BastaBugie n�603 del 13 marzo 2019

Stampa ArticoloStampa


1 LA FESTA DELLA DONNA E IL VOLANTINO DELLA LEGA DI CROTONE
Buona festa della donna a chi se ne frega della festa della donna, non ha rivendicazioni ed è felice di avere tanti figli ed occuparsi di loro e non della carriera
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
2 IL NOME DELLA ROSA: NUOVA FICTION, VECCHI ERRORI
La miniserie tv finanziata da RaiCinema (con i nostri soldi) è peggiore del già pessimo film del 1986 tratto dal libro di Umberto Eco
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 EX FEMEN (OGGI PROLIFE E CATTOLICA) SI OCCUPERA' DI MATERNITA' PER IL BRASILE
L'ex femminista, oggi pentita e mamma felice, militante pro life e cattolica fervente, è stata chiamata dal governo Bolsonaro al ministero della famiglia
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone
4 REGIONE LOMBARDIA: CANI SEPPELLITI CON GLI UOMINI E BAMBINI NON NATI NEI RIFIUTI SPECIALI
E poi: Ru486 anche in day hospital, profilattici gratis agli studenti... la Lombardia rinnega il suo passato prolife
Autore: Luca e Paolo Tanduo - Fonte: Cultura Cattolica
5 GIORDANO BRUNO, IL FOLLE CHE FU SCOMUNICATO NON SOLO DALLA CHIESA CATTOLICA, MA ANCHE DA CALVINISTI E LUTERANI
Divenne l'icona del libero pensatore perseguitato: per questo i massoni gli fecero un monumento nel 1889 (che nonostante le proteste di più papi è ancora al suo posto)
Autore: Giovanni Tortelli - Fonte: Corrispondenza Romana
6 VACCINI PRODOTTI ATTRAVERSO FETI ABORTITI: LA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA CAMBIA IDEA
Un convegno a Roma cerca di abbattere il muro di silenzio e di spiegare a genitori e operatori che l'alternativa eticamente sostenibile c'è, basta volerla!
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 GLI ATTORI GARY COOPER E JOHN WAYNE: DA HOLLYWOOD ALLA CHIESA CATTOLICA
Le due icone del western dopo una vita sregolata, si convertirono al cattolicesimo con convinzione
Autore: Ermes Dovico - Fonte: Sito del Timone
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: PREFERISCO SBAGLIARE CON CHI AMA, CHE ESSERE NEL GIUSTO CON CHI CERCA LA DIVISIONE
Eppure nel Vangelo Gesù non ha mai detto che avrebbe portato pace e amore (peace and love era uno slogan sessantottino), ma semmai la spada e la divisione
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA II DOM. QUARESIMA - ANNO C (Lc 9,28b-36)
Questi è il Figlio mio, l'eletto: ascoltatelo!
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA FESTA DELLA DONNA E IL VOLANTINO DELLA LEGA DI CROTONE
Buona festa della donna a chi se ne frega della festa della donna, non ha rivendicazioni ed è felice di avere tanti figli ed occuparsi di loro e non della carriera
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 08/03/2019

Buona festa della donna alle mie ormai migliaia di amiche e conoscenti che se ne fregano della festa della donna, che non hanno rivendicazioni da fare, che sono felici di avere avuto la incredibile fortuna di poter essere al servizio della vita - sia che i figli non arrivino, sia che ne arrivino otto, nove, undici o dodici: quello che conta è la disponibilità - che amano farsi i fatti degli altri, prendersi cura, farsi carico, che vogliono essere alleate dei loro uomini, imparare a tradurre il loro linguaggio, stare dalla loro parte, aiutarli a essere migliori, mentre loro le proteggono.
Buona festa alle donne - tutte quelle che conosco - che non trovano assolutamente niente di strano nel volantino della Lega di Crotone: tutte noi pensiamo che l'utero in affitto sia una vergogna, che ci chiamiamo mamma e non genitore 2, che non siamo interessate alle quote rosa ma ad avere uno stile di lavoro diverso da quello degli uomini, che tenga conto del fatto che siamo più brave a prenderci cura delle persone piccole e deboli, siamo più brave e ci gratifica molto, buona festa a noi che pensiamo che prenderci cura della famiglia è per noi naturale; [...] a noi che, come dice il volantino dello "scandalo" (che a noi sembra semplice buon senso) ci sentiamo strumentalizzate da chi afferma di difenderci ma lotta solo per permetterci di abortire, mai per aiutarci a far nascere e tanto meno a crescere i nostri figli.
Questo è semplice buon senso, ed è davvero paradossale e francamente irritante che dire queste cose sia considerato "di destra": a me per esempio la politica non interessa, ma questa è la realtà, e la realtà non è di destra né di sinistra. È la realtà. Le donne partoriscono, gli uomini no. Le donne allattano, gli uomini no. Gli uomini che vogliono figli senza una donna devono per forza pagarla e poi portarglieli via. La realtà non è di destra, è la realtà.

È QUESTA SINISTRA RADICALE CHE HA PERSO IL CONTATTO CON LA REALTÀ
Renzi nel suo libro, e anche da Fazio, ha detto che il popolo del Family Day gliel'ha giurata, e che questo ha fatto sì che perdesse l'elettorato di centro. A me piacerebbe credergli. Mi piacerebbe pensare che quelle nostre piazze che abbiamo contribuito a riempire abbiano avuto così tanto potere. In realtà purtroppo la gente non si è allontanata dal Pd perché sensibile ai valori cristiani (e caliamo un pietoso velo su Galantino che, scrive Renzi, ha dato il suo placet alle unioni civili, ma d'altra parte se per lui Sodoma si è salvata, è tutto a posto), la gente si è allontanata dal Pd perché il tema delle unioni civili che ha monopolizzato mesi di governo interessava solo una percentuale risibile di popolazione, l'1% delle famiglie, mentre il 99% si è sentito abbandonato da un Parlamento che è stato fagocitato da un dibattito che interessava solo la sinistra radicale, non il paese vero (litigare per mesi sulla stepchild adoption, quando le pochissime persone che sono disposte e possono spendere 150 mila euro per procurarsi un figlio non è che spostino queste grandi percentuali di elettorato; e in più la gente senza fare grandi studi di psicologia, senza leggere i rapporti dell'università di Vattelapesca, ci arriva a capire che i bambini vogliono la mamma, e non il concetto antropologico). [...]
Anche noi, come gli autori del volantino dello scandalo, crediamo che il vero aiuto alla donna sia quello di permetterle di essere sé stessa, diversa dall'uomo. La pari dignità la diamo tutte per scontata, nessuna donna intellettualmente onesta in Italia potrà dire di essere stata discriminata in quanto donna. [...] Un accenno al fatto che il gender gap sui salari non esiste: portatemi un contratto collettivo in cui sia scritto che a parità di lavoro le donne guadagnano meno degli uomini: non c'è; la contrattazione personale è un altro conto, ma se gli uomini sono più bravi a farsi pagare di più è perché sono più aggressivi nel chiedere e più concentrati sul lavoro.

NOTO UN CERTO NERVOSISMO IN MERITO, DI RECENTE, IN GIRO
Insulti alla mamma di undici figli, articoli pseudoscientifici che dicono che un figlio toglie alla mamma undici anni di vita (io sono praticamente morta, le mie amiche Chiara e Francesca sono sepolte da tempo, con i loro 11 e 12 figli) e che rovina il sonno dei genitori per sei anni, omuncoli che affermano le donne colte non possono desiderare molti figli (le mie amiche psichiatra, filosofa ed ematologa mamme di sei e sette devono avere comprato la laurea coi punti dell'ammorbidente), insomma un'insofferenza crescente verso tutto quello che parla di famiglia. Non solo le donne non devono essere costrette a fare le mamme, come sostengono le femministe, ma se vogliono farlo, soprattutto se di tanti figli, sono delle povere dementi. Una furia contro la persona umana che non si spiega: le manifestazioni contro il comune di Verona che ha stanziato aiuti alle mamme che preferiscono non abortire sono state incomprensibili. Ovviamente nessuno ha parlato (purtroppo, aggiungo) di chiudere i reparti in cui si fanno aborti: si voleva solo aiutare chi vi rinuncia. Apriti cielo. Non solo le donne devono poter abortire, ma se invece vogliono accogliere il bambino non vanno aiutate, per le femmine accecate dall'ira. Una furia contro gli obiettori di coscienza all'aborto che non è assolutamente spiegabile con i fatti concretamente avvenuti nel nostro paese: MAI nessuna donna in Italia con la 194 ha cercato di abortire e le è stato negato a causa di una carenza di medici. Mai. Perché dunque questa furia? Perché questo odio per la vita?

DISCRIMINATI GLI OBIETTORI DI COSCIENZA
Perché Zingaretti ha fatto un bando dal quale erano esclusi i medici obiettori, quando questo non è mai stato realmente un problema in Italia, visti i 120 mila aborti fatti ogni anno a spese nostre? Perché la Cirinnà grida scomposta contro la manifestazione di Verona, che sarà semplicemente sulla bellezza del matrimonio, i diritti dei bambini, l'ecologia umana integrale, la donna nella storia, dando come sempre degli omofobi agli organizzatori, quando l'omosessualità non è proprio messa a tema in quei giorni? Perché i giornali rilanciano bufale ("il governo finanzia e patrocina la manifestazione di Verona", "ci sono relatori favorevoli alla pena di morte per gli omosessuali")? Chi viene offeso da questo annunciare la bellezza della famiglia? [...]
Le lobby lgbt sono l'unica categoria protetta e intoccabile, altro che omofobia. Però organizzare una marcia pacifica per continuare a dire che la famiglia è bella è offensivo?
Non paghe di avere sparso tanto odio e tanta bruttezza attorno a sé, le femministe di senonoraquando propongono uno sciopero per l'8 marzo. Una delle forme suggerite è lo sciopero del sorriso per chi fa lavori di cura e di servizio, o di rapporto con clienti. E qui scadiamo nel grottesco. Se chi serve qualcuno - pazienti o clienti - lo fa senza sorriso, perde tutta la bellezza di quello che fa. Propongo invece di fare un contro sciopero domani, e di spargere sorrisi (magari se avete i denti dritti postate le vostre foto sui social) per annunciare al mondo che siamo felici di essere donne e uomini che danno la vita per gli altri, perché la vera grandezza è servire, ed è povero e triste solo chi vive per sé.

Nota di BastaBugie: l'articolo cita il volantino della Lega di Crotone dal titolo "8 marzo: chi offende la dignità della donna?". Qui sotto trovate la trascrizione integrale del volantino. Purtroppo il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, commentando il volantino ha incredibilmente dichiarato: "Non ne ero a conoscenza e non ne condivido alcuni passaggi. Lavoro per la pari dignità uomo-donna e papà-mamma".
Le ministre M5s, Elisabetta Trenta, Giulia Grillo e Barbara Lezzi, hanno definito il volantino "scioccante". "Leggere che 'offende la dignità delle donne chi ne rivendica l'autodeterminazione suscitando un atteggiamento rancoroso nei confronti dell'uomo' ci riporta indietro di decenni. Come donne di questo governo esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione. Ci auguriamo e confidiamo che i vertici della Lega prendano quanto prima le distanze". Come abbiamo visto, tale presa di distanza è ahimè prontamente avvenuta.
Ecco dunque la trascrizione integrale del volantino dello "scandalo":
8 Marzo: Chi offende la dignità della donna?
- Chi sostiene una cultura e promuove iniziative favorevoli alla vergognosa e ignominiosa pratica dell'utero in affitto;
- chi sostiene proposte si legge (anche a livello regionale) che tendono a imporre la neo-lingua che sostituisce i termini "mamma e papà" con "genitore 1 e genitore 2";
- chi ritiene che la donna abbia bisogno di "quote rosa" per dimostrare il proprio valore;
- chi sostiene una cultura politica che rivendica una sempre più marcata e assoluta autodeterminazione della donna che suscita un atteggiamento rancoroso e di lotta nei confronti dell'uomo;
- chi contrasta culturalmente il ruolo naturale della donna volto alla promozione e al sostegno della vita e della famiglia;
- chi strumentalizza la donna, come anche i migranti e i gay, per finalità meramente ideologiche al solo scopo di fare la "rivoluzione" e rendere sempre più fluida e priva di punti di riferimento certi la società.
La Lega Salvini Premier di Crotone è convinta che la donna ha una grande missione sociale da compiere per il futuro e la sopravvivenza della nostra nazione, non sia, pertanto, mortificata la sua dignità da leggi e atteggiamenti che ne degradano e ne inficiano il suo infungibile ruolo.

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 08/03/2019

2 - IL NOME DELLA ROSA: NUOVA FICTION, VECCHI ERRORI
La miniserie tv finanziata da RaiCinema (con i nostri soldi) è peggiore del già pessimo film del 1986 tratto dal libro di Umberto Eco
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11/03/2019

Già dalla prima scena si è capito che la nuova versione-kolossal de Il nome della rosa (finanziata da RaiCinema, cioè dal contribuente) era anche peggio della precedente, il film di Jean-Jacques Annaud del 1986, tratto dal «palinsesto» di Umberto Eco. Il quale, pretendendo questa aggiunta nei titoli, chiarì che il film non poteva rappresentare tutta la complessità del romanzo bestseller omonimo. La prima scena di cui dicevamo è una scritta che avverte lo spettatore che nel 1327, anno in cui si svolge la vicenda, l'imperatore Ludovico stava cercando di «separare la politica dalla religione». Messa così, è chiaro che la simpatia dello spettatore si orienterà verso l'imperatore, che la Chiesa vorrebbe sottomettere imponendo ai posteri uno stato teocratico di tipo, per intenderci, khomeinista.

LA STORIA DICE IL CONTRARIO
La storia, vera, dice però il contrario: tutta la lunga Lotta per le Investiture, dal secolo XI al Concordato di Worms del 1122, fu combattuta perché era l'imperatore a voler mettere il cappello sulla Chiesa decidendo lui la nomina dei vescovi. L'imperatore che regnava nel 1327, Ludovico IV il Bavaro, aveva deciso allora di tagliare del tutto i legami con la Chiesa. Infatti, fu il primo imperatore a farsi incoronare non dal papa, ma da un laico, quello Sciarra Colonna che aveva preso a schiaffi il papa Bonifacio VIII ad Anagni. Gesto che simbolicamente chiuse il Medioevo cristianissimo. Gesto la cui portata Bonifacio VIII comprese benissimo, tant'è che ne morì di crepacuore.
La Chiesa, come previsto, finì alla mercé del potere politico: nel 1327 il pontificato non era più a Roma ma ad Avignone, deportato in Francia da Filippo il Bello, il distruttore dei templari. Il potere politico, privo della guida, e del freno, di un'autorità morale, da allora divenne sempre più assoluto, culminando nei totalitarismi del secolo XX.
Il kolossal televisivo già dalla prima puntata ci ha presentato un inquisitore veramente esistito, Bernardo Gui, come la quintessenza del fanatismo più ottuso e ideologico, quasi che l'Inquisizione fosse stata l'antesignana della Gestapo, delle SS e del Kgb. Ora, poiché nessuno storico da decenni si sente di sostenere una fesseria del genere, ecco che una fiction ricavata da un romanzo (fiction a sua volta) ripropone in tutto il suo squallore «gotico» la leggenda nera sull'Inquisizione e i «secoli bui», propalandola per il pianeta alle nuove generazioni (la fiction, infatti, è stata acquistata da molti Paesi).

QUALCHE VERITÀ DA RICORDARE
Trent'anni fa medievisti come Franco Cardini e Marco Tangheroni si spesero per ricordare che:
a) i monasteri medievali erano fari di cultura, non di ignoranza;
b) essi sfamavano i dintorni, tant'è che è rimasto il detto «cosa passa il convento oggi?;
c) le biblioteche monastiche non avevano affatto passaggi segreti o libri inaccessibili;
d) il divieto di ridere lo immaginava Eco, laddove i monaci copiarono e tramandarono anche opere pagane licenziose come quelle di Ovidio;
e) Bernardo Gui fu un mite inquisitore e un fine intellettuale, stimato come il maggiore storico del suo tempo;
f) non si potevano accendere roghi su due piedi, la procedura era complessa e garantista;
g) i dolciniani, per realizzare il loro comunismo utopico, saccheggiavano e uccidevano.
Ancora: il papa Giovanni XXII mai si sognò di abolire i francescani, ma disputava con gli eretici «fraticelli» francescani che intendevano instaurare la povertà assoluta; e i termini della questione sfociavano nell'eresia dell'abolizione, di principio, della proprietà privata. Eccetera.
Ma la potenza delle immagini, in prima serata e a puntate, è praticamente invincibile. La generazione dei Tangheroni, ma anche dei Messori e, ma sì, dei Cammilleri, ha già dato. Tocca adesso alle nuove leve, se ci sono, ricominciare, con pazienza, di nuovo tutto da capo.

Nota di BastaBugie: per conoscere meglio l'autore del romanzo Il nome della Rosa, clicca in uno dei due seguenti link per leggere il relativo articolo.

UMBERTO ECO, RELATIVISTA ANTICATTOLICO E ANTISTORICO... PER QUESTO ESALTATO DAL MONDO
Nel suo famigerato romanzo, Il nome della rosa, deturpa la verità storica su medioevo e inquisizione arrivando alla conclusione che Dio e la verità non esistono
di Aldo Vitale
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4114

MUORE UMBERTO ECO, IL FRUTTO PEGGIORE DELLA CULTURA TORINESE ED ITALIANA DEL XX SECOLO
L'autore de ''Il nome della rosa'' a 22 anni abbandonò la fede e diventò un nominalista, cioè non credeva che esistano verità universali (tanto meno Dio), ma solo nomi convenzionali
di Roberto de Mattei
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4125

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11/03/2019

3 - EX FEMEN (OGGI PROLIFE E CATTOLICA) SI OCCUPERA' DI MATERNITA' PER IL BRASILE
L'ex femminista, oggi pentita e mamma felice, militante pro life e cattolica fervente, è stata chiamata dal governo Bolsonaro al ministero della famiglia
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Sito del Timone, 26/02/2019

Dal femminismo abortista alle battaglie pro life, dall'attivismo anticlericale alla conversione al cattolicesimo, dalle Femen al governo Bolsonaro, dalle proteste a seno nudo al Rosario. È l'incredibile parabola di Sara Winter.
Ventisei anni, caschetto biondo platino e corpo coperto da tatuaggi, Sara nel 2012 è stata la fondatrice del ramo brasiliano delle Femen, movimento femminista nato in Ucraina e diventato famoso in tutto il mondo per le proteste a seno nudo delle sue attiviste, che in diverse occasioni hanno preso di mira le chiese cattoliche, arrivando qualche volta fino a Piazza San Pietro.
Sara, in particolare, nel 2014 è stata protagonista, quasi totalmente nuda, di un provocatorio bacio saffico con un'altra donna, a sua volta seminuda, appoggiate ad una croce di fronte alla Basilica di Nostra Signora della Candelaria a Rio de Janeiro, gesto simbolo di un attivismo che la vedeva impegnata a fianco delle istanze Lgbt e per la difesa dell'aborto in Brasile, aborto che lei stessa ha praticato nella sua vita, lasciando una ferita che evidentemente è diventata nel tempo - un tempo straordinariamente breve - una feritoia.
Infatti, sarà proprio una nuova gravidanza ad aprire la strada per la sua conversione: «Il dolore per l'aborto era devastante, non credevo certamente in Dio, ma lui credeva in me», racconta Sara in una delle sue tante testimonianze. «Ero di nuovo incinta e all'improvviso ho capito che Dio mi stava dando una seconda possibilità». Sara renderà pubblica la sua conversione a metà dicembre del 2015 ripercorrendo il suo cammino nel libro Bitch, no! Seven times I was betrayed by Feminism ("Cagna, no! Le sette volte in cui sono stata tradita dal femminismo"): «Mi sono pentita di aver abortito e oggi chiedo perdono. Da quando ho partorito mio figlio la mia vita ha assunto un nuovo significato, lo scrivo mentre dorme serenamente sul mio grembo: è la sensazione più bella del mondo». Poi aggiunge: «Per favore, donne che volete disperatamente abortire, riflettere attentamente su questo: io ho sofferto profondamente per averlo fatto, non voglio lo stesso per voi». Nel volume, la Winter rinnega il suo precedente attivismo spiegando: «Ho visto il movimento femminista fare da scudo ai pedofili» e ancora: «Per loro le donne sono oggetti utili per aizzare l'odio contro la religione cristiana, l'odio contro gli uomini, l'odio contro la bellezza delle donne, l'odio contro l'equilibrio delle famiglie».
E proprio di donne e di famiglia andrà a occuparsi Sara Winter per il governo Bolsonaro. L'ex femminista, oggi mamma felice di Hector Valentim, militante pro life e cattolica fervente - è stata infatti chiamata dal ministro Damares Alves a ricoprire un ruolo nel dipartimento delle politiche delle donne del ministero delle donne, della famiglia e dei diritti umani, a fianco della segretaria Tia Eron. Commentando il suo nuovo incarico su Facebook, la Winter spiega: «Ho trascorso 40 giorni a fianco di Tia Eron al Senato per conoscere la politica e la pubblica amministrazione. A Dio piacendo, posso contribuire con le mie conoscenze in una delle aree del Segretariato delle donne: le politiche sulla maternità. Ringrazio tutti per gli auguri! Spero che vada tutto bene e prometto di dare il mio massimo per amare, accogliere e far vivere le donne e i bambini del Brasile».

DOSSIER "FEMEN"
Il delirio del femminismo

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Sito del Timone, 26/02/2019

4 - REGIONE LOMBARDIA: CANI SEPPELLITI CON GLI UOMINI E BAMBINI NON NATI NEI RIFIUTI SPECIALI
E poi: Ru486 anche in day hospital, profilattici gratis agli studenti... la Lombardia rinnega il suo passato prolife
Autore: Luca e Paolo Tanduo - Fonte: Cultura Cattolica, 21/02/2019

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la Legge di riforma dei servizi cimiteriali e funerari. E' stato approvato all'unanimità anche un emendamento del Partito democratico, che modifica parzialmente le disposizioni in materia di sepoltura dei bambini non nati, chiamati nell'emendamento «prodotti del concepimento», a seguito di interruzione (volontaria e non) di gravidanza. L'emendamento introduce che ciò dovrà avvenire «esclusivamente su esplicita richiesta della donna o di chi è titolato alla decisione», nel caso ad esempio di minorenni o di persone incapaci di intendere e di volere. La precedente norma imponeva che venisse loro data comunque sepoltura, restituendo ai bambini non nati la dignità di persone invece di essere trattati come rifiuti speciali.
Un'altra modifica significativa introdotta è che si trasferisce «dalla famiglia» alla «sola donna» la decisione.
«Così - avvisa don Maurizio Gagliardini, presidente dell'associazione "Difendere la vita con Maria" creata proprio per dare sepoltura ai bambini abortiti - nel sottolineare il peso decisionale esclusivo della donna, per voler accentuare a tutti i costi la legge 194, in realtà si va a discriminare il ruolo del padre e della genitorialità». Secondo il sacerdote, «il concepito con questo indirizzo diventa proprietà della donna, che infatti con la nuova norma ne potrebbe disporre. Ma non è così: il concepito è autonomo, nella sua vita e nella sua libertà».

UN PASSO INDIETRO
Nell'intervista rilasciata al quotidiano "Avvenire" don Gagliardini sostiene che le cose dovrebbero rimanere come sono ora, con l'obbligatorietà che embrioni e feti siano collocati all'interno dei cimiteri in appositi spazi per chi desidera ricordarli o in luoghi dove già oggi vengono inumati gli altri resti umani. Don Gagliardini afferma: «Mi sembra che la norma sia un passo indietro nonostante rimanga il fatto che embrioni e feti si possano comunque onorare con una sepoltura». Il seppellimento dei bambini non nati, oltre a restituire una dignità a questi bambini, mantiene viva la coscienza sull'aborto che con il seppellimento esce dal nascondimento e lo rende pubblicamente visibile. Cancellare il seppellimento è come voler nascondere quello che è successo e far finta di nulla, ma non è e non sarà mai così perché quello che è avvenuto è la perdita di una vita umana.
La nuova Legge di riforma dei servizi cimiteriali e funerari dà anche la possibilità che gli animali d'affezione siano tumulati con i loro proprietari. L'articolato è stato approvato dal Consiglio regionale con 41 sì e 29 no e specifica che «per volontà del defunto o su richiesta degli eredi, possono essere tumulati in teca separata, previa cremazione, nello stesso loculo del defunto o nella tomba di famiglia».

NESSUN FUNERALE PER GLI ANIMALI
Questa regola porrà molti problemi come già sui social hanno evidenziato alcuni sacerdoti, perché non ci può essere un funerale cristiano per gli animali domestici. La decisione di seppellire insieme uomini e animali prefigura una equiparazione che non è possibile, o il ritorno ad un paganesimo che si leggeva di solito sui libri di storia.
Insomma i cani seppelliti con gli uomini e i bambini non nati come rifiuti speciali. Una vergogna che si aggiunge alla decisione della Giunta regionale della Lombardia dello scorso 17 dicembre 2018 di rendere possibile la somministrazione del composto abortivo Ru486 anche in regime di day hospital. Decisione sbagliata perché favorisce l'uso di queste pillole abortive che lasciano sempre più sole le donne di fronte al dramma dell'aborto e perché questa pillola ha un tasso di mortalità 10 volte superiore all'aborto chirurgico. La deriva della regione Lombardia prosegue con la decisione di promuovere la distribuzione gratuita dei profilattici agli studenti. Insomma i tempi di un'amministrazione pro-life sembrano giunti alla fine.

Fonte: Cultura Cattolica, 21/02/2019

5 - GIORDANO BRUNO, IL FOLLE CHE FU SCOMUNICATO NON SOLO DALLA CHIESA CATTOLICA, MA ANCHE DA CALVINISTI E LUTERANI
Divenne l'icona del libero pensatore perseguitato: per questo i massoni gli fecero un monumento nel 1889 (che nonostante le proteste di più papi è ancora al suo posto)
Autore: Giovanni Tortelli - Fonte: Corrispondenza Romana, 27/02/2019

Giordano Bruno visse esattamente il ruolo che si era imposto, quello dell'intellettuale puro ma scaltro, trasfigurato dallo studio della filosofia e delle scienze ma maudit fino in fondo, fino al punto di rifiutare il crocifisso sul rogo che l'avrebbe consumato all'alba del 17 febbraio 1600 in Campo de' Fiori.
Gesto coerente con lo spirito antireligioso che lo aveva animato per tutta la vita. Ebbe certamente l'intelligenza, l'erudizione, la prodigiosa memoria e la sete per un sapere che non conosceva limiti nemmeno morali, ebbe la passione e la forza di carattere, ma non fu mai un uomo di fede nonostante l'abito domenicano rivestito da quando aveva quindici anni e il sacerdozio conseguito con tutti i crismi.
Nato a Nola nel 1548, già al tempo del noviziato a Napoli era stato denunciato per aver difeso l'arianesimo, per aver dubitato che Padre e Figlio nella SS. Trinità avessero la medesima natura, per aver confuso lo Spirito Santo con l'«anima dell'universo» e quindi con le filosofie pitagoriche, e per esser uso a disprezzare le immagini dei santi.
Nel 1576 fuggì a Roma ma anche da lì dovette ben presto allontanarsi perché raggiunto dalla denuncia di aver occultato delle opere di san Giovanni Crisostomo e di san Girolamo perché annotate con le glosse proibite di Erasmo da Rotterdam, e forse anche perché coinvolto in qualche modo nell'omicidio di un confratello (V. Spampanato, Documenti della vita di Giordano Bruno, Olschki 1933, pp. 125-126).
Fu a questo punto che lasciò l'abito domenicano. Si diresse quindi a Genova dove visse impartendo lezioni di grammatica e di astronomia. In quest'epoca Bruno manifestò anche il passaggio al materialismo filosofico, e in astronomia all'eliocentrismo copernicano. Ma le peregrinazioni dell'ex domenicano erano solo agli inizi: sempre nel 1576, da Genova si spostò in varie città, per raggiungere infine Ginevra, dove trovò l'aiuto del marchese de Vico che là aveva radunato una piccola comunità di napoletani passati al protestantesimo.
Giunto a Ginevra nel 1578, Bruno si fece subito calvinista, si iscrisse alla "chiesa protestante italiana" e si immatricolò come studente di teologia. Anche se egli vedeva ormai la religione non come mezzo di manifestazione di verità ma solo come strumento uniformante e repressivo della società, si rendeva conto che senza un'appartenenza religiosa non era possibile convivere in alcun consesso sociale. In breve tempo però riuscì a mettersi nei guai anche coi calvinisti, cioè con la quasi totalità della popolazione ginevrina: arrestato per diffamazione nel 1579, fu processato e scomunicato e obbligato alla ritrattazione.

MORDI E FUGGI EUROPEO
Lasciata Ginevra passò da Lione per poi stabilirsi per due anni a Tolosa, città cattolica, sede di un'importante università, presso la quale fu lettore del De anima di Aristotele. Ma dopo essersi attirato l'ostilità degli aristotelici per la sua adesione all'ars combinatoria di Lullo, nel 1581 passò a Parigi dove insegnò con profitto e la sua fama giunse fino al re Enrico III di Valois che lo fece "lettore straordinario e provisionato", cioè stipendiato. A Parigi scrisse il Candelaio, commedia che descrive un mondo assurdo, violento e corrotto, i cui protagonisti sono la magia e l'alchimia, l'amore infedele e la beffa.
Nell'aprile 1583 giunse a Londra come accompagnatore dell'ambasciatore francese de Castelnau. A Londra, Bruno pubblicò tre opere in latino che avevano come oggetto la memoria e la disposizione di tutte le arti e scienze (ars combinatoria, cabala) in formule che assicurassero un sapere sempre più illimitato e i Dialoghi italiani, dedicati alla metafisica del sapere, attraversati da quell'amarezza già evocata nel celebre ossimoro del Candelaio: "In tristitiahilaris, in hilaritatetristis". La pubblicazione di quest'opera sollevò un vespaio e dovette scappare anche da Londra, rientrando in Francia.
A Parigi continuò la sua denigrazione contro la Chiesa cattolica e contro i Sacramenti e in special modo l'Eucaristia «ignoti a san Pietro e a san Paolo» (A. Verrecchia, Giordano Bruno: la falena dello spirito, Donzelli 2002).Si inimicò anche l'ambiente dei sorbonisti che all'epoca era totalmente di formazione aristotelica e decise perciò di partire per la Germania, prima a Magonza e poi a Wittenberg.
A Wittenberg però la fazione calvinista della città riconobbe in lui l'antico avversario di Ginevra e gli fu subito ostile e così, pur dopo aver composto l'Oratio valedictoria nella quale esaltava Lutero, Bruno dovette riparare a Praga presso re Rodolfo II d'Asburgo che lo accolse benevolmente e al quale dedicò lo scritto Articuli centum et sexaginta.
Nel 1589, da Praga si trasferì a Helmstädt (Bassa Sassonia) dove fu incoraggiato dal principe Enrico Giulio figlio del regnante duca di Braunschweig. Qui si occupò ancora di mnemotecnica, di cosmologia e di metafisica a cui aggiunse anche quattro trattati di magia (De Magia; Theses de magia; De magia mathematica; De rerum principiis et elementis et causis). Per motivi ignoti fu scomunicato dal sovrintendente della chiesa luterana della città, ottenendo il primato di essere scomunicato contemporaneamente da tre confessioni religiose, la cattolica, la calvinista e la luterana.
Nell'aprile 1590 lasciò Helmstädt e giunse a Francoforte dove scrisse, fra le altre cose, De triplici minimo et mensura, un testo che sviluppava ancor più i suoi studi sulla matematica e sulla memoria e che giunse nelle mani del nobile veneziano Giovanni Mocenigo, il quale invitò Bruno a Venezia. Questi accolse subito l'offerta, forse perché vedeva nella Repubblica di san Marco la realizzazione dei suoi ideali di potenza e libertà.
Nel marzo 1592 cominciò a impartire a Mocenigo le lezioni concordate ma il giovanotto ne rimase deluso e chiese a Bruno la restituzione del compenso che gli aveva già elargito. Fu la rottura. Quando Bruno stava per lasciare definitivamente Venezia per tornare a Francoforte, Mocenigo, la notte del 21 maggio 1592, lo fece sequestrare dai suoi servitori dopo averlo denunciato al Sant'Uffizio.

LO SCONTATO FINALE
Mocenigo accusava Bruno di non credere né alla transustanziazione, né alla distinzione di Dio in Tre Persone, inoltre di credere nella pluralità dei mondi e di avere tanto in odio la Chiesa da incitare gli Stati alla confisca di tutti i beni ecclesiastici (Spampanato, cit., pp. 59 ss.).
Queste accuse erano tanto più gravi perché confermavano tutti i capi d'imputazione che Bruno aveva collezionato fin dai tempi del suo noviziato, classificandolo come un recidivo. Quando Giordano Bruno fu condotto in prigione, furono sequestrate anche tutte le sue carte. Non uscì più dal carcere e Roma ne ottenne ben presto l'estradizione da Venezia.
Fondamentalmente, Bruno fu per tutta la sua vita il nemico giurato del principio d'autorità, che egli vedeva realizzato in tutte le religioni ma in special modo in quella cattolica. Per Bruno infatti la religione era veicolo di verità, che egli trovava invece unicamente nell'esercizio dell'intelligenza, quindi solo nella pratica della filosofia. A tal fine nello Spaccio de la bestia trionfante, dialogo londinese del 1584, cerca di espellere ("spaccio") dal cielo tutti i vizi riportandovi le virtù, in un collegamento diretto fra uomo, natura e Dio (ma quale Dio?), escludendo completamente ogni confessione religiosa.
Giordano Bruno divenne ben presto l'icona del libero pensatore immolato per i suoi ideali dall'oscurantismo cattolico. Più tardi, la nascente massoneria riconobbe in lui l'"indomito spirito di ricerca, ribelle a qualsiasi imposizione dogmatica, un ideale affine al libero pensiero su cui essa si fonda" (A. Mola, Storia della massoneria italiana, Bompiani 1984).
Il monumento eretto in suo onore in Campo de' Fiori, inaugurato il 9 giugno 1889, giorno di Pentecoste, fortemente voluto dalle forze anticlericali e massoniche, suscitò violentissime polemiche: papa Leone XIII chiese che la statua non fosse esposta al pubblico, il giorno dell'inaugurazione digiunò davanti alla statua di san Pietro e chiese che in Campo dei Fiori venisse eretta una cappella riparatoria.
Minacciò anche di lasciare Roma, minaccia che l'anticlericale Francesco Crispi, allora presidente del Consiglio, colse al volo per dichiarare che se il Papa se ne fosse andato da Roma non vi sarebbe tornato mai più. Nemmeno coi Patti Lateranensi del 1929 si riuscì ad abbattere la statua, più volte contestata anche da parte di Pio XII. Essa rimane come ricordo di una sfida alla Chiesa che percorre i secoli.

Nota di BastaBugie: insieme al "caso Galileo", quello di Giordano Bruno, morto sul rogo nel 1600, è uno dei più utilizzati per attaccare la Chiesa Cattolica. Per approfondire la sua storia si può acquistare il quaderno del Timone scritto da Mario Iannaccone dal titolo "Il caso Giordano Bruno". Il quaderno ricostruisce le vicende realmente accadute basandosi sui fatti e soprattutto cercando di "entrare" nella mentalità e nella cultura dell'epoca, presupposto indispensabile per scrivere sinceramente di storia. Adatto soprattutto ai docenti e agli studenti delle scuole medie superiori. Ha 68 pagine e costa appena 6 euro. Puoi ordinarlo sul sito del Timone al seguente link:
http://www.iltimone.org/prodotto/il-caso-giordano-bruno-di-mario-arturo-iannaccone-a13/

Fonte: Corrispondenza Romana, 27/02/2019

6 - VACCINI PRODOTTI ATTRAVERSO FETI ABORTITI: LA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA CAMBIA IDEA
Un convegno a Roma cerca di abbattere il muro di silenzio e di spiegare a genitori e operatori che l'alternativa eticamente sostenibile c'è, basta volerla!
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/03/2019

Se ne discute da molto tempo, ma molti continuano a non sapere: è la questione dei vaccini prodotti attraverso feti abortiti. Una questione che potrebbe e dovrebbe interrogare le coscienze dei cattolici, e non solo loro. Una realtà a volte negata, ora semplicemente minimizzata. In fondo - dice qualcuno - per ottenere le linee cellulari necessarie per produrre vaccini come quello contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella o contro l'Epatite A sono stati sufficienti due feti abortiti, due feti sani, ovviamente, e quindi esito di interruzioni volontarie di gravidanza.
Due bambini mai nati. Una femmina svedese abortita nel 1962 e un maschietto inglese nel 1966. Dai loro polmoni sono stati estratti fibroblasti (cellule del tessuto connettivo) che hanno composto le linee cellulari WI-38 e MRC-5, tuttora utilizzate. Sono i terreni di coltura che rendono i virus adatti a essere inseriti nei vaccini. Solo due, dicono i giustificazionisti, anche se a detta degli stessi ricercatori dedicati ai vaccini sono servite decine di altre piccole vittime per arrivare a queste due linee cellulari, vite umane sacrificate in nome di un imperativo tecnologico, giustificato dal fatto che questi vaccini possano salvare altre vite. Ma il fine non giustifica mai i mezzi.
La gran parte delle persone ignora questa realtà, tra cui i genitori che portano i bambini a vaccinare, e anche molti operatori. La ignora anche il mondo cattolico, che tace.

IL DIETROFRONT DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA
Eppure, non trattandosi di evidenze recenti, ma ormai consolidate, la Chiesa ebbe modo già anni fa di pronunciarsi autorevolmente. La Pontificia Accademia per la vita, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1994, si pronunciò sui vaccini ricavati da cellule fetali con un documento del 2005. Il documento illustrava correttamente e in modo documentato come fossero state prodotte quelle linee cellulari, stigmatizzandone l'uso. Il documento dell'Accademia per la Vita parlava "di vera e illecita cooperazione al male", e invitava i cittadini ad opporsi con l'obiezione di coscienza, e a fare pressioni sulle aziende perché progettassero linee cellulari alternative e chiedendo "un controllo legale rigoroso".
Tredici anni dopo, la Chiesa ha fatto un netto dietrofront. La Pontificia Accademia ha cambiato idea, grazie probabilmente ai nuovi consulenti introdotti in anni recenti, molti dei quali dichiaratamente agnostici o atei, ed è diventata possibilista e tollerante. Si sostiene che nel passato i vaccini "possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali".
È come se si dicesse che i reati sono caduti in prescrizione. Sì, sono stati utilizzati feti abortiti, ma è successo tanti anni fa. E la cooperazione morale al male di cui parlava la stessa Accademia nel 2005?

UN CONVEGNO PER ROMPERE IL MURO DEL SILENZIO
Per rompere il muro di silenzio, di non conoscenza, se non addirittura di acquiescenza che esiste su questa questione, è stato organizzato un Convegno che si terrà a Roma il prossimo 13 marzo presso la Casa Bonus Pastor, via Aurelia 208. Promosso dall'associazione culturale Renovatio 21, il dibattito vedrà la partecipazione di medici e scienziati con l'importante presenza del cardinale Raymond Leo Burke. Il cardinale americano è come noto uno dei prelati più impegnati nella difesa della vita umana, senza se e senza ma. La sua presenza servirà a ribadire le ragioni che portarono l'Accademia per la Vita a condannare l'utilizzo di feti abortiti, una condanna che non è affatto superata né caduta in prescrizione, e deve essere ribadita anche a livello di pastorale della salute.
Dal punto di vista scientifico, sarà molto interessante ascoltare la ricercatrice Theresa Deisher, che afferma di aver trovato tracce di DNA fetale in diversi vaccini, e che questa presenza potrebbe spiegare lo scatenarsi di risposte autoimmuni nei bambini vaccinati.
Un convegno che si pone anche l'obiettivo di contrastare scientificamente ed eticamente il principio della liceità dell'uso degli esseri umani (poco importa se feti) per la produzione industriale, di farmaci come di creme di bellezza.
L'obiettivo è anche quello di creare un movimento di opinione pubblica che sostenga l'obiezione di coscienza rispetto all'utilizzo di questi prodotti. Ciò potrebbe servire a spingere le aziende farmaceutiche a diversificare la loro ricerca: esistono già delle alternative possibili, come le cellule di embrione di pollo. La scelta delle cellule umane quindi non è affatto obbligata.
Se un tipo di pressione da parte dei consumatori è servito per eliminare l'olio di palma nei biscotti, perché non chiedere e ottenere che i vaccini non vengano prodotti con linee cellulari di bambini abortiti? E infine, questo convegno può essere l'occasione per ribadire il diritto all'obiezione di coscienza rispetto all'aborto e a tutte le pratiche che non rispettano l'intangibilità della vita umana. Un diritto che deve essere riconosciuto sia alle famiglie chiamate a vaccinare i figli, che agli operatori.

Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Antirazzismo, la nuova bioetica di Paglia sta a Sinistra" racconta che il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Paglia è stato conquistato dal corteo Antirazzista di Milano, dove si sono dati appuntamento tutti i cliché della Sinistra italiana. Nessun sostegno invece dette monsignor Paglia a Family Day e Sentinelle in piedi. È la nuova bioetica, ovvero una marcia in più verso il baratro.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 5 marzo 2019:
Almeno adesso sappiamo da che parte sta monsignor Vincenzo Paglia. Non che prima non lo intuissimo, ma il sentirlo lodare magnificamente dalla colonne di Repubblica la marcia antirazzista organizzata dal consorzio della Sinistra unita sabato scorso a Milano, ci ha confermato nel sospetto. Sta a Sinistra. Punto. Senza particolari distinguo né proclami. Voterà anche Pd? Forse, ma in fondo, non è che importi più di tanto.
Importa semmai il fatto che il presidente della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) si riconosca entusiasticamente nel popolo allegro e canterino che sabato ha detto no al razzismo. Della serie: dovrei difendere la vita nascente e terminante, ma preferisco concentrarmi sulle questioni esistenziali come appunto l'immigrazionismo e il razzismo da combattere. Che poi, c'è un'Italia che il razzismo proprio non lo vede in questo Paese, forse perché semplicemente non c'è, ma dato che l'ordine di scuderia è quello di combattere la Lega di Salvini, allora si grida forte al razzismo certi che qualcuno ascolterà.
E Paglia è uno di quelli che ha ascoltato e ha trovato così importante la marcia di sabato da sposarla in toto, unendosi così al coro di politici (tutti di Sinistra), leader nazionali e segretari generali di sigle come Cgil, Cisl, Uil, Arci, Emergency, Amnesty International, Medici senza frontiere. «Tutti uniti - riportano le cronache - in nome della tolleranza e del rispetto dei diritti delle persone e delle minoranze, in un ventaglio larghissimo che va dai migranti all'universo Lgbt, dai disabili alle donne».
E per fortuna che la Chiesa non fa politica (papa Bergoglio dixit)! Questo assist del vescovo santegidino al Pd cos'e, allora? Nel gradino della militanza un poco sotto l'andare alla sezione della Garbatella con Calenda a fare lo scrutinatore, ma comunque molto più che friggere il baccalà al Ciao mare alla Festa dell'Unità.
Ecco la collocazione ideale di Paglia. Il quale nel corteo antirazzista ci ha visto persino questo: «Un antidoto contro «lo smarrimento della speranza». Quale speranza? Non certo quella cristiana, forse la speranza di disegnare un'Italia multicult e senza radici. Ma allora non è speranza, questa. E' il cambio di paradigma della speranza. Semmai è progetto politico che si ammanta di buoni sentimenti per una causa utopistica: quella della convivenza degli uomini in forza di un'ideologia e non di un idem sentire, a prescindere dalla loro storia. E' questa semmai la vera utopia a cui ci si abbevera, non certo «l'utopia della fraternità scritta nel profondo del credo cristiano» (ha detto anche questo!).
Insomma, Paglia si sente in buona compagnia con il leader radicale di +Europa Riccardo Magi, con Gino Strada, con il nei segretario Pd Zingaretti e con il sindaco di Milano Sala. Contento lui. Resta soltanto da vedere come questa compagnia della quale sposa le battaglie politiche sia compatibile con il suo ruolo di guida dell'Accademia per la vita che fino a ieri era in prima linea proprio per affermare il principio dell'intangibilità della persona umana. Perché sabato si è manifestato contro il razzismo, ma contemporaneamente anche per affermare i diritti Lgbt, l'espressione delle libertà più antropologicamente distruttive della persona come l'utero in affitto o contro l'omofobia. C'era persino un cartello contro il disegno di legge Pillon. Che cosa c'entra con il razzismo? Nulla, eppure tutto fa brodo se l'obiettivo è politico.
Anche continuare a definirsi difensori della vita quando si scende in piazza idealmente come ha fatto il vescovo a braccetto con chi quella vita non perde occasione per picconarla. E Paglia, che per ruolo dovrebbe essere dall'altra parte, ci sguazza. E adesso si pone in scia di un movimento che non ha nulla del messaggio cattolico. In scia, non alla testa, perché il suo endorsement è arrivato a manifestazione già conclusa, sposata ex post. Come un maitre a penser giunto al traino per portare acqua all'ideologia immigrazionista che per affermarsi deve dipingere un'Italia razzista e antipatriottica (sì, ha parlato anche di un sano amor di patria di riscoprire!).
Il risultato è un ecclesiastico che va al traino di una forza politica, il Pd, la quale non trova niente di meglio da fare che criminalizzare un avversario che non riesce a sconfiggere nelle urne: ecco il triste destino di chi come Paglia, ma anche Avvenire che ci ha aperto il giornale, ha ceduto alle sirene del kulturkampf antirazzista per incapacità di ascoltare quel popolo che pretende di interpretare senza conoscere. Con l'ansia di comunicare che è questa l'Italia migliore, quella che costruisce ponti, si rischia di fare un grave torto ad una fetta maggioritaria di Italia che proprio non capisce. Le famiglie che manifestavano nel corso dei Family Day ad esempio non avevano ricevuto un plauso del genere. E nemmeno i tanti che partecipano alle veglie delle Sentinelle in piedi sono riconosciute nella loro testimonianza da Paglia. No, quella è l'Italia che innalza muri, per il nostro.
Ma in fondo, è tutto coerente con il nuovo corso dato alla PAV. [...] Un nuovo corso che delinea un mutato registro dottrinale sui temi morali in cui alla dignità della persona umana si sostituisce l'esistenza, una congerie di fatti e condizioni come l'immigrazione o la fratellanza universale.
Che cosa c'entra dunque la bioetica, allora? Nei fatti più nulla, si è eclissata andando a rivestire le istanze di nuovi paradigmi sociali: povertà, disagio, ambiente, immigrazione, i quali ora sono più importanti di aborto (non abbiamo sentito da parte del presidente PAV una condanna della legge sull'aborto a New York) e eutanasia perché ormai - e anche per la PAV - la giustizia sociale ha maggior peso della giustizia naturale. E partecipando idealmente a Milano, Paglia non sta facendo altro che applicare alla lettera il programma.


DOSSIER "VACCINI OBBLIGATORI"
Se è lo Stato a decidere il bene dei tuoi figli...

Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/03/2019

7 - GLI ATTORI GARY COOPER E JOHN WAYNE: DA HOLLYWOOD ALLA CHIESA CATTOLICA
Le due icone del western dopo una vita sregolata, si convertirono al cattolicesimo con convinzione
Autore: Ermes Dovico - Fonte: Sito del Timone, 23/02/2019

Sono tra le più grandi star della storia del cinema e in una classifica pubblicata nel 1999 dall'American Film Institute figurano uno all'11° e l'altro al 13° posto tra gli attori maschili: parliamo dello statunitense Gary Cooper (1901-1961) e del connazionale John Wayne (1907-1979), due icone del western ma capaci di spaziare in diversi altri generi cinematografici. Famosissimi per le loro interpretazioni davanti alla cinepresa, sono invece molto meno note le rispettive storie di successo che vanno oltre gli applausi del mondo e hanno un nome dal gusto eterno: conversione.

GARY COOPER, DALLA PROPRIA VOLONTA' A QUELLA DI DIO
Partiamo da Gary (Frank James alla nascita) Cooper, nato nel Montana da genitori britannici e divenuto attore quasi per caso, «per sbarcare il lunario, dopo aver fallito come disegnatore e caricaturista politico», come raccontò alla giornalista Hedda Hopper. Il 15 dicembre 1933 sposò la cattolica Veronica Balfe, attrice appassionata di sport e chiamata dagli amici "Rocky", che quattro anni più tardi partorì l'unica figlia, Maria. Gary tradì la moglie più volte avendo flirt con alcune delle più belle dive di Hollywood, fino a perdere la testa nel 1948 - sul set del film La fonte meravigliosa - per Patricia Neal, di 25 anni più giovane di lui: la relazione adulterina si spinse al punto che nel '51 Cooper lasciò la famiglia con l'intenzione di divorziare da Veronica e accasarsi con l'amante, ma qualche tempo dopo tornò sui suoi passi comprendendo il vuoto della sua vita.
Intanto, già nel '50, era iniziato un lento, tortuoso ma comunque importante percorso di avvicinamento alla fede. Tre anni più tardi lui e la moglie, all'epoca ancora separati, incontrarono in udienza Pio XII, davanti al quale fece una gaffe (ricordata sull'Osservatore Romano): nell'atto di inginocchiarsi gli caddero le immaginette, le medaglie e i rosari che aveva portato con sé per farli benedire dal Santo Padre. Al di là di quel fugace imbarazzo l'incontro con papa Pacelli lo colpì molto, ma prima del superamento definitivo dei suoi mali (cadde in altri tradimenti) dovette succedere un altro fatto decisivo. Un giorno, di ritorno dalla Messa, la moglie e la figlia presero a parlare di padre Harold Ford, della sua erudizione e simpatia. Gary ne rimase intrigato: «Mi piacerebbe ascoltarlo un giorno». «Bene, vieni con noi», gli rispose Veronica. In breve Gary conobbe padre Harold, il «don Tipo Tosto» come l'aveva ribattezzato e con il quale condivideva tanti interessi. E iniziò ad andare a Messa ogni domenica.
In questo periodo lo aiutò tra l'altro a meditare uno dei Pensieri di Blaise Pascal, il 553, riferito a Gesù: «Non mi cercheresti se non mi avessi già trovato». Il 9 aprile 1959, Cooper ricevette infine il Battesimo nella Chiesa cattolica. Rispondendo nello stesso anno a Barry Norman che gli chiedeva il perché avesse compiuto quel passo, l'attore, dopo aver ricordato gli anni spesi a fare quasi esclusivamente la sua propria volontà, gli disse: «Lo scorso inverno ho iniziato a soffermarmi un po' di più su ciò che avevo in mente da tanto tempo [e ho pensato]: Coop, vecchio mio, devi qualcosa a Qualcuno per tutta la tua buona sorte». Pochi mesi più tardi Cooper scopre di avere un tumore alla prostata. Urla contro quel Dio crocifisso a cui aveva da poco detto sì? Niente affatto. La malattia progredisce, il cancro va in metastasi, ma lui è sereno. «Ciò che l'ha aiutato di più è la sua fede», dirà la moglie. «Lui non ha mai chiesto: Perché io? E mai si è lamentato». Ricevette allora molti messaggi, tra cui quelli di John Wayne e san Giovanni XXIII. «Io so che quello che sta succedendo è volontà di Dio. Non ho paura del futuro», dirà pochi giorni prima della morte. Che arriverà il 13 maggio 1961, festa della Madonna di Fatima.

JOHN WAYNE, SCOPRIRE DIO GRAZIE ALLA FEDELTA' DELLA MOGLIE
Anche John Wayne, al secolo Marion Robert Morrison, ebbe diverse amanti e addirittura, prima della conversione, divorziò due volte e altrettante volte si 'risposò' civilmente. Cresciuto in una famiglia di confessione presbiteriana, il 24 giugno 1933 sposò un'ispano-americana e cattolica devota: Josephine Alicia Saenz. Da lei avrà quattro dei suoi sette figli e a lei deve un pezzo di Paradiso. Anche dopo il divorzio voluto e ottenuto dall'attore (1945), Josephine manterrà fede al sacramento (si risposerà a 17 anni dalla morte di Wayne, già anziana) e pregherà incessantemente per la salvezza eterna del marito, consapevole di essere stata trasformata realmente in «una carne sola» con lui.
Come ha spiegato uno dei 21 nipoti della stella del western, padre Matthew Muñoz, in un'intervista alla Cna: «Mia nonna Josephine ha avuto un'influenza meravigliosa sulla sua vita e gli ha fatto conoscere il mondo cattolico», coinvolgendolo in vari eventi della Chiesa e raccolte benefiche. Anche per John Wayne il cammino di conversione è stato lunghissimo - ostacolato da una vita non certo esemplare tra adesione alla massoneria, peccati carnali, eccessi nell'alcol e nel fumo (contrarrà un tumore ai polmoni già nel '64) - ma il salutare influsso esercitato dalla moglie darà alla lunga i suoi frutti facendogli scoprire la bellezza del cattolicesimo.
Un anno prima di morire, già malato di tumore allo stomaco, ricevette il Battesimo dalle mani dell'arcivescovo di Panama, Marcos McGrath. All'atto del sacramento erano presenti la mamma e lo zio di padre Muñoz, che racconta pure come il nonno si rammaricasse di non essere divenuto cattolico già prima: «Questo fu uno dei sentimenti che espresse prima di morire», lamentando «una vita indaffarata». Il nipote sacerdote ricorda anche i pensieri scritti a mano da Wayne e rivolti al Creatore: «Ha scritto belle lettere d'amore a Dio, ed esse erano preghiere. Erano scritte alla maniera di un bambino e molto semplici ma allo stesso tempo anche molto profonde». Come coloro che tornano bambini per entrare nel Regno dei Cieli.

Fonte: Sito del Timone, 23/02/2019

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: PREFERISCO SBAGLIARE CON CHI AMA, CHE ESSERE NEL GIUSTO CON CHI CERCA LA DIVISIONE
Eppure nel Vangelo Gesù non ha mai detto che avrebbe portato pace e amore (peace and love era uno slogan sessantottino), ma semmai la spada e la divisione
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 12/03/2019

Gentile Redazione,
ho chiesto di cancellarmi dalla newsletter perché quella che all'inizio mi sembrava una posizione da approfondire, si è spostata su posizioni via via più estreme e soprattutto sempre meno cristiane e sempre più ideologiche.
Credo che un segno del fatto che una posizione è buona sia accorgersi che ci pacifica e ci rende più contenti. Quando una posizione produce più rabbia e meno amore, sicuramente non è cristiana. Lo dico anche per voi. Preferisco sbagliare con chi ama, che essere nel giusto con chi cerca la divisione.
L'unità si fa attorno a Cristo e alla sua chiesa. L'attacco continuo al cuore della Chiesa mi sembra un segno del Male e non mi sento più di aderirvi in nessun modo.
Vi invito a pensare alle persone che attaccate come se fossero i vostri figli e a pensare se quello che dite costruisce più gioia nella vostra vita personale o genera divisione intorno a voi e vi rende più rabbiosi. Vi auguro di riconsiderare l'origine del vostro lavoro e di essere felici!
Franca

Gentile Franca,
mi permetto di parlarle francamente... il Gesù di cui mi parla non lo trovo nel vangelo.
Gesù non ha mai detto che avrebbe portato pace e amore ("peace and love" era uno slogan sessantottino), ma anzi proprio Lui dice esplicitamente nel vangelo di non essere venuto "a portare pace, ma una spada", la divisione sarà anche in una stessa famiglia "padre contro figlio, figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre" (Cfr. Matteo 10,34-35).
Sono parole di Gesù molto chiare: da allora in poi gli uomini si sarebbero divisi tra chi accoglie la sua parola e chi la rifiuta. Anzi Gesù stesso continua ad affermare la verità anche quando questo provoca rifiuto e persecuzione tanto che poi lo mettono in croce per questo. Anche a Pietro Gesù non dà il compito di mettere d'accordo tutti, ma dice "conferma i tuoi fratelli nella fede". L'accordo a tutti i costi e la pace universale sono obiettivi del Nemico, non certo di Dio.
La sua frase "preferisco sbagliare con chi ama, che essere nel giusto con chi cerca la divisione" mi lascia francamente perplesso. Davvero preferisce sbagliare che essere nel giusto? Davvero si tratta di amore quando si sceglie consapevolmente l'errore? Davvero Gesù non ci ha amati a causa della divisione che ha creato nell'umanità tra chi aderisce a Lui e chi lo rifiuta? Quando Gesù afferma che darà la sua carne da mangiare la maggior parte delle persone che lo seguono se ne vanno ed allora gli apostoli gli dicono "questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?". In pratica lo stanno invitando a non usare questi discorsi divisivi... ma Gesù non adotta un linguaggio più inclusivo, anzi rilancia dicendo "volete andarvene anche voi?" che mostra quanto poco dialogante e pacificante sia disposto ad essere. A quel punto Pietro non gli dice "allora me ne vado anch'io perché tu porti la divisione e la rabbia", ma dice "Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna" (Cfr. Giovanni 6,60-69).
Mi scusi la franchezza e l'apparente ruvidezza del tono usato, ma le garantisco che se prendessimo insieme una tazza di tè il discorso sarebbe molto più amichevole di quanto lo possa sembrare tramite il freddo computer.
Comunque detto tutto questo, sia chiaro, che lei è libera di non leggere il nostro sito (come ci ha richiesto non le invieremo più le nostre mail) ed è pure libera di pensare che noi siamo contro la Chiesa, anche se questo non è vero perché noi siamo nella Chiesa, per lei e con lei soffriamo ed orgogliosamente da suoi figli la difenderemo sempre perché è la nostra Madre e Maestra. Senza di lei non c'è salvezza.

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Redazione di BastaBugie, 12/03/2019

9 - OMELIA II DOM. QUARESIMA - ANNO C (Lc 9,28b-36)
Questi è il Figlio mio, l'eletto: ascoltatelo!
Fonte Il settimanale di Padre Pio

La seconda domenica di Quaresima ci presenta, nel Vangelo, l'episodio della Trasfigurazione. La Trasfigurazione è stata una manifestazione della Divinità di Gesù e una anticipazione della gloria futura. Prima di salire il Calvario, Gesù sale il monte Tabor, per irrobustire la fede degli Apostoli e infondere coraggio nel portare la croce. Sul monte Tabor Gesù discute con Mosè ed Elia sulla sua prossima morte di Croce che avrebbe subìto a Gerusalemme. L'Alleanza con Abramo fu fatta con il sacrificio degli animali; la Nuova ed Eterna Alleanza si realizzò invece con il Sacrificio del Figlio di Dio, Gesù, morto in Croce e risorto per la nostra salvezza. Si udì una voce dal Cielo, la voce del Padre che disse: «Questi è il Figlio mio, l'eletto, ascoltatelo!» (Lc 9,35). Questo episodio ci offre diversi insegnamenti.
Prima di tutto ci insegna la necessità della croce. La gloria passa per la croce, chi vuole entrare nella gloria deve salire anche lui il Calvario dietro a Gesù. L'apostolo Paolo, nella seconda lettura, ci dice che «molti si comportano da nemici della croce di Cristo» (Fil 3,18). Tutti vogliono andare in Paradiso, ma pochi sono quelli disposti a portare la croce sulle loro spalle. Tutti vogliono arrivare alla Risurrezione senza passare per il mistero della Crocifissione. Anche Pietro preferiva starsene sul monte Tabor; ma, come si legge nel Vangelo, «non sapeva quello che diceva» (Lc 9,33).
Il secondo insegnamento riguarda la necessità della preghiera. Anche noi dobbiamo fare esperienza della Trasfigurazione. Anche noi dobbiamo salire il monte Tabor con Gesù e questo lo facciamo con la preghiera. Come Gesù volle irrobustire la fede degli Apostoli, così vuole irrobustire anche la nostra fede e fortificarci nel portare la croce attraverso le gioie e le consolazioni che ci vengono dalla preghiera.
Gesù salì sul monte a pregare. Impariamo da questo quanto sia importante la preghiera. Non se ne può fare a meno. La preghiera è la cosa più importante e i monasteri e le case di contemplazione possono essere considerati come le sorgenti nascoste che danno vita a tutta la Chiesa. Il beato Luigi Stepinac, arcivescovo di Zagabria nel XX secolo, aveva in così grande considerazione la vita contemplativa che appena divenne vescovo volle in diocesi un monastero di clausura, ben sapendo quanto sia importante avere delle anime oranti che attirino la grazia sul mondo intero. I contemplativi sono i più grandi benefattori dell'umanità.
Un altro insegnamento riguarda la gloria futura. Anche il nostro corpo risorgerà e sarà glorificato ad immagine del corpo glorioso di Gesù e dell'Immacolata Assunta in Cielo. San Paolo, nella seconda lettura, ci dice che Gesù Cristo «trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21). Per questo motivo dobbiamo amare e praticare la virtù della purezza. Anche il nostro corpo è chiamato alla gloria del Paradiso, a condizione che serbiamo la purezza. Gesù nel Vangelo dice: beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Lo vedranno in Paradiso ma già su questa terra assaporano le gioie della Vita eterna. La purezza è già un anticipo della gloria futura. Dio alcune volte premia la purezza dei suoi servi con doni particolari. Pensiamo a San Pio da Pietrelcina: quanti lo avvicinavano avvertivano un profumo di Paradiso. E così altri Santi. Pensiamo alla beata Giacinta di Fatima: a distanza di tanti e tanti anni dalla sua morte il suo corpo è ancora incorrotto. Esempi del genere se ne potrebbero fare molti. La purezza è la presenza dell'Immacolata nel nostro cuore, è il profumo del suo candore.
Eliminiamo dalle nostre case tutto ciò che offende una virtù così bella. Pensiamo a tanti programmi televisivi, a tante riviste indecenti. Le nostre case diventano come tante discariche nauseanti. San Luigi di Montfort terminava le sue innumerevoli missioni popolari con una cerimonia particolare: invitava tutti i fedeli a portare in piazza tutte le immagini indecenti che si trovavano nelle loro abitazioni e poi accendeva un grande fuoco distruggendole tutte ed esortando tutti a non tenerle mai in casa. Facciamo anche noi questa pulizia nelle nostre case!
Infine, l'episodio della Trasfigurazione ci insegna ad ascoltare Gesù. Lui è il nostro Maestro, noi tutti gli dobbiamo ubbidienza. Gesù ci parla nel suo Vangelo, da questo deriva il dovere di leggerlo, di meditarlo; ci parla attraverso i suoi rappresentanti qui in terra: il Papa, i vescovi. Chi ascolta loro, ascolta Gesù. Da ciò deriva il dovere dell'obbedienza alla Chiesa che è Madre e Maestra, che ci insegna ciò che è secondo Dio e ciò che dobbiamo evitare.

DOSSIER "QUARESIMA"
Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.