BastaBugie n�609 del 24 aprile 2019

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1 PALIO DI SIENA: LA MADONNA COSTRETTA A POSARE PER L'OSCENO MANARA
Il drappellone del Palio di Siena sarà disegnato da Milo Manara, noto per le immagini erotiche (alcune anche sacrileghe e offensive per la religione cattolica)
Autore: Gianni Lupi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 GRETA E' UN FENOMENO COSTRUITO AD ARTE DAI SUOI GENITORI
La 16enne svedese non è per nulla spontanea: soffre di autismo e proprio quando ''scioperava'' davanti al parlamento è uscito il suo libro in varie lingue (VIDEO: recensione critica del libro di Greta)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona
3 SVEZIA, IL DRAMMATICO FALLIMENTO DEL MODELLO ''PORTE APERTE AGLI IMMIGRATI''
Il paradiso umanitario è ormai ostaggio degli immigrati: ghetti impenetrabili per le autorità, violenze sessuali triplicate con stupri di gruppo all'ordine del giorno, ecc. (VIDEO: l'islam moderato non esiste)
Fonte: Tempi
4 GUIDA A SINISTRA: L'INGHILTERRA ANTIPAPISTA HA MANTENUTO LA ''REGOLA'' DI PAPA BONIFACIO VIII
In Europa fu la Rivoluzione Francese ad abolirla, in odio alla Chiesa, imponendo la guida a destra (in Italia fu Mussolini ad imporla a tutti)
Fonte: Wikipedia
5 IL ROGO DI NOTRE DAME E' IL SIMBOLO DELLA FRANCIA CHE HA TENTATO DI ESTIRPARE LA FEDE
Sono centinaia le chiese cattoliche francesi colpite, profanate o demolite ogni anno: questa situazione è il frutto di una cultura dell'odio, del rancore e del disprezzo per il cristianesimo
Autore: Enrico Maria Romano - Fonte: Libertà e Persona
6 DOVE ERANO COLORO CHE OGGI PIANGONO PER NOTRE DAME QUANDO LE FEMEN LA PROFANAVANO?
Pubblichiamo la testimonianza del cappellano dei pompieri di Parigi (che ha rischiato la vita entrando nella cattedrale in fiamme per salvare la Corona di spine e soprattutto il Corpo di Cristo)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone
7 SCRITTA PRO ABORTO SULLA CHIESA... LA RISPOSTA DEL PARROCO DIVENTA VIRALE SU FACEBOOK
Mi spiace che tu non abbia preso esempio da tua madre che con coraggio non ha abortito, ma ti ha partorito (VIDEO: perché la 194 non va applicata, ma abolita)
Autore: Gigio Rancilio - Fonte: Avvenire
8 IL PARTITO POPOLARE DI STURZO: UNA STORIA VINCENTE O PERDENTE?
A 100 anni dal famoso ''Appello ai liberi e forti'' di don Luigi Sturzo appare evidente il progressivo distacco del criterio della fede dalla politica
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 OMELIA II DOM. DI PASQUA - ANNO C (Gv 20,19-31)
A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - PALIO DI SIENA: LA MADONNA COSTRETTA A POSARE PER L'OSCENO MANARA
Il drappellone del Palio di Siena sarà disegnato da Milo Manara, noto per le immagini erotiche (alcune anche sacrileghe e offensive per la religione cattolica)
Autore: Gianni Lupi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15/04/2019

Il drappellone del Palio di Siena di agosto 2019, è stato commissionato a Milo Manara, secondo la consuetudine che vede alternarsi a luglio artisti locali e ad agosto autori di fama internazionale. Non c'è ovviamente ancora nessun bozzetto, nessuna notizia, ma ci sembra doveroso spendere qualche parola su questa scelta. Come mai parlare di un'opera che ancora non è stata dipinta?
Il Palio di Siena viene corso nelle due edizioni annuali per celebrare il legame lunghissimo tra la città e la sua protettrice, la Madonna. Celebrata dagli statuti medievali come la Regina di Siena, la Madre di Dio campeggiava nelle monete medievali battute dallo stato senese, con l'iscrizione "Sena vetus civitas Virginis" (Antica Siena, città della Vergine). È sempre sua l'immagine nei sigilli della Repubblica apposti su ogni documento: la Madonna col Bambino, accompagnata dalle parole "Conservi la Vergine l'antica Siena, che lei stessa rende bella".

MILO MANARA OFFENDE LE ORIGINI CRISTIANE DEL PALIO
Il culto antichissimo fu celebrato con la costruzione della cattedrale, ma la stessa identità del Comune cittadino era indissolubilmente legata alla Vergine, cui più di una volta furono date le chiavi della città in atto di affidamento totale, che veniva rinnovato annualmente con l'offerta dei ceri, da parte del Comune e anche delle terre sottomesse.
Le carriere del Palio e la festa che vi ruota intorno sono infatti per Siena la testimonianza e la continuazione di una identità importante e ancora viva. Ben lontana da una rievocazione ad uso dei turisti, incarna e rinnova una storia e una devozione che si perdono nelle origini stesse della città.
È lecito chiedersi se la scelta di affidare la realizzazione del palio di agosto a Milo Manara sia coerente con il carattere di omaggio alla Vergine che la città vuol fare con la corsa del Palio. Milo Manara è senza dubbio in grado di dipingere una bellissima Madonna, poiché il talento non gli ha mai fatto difetto, ma è auspicabile legare il nome di una così importante festa mariana al resto della produzione dell'autore?
Una rapida ricerca in internet ci rimanda immagini erotiche molto spinte ed esplicite, insistite e audaci che nulla lasciano all'immaginazione... e purtroppo ce ne sono anche di offensive per la religione, irriverenti, oscene e sacrileghe. Posto che tutti si augurano che il Palio di agosto sia bellissimo e celebrativo del vero spirito della festa, è Milo Manara il nome giusto attraverso cui omaggiare la grandezza dell'assunzione di Maria in Cielo con il suo corpo immacolato? L'autore non sarà tentato di disegnare la Madre di Dio in abiti discinti come lui usa disegnare le figure femminili nei suoi disegni? Ma anche nel caso che la "sua" Madonna fosse disegnata castamente non evocherà in chi la guarderà le donne seminude di cui l'autore ha invaso l'immaginario collettivo?

LO SCANDALO DEL PALIO "MUSULMANO"
In passato ci sono stati molti episodi di Palii controversi per le scelte figurative operate dall'autore. Per il Palio del 2 luglio 2010 fu rappresentata la Madonna con una corona con una croce, la mezzaluna islamica e la stella di David. Come notava Antonio Socci su Libero del 1° luglio 2010: "Un sincretismo che strizza l'occhio al più banale 'politically correct', ma che è un pugno nello stomaco per chi sa quanti cristiani sono stati massacrati dai turchi all'insegna della mezzaluna (e quanti sono oggi perseguitati). Non solo. Attorno al volto della Madonna, Alì ha scritto in arabo 'Sura di Maria', in riferimento alla sura 19 del Corano dove ella è celebrata come madre di Gesù, che l'Islam ritiene un profeta, ma nega categoricamente che fosse Figlio di Dio, Dio fatto uomo (per l'Islam questa è la più grande bestemmia). Cosicché abbiamo una icona che dovrebbe essere cristiana e celebrare la Madre di Dio, nella quale invece si celebra la Maria del Corano in cui è negata la divinità di Gesù, il fondamento del cristianesimo. Come se non bastasse la figura centrale e grande del Palio è un presunto san Giorgio, che in realtà è un guerriero saraceno (somigliante al pittore), con la kefiah araba, che trafigge un drago, il quale rappresenta - dice Alì - 'un demone'. Qualunque musulmano lo interpreta come l'Islam che trionfa sull'infedele e sul grande Satana".
Dopo le proteste di molti fedeli l'Arcivescovo di Siena, mons. Antonio Buoncristiani, emise un comunicato dove riconosceva che l'immagine scelta non era consona alla festa del Palio con le sue esplicite radici cristiane e concludeva dicendo: "Mi permetto di suggerire rispettosamente alla Committenza di servirsi per il futuro di una consulenza adeguata ad evitare spiacevoli equivoci e polemiche dannose all'immagine di Siena e del Palio, nel rispetto dei contenuti della fede cristiana e della religiosità popolare che è la componente che ha permesso alla nostra festa di mantenersi sempre giovane evitando di ridursi ad un fatto folcloristico o ad un mero evento agonistico tra Contrade".
Addirittura l'anno scorso visto il Palio realizzato dall'artista Charles Szymkowicz l'Arcivescovo di Siena si rifiutò addirittura di benedire il palio. Probabilmente è la prima volta nella storia che ciò accade...
Non si tratta di voler ingabbiare la libertà artistica, quanto piuttosto di riflettere sull'opportunità di fissare per sempre l'immagine del palio di agosto 2019, intitolato alla Vergine Assunta in cielo, accanto a suore peccaminose, donne nude, svestite, conturbanti e sfacciatamente irriverenti... avviandosi ad allontanare la festa e la città dalle proprie radici cristiane. Lo facciamo notare prima che il drappellone sia dipinto in modo che non siamo posti di fronte al fatto compiuto per poi dovere, ancora una volta, amaramente digerire.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15/04/2019

2 - GRETA E' UN FENOMENO COSTRUITO AD ARTE DAI SUOI GENITORI
La 16enne svedese non è per nulla spontanea: soffre di autismo e proprio quando ''scioperava'' davanti al parlamento è uscito il suo libro in varie lingue (VIDEO: recensione critica del libro di Greta)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona, 16 aprile 2019

Ci sono troppe cose che non tornano nella vicenda Greta.
Lasciamo perdere il tema ambientale, su cui ferve una grande discussione. C'è, comunque la si pensi, nel modo di affrontarlo, un che di apocalittico che disturba e che risulta, a chi abbia un po' di memoria, ripetitivo.
Da decenni viene ripetuta l'idea che tutto stia per finire: ricordate  la "bomba demografica" che in poco tempo avrebbe spazzato via l'umanità? Se ne parla da cinquant'anni, ma tutte le profezie nefaste si sono rivelate errate. E le previsioni del calendario Maya, quello secondo cui il mondo sarebbe finito nel 2012?  E le profezie apocalittiche, sempre a partire dalla catastrofe ecologica prossima ventura, del politico americano Al Gore (che voleva salvare la Terra da una distruzione imminente, e si guadagnò il Nobel)?
Certamente predire l'Apocalisse di qui a dopo-domani ("il tempo sta per scadere!") permette di sollevare clamore, ma non si sta eccedendo?

DOMANDE A CUI NESSUNO RISPONDE
Al di là di queste valutazioni, viene da chiedersi se davvero sia possibile credere al fenomeno Greta come a qualcosa di spontaneo!
Nell'epoca degli spin doctor, della comunicazione studiata a tavolino nei minimi dettagli, è possibile che una ragazzina di nemmeno 16 anni abbia davvero, da sola, messo il mondo intero a pensare?
I sospetti nascono anche leggendo le biografie dei genitori, che appaiono, a qualcuno, i manovratori occulti.
La madre è cantante ed attrice. Il padre è un attore, un produttore e un regista, e si occupa dell'immagine della moglie.
È così difficile sospettare, anche solo per un attimo, che il fenomeno Greta sia dovuto anche al mestiere dei genitori, al loro amore per una certa visibilità, alla loro capacità "cinematografica"?
È così assurdo pensare che una ragazzina sicuramente poco esperta di temi complicati e scientifici, difficilmente al corrente dell'accordo di Parigi e del suo significato, sia in fondo un "burattino", mediaticamente efficace anche a causa della sua disabilità, nelle mani di genitori scaltri, mediatici, molto attenti, per mestiere, alla loro pubblica visibilità?
È malizia notare che proprio in occasione del grande successo del famoso sciopero mondiale, sia uscito in varie lingue un libro di Greta?
Greta sa scrivere un libro? Sa trovare editori così importanti? Sa programmare i tempi (sciopero mondiale e uscita libro, in contemporanea, in vari paesi), con tanta sapienza?
La sindrome di Asperger, da cui è affetta la graziosa Greta, provoca ritardi cognitivi e difficoltà nell'acquisizione delle capacità linguistiche, oltre che generare comportamenti un po' ossessivi e ripetitivi, "attività e interessi in alcuni casi ristretti". Questo non dice nulla?
Sono solo alcune delle domande che vengono in mente, a cui se ne potrebbero aggiungere molte altre: perché cercare di fare di una battaglia ecologica, una specie di religione? Perché mescolare così ecologia e evidenti riferimenti politici? Perché affiancare alla battaglia per un minor inquinamento, in sé certamente comprensibile, considerazioni femministe di tipo radicale o elogi dei Gay pride? E' proprio necessario sminuire la distruzione della cattedrale di Notre Dame, per dare maggior valore alla propria tesi?

PREMIO NOBEL PER LA PACE?
Non appena la fama di Greta è decollata, è stata lanciata la sua candidatura all'ambito e ricco premio Nobel per la pace.
Si ripeterebbe così quanto è accaduto con Al Gore, candidato democratico americano di cui si è detto; o con il presidente Obama, un altro democratico, insignito del Premio prima ancora di iniziare a governare.
Che qualcuno puntasse già prima al riconoscimento?
Che l'Accademia di Svezia voglia avere finalmente una connazionale da premiare?
Che sia necessario ricostruire la credibilità di un premio che negli ultimi anni ha perso smalto, in seguito a vari scandali?
Che dopo Al Gore e Obama, qualcuno voglia inventare una nuova icona mondiale per il progressismo in crisi?
Sono tutte domande, credo, comprensibili, che vengono rafforzate leggendo i suoi tweet (troppo studiati, per essere di una ragazzina). [...]
In conclusione, domande di altro genere: il presidente Mattarella, l'eurodeputato Tajani, Pippo Civati, candidato in Europa Verde, e tutti quei politici che fanno  a gara per fare professione di gretismo convinto, si sono svegliati davvero a causa delle parole di una ragazza di 16 anni, mentre dormivano quando gli scienziati si scontravano sul tema, con questa o quella posizione? Oppure fanno finta e cavalcano l'onda?
Se fanno sul serio, li vedremo davvero, domani, scontrarsi contro i potentati economici che stanno dietro a tutto ciò che, a dire di Greta, andrebbe eliminato, dagli aeroplani, ai cellulari, alla plastica, alle auto ecc.?
Da domani li vedremo andare a Bruxelles in calesse invece che in aereo o in auto? Smetteranno di mangiare merendine confezionate e simili prodotti? Getteranno via i loro smartphone?
Oppure la commedia è bella, e visto che c'è spazio, ci si fa avanti... perché anche una breve comparsata, in un film di successo, prima delle elezioni, ha il suo perché?

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 6 minuti) si può ascoltare la recensione di Paolo Nardi, caporedattore di Fede & Cultura, del libro "La nostra casa è in fiamme" della giovane ambientalista Greta Thunberg edito da Mondadori. Scopriremo cosa ci sta dietro tutta questa operazione realizzata in contemporanea a livello globale.


https://www.youtube.com/watch?v=wri1czm8lQs

DOSSIER "GRETA THUNBERG"
L'adolescente sfruttata dalle lobby ecologiste

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Fonte: Libertà e Persona, 16 aprile 2019

3 - SVEZIA, IL DRAMMATICO FALLIMENTO DEL MODELLO ''PORTE APERTE AGLI IMMIGRATI''
Il paradiso umanitario è ormai ostaggio degli immigrati: ghetti impenetrabili per le autorità, violenze sessuali triplicate con stupri di gruppo all'ordine del giorno, ecc. (VIDEO: l'islam moderato non esiste)
Fonte Tempi, 10 aprile 2019

Luglio 2017: Dan Eliasson, capo della polizia svedese, rompe il muro di omertà del governo e si rivolge ai cittadini con un appello in tv: «Aiutateci, aiutateci!». Eliasson racconta che le aree sfuggite al controllo dell'autorità di Stato e "vietate" alle forze dell'ordine sono ormai diventate 61, sono sempre più estese e 23 di queste, attorno alle città più grandi, sono considerate «particolarmente rischiose». Commissariati chiusi e controllo demandato a 200 gang, perfino le ambulanze chiedono di entrarci con le attrezzature da zona di guerra. Settembre 2018, la superdemocrazia umanitaria da 10 milioni di abitanti si contra con le statistiche inquietanti dell'anno precedente: 320 sparatorie, 110 omicidi e 7.226 stupri denunciati, il 10 per cento in più del 2016. Il 36 per cento delle donne dichiara di sentirsi in pericolo al calare della notte, e i verbali di polizia danno loro ragione: le denunce di violenze sessuali sono triplicate fra il 2012 e il 2016, interessando così il 4,1 per cento di tutte le donne, contro l'1,4 per cento di sei anni prima.

CRIMINI SESSUALI E IMMIGRAZIONE DI MASSA
Aprile 2019, Mario Ajello e Andrea Bassi, inviati del Messaggero, raggiungono Stoccolma e iniziano una lunga inchiesta che aggiorna la narrazione dello Stato vetrina della social democrazia e del progressismo, dove insieme all'hockey sul ghiaccio lo sport nazionale è diventato lo stupro di gruppo: «Secondo i dati del Consiglio nazionale per la prevenzione del crimine, nel 2017 ci sono state 73 aggressioni sessuali per ogni 100 mila abitanti, il 24 per cento in più che negli anni passati. Un'inchiesta della tv svedese Svt ha riportato come il 58 per cento dei condannati per crimini sessuali sia nato fuori dai confini dell'Unione europea. Paulina Neuding, una giornalista svedese di fama internazionale, è stata accusata di xenofobia per aver collegato l'aumento dei crimini sessuali alla migrazione di massa».

L'ASSURDO CASO DELLO STAGISTA
Come spiega ai giornalisti Angry Foreigner, blogger seguitissimo in Svezia, rifugiato di guerra e arrivato dalla Bosnia nel paese da bambino, «qui c'è il pregiudizio che ogni svedese sia un oppressore e ogni immigrato sia un oppresso. (...)  Il solo interrogarsi sui problemi dell'accoglienza è considerato razzismo». Valga su tutti il caso riportato dai giornalisti accaduto al Centro per l'immigrazione della cittadina di  Trollhattan, dove un ragazzo islamista ammesso a uno stage ha denunciato la dirigente al centro anti-discriminazioni, colpevole di aver porto la mano presentandosi, «La mia religione mi vieta di avere contatti di questo tipo con una donna». Risultato: il Comune per non essere tacciato di razzismo paga 30 mila corone svedesi (3.500 euro) allo stagista.

LITTLE MOGADISCIO E L'EMERGENZA CASE
«Si arriva all'assurdo, nel Paese dei sepolcri imbiancati, di parole come quelle dell'ex primo ministro conservatore Fredrik Reinfeldt: "La Svezia, senza l'influenza delle culture degli immigrati, sarebbe solo barbarie". Si tratta evidentemente di un politico che non ha mai preso la metro di Stoccolma» scrivono gli inviati. Che a sette stazioni dal centro raggiungono Rinkeby, la poco rassicurante Little Mogadiscio, così viene chiamata la zona (c'è anche Little Damasco, dominata dalla mafia siriana), dove è impossibile per un bianco passare inosservato. Nel paese che per Mona Sahlin, ex leader dei socialdemocratici, «gli svedesi devono essere integrati nella nuova Svezia multiculturale» e «chi torna dalla jihad, dopo aver combattuto con l'Isis, va riabilitato dandogli una terapia, una casa e un lavoro» l'arrivo massiccio degli immigrati ha fatto esplodere la bolla immobiliare: «Le famiglie hanno un passivo che ha raggiunto l'88 per cento del prodotto interno, ma soprattutto il 186 per cento del loro reddito. I mutui sono al 70 per cento erogati a tasso variabile, così un aumento del costo del denaro rischia di mettere in ginocchio sia chi ha sottoscritto i prestiti sia le banche che li hanno erogati». Solo gli immigrati riescono a spuntarla sulle lunghissime liste di attesa per accedere alle case popolari con affitti calmierati: a Malmö, il Comune ha stabilito di dare la priorità ai cosiddetti nuovi arrivati svedesi e così ha deciso di acquistare 56 appartamenti per ospitarli.

UN SISTEMA GIURIDICO PARALLELO
L'inchiesta prosegue nei sessanta ghetti impenetrabili dove per stessa ammissione del Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità vige un «sistema giuridico parallelo». Alcuni mesi fa, raccontano i giornalisti, un tribunale svedese si è pronunciato secondo i principi della sharia, quando la Corte ha deciso che una donna abusata da suo marito non poteva che mentire su queste violenze: la giuria ha rimproverato la donna di aver coinvolto la polizia invece di risolvere il problema consultando la famiglia del marito. E l'Onu ha spedito una missione accusando la Svezia di razzismo. «Proprio le parole che qui nessuno vuole sentirsi dire. Ma che fotografano la nuova realtà, tranne che agli occhi di chi non s'è mai spinto oltre la fermata Rissne della metro e preferisce conservare le false certezze del progressismo d'antan».

Nota di BastaBugie: pensare che esista un islam "moderato" è solo frutto della nostra ignoranza dell'islam. Nel seguente video (durata: 6 minuti) Robert Spencer spiega perché è un suicidio voler basare la politica dell'immigrazione sul falso concetto che nel mondo islamico ci sia una "stragrande maggioranza" che non compie atti di terrorismo. Forse uno dei video sull'islam più importanti da vedere in assoluto.


https://www.youtube.com/watch?v=lHs2WNLhptI

Fonte: Tempi, 10 aprile 2019

4 - GUIDA A SINISTRA: L'INGHILTERRA ANTIPAPISTA HA MANTENUTO LA ''REGOLA'' DI PAPA BONIFACIO VIII
In Europa fu la Rivoluzione Francese ad abolirla, in odio alla Chiesa, imponendo la guida a destra (in Italia fu Mussolini ad imporla a tutti)
Fonte Wikipedia, consultata il 23 aprile 2019

L'espressione "mano da tenere" indica su quale lato (o "mano") della strada i mezzi di trasporto debbono mantenersi durante il percorso, secondo quanto imposto dai regolamenti vigenti in un determinato Stato o in particolari circostanze.
L'obbligo di tenere la stessa mano durante la circolazione stradale permette ai veicoli che viaggiano in direzioni opposte lungo una strada di non ostacolarsi allorquando si sfilino lungo il percorso. Questa convenzione evita che i veicoli si blocchino a vicenda, promuovendo contemporaneamente la sicurezza stradale e riducendo il rischio di incidenti stradali. [...]

PAPA BONIFACIO VIII "CANONIZZA" LA GUIDA A SINISTRA
Nel Medioevo i cavalieri tenevano la sinistra al fine di utilizzare più agevolmente e con maggior libertà la propria spada con la mano destra in caso di attacchi improvvisi durante il percorso; anche nello svolgimento dei tornei di giostra a cavallo era consuetudine tenere la sinistra per poter meglio impugnare la lancia con la mano destra.
Il primo documento sull'obbligo di tenere la sinistra risale a papa Bonifacio VIII, in occasione del primo Giubileo del 1300, come norma generale per raggiungere Roma e, in particolare, per l'attraversamento pedonale dell'affollatissimo ponte di Castel Sant'Angelo; lo stesso Dante Alighieri ricorda l'episodio nell'inferno della Divina Commedia.
Nel 1722 il traffico sul London Bridge era diventato così intenso che il sindaco decretò che «tutti i veicoli che da Southwark entravano in città tenessero il lato ovest del ponte e tutti i veicoli che uscivano dalla città tenessero il lato est». Questa ordinanza è stata identificata come una delle possibili origine della regola inglese di guidare tenendo la sinistra.
Nel XVII secolo, con la comparsa delle prime carrozze, questa consuetudine restò in vigore obbligando così i pedoni, solitamente poveri che non possedevano una carrozza, a camminare sulla destra per non essere travolti.

LA RIVOLUZIONE FRANCESE ROVESCIA LA "TRADIZIONE"
La consuetudine imposta da Bonifacio VIII fu interrotta dalla Rivoluzione francese, probabilmente perché si trattava di un'usanza considerata clericale. Napoleone Bonaparte impose quindi il nuovo senso di marcia nei territori conquistati, e la guida a destra si diffuse ovunque, anche se in Italia, fino al 1923, le poche automobili in circolazione potevano viaggiare sia a sinistra, sia a destra.
Tuttavia sussistono anche motivazioni tecniche non trascurabili e spinte da necessità prettamente pratiche. Nell'epoca delle carrozze, tenere la sinistra nelle strade a due sensi di marcia faceva sì che il cocchiere, che solitamente teneva la frusta con la mano destra verso il centro tra le due corsie, avesse meno probabilità di colpire i pedoni che transitavano ai lati delle strade.
Con l'avvento delle prime automobili emersero nuove motivazioni. I primi esemplari di automobile avevano il freno a mano all'esterno, sul predellino del lato destro della vettura, per essere stretto dalla mano destra con più forza e quindi il volante si trovava a destra dell'abitacolo. Inoltre a quel tempo la manovra che risultava più difficoltosa era incrociare un altro veicolo proveniente dal senso opposto: questa condizione, specie sulle strade strette, costringeva i veicoli ad allontanarsi quanto più possibile l'uno dall'altro per non urtarsi. Il conducente, per realizzare al meglio questa manovra, si doveva spostare sul lato stradale più esterno per accertarsi che le ruote non uscissero dalla carreggiata; per questa ragione, essendo il volante posto a destra, anche il senso di marcia era a destra. Negli anni successivi l'evoluzione tecnica delle vetture portò a installare il freno a mano internamente, al centro dell'abitacolo e conserva ancora oggi quella posizione nella maggior parte dei modelli di vetture. Probabilmente la spiegazione più attendibile potrebbe anche essere che certi produttori di automobili, e di conseguenza gli Stati in cui risiedevano abbiano deciso di spostare il volante a sinistra dell'abitacolo per continuare a stringere il freno a mano con la mano destra; altri, fortemente legati alle tradizioni come i britannici, non hanno cambiato nulla.

IN ITALIA E' MUSSOLINI A IMPORRE A TUTTI LA GUIDA A DESTRA
In Italia si teneva a volte la sinistra e a volte la destra. Il Regio decreto n. 416 del 28 luglio 1901 confermò il diritto di ogni provincia di scegliere la direzione di marcia dei veicoli: per esempio a Brescia e alla periferia di Milano si teneva la destra, a Roma e nel centro di Milano si teneva la sinistra. A seguito di presumibili e disastrose conseguenze che vi furono nei primi anni di diffusione delle autovetture e degli incidenti causati dall'aumentato traffico automobilistico fu emanato il Regio decreto del 12 dicembre del 1923 che impose all'Italia l'adozione della mano destra unica e accordò una proroga di due anni per approntare la nuova segnaletica e riadattare tranvie e mezzi pubblici vari. A Roma il cambio di senso di marcia ufficiale avvenne il 20 ottobre 1924, mentre Milano fu l'ultima città in Italia ad adeguarsi, il 3 agosto 1926.
Nonostante il senso di marcia a destra, vennero prodotti alcuni modelli in serie di camion con guida a destra. Ancora oggi alcuni veicoli speciali, utilizzati per esempio per la pulizia meccanizzata o per asfaltare le strade, hanno la guida a destra in quanto, essendo lenti e quindi non richiedendo sorpassi, facilitano gli operatori che li guidano nell'effettuare lavori sul lato destro della strada (per esempio scendere per maneggiare i cassonetti o effettuare lavori con maggiore precisione), avendo una migliore visuale del ciglio della strada.

Nota di BastaBugie: la maggior parte degli stati ha la guida a destra, sebbene fino alla Rivoluzione Francese questa scelta fosse largamente minoritaria. Oggi solo in 76 Stati (circa un quarto) si guida a sinistra. Tra i più noti: Gran Bretagna, Irlanda, Malta, Australia, Giappone, India, Indonesia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Tailandia.

Fonte: Wikipedia, consultata il 23 aprile 2019

5 - IL ROGO DI NOTRE DAME E' IL SIMBOLO DELLA FRANCIA CHE HA TENTATO DI ESTIRPARE LA FEDE
Sono centinaia le chiese cattoliche francesi colpite, profanate o demolite ogni anno: questa situazione è il frutto di una cultura dell'odio, del rancore e del disprezzo per il cristianesimo
Autore: Enrico Maria Romano - Fonte: Libertà e Persona, 17 aprile 2019

Secondo il laicissimo presidente francese Emmanuel Macron, con le fiamme a Notre Dame "brucia una parte di noi". Dichiarazione giusta. Ma c'è da temere non assolutamente sincera.
Alcuni fatti. La Francia è la nazione dell'Europa occidentale che ospita il maggior numero di persone di religione islamica (e di religione ebraica). La Francia è il paese che, con la rivoluzione francese (1789), ha inaugurato il terrore anti-cristiano in Europa. Il terrore, non fu come il terrorismo suo figlio, qualcosa di criminale ma episodico, improvviso e dal basso. No. Vi fu una volontà genocida, probabilmente per la prima volta nella storia moderna, che risponde ai nomi di Robespierre, Marat, Danton e molti altri.

CHI DOVEVA ESSERE STERMINATO IN NOME DEL PROGRESSO?
Preti, suore, monaci, aristocratici rappresentanti dell'odiato Ancien Régime, e perfino il popolo (specie in Vandea e Bretagna) nella misura in cui fosse ancora legato alla tradizione ed incompatibile con lo spirito della rivoluzione in atto.
In pratica, si voleva organizzare né più né meno che il genocidio del cattolicesimo. Che Voltaire, il più celebre e celebrato tra gli illuministi del Settecento, chiamava senza tanta ipocrisia "l'infâme", cioè l'infame, da tradurre meglio come la carogna.
La politica francese, dal 1789 ad oggi, con fasi alterne e contraddittorie, ha avuto la più pesante e la più micidiale attitudine anticattolica che si conosca in uno Stato civile. Perfino gli autocrati Lenin e Stalin, nella loro impresa di ateizzazione forzata delle masse operaie e contadine, si dichiararono sempre come i prosecutori della rivoluzione di Francia.
La Francia resta così il modello, l'emblema, il simbolo della lotta alla religione, alla tradizione e al cristianesimo come priorità dello Stato moderno, laico ed emancipato. Tanto democratico nelle intenzioni, quanto totalitario nei mezzi.
La religione durante tutto l'Ottocento, malgrado qualche timido passo indietro alla restaurazione, fu bandita dalle scuole, dalle università, dai centri di ricerca, dagli ospedali, dalle caserme, dalla politica, dallo spazio pubblico, proprio in quanto pubblico. I politici di sinistra e di destra, ma in primo luogo quelli di sinistra, iniziarono a considerare la religione e la Chiesa come il nemico numero 1 dello Stato.
Quando il ministro Léon Gambetta diceva "Le cléricalisme, voilà l'ennemi" (il clericalismo, ecco il nemico), intendeva il cristianesimo come tale, a partire ovviamente dal clero, visto come la causa diretta dell'ignoranza, del fanatismo e dell'inutile religiosità delle masse.

UNA NUOVA ONDATA DI ANTICATTOLICESIMO
Nel Novecento la Chiesa di Francia, dopo la separazione assoluta dallo Stato e da ogni ente pubblico ratificata nel 1905, riacquisì terreno, proprio come accadde in Italia sotto il fascismo. Così, dopo la prima guerra mondiale (1914-1918) anche a causa dei numerosi sacerdoti che combatterono in prima linea nelle trincee, si superò l'anticlericalismo più volgare e violento. Però dopo il processo e la condanna del Maresciallo Philippe Pétain (1945), iniziò dapprima con lentezza una nuova ondata di anticattolicesimo.
Dagli anni '60, gli anni del Concilio Vaticano II e della rivoluzione studentesca del '68, è risorta la vecchia logica dell'anticristianesimo volterriano come stile di vita da inculcare nel giovane e nel cittadino, per strapparlo, come disse il ministro della pubblica istruzione Vincent Peillon, ai "determinismi storici".
Dopo il 2000 l'anticristianesimo, sia su base laicista (dall'alto) che su base islamica (dal basso) è tornato a farla da padrone. Sono centinaia le chiese cattoliche francesi colpite, profanate o demolite ogni anno. E questa violenza è il frutto di una politica storica che ha fatto cultura. Ma è una cultura dell'odio, del rancore e del disprezzo per una storia che inizia con il battesimo di Clodoveo e che si insegna a rinnegare.
Che Macron cerchi sempre la frase ad effetto e la parola giusta al momento giusto è comprensibile. Ma il rogo di Notre Dame, casuale o causato, è il simbolo forte di una Francia senza Dio che vorrebbe estirpare ogni traccia di fede dal proprio suolo. Dopo aver stritolato senza pietà la Chiesa di Francia, è naturale e logico che crollino e scompaiano le chiese di Francia.

Nota di BastaBugie: ecco il link ad altri articoli sull'incendio di Notre Dame.

NOTRE DAME BRUCIA: L'EUROPA RISCOPRE PER UN ATTIMO LA BELLEZZA DEL MEDIOEVO
Ma con quale anima si riedificherà la cattedrale visto che in Francia e in tutta Europa si abbandona Cristo e sorgono moschee?
di Riccardo Cascioli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5615

DOVE ERANO COLORO CHE OGGI PIANGONO PER NOTRE DAME QUANDO LE FEMEN LA PROFANAVANO?
Pubblichiamo la testimonianza del cappellano dei pompieri di Parigi (che ha rischiato la vita entrando nella cattedrale in fiamme per salvare la Corona di spine e soprattutto il Corpo di Cristo)
di Andrea Zambrano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5622

Fonte: Libertà e Persona, 17 aprile 2019

6 - DOVE ERANO COLORO CHE OGGI PIANGONO PER NOTRE DAME QUANDO LE FEMEN LA PROFANAVANO?
Pubblichiamo la testimonianza del cappellano dei pompieri di Parigi (che ha rischiato la vita entrando nella cattedrale in fiamme per salvare la Corona di spine e soprattutto il Corpo di Cristo)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone, 18 aprile 2019

Dov'erano tutti i laiconi da brasserie che "#notredame siamo noi" quando la cattedrale parigina veniva assaltata da un gruppo di femen impazzite e urlanti per rivendicare non si sa bene quale diritto? Era il 2013 e in pochi se lo ricordano. Le "sex-estremiste" irruppero dentro il tempio nude il 12 febbraio, all'indomani della storica rinuncia di Benedetto XVI al soglio pontificio. Le immagini documentarono lo sconcerto dei fedeli e le cronache raccontarono poi, due anni dopo, che per quel gesto folle e blasfemo, non vennero neppure condannate. Anzi, vennero risarcite perché i custodi della Cattedrale le cacciarono così a malo modo dal tempio che si "cuccarono" a testa la bellezza di 1500 euro. Di fronte a una profanazione del genere, le cronache non riportano di messe di riparazione pubbliche del vescovo di allora, né si ricordano hashtag melensi e sdolcinati tipo quelli che stiamo vedendo sui social in questi giorni. Ecco, sta forse in questo scarto abnorme tutta la questione che il crollo parziale di Notre Dame solleva per l'uomo di oggi: se ad essere colpito è il tempio-museo, lo scrigno di bellezza, il retaggio di una storia, il simbolo di una non si sa bene quale Francia, allora Notre Dame, val bene una messa. Ma se il punto è difendere il tempio di Dio come luogo del trascendente dove ogni giorno si rinnova mirabilmente per la salvezza dell'uomo il sacrificio perfetto del Golgota, allora Notre Dame è una chiesa e basta.

LA CATTEDRALE DI NOTRE DAME È STATA COSTRUITA PER IL CORPO DI CRISTO
Insomma, è stucchevole l'incoerenza e l'ignoranza di chi si straccia le vesti per il rogo di quello che considera un simbolo di una religione civile nella quale si culla, museo archeologico del medioevo odiato e di volta in volta simbolo di qualcosa di diverso. Ci sono giornali che hanno dedicato pagine di maestosa irrilevanza al gobbo di Notre Dame e in Italia hanno fatto la gara a intervistare Riccardo Cocciante che ci ha fatto il musical omonimo e il tale che ci ha recitato. Incuranti dei milioni di messe che in 800 anni sono state celebrate per la salvezza di ognuno di loro.
A loro ha risposto l'arcivescovo di Parigi Michel Aupetit, che intervistato da Le Figaro ha sancito per tutti un promemoria sul quale, oltre che meditare, bisognerebbe iniziare a costruire: «Bisogna ricordare perché è stata costruita la Cattedrale di Notre Dame. È stata costruita per un pezzo di pane che noi crediamo sia il corpo di Cristo. Questo ha smosso una collettività a costruirla: la fede nel Signore, non per incentivare il turismo». La risposta di Aupetit è la miglior risposta a quanti vorrebbero ricostruire Notre Dame (lodevole, ma insufficiente) perché essa rappresenta una cartolina indispensabile per la skyline della Ville Lumiere. Ma tocca il cuore del problema: in un'Europa che ha dimenticato la centralità della messa, anche le chiese sono finite nel dimenticatoio. Però, dato che la verità si impone con forza plastica, il richiamo all'Eucarestia del vescovo di Parigi ci invita a riflettere tutti su che cosa abbiamo lasciato indietro.

IL SACERDOTE EROE DI NOTRE DAME (CHE FU PROTAGONISTA ANCHE AL BATACLAN)
È la stessa domanda che si è posto l'eroe del giorno, il cappellano dei Vigili del Fuoco di Parigi don Jean-Marc Fournier (foto a sinistra), lo stesso che entrò dentro il Bataclan per impartire l'estrema unzione ai poveretti in mano agli jihadisti. Che cosa abbiamo lasciato indietro nel fuggi fuggi? "Nostro Signore!". Consapevole del rischio e incurante della paura, la stessa paura che invece lo aveva paralizzato in Afghanistan, don Jean-Marc è entrato dentro armato solo di caschetto e si è diretto verso il tabernacolo dove di lì a poco sarebbe crollato il tetto polverizzando l'altare moderno e lasciando intonso quello precedente la riforma (un altro segno dentro i segni?). In un sol fiato ha messo in sicuro, portandoli all'esterno, la riserva eucaristica del Santissimo Sacramento e la reliquia della corona di spine. Ha - esattamente come il vescovo - fatto sapere a tutti i parigini che senza quel pezzo di pane, mirabilmente diventato angelico, non esisterebbe Notre Dame, ma la stessa vita, storia e speranza dei parigini, sarebbe cieca. Perché un pane spezzato salverà il mondo e se non è per Lui che entriamo in una chiesa, non basteranno i souvenir e i selfie davanti alla facciata a ridare splendore alla chiesa madre di Francia.

Nota di BastaBugie: Jean-Marc Fournier, cappellano dei pompieri di Parigi, nell'articolo seguente dal titolo "Sono entrato nell'inferno di Notre-Dame in fiamme e ho salvato la Corona di spine" racconta la sua drammatica esperienza all'interno della cattedrale di Parigi dove ha salvato non solo la reliquia della Corona di spine, ma soprattutto il Santissimo Sacramento, presenza reale della persona di Cristo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 18 aprile 2019:
Sono il cappellano che era in servizio il 15 aprile quando è scoppiato un incendio straordinario alla cattedrale Notre-Dame di Parigi. Mi hanno chiamato, sono arrivato subito e due cose mi sono sembrate essenziali da compiere immediatamente: salvare quel tesoro inestimabile che è la Corona di spine e poi salvare Gesù presente nel Santissimo Sacramento.
Entrando nella cattedrale c'era del fumo ma non era ancora rovente. Abbiamo avuto una visione infernale, cioè cascate di fuoco che cadevano dall'alto sia dall'apertura causata dal crollo della volta ma anche da altre.
Accompagnato da un mio superiore la difficoltà per noi era quella di trovare la persona che sapeva come aprire lo scrigno dove era preservata la santa reliquia. Mentre cercavamo la persona incaricata, una squadra dei pompieri era già all'opera per preservarla intervenendo sul reliquiario. Quando abbiamo trovato le chiavi, abbiamo preso la reliquia e l'abbiamo tratta in salvo sotto la supervisione della prefettura della polizia.
Tutto il mondo può capire che la Corona di spine è una reliquia assolutamente unica e straordinaria. E il Santissimo Sacramento è la presenza del Signore con il suo corpo, la sua anima, la sua divinità e la sua umanità: capite che è delicato vedere qualcuno che si ama perire tra le fiamme. Accompagnando regolarmente i Vigili del fuoco, noi vediamo molto spesso vittime di incendi e conosciamo quali sono gli effetti. Ecco perché volevo preservare a tutti i costi la presenza reale di nostro Signore Gesù Cristo.
Intanto la cattedrale stava bruciando, era arrivato sul luogo il presidente della Repubblica con sua moglie e il governo. Abbiamo spiegato loro la situazione. Sono intervenuti prima 400 pompieri, diventati poi 600 per domare un fuoco che si può ben definire l'incendio del secolo. Il comandante della brigata dei pompieri di Parigi, il generale Jean-Claude Gallet, è stato assolutamente straordinario, ha dato degli ordini ottimi su come affrontare l'incendio e ha avuto un'intuizione straordinaria che ha permesso di salvare questo monumento.
Nel momento in cui il fuoco ha invaso anche la torre campanaria Nord, e tutti temevamo che sarebbe crollata, io stavo uscendo con il Santissimo Sacramento e ne ho approfittato per fare una benedizione, mentre tutto attorno divampavano fiamme e fuoco e dappertutto dal tetto cadeva materiale incandescente. Nella benedizione ho incoraggiato Gesù ad aiutarci a preservare la sua casa. Per fortuna le manovre ordinate dal generale sono state brillanti e alla fine siamo riusciti a preservare la torre Nord e la torre Sud.
In Quaresima a tutti i cristiani che hanno ricevuto le ceneri è stato detto: «Ricordati che sei cenere e cenere ritornerai». Ed ecco, noi abbiamo vissuto una Quaresima "in miniatura": la cenere, la cattedrale, è ritornata alla cenere, non per sparire completamente ma, come è anche per i cristiani, per rinascere più bella e più forte di prima dopo la risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo.

Fonte: Sito del Timone, 18 aprile 2019

7 - SCRITTA PRO ABORTO SULLA CHIESA... LA RISPOSTA DEL PARROCO DIVENTA VIRALE SU FACEBOOK
Mi spiace che tu non abbia preso esempio da tua madre che con coraggio non ha abortito, ma ti ha partorito (VIDEO: perché la 194 non va applicata, ma abolita)
Autore: Gigio Rancilio - Fonte: Avvenire, 31 maggio 2017

Questa è una piccola "brutta" storia, ma che sta dando ottimi frutti.
Arriva dalla pagina Facebook della Parrocchia san Michele Arcangelo e santa Rita, in zona Corvetto, periferia sud di Milano. E come tutte le notizie, soprattutto quelle che girano sui social, va verificata.
Al telefono la voce femminile che risponde al numero della parrocchia, appena dici che sei un giornalista, si irrigidisce un po'. E ti liquida con un "il parroco non c'è".
Sfoderi la voce più pacata che riesci a fare e spieghi: "Volevo soltanto sapere se la storia è vera e se la pagina Facebok della parrocchia è davvero vostra".
"Sì, è tutto vero. Ma il parroco non c'è".

UNA SCRITTA OFFENSIVA
Il parroco è don Andrea Bellò, diventato famoso nelle ultime ore, suo malgrado, per un post Facebook che ha firmato e pubblicato sulla pagina della Parrocchia san Michele Arcangelo e santa Rita.
Ottenere 3700 reazioni, 307 commenti e 1590 condivisioni, per una pagina che normalmente registra 15 mi piace, è un record.
A colpire gli utenti è stata la reazione di don Andrea, dopo che il muro della sua parrocchia è stato imbrattato con una scritta offensiva: "Aborto libero (anche per Maria)".
Il parroco ha deciso di scrivere su Facebook una lettera aperta all'anonimo "imbrattatore".

UNA LETTERA APERTA... DIVENTATA VIRALE
«Caro scrittore anonimo di muri,
Mi dispiace che tu non abbia saputo prendere esempio da tua madre. Lei ha avuto coraggio. Ti ha concepito, ha portato avanti la gravidanza e ti ha partorito. Poteva abortirti. Ma non l'ha fatto. Ti ha allevato, ti ha nutrito, ti ha lavato e ti ha vestito. E ora hai una vita e una libertà. Una libertà che stai usando per dirci che sarebbe meglio che anche persone come te non ci dovrebbero essere a questo mondo.
Mi dispiace ma non sono d'accordo. E ammiro molto tua mamma perché lei è stata coraggiosa. E lo è tutt'ora, perché, come ogni mamma, è orgogliosa di te, anche se ti comporti male, perché sa che dentro di te c'è del buono che deve solo riuscire a venire fuori. L'aborto è il "non senso" di ogni cosa. È la morte che vince contro la vita. È la paura che vince su un cuore che invece vuole combattere e vivere, non morire. È scegliere chi ha diritto di vivere e chi no, come se fosse un diritto semplice. É un'ideologia che vince su un'umanità a cui si vuole togliere la speranza. Ogni speranza. Io ammiro tutte quelle donne che pur tra mille difficoltà hanno il coraggio di andare avanti.
Tu evidentemente di coraggio non ne hai. Visto che sei anonimo. E già che ci siamo vorrei anche dirti che il nostro quartiere è già provato tanti problemi e non abbiamo bisogno di gente che imbratta i muri e che rovina il poco di bello che ci è rimasto. Vuoi dimostrare di essere coraggioso? Migliora il mondo invece di distruggerlo. Ama invece di odiare. Aiuta chi è nella sofferenza a sopportare le sue pene. E dai la vita, invece di toglierla! Questi sono i veri coraggiosi! Per fortuna il nostro quartiere, che tu distruggi, è pieno di gente coraggiosa! Che sa amare anche te, che non sai neanche quello che scrivi!
Io mi firmo:
don Andrea»

LA BELLEZZA E L'ESEMPIO
Che una Chiesa venga imbrattata da scritte offensive, purtroppo non è una novità. E nemmeno che un parroco usi i social per cercare un dialogo con un aggressore.
E non è una novità nemmeno che un sacco di persone plaudano alla sua scelta.
Ciò che è nuovo, anzi rinnovato è il coraggio del gesto di don Andrea.
La bellezza di questo gesto. L'esempio di questo gesto.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 4 minuti) Tommaso Scandroglio spiega perché la 194 va abolita. Si viola il bene supremo: la vita. Si commette un assassinio nei confronti dell'innocente per eccellenza. Si capovolge il diritto naturale: la madre anzichè proteggere, uccide. E si passa così da delitto a diritto. Insomma: l'aborto è il male morale peggiore dei nostri tempi, in assoluto. Eppure tutti ormai l'hanno digerito, tanto che nessuno osa più invocare l'abolizione della legge sull'aborto. E invece è proprio questo l'obiettivo finale: abrogare la 194.


https://www.youtube.com/watch?v=jAt7FKJmnkw

Fonte: Avvenire, 31 maggio 2017

8 - IL PARTITO POPOLARE DI STURZO: UNA STORIA VINCENTE O PERDENTE?
A 100 anni dal famoso ''Appello ai liberi e forti'' di don Luigi Sturzo appare evidente il progressivo distacco del criterio della fede dalla politica
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-01-2019

Il centesimo anniversario della nascita a Bologna del Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo, avvenuto il 18 gennaio 1919, porta con sé tali enormi nodi da sciogliere - storici, politici e teologici - che l'entusiastico invito a ricollegarsi al "popolarismo" cui si assiste in questi giorni da varie parti del mondo cattolico - anche contrastanti tra loro - suona superficiale, ingenuo e forse strumentale. Il fatto che si richiamino a quell'evento Francesco Occhetta a nome de "La Civiltà Cattolica", il "Popolo della Famiglia" e il nuovo cosiddetto "partito dei vescovi" significa che alle grandi domande sollevate da questi cento anni di presenza politica cattolica si preferisce non dare risposte.

UNA STORIA VINCENTE O PERDENTE?
Soprattutto ad una domanda in particolare: il 18 gennaio 1919 iniziava una storia vincente o perdente?
L'esito politico immediato della nascita del PPI fu, a giudizio di molti, negativo. Sia Ernesto Buonaiuti a quei tempi che Norberto Bobbio ai nostri tempi hanno osservato che alle elezioni del 1919 il neonato partito di cattolici (non dei cattolici) tolse voti ai liberali ma non così tanti da poter impedire l'avvento al potere di altri partiti nazionali tra i quali, da lì a poco, quello fascista.
E l'esito politico a più lungo raggio? A questo proposito è bene ricordare il giudizio di Antonio Gramsci che, nella sua spietata durezza, coglie però il nucleo centrale del problema. Secondo il fondatore del Partito Comunista Italiano, i popolari avrebbero modernizzato le classi contadine e, così facendo, le avrebbero consegnate nelle mani dei comunisti. Detto in altri termini: i popolari avrebbero emancipato le classi popolari dal loro "mondo religioso" e le avrebbero iniziate alla moderna società secolarizzata che eliminava la religione dalla pubblica piazza. La conduzione delle masse verso il secolarismo integrale e quindi l'ateismo, obiettivo dei Comunisti italiani per realizzare la loro rivoluzione democratica, richiedeva la preventiva manovalanza dei cattolici popolari. Nel passaggio al partito di cattolici, le valenze antimoderne dell'Opera dei Congressi sarebbero evaporate e il distacco della politica dalla religione, già avviato col patto Gentiloni nel 1913, avrebbe trovato la sua continuità.
Comunque la si pensi del rapporto tra il PPI e il partito della Democrazia Cristiana nato nel 1943, ossia se questo sia sorto in continuità con il partito di Sturzo o piuttosto sulle sue ceneri, risulta difficilmente confutabile la diagnosi di Pietro Scoppola nel suo libro "La nuova cristianità perduta" del 1986, giudizio perfettamente in linea con quello gramsciano ed enunciato da un insospettabile cattolico progressista della "Lega Democratica" quale egli era: la Democrazia Cristiana ha transitato il mondo cattolico dentro la democrazia moderna edonista, radicale e individualista che con la "democrazia cristiana" della Graves de communi di Leone XIII non aveva niente a che fare. Si tratta della società che Augusto Del Noce avrebbe poi chiamato "opulenta" e "irreligiosa", nella cui fase terminale viviamo noi oggi e le cui tappe principali di avanzamento portano tutte il marchio cattolico.

LA STATURA MORALE ED INTELLETTUALE DI LUIGI STURZO
Questi giudizi non riguardano la statura morale ed intellettuale di Luigi Sturzo: basterebbe solo esaminare il monumentale "Lessico sturziano" pubblicato da Rubbettino nel 2013 per rendersene conto, oppure l'Epistolario con il fratello Mario, vescovo di Piazza Armerina, o leggere la sua "Sociologia del soprannaturale". Non riguardano nemmeno l'impegno generoso di tante generazioni di cattolici popolari. Questi giudizi pongono invece il serio problema del rapporto tra il cattolicesimo politico iniziato nel 1919 e la modernità, un rapporto dagli esiti deludenti, se consideriamo che oggi è difficile parlare di aurora mentre molti parlano invece di eclissi, di estenuazione e di consunzione tranquilla. Un rapporto che progressivamente ha sciolto il riferimento religioso dentro la "laicità" della politica. Principio, questo, già presente nell'"Appello ai liberi e forti" come anche, nonostante le diversità, nel "Codice di Camaldoli" e via via in seguito.
Nel lungo e tortuoso percorso di questi cento anni che ci separano dal congresso di Bologna del PPI, i cattolici hanno definitivamente imparato a non avere paura della politica, superando gradualmente ma radicalmente ogni forma vecchia e nuova di non expedit; nel frattempo però la politica non ha smesso di avere paura della religione cattolica e di volerne decisamente fare a meno, combattendola. Le due tendenze erano convergenti: accettare sempre più coerentemente e pienamente la laicità della politica produceva l'inutilità del riferimento religioso nella presenza politica dei cattolici e quindi il loro "suicidio" come tali. Il processo verso questo esito fu accompagnato da una poderosa revisione teologica del rapporto tra Chiesa e mondo che ne giustificava le conclusioni.
Commemorare oggi i fatti del 1919 non solo per commemorarli ma addirittura per farli rivivere con nuovi appelli "ai liberi e forti" senza valutare queste conclusioni lascia molto perplessi.

Nota di BastaBugie
: per la storia di politici democristiani che hanno fatto la storia d'Italia (Giulio Andreotti, Giorgio La Pira, Aldo Moro, don Lorenzo Milani, Alcide De Gasperi) si può consultare il nostro dossier sulla Democrazia Cristiana cliccando sul seguente link
https://www.bastabugie.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=_democrazia_cristiana

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-01-2019

9 - OMELIA II DOM. DI PASQUA - ANNO C (Gv 20,19-31)
A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Per ben tre volte, nel brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, Gesù dice a suoi Discepoli: «Pace a voi». Il Signore, con la sua Morte e Risurrezione, è venuto a portarci la sua pace. Ma cosa è la pace? Tutto il mondo ne parla, tutti la vogliono, ma nessuno la raggiunge. Anzi, sembra che più se ne parla e più essa si allontana. La pace di cui parla Gesù è ben diversa da quella che il mondo cerca tanto ansiosamente. La pace portata da Gesù è innanzitutto interiore. Prima che regnare nel mondo, essa deve esserci nel nostro cuore. Solo allora saremo autentici operatori di pace, solo quando vivremo in comunione con Dio e allontaneremo il peccato dalla nostra vita.
È molto interessante il fatto che Gesù ripete questa frase: «Pace a voi», proprio nel momento in cui Egli istituisce il sacramento della Confessione. Infatti, subito dopo, Egli dice ai suoi Apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22). Questo particolare ci fa comprendere che la pace si ottiene innanzitutto con una buona Confessione, quando riceviamo il perdono di Dio.
Oggi, inoltre, è la festa della Divina Misericordia, festa voluta da Gesù stesso, secondo le richieste da Lui fatte a santa Faustina. Egli diceva alla Santa: «Chi si accosterà alla sorgente della vita - ovvero alla Confessione e alla Comunione - questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Poi continuò dicendo: «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia. Oh, quanto mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che io sono misericordioso, non ha fiducia nella mia Bontà». Vogliamo anche noi glorificare l'infinita Misericordia di Dio, accogliendola nel sacramento della Confessione, confessandoci spesso e bene, e domandando a Gesù che ogni volta sia come l'ultima Confessione della nostra vita.
Il brano del Vangelo, inoltre, ci parla della fede. Dopo aver dissipato i dubbi di Tommaso, Gesù proclama solennemente: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). La fede è un dono di Dio, ma deve essere alimentata dalla nostra preghiera. Essa è come una piccola fiammella che deve essere di continuo ravvivata con l'olio della nostra orazione e delle nostre buone opere. Se manca tutto questo, essa, inevitabilmente, tende a morire. Domandiamo ogni giorno che il Signore aumenti la nostra fede. Sarà soprattutto con la meditazione assidua che questo dono si rafforzerà sempre di più. In questo periodo di Pasqua, per poi proseguire con lo stesso proposito, cerchiamo di meditare frequentemente la Parola di Gesù, il suo Santo Vangelo, domandandoci: "Cosa mi vuole dire Gesù con queste sue parole che sto meditando?". Se saremo fedeli a questo piccolo proposito, anche solo per un quarto d'ora al giorno, la fiamma della nostra fede si ravviverà sempre di più fino ad illuminare tutti quelli che incontreremo sul nostro cammino.
Tommaso ravveduto, infine, fece uno stupendo atto di fede. Egli vide l'Umanità di Cristo Risorto, e credette senza esitare nella sua Divinità. Egli, infatti, esclamò: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28). Anche noi facciamo qualcosa di simile ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, anzi facciamo di più. Tommaso vide l'Umanità di Cristo e credette nella sua Divinità; noi non vediamo né la Divinità, né l'Umanità di Gesù, eppure crediamo senza esitare che l'Ostia consacrata che riceviamo al momento della Comunione e che adoriamo presente nel Tabernacolo, è Gesù vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Per questo siamo beati, perché crediamo senza vedere.
Chiediamo alla Vergine Santa che custodisca in noi il dono della fede e lo accresca sempre di più ottenendoci una fede senza esitazioni, una fede che ci faccia spostare le montagne, una fede che ci faccia superare tutte le difficoltà.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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