BastaBugie n�626 del 21 agosto 2019

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1 GIAPPONE 2019: PENA DI MORTE PER DUE PERICOLOSI ASSASSINI E STUPRATORI
La maggioranza dei giapponesi è favorevole alla pena di morte, ma politici, avvocati e associazioni dei diritti umani vogliono abolirla manipolando l'opinione pubblica
Autore: Matteo Orlando - Fonte: Il Giornale
2 TRA POCO ANCHE IN ITALIA UNPLANNED, IL FILM DOVE L'ABORTISTA DIVENTA UN'EROINA PRO LIFE
La storia vera di una ex manager della Planned Parenthood che si licenziò dopo aver visto la cruda realtà dell'aborto
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 UNA VOLTA CI SI SPOSAVA E SI METTEVA LA TESTA A POSTO... PERCHE' OGGI INVECE NON E' PIU' COSI'?
La vera paternità responsabile non è quella di fare pochi figli pensando alla propria realizzazione, ma farne quanti Dio ne manda e farsene carico (con sacrificio e sofferenza, quando necessario)
Fonte: I Tre Sentieri
4 TRANS 70ENNE VUOLE DIVENTARE ''MAMMA'' CON TRANS 22ENNE (ENTRAMBI NATI UOMINI)
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): l'India vieta l'utero in affitto ma non la scelta altruistica, un cattolico tradizionale accanto a Boris Johnson, 15enne polacco ferma il Gay Pride con un crocifisso
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Sito del Timone
5 IN SPAGNA UNA MOSTRA DI UN ARTISTA SCONOSCIUTO GETTA FANGO SULLA CHIESA
A Toledo, davanti all'altare di una chiesa sconsacrata, è stato messo un fantoccio vestito da vescovo con sei braccia circondato da bambini oggetto della sua lussuria
Autore: Matteo Orlando - Fonte: Il Giornale
6 RISCALDAMENTO GLOBALE? MA IL CLIMA E' SEMPRE CAMBIATO (E LE RISORSE NON SI ESAURIRANNO MAI)
La pretesa di regolare la temperatura della terra come se avessimo un termostato si accompagna agli allarmismi ingiustificati per la fine delle risorse naturali (l'uomo sa usare gli elementi della natura in modo sempre nuovo!)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 COME RICEVERE DEGNAMENTE LA COMUNIONE
La preparazione comprende due cose: avere la retta intenzione ed essere in grazia di Dio (cioè non essere macchiati da nessun peccato mortale)
Autore: padre Robert Quardt - Fonte: I Tre Sentieri
8 SEMPRE PIU' PERSONE SI RIFUGIANO DA MAGHI E TAROCCHI
Dal 2008 al 2018 tredici milioni di italiani si sono rivolti a guru, astrologi e via divinando... il tutto a beneficio di un settore il cui giro d'affari è di circa 8 miliardi di euro
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
9 OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 13,22-30)
Sforzatevi di entrare per la porta stretta
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - GIAPPONE 2019: PENA DI MORTE PER DUE PERICOLOSI ASSASSINI E STUPRATORI
La maggioranza dei giapponesi è favorevole alla pena di morte, ma politici, avvocati e associazioni dei diritti umani vogliono abolirla manipolando l'opinione pubblica
Autore: Matteo Orlando - Fonte: Il Giornale, 05/08/2019

La pena di morte continua ad essere applicata nel paese del Sol Levante. In Giappone due uomini sono stati giustiziati, nelle cosiddette "camere segrete della morte" nei giorni scorsi.
Koichi Shoji, di 64 anni, e Yasunori Suzuki, di 50 anni, sono stati impiccati in due centri di detenzione separati a Tokyo e Fukuoka. Entrambi erano stati condannati per vari reati, particolarmente gravi.
Queste due esecuzioni sono le prime nel paese asiatico in questo 2019. Il totale dei giustiziati sotto l'amministrazione del primo ministro Shinzo Abe, dal 2012 ad oggi, sale così a 38 criminali. Altre 110 persone rimangono nel braccio della morte.

LE ESECUZIONI IN GIAPPONE SONO PROTETTE DAL SEGRETO
Generalmente i prigionieri ricevono un preavviso di poche ore, mentre ad alcuni non viene dato nemmeno un avvertimento. Le famiglie dei condannati sono di solito informate dell'esecuzione solo dopo che è avvenuta.
Come informa il Japan Times, Shoji è stato condannato per aver violentato e ucciso la cinquantaquattrenne Hiroko Hayashi, e ucciso la quarantaduenne Fumiko Osawa, quando l'uomo, nel 2001, viveva nella prefettura di Kanagawa. Suzuki è stato dichiarato colpevole per dei gravi reati avvenuti tra il dicembre del 2004 e il mese di gennaio del 2005. Si tratta dello stupro e dell'omicidio della diciottenne Nana Kubota, dell'uccisione di Toshiko Onaka (62 anni) e del tentativo di stupro ed omicidio della ventitreenne Keiko Fukushima.
"L'aggressione sessuale, incluso lo stupro, è di per sé un crimine imperdonabile", ha detto il ministro della giustizia Takashi Yamashita, durante una conferenza stampa dopo le esecuzioni. "Questi casi sono stati particolarmente strazianti, poiché oltre agli stupri hanno preso la vita delle vittime quando non avevano fatto nulla, per meri motivi egoistici". La decisione, ha confermato il ministro, è stata presa "a seguito di un'accurata deliberazione che ha valutato anche eventuali motivi per sospendere l'esecuzione".
L'anno scorso il Giappone ha giustiziato tutti i 13 membri del gruppo esoterico che aveva effettuato un attacco di gas sarin alla metropolitana di Tokyo nel 1995, sotto la guida di Shoko Asahara, leader della setta religiosa Aum Shinrikyo.

LA MAGGIORANZA DEI GIAPPONESI È FAVOREVOLE ALLA PENA DI MORTE
"Queste esecuzioni dimostrano lo scioccante disprezzo del governo giapponese per la vita umana", ha affermato Roseann Rife, direttore della ricerca in Asia orientale presso Amnesty International. Mentre il Giappone si prepara ad ospitare, il prossimo aprile, il 14° congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione della criminalità e la giustizia penale, che dovrebbe affrontare il ricorso alla pena di morte a livello globale, secondo la Rife "è giunto il momento che il sistema di giustizia penale giapponese venga rivisto per conformarsi pienamente al diritto e agli standard internazionali sui diritti umani, stabilendo una moratoria immediata su tutte le esecuzioni previste".
L'Ordine degli Avvocati giapponese ha da tempo chiesto di abolire la pena di morte ed ha fissato una scadenza per il 2020. Nel dicembre dello scorso anno, i gruppi parlamentari hanno discusso del futuro della pena di morte nel paese, proponendo di sostituirlo con l'ergastolo. Tuttavia nel paese del Sol Levante, la pena di morte sembra sia sostenuta dalla maggior parte dei giapponesi.
Un sondaggio condotto dal governo nel 2014 ha rilevato che l'80% degli 1.826 intervistati riteneva che vi fossero ragioni convincenti per mantenere la pena di morte, mentre il 10% riteneva che la pena di morte dovesse essere abolita. Alla domanda se la pena di morte debba continuare anche se il Giappone dovesse introdurre l'ergastolo nel sistema giudiziario penale, il 38 percento aveva risposto che la pena capitale dovrebbe essere abolita e il 52 percento aveva affermato che dovrebbe continuare.

DOSSIER "PENA DI MORTE"

Leggi gli articoli che abbiamo pubblicato su questo argomento
https://www.bastabugie.it/it/contenuti.php?pagina=utility&nome=_pena_di_morte

Fonte: Il Giornale, 05/08/2019

2 - TRA POCO ANCHE IN ITALIA UNPLANNED, IL FILM DOVE L'ABORTISTA DIVENTA UN'EROINA PRO LIFE
La storia vera di una ex manager della Planned Parenthood che si licenziò dopo aver visto la cruda realtà dell'aborto
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-02-2019

Forse il nome di Abby Johnson qui in Italia dice poco o nulla. Ma stiamo parlando di un personaggio che sta scatenando una rivoluzione nel mondo dell'industria abortiva americana. Abby Johnson, classe 1980, era direttrice della clinica della Planned Parenthood a Bryan, in Texas. Poi, nel 2009, l'impatto con la cruda realtà dell'aborto: un bambino indifeso e senza scampo che cerca di sfuggire al suo uccisore in camice bianco.
Si trattava di un aborto monitorato con ultrasuoni cosa che, riferisce Abby nel suo libro Unplanned, uscito nel 2010 e tradotto in italiano cinque anni dopo con il titolo Scartati. La mia vita con l'aborto, "permette al sanitario di vedere esattamente quello che succede all'interno dell'utero". Una tecnica inventata per diminuire le probabilità di rischio di perforazione della parete dell'utero, ma che ha anche in sé un potenziale "non previsto": quello di mostrare con chiarezza cosa sia un aborto. E lo aveva mostrato proprio ad Abby, che di aborti ne aveva già avuti due, il secondo, il più doloroso, assumendo la RU-486.
Abby raramente era entrata in sala operatoria durante un aborto e mai lo aveva fatto quando veniva utilizzata questa procedura con gli ultrasuoni, cosa che nella clinica da lei diretta accadeva rarissimamente, perché richiedeva cinque minuti in più rispetto ai dieci "canonici", rigorosamente calcolati per raggiungere l'obiettivo richiesto dalla Planned Parenthood, e cioè di arrivare a eseguire nella clinica dai 25 ai 35 aborti ogni sabato. Questione di costi di gestione.

UN BAMBINO CHE LOTTAVA CONTRO LA MORTE
Quei dieci minuti cambiarono la vita di Abby: la visione di un bambino di 13 settimane, perfettamente formato, esattamente - ricorda Abby - come la sua bimba, Grace, data alla luce tre anni prima. Aveva imparato, nell'addestramento della Planned Parenthood, che "il tessuto fetale non sente niente quando è rimosso". Lì invece c'era un bambino che lottava contro la morte, che si contorceva prima di essere "strappato, arrotolato e strizzato come uno straccio"; evidentemente non era un semplice tessuto...
Da quel giorno la vita di Abby è cambiata radicalmente, e anche quella di molte persone, inclusi molti ex-colleghi alla Planned Parenthood, che sono riusciti, grazie ad Abby, a divincolarsi dalla trappola mentale dell'aborto come pratica per la salute riproduttiva della donna e hanno deciso di smettere di lavorare per la morte. La realtà descritta da Abby nel suo libro è eloquente. Negli otto anni in cui lei ha lavorato alla clinica, è stata l'unica ad avere figli, lottando ogni giorno per respingere le pressioni che gli venivano fatte per interrompere la gravidanza; l'unica ad avere un figlio, ma non l'unica a essere rimasta incinta: la clinica offre gratuitamente l'aborto alle sue dipendenti "incidentate"... Questo come donna. E, come direttrice, il fatto di dover rispondere alla logica del mercato: cercare di aumentare il più possibile il numero degli aborti effettuati in clinica, fino a sponsorizzarne circa 22.000 nei suoi otto anni di lavoro.

QUESTIONE DI QUALCHE MINUTO
Anche la vita di Ashley Bratcher è cambiata. Ashley è attrice e la Provvidenza ha voluto che fosse lei a interpretare il ruolo di Abby nel film Unplanned, ispirato all'omonimo libro, che uscirà quest'anno in primavera negli Stati Uniti. La lettura del libro la colpì profondamente; ma non è "solo" questo il punto. Ashley, che era già partita per l'Oklahoma per le registrazioni, venne contattata dalla madre, con la quale non aveva un ottimo rapporto. Ashley, che era dovuta partire in fretta e furia, e non aveva detto nulla alla madre, decise di raccontarle la sua nuova avventura. Al termine del racconto della storia di Abby, Ashley sentì la madre piangere in modo incontrollato, fino a raccontarle che all'età di 16 anni aveva deciso di abortire. Quando, tre anni più tardi, scoprì di essere incinta di Ashley, decise nuovamente di abortire, ma, mentre era già pronta sul lettino della clinica, sentì dentro di sé che non avrebbe mai più fatto una cosa simile; scese dal lettino e scelse così la vita di Ashley. Questione di qualche minuto, di una scelta fatta nel solco dell'errore passato, e Ashley non sarebbe stata. E invece la vita di Ashley è andata avanti per incrociarsi con quella di Abby; sono divenute due importanti pedine del grande movimento pro-life americano e stanno mettendo in crisi il sistema abortivo della Planned Parenthood. [...]

Nota di BastaBugie: Marco Respinti nell'articolo seguente dal titolo "Unplanned sfida la censura e mostra l'orrore dell'aborto" parla del film tratto dall'omonimo libro di una ex dirigente di una clinica di Planned Parenthood, convertitasi alla causa pro-vita dopo aver realizzato quel che stava facendo. La pellicola, pur subdolamente boicottata dai distributori e dalla stampa, è un successo di pubblico incredibile.
Ecco l'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 03-04-2019:
Calano le luci. Immagini di amena vita familiare. Poi, a pochi quadri dall'inizio, il pugno arriva diritto nello stomaco. Assisti a un aborto. Ricreato per il cinema, lo sai, ma in quel momento lo dimentichi apposta, hai già sospeso la tua incredulità, sei totalmente dentro, sei là dove e mentre sta accadendo. Ti dimeni sulla poltroncina, incapace di resistere. Vorresti strapparti le vesti, vuoi vomitare. Boccheggi, ti manca l'aria, pensi di mandare tutti alla malora e scappare lontano. La testa ti gira. Lo odi quel film, lo maledici, specie il momento in cui hai deciso di entrare in sala. Chiudi orecchi e occhi, non vuoi sapere nulla, niente di niente, risvegliarti dall'incubo a mille miglia di distanza. Senti invece le immagini scenderti nella carne, entrarti dentro. "Basta!", sbotti dentro di te, e quasi lo dici ad alta voce. Vuoi accendere la luce, uscire dal tunnel, liberarti dagli spettri. Sì, è proprio un film adatto a tutti nonostante la censura, un film da far vedere a tutti.
Si intitola Unplanned ed è la cosa peggiore del mondo. Tratto dal libro omonimo del 2011, è la storia vera e nota di Abby Johnson, che oggi ha 39 anni. Quando ne aveva 29 ha visto un aborto monitorato agli ultrasuoni. [...]
C'era una volta Bernard Nathanson (1926-2011), il medico che truccò le carte dell'aborto clandestino e che si vantava di essere stato responsabile di 75mila aborti. Poi venne l'ecografia e a Nathanson cadde la mascella. Si convertì (alla fine anche al cattolicesimo) e divenne un eroe pro-life con pochi eguali anche realizzando lo scioccante documentario L'urlo silenzioso, che un altro eroe, donna, convertita cattolica pure lei, Faith Whittlesay (1939-2018), regalò in videocassetta a ciascuno dei parlamentari americani.
Anche Abby Johnson è stata folgorata dagli ultrasuoni. Di aborti ne aveva avuti lei stessa, due. Aveva patito fisicamente le pene dell'inferno, ma non aveva mai visto cosa succede fisicamente a un bambino nel ventre di sua madre quando viene annientato per suzione. Un giorno, per caso, ma il caso non esiste, fu chiamata in sala operatoria. Svolgeva mansioni amministrative, aveva fatto carriera: da hostess on the road, di quelle che si prendono "cura" delle abortende per sottrarle ai pro lifer che cercano di dissuaderle, a dirigente di una clinica della Planned Parenthood. Ma un aborto in diretta non lo aveva ancora mai visto, benché alle turpitudini non fosse certo nuova. Fu allora che piantò tutto.
La sua conversione è stata la notizia peggiore che la Planned Parenthood abbia mai avuto. Perché ovviamente poi Abby Johnson non se n'è rimasta zitta. Ecco, Unplanned è il film della sua storia. Unplanned è la cosa più cruda che possiate vedere. La cosa più greve. E pure la più grave. Uno scannatoio ributtante. Ma ad Unplanned non si può sfuggire: perché racconta esattamente quanto accade tutti i giorni, da decenni, in migliaia di luoghi del mondo.
L'attrice Ashley Bratcher interpreta Abby alla perfezione ed Abby ha approvato la sceneggiatura. Diretto da Chuck Konzelman e Cary Solomon, il film è costato 6 milioni dollari alla Pure Flix e le sue riprese si sono svolte in segreto. Quando lo vedrete, capirete perché. Unplanned ha un vantaggio enorme. È fatto benissimo, roba da grandi major. Nei 110 "interminabili" minuti della sua cavalcata sciorina scene da fare accapponare la pelle per lo sdegno e per la compassione.
Venerdì 29 marzo è uscito in 1059 sale americane e ha incassato 3 milioni di dollari. Nei due giorni seguenti è salito a 6,4 milioni, più di quello che è costato, piazzandosi al quarto posto delle vendite del week end nel momento del trionfo di Dumbo. La Motion Picture Association of America, quella che dà le patenti ai film, lo ha marchiato "R": con meno di 17 anni va visto solo se accompagnati. Però gli aborti si possono anche se più giovani. Quindi, mentre Unplanned sbancava, Twitter ne sospendeva l'account. Per un errore, dicono. Poi l'hanno riconnesso: ovvio, s'è sollevato mezzo mondo, e tra i fan della pellicola ci sono anche Donald J. Trump e il suo vice Mike Pence.
L'ho visto in anteprima privata in margine al Congresso mondiale delle famiglie. Arriverà anche in Italia. Andremo tutti a vederlo, e soffriremo, piangeremo, urleremo, picchieremo i pugni, ma sarà fondamentale farlo vedere a chi l'aborto lo predica e lo pratica. Perché Unplanned cambia davvero la vita. Si raccolgono idee su come convincere gli abortisti a vedere questo piccolo, grande capolavoro che amiamo e odiamo allo stesso tempo.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-02-2019

3 - UNA VOLTA CI SI SPOSAVA E SI METTEVA LA TESTA A POSTO... PERCHE' OGGI INVECE NON E' PIU' COSI'?
La vera paternità responsabile non è quella di fare pochi figli pensando alla propria realizzazione, ma farne quanti Dio ne manda e farsene carico (con sacrificio e sofferenza, quando necessario)
Fonte I Tre Sentieri, 25/07/2019

Va fatta una riflessione sulla paternità. Potremmo dire sulla paternità responsabile, che non è quella cosa su cui si è tanto insistito negli ultimi decenni nel mondo cattolico per giustificare una certa ristrettezza nella generosità della vita, dimenticando che la vera paternità responsabile è quella di essere "responsabili" dinanzi alla generosità di Dio. No, in questo caso non vogliamo riferirci a questa paternità responsabile, ma ad un'altra. Anzi, è significativo il fatto che da quando si è iniziato a parlare di "responsabilità" nel generare, si contano sempre più casi di irresponsabilità genitoriale. Ovviamente non è un solo caso a far tendenza, deve essere sempre qualcosa di più e questo qualcosa di più purtroppo c'è ed è sociologicamente riscontrabile. È infatti sempre più diffuso un prolungamento dell'irresponsabilità adolescenziale negli adulti. Non solo negli adulti single (come oggi si ama dire), ma anche in quelli sposati e con figli. Il che è molto preoccupante.
Una volta si diceva: sposati, così metterai la testa a posto! E succedeva quasi sempre. Ci si sposava, si avevano diversi figli, e la testa... davvero si metteva a posto. Nel senso che si era costretti a metterla a posto per portare il pane a casa e sfamare un numero di figli che spesso non era dei più smilzi. Quell'impegno necessario, quello stringere i denti, quell'incrociare i volti dei propri bambini che esigevano di essere sostenuti e accuditi, costringevano a... mettere la testa a posto.
Oggi, invece, mancano motivi seri e persuasivi per mettere la testa a posto. La cultura che respiriamo è quella della superficialità. A che pro sacrificarsi? A che pro stringere i denti? A che pro rinunciare a me per pensare a te? Piuttosto è necessario il contrario. Anzi, non necessario, persino doveroso. L'uomo non deve sacrificarsi, non deve spendersi, non deve negarsi, perché non c'è nulla fuori dei diritti dell'uomo. Figuriamoci, poi, quando si è sposati. Perché due genitori che non vanno più d'accordo dovrebbero rimanere insieme per salvare la famiglia? No, è assurdo. Perché rinunciare ai propri diritti? Perché rinunciare a rifarsi una vita?
Si sa: se si semina vento, si raccoglie tempesta. Se ciò che conta non è più Dio, ma l'uomo, perché orientarsi necessariamente verso una "fatica" che costringe ad una non soddisfazione personale, ma ad un bene altrui? Non ha senso.
E così l'unico scopo che si staglia all'orizzonte è quello del gioco. L'unico imperativo è giocare, giocare e basta!
Pensare solo ai propri diritti ha ridotto tutto a "burletta". Ad una tragica "burletta" dove non si ride... ma si finisce sempre con l'essere costretti a piangere.

Fonte: I Tre Sentieri, 25/07/2019

4 - TRANS 70ENNE VUOLE DIVENTARE ''MAMMA'' CON TRANS 22ENNE (ENTRAMBI NATI UOMINI)
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): l'India vieta l'utero in affitto ma non la scelta altruistica, un cattolico tradizionale accanto a Boris Johnson, 15enne polacco ferma il Gay Pride con un crocifisso
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Sito del Timone, 02/08/2019

L'abisso entro cui può cadere l'uomo non conosce limiti. È questo il primo pensiero che viene alla mente leggendo un articolo del Mirror dal titolo: «Caitlyn Jenner vuole diventare mamma a sett'anni con la fidanzata Sophia Hutchins».
Per comprendere meglio la portata della notizia è necessario indagare sulla vita dei due protagonisti. Fino al 2015 Caitlyn Jenner era nota al mondo come William Bruce Jenner, sportivo statunitense di successo, con all'attivo una medaglia d'oro ai Giochi olimpionici di Montréal nel 1976 e detentore del record mondiale di decathlon dal 1975 al 1980. Oltre a questo, Jenner è sempre stato molto chiacchierato per via della sua intricata vita privata: nell'arco di quarantadue anni si è infatti sposato tre volte e ha avuto sei figli biologici, cui vanno aggiunti quattro figli adottati per via del matrimonio con Kris Jenner, già Kardashian. Ad oggi è inoltre nonno di quattordici nipoti. Nel 2015, quindi, la svolta, con l'annuncio del "cambio di sesso" che ha reso Caitlyn una paladina dei transgender, almeno fino a quando non ha sostenuto Trump nella campagna elettorale.
Sophia Hutchins, nata Scott, è invece un ragazzo di ventidue anni che dal 2016 ha dichiarato pubblicamente di riconoscersi come donna e di essere stato aiutato in questo «passo importante della vita» proprio da Caitlyn. I due fanno coppia dal 2017, quando sono stati visti per la prima volta assieme, e oramai sono mesi che si rincorrono i rumors su un loro possibile matrimonio in una spiaggia di Malibù, in California.

CRESCERE UN BAMBINO NEL RUOLO DI MAMMA
Chiariti quindi i contorni della vicenda, veniamo alla notizia. Riporta il Mirror: «Parlando con la rivista Closer, una fonte ha dichiarato: "Caitlyn e Sophia hanno parlato di fondare una famiglia nel corso dell'ultimo anno o giù di lì e anche se Caitlyn ha già avuto dieci figli non ha mai avuto la possibilità di far crescere un bambino nel ruolo di mamma, cosa che ha sempre sognato fare". La fonte afferma inoltre che anche Sophia ha sempre voluto essere mamma e che la coppia vorrebbe ottenere una surrogata per realizzare il proprio sogno di maternità».
Una dichiarazione, questa, che pare essere stata accolta con scarso favore dalle ultime due figlie biologiche del fu Bruce, le famose Kylie e Kendall Jenner, che vedono un grosso limite nei quasi cinquant'anni d'età che dividono Caitlyn e Sophia. Nessuna obiezione, invece, sul fatto che il bambino/la bambina venga messo/a al mondo con la tecnica dell'utero in affitto: anzi, pare che sul tema Caitlyn abbia chiesto consiglio alla figliastra Kim Kardashian che, dopo aver avuto due figli biologici, nel 2018 e nel 2019 ha lei stessa comprato altri due bambini tramite madre surrogata.

LA VITA CHE ASPETTA LA PICCOLA CREATURA
Oltre a questo, poi, come purtroppo è oramai prassi, silenzio stampa sulla vita che aspetta la piccola creatura che si vorrebbe mettere al mondo. Creatura che avrebbe una madre biologica che fornirebbe l'ovulo, una madre gestazionale - con ogni probabilità differente dalla prima, com'è prassi in questi casi - che la porterebbe in grembo nove mesi e la darebbe alla luce e che infine verrebbe cresciuta da due uomini (per quanto possano avere apparenze femminili). Il tutto, come si è visto, con l'aggiunta di un intricato corollario di fratelli, fratellastri, zii, ex mogli...
La domanda, in sé retorica, a questo punto sorge spontanea: tutto questo è pensare al bene del nascituro, oppure è un mero atto di egoismo volto a soddisfare un personale desiderio di paternità/maternità, a discapito di tutto e di tutti?

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).

L'INDIA VIETA L'UTERO IN AFFITTO MA NON LA SCELTA ALTRUISTICA
L'India pone fine alla commercializzazione del corpo femminile a scopo riproduttivo, dopo anni di dibattiti. Ieri la camera bassa del parlamento ha approvato in via definitiva il provvedimento che vieta in tutto il Paese la maternità surrogata a fini commerciali. Tuttavia, la legge autorizza alcune eccezioni: prevede la gestazione surrogata nel caso di «scelta altruistica», ossia tra persone della stessa famiglia e solo per le coppie di nazionalità indiana sposate da almeno cinque anni che non abbiano altri figli viventi, pertanto con provata infertilità.
Il provvedimento mette fuorilegge le oltre 3000 cliniche private che dal 2001 hanno prosperato nel Paese, alimentando un giro d'affari di milioni di dollari e accogliendo ogni anno migliaia di coppie e anche single in cerca di figli da tutto il mondo. L'India è stata finora uno dei pochi Paesi, oltre alla Russia, all'Ucraina e allo Stato della California, dove le donne potevano "affittare" il proprio corpo per partorire figli di sconosciuti.
La nuova legge si deve in particolare all'impegno di Jayashree Wad, l'avvocatessa ottantenne, che nel 2015, per prima ha lanciato una dura battaglia contro il business della fertilità, coinvolgendo la corte suprema indiana.
(Osservatore romano, 8 agosto 2019)

IL CATTOLICO TRADIZIONALE REES MOGG ACCANTO A BORIS JOHNSON
Sembra partire con il piede giusto, dal punto di vista dei valori non negoziabili, l'avventura di Boris Johnson alla guida del governo inglese.
Infatti, è stato scelto come leader della Camera dei Comuni il parlamentare Jacob Rees-Mogg, membro del partito conservatore e conosciuto per essere un fervente cattolico amante della messa in latino.
Rees-Mogg in passato si è sempre dichiarato contrario all'aborto ed alle rivendicazioni delle lobbies LGBT ed è un convinto sostenitore della Brexit. Da notare che si è schierato contro l'aborto anche in caso di stupro, ha votato contro la legalizzazione del matrimonio omosessuale e, per sua stessa ammissione, cerca di pregare tutti i giorni il Santo Rosario.
Nel suo nuovo incarico, Rees-Mogg organizzerà l'agenda del premier Boris Johnson nella Camera dei Comuni, parteciperà alle riunioni di gabinetto e siederà come Presidente del Privy Council, con il potere di consigliare direttamente la Regina.
(Corrispondenza Romana, 31 luglio 2019)

15ENNE POLACCO FERMA IL GAY PRIDE CON UN CROCIFISSO
Un gesto coraggioso compiuto sabato scorso da un ragazzo polacco di 15 anni che ci fa guardare con speranza al futuro.
Non tutti i giovani infatti sono ideologizzati dai dettami LGBT.
Jakub Baryła, 15enne polacco residente nella cittadina di Płock, è stato fotografato mentre con un crocifisso in mano, pregava e camminava andando incontro al Gay Pride del suo Paese, sfidando il cordone di polizia che lo ha portato poi via di peso.
L'idea di interrompere il Gay Pride con un crocifisso gli è venuta da padre Ignacy Skorupka, cappellano dell'esercito Polacco, che cadde durante la battaglia di Varsavia nel 1920 per mano dei bolscevici.
Il ragazzo, dopo aver visto l'immagine della Madonna di Czestochowa profanata da un attivista LGBT, ha deciso di intervenire.
"Ho chiesto una croce a un prete di una parrocchia di Płock", ha spiegato Jakub. "Volevo che il mio gesto fosse visibile a quante più persone possibile. Volevo che facesse riflettere e discutere. Così ho camminato con una croce in mano davanti al cordone di polizia che proteggeva il Pride. Successivamente mi sono seduto sul marciapiede e ho pregato in latino la Salve Regina".
"I poliziotti sono arrivati da me e mi hanno chiesto di alzarmi. Ho detto che non potevo farlo, perché gli attivisti del Pride stavano distruggendo la mia fede cattolica e profanando la bandiera polacca, ponendovi sopra un arcobaleno. La polizia mi ha portato via di peso. Ma in generale gli ufficiali si sono comportati in modo impeccabile".
Il ragazzo assicura che l'azione di sabato è stata una sua iniziativa: "Nessuno mi ha costretto ad agire. Ho 15 anni, ma capisco la realtà che mi circonda e posso prendere decisioni consapevolmente".
Il gesto coraggioso di questo ragazzo, andato contro il politically correct dominante, possa essere d'ispirazione per noi e per tutti coloro che hanno rinunciato a denunciare pubblicamente e chiaramente i Gay Pride (e tutte le attività LGBT), eventi peccaminosi e vergognosi.
Una domanda sorge però spontanea: tutti gli altri dove sono? Ci sarebbe dovuto essere tutto il popolo cattolico a denunciare il Gay Pride, ma solo un ragazzo ha avuto il coraggio di farlo. Speriamo che questo gesto possa essere l'inizio di una nuova consapevolezza da parte dei cattolici di voler difendere il proprio Paese dall'ideologia LGBT.
(Chiara Chiessi, Osservatorio Gender, 13 agosto 2019)

Fonte: Sito del Timone, 02/08/2019

5 - IN SPAGNA UNA MOSTRA DI UN ARTISTA SCONOSCIUTO GETTA FANGO SULLA CHIESA
A Toledo, davanti all'altare di una chiesa sconsacrata, è stato messo un fantoccio vestito da vescovo con sei braccia circondato da bambini oggetto della sua lussuria
Autore: Matteo Orlando - Fonte: Il Giornale, 18/07/2019

In Spagna, una mostra, irriverente già nel titolo ("Pederoclastia"), ha scatenato le ire del partito politico di destra Vox e dei vertici della Chiesa Cattolica.
Nella citta di Toledo, l'artista Fernando Barredo, noto come Loc, coordinatore di Toledo Laica ha pensato di esporre, presso il locale Circolo di Arte una composizione tridimensionale, di natura teatrale, che affronta il tema degli abusi sessuali commessi da alcuni chierici.
La composizione, installata nella navata della vecchia chiesa di San Vicente, ora sconsacrata, mostra, come lo ho chiamato l'autore, un "obispóptero" (un vescovo con sei braccia) circondati da bambini che sono "oggetto della sua lussuria e della sua malvagità". L'artista, attraverso una dichiarazione alla stampa, ha detto che la sua mostra, visitabile fino al 15 agosto (salvo chiusura anticipata) vuole denunciare la "abyecta pederastia" delle "migliaia di sacerdoti che hanno violato i bambini nella più assoluta impunità".

UNA MOSTRA CHE VIOLA L'ONORE DI TUTTI I SACERDOTI
Barredo ha sottolineato che questa installazione non attacca tutti i sacerdoti di Spagna ma solo "coloro che hanno abusato sessualmente di bambini o violentemente li hanno violati mentre alti prelati li hanno coperti, limitandosi a cambiarli dalle parrocchie, favorendo l'opportunità, sempre sfruttata, di continuare a stuprare i bambini in altre aree".
La mostra ha provocato un'ondata così forte di indignazione tra i fedeli cattolici che lo stesso Arcivescovo di Toledo, monsignor Braulio Rodríguez Plaza, non ha avuto timore a condannare "Pederoclastia" come una mostra che attacca la Chiesa cattolica, violando l'onore di tutti i sacerdoti della Chiesa attraverso un'opera che è basata su "espressioni di odio alla fede".
I cattolici di Spagna "possono sopportare insulti e calunnie e non reagire istericamente, ma abbiamo il diritto di difendere la verità e chiedere il rispetto, in una città pluralista che cerchiamo di servire fedelmente e fino a quando saremo membri su un piano di parità con tutti", ha argomentato il Prelato, secondo il quale molte delle nuove "culture", che sorgono nella società di oggi, "vogliono affermare che la Chiesa cattolica è un nemico del mondo e della vita".

IL PARTITO VOX HA ESPRESSO IL SUO RIFIUTO DELL'ESPOSIZIONE
Alle riflessioni dell'arcivescovo, il partito Vox ha aggiunto l'indignazione dovuto al fatto che per l'esposizione si è ricorso al sostegno finanziario delle istituzioni pubbliche di Toledo, che hanno introdotto questa "presunta offerta culturale" nella loro programmazione estiva.
Come riporta il quotidiano Abc, Vox ha espresso il suo "assoluto rifiuto" dell'esposizione denominata "Pederoclastia", considerando che è "un affronto alle credenze di migliaia di Toledani" e alle Istituzioni ecclesiastiche che "ogni giorno aiutano spiritualmente e materialmente milioni di persone in tutto il mondo".
Il partito di destra ha chiesto al governo della città di valutare bene la questione. Secondo Vox, questa forma d'arte, "nata dall'odio più recalcitrante", incorre nel grave errore di dimenticare che certi eventi specifici accaduti nella chiesa, "riprovevoli, sono anche, dal punto di vista numerico, infinitamente meno di quanto propagandato sui media". Vox ha chiesto al governo municipale di Toledo di pronunciarsi su "questo attacco molto serio alla religione cattolica e alle persone che ne fanno parte". Molti fedeli, dall'intera Spagna, hanno chiesto sui social la chiusura anticipata della mostra.

Fonte: Il Giornale, 18/07/2019

6 - RISCALDAMENTO GLOBALE? MA IL CLIMA E' SEMPRE CAMBIATO (E LE RISORSE NON SI ESAURIRANNO MAI)
La pretesa di regolare la temperatura della terra come se avessimo un termostato si accompagna agli allarmismi ingiustificati per la fine delle risorse naturali (l'uomo sa usare gli elementi della natura in modo sempre nuovo!)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/08/2019

La prima vittima della martellante propaganda sui cambiamenti climatici è la natura o, meglio, la nostra comprensione della natura. Terrorizzati ormai da ogni piccolo segnale di cambiamento, nell'immaginario collettivo la natura è statica, ha un suo definito punto di equilibrio che l'uomo - con la sua presenza e attività - ha fatto saltare. Siamo portati a pensare che la normalità stia nella staticità, in una sorta di fermo immagine che dura all'infinito. Invece la natura è dinamica, è in continuo cambiamento, non c'è mai una stagione uguale all'altra. E i cambiamenti climatici, lungi dall'essere un fenomeno nuovo, conseguenza di chissà quali nefandezze umane e foriero di catastrofi inimmaginabili, sono la normalità.
Senza neanche scomodare le cinque ere glaciali che hanno caratterizzato la storia della terra, e ben prima della comparsa dell'uomo, anche nell'attuale era ci sono stati almeno quattro periodi glaciali (con un forte avanzamento dei ghiacciai) intervallati da periodi interglaciali (della durata di 10-12mila anni), uno dei quali è quello che stiamo vivendo e che dura da circa 10.700 anni. Ma anche questi periodi interglaciali non sono uniformi: solo per stare ai tempi più recenti, gli storici del clima riconoscono periodi di riscaldamento ai tempi dell'Impero romano e nel Medio Evo (guarda caso chiamati "optimum"), e periodi di raffreddamento, il più importante dei quali si è registrato tra il XVI e il XIX secolo e fu chiamato la "piccola era glaciale". Dalla metà del XIX secolo è iniziato invece un nuovo periodo di riscaldamento che dura tuttora, ma che in 160 anni ha prodotto un aumento di temperature medie tra gli 0.8 e 1°C.
Ma neanche quest'ultimo periodo di riscaldamento è lineare: a un aumento delle temperature globali al suolo tra il 1850 e il 1878 (+0,5°C) succede una fase di decremento (nel 1911 siamo a -0.2°C rispetto al 1850) e poi un nuovo incremento fino al 1945 (+0.5°C rispetto al 1850). Da qui comincia un nuovo periodo di raffreddamento che dura fino al 1976, quando la temperatura è di appena 0.1°C superiore a quella del 1850. E si ricorderà infatti che a metà degli anni '70 c'erano continui allarmi sul raffreddamento globale. Quindi, da quel momento la temperatura ha ripreso a salire fino al 1998 (+0.85°C), ma dal 1998 le variazioni sono minime e, malgrado i continui allarmi sui mesi e sugli anni più caldi di sempre, si registra una sostanziale stabilizzazione delle temperature.

OGNI STAGIONE È DIVERSA DALL'ALTRA
Ma anche senza uno studio sui cicli del clima, dovrebbe appartenere alla esperienza di ciascuno la consapevolezza che ogni stagione è diversa dall'altra; che, pure all'interno di una certa fascia climatica, si registrano variazioni continue e anche eventi estremi. Basti pensare a come i vini vengono classificati in base all'anno di vendemmia, proprio perché ogni stagione è una storia a sé.
Oggi invece, spinti anche dalle continue campagne sul riscaldamento globale, si pretenderebbe che la natura fosse ferma, immobile. Se i notiziari ci informano che in questa settimana si è registrata una temperatura di un grado superiore alla media stagionale, scatta il panico: finiremo arrostiti, saremo sommersi dalle acque. Notizie date apposta per creare allarme, nessuno dice che la media stagionale è solo un dato statistico, non corrisponde affatto alla temperatura normale, quella che dovrebbe essere.
Non entriamo qui nel dibattito su quanto del rialzo delle temperature sia dovuto ai cicli naturali e quanto all'attività umana - cosa peraltro su cui non esistono certezze - ma sta di fatto che abbiamo perso la cognizione della dinamicità della natura. Addirittura assistiamo a manifestazioni pubbliche e grandi iniziative politiche contro i cambiamenti climatici, quando abbiamo visto che i cambiamenti climatici sono la normalità. Cose che in altri tempi suonerebbero ridicole e da ricovero in psichiatria, oggi sono vissute seriamente come la questione più importante per l'umanità.
Questa drammatica distorsione nella percezione della realtà - chiaramente voluta da chi sta manovrando il tema "clima" - è sicuramente facilitata anche dal fatto che viviamo sempre meno a contatto con la natura. Basti pensare che in Europa circa il 75% delle persone vive in realtà urbane, lontano da un rapporto con la natura; e soprattutto le giovani generazioni - nate e cresciute in realtà dove qualsiasi tipo di frutta e verdura è disponibile tutto l'anno e il cibo è già tagliato e pronto per l'uso al supermercato - non hanno conoscenza diretta dei cicli della natura, di come la natura funzioni.

L'ASSURDA PRETESA DI POTER REGOLARE LA TEMPERATURA DELLA TERRA
Ma c'è anche una costante nel rapporto uomo-clima che si lega allo sguardo che l'uomo ha sulla realtà e sul proprio destino. Per capirci citiamo un sermone di Sant'Agostino, che scrive queste cose nel IV secolo: «Vedete come stanno le cose. Viviamo in tempi brutti. Anche i nostri padri deplorarono di dover vivere brutti tempi, e anche i padri dei nostri padri. A nessun uomo sono mai piaciuti i tempi in cui è dovuto vivere. Ma chi vive dopo rimpiange i tempi andati. Ogni anno per lo più diciamo, quando sentiamo freddo: "Non ha mai fatto tanto freddo". O anche diciamo: "Non ha mai fatto tanto caldo". Tempi brutti! Ma son proprio brutti tempi quelli collegati con il movimento del sole?».
Così nel passato, gli scienziati - perlopiù cattolici - guardavano ai cambiamenti climatici studiandoli, cercando di capire i meccanismi della natura, per meglio adattarsi e proteggere le comunità degli uomini. Ricordiamo ad esempio l'abate e scienziato Antonio Stoppani (1824-1891) che, nella sua opera più nota - Il bel Paese - descriveva il ritirarsi dei ghiacciai alpini legato al riscaldamento della seconda metà dell'Ottocento. Era una descrizione del fenomeno e un tentativo di comprenderlo dal punto di vista scientifico. Nessun allarme, nessuna preoccupazione per il ritiro delle nevi alpine, anche perché non era passato molto tempo che i ghiacciai del Monte Bianco erano così estesi da minacciare i paesi sottostanti.
Nel 1881, dopo aver tenuto ai Lincei una applaudita relazione «Sull'attuale regresso dei ghiacciai sulle Alpi», al re Umberto di Savoia, che era presente e si mostrava preoccupato per l'evoluzione, Stoppani rispose: «Non si preoccupi, lasci fare alla Provvidenza». Non era fatalismo, era una conoscenza profonda della realtà. Non per niente oggi l'allarmismo climatico e la pretesa di poter regolare la temperatura della terra come se avessimo in mano un termostato, si accompagna alla cancellazione di Dio dalla storia, alla presunzione che sia l'uomo il padrone del cosmo e della storia. Se c'è una novità, un vero cambiamento, è che anche nella Chiesa ci si è accodati a questa visione atea.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Riccardo Cascioli, nell'articolo seguente dal titolo "Risorse esaurite? È solo propaganda per imporre leggi verdi" spiega perché sul tema delle risorse si è imposta la falsa idea nell'opinione pubblica che le risorse si stiano esaurendo a causa dell'eccessivo consumo, ma le cose non stanno affatto così. L'uomo consuma, ma anche produce e con la sua intelligenza e creatività sa usare gli elementi della natura in modo sempre nuovo e sempre migliore.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19 agosto 2019:
Legato alla grave distorsione della realtà della natura, è il tema delle risorse, fonte di un gravissimo equivoco. Nei giorni scorsi anche papa Francesco, in una intervista, ha citato l'Overshoot Day (il giorno del superamento del limite), ovvero il giorno in cui l'umanità finisce di usare tutte le risorse generate in un anno. Giorno che quest'anno sarebbe caduto il 29 luglio e, neanche a dirlo, ogni anno si anticipa il giorno in cui la Terra entra "in riserva": tanto per dare un'idea, nel 2008 l'Overshoot Day era stato fissato al 23 settembre. Come a dire: le cose non solo vanno male, vanno sempre peggio e la catastrofe è vicina. Del resto, se fosse vero che da ormai tanti anni l'uomo vive ben oltre i limiti consentiti dalla finitezza della Terra, ci sarebbe da stupirsi del fatto che ci siamo ancora, e anche in buona forma.
Il tema è strettamente connesso a quello dei cambiamenti climatici non solo per l'esito che si prospetta - comunque vada, sarà una catastrofe - ma anche per l'idea di un uso delle risorse ben oltre i limiti che, in un caso, provocherebbe un'impennata del riscaldamento della terra e dall'altra l'esaurimento delle risorse.
Che, essendo la Terra finita, anche le risorse a disposizione lo siano, sembrerebbe una affermazione di puro buon senso. In realtà, le cose non stanno proprio così e il nodo della questione è proprio sul concetto di risorse. La teoria della "Terra in riserva" implica che il concetto di risorsa sia definito dalla natura.
Chi sostiene questa teoria porta il classico esempio della torta (o anche del barattolo di caramelle): c'è una sola torta a disposizione al giorno, che soddisfa adeguatamente dodici bambini; se i bambini aumentano non ce ne sarà abbastanza per tutti, per cui o qualcuno rimarrà senza o tutti ne mangeranno al di sotto della necessità; se invece qualcuno, goloso, ne prenderà doppia razione ecco che qualcun altro rimarrà senza. Così, si dice, è anche delle risorse che la Terra ci mette a disposizione; e da qui nasce anche tutto il discorso - con conseguenti accordi internazionali - dei paesi ricchi che devono compensare i paesi poveri, a causa di quel che hanno consumato per diventare ricchi (e così inquinare e cambiare il clima). Inoltre, se la torta è data e i bambini cominciano a essere troppi, si pone il problema di come limitare i bambini (il discorso della sovrappopolazione).
La realtà però ci dice che questo concetto di risorsa, come definita dalla natura, è gravemente errato. Se così fosse, la quantità di risorse dovrebbe essere un dato conosciuto, misurabile e immutabile. Il che non è affatto così. Anzi, nella storia le risorse sono andate sempre diversificandosi e moltiplicandosi. Se pensiamo ai minerali, ad esempio, vediamo che nel XX secolo le riserve conosciute di tutti i minerali sono moltiplicate (e i costi diminuiti) in misura ben maggiore rispetto all'aumento della popolazione che, pure, nel giro di un secolo è quadruplicata. Solo tra il 1950 e il 1990 la disponibilità di bauxite è aumentata del 1.436%, il cromo del 500%, il rame del 250%, il ferro del 663%, e così via. Nello stesso periodo le riserve conosciute di petrolio sono aumentate del 863%.
Non è qui possibile trattare in dettaglio l'argomento (per un approfondimento rimando al libro R. Cascioli-A. Gaspari "I padroni del pianeta", Piemme 2009), però vediamo alcuni punti fondamentali per comprendere questo punto.
Anzitutto cosa definisce una risorsa? Lo spiega qualsiasi dizionario: essa è un mezzo per provvedere a un bisogno, a una necessità. L'acqua non è una risorsa in sé, ma in quanto risponde a un bisogno, fosse anche solo per essere guardata, come nel caso di laghi o mari o ruscelli di montagna. Come prima cosa dunque, si deve riconoscere che a definire la risorsa è il bisogno dell'uomo che, a sua volta, valorizza ciò che c'è nella natura. Tra uomini e risorse dunque, il rapporto - nella sua essenza - non è conflittuale.
Seconda questione: proprio da quanto ora detto segue che le risorse valgono in quanto servono a qualcosa. Noi siamo interessati non alla risorsa in sé ma al servizio che la risorsa ci offre. Il petrolio è una risorsa in quanto, ad esempio, carburante che permette alle automobili di muoversi.
Inoltre, elemento fondamentale per cui la risorsa può essere definita tale è il lavoro dell'uomo. Se pensiamo a qualsiasi minerale, c'è dietro un lavoro di esplorazione, estrazione, lavorazione e così via. E questo vale anche per le risorse più "naturali", come l'acqua: nessuno va infatti a bere e prendere acqua alla sorgente, ci arriva direttamente in casa grazie al lavoro di chi ha ideato e realizzato acquedotti, condutture, impianti di potabilizzazione e purificazione, pompe, rubinetteria e così via.
Ancora un elemento da sottolineare è il fatto che, mentre si parla sempre di risorse consumate, mai si menziona il fatto che le risorse vengono anche prodotte. I modi sono diversi, uno di questi è la sostituzione e creazione dei materiali, sempre più efficienti e meno costosi. Ad esempio, l'introduzione dei metalli per costruire le navi ha salvato l'Europa dalla deforestazione; e ancora, la maggior parte dei vestiti che indossiamo oggi è preparata con fibre sintetiche costruite in laboratorio. E si potrebbe proseguire per parecchio.
Ma questo discorso vale anche per le cosiddette risorse non rinnovabili? Come l'acqua ad esempio? Certamente. Basti pensare alle grandi innovazioni tecnologiche: impianti di potabilizzazione, il sistema di irrigazione a goccia (che rende possibile risparmi enormi nel consumo per l'agricoltura, responsabile del 70% del consumo globale di acqua), impianti di desalinizzazione; impianti di purificazione e riciclo delle acque.
La conclusione è evidente: a definire la risorsa non è la natura, ma l'uomo e la sua capacità e creatività di usare gli elementi della natura. L'unica vera risorsa è dunque l'uomo. E da temere sono soltanto quegli Stati o quelle entità sovranazionali che, per un motivo o l'altro, vogliono limitare la presenza dell'uomo o ingabbiare la sua creatività, vincolandola a leggi e regolamenti che hanno proprio lo scopo di dimostrare che è necessario limitare la presenza e l'attività dell'uomo. Esattamente come sta avvenendo con le leggi "ecologiste" e "contro i cambiamenti climatici".

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/08/2019

7 - COME RICEVERE DEGNAMENTE LA COMUNIONE
La preparazione comprende due cose: avere la retta intenzione ed essere in grazia di Dio (cioè non essere macchiati da nessun peccato mortale)
Autore: padre Robert Quardt - Fonte: I Tre Sentieri, 03/08/2019

La preparazione dell'anima alla Santa Comunione comprende due cose: essere in grazia di Dio ed avere la retta intenzione.
L'anima deve essere anzitutto pura da ogni macchia grave. Secondo la dottrina della Chiesa, per poter ricevere la Comunione, non basta che le colpe siano cancellate con un atto di contrizione perfetta, che rimette nello stato di grazia. È invece richiesta espressamente la confessione. Se qualcuno ha solo un dubbio di essere in peccato grave, ma non è sicuro, si può accostare tranquillamente alla Santa Comunione. È questo l'insegnamento di Sant'Alfonso De Liguori, e tutti possono seguire questo Santo Dottore della Chiesa, che non è certo tra i più blandi moralisti. Solo la certezza di essere in colpa grave sbarra la strada al banchetto eucaristico.

LA SANTA COMUNIONE È FUOCO
Quindi un'anima che è in preda al dubbio, senza avere la certezza di una colpa grave, può accostarsi serenamente alla Comunione, vincendo ogni titubanza, specialmente se si tratta di un'anima la quale abitualmente per nulla al mondo commetterebbe un peccato grave. È tuttavia raccomandabile in simili casi, per ragioni di prudenza e di rispetto, eccitarsi alla contrizione perfetta.
All'anima tormentata da qualsiasi genere di dubbio, deve giungere del tutto rasserenante una parola che lo stesso Gesù ebbe a dire a Santa Teresa d'Avila: «Nessuno mi perde con una colpa grave, senza che egli stesso lo sappia con certezza». A queste parole si devono attenere specialmente le anime scrupolose.
Le colpe lievi non rendono sacrilega la Comunione. Questo Sacramento, infatti, come abbiamo già detto, cancella le colpe veniali. Uno può quindi comunicarsi anche con qualche peccato veniale sull'anima. È consigliabile però purificarsi prima della Comunione anche dalle colpe lievi con un atto di contrizione perfetta, per non impedire o diminuire gli effetti del Sacramento.
San Tommaso spiega ciò con un efficace paragone: la Santa Comunione è fuoco, e l'anima affetta da peccati veniali è legno umido. Il legno umido difficilmente divampa; così l'anima coperta di colpe veniali, è impedita di una piena efficacia della grazia. Quanto più un'anima è pura da colpe, tanto più il cuore si dilata, e tanto più abbondante scorre il nume di grazia.

LA RETTA INTENZIONE
Per comunicarsi degnamente, oltre lo stato di grazia, è necessaria anche la retta intenzione. San Pio X c'insegna chiaramente in che cosa consiste: «Si ha la retta intenzione quando uno si avvicina alla mensa del Signore non per pura abitudine o per vanità o per qualche altro motivo umano, ma per piacere a Dio, per unirsi maggiormente a Lui con il vincolo dell'amore e per curare con questo rimedio divino i propri difetti e la propria fragilità».
Si può riassumere l'insegnamento del Sommo Pontefice in questa breve frase: «Ha la retta intenzione chi si comunica perché vuol diventare migliore per mezzo della Comunione».
Queste sono le condizioni preliminari per ricevere degnamente la Santa Comunione: essere liberi da ogni colpa mortale e avere retta intenzione. Alcuni vecchi libri esigono anche altre condizioni, scambiando ciò che è necessario e sufficiente con ciò che sarebbe semplicemente desiderabile e più perfetto. Necessarie e sufficienti sono solo la purezza da qualsiasi colpa grave e la retta intenzione.

Fonte: I Tre Sentieri, 03/08/2019

8 - SEMPRE PIU' PERSONE SI RIFUGIANO DA MAGHI E TAROCCHI
Dal 2008 al 2018 tredici milioni di italiani si sono rivolti a guru, astrologi e via divinando... il tutto a beneficio di un settore il cui giro d'affari è di circa 8 miliardi di euro
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 08/08/2019

La crisi economica ha generato, anzi peggiorato la crisi spirituale nel nostro Paese? È un interrogativo che sorge spontaneo leggendo il lungo articolo apparso l'altro giorno sul Telegraph a firma di Nick Squires il quale, in estrema sintesi, ha notato proprio questo: a un decennio di crisi economica, in Italia, è corrisposta una forte crescita del numero di persone che si sono rivolte a cartomanti, esperti di tarocchi e spiritisti.
Al punto che dal 2008 al 2018, stando ai dati del Codacons, sono stati oltre 3 milioni di italiani - in aggiunta ai 10 che già c'erano - quelli che si sono rivolti a guru, astrologi e via divinando; il tutto a beneficio di un settore il cui giro d'affari si stima sia per il 95% non dichiarato, per un totale di circa 8 miliardi di euro. Un boom che non sono gli astri a spiegare, bensì la rete e l'evoluzione tecnologica.

LA VERA NOVITÀ
La vera novità, rispetto ai decenni corsi, è infatti costituita dai call center, realtà a cui - ricorda Squires nel suo articolo - ci sono creduloni giunti a pagare fino a 240.000 euro in cambio di «servizi», si sa, quanto mai dubbi e discutibili. Ma più ancora dell'evoluzione tecnologica, per così dire, a spiegare l'espansione di tarocchi e dintorni è quello di cui si diceva poc'anzi, ossia una crisi economica che, mettendo in discussione molte certezze occupazionali e finanziarie che prima parevano incrollabili, ha spinto molti tra le braccia interessate dei maghi.
Ne sanno qualcosa alla comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, dove mediamente oggi ricevono 15 chiamate al giorno - circa 5.000 l'anno - da parte di persone rovinate dall'occulto e desiderose di uscire da questo oscuro quanto devastante vortice. Ora, tutto ciò che significa? Qual è cioè l'insegnamento che è possibile trarre dal purtroppo notevole successo dei cartomanti nel nostro Paese?

TRE POSSIBILI RIFLESSIONI
Le riflessioni possibili sarebbero molte. Ma almeno tre meritano di essere svolte.
La prima riguarda la farsa di una secolarizzazione che - ben lungi dall'essere l'eliminazione della religione - in realtà si tramuta solo in una sua diversificazione. Non c'è cioè alcun vero allontanamento dalla fede in senso generale bensì solamente una sua metamorfosi. Metamorfosi che però ha dei costi notevoli anche sociali. Quelli che si lamentano dell'8x1000 o delle ricchezze della Chiesa, infatti, dovrebbero ricordare anche quanti quattrini - ben di più - finiscono nel mondo dell'occulto, a beneficio di soggetti senza scrupoli e disposti a tutto pur di monetizzare la disperazione altrui.
Una seconda considerazione, strettamente collegata alla prima - e che, sia pure indirettamente, traspare dal boom dei tarocchi - è il bisogno ineliminabile di Dio. Per decenni fior di antropologi e sociologi profetizzavano il tramonto del sacro. Ma ciò è impossibile, perché non c'è distrazione, serie televisiva o influencer, checché se ne dica e se ne pensi, che possa soddisfare la sete d'infinito che alberga in ciascuno di noi. Inclusi, evidentemente, quanti bussano alla porta dei maghi in cerca di risposte che altrove, evidentemente, non trovano.
Un terzo ed ultimo pensiero riguarda, infine, il bisogno di tornare ad evangelizzare. Proprio il permanere del bisogno di sacro e trascendenza - che troppo spesso sfocia nell'occulto - dice infatti della possibilità, anzi del dovere di tornare a proporre Gesù Cristo nella consapevolezza sia che egli è il Figlio di Dio sia che, appunto, di Dio oggi rimane inalterato, nel nostro Paese e non solo, un enorme bisogno. Che va colmato, prima che ci pensino altri.

Fonte: Sito del Timone, 08/08/2019

9 - OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 13,22-30)
Sforzatevi di entrare per la porta stretta
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Per la solennità dell'Assunzione di Maria in Cielo abbiamo meditato come la Madonna assunta alla gloria celeste indica a tutti noi la meta da raggiungere: il santo Paradiso. Abbiamo meditato che dobbiamo desiderare il Cielo e per desiderarlo dobbiamo pensarci spesso. Questa domenica il brano del Vangelo continua il discorso dicendoci che la porta di accesso al Cielo è stretta e noi dobbiamo sforzarci di entrare. Gesù infatti afferma: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno» (Lc 13,25).
Queste parole ci fanno comprendere che l'inferno non è vuoto, come alcuni vanno dicendo, e che, purtroppo, molti non riusciranno per colpa loro a varcare quella porta stretta. Alle parole di Gesù fanno eco quelle della Madonna a Fatima, quando Ella diceva che molte anime vanno all'inferno. Ma cosa voleva dire Gesù con il riferimento alla porta stretta? Una risposta può essere la seguente: la porta stretta ci fa comprendere che per la salvezza eterna ci vuole la nostra collaborazione. Dio, che ci ha creati senza di noi, non ci salva senza di noi. Bisogna dunque impegnarsi, pensando che andare in Paradiso non è un viaggio in carrozza, ma un percorso in salita su di un sentiero angusto e a volte spinoso e, in fine, la porta che troveremo sarà così stretta che solo gli umili vi entreranno. L'entrata in Paradiso si potrebbe paragonare al travaglio di un parto: come vi è stata sofferenza per venire a questo mondo, così ve ne sarà per entrare nella Vita eterna.
Ci vuole dunque la nostra collaborazione. Prima di tutto il Signore ci chiede di pregare. Sant'Alfonso de' Liguori non esitava ad affermare che chi prega certamente si salva e chi non prega certamente si danna. San Pio da Pietrelcina aggiungeva: chi prega certamente si salva, chi prega poco è in pericolo. La salvezza eterna è una grazia e questa grazia si deve domandare di continuo nella preghiera. Preghiamo soprattutto con il Rosario. Quando recitiamo l'Ave Maria, infatti, diciamo alla Madonna «prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte». Tutte le Ave Maria che recitiamo in vita le ritroveremo al momento della nostra morte e saranno per noi di grande sollievo in quell'ora suprema.
Apparendo dopo morte a san Giovanni Bosco, san Domenico Savio – ragazzo morto a poco più di quattordici anni – diceva che, al momento della morte, il pensiero che maggiormente rasserena l'anima è quello di essere stati devoti della Madonna durante la vita. La devozione alla Madonna e la preghiera frequente del Rosario ci consentiranno di varcare questa porta stretta e di entrare in Paradiso.
Ci vuole la nostra collaborazione per andare in Paradiso, e questa collaborazione, oltre che con la preghiera, la daremo sforzandoci ogni giorno di combattere contro il peccato che costantemente ci minaccia. Combatteremo contro il peccato, prima di tutto, evitando tutte le occasioni pericolose. Pensiamo a quei divertimenti, spettacoli, amicizie che ci espongono al peccato e ci mettono sull'orlo della perdizione. Un cristiano non dovrebbe esitare a spezzare con forza questi legami che lo mettono così in pericolo!
Quando recitiamo l'Atto di dolore diciamo: propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Queste parole indicano chiaramente che dobbiamo fuggire con decisione da tutti i pericoli che minacciano la nostra anima. Insegnava san Filippo Neri che, di fronte all'occasione pericolosa, chi ha coraggio fugge, chi invece è vigliacco vi rimane e soccombe.
Affidiamoci con tutto il cuore alla Madonna, amiamola con tutto il cuore, preghiamola sempre con fiducia. Accompagnati per mano da Lei, il cammino che conduce al Cielo diventerà dolce e soave.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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