurezza per quegli Stati che considerano tutti i migranti "illegali da espellere". Sarà quindi possibile incentivare solo il rimpatrio dei migranti da questi Paesi a cura delle agenzie dell'ONU come già accade in Libia.

3. RAFFORZARE LE FRONTIERE ESTERNE
L'Italia sta già sostenendo missioni Ue (Eunavfor Med Sophia e Joint Operation Themis) e supportando la Guardia Costiera Libica: occorre rafforzare queste iniziative.


Un'ottima idea, ma per fare cosa? Solo se queste forze coopereranno con la Guardia Costiera di Tripoli per riportare in Libia i migranti soccorsi in mare avrà un senso potenziarne le flotte che finora hanno solo contribuito a portare in Italia 750mila clandestini dal 2013.

4. SUPERARE DUBLINO
Nato per altri scopi, è ormai insufficiente. Solo il 7% dei migranti sono rifugiati. Senza intervenire adeguatamente rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo veramente efficace. Il Sistema Comune Europeo d'Asilo oggi è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l'Europa, poco importa a che prezzo.


Dublino è in realtà un falso problema poiché se anche tutti i Paesi Ue accettassero le quote di ripartizione esse riguarderebbero solo i migranti a cui l'Unione riconosce l'asilo. Cioè iracheni, siriani (ancora per poco, la guerra all'Isis sta terminando) ed eritrei, cioè nazionalità che rappresentano una porzione infinitesimale dei clandestini giunti in Italia per lo più dall'Africa Occidentale, dal Bangladesh e dal Pakistan. Occorre invece tornare alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 che consente a chi fugge da guerre e persecuzioni di chiedere asilo dai campi dell'Onu posti al di là dei confini delle zone di guerra, ma non consente di rivolgersi a criminali per attraversare illegalmente frontiere e raggiungere l'Europa.

5. SUPERARE IL CRITERIO PAESE DI PRIMO ARRIVO
Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Riaffermare responsabilità-solidarietà come binomio, non come dualismo. È in gioco Schengen.


Un principio che al lato pratico vale ben poco poiché, come ha ribadito il cancelliere Angela Merkel, non si può consentire al migrante illegale di scegliere lo Stato dove venire accolto perché da un lato tutti punterebbero ai Paesi del Nord Europa che offrono un welfare più ricco e dall'altro questa iniziativa alimenterebbe ulteriori flussi migratori illegali.

6. RESPONSABILITÀ COMUNE TRA STATI MEMBRI SUI NAUFRAGHI IN MARE
Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo. Superare il concetto di 'attraversamento illegale' per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste di asilo. L'obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti.


La misura, per essere efficace, dovrebbe prevedere che i migranti illegali soccorsi in mare da imbarcazioni civili o militari di ogni nazionalità debbano essere riportati negli Stati da cui sono salpati: Libia, Tunisia, in misura minore Marocco e Algeria. Solo i respingimenti assistiti e successivi rimpatri consentiranno di chiudere le rotte dell'immigrazione illegale.

7. CONTRASTARE LA TRATTA DI ESSERI UMANI
L'Unione europea deve contrastare, con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri, la 'tratta di esseri umani' e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni dei migranti.


Per raggiungere questo obiettivo occorre però rifarsi al modello australiano con campagne d'informazione nei Paesi di partenza tese a scoraggiare i flussi migratori illegali abbinate allo stop di ogni forma di accoglienza per chi giunge clandestinamente in Europa e al supporto alle forze locali per sbaragliare le gang di trafficanti.

8. NON POSSIAMO PORTARE TUTTI IN ITALIA O SPAGNA
Occorrono centri di accoglienza in più paesi europei per salvaguardare i diritti di chi arriva e evitare problemi di ordine pubblico e sovraffollamento.


Aumentare i centri d'accoglienza e distribuirli in tutta Europa è impossibile per l'opposizione di molti Stati membri Ue e costituirebbe comunque una forma di accoglienza che incentiverebbe nuovi flussi invece di scoraggiarli.

9. CONTRASTARE I MOVIMENTI SECONDARI
Attuando i principi precedenti, gli spostamenti intra-europei di rifugiati sarebbero meramente marginali. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra paesi maggiormente interessati.


L'accoglienza diversificata in Europa non impedirebbe a chi è stato destinato a Italia, Grecia, Spagna o Portogallo di cercare di raggiungere con ogni mezzo il Nord Europa in cerca di migliori prospettive e di un welfare più generoso.

10. OGNI STATO STABILISCE QUOTE DI INGRESSO DEI MIGRANTI ECONOMICI
È un principio che va rispettato, ma vanno previste adeguate contromisure finanziare rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati".


E dove la mettiamo la sovranità nazionale? Il diritto ad esempio dell'Ungheria e degli altri stati del Gruppo di Visegrad (tutti democratici e con governi votati dagli elettori) di non accogliere immigrati illegali e soprattutto islamici? Nessuno Stato Ue dovrebbe accogliere migranti economici giunti illegalmente mentre le quote d'ingresso vanno riservate a migranti legali (se necessari) selezionati in base al diritto di sceglierne la provenienza privilegiando persone di cultura, etnia e religione meglio integrabili nel tessuto nazionale invece di subire i diktat dei trafficanti o di Bruxelles.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Gianandrea Gaiani, nell'articolo seguente dal titolo "L'Ue non sa che fare con gli immigrati? Segua l'Australia" parla dell'Australia e della sua politica dei respingimenti.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 giugno 2018:
L'Europa cerca soluzioni e risposte alla crisi determinata dai flussi di migranti illegali e dalla svolta dell'Italia, non più disposta col governo Conte a continuare a essere con la Grecia il ricettacolo di tutta l'immigrazione clandestina diretta nella Ue.
Eppure un modello di riferimento e di provato successo esiste ed è solo da imitare, quello australiano che non ha mai incoraggiato l'immigrazione clandestina, valutandola come un fenomeno di criminalità da combattere. "Nonostante gli ampi spazi oceanici che la circondano, l'Australia ha dovuto far fronte negli anni scorsi a crescenti flussi di immigrati illegali e richiedenti asilo provenienti per lo più da sud-est asiatico, Iraq e Afghanistan" l'autore di questo articolo sottolineava con Giuseppe Valditara e Giancarlo Blangiardo nel libro "Immigrazione, la grande farsa umanitaria" (Aracne 2017). "Non si tratta di numeri paragonabili a quelli registrati in Italia, dove gli spazi marittimi da percorrere sono più ristretti, ma nel 2013 in Australia si registrò il record degli sbarchi illegali con 20 mila arrivi".
La risposta del governo del Partito Liberale guidato all'epoca da Tony Abbott fu il varo dell'Operazione Sovereign Borders con l'impiego della Guardia Costiera per respingere le imbarcazioni di immigrati illegali e riaccompagnarle nelle acque territoriali dei Paesi da dove erano salpati, generalmente Indonesia e Sri Lanka, con i quali Canberra ha stipulato accordi simili a quelli che l'Italia ha col governo libico di Fayez al-Sarraj. Non vi sono mai state vittime tra i migranti illegali. Le imbarcazioni in buono stato venivano trainate mentre i militari australiani fornivano cibo, acqua e assistenza sanitaria a chi ne avesse bisogno. In caso di imbarcazioni in pessime condizioni o qualora i migranti riuscissero a sfuggire ai controlli e a raggiungere la costa australiana, questi venivano trasferiti nei centri d'accoglienza in Papua Nuova Guinea e nell'isola-Stato di Nauru in cui potevano chiedere asilo, ma non all'Australia.
Canberra ha attuato un notevole sforzo anche in termini di comunicazione e deterrenza con la campagna "No way" tradotta in 17 lingue con manifesti e spot diffusi in molti Paesi asiatici in cui si scoraggiano i migranti a partire. L'immagine di una piccola barca in balìa dell'oceano, accompagnata dalla frase "Non c'è modo di stabilirsi in Australia arrivando illegalmente via mare", esortava a non fidarsi dei trafficanti. «Se viaggiate in mare verso l'Australia senza un visto, sappiate che non farete mai dell'Australia la vostra casa. Questo vale per tutti: famiglie, bambini non accompagnati, persone istruite e lavoratori specializzati. Non ci saranno eccezioni», affermava con tono sicuro il generale Angus Campbell, dal 2013 al 2015 comandante dell'operazione Sovereign Borders. "La politica australiana è quindi esattamente opposta a quella adottata in Europa e i risultati sono infatti molto diversi: nessun morto in mare negli oceani australiani contro le migliaia di vittime nel Mediterraneo; ripristino della legalità contro il trionfo del crimine organizzato; certezza che i clandestini non riceveranno il permesso di soggiorno in Australia contro la pretesa (soddisfatta per molti immigrati illegali) di scegliere il Paese europeo dove stabilirsi; l'efficace deterrenza australiana contrapposta al gonfiarsi dell'emergenza in Europa" si sottolineava nel libro citato.
L'operazione Sovereign Borders e la campagna mediatica "No Way" sono stati un successo: nel primo anno, tra il settembre 2013 e l'ottobre 2014, sono arrivate nelle acque australiane soltanto 23 imbarcazioni con 1.350 persone a bordo e solo una è riuscita a raggiungere la costa australiana senza essere intercettata. Nel maggio 2015 il premier Abbott sottolineò che «nel bloccare le imbarcazioni abbiamo anche salvato delle vite» aggiungendo che «l'operazione Sovereign Borders è una lezione che oggettivamente tutti gli Stati dovrebbero imparare ad applicare». Chiaro il riferimento all'Unione Europea la cui risposta venne affidata alla portavoce Natasha Bertaud che precisò: «La UE applica il principio di non-respingimento. Non abbiamo intenzione di cambiare questo principio, quindi il modello australiano non sarà mai un modello valido per noi».
Una risposta incauta non solo perché provocò un'impennata dei flussi migratori verso la Ue, sancendo la rinuncia dell'Europa a controllare i suoi confini, ma soprattutto perché (mai dire mai!) oggi che l'Unione è dilaniata dalla crisi dei migranti illegali in molti invocano respingimenti o blocchi navali che assomigliano molto alla ricetta australiana.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26/06/2018

5 - LA CANNABIS LIGHT E' UNA DROGA E FA MALE: SECONDO IL CSS VANNO CHIUSI I CANAPA SHOP
Il Consiglio Superiore di Sanità smaschera le bugie sulla canna libera e sicura, ma il ministro della Salute Giulia Grillo vuole andare avanti con la liberalizzazione
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi, 22 giugno 2018

Già l'operazione in sé strappa un sorriso. Chiedere al Consiglio superiore di Sanità (Css) se la droga fa male è come chiedere all'idraulico se l'acqua bagna. La risposta non è solo scontata, è superflua. Per quanto si sia voluto chiamare con un'operazione più ideologica che scientifica "light", leggera, la cannabis con basso contenuto del principio attivo Thc, la marijuana resta sempre tale: una droga. E il Css non poteva che darne conferma: è «pericolosa» e dunque «nell'interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione», bisogna prendere «misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti».

CONCLUSIONE UN PO' FORTE?
Davanti a questo verdetto ci si aspetterebbe dal ministro della Salute, la pentastellata Giulia Grillo, la chiusura dei "canapa shop" che sono spuntati come funghi in tutta Italia dopo l'entrata in vigore a inizio 2017 della legge 242/2016, che permette la vendita appunto di "cannabis light" e altri prodotti. E invece sulla Stampa di oggi si leggono queste parole del ministro: «Quella del Css è una conclusione un po' forte. Sinceramente il divieto di vendita sarà tutto da valutare. La quantità di sostanza attiva è molto bassa. Agli italiani che ieri hanno letto un po' di notizie allarmistiche dico comunque di stare tranquilli».
Dobbiamo stare tranquilli, ci rassicura il ministro, anche se i prodotti a base di "cannabis light" - che come dichiarato pure dal direttore scientifico dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, Silvio Garattini, «è droga a tutti gli effetti» - vengono venduti legalmente ai minori. «Questo sarà sicuramente un punto da regolamentare», ammette il ministro.

MARIJUANA ILLEGALE
Comunque bisogna stare tranquilli, continua Giulia Grillo con impeccabile aplomb, anche se tutti sanno (è il segreto di pulcinella) che in tanti "canapa shop" insieme alla "cannabis light" viene venduta anche la marijuana comunemente intesa. A minori e non. «Penso di potenziare il corpo specializzato dei Nas per creare una task force dedicata al controllo dei punti vendita», si affretta a precisare, ammettendo di essere a conoscenza della pratica illegale.
Ricapitolando: è scientificamente dimostrato che la "cannabis light" è una droga e fa male, viene venduta ai minori senza alcuna restrizione, esistente invece per alcol e tabacco, e nei negozi che sono aperti in tutto lo Stivale si smercia anche marijuana con alte dosi di principio attivo. Il ministro, colmo di premura, è perfettamente consapevole di tutto ciò e allo stesso tempo «tranquillizza gli italiani»: i negozi non saranno chiusi perché non è il caso di fare «allarmismo». Una logica impeccabile.

Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano, nell'articolo seguente dal titolo "Può far male: smascherate le bugie sulla cannabis light" mette in luce il problema dello stop del Consiglio Superiore di Sanità quando il governo precedente ha fatto già aprire a tempo di record i negozi spacciando per legale un uso ricreativo delle infiorescenze che nemmeno la legge consente.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 22 giugno 2018:
Cannabis light, lo stop arriva dal Consiglio Superiore della Sanità. Mentre antiproibizionisti e negozianti iniziavano già a fregarsi le mani per il nascente business del cosiddetto easy joint, venduta in appositi shop che stanno avendo un boom in tutt'Italia, dal Consiglio Superiore della Sanità arriva uno stop inatteso, ma che apre uno squarcio su quello che gli scienziati non hanno esitato a definire un vero e proprio cavallo di Troia verso la legalizzazione totale della cannabis. L'obiettivo è quello di arrivare a legiferare come è accaduto recentemente in Canada e ancor prima in Uruguay: introdurre sotto l'eufemismo di cannabis light un prodotto a base di infiorescenze il cui principio attivo di Thc è intorno allo 0.2% e in questo modo iniziare un commercio legale di cannabis per uso ricreativo dalle conseguenze nefaste per la salute.
La Nuova BQ se ne occupa da tempo, anche in chiave di rischi farmacologici e tossicologici, ma stavolta il no proviene con l'autorevolezza scientifica dell'organo di consulenza tecnico scientifica del Ministro della salute.
Il giudizio del CSS arriva dopo il doppio quesito posto nel febbraio scorso dal segretario generale del Ministero della Salute sui rischi potenziali delle infiorescenze vendute, apparentemente legalmente, nei negozi. La raccomandazione degli esperti, resa pubblica ieri, mostra una "letteratura" ben diversa da quella fornita in questi anni da Radicali ed esponenti politici, supportati da personaggi del mondo dello spettacolo per i quali le infiorescenze non fanno alcun male: si tratta di una raccomandazione precisa ad "attivare nell'interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione, misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti".
Una doccia fredda per i fautori della canna light e per il conseguente canna-business che ieri hanno iniziato a ricevere le prime visite delle forze dell'ordine per chiusure e sequestri mirati a verificare la presenza di sostanza in regola o no. Circa la pericolosità dei prodotti messi in vendita però, anche se con principio attivo molto basso rispetto alla cannabis illegale venduta nelle piazze di spaccio di tutt'Italia, il CCS infatti "ritiene che la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di cannabis o cannabis light o cannabis leggera, non può essere esclusa".
Insomma: le canne "leggere" possono fare male tanto quelle pesanti, ma è la risposta al secondo quesito che cela il grande problema politico di uno sdoganamento anticipato della cannabis facendosi forza di una legge che però mette dei paletti per un uso dei derivati della canapa che esula completamente da quello ricreativo, che si estrinseca principalmente fumando. In poche parole: i negozi che vendono infiorescenze sono stati aperti facendosi forza sulla legge 2 dicembre 2016, n. 242 che però disciplina usi industriali e florovivaistici. Un secondo cavallo di Troia, dunque. Che però il CCS ha "smascherato" costringendo così il Ministero, guidato oggi dalla pentastellata Giulia Grillo, a intervenire dopo però aver sentito il parere dell'avvocatura generale dello Stato.
Ma andiamo con ordine e vediamo su quali basi scientifiche si basa il giudizio del CCS.
Questa è la giustificazione tossicologica utilizzata dagli esperti del Ministero: "La biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni (0,2%-0,6%) non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine".
In poche parole, il CCS evidenzia un vulnus: quello già sollevato anche dalla Nuova BQ di prodotti che vengono spacciati come "terapeutici", ma per i quali non è presente nessuna avvertenza medico-scientifica su effetti indesiderati o collaterali. Lo dimostra il fatto che ad oggi le infiorescenze non sono accompagnate da "bugiardini", come per i farmaci normali, che ne mettano in chiaro i rischi e i benefici.
Ma ciò che non è emerso è la tempistica precisa con al quale il CCS è intervenuto. Lo scorso 4 giugno infatti il comitato di scienziati dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si è ritrovato per il 40esimo meeting di esperti sulle droghe e le dipendenze e ha fatto il punto proprio sullo studio della cannabis e i suoi estratti. Ebbene: dalle evidenze cliniche e tossicologiche l'organo per la Salute dell'Onu non ha affatto sciolto la riserva sulle caratteristiche benefiche, o innocue, della cannabis light. L'OMS in sostanza deve ancora valutare se il canabidiol (CBD), il maggior principio attivo per quantità presente del cosiddetto easy joint da infiorescenza (superiore per concentrazione al thc), abbia o no valore terapeutico o se invece abbia effetti negativi per la salute. Il vertice in sostanza ha sospeso il giudizio perché - fondamentalmente - la letteratura scientifica in materia è ancora troppo scarsa.
"Solo due studi sono stati citati per quanto riguarda il potenziale di abuso di CBD sull'uomo, il che rende difficile trarre conclusioni basate su questi risultati", si legge nel report. Insomma: il giudizio non è affatto definitivo, né rassicurante. Ecco spiegato il perché del principio di precauzione a cui fa appello il Consiglio italiano. Negli studi presentati si ammette che il cannabidiol allo stato attuale non ha grossi effetti negativi, ma questo non è sufficiente per decretarne il suo essere innocuo o addirittura benefico. I fattori in campo sono molteplici e come avviene per qualunque altro farmaco la sostanza dovrà essere studiata ancor a lungo prima di un suo sdoganamento in ambito medico dove però, almeno, è pacifico a tutti gli scienziati che i principi attivi della cannabis light, cannadibiol e thc, hanno alcune potenzialità in ambito sintomatologico, ad esempio per alcune forme di epilessia, ma nessuna validità terapeutica.
Questo è ribadito negli studi OMS e sarebbe già sufficiente per smascherare il grande imbroglio linguistico sulla cannabis a scopo terapeutico dato che non cura nulla, semmai allevia alcuni sintomi, ma anche qui, con risultati tutti da studiare nelle interazioni e conseguenze.
Cannabidiol soprattutto del quale si conosce poco e Thc sulla cui tossicità c'è una letteratura maggiore, al momento sono sotto controllo ed è con questo input che l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) dovrà decidere che tipo di indicazioni dare ai singoli Stati.
Nel frattempo però, molti stati e tra questi c'è l'Italia hanno introdotto la vendita di infiorescenze appellandosi a leggi ad hoc. Ma anche qui, il CCS ha smascherato l'inganno. Nel nostro Paese ad esempio la legge 242/2016 a cui ci si appella per giustificare la vendita delle infiorescenze disciplina soltanto l'uso agricolo o industriale di cannabis: fibra, semi, polveri, oli, carburanti per forniture alle industrie e alle attività artigianali. E ancora: materiale destinato alla pratica del sovescio o organico destinato ai lavori di bioingegneria, materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati e coltivazioni destinate al florovivaismo. Impossibile trovare tra questi usi le infiorescenze che, anche se a basse concentrazioni di principio attivo, vengono fumate ad uso ricreativo. Un uso improprio e che sfrutta un vulnus nella legge, ma che mette i negozi in una situazione de facto di legalità solo apparente.
Intanto però il business è fiorente. Nel solo 2017 in Italia il piccolo, ma "promettente" mercato degli shop ha fruttato la bellezza di 40 milioni di euro. Immaginiamoci che cosa significhi su larga scala. Ma quella che sembrava essere una strada spianata verso un "joint" finalmente senza pensieri può trasformarsi in un percorso in salita, almeno fino a quando la scienza farà la sua parte.

Fonte: Tempi, 22 giugno 2018

6 - DIECI FAKE NEWS SULLA RUSSIA
Un'impalcatura di disinformazione ben orchestrata da parte di Europa e America: Putin dittatore, i gay oppressi, la Crimea invasa, il caso Skripal, ecc.
Fonte Libertà e Persona, 20/06/2018

Con l'avvento del nuovo governo Conte, c'è una parte dell'Occidente che trema al pensiero di una ventilata apertura dell'Italia nei confronti della Russia, specialmente per una possibile rimozione delle sanzioni economiche. Tuttavia esse si reggono su un'impalcatura di disinformazione ben orchestrata.
Premetto che vivo e lavoro in una grande città russa per gran parte dell'anno, e che studio il russo. Sono quindi ben inserito nella realtà di questo grande Paese. Parlare della Russia e dei rapporti dell'Occidente con essa per come sono veramente significa fare controinformazione, lacerare cioè la coltre della propaganda mediatica internazionale, fatta di menzogne e notizie occultate o distorte.
Coloro che tuonano contro le fake news (cioè le notizie false, a loro dire) e che hanno istituito organi a livello europeo per la loro censura, sono gli stessi che orchestrano la diffusione di fake news contro la Russia (e non solo).
Guardando i telegiornali russi, si può proprio dire che si sente un'altra campana, completamente diversa dalla nostra televisione e dei principali giornali. Questi diffondono la propaganda ufficiale, che viene diretta da oltreoceano (però non dalla vetta, ma dal "deep state") ed è ripetuta dai pappagalli nostrani.
Siccome l'Unione Europea si accinge a combattere le fake news, vorrei anch'io dare una mano, anche se in senso opposto a quello desiderato dalla UE. Dirò quindi brevemente quali sono le principali notizie false che vengono messe in circolazione in Occidente a proposito della Russia.

1) LA RUSSIA È UNA DITTATURA, UNA DEMOCRAZIA APPARENTE, NON C'È LIBERTÀ. FALSO!
La Russia è una democrazia, dove chiunque si può candidare, fare la campagna elettorale, e farsi eleggere. Nelle ultime elezioni presidenziali, Putin aveva se non sbaglio otto avversari, e gli spot elettorali che andavano in onda sulla televisione erano in prevalenza di questi ultimi (del resto gli spazi erano in vendita a chi pagava). Gli avversari di Putin, inoltre, hanno condotto un'agguerrita campagna elettorale con comizi nelle piazze, conferenze stampa, e interviste ai telegiornali. Nessuna intimidazione o marginalizzazione. Tra di essi, c'era anche Xenja Sobčak, dichiarata simpatizzante di Alexej Navalnij, al quale era stata rifiutata la candidatura in quanto pregiudicato. Nonostante l'intensa campagna della Sobčak, e il suo richiamarsi al "perseguitato" Navalnij, ha ottenuto attorno al 2% dei voti, non abbastanza neppure per il rimborso statale delle spese della campagna elettorale. Del resto sono stato io stesso ad un seggio elettorale per accompagnare dei conoscenti, e ho potuto constatare come fosse proprio un normale seggio dove si votava tranquillamente con voto segreto.

2) PUTIN È UN DITTATORE CHE OPPRIME IL SUO POPOLO. FALSO!
Putin è stato regolarmente eletto a grande maggioranza, ed è anche amato dalla popolazione, cosa per la quale molti nostri leader, in crisi di consensi, sono divorati dall'invidia. La gente di solito parla di lui con l'appellativo "il nostro presidente". Del resto è stato Putin a strappare il paese dalle mani degli oligarchi che lo detenevano da dopo la fine dell'Unione Sovietica, e a risanarlo passo dopo passo. Ora la Russia non è più un carrozzone cigolante, una nazione disastrata e alla fame (com'era negli anni '90), ma un moderno paese dove si vive sempre meglio. E questo in gran parte grazie a Putin, che infatti è stato rieletto più volte.

3) LA RUSSIA OPPRIME E DISCRIMINA GLI OMOSESSUALI. FALSO!
E' semplicemente vietata la propaganda omosessuale (gay pride) e pedofila. Sì, anche pedofila, mentre in Europa non lo è. In Olanda esiste ufficialmente il partito pedofilo, che si propone di legalizzare la pedofilia, con buona pace dei tribunali e osservatori dei diritti umani europei. E sappiamo molto bene della propaganda omosessuale portata avanti nelle scuole e sui media occidentali. Questa situazione irrita gli attivisti LGBT di tutto il mondo; oltre a ciò, in Russia non esiste il matrimonio omosessuale, perché infatti.... non esiste, è cioè l'invenzione di una rumorosa minoranza europea e statunitense. Però in Russia gli omosessuali sono come tutti gli altri: possono fare carriera, occupare posti di responsabilità, ecc. Si può inoltre affermare che la Russia sia il principale ostacolo a livello mondiale all'imposizione dell'ideologia di genere, che sta venendo attuato in Occidente.

4) MANCANZA DI LIBERTÀ DI PENSIERO. FALSO!
Ci viene nascosto che, a differenza dell'Unione Europea, si possono liberamente pubblicare manifesti che cercano di risvegliare la coscienza della gente al fine di limitare l'aborto, e a sostegno della famiglia naturale. Gli slogan sono ad es. "La tua famiglia, la tua ricchezza" (con una bella foto di una famiglia con bambini); anche "Mamma, non abortire!" (con la foto di una donna col pancione). Oppure "Amore: è forse tutto uguale? Spiegatelo ai vostri figli!". Questi manifesti si vedono nella metropolitana e per strada. Non vengono rimossi dall'autorità e non suscitano lo sdegno di nessuno.

5) LA RUSSIA RAPPRESENTA UNA MINACCIA PER LE REPUBBLICHE BALTICHE E PER L'EUROPA. FALSO!
Nessuno in Russia pensa di invaderle, né di invadere altri paesi dell'Unione Europea. Questa notizia falsa è talmente lontana dalla realtà, che in Russia nessuno ci pensa e nessuno ne parla. Ne parlano solo il Pentagono, la CIA e i potentati di Bruxelles. Ma ovvio, è una bugia, che però serve a creare il nemico, e suscitare paura, e a giustificare l'ostilità verso la Russia.

6) LA RUSSIA DIFFONDE DISINFORMAZIONE, NOTIZIE FALSE, E INTERFERISCE NELLE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI PER DESTABILIZZARLE. FALSO!
Anche perché non saprei proprio come. Le agenzie di stampa e i giornali dell'informazione "ufficiale" occidentali sono in mano a colossi editoriali e potentati economici occidentali, che anzi cercano in ogni modo di screditare la Russia e Putin. Come farebbe Mosca a diffondere disinformazione nell'Unione Europea? E quali, soprattutto, sarebbero le notizie false? Ma chi spara questa accusa non è mai sceso nei particolari.

7) LA RUSSIA ESPANDE SEMPRE PIÙ LA SUA SFERA D'INFLUENZA, AFFERMAZIONE QUESTA MAI SUFFRAGATA DA QUALCHE PRECISAZIONE. INFATTI È FALSO!
Sono la NATO e l'Unione Europea ad espandersi verso Est, corteggiando o accalappiando tutti i paesi confinanti con la Russia, proprio per ridurre la sua sfera d'influenza e arrivare ai suoi confini. Il caso più lampante è l'Ucraina.

8) IN UCRAINA IL POPOLO SI È RIBELLATO ALLE INTERFERENZE RUSSE E HA SCELTO LA LIBERTÀ. FALSO!
E' stata una sparuta minoranza foraggiata da... lontano, e da fuori, a creare dal nulla una guerra civile. In Ucraina il russo è praticamente la seconda lingua e, parlando con la gente normale, non si ha percezione di nessun odio o insanabile conflitto. Però i seminatori di discordia si sono dati molto da fare. Del resto George Soros, che accusa la Russia di interferenze nella politica degli stati occidentali, è intervenuto in Ucraina a gamba tesa, sostenendo i golpisti e appoggiando il nuovo governo anti-russo.

9) IL COLPO DI STATO FU LEGITTIMO PERCHÉ L'ESERCITO E LA POLIZIA DI JANUKOVICH SPARARONO SULLA FOLLA. FALSO!
Furono dei cecchini appostati in alcuni palazzi di piazza Maidan a Kiev a sparare per uccidere, e poi scaricare la colpa sulla polizia e sul presidente in carica. Erano militari georgiani coordinati da un americano. Avevano l'ordine di sparare nel mucchio e cercare il massacro, come hanno testimoniato. Questo ormai lo sanno anche le pietre, anche se è difficile trovare la notizia nell'informazione main stream. Su Youtube, comunque, è visibile sull'argomento una vecchia trasmissione di Matrix (Le verità nascoste)

10) LA RUSSIA HA INVASO E OCCUPATO LA CRIMEA. FALSO!
Qui siamo forse all'apogeo della disinformazione, anche perché su di questo poggia il pilastro delle sanzioni e della politica anti-russa. Questa è la notizia più imbarazzante, da nascondere accuratamente, come un parente in manicomio. Dopo che l'Ucraina era caduta in mano a una minoranza neonazista tramite un colpo di stato (applaudito in Occidente), e dopo che il nuovo governo golpista aveva diramato direttive per discriminare la minoranza russa, la Crimea non ci stette. Repubblica a grande maggioranza russa, si sentì minacciata e indisse un referendum per chiedere l'annessione alla Russia. Il referendum fu realizzato rispettando la legge e la costituzione ucraina. Il 91% dei votanti (l'affluenza fu altissima) votò per la richiesta di annessione alla Russia. La richiesta fu inoltrata. Poi il parlamento russo l'esaminò e l'accettò. Dopo di che, ovviamente, la Russia iniziò anche a difendere il territorio dalle angherie e dall'ostilità dell'esercito ucraino. Ad esempio venivano bloccate le strade, le merci, e per molti giorni fu tagliata la corrente elettrica in tutta la penisola. Ora la Russia ha appena ultimato la costruzione di un ponte che collega la penisola direttamente alla madrepatria. Ogni anno, all'anniversario del referendum, la popolazione si riversa nelle strade a festeggiare. Ovviamente questa notizia non compare neppure di striscio sulla grande stampa e sulle televisioni occidentali. E' chiaro che, se la nostra opinione pubblica fosse informata su questo, le motivazioni della UE e degli Stati Uniti per sdegnarsi con la Russia e promulgare le sanzioni economiche apparirebbero molto deboli.

ECC. ECC.
Sorvoliamo su tutte le menzogne che raccontano sulla Russia nel contesto della Siria, e sulla Siria stessa; questa è proprio la fiera delle fake news, la gara a chi la spara più grossa. Sorvoliamo anche sulla patetica messa in scena del caso Skripal, con il quale hanno letteralmente tentato di provocare una guerra dalle conseguenze disastrose. La premier inglese ha parlato, infatti, di aggressione russa sul suolo britannico, che necessita di una risposta di tutta la NATO ( = guerra). E' evidente come sia un proposito scellerato quello di provocare una guerra tra potenze nucleari. Adesso però ai grandi giornali è vietato parlare del caso Skripal, cioè di informare tutti che il caso è finito in niente, senza uno straccio di prova che siano stati i russi. Giustizia vorrebbe invece che se ne parlasse, che si ammettesse che era una montatura, e si richiamassero poi i diplomatici russi espulsi sulla base di quella messa in scena, presentando le scuse al governo russo. Chi ha mentito sapendo di mentire, dovrebbe confessarlo e dimettersi. Accodandosi alla cordata euro-atlantica, il governo Gentiloni ha cacciato dall'Italia due diplomatici russi, credo rendendosi conto dell'inconsistenza di tutta la faccenda. Però lo ha fatto.
Ora l'Unione Europea sta preparando un organo di controllo per censurare le fake news e la "disinformazione russa". Coloro che propagano la maggior parte delle notizie false - non le buffonate, ma quelle accuratamente studiate per condizionare l'opinione pubblica - e che nascondono molte notizie vere, vogliono ora avere un controllo totale sull'informazione. Interessante, però, che non citino un solo esempio di notizia falsa diffusa dalla Russia.
Rilevo infine che gli italiani sono molto ben visti dai russi, i quali amano peraltro i nostri prodotti alimentari, che però ora non possono acquistare a motivo delle sanzioni economiche.
Vedremo ora se il governo appena entrato in carica tremerà davanti a i potenti, o avrà il coraggio di andare per la sua strada.

Fonte: Libertà e Persona, 20/06/2018

7 - STILE DI VITA GAY: CONCHITA RIVELA DI AVERE L'AIDS
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): scena lesbo su una fiction di Rai Uno, la PlayStation diventa gay, parroco rifiuta la comunione a ''spose'' lesbiche
Fonte Notizie Provita, 17/04/2018

Lo stile di vita gay non è sano, anche se non lo si può dire pena la persecuzione da parte dei circoli Lgbt (ne sa qualcosa la dottoressa e scrittrice Silvana De Mari): maggiore rischio di contrarre l'Aids, problemi all'ano e al retto, infezioni varie... D'altronde è evidente: i rapporti fisici omosessuali (come tutti i rapporti contro natura, anche tra maschi e femmine) non rispettano la sessualità e il corpo umano.
Testimonial di questi guai connessi ai rapporti omo-erotici è - purtroppo per lui - Conchita Wurst, che ha affidato una dichiarazione su Instagram.
Al secondo Thomas Neuwirth, quattro anni fa ha vinto l'Eurovision Song Contest ed è statao spesso citato dai media per i suoi comportamenti trasgressivi di drag queen.
Riporta AdnKronos: «"Sono positiva all'Hiv da molti anni - scrive Wurst sul suo profilo Instagram - Una cosa in realtà irrilevante per il pubblico, ma un mio ex ragazzo ha minacciato di rendere pubbliche queste informazioni private e non potrò mai dare a nessuno il diritto di spaventarmi e influenzare la mia vita". Da qui la scelta di liberarsi "dalla spada di Damocle per il resto della mia vita". La ventinovenne cantante drag queen afferma di essersi sottoposta al trattamento da quando le è stata diagnosticata la malattia e di essere quindi sotto il limite di rilevabilità della sieropositività, tanto da non essere in grado di trasmettere il virus. "Spero di dare coraggio agli altri - aggiunge - e di fare un altro passo contro la stigmatizzazione di persone che, attraverso il loro comportamento o quello degli altri, sono state contagiate dall'Hiv". Wurst precisa inoltre di non aver reso pubblica la sua diagnosi sia per risparmiare alla sua famiglia la pubblicità, sia "perché secondo me è un'informazione rilevante solo per le persone con le quali c'è una possibilità concreta di avere contatti sessuali", conclude».
Insomma, seppure Conchita cerchi in tutti i modi di minimizzare l'informazione e si trinceri dietro il vittimismo che vorrebbe tutte le persone gay e con Aids fatte oggetto di stigma da parte della società, un dato di fatto rimane: il suo stile di vita gay lo ha portato a contrarre una malattia - quale l'Aids - che può rivelarsi pericolosissima.
Non sarebbe ora di farsi qualche domanda?

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).

SCENA LESBO SU UNA FICTION DI RAI UNO
In una scena della fiction I bastardi di Pizzofalcone trasmessa su Rai 1 in prima serata ecco che c'è un bacio saffico. L'on. Maurizio Lupi così commenta: «È troppo se chiediamo alla Rai di Campo dell'Orto di tenere la propaganda della sessualità libera, sia essa etero o omo, fuori dalla prima serata? È proprio necessario che in qualsiasi trasmissione, sia un talk show, un festival canoro, una produzione di Rai Fiction quale che ne sia il genere, commedia o poliziesco, debba contenere scene esplicite di sesso omosessuale?».
Lupi ha annunciato l'invio di una «lettera al presidente della Vigilanza perché il direttore di rete di Rai 1 venga convocato quanto prima per una audizione».
(Gender Watch News, 22 giugno 2018)

LA PLAYSTATION DIVENTA GAY
Si chiama Last of Us Part 2 ed è un videogioco per la PlayStation in cui la protagonista, Ellie, ricordando una festa in cui ballava con la sua compagna, ora deve affrontare ogni difficoltà in mondo post apocalittico. Un mix tra omaggio alle istanze del mondo LGBT e una sfida all'ultimo sangue per sopravvivere.
Normalizzare l'omosessualità passa anche da una console tenuta in mano da ragazzini adolescenti.
(Gender Watch News, 14 giugno 2018)

PARROCO RIFIUTA LA COMUNIONE A ''SPOSE'' LESBICHE
Paola Desi e Maria Grimaldi sono una coppia omosessuale che vive a Priolo in provincia di Siracusa. Dato che Paola è disabile, Don Sebastiano Gulinello, il parroco della chiesa che frequentano le due donne, aveva dato incarico ad un suo delegato di portarle la comunione ogni domenica a casa. Poi il 3 aprile scorso le due donne si uniscono civilmente e il parroco decide di non comunicare più Paola. Così Don Sebastiano: "Purtroppo non posso farci niente, io le conosco e mi dispiace, non è un fatto personale è una legge della Chiesa! Io seguo il Catechismo ma questo non significa che il Signore non voglia bene a queste due donne. Loro possono venire in Chiesa e continuare a seguire la loro fede, ma la comunione non posso dargliela, non è un mio capriccio.
Secondo me poi il loro errore è stato pubblicizzare il loro matrimonio su Facebook, lo hanno visto tutti e la gente non lo accetta. Persino l'Arcivescovo mi ha telefonato chiedendomi se questa coppia frequentava la chiesa e mi ha ribadito che per loro le porte sono aperte, ma che non avrebbero potuto accedere al sacramento dell'Eucarestia".
Il principio generale in merito alle disposizioni necessarie per ricevere l'Eucarestia possiamo rinvenirlo nel documento di Giovanni Paolo II Reconciliatio et paenitentia. Il Santo Padre ad un certo punto sta parlando di quanti vivono non in grazia di Dio e appunta: "la Chiesa non può che invitare i suoi figli, i quali si trovano in quelle situazioni dolorose, ad avvicinarsi alla misericordia divina per altre vie, non però per quella dei sacramenti della penitenza e dell'eucaristia, finché non abbiano raggiunto le disposizioni richieste" (n. 34). Più nello specifico e limitatamente al caso che a noi qui interessa, Il Codice di diritto canonico al canone 915 così dispone: "Non siano ammessi alla sacra comunione [...] gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto".
Questo canone sintetizza il pensiero di Tommaso D'Aquino: "Riguardo ai peccatori bisogna distinguere. Alcuni sono occulti; altri manifesti o per l'evidenza dei fatti, come i pubblici usurai e i rapinatori; oppure per la sentenza di un tribunale ecclesiastico o civile. Ebbene, ai peccatori manifesti non si deve dare la santa comunione, neanche se la chiedono. Scrive in proposito S. Cipriano: 'Per la tua gentilezza hai creduto di dovermi chiedere il parere sugli istrioni [al tempo era una categoria di persone dedite al vizio Ndr] e su quello stregone che, stabilitosi in mezzo a voi, continua ancora nel suo vergognoso mestiere: se a costoro si debba dare la comunione come agli altri cristiani. Credo che disdica e alla maestà divina e alla disciplina evangelica lasciar contaminare la santità e l'onore della Chiesa da contagi così turpi e infami'" (Summa Theologiae, III, q. 80, a. 6 c.).
Per il Codice di diritto canonico e per Tommaso le signorine Desi e Grimaldi dunque dovevano essere considerate peccatrici manifeste e responsabili di peccato grave secondo la Chiesa (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357), già prima che pubblicassero su Facebook la notizia della loro unione civile e già prima della celebrazione dell'unioni civile. Lo erano già ad esempio quando sono andate a vivere assieme. Fin da allora il parroco doveva astenersi dal dare loro la comunione.
L'associazione Stonewall GLBT Siracusa è scesa in campo. Citiamo alcuni stralci della dichiarazione resa da Alessandro Bottaro, suo presidente: "Se la cosa non fosse stata resa pubblica nessun problema. [...] L'amore fra due donne che se resta celato nell'ombra può essere tollerato, pubblicamente invece dileggiato e discriminato con l'esclusione peggiore". Dato che Bottaro fa la glossa al pensiero della Chiesa occorre verificare, tramite la "VAR dottrinale", cosa la Chiesa dice sul punto per vedere se l'interpretazione del presidente di Stonewall è corretta.
Le condotte omosessuali sono di per sé intrinsecamente disordinate al pari della condizione omosessuale (cfr. CCC n. 2357), sia che siano palesi che occulte. La Chiesa quindi non le tollera mai. La pubblicità o meno di un peccato grave rileva invece ad esempio sull'ammissione alla santa comunione. Se il peccato è occulto, ossia esistente ma sconosciuto, il sacerdote deve dare la comunione.
Sempre Tommaso nel medesimo luogo citato sopra così si esprime: "Invece se i peccatori non sono notori ma occulti, non si può negare la santa comunione quando la chiedono. Perché, essendo ogni cristiano ammesso alla mensa del Signore per il fatto che è battezzato, non gli si può togliere il suo diritto se non per una ragione manifesta. [...] S. Agostino afferma: 'Noi non possiamo escludere nessuno dalla comunione, se non nel caso che abbia spontaneamente confessato la sua colpa, o sia stato processato e condannato da un tribunale ecclesiastico o civile'. Nondimeno il sacerdote che è al corrente della colpa, può ammonire privatamente il peccatore occulto, oppure avvertire genericamente tutti in pubblico di non accostarsi alla mensa del Signore prima di essersi pentiti dei propri peccati e riconciliati con la Chiesa. Poiché dopo il pentimento e la riconciliazione, non si può negare la comunione neppure ai peccatori pubblici, specialmente in punto di morte".
Tommaso ci sta dicendo che, in primo luogo, dopo una valida confessione anche il peccatore manifesto può accedere alla comunione, magari in certe particolare modalità così da evitare scandali. In secondo luogo il peccato occulto è quello non certo, magari possibile, addirittura probabile, ma non certo. Facciamo un esempio: ci sono delle dicerie che riguardano alcune condotte assai gravi di Tizio e che giungono alle orecchie del sacerdote. Cosa deve fare costui? Dovrà privatamente incontrare questa persona, chiedere spiegazioni, semmai ammonirla se ha ancora qualche dubbio e ricordare a tutti che occorre essere in grazia di Dio per accostarsi alla santa comunione, ma se poi Tizio, una volta che avesse assicurato al sacerdote che sono solo dicerie, si presentasse per ricevere la comunione, il sacerdote dovrà concederla.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma nel dubbio non sarebbe meglio non dargliela? Risponde sempre l'Aquinate: "Sebbene per un peccatore occulto sia peggio peccare mortalmente ricevendo il corpo di Cristo che essere infamato, tuttavia per il sacerdote che lo amministra è peggio peccare mortalmente infamando ingiustamente un peccatore occulto, che permettergli di peccare mortalmente; perché nessuno deve commettere un peccato mortale per evitare la colpa di un altro. Perciò S. Agostino ha scritto: 'È una compensazione pericolosissima commettere noi qualche cosa di male allo scopo che un altro non faccia un male più grave'. Il peccatore occulto però da parte sua è tenuto a preferire l'infamia alla comunione sacrilega" (Summa Theologiae, III, q. 80, a. 6, ad 2).
Il Maestro domenicano sta spiegando che se un sacerdote rifiuta di dare la comunione ad una persona perché pensa che abbia peccato mortalmente ma non ne ha la certezza, compie lui stesso peccato mortale perché sceglie di infamare la persona. Poco importa, relativamente a tale peccato mortale, che questa persona davvero non sia in stato di grazia, ciò che rileva è il giudizio dato senza prove certe: un azzardo grave che occorre sempre evitare. E dunque il sacerdote non può peccare mortalmente per evitare che quella persona comunicandosi compia forse un atto sacrilego. Di contro il peccatore occulto, che ha compiuto un peccato mortale, non deve mai comunicarsi e se il sacerdote gli rifiuta la comunione, anche senza prove certe, per lui questo fatto rappresenta solo una grazia, perché gli evita di compiere un atto sacrilego, gli evita - come dice San Paolo - di mangiare la propria condanna (1 Cor. 11, 29)
Torniamo alle parole di Bottaro il quale così prosegue: "La solita schizofrenia cattolica dell'accogliere la persona omosessuale, purché si eviti di esserlo". Non c'è schizofrenia nell'accogliere la persona che pecca, ma non il peccato della persona. Il cristiano accoglie la persona peccatrice non purché eviti di essere peccatrice, ma nonostante sia peccatrice. Anzi: proprio a motivo del fatto che è peccatrice abbisogna di maggiore accoglienza affinché non sia più tale. E' noto infatti che "dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia" (Rm. 5, 20). In conclusione sono da rigettare queste parole di Bottaro: "Stonewall da sempre denuncia questa visione distorta della religione cattolica, che nulla ha a che fare con la fede", dato che sono i suoi giudizi a distorcere il senso della religione e della fede cattolica.
Un'ultima annotazione che riguarda invece la presa di posizione del presidente di Arcigay di Siracusa, Armando Caravini che così si esprime sul caso delle due donne: "Trovo inaccettabile quanto accaduto e chiedo immediatamente un incontro con il Vescovo di Siracusa per poter approfondire l'accaduto e poter trovare, in maniera celere, una soluzione ad una situazione che ha del paradossale con la speranza che il Vescovo possa darci spiegazioni su questo triste accaduto e prendere una posizione".
Sinceramente pare a noi paradossale la volontà di mercanteggiare sulla dottrina cattolica e sulla relativa disciplina normativa della Chiesa, quasi che le verità e le norme a tutela di queste potessero essere in qualche modo oggetto di un accordo convenzionale, come se si dovesse aprire un tavolo di trattativa tra i sindacati del comparto gay e la Chiesa cattolica che non vuole dare la giusta retribuzione eucaristica ai suoi fedeli lavoratori.
Sulla santissima Eucarestia non si può mediare, né trovare un accordo perché Cristo eucarestia non è nella disponibilità di nessuno. Che poi debbano essere i rappresentati di realtà gay ad indicare come si debba interpretare la fede cattolica, la dice molto lunga sui cosiddetti segni dei tempi.
(Tommaso Scandroglio, La Nuova Bussola Quotidiana, 26 giugno 2018)

Fonte: Notizie Provita, 17/04/2018

8 - HUMANAE VITAE E DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Nel 50° anniversario dell'enciclica di Paolo VI, vediamo perché entrambe sono state violentemente contrastate
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 22/06/2018

L'enciclica di Paolo VI Humanae vitae e la Dottrina sociale della Chiesa sono state fatte oggetto della stessa opposizione. Stiamo parlando della fine degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta del secolo scorso. Questo fatto del comune destino ad essere oggetto di contestazione in quegli anni (e poi negli anni successivi fino ad oggi, dato che gli argomenti di fondo non sono cambiati) è di grande interesse per capire non solo il rapporto tra Humanae vitae e Dottrina sociale della Chiesa, ma anche per considerare il comune impianto di pensiero che veniva contestato. In questo cinquantesimo anniversario dell'enciclica di Paolo VI è bene che questo tema non passi inosservato.
Come si sa, l'opposizione alla Humanae vitae dentro la Chiesa fu piuttosto aspra e Paolo VI ne fu vivamente colpito e profondamente addolorato, anche perché fu abbandonato da molti cardinali e vescovi a lui vicini prima e durante il Concilio. Evidentemente i due progressismi erano diversi negli intenti di fondo anche se convergenti in qualche tratto di cammino. Un libro pubblicato di recente per documentare l'apporto di Karol Wojtyla alla Humanae vitae indirettamente ricorda gli episcopati che maggiormente si opposero [GALUSZKA, Pawel Stanislaw, Karol Wojtyla e Humanae vitae. Il contributo dell'Arcivescovo di Cracovia e del gruppo di teologi polacchi all'enciclica di Paolo VI, Cantagalli, Siena 2017]. Augusto Del Noce disse che si era trattato del più grande "Kulturkampf" moderno contro la Chiesa Cattolica a cui però Paolo VI resistette con tenacia.
Negli stessi anni, però, si sviluppò anche la contestazione alla Dottrina sociale della Chiesa. Il testo divenuto poi canonico di questa opposizione fu il libro di Padre Dominique Chenu "La Dottrina sociale della Chiesa", Queriniana, Brescia 1977, di cui si possono vedere in particolare le pp. 48-53. Alla base di questa condanna c'erano l'interpretazione del Concilio nel senso della Scuola di Bologna, la svolta della teologia dalla natura alla storia, l'idea che con la Octogesima adveniens Paolo VI avesse voluto ridimensionare la Dottrina sociale della Chiesa pubblicando volontariamente un documento sociale di tono inferiore ad una enciclica. Il motivo principale era però il cambiamento di paradigma del rapporto tra Chiesa e mondo con la sostanziale accettazione della "svolta antropologica" e di un mondo ormai "maturo". In quegli anni l'editoria cattolica pubblicò una valanga di testi - una vera e propria bomba teologica - che contraddicevano alla radice l'impianto teologico della Dottrina sociale della Chiesa. Il Sessantotto nella Chiesa ebbe anche questa caratteristica e la "scelta socialista" delle ACLI nel 1970 ne divenne in qualche modo il simbolo principale per l'Italia, come la Conferenza dei vescovi latinoamericani (CELAM) a Medellin in Colombia lo fu a livello di Chiesa universale.
La contestazione concentrica alla Humanae vitae e alla Dottrina sociale della Chiesa continuò anche in seguito. I pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI vi risposero rilanciando, sempre insieme, la morale matrimoniale e la Dottrina sociale della Chiesa. Ciò non fu però sufficiente a sconfiggere le correnti teologiche ed ecclesiali contrarie sia all'una che all'altra che, anzi, si sono addirittura rafforzate nel frattempo.
Questa unità di destino della Humanae vitae e della Dottrina sociale della Chiesa merita grande attenzione. Sembra che esse stiano o cadano insieme. Ed è effettivamente così. Il primo motivo è che, come è stato recentemente detto, nell'unione coniugale è contenuto il germe di ogni altra relazione sociale, sicché se essa da naturale viene trasformata in contrattuale, la ricaduta negativa sull'intero assetto della società è enorme. Il secondo motivo è ancora più profondo. Sia la Humanae vitae che la Dottrina sociale della Chiesa condividono un impianto di pensiero filosofico e teologico che fa loro da fondamento. Questo impianto di pensiero era stato enunciato da Leone XIII nella rosa di encicliche che faceva da contorno alla Rerum novarum ed è poi stato ribadito da Giovanni Paolo II nelle tre fondamentali encicliche Evangelium vitae, Veritatis splendor e Fides et ratio. Possiamo esprimerlo con le parole della stessa Humanae vitae: «Nessun fedele vorrà negare che al magistero della Chiesa spetti di interpretare anche la legge morale naturale. È infatti incontestabile, come hanno più volte dichiarato i nostri predecessori, che Gesù Cristo, comunicando a Pietro e agli apostoli la sua divina autorità e inviandoli a insegnare a tutte le genti i suoi comandamenti, li costituiva custodi e interpreti autentici di tutta la legge morale, non solo cioè della legge evangelica, ma anche di quella naturale. Infatti anche la legge naturale è espressione della volontà di Dio, l'adempimento fedele di essa è parimenti necessario alla salvezza eterna degli uomini» (n. 4).
Coloro che hanno contestato allora e contestano ora sia la Humanae vitae sia la Dottrina sociale della Chiesa contestano, in fondo, questo impianto di pensiero basato sul rapporto tra natura e soprannatura, tra ragione e fede, tra legge morale naturale e legge divina, rapporto in cui il secondo termine purifica il primo ma non lo nega mai.

Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 22/06/2018

9 - OMELIA XIII DOM. TEMPO ORD. - ANNO B (Mc 5,21-43)
Non temere, soltanto abbi fede!
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Il Vangelo di questa domenica ci presenta due miracoli di Gesù: la risurrezione della figlia di Giairo e la guarigione della donna colpita da continue emorragie. Con questi due miracoli, Gesù ha voluto da una parte venire incontro alle sofferenze umane e, dall'altra parte, ha voluto dimostrare la sua potenza divina sul male e sulla morte.
Il male e la morte erano entrati nel mondo a causa del peccato: «Per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono» (Sap 1,24). Per invidia, il demonio ha tentato Adamo ed Eva, volendoli trascinare nell'eterna perdizione. L'invidia è il più brutto dei peccati, in quanto fa sì che noi ci rattristiamo per tutto il bene che Dio opera nei nostri fratelli. L'invidia è il solo peccato che non dà assolutamente nulla: gli altri vizi, apparentemente, danno un certo appagamento che, comunque, conduce alla rovina dell'anima; l'invida, invece, dà solo tristezza e rancore.
Esaminiamo seriamente la nostra coscienza per vedere se anche in noi serpeggia questo brutto vizio. Impariamo a rallegrarci per tutto il bene che vediamo nel prossimo e a ringraziare Dio per questo. Se di cuore faremo così, il Signore ci premierà, donandoci gli stessi beni. Dobbiamo rallegrarci del bene altrui come se fosse il bene di un nostro fratello carissimo.
Dominando sul male e sulla morte, Gesù dimostra di essere il Redentore, ossia Colui che toglie i peccati del mondo. Il discorso è molto semplice: eliminando la morte e la sofferenza, Gesù ci fa comprendere che Egli ha anche il potere di eliminare anche il peccato, il quale è la causa di tutto il male che vi è su questa terra.
Da parte nostra si impone però una scelta: da una parte abbiamo la vita della grazia; dall'altra, la morte del peccato. Se scegliamo il bene, diffonderemo il bene in questo mondo; se scegliamo il peccato, non faremo altro che aumentare il male su questa terra, fino ad arrivare alla morte dell'eterna perdizione.
Il contatto con Gesù ha guarito la donna malata; il contatto con Gesù guarirà anche noi dal male del peccato. Come possiamo entrare in contatto con Gesù? Per mezzo dei sacramenti della Confessione e della Comunione. In modo particolare, in questa riflessione, vogliamo soffermarci sul sacramento della Confessione che ci libera dalle nostre colpe.
Per liberare le anime dal peccato, alcuni Santi hanno avuto la missione di dedicarsi completamente al ministero delle Confessioni, e così essi divennero come degli intermediari tra la misericordia di Dio e la miseria dell'uomo. Pensiamo a San Pio da Pietrelcina e a san Leopoldo Mandic', i quali passarono la gran parte delle loro giornate dentro il confessionale, per sanare le anime di tanti fratelli e sorelle. Dio solo sa quante anime, grazia a loro, abbiano trovato la salvezza, entrando in contatto con Gesù, proprio come la donna di cui parla il Vangelo di oggi.
Anche noi prepariamoci ad una buona Confessione, come se fosse l'ultima della nostra vita, per iniziare una vita nuova, splendente di grazia e ricca di tanti buoni frutti. È lì, nel confessionale, che avvengono i più grandi miracoli, allorquando l'anima, morta per il peccato, viene toccata dalla misericordia di Dio, e diviene bianca come la neve.
Un giorno andò da sant'Antonio un grande peccatore deciso a cambiar vita e a riparare tutti i mali commessi. Si inginocchiò ai suoi piedi ed era tale la sua commozione da non riuscire ad aprir bocca, mentre le lacrime di pentimento gli bagnavano il volto. Allora sant'Antonio gli consigliò di ritirarsi e di scrivere su di un foglio i suoi peccati.
L'uomo obbedì e ritornò con una lunga lista. Sant'Antonio li lesse a voce alta, poi riconsegnò il foglio al penitente che se ne stava in ginocchio. Quale fu la meraviglia del peccatore pentito, quando vide che il foglio era tornato perfettamente pulito. I peccati erano spariti dall'anima del peccatore e così pure dal foglio su cui erano scritti.
Ringraziamo Gesù per la sua bontà e vogliamo essere anche noi toccati ed afferrati dalla sua misericordia, confessandoci bene e frequentemente. L'Immacolata, Speranza dei peccatori, ci ottenga tutto questo dal Cuore del Figlio suo.

Nota di BastaBugie: consigliamo ai parroci il foglietto per la Messa ad uso dei fedeli per seguire le letture "Il Giorno del Signore". Oltre alle letture, ci sono solo commenti dei Padri della Chiesa. Non contiene altre informazioni che possono distrarre dalla celebrazione. Inoltre le letture sono sempre integrali (anche per la Veglia Pasquale!). Il colore adeguato al tempo liturgico e le preghiere dei fedeli ben fatte rendono questo essenziale foglietto veramente il migliore. Per ulteriori informazioni e per riceverlo in parrocchia, visitare il sito
http://www.ilgiornodelsignore.it/abbonamento.php?dest=0

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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