BastaBugie n�634 del 16 ottobre 2019

Stampa ArticoloStampa


1 MARIA LUCE PREFERI' IL PUDORE AL SUCCESSO
Avrebbe interpretato Giulietta in un musical all'Arena di Verona così da avere la carriera assicurata... ma rifiutò per non indossare una camicia da notte trasparente (DUE VIDEO: Maria Luce allo Zecchino d'Oro e da adulta)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 I SAUDITI HANNO DIFFUSO L'ESTREMISMO MUSULMANO NEL MONDO
Il wahhabismo, corrente tra le più radicali dell'islam, sorse nel XVIII secolo predicando il ritorno alla purezza delle origini
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 ANNULLATO CONVEGNO SUL CLIMA PERCHE' NON IN LINEA CON GRETA E L'IDEOLOGIA AMBIENTALISTA
Ecco l'ultimo esempio di una crescente deriva totalitaria a cui dovremo sottostare con le buone o con le cattive (e da cui, ahimé, non c'è riparo)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 NEL FILM SU TOLKIEN MANCA LA COSA PRINCIPALE: LA SUA FEDE CATTOLICA
Così diventa impossibile capire l'autore del Signore degli Anelli in quanto la Fede fu per lui fondamentale sia nella vita quotidiana che per l'ispirazione delle sue opere
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 TRUMP COMBATTE L'ABORTO? LA SINISTRA AMERICANA CORRE AI RIPARI
Lo fa ricorrendo alla sua migliore arma: la propaganda (servendosi dei soliti ''artisti'' che devono uniformarsi al pensiero unico pena l'esclusione dal mainstream)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 IL POLITICAMENTE CORRETTO E' COMUNISMO PURO
Per rintracciarne le radici basta ripercorrere la storia che va dalla Scuola di Francoforte, all'emigrazione dei suoi leader negli Stati Uniti (dove insegnarono alle università), fino al Sessantotto
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 DOPO IL CASO BARILLA, ANCHE GUCCI RIEDUCATA
La Gucci si è profusa in scuse per un maglione ''razzista'' e, per dimostrare la sua buona volontà, ha assunto un esperto di Politicamente Corretto
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 LA CRISI DELLA STAMPA E' DOVUTA ALLA FAZIOSITA'
Molti giornali sono spudoratamente di parte, al punto da manipolare l'informazione, vuoi sottolineando ossessivamente certe notizie, vuoi letteralmente omettendone altre
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 OMELIA XXIX DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 18,1-8)
Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - MARIA LUCE PREFERI' IL PUDORE AL SUCCESSO
Avrebbe interpretato Giulietta in un musical all'Arena di Verona così da avere la carriera assicurata... ma rifiutò per non indossare una camicia da notte trasparente (DUE VIDEO: Maria Luce allo Zecchino d'Oro e da adulta)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26-10-2013

Maria Luce Gamboni è la bella cantante diciottenne che aveva avuto la fortuna di essere scelta per la parte di Giulietta nel musical «Romeo & Giulietta. Ama e cambia il mondo», prodotto da David Zard (forse il massimo produttore musicale italiano). L'esordio all'Arena di Verona e poi in giro per i maggiori teatri.
Altro che X Factor. Una carriera assicurata, una visibilità a tutto campo, soldi, forse Sanremo e chissà cos'altro. Ma, a pochi giorni dal debutto, la ragazza ha salutato tutti e se ne è tornata a casa, a Pesaro, dove frequenta l'ultimo anno di liceo e il conservatorio. Come mai il gran rifiuto all'ultimo momento?
Intervistata da Solidea Vitali Rosati per il «Resto del Carlino» del 23 ottobre, ha spiegato che cantare è una cosa, fare lo strip un'altra. Infatti, nella scena d'amore con Romeo avrebbe dovuto indossare solo una camicia da notte trasparente. Così trasparente che si sarebbe dovuto vedere bene che sotto non portava niente. La protagonista mancata ha chiesto alla regia di potere almeno mettersi le mutande e il reggiseno. Ma la risposta è stata perentoria: o nuda o chiamiamo qualcun altro. E lei ha detto: chiamate qualcun altro, «perché al denaro e al mio sogno ho preferito il mio pudore».

NON SCENDERE A COMPROMESSI È POSSIBILE
Maria Luce fa volontariato all'ospedale pesarese e frequenta da sempre la parrocchia. Ha detto chiaro e tondo che «accettare quel costume di scena voleva dire negare i princìpi in cui credo, fortemente radicati nella mia coscienza di cattolica e di donna. In generale poi non condivido la consuetudine ormai diffusa ovunque e comunque della donna assimilata ad un corpo nudo». In effetti, a ben pensarci, se uno deve cantare, perché deve farlo chiappe al vento? Per esigenze di spettacolo? Ma non era un musical? O per esigenze del regista? Del pubblico non crediamo, dal momento che il pubblico può trovare di più e di meglio su internet. E poi, quelli delle ultime file, devono armarsi di binocolo infrarosso a scansione elettronica?
Ed ecco la grande lezione che la diciottenne Maria Luce dà alle sue coetanee: «Ritengo importante aver verificato che non scendere a compromessi è possibile e dà una grande soddisfazione. Non bisogna avere paura di far prevalere le proprie idee, di ragionare sempre con la propria testa e mai farsi trascinare. Insomma di saper rinunciare a delle opportunità, se si capisce che una esperienza non è adatta, giusta per se stessi». In effetti, una diffusa indisponibilità alle «esigenze di copione» costringerebbe i registi e gli sceneggiatori a fare a meno di inutili, ai fini della narrazione (ripetiamo: inutili), scene hard o di nudo gratuito.

LA SVENTURATA RISPOSE...
Il vecchio Manzoni, per descrivere la scena in cui la Monaca di Monza finisce per restare incinta di Egidio, usa solo questa frase: «La sventurata rispose». Lasciando il resto all'immaginazione del lettore. E sai che immaginazione ci vuole… Un regista odierno, invece, ci mostrerebbe, con ricchezza di primi piani, i due a letto, nudi e avvinghiati e ansimanti. Come se allo spettatore non bastassero il «sì» iniziale della «sventurata» e il frutto del peccato nella scena successiva. Ma gli operatori dello spettacolo sanno benissimo che per una che fa la difficile ne trovano legioni a cui non par vero.
Il narcisismo e la vanità (nei secoli cristiani, condannatissimi in tutte le omelie) trovano oggi masse sterminate di adepti, il cui luogo-simbolo è la discoteca. Nella quale ognuno balla da solo, balla con se stesso, "si esprime" in moti del corpo che la musica (si fa per dire) si limita a suggerire.
Ritornando a Maria Luce, è certo che la sua rinuncia è di non poco momento. Ma fa pensare anche a quanto sia grottesco, ormai, il mondo del cosiddetto spettacolo: ti assumono per cantare e ti ritrovi senza mutande davanti alla platea. Se ti azzardi a dire «scusate, ma che c'entra?» ecco che ti accompagnano alla porta magari scocciati con te per aver fatto loro perdere del tempo. E te ne vai spintonato dalla valanga di quelli che tutte queste storie non le fanno pur di apparire e far soldi.
Quella di Maria Luce Gamboni è una testimonianza molto bella ma anche triste, perché isolata. Pensate: ha nominato il pudore. L'avete mai sentito menzionare in qualche omelia?

Nota di BastaBugie: dopo il video di Maria Luce quando partecipò nel 2005 allo Zecchino d'Oro con la bella canzone sul matrimonio "Quell'anello d'oro" (durata: 3 minuti e mezzo), riportiamo la lettera che la giovanissima artista ha scritto ai propri compagni di classe al liceo "Mamiani" di Pesaro in merito alla sua scelta di abbandonare il set del prestigioso musical "Giulietta e Romeo".


https://youtu.be/LY0obfuR528?t=15

LETTERA DI MARIA LUCE AI COMPAGNI DI SCUOLA

Cari compagni,
domani mattina prenderò il treno per tornare definitivamente a Pesaro, ma prima di chiudere gli occhi voglio scrivervi questa lettera per poi riuscire a; leggerla quando sarò di nuovo a scuola. Ho deciso di condividere la mia esperienza di questi ultimi due mesi con voi che siete miei coetanei perché quello che ho imparato da essa e le decisioni prese in questo ultimo periodo possano essere per voi come lo sono state per me di insegnamento. Sono partita il 20 luglio per questa esperienza, ero piena di aspettative, di voglia di imparare e di volermi applicare ma soprattutto contenta di poter fare ciò che amavo e che amo tutt'ora; cantare. Insomma, il mio grande sogno di fare un musical si stava realizzando. Così sono iniziate le prove, molto faticose, visto che lavoravamo dieci ore al giorno in una palestra dove il caldo toglieva forza e concentrazione, ma la voglia di fare e di dover avere un prodotto finito in soli trenta giorni ci faceva andare avanti e ci spingeva a dare sempre il meglio.
Giorno dopo giorno ho conosciuto tantissime persone, tra ballerini, cantanti, attori e produzione eravamo circa un centinaio. Insomma tanto duro lavoro dietro questo spettacolo! Per me ma come per tutti quelli che erano li, era diventata una professione dove si esigevano grande preparazione ma soprattutto grande concentrazione. Poi una volta montato l'intero; spettacolo si sono presentate le prime difficoltà, ho cercato di superarle e di lottare fino alla fine cercando sempre di far prevalere la mia posizione e le mie idee. Ma alla fine non sono state accettate.
LA SCENA CHE HO RIFIUTATO
Come tutti sapete Shakespeare nel suo libro parla dell'unica notte d'amore tra Romeo e Giulietta in seguito al loro matrimonio segreto... Il regista di questo musical sin dall'inizio aveva in chiaro di rendere nel più vero modo possibile questa scena. Così un giorno si è avvicinato comunicandomi la sua idea, quella di voler fare questa scena mettendo a servizio dello spettacolo il mio corpo seminudo. Io subito mi sono rifiutata dicendogli che non l'avrei mai fatta per nessuna ragione al mondo.; Così lui; mi disse che dovevo stare tranquilla e che mi sarebbe venuto incontro. Non mi sembrava il vero, in un mondo come quello dello spettacolo pieno di compromessi ero riuscita ad ottenere ciò che volevo, senza dover scendere a patti di nessun tipo. Passa un mese e noi intanto dalla piccola palestra ci spostiamo al Gran Teatro di Roma dove una spettacolare scenografia ci stava aspettando. Come sempre ore ed ore di prove ma ero tranquilla perché il pericolo che temevo lo avevo sconfitto… sembrava così ma non lo era.
A DIECI GIORNI DAL DEBUTTO
A soli 10 giorni dal debutto ritornò fuori lo stesso problema. A questo punto io ero consapevole che la mia esperienza sarebbe finita , perché non c'era modo di trovare un punto d'incontro. Come avevo previsto il produttore mi si è avvicinato e mi ha chiesto se allora me la sentivo di mettere il mio corpo seminudo a servizio di quella scena. In quel momento mi sono sentita considerata un oggetto in mano a degli uomini che volevano fare di me e del mio corpo il loro successo ma io non potevo permetterglielo, non volevo permetterglielo. Allora ho subito detto che se non mi fossero venuti incontro me ne sarei andata visto che nel contratto lavorativo non era presente nessuna richiesta di questo genere. Così il produttore una volta riferito ciò al regista mi chiamò in produzione e mi disse esattamente queste parole: "il regista mi ha detto che se decidi di non fare quella scena nel modo in cui ti è stato richiesto, non farai lo spettacolo." Ecco a soli dieci giorni dal debutto la parte sporca di quel mondo era venuta fuori e io convinta delle mie idee gli ho detto che non l'avrei fatta, che me ne sarei andata a casa coerente con me stessa; e con i miei principi , ma soprattutto pulita e senza essere scesa a compromessi.
IL PENSIERO AI COETANEI E ALLE DONNE
La mia ultima frase in quella stanza è stata: "Me ne vado, ho perso contro di voi perché non ho ottenuto ciò che chiedevo, ma ho vinto con me stessa perché al denaro e al mio sogno ho preferito il mio pudore". Ecco compagni io non mi sento di dovervi dare insegnamenti ma quello che posso dirvi, perché l'ho vissuto in prima persona, è di non scendere mai a compromessi nella vita, di far prevalere sempre le proprie idee, di ragionare sempre con la propria testa e mai farsi trascinare, di saper rinunciare, se si capisce che una cosa non è buona per se stessi, anche quando ciò porta a perdere delle opportunità. Ma soprattutto vorrei rivolgermi alle mie coetanee e a tutte le donne, non fatevi manipolare da uomini che di voi e del vostro corpo fanno il loro successo. A conclusione di tutto ciò io mi sento di dover ringraziare la mia famiglia perché quello che mi hanno insegnato mi è stato indispensabile in questa esperienza, ma voglio ringraziare anche voi cari compagni per il tempo e l'attenzione che mi avete dato nell'ascoltare queste parole, ma soprattutto per avermi dato la possibilità di condividere con voi questa mia esperienza. Grazie di cuore!!!
Maria Luce Gamboni


MARIA DI NAZARETH cantata da Maria Luce

Nel seguente video (durata: 2 minuti e mezzo) Maria Luce Gamboni esegue un bel canto alla Madonna. Le foto, ovviamente, sono di Maria Luce.


https://www.youtube.com/watch?v=yKCXLevB5T4

TOP TEN 2019
Gli articoli più letti dell'anno

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26-10-2013

2 - I SAUDITI HANNO DIFFUSO L'ESTREMISMO MUSULMANO NEL MONDO
Il wahhabismo, corrente tra le più radicali dell'islam, sorse nel XVIII secolo predicando il ritorno alla purezza delle origini
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01-08-2019

Nell'anno 851 un famoso erudito arabo, Nuaym bin Hammad, compilò il Kitab al-Fitan, una raccolta di hadith (detti di Maometto e del suo genero Alì) nella quale si può leggere questa singolare profezia: «Se vedi le bandiere nere resta dove sei e non muovere le mani o i piedi. Verrà a te una gente che è debole e non ha alcuna capacità, i loro cuori sono come blocchi di ferro. È la gente dello Stato, essi non rispettano le promesse né i trattati. Parlano di verità ma non la possiedono. I loro cognomi sono nomi di città e i loro capelli sono sciolti come quelli delle donne. Combatteranno fra loro, poi Allah porterà la verità».
Terence Ward, nel suo Il Codice Wahhabi. Come i sauditi hanno diffuso l'estremismo nel mondo (Lef, pp. 130, € 14), fa notare che l'attuale capo dell'Isis («Stato» islamico) si chiama al-Baghdadi: un nome di città come cognome. Pare che negli ultimi quarant'anni l'Arabia Saudita abbia speso più di dieci miliardi di dollari per diffondere la dottrina wahhabita nel mondo sunnita, tra il 15 e il 20% della somma sarebbe andata ai jihadisti. Fino a poco tempo fa in Arabia erano vietati i minareti e i simboli funerari, chi non partecipava alla preghiera veniva flagellato.
Si parte dal 1703, anno di nascita di Mohammed ibn abd al-Wahhab, che ancor giovane prese a percorrere la penisola arabica predicando il ritorno alla purezza delle origini. Visto il suo successo, nel 1744 l'emiro di Diriyah, Muhammad bin Saud, stipulò un patto di ferro con lui e da allora la dinastia dei Saud fu wahhabita.

L'UNICITÀ ASSOLUTA DI ALLAH
Il wahhabismo proclamava l'unicità assoluta di Allah e condannava la venerazione di qualunque intermediario, fosse pure il Profeta. Poiché era invalsa tra i musulmani l'abitudine ai pellegrinaggi alle tombe dei «santi» islamici, Wahhab le fece distruggere tutte. E ancora oggi è in pericolo la stessa tomba di Maometto a Medina, veneratissima dagli sciiti. I quali venerano anche Hussein, nipote del Profeta e «martire». La cui tomba a Kerbala, in Iraq, fu distrutta dal secondo Saud, Abdul-Aziz bin Muhammad, che nel 1802 attaccò la città con un'armata di diecimila wahhabiti e ne massacrò la popolazione.
 I wahhabiti continuarono a «purificare» la penisola uccidendo i maschi kafiri (secondo loro, seguaci di pratiche pagane) e riducendo in schiavitù donne e bambini fino a quando, nel 1813, il sultano d'Egitto, Muhammed Ali (come si vede non c'è molta varietà nei nomi propri), mandò l'esercito a ricacciarli nel deserto. Qui rimasero fino al 1902, anno in cui un altro Saud, Abdul Aziz, li riunì sotto la sua guida e diede vita alla «fratellanza (ikhwan) wahhabita», che si impegnò nell'indottrinamento dei beduini del deserto. Nel 1924 un poderoso esercito wahhabita conquistò La Mecca e Medina, cancellando ogni traccia di islam che non fosse rigorosamente «salafita» (la pretesa purezza della prima generazione di musulmani). Ma il capo Saud commise l'errore di dotarsi di telegrafo, telefono e automobile, cosa che al clero integralista parve intollerabile.

MISSIONE WAHHABI
Nel 1926 si venne dunque allo scontro aperto, che il Saud risolse con pugno di ferro. Da allora l'alleanza tra la famiglia reale saudita e il wahhabismo è stata fragile, e per restare al potere i Saud dovettero cedere al clero il totale controllo sulla religione. Ci vollero interminabili dibattiti per ammettere nel regno la moneta cartacea, nel 1951. E altri undici anni per l'abolizione ufficiale della schiavitù. Ma l'equilibrio restava precario.
Negli anni Settanta l'idea: il ministero degli affari islamici, grazie ai proventi stellari del petrolio, lanciò la «Missione Wahhabi» (Dawah Wahhabiya) per diffondere il verbo wahhabita nel mondo. Così, enti benefici islamici presero a fondare moschee e madrase (scuole wahhabite) dappertutto, mentre torme di volontari supportavano il jihad contro il regime comunista in Afghanistan. Ma i rapporti tra dinastia e movimento wahhabita rimasero in bilico. Nel 1979 militanti wahhabiti arrivarono a occupare la Grande Moschea della Mecca in contestazione dei Saud. I quali aggravarono le cose nel 1991 permettendo l'installazione di 15.000 soldati americani nella penisola arabica.
Il saudita Osama bin Laden creò al-Qaeda e nel 2001 attaccò le Torri Gemelle di New York. Il resto è cronaca.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01-08-2019

3 - ANNULLATO CONVEGNO SUL CLIMA PERCHE' NON IN LINEA CON GRETA E L'IDEOLOGIA AMBIENTALISTA
Ecco l'ultimo esempio di una crescente deriva totalitaria a cui dovremo sottostare con le buone o con le cattive (e da cui, ahimé, non c'è riparo)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27-09-2019

Greta Thurnberg è un'icona azzeccata. Eh, i maestri della propaganda sanno il fatto loro. Greta, la voce dell'innocenza, il bambino che, unico nella generale piaggeria, dice che il re è nudo, come nella favola di Andersen. Dell'innocenza forse, ma anche dell'inesperienza e dell'ignoranza, visto che ha smesso di andare a scuola e col suo esempio incoraggia gli altri ragazzini a imitarla. Anche i ministri, visto che il nostro new entry alla c.d. Istruzione ha mandato una circolare a tutti i presidi e direttori per giustificare, cioè autorizzare, e praticamente  promuovere, lo sciopero «climatico» del venerdì.
I musulmani come la prenderanno, scippati del loro giorno sacro settimanale? Suvvia, non facciamo i difficili, un ministro non può mica pensare a tutte le variabili. E poi l'emergenza ecologica è più pressante di quella islamica, almeno per il momento (poi si vedrà: impensabile che i padroni del mondo non abbiano un piano per la seconda fase, quando cioè il cristianesimo sarà diluito al punto giusto e l'islam farà problema). Insomma, dopo la giubilata di Salvini, Trump e Bolsonaro sono avvertiti: il futuro è già stato pianificato e sarà Gretiano, piaccia o no.

BASTA PARLARE, ORA SI PASSA ALL'INTIMIDAZIONE
E contro le ideologie è inutile combattere con gli argomenti e le conferenze erudite, le parole demonizzanti sono già pronte: omofobo e negazionista (quest'ultima, già collaudata). Il pianeta sta bruciando per colpa delle attività umane, lo dice anche il Papa, dunque è dogma evangelico e perciò i parroci, usi a obbedir tacendo, si sono messi a spazzare i greti (il riferimento è comico, lo so) dei fiumi dalla plastica. Perciò, adesso basta parlare, si passa all'intimidazione.
Ed ecco: l'Accademia dei Lincei aveva organizzato un convegno sul tema e invitato il professor Franco Battaglia, fautore della petizione inviata alle autorità e firmata anche da Franco Prodi (accademico e fratello di Romano) e Antonio Zichichi. E subito un membro del comitato organizzatore del convegno linceiano si è dimesso per protesta contro l'invito al «negazionista» Battaglia (così ha titolato «Repubblica»). Pazienza se i duecento scienziati italiani firmatari della petizione di cui è stato promotore, tra gli altri, Battaglia, ora, uscendo dai confini, sono diventati cinquecento e altri se ne aggiungeranno in vista di un convegno internazionale che si terrà a Oslo.

FASE CINQUE DELLA FINESTRA DI OVERTON
Prevediamo folle di studenti greteschi protestare per le strade della Norvegia, sempre che il governo locale non vieti il convegno «per ragioni di ordine pubblico». Intanto Giuseppe Marino de Il Giornale riferisce dell'articolo di un metereologo mainstream in cui si fa presente «almeno un vantaggio» nella petizione degli «scienziati negazionisti» (letterale), quello di rendere disponibile per i giovani studenti che «lottano per il loro futuro» una «lista autografa dei loro nemici».
E così la Finestra di Overton entra nella fase cinque, quella in cui il linciaggio mediatico prepara il terreno alla sei. Del resto, la legge manda già in galera i negazionisti dell'Olocausto, si sta attrezzando per i negazionisti dell'Arcobaleno e presto toccherà ai negazionisti di Gaia-in-pericolo. Nella stessa pagina de Il Giornale, il titolo «Da ottobre stangata su luce e gas» la dice lunga sul radioso futuro che ci aspetta. E se ti azzardi a lamentarti, diventi «nemico dell'ambiente», come già sei «senza cuore» perché rilutti a mantenere tutta l'Africa a spese tue. Lo dice la Scienza. Lo dice il Vangelo. Lo dice il Papa. E chi sono io per giudicare? Ed eccola la fase sette: quando c'era l'Urss, c'era almeno un Occidente in cui scappare. Ma adesso dove scappi?

Nota di BastaBugie: per approfondire il concetto di "Finestra di Overton" citato nell'articolo, puoi cliccare sul seguente link.

COSA HA RESO POSSIBILE QUESTO VELOCE CAMBIAMENTO CULTURALE?
L'accettazione di comportamenti fino a poco fa improponibili è dovuto a un inganno, come ci spiega la finestra di Overton
di don Gabrielle Mangiarotti
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3976

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 27-09-2019

4 - NEL FILM SU TOLKIEN MANCA LA COSA PRINCIPALE: LA SUA FEDE CATTOLICA
Così diventa impossibile capire l'autore del Signore degli Anelli in quanto la Fede fu per lui fondamentale sia nella vita quotidiana che per l'ispirazione delle sue opere
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05-08-2019

Tutti i fan de Il Signore degli Anelli, e si tratta di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, presumibilmente si precipiteranno a vedere il film, Tolkien, sulla vita dell'autore. Anzi, molti lo vorranno vedere in anteprima e pazienza per la lingua. Io, che faccio parte sia dei primi che dei secondi, me lo sono sorbito in originale ed ecco il mio commento: due ore che potevo impiegare meglio.
Oh, il film è fatto bene, gli attori sono di prima scelta, la ricostruzione è accurata, eccetera eccetera. Ma anticipiamo subito che c'è una grande assenza: la religione. La religione cattolica, per la precisione, che per Tolkien fu fondamentale sia per la vita di tutti i giorni che per l'ispirazione della sua intera opera. Il film, biopic come viene definito il genere, parla solo del giovane Tolkien e si ferma dove dovrebbe cominciare, cioè dalla pubblicazione nel 1934 de Lo Hobbit e, con essa, l'inizio del lancio di Tolkien come scrittore. Tutto viene liquidato, secondo una moda ormai consolidata nei film tratti da storie vere, con le scritte finali sullo schermo, in coda al film, e che si spera che lo spettatore legga prima di guadagnare l'uscita.

LA MADRE FU UNA ''MARTIRE" DELLA FEDE CATTOLICA
Noi sappiamo che l'evento che realmente segnò Tolkien fu il sacrificio della giovane madre Mabel, ripudiata dai parenti perché si era convertita al cattolicesimo e perciò abbandonata mentre moriva di diabete. Invece, nel film, l'unico accenno al cattolicesimo è pure odioso, nella migliore tradizione hollywoodiana: padre Francis Morgan, il prete che si prese cura dei due orfanelli Tolkien, rimprovera John R.R. perché l'ha visto uscire a tarda ora dalla stanza di Edith Bratt. Divieto di frequentarla fino alla maggiore età. Be', a parte il fatto che Edith era di qualche anno più anziana di John R.R. e, dunque, maggiorenne prima di lui, l'episodio così come è presentato (il cinema è emozione), mette in scena la solita bacchettoneria sessuale del clero papista, come è stato a lungo, e per molti è ancora, nell'immaginario del pubblico anglosassone.
Evidentemente il regista (Dome Karukoski) e i soggettisti hanno tenuto presente un target ben preciso. O più semplicemente hanno riproposto quel che hanno capito loro. Il che, va detto, non è molto per un personaggio di tale portata. Tolkien nel film è un tormentato (nell'immaginario comune lo scrittore lo è sempre), mentre nella realtà non lo fu affatto. Ebbe una vita tranquilla e serena, un crescendo di successi che non gli diedero alla testa, una sola moglie (anzi, una sola donna), tutti i figli che gli riuscì di generare, amava le cose semplici e detestava le eccentricità, ebbe una bellissima carriera accademica e morì nel suo letto sorridente così come era vissuto.

A OXFORD I CATTOLICI SONO SEPOLTI FUORI
Prese parte alla Grande Guerra ma in battaglia non ci andò mai. Invece, nel film eccolo in trincea, dove gli orrori che vede gli ispirano i Nazgûl e Sauron. Vabbè, non sottilizziamo. Il problema stava, semmai, a monte: come fare un film su una vita in cui non è mai successo niente? Eppure, bastava spostarsi in avanti: non i primi trent'anni ma i successivi quaranta. Ecco allora il Tolkien profeta, che all'ora della crisi di Monaco divinava: «Si può ritenere che la Russia sia molto più responsabile della crisi attuale di quanto non sia Hitler stesso».
Tornando al film, gli attori sono somiglianti: Nicholas Hoult (la Bestia Blu nella saga Marvel degli X-Men), Lily Collins (figlia di Phil, batterista dei Genesis), Colm Meaney (padre Francis), Derek Jacobi (il prof. Wright). Ma non c'è paragone, per esempio, con Viaggio in Inghilterra, che il regista Richard Attenborough nel 1993 trasse dalla vita di C.S. Lewis, il grande amico di Tolkien (e interpretato da Anthony Hopkins). Il quale, riferendosi all'opera del collega, così scrisse: «Queste storie non furono scritte per riflettere alcuna reale situazione del mondo. Piuttosto accadde il contrario: gli eventi reali cominciarono a conformarsi, orribilmente, alla vicenda che lui aveva inventato».
Ancora oggi a Oxford i cattolici sono sepolti fuori, in una porzione riservata ai papisti del cimitero municipale di Wolvercote. Qui giace Tolkien («Beren») accanto alla moglie («Luthien»). Ma i titoli di coda accennano solo alle date.

Nota di BastaBugie
: per approfondire la biografia di Tolkien, clicca nel seguente link del sito di Film Garantiti
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=15

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05-08-2019

5 - TRUMP COMBATTE L'ABORTO? LA SINISTRA AMERICANA CORRE AI RIPARI
Lo fa ricorrendo alla sua migliore arma: la propaganda (servendosi dei soliti ''artisti'' che devono uniformarsi al pensiero unico pena l'esclusione dal mainstream)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06-09-2019

Ora che alla Corte Suprema americana c'è, grazie a Trump, una (risicata) maggioranza conservatrice e la famosa sentenza Roe vs Wade che nel 1973 introdusse l'aborto negli Usa rischia per la prima volta di essere seriamente messa in discussione, ora che l'odiato Trump ha tagliato di brutto i finanziamenti statali alla multinazionale Planned Parenthood e ha mandato a dire a quelli dell'Onu che la sua amministrazione per «salute riproduttiva» intende altra cosa, ecco che la sinistra americana corre ai ripari mettendo in campo la sua solita, e migliore, arma: la propaganda. Nella quale è maestra senza rivali, visto che l'hanno inventata i suoi bisnonni giacobini. Così, ha ordinato alla sua corte di «artisti» di mobilitarsi.

CAMPAGNA DIFFAMATORIA
È dunque partita la campagna «Bans off my body», che in italiano sta suppergiù per «via i divieti dal mio corpo». Hanno aderito, per ora, in centoquaranta, e i nomi sono i soliti: Lady Gaga, Ariana Grande, Miley Cyrus, Dua Lipa eccetera. Poiché chi di propaganda ferisce di propaganda perisce, se uno solo di costoro si azzardasse a defilarsi partirebbe l'ostracismo. Costoro, infatti, devono tutto al continuo «essere in onda» su qualunque mezzo di comunicazione. Se uno di questi ultimi, o più o magari tutti, li ostracizzano, per loro è finita. E come farebbero fronte alle spese di villa con piscina, auto, colf, estetisti, personal trainer, divorzi e, perché no, pusher?
Nessuno di loro ha un mestiere precedente, e decente, a cui eventualmente tornare, visto che lo showbiz li ha reclutati giovanissimi. E li ha reclutati perché rispondevano a caratteristiche precise, del resto basta dare un'occhiata ai loro video. I quali sono tutti sovrapponibili, stesso agitarsi, stesse musiche, stesso balletto mezzo afro. Qualcuno si chiederà che cosa ci trovino i  giovani  americani in questa roba, ma la spiegazione è che non c'è alternativa, non hanno mai visto altro, questo passa il convento e questo si mangia.
L'impero americano ha un'industria dello spettacolo senza uguali al mondo per potenza e numero di addetti. Ha così plagiato tutto l'Occidente e non solo. Ciò era ancora relativamente positivo quando c'era la Cortina di Ferro e i giovani sovietici rischiavano il carcere per l'agognato possesso di un paio di jeans, che per loro erano simbolo di libertà. Ma poi il tessuto umano degli "artisti" e l'autocooptazione con cui quel mondo si perpetua ha fatto sì che si arrivasse alla situazione odierna.

HOLLYWOOD
A Hollywood, tanto per dirne una, c'è un solo regista non di sinistra, uno solo, Clint Eastwood, che trova produttori per la sola ragione che i suoi film sono campioni d'incassi. Ma ha quasi novant'anni, i liberals devono solo aspettare. Fanno tenerezza, mi si permetta l'espressione, quelli di diverso orientamento che credono di poter cambiare quel mondo dall'interno, penso a Mel Gibson e Jim Caviezel o Eduardo Verastegui. Infatti, Gibson è tornato a lavorare grazie alla sua amicizia personale con Jodie Foster (la quale, peraltro, è di ben altra parrocchia). Gli altri due sono semplicemente spariti dalle scene, compaiono solo come testimonial in qualche incontro di evangelici. Non se ne esce.
Per un esempio diverso ma analogo, in Italia l'outsider Salvini ha creduto di potersi misurare con i maestri della politica e i signori della propaganda solo perché votatissimo dal popolo. Illuso.
Dice il Vangelo che i figli della luce sono, nel trattare i loro affari, molto meno accorti di quelli delle tenebre, perciò non c'è partita. L'unica speranza verrebbe dalla preghiera: l'Austria si liberò dei sovietici nel 1953 e l'Italia dal fare la stessa fine nel 1948 a colpi di processioni e Rosari pubblici. Ma oggi, col clero che ci ritroviamo, non è un'opzione praticabile. Resterebbe la famosa Opzione Benedetto, ritirarsi nei santuari e preparare tempi migliori come, appunto, fecero i benedettini nello sfacelo dell'Impero Romano. Ma correremmo il rischio di essere stanati anche da lì. Da orde Lgbt capitanate da certi vescovi.

Nota di BastaBugie: per capire cosa ha scatenato la reazione della sinistra americana, clicca su uno dei seguenti articoli.

SVOLTA STORICA E DURATURA: TRUMP ROVESCIA LA MAGGIORANZA ALLA CORTE SUPREMA
Con il cattolico Kavanaugh, pro-life e pro-family, dopo 45 anni di dominio democratico, al massimo tribunale USA finalmente c'è una maggioranza duratura che ha la possibilità di limitare l'aborto e proteggere la famiglia
di Alessandra Nucci
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5368

CORTE SUPREMA E LIBERTA' RELIGIOSA: DUE CLAMOROSE DECISIONI DI TRUMP CHE PASSERANNO ALLA STORIA
Siamo all'inizio di una svolta epocale che avrà ripercussioni benefiche in tutto il mondo?
di Marco Respinti
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5260

TRUMP INTERVIENE ALLA MARCIA PER LA VITA: ''OGNI VITA HA UN SENSO E MERITA DI ESSERE PROTETTA''
Il presidente userà il veto sulle leggi contro i nascituri, bloccando così i democratici che cercano di sfruttare lo shutdown per far passare misure pro aborto (VIDEO: Trump e Mike Pence alla Marcia per la Vita)
da Sito del Timone
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5521

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06-09-2019

6 - IL POLITICAMENTE CORRETTO E' COMUNISMO PURO
Per rintracciarne le radici basta ripercorrere la storia che va dalla Scuola di Francoforte, all'emigrazione dei suoi leader negli Stati Uniti (dove insegnarono alle università), fino al Sessantotto
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31-07-2019

Continuiamo, e concludiamo, il discorso sul Politicamente Corretto, l'ultima (per ora) ideologia totalitaria con cui dobbiamo fare i conti. E sempre traendo spunto dal bel libro di Eugenio Capozzi, Politicamente Corretto. Storia di un'ideologia (Marsilio), al momento l'unico excursus storico di taglio accademico sul problema dell'ora presente.
Alessandro Gnocchi, sul Giornale del 20 giugno u.s., ricordava che ricorre quest'anno il trentennale della caduta del comunismo (1989) e che tale ricorrenza praticamente nessuno se l'è filata. Per un paragone, il cinquantennale del Sessantotto ha ricevuto celebrazioni & rievocazioni cominciate già alla fine dell'anno precedente e continuate, sui media, anche oltre l'anno di scadenza. Perché? Il giornalista si è, tristemente, risposto: perché comandano sempre loro. Specialmente sui media. Un esempio tra i mille: l'aggressione "fascista" alle magliette amaranto del Cinema America a Roma; mentre scrivo ancora se ne parla, e su tutti i media, perfino quei pochi non di sinistra.

IL RIVOLUZIONARIO PURO HA SEMPRE FATTO IL GIORNALISTA
A Padova, stesso giorno, uno è stato pestato dagli "antifascisti", ma lo so solo grazie a un tweet del nostro Marco Tosatti. Il Sessantotto, in particolare in Italia, non fu affatto (io c'ero) quell'esplosione di libertà giovanile che i reduci millantano, bensì un'esplosione, sì, ma di intolleranza e di bastonate per chi non era d'accordo. Ed era tutto un ciclostile, fogli, scritte sui muri, giornali fondati inizialmente con pochi soldi, tanto chi ci scriveva lo faceva gratis. Ora, il rivoluzionario puro ha sempre fatto il giornalista, fin dai tempi di Marat, passando per Mazzini, Marx, Lenin, perfino Mussolini. Perché è un consacrato. Come il prete, che può arringare i fedeli ogni domenica. Parlare al popolo, insegnargli qual è il suo vero bene, additargli il peccato e i peccatori da cui deve guardarsi, indicargli continuamente il Regno dei Cieli. Sostituite a quest'ultimo il Sol dell'Avvenire e tutto sarà chiaro.
Come il Regno dei Cieli, anche il Sol dell'Avvenire è ineffabile. Non si può descrivere, perciò non viene mai descritto. Come sarà non lo sanno i preti, e neanche i demagoghi. Si sa solo che sarà un paradiso, e dobbiamo fidarci della loro parola. La differenza, naturalmente, è ovvia: i credenti hanno i Santi come prova che è tutto vero; gli imboniti dai demagoghi hanno solo le chiacchiere di questi ultimi. I quali, però, hanno anche altri sistemi per mettere in riga i dubitanti. Il motto è: stai con noi con le buone o vedrai le cattive.
Per quanto riguarda la generazione di gazzettieri sessantottardi che si era via via ingrossata fino a diventare preoccupante per il padronato (gli scioperi erano all'ordine del giorno, e le motivazioni salariali finirono con l'essere irrilevanti rispetto a temi come la guerra in Vietnam o il golpe in Cile), il padronato in questione escogitò la furbata di assumerli nei suoi giornali, così da stemperarne l'aggressività. Finì che le redazioni e perfino i vertici dei grandi media nazionali furono invasi da sessantottini. I quali oggi sono settantenni ma per niente disposti a schiodarsi. E, anche se lo facessero, ormai i segnali di pista sono i loro e non si può fare altro che seguirli (o subirli).

IL MARXISMO È FINITO?
Voi direte: ma il marxismo è finito, oggi c'è il Politicamente Corretto. E sbagliereste, perché il Politicamente Corretto è puro marxismo, anche se post-sovietico. Per primo se ne accorse Augusto Del Noce, ma pochi credono ai profeti, per il semplice fatto che bisogna attendere l'avverarsi della profezia; solo allora qualcuno si ricorderà, troppo tardi, che il profeta l'aveva detto.
I più eruditi sanno che dietro al Sessantotto c'era la filosofia-sociologia della cosiddetta Scuola di Francoforte, marxista, i cui elementi più celebrati erano Adorno, Marcuse, Horkheimer. Fin dagli anni Trenta. All'avvento del nazismo emigrarono. Dove? Negli Usa, e qui, ovviamente, insegnarono nelle università.
Infatti, si dimentica che il Sessantotto, ben prima del Maggio Francese, era scoppiato nei campus universitari americani. E oggi da dove viene il Politicamente Corretto? Sempre dalle università statunitensi, dove giunge a punte di grottesco, e di censura, che qui nella periferia dell'impero ancora non abbiamo visto (ma ce ne sono già i conati).
La meccanica della rivoluzione è sempre la stessa, mutuata dalla dialettica hegeliana (il marxismo, lo ricordo, è hegelismo di sinistra): «dialettizzare i contrasti», aizzando («far prendere coscienza») la parte «debole». Oggi tocca a femmine contro maschi, e omo contro etero. Poiché qui non c'era il neri contro bianchi, i neri li si importa. In attesa che crescano di numero, godiamoci (si fa per dire) il Giugno Gay. Il mese è scelto per commemorare la rivolta (sempre americana) di Stonewall. Ma è anche il mese del Sacro Cuore e del Corpus Domini. Il che ci dà speranza.

Nota di BastaBugie: per approfondimenti sul "politicamente corretto" si può leggere il seguente articolo cliccando sul link.

INTERVISTA SEMISERIA AL SIGNOR ''POLITICAMENTE CORRETTO''
La sua canzone preferita è Imagine di John Lennon; il suo sogno è dirigere un'orchestra che suona sempre la stessa nota (e per riuscirci deve cancellare i cattolici)
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5798

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31-07-2019

7 - DOPO IL CASO BARILLA, ANCHE GUCCI RIEDUCATA
La Gucci si è profusa in scuse per un maglione ''razzista'' e, per dimostrare la sua buona volontà, ha assunto un esperto di Politicamente Corretto
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-09-2019

In principio si chiamava maglione, e il nome rimandava direttamente a come era fatto. Poi arrivarono gli americani e divenne pull-over (lett.: tira da sopra), mentre la maglietta (anche qui, l'italiano guardava alla confezione) della salute diventò t-shirt (lett.: camicia a forma di T). Gianni Meccia, cantautore anni Sessanta, ci fece il tormentone (canzone Il pullover), poi, col consumismo, la cosa si complicò, perché tutti, ormai, potevano averne più di uno, di maglioni. Così, si cominciò a variarne i disegni e le decorazioni.
Esaurita la fantasia anche qui, la Benetton ci fece i soldi inventando le sfumature di colore e le pubblicità provocatorie. Ma anche questa trovata raggiunse, com'è destino di tutte le cose umane, il suo limite. Così, i fashion design altrimenti detti stilisti (e in altri tempi chiamati semplicemente sarti o, dato il nostro argomento, magliari) si inventarono le varianti di forma. Nacquero i maglioni con le maniche più lunghe del necessario e fornite di buco in cui infilare il pollice. Ma pure qui la corda fece presto a mostrarsi.

IL MAGLIONE POLITICAMENTE SCORRETTO
E allora la Gucci ha ideato un maglione che copre il naso fin sotto gli occhi. Ora, dovendo il cliente respirare e parlare e mangiare, si rese necessaria un'apertura per la bocca. Solo che, a quel punto, il maglione finiva con l'assomigliare a un cappuccio da topo d'albergo, quello che le forze speciali chiamano, chissà perché con nome mutuato da Tex, «mefisto». Perciò, la maison Gucci ha pensato bene di contornare il buco della bocca di rosso. Ora, su un maglione nero, quel rosso attorno alla bocca sembrano due grandi labbra. Che però non hanno fatto pensare a un riferimento erotico, macché. Eggià, viviamo in tempi di Politicamente Corretto (cioè, di polizia del pensiero) e tutti i millennials (cioè, i giovani a cui il maglione era destinato all'immodica cifra di 890 dollari al pezzo) si sono messi a strillare.
Quelli americani, naturalmente, perché noi europei non ce ne saremmo nemmeno accorti per la ragione che passiamo a illustrare. Negli anni Trenta nel profondo Sud americano vigeva l'apartheid. Se un'orchestra si esibiva con, anche, alcuni musicisti neri, questi ultimi dovevano essere nascosti da una tenda. Bagni separati, bar separati eccetera. E non importava la fama e la rinomanza raggiunta dal nero in questione: anche se star, se, poniamo, in hotel toccava l'acqua della piscina, questa doveva essere svuotata dal personale e disinfettata, pena la perdita di tutta la clientela bianca.
Fu Kennedy, negli anni Sessanta, a far togliere dagli elenchi telefonici americani l'asterisco accanto al nome di un nero. Tutto ciò, per noi europei, andava sotto il nome di «americanata» fino all'avvento del Politicamente Corretto, perché siamo stati colonizzati anche in questo. Niente di scandaloso, in teoria: ogni impero irradia la sua cultura. Durante l'occupazione romana di Israele i rabbini tuonavano contro i giovani ebrei che frequentavano le palestre, si radevano la barba e si facevano chiamare Marco. Si pensi ai giovani sovietici che anelavano alla coca-cola e ai jeans, simboli, per loro, di libertà. Il fatto è che anche gli americani erano, e sono, colonizzati dalla cultura liberal, quel mix di giacobinismo e marxismo utopico che oggi si chiama Politically Correctness e ha invaso il mondo occidentale (per ora). Ebbene, noi di una certa età abbiamo avuto il tempo di respirare aria diversa, ma i millennials americani (e, perciò, anche quelli europei) non hanno mai visto altro.

TUTTI CON LA STESSA DIVISA?
Ebbene, per tornare al maglione Gucci, qualcuno negli Usa si è ricordato che, ai tempi dell'apartheid, i neri non potevano figurare nei film e venivano impersonati da attori bianchi con la faccia dipinta di nero tranne il largo contorno della bocca, giacché gli afro hanno le labbra spesse. Ora, poiché le vendite ai millennials vanno fatte soprattutto sui c.d. social, dove i giovani si fanno influenzare volentieri da persone come, per esempio, Chiara Ferragni e Fedez, tranquillamente detti influencers, ecco l'apriti cielo contro il maglione «razzista». Ovviamente, anche il ragazzino italiano che nulla sapeva dell'apartheid americano anni Trenta e farebbe la faccia da pesce lesso se gli si parlasse di Hal Jolson (per chi non lo sapesse: era il bianco truccato da negro che interpretò il primo film sonoro della storia, Il cantante di jazz), si trova costretto a rinunciare a quel maglione Gucci (ammesso che abbia gli 890 dollari necessari).
La Gucci, così come a suo tempo la Barilla, si è profusa in scuse e, per dimostrare la sua buona volontà, ha assunto un Chief Diversity Officer, cioè un esperto di Politicamente Corretto. Il cui modello - vedrete - è alla fin fine la Cina di Mao: tutti con la stessa divisa.

Nota di BastaBugie: se non sapete o non vi ricordate il "caso Barilla" ecco qui gli articoli che abbiamo pubblicato su di esso. Assolutamente da leggere per capire quanto si stiano restringendo le libertà ai nostri giorni... senza quasi che ce ne accorgiamo.

LA DITTATURA GAY COSTRINGE BARILLA A SCUSE UMILIANTI
Aveva dichiarato: ''Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale... La famiglia a cui ci rivolgiamo noi è una famiglia classica (DUE VIDEO: cosa aveva detto e le successive scuse)
di Riccardo Cascioli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2956

BARILLA, RIEDUCAZIONE GAY RIUSCITA AL 100%
... e vissero gay-friendly e contenti!
di Luigi Santambrogio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3528

CARO BARILLA, LA MIGLIOR DIFESA E' L'ATTACCO!
Dovevi prendere esempio da Dan Cathy che, anche lui nel mirino della dittatura gay, invece di scusarsi, ha rilanciato le sue idee... e le vendite, invece di calare, si sono impennate
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2994

BARILLA ORMAI PRONO ALLE LOBBY GAY INGAGGIA IL LEADER MONDIALE LGBT
Dopo la presa di posizione in favore del matrimonio naturale, Barilla ritratta in un video con umilianti scuse... poi accetta la rieducazione gay (VIDEO: veglie contro il reato di omofobia)
di Leone Grotti
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3010

LA DITTATURA GAY APPLICA IL ''METODO BARILLA'' ANCHE IN PEDIATRIA
Il presidente della Società Italiana di Pediatria dichiara che un bambino cresciuto senza madre e padre può subire ricadute negative... ma poi, sotto ricatto, fa marcia indietro
di Roberto Marchesini
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4097

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-09-2019

8 - LA CRISI DELLA STAMPA E' DOVUTA ALLA FAZIOSITA'
Molti giornali sono spudoratamente di parte, al punto da manipolare l'informazione, vuoi sottolineando ossessivamente certe notizie, vuoi letteralmente omettendone altre
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15-07-2019

Il giornalista Luca Conti, sul blog Pandemia.it, fa un'analisi impietosa della situazione dei giornali in Italia. Cominciamo col prestigioso Sole 24ore: una volta diffondeva tranquillamente 350mila copie al giorno, oggi è a 47mila. La Stampa ne faceva 200mila, oggi ha dimezzato. Altri interessati al calo a cifra doppia sono Il fatto quotidiano, La gazzetta dello sport, Il giornale, Italia oggi. Corriere della sera, meno 6%, meno 7,9% La repubblica. Tutti questi giornali, più Libero, Il manifesto, Il messaggero, Il resto del carlino, tutti insieme vendono 968mila copie. Meno di un milione su una popolazione di 66 milioni di abitanti. La perdita complessiva è oltre il dieci per cento l'anno, e continua.
«Facile prevedere una nuova ondata di calo della pubblicità, tagli alle pagine, cassa integrazione, licenziamenti, calo della qualità e nuovo calo delle vendite». Il digitale? I ricavi «sono molto lontani dal 50%». Ora, è vero che l'avvento di internet e gli stili di vita delle nuove generazioni molto influiscono su questi dati. E del pari vero che il suicidio demografico ci mette del suo. Ma ci sono anche altri motivi, motivi che, esposti dal sottoscritto, potrebbero essere presi con sufficienza perché si conosce il mio orientamento ideale.
Così, li ho presi dalla penna di Guglielmo Gandino, giornalista di lungo corso, che li ha elencati sul blog di Franco Abruzzo, Giornalisti per la Costituzione, nella newsletter del 4 luglio u.s. «Ma cali delle vendite dell'ordine del 50-70% nell'arco degli ultimi dieci anni sono dovuti anche alla ormai diffusa disaffezione per la carta stampata da parte di persone un po' di tutte le età, per la semplice ragione che molte testate sono diventate nel tempo spudoratamente di parte, al punto da manipolare l'informazione, vuoi sottolineando ossessivamente certe notizie, vuoi letteralmente omettendone altre».
Gandino salta volutamente il tema «immigrazione» per non appesantire il suo articolo: «Osservo solo che la posizione di certi giornali dovrebbe anche tenere in conto che una grande maggioranza di italiani si è democraticamente espressa nella recente consultazione per il rinnovo del parlamento europeo. Volere pervicacemente andare contro corrente, senza tenere minimamente conto della volontà popolare, mi sembra masochismo allo stato puro».
Ancora, poiché, data la crisi, l'ente pensionistico dei giornalisti italiani non sa più come fare, parliamo di pensioni: «Sono stati proprio i giornali gli inventori del termine "pensioni d'oro". Poi è iniziata una "gogna mediatica" programmatica, con sortite e statistiche di ogni tipo sempre con l'obiettivo di fare lo scoop». Certo, ci sono pensionati che hanno approfittano di norme inique varate da governi precedenti in tempi di vacche grasse. Ma quando è stato disposto il «contributo di solidarietà» sulle pensioni più alte, quale categoria, tra le altre, si è sottratta? «I giornalisti naturalmente».
Ebbene, «negli ultimi vent'anni tanti sono stati colpiti da blocchi parziali o totali della contingenza, con una perdita di potere d'acquisto delle pensioni di almeno il 20%. In compenso non si è mai intervenuti sulle pensioni "anomale" di certi ex-sindacalisti, né sui beneficiari della semi-dimenticata Legge Mosca, né sulle doppie pensioni dei parlamentari. Ed i giornali di queste cose hanno scritto pochissimo, quasi niente per essere sinceri». [...]

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 15-07-2019

9 - OMELIA XXIX DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 18,1-8)
Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?
Fonte Il settimanale di Padre Pio

La prima lettura di oggi e il Vangelo ci parlano dell'importanza della preghiera. La prima lettura, tratta dal libro dell'Esodo, ci narra l'episodio della battaglia degli Israeliti contro gli Amaleciti. Durante quella battaglia Mosè stava sulla cima di un colle con le mani innalzate verso il cielo in atteggiamento di supplica. Quando le sue mani erano alzate, Israele aveva la meglio; come le abbassava, gli Amaleciti prevalevano. Così è pure per noi. La vita su questa terra è tutta una battaglia contro le forze del male. Finché preghiamo, riusciamo a superare tutte le tentazioni; se invece veniamo meno a questo dovere fondamentale dell'orazione, il male prende il sopravvento nella nostra vita. C'è un particolare che dobbiamo tenere in considerazione: Mosè si fece aiutare da Aronne e da Cur nel tenere innalzate le braccia che cadevano dalla stanchezza. Ciò indica che anche noi dobbiamo ricorrere alla preghiera dei nostri fratelli. Da soli non ce la faremo; ma, come si dice, l'unione fa la forza. Le mani di Mosè, in questo modo, rimasero innalzate fino al tramonto del sole. Così la nostra preghiera dovrà essere perseverante. E' soprattutto il Vangelo che ci insegna quanto sia importante la perseveranza. La pagina di oggi riporta la parabola della vedova che ricorre al giudice. L'evangelista Luca scrive che questa parabola ci fa comprendere la necessità di pregare sempre "senza stancarsi mai" (Lc 18,1). Dobbiamo imitare la perseveranza di quella vedova che, alla fine, venne esaudita per la sua insistenza. Se quel giudice disonesto accontentò la povera vedova, quanto più Dio farà prontamente giustizia a quelli che gridano a Lui? (cf Lc 18,7).
La pagina del Vangelo si chiude però con una domanda che deve farci molto riflettere: "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8). E' necessaria la fede. Solo così la nostra preghiera avrà effetto. Tante volte si prega, ma non si ha una sufficiente fede nella potenza della preghiera. Per questo rimaniamo a mani vuote.
Ogni volta che preghiamo dobbiamo ravvivare la nostra fede in quello che stiamo per fare. Dobbiamo pensare che c'è una enorme differenza tra il recitare, ad esempio, una corona del Rosario e il non farlo; tra il fare un'ora di Adorazione eucaristica e il perdere il tempo in ozio; tra il ricevere la Santa Comunione e il farsi vincere dalla pigrizia e non andare alla Messa. Tante volte, purtroppo, siamo presi da una strana tentazione che ci fa dire che, in fin dei conti, è sempre la stessa cosa. E così la nostra preghiera è come un corpo senz'anima.
Prima di pregare, dunque, rinnoviamo la nostra fede ripetendo le parole della Coroncina al Sacro Cuore di Gesù, tanto cara a Padre Pio da Pietrelcina: "O Gesù che hai detto: chiedete e otterrete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto; ecco che io picchio, io cerco, io chiedo la grazia tanto desiderata".
Dobbiamo pensare che con la preghiera possiamo ottenere tutto, che la preghiera, come diceva san Claudio de La Colombiere, è l'Onnipotenza di Dio nelle nostre mani. Dobbiamo pensare che Gesù può e vuole esaudirci più di quanto possiamo desiderare di essere esauditi. Dobbiamo pensare che, se ricorriamo all'intercessione della Vergine Maria, la nostra preghiera diventerà molto gradita al Cuore di Gesù e otterrà più facilmente ciò che desideriamo, se veramente quanto chiediamo è secondo la Volontà di Dio e per il nostro bene. Se preghiamo sempre con queste disposizioni interiori otterremo sicuramente molto dal Signore. Ciò che ferisce il Cuore del nostro Salvatore è la nostra mancanza di fiducia.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.