BastaBugie n�643 del 18 dicembre 2019

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1 LETTERA A BABBO NATALE (POLITICAMENTE CORRETTA)
Per queste festività voglio smettere di odiare per cui voglio un Natale meno cristocentrico, omofobo ed islamofobo, e quindi più femminista, terzomondista ed ecosostenibile
Autore: Augusto Bassi - Fonte: Il Giornale
2 BREXIT E SARDINE: PER LA SINISTRA, PIAZZE PIENE E URNE VUOTE
Boris Johnson e Matteo Salvini: come mai ogni volta le elezioni decretano la sconfitta della Sinistra che poco prima aveva riempito le piazze?
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
3 IL BONUS PER IL LATTE ARTIFICIALE E' SCANDALOSO
Niente è meglio dell'allattamento al seno, ma il governo, per favorire le multinazionali, inventa il bonus per il latte in polvere e così va contro la natura (lo ammettono pure Organizzazione Mondiale per la Salute e UNICEF)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 EVOLUZIONISMO, IL TRAMONTO DI UNA IPOTESI
La teoria di Darwin è composta da una teoria (pseudo) scientifica e da una teoria filosofica che si sorreggono a vicenda partendo da postulati scientifici inverificabili e per questo imposti come dogmi indiscutibili (VIDEO: L'inganno di Darwin)
Autore: Gianandrea De Antonellis - Fonte: Radici Cristiane
5 UNA GENERAZIONE DI ORFANI
La maggior parte dei genitori, distratti dal lavoro e dalla propria realizzazione, lasciano i figli in balia di se stessi, della scuola, del cellulare, dei coetanei, ecc.
Autore: Luciano Leone - Fonte: Notizie Provita & Famiglia
6 AVVENIRE SCENDE IN CAMPO INSIEME ALLE SARDINE
Per il quotidiano della CEI le manifestazioni in piazza vanno bene... purché non siano il Family Day o le Sentinelle in Piedi
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 LE BUGIE DEI PROTESTANTI SULLA MADONNA
Un fatto realmente accaduto manda in frantumi il ''sola scriptura'' di Martin Lutero e dei suoi seguaci (che credono di seguire la Bibbia)
Fonte: I Tre Sentieri
8 LA DRAMMATICA STORIA DEL MURO DI BERLINO
Il muro fu costruito nel 1961 nel tentativo di arginare la fuga della popolazione civile dalla comunista Germania dell'Est verso il mondo libero dell'Occidente
Autore: Luciano Garibaldi - Fonte: Radici Cristiane
9 OMELIA IV DOMENICA AVVENTO - ANNO A (Mt 1,18-24)
Non temere di prendere con te Maria, tua sposa
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
10 OMELIA DI NATALE - MESSA DEL GIORNO - ANNO A (Gv 1,1-18)
Troverete un bambino
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Un Natale vero?

1 - LETTERA A BABBO NATALE (POLITICAMENTE CORRETTA)
Per queste festività voglio smettere di odiare per cui voglio un Natale meno cristocentrico, omofobo ed islamofobo, e quindi più femminista, terzomondista ed ecosostenibile
Autore: Augusto Bassi - Fonte: Il Giornale, 17 dicembre 2019

Caro Babbo Natale,
per queste festività voglio smettere di odiare e imparare ad amare: amare come le Sardine amano i leghisti, come Hamas ama gli israeliani, come gli israeliani amano i palestinesi, come gli islamisti amano gli omosessuali, come i piddini amano la democrazia, come Greta ama i treni regionali di seconda classe e la scuola dell'obbligo.
Il mio piccolo contributo partirà dall'azione: pretendo da te un Natale meno cristocentrico, più femminista, terzomondista ed ecosostenibile. Un presepe vivente meno omofobo ed islamofobo, con due Madonne in chador, mamme di un bambin Gesù negretto nato in Finlandia da fecondazione assistita, che sceglierà da solo in età adulta se finire in croce o meno, per evitare di offendere sensibilità differenti; e ancora Gaspare, Melchiorre, Baldassarre, sacerdoti di Zoroastro e di Trasgender, in gay pride verso Betlemme, inseguiti dal folklore di alcuni salafiti intransigenti.
Noi che siamo stati buoni, che siamo rimasti umani, mentre intoneremo le tipiche canzoni della tradizione come Jingle Bells, Oh Happy Day, White Christmas, Tu Scendi Dalle Stelle e Bella Ciao, che cosa pretenderemo sotto l'albero?
Quale albero, innanzitutto, caro Babbo? Estirpare un albero naturale dal proprio ambiente, deforestare?! Sradicarlo per renderlo più dinamico e cittadino del mondo è lecito, ma esporlo al calore dei termosifoni, alle correnti d'aria delle finestre, a cani, gatti e bambini inferociti?! Mai! Allora ne pretenderò uno artificiale. Mi chiedo tuttavia, sarà ecosostenibile? Un albero artificiale ha impatto sull'atmosfera pari a 40 chilogrammi di CO2: insostenibile.
Ma i regali vanno pur messi sotto qualcosa. Così ho domandato all'amica Concita De Gregorio, la quale mi ha consigliato di addobbare il filippino buddista di casa per una maggiore integrazione e meditazione, con tappi di sughero di vini rigorosamente bio, candele ecologiche al posto delle luminarie, fiori di loto, conchiglie, vasi del tesoro, vecchie Jimmy Choo usate, scatole di carta con disegni di animali in via d'estinzione e Cecchi Paone, banana di Cattelan a mo' di puntale concettuale.
Pretendo dunque anch'io, caro Babbo, un filippino buddista di casa. Filippino da intendersi come professione, non come nazionalità, va da sé, perché un uomo che ama, non emargina lo straniero ed è sempre aperto all'altro. La xenofobia è un retaggio medievale, almeno quanto la monogamia, che trasuda discriminazione e chiusura; chi sono io per preferire, ogni giorno della mia vita, finché morte non ci separi, una donna a tutte le altre?! E a preferirla pure a tutti gli uomini, che ho finalmente iniziato ad apprezzare da quando mi sono spogliato di ogni omofobia? Verità che una brava moglie italiana dovrebbe afferrare in fretta, mentre fa la spesa per il cenone della Vigilia con delle festose corna natalizie in testa, dopo aver portato le bimbe a piloxing ed essere stata in ufficio e dal gommista, come ogni donna emancipata e me too.
Tu, piuttosto, perché sei Babbo, al maschile? Il tuo gretto sessismo patriarcale è rivoltante e puoi startene a casa, in Lapponia, in Alta Padania o in qualche altra landa barbara e desolata da dove provieni. Ok, boomer, tanto i ragazzi di oggi sono svegli e hanno smesso di credere alle fake news che riguardano un matusa barbuto figlio del boom economico che gira per il mondo su una slitta carica di regali e trainata da renne volanti; ora credono ai movimenti spontanei contro il populismo e a una bambina speciale che salverà il pianeta.

DOSSIER "NATALE"
Le verità dimenticate sulla nascita di Gesù

Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!

Fonte: Il Giornale, 17 dicembre 2019

2 - BREXIT E SARDINE: PER LA SINISTRA, PIAZZE PIENE E URNE VUOTE
Boris Johnson e Matteo Salvini: come mai ogni volta le elezioni decretano la sconfitta della Sinistra che poco prima aveva riempito le piazze?
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 15 dicembre 2019

Suscita molta ilarità  la rilettura dei giornali italiani di questi mesi che inneggiavano alle manifestazioni londinesi contro la Brexit. Secondo la maggior parte dei nostri quotidiani e dei nostri politici di Sinistra, era evidente che i britannici non volevano (più) uscire dall'Unione europea.
Il 23 marzo  celebravano trionfalmente "un milione in piazza contro la Brexit"  (titolo del Corriere della sera). La settimana dopo "Avvenire"  titolava: "Inglesi sull'orlo di una crisi di Brexit: 'Restiamo nell'Ue e basta'".
Ad agosto  ancora mobilitazione contro la sospensione del Parlamento. "Il Sole 24 ore" parlava di "proteste in tutta la Gran Bretagna" e annunciava: "Brexit, manifestazioni in 30 città contro Johnson".
Il 19 ottobre  scorso ci risiamo. "Repubblica"  proclamava: "Londra, un milione in corteo contro la Brexit: 'La Gran Bretagna ha cambiato idea, rifacciamo il referendum'".
Secondo la narrazione dominante il popolo britannico non voleva più la Brexit, il voto al referendum era stato falsato dalle fake news  e comunque era da ripetere  o almeno era chiaro che i cittadini del Regno Unito si erano pentiti. La piazza piena di manifestanti europeisti - secondo loro - lo dimostrava.
Poi è arrivato il 12 dicembre  e il brusco risveglio: a valanga i britannici hanno urlato la loro decisa volontà di uscire dalla Ue. Hanno cantato, nelle urne, il loro "Bella ciao" a Bruxelles, senza se e senza ma. È stata la più clamorosa smentita a chi li rappresentava come pentiti del voto referendario.

MAI UN'AUTOCRITICA
Per i giornali italiani, per i commentatori e i politici di Sinistra è stato l'ennesimo choc. Non ne azzeccano una: era accaduto lo stesso con il referendum sulla Brexit e con le presidenziali americane vinte da Trump.
Ma su quei giornali non si legge mai un'autocritica. Mai una volta che s'interroghino sul perché descrivono un mondo che poi si rivela del tutto diverso dalla realtà. Non si chiedono mai perché sono così disinteressati alla realtà vera.
Il miraggio delle piazze  poi è, per la Sinistra, una sorta di autoinganno volontario che produce la narrazione di un'Italia che non c'è, se non nella loro fervida fantasia. Nonostante il trascorrere degli anni sembra che la Sinistra faccia sempre il solito errore: credere alla propria propaganda.
Pietro Nenni  lo capì dopo il 18 aprile 1948, quando il Fronte popolare subì la sua colossale disfatta. L'amara diagnosi di Nenni fu: "Piazze piene ed urne vuote".
Da allora tanto tempo è passato, ma la Sinistra, nei decenni, sembra sia rimasta quella della mobilitazione permanente, della lotta continua, della pantera, della società civile, del popolo dei fax, dei cortei viola, del popolo arancione, dei girotondi, degli adepti di Greta, delle sardine.
Fuori dalla loro piazza  - in cui si compiacciono di essere qualche migliaio (peraltro sembrano sempre gli stessi che girano tutte le piazze) - ci sono milioni di italiani, che lavorano, che faticano, che tirano avanti le loro famiglie e questo povero paese  e che non credono ai mobilitati permanenti e non votano per loro  (o non vogliono più votare per loro).
Cosicché le urne sanciscono puntualmente la sconfitta della Sinistra che aveva riempito le piazze. In gran Bretagna come negli Stati Uniti come in Italia.

COLPA DELLA DEMOCRAZIA
A questo punto i "sinceri democratici" se la prendono pure col suffragio universale  e arrivano a definire il voto che non gradiscono "un eccesso di democrazia".
Il popolo che li ha bocciati diventa subito sospetto di populismo, xenofobia, fascismo  o comunque - ai loro occhi - è un popolo che si è fatto abbindolare dai demogoghi, dalle fake news, dai russi e da chissà cos'altro.
L'elettore medio è dipinto come incompetente. La gente comune viene guatata dall'alto in basso dagli "impegnati", e viene bollata come "indifferente": poco tempo fa i mobilitati permanenti andavano in estasi per l'invettiva di Gramsci "Odio gli indifferenti".
Oggi continuano a nutrire gli stessi livori, ma la parola "odio" non è più pronunciabile perché hanno deciso di usarla come capo d'imputazione di Salvini e dei "sovranisti", e loro si rappresentano come pervasi di amore da capo a piedi.
Specialmente le Sardine sono raffigurate dai media  come tracimanti di buoni sentimenti. Perché la caratteristica di questo tipo di piazze è di vivere in simbiosi con i media e con il Palazzo, di alimentarsi a vicenda, di specchiarsi l'uno nell'altro. Infatti sono piazze applaudite dal potere e celebrate dai media  dell'establishment.

PIAZZE BUONE E PIAZZE CATTIVE
Non così - per esempio - i gilet gialli  su cui i media italiani e i politici di area Pd sono molto duri. Ieri Diego Fusaro  osservava: "mentre le giubbe gialle in Francia chiedono salari più alti e vengono manganellati senza pietà, Greta Thunberg, con le sue proteste amiche del Potere, è nominate 'Persona dell'Anno' da Time. C'è di che riflettere".
Esistono infatti piazze buone e piazze cattive.
Le "buone", sono quelle così propagandate dai media che quasi possiamo definirle "convocate" dai media stessi. Sono le piazze applaudite dal Palazzo, caldeggiatre e amate dall'élite.
Le seconde piazze, quelle "cattive", esprimono un malessere di popolo, danno voce ai problemi della gente comune, sono piazze di opposizione e vengono perlopiù ignorate dai media  o - se non possono ignorarle - comunque criticate.
È stata impressionante ad esempio la campagna elettorale di Salvini in Umbria: in ogni paese o piccola città si è trovato attorno un mare di gente per ascoltarlo. Senza convocazione dei media e senza resoconti giornalistici successivi. Come si è visto dai risultati elettorali  era una folla desiderosa di cambiare.
Il Pd, Zingaretti e compagni non potevano sperare in nulla del genere, nemmeno in Emilia Romagna e così - dovendosi evitare il ripetersi del caso Umbria a Bologna - guarda caso è venuta fuori l'invenzione delle Sardine. Che permette al Pd di riprendersi la piazza senza apparire.
La domanda che suscita la manifestazione di ieri delle sardine, a Roma, è la seguente: se contro Salvini e i sovranisti sono davvero così tanti, perché la Sinistra vuole impedire ad ogni costo le elezioni? Perché non vogliono far pronunciare gli italiani?

Nota di BastaBugie: già avevamo parlato delle Sardine e delle loro "sinistre alleanze". Per leggere gli articoli clicca sul link che interessa:

AVVENIRE SCENDE IN CAMPO INSIEME ALLE SARDINE
Per il quotidiano della CEI le manifestazioni in piazza vanno bene... purché non siano il Family Day o le Sentinelle in Piedi
di Andrea Zambrano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5929

LE SARDINE SI ALLEANO CON LA COMUNITA' LGBT
di Manuela Antonacci
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5912

Fonte: Libero, 15 dicembre 2019

3 - IL BONUS PER IL LATTE ARTIFICIALE E' SCANDALOSO
Niente è meglio dell'allattamento al seno, ma il governo, per favorire le multinazionali, inventa il bonus per il latte in polvere e così va contro la natura (lo ammettono pure Organizzazione Mondiale per la Salute e UNICEF)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-12-2019

Non possiamo tacere la vergogna che proviamo per l'introduzione nella manovra economica di un bonus per il latte artificiale.
Soldi che vanno direttamente nelle tasche della multinazionali e che danneggiano apertamente mamme e bambini. Si perché, come è stato ben sottolineato dai pediatri italiani, il 'bonus latte artificiale' non va solo a danno delle mamme che decidono di allattare al seno, ma contrasta ogni ricerca e indicazione scientifica internazionale che, invece, chiede di favorire l'allattamento materno per sei mesi e lo consiglia fortemente sino ai due anni. [...] Strano Paese il nostro che per decenni si batte per i produttori di latte italiani e si inventa di tutto pur di mantenere quote e premiare prezzi minimi, ma verso le mamme italiane chiude gli occhi e gli preferisce le multinazionali. [...]
Sin dall'agosto del 2017, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che non è non certamente la Pontificia Accademia per la Vita e la Famiglia quanto a principi pro famiglia e vita umana, ha dichiarato con chiarezza il proprio favore assoluto per l'allattamento al seno. Vediamo cosa dice la guida della Organizzazione: allattamento al seno è cruciale per i primi sei mesi di vita; i bambini dovrebbero prendere latte esclusivamente materno per avere una crescita ottimale, sviluppo e salute e far sviluppare le proprie caratteristiche nutrizionali e, anche quando mangeranno altro, è consigliato l'allattamento al seno sino ai due anni di vita. [...] Il latte materno produce benefici a breve e lungo termine per i bambini, buona salute meno obesità e più intelligenza. Il latte materno riduce nei bambini la diarrea e la pneumonia e favorisce la buona salute. Non solo, l'allattamento al seno produce benefici per le madri, riducendo il rischio di cancro al seno e alle ovaie, il diabete e la depressione post-parto.
Vi sia chiaro, l'Oms da anni viene finanziato nelle sue attività, per la maggior parte, dalle stesse multinazionali che sono anche produttrici di latte in polvere o suoi derivati. L'evidenza scientifica ha, tuttavia, costretto l'organo supremo della sanità mondiale a sostenere con determinazione le mamme e il latte materno. Non vi siete ancora convinti che la natura umana, in questi caso la grazia materna, faccia meglio della multinazionale del latte in polvere? Ebbene, il colostrum (primo gettito del latte materno) è il miglior vaccino contro virus e infezioni del bimbo; l'allattamento al seno riduce notevolmente anche le sindromi post-menopausa delle madri e le aiuta a perder peso; i bimbi allattati al seno dalla madre soffrono e soffriranno meno di depressione ansietà nella loro vita etc. Tutte queste affermazioni sono solidamente provate da studi scientifici, molti dei quali svolti da agenzie pubbliche o sotto il loro patrocinio, negli Usa, in Canada, nel Regno Unito.
Siamo preoccupati di scontentare le multinazionali? Dovremmo essere preoccupati del benessere di mamme e bambini, così ha fatto recentemente l'Agenzia del Dipartimento della Salute degli Usa che si occupa di maternità e bimbi (Hrsa) che ha messo in chiaro quanto il latte materno protegga i bambini dalle infezioni, sviluppa le loro capacità celebrali e quelle dell'apparato digestivo. Inoltre, riduce i costi delle visite pediatriche, le ricette mediche e l'ospedalizzazione oltre ai costi generici per la prima infanzia. Sul piano emotivo e psicologico, il contatto madre-bimbo sviluppa l'oxitocina e l'empatia rassicurando il bambino. Detto ciò, seguono una serie di risorse federali disponibili per le mamme che decidono di allattare al seno negli Usa.

Nota di BastaBugie: riportiamo qui sotto il n. 10 del  documento "Strategia globale per l'alimentazione dei neonati e dei bambini" a cura dell'OMS e dell'UNICEF.
"L'allattamento al seno è un metodo senza pari per fornire ai bambini un nutrimento ideale per crescere e svilupparsi in salute; è inoltre parte integrante del processo riproduttivo, con notevoli implicazioni per la salute della madre. Come raccomandazione sanitaria generale, per avere le migliori possibilità di crescere e svilupparsi in maniera regolare, nei primi sei mesi di vita i neonati dovrebbero essere nutriti esclusivamente con latte materno. In seguito, per soddisfare il crescente fabbisogno nutrizionale, la dieta va integrata con cibi complementari idonei e sicuri, proseguendo l'allattamento fino all'età di due anni o oltre. Tranne che in presenza di alcune patologie, l'allattamento esclusivo al seno è sempre possibile, e l'allattamento senza restrizioni stimola la produzione di latte in misura più che sufficiente."

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-12-2019

4 - EVOLUZIONISMO, IL TRAMONTO DI UNA IPOTESI
La teoria di Darwin è composta da una teoria (pseudo) scientifica e da una teoria filosofica che si sorreggono a vicenda partendo da postulati scientifici inverificabili e per questo imposti come dogmi indiscutibili (VIDEO: L'inganno di Darwin)
Autore: Gianandrea De Antonellis - Fonte: Radici Cristiane, dicembre 2019

In occasione del bicentenario della nascita di Darwin e a 150 anni dalla prima pubblicazione dell'Origine delle specie, alcuni autorevoli studiosi di diverse appartenenze culturali e disciplinari si sono confrontati presso il CNR sulla fortuna delle teorie darwiniane, non limitandosi ad una generica celebrazione, bensì mettendone in luce gli aspetti critici.
E dai loro contributi è nato il libro Evoluzionismo: il tramonto di un'ipotesi (Cantagalli, Siena 2009, pp. 260, €17) a cura di Roberto de Mattei, già Vice Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'istituzione che ha promosso il convegno e la pubblicazione degli atti [ne avevamo dato notizia dieci anni fa appena pubblicato il libro, clicca qui, N.d.BB].
Da queste pagine l'evoluzionismo emerge «come una teoria scientifica e filosofica, due aspetti che si sostengono a vicenda, incapace però di rispondere ad alcune questioni basilari riguardanti l'origine della vita e il mistero dell'esistenza umana». Secondo gli autori del volume, inoltre, «l'evoluzionismo appare come una cosmogonia che pretende di descrivere la storia del mondo partendo da postulati scientifici inverificabili, una dottrina spesso imposta come un dogma, che invece dovrebbe essere sottoposta al rigoroso vaglio della critica nazionale e scientifica, attraverso un libero confronto tra gli studiosi». Se le varie relazioni sono di carattere strettamente scientifico e possono apparire "pesanti", l'introduzione spiega esattamente come la questione non sia semplicemente un tema "da scienziati", lontano dalla quotidianità, ma come abbia importanti conseguenze di tipo religioso.
Nato come un movimento di rifiuto della Creazione - spiega Roberto de Mattei - l'evoluzionismo è un insieme composto da una ipotesi scientifica, più propriamente definibile come "teoria dell'evoluzione" e da un sistema filosofico, che possiamo definire evoluzionismo in senso stretto. «Teoria scientifica e teoria filosofica hanno bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere: l'ipotesi scientifica, che non è mai stata dimostrata, si nutre del sistema filosofico; la tesi filosofica, per giustificarsi, si fonda a sua volta sulla presunta teoria scientifica. E tra gli evoluzionisti non manca chi ammette il fallimento della teoria scientifica».
Il problema è che, invece, in campo antievoluzionista e più precisamente in campo cattolico, non manca chi rifiuta l'evoluzionismo filosofico, ma accetta sul piano scientifico la teoria dell'evoluzione. «Si tratta - prosegue de Mattei - di un giro mentale analogo a quello di alcuni cattolici che fino al crollo del comunismo rifiutavano l'ateismo marxista, ma ne accettavano l'analisi socio-economica, giudicandola scientifica. Tali posizioni, ieri ed oggi, nascono da un complesso di inferiorità nei confronti della cultura laica, caratteristico di chi non si sente sicuro delle proprie idee cattoliche».

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 54 minuti) si può vedere l'interessante conferenza del prof. De Mattei dal titolo "L'inganno di Darwin". Il video ha avuto più di 30.000 visualizzazioni ed oltre 100 commenti a conferma dell'interesse suscitato.


https://www.youtube.com/watch?v=CjwM3ApKtVA

Fonte: Radici Cristiane, dicembre 2019

5 - UNA GENERAZIONE DI ORFANI
La maggior parte dei genitori, distratti dal lavoro e dalla propria realizzazione, lasciano i figli in balia di se stessi, della scuola, del cellulare, dei coetanei, ecc.
Autore: Luciano Leone - Fonte: Notizie Provita & Famiglia, n. 79 (novembre 2019)

Il bambino, iperprotetto nei primi anni, viene trastullato nella sua infanzia, assorbito quindi dalla scuola pubblica. La scuola pubblica costituisce un grande mezzo di omologazione della popolazione («L'Italia è stata fatta, occorre fare gli Italiani», disse Massimo D'Azeglio), più palesemente sotto i regimi più autoritari, più subdolamente nei Paesi cosiddetti democratici, dove peraltro il ministero definisce programmi scolastici e dove il governo (francese o svedese) può imporre una cittadina islamica quale ministro della pubblica istruzione per tutti i sudditi.
Per educare è necessario che l'educatore non solo interagisca con l'alunno, riconoscendone carattere, inclinazioni, attitudini, capacità, debolezze, ma anche che l'educatore abbia ben presenti i principi e le finalità della sua opera: quali sono gli scopi fondamentali della vita (il poeta greco Mimnermo poneva la domanda: «Cosa è dunque la vita?»)?
Privato della chiara direttiva dell'insegnamento di Gesù Cristo, l'individuo è ripiombato nella condizione dolorosamente espressa (sette secoli prima della Rivelazione Cristiana da Mimnermo; «Davanti agli dei non sapendo che cosa sia bene, che cosa sia male»).
Nella scuola pubblica il bambino, sottratto alla famiglia, viene così immesso in un sistema che può soltanto impartire alcune nozioni programmate dal ministero (o eventualmente diseducare al gender), non può "educare" perché sia gli insegnanti sia gli alunni hanno concezioni disparate della vita. Però la scuola pubblica assorbe gli alunni sino almeno ai 16 anni senza insegnare un mestiere e senza consentire a coloro che hanno attitudine agli studi di sviluppare presto e bene le loro capacità («Rapidamente, con sicurezza e con gioia»: motto attribuito ad Asclepiade di Prusa).
Intanto, con notevole frequenza, i bambini crescono incantati dai videogiochi, vengono precocemente ipersocializzati, acquistano presto una specie di autonomia, che consente ai genitori, distratti dal lavoro o purtroppo in rotta tra loro, di lasciare gli adolescenti in ampia balia di se stessi (della Tv e di internet) e del gruppo. Li incroci per la strada in gruppetti, all'interno dei quali tuttavia la comunicazione è spesso ridotta o assente: uno telefona, un altro digita un sms, un terzo pur deambulando riesce a fare un videogioco, un quarto consulta Google Maps.
L'adolescente è con grande frequenza e con grande facilità lasciato a se stesso, oppure reclama una autonomia per la quale non è ancora pronto, ed è quindi esposto a grandi pericoli. L'atteggiamento adolescenziale tende inoltre a perpetuarsi anche in età adulta a causa della mancata assunzione di ruoli sociali, della carente o, all'opposto, dell'eccessiva disponibilità economica, dell'assenza di uno scopo definito per la vita: il divertimento fa parte degli equilibri della vita, ma la vita non è divertimento.
Le prospettive di vita sono avvolte nella nebbia cosi come il mondo non è più una società ben strutturata. l genitori, anche quelli più responsabili, trovano difficoltà ad indirizzare i figli: gli studi non assicurano gratificazione di ruolo sociale e di retribuzione; i lavori, a fronte dell'impegno che hanno sempre richiesto, non sono più gratificanti; le figure più quotate per il successo sembrano essere calciatori e veline. Ma ovviamente a pochi è dato assurgere a tali fasti.
Si comprendono quindi manifestazioni minori di disagio sociale, che sembrano tuttavia diffusissime: abuso di sistemi tipo Facebook, autoscatto (detto selfie), tatuaggi: per acquisire una identità, per uscire dalla omologazione e dall'anonimato l'individuo ricorre a questi sistemi identificativi esteriori, costruisce non la personalità, bensì una immagine di facciata e propala ogni genere di informazioni, che sarebbe assai meglio custodire nell'intimo e condividere soltanto con persone care.
Si è pervenuti a questi risultati attraverso una serie di rivoluzioni (protestantesimo, rivoluzione francese, capitalismo e comunismo, Sessantotto, rivoluzione nelle comunicazioni sociali, gender, ecologismo, mondialismo, migrazioni incontrollate), dietro le quali, ovviamente, si nascondono interessi profondamente diversi da quelli dichiarati, interessi palesemente anti-cristiani e quindi disumani.
Presa coscienza cli questa situazione, l'impegno di ogni persona ragionevole è in primo luogo quello di sottrarsi alle spire delle rivoluzioni, in secondo luogo operare affinché si attui una inversione di tendenza. [...]

Nota di BastaBugie: per leggere la prima parte dell'articolo, che descrive la ben diversa situazione nel Medioevo rispetto alla situazione di oggi, si può cliccare nel seguente link. Le due parti dell'articolo si illuminano a vicenda per cui, per una visione d'insieme, consigliamo di leggerli entrambi.

TUTTO QUELLO CHE NON CI HANNO DETTO SUL MEDIOEVO
L'uomo del Medioevo non era mai solo (non esisteva la depressione), fin da bambino era educato a graduali responsabilità ed era libero poiché ricopriva con soddisfazione il suo ruolo sociale (VIDEO: Il Medioevo)
di Luciano Leone
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5925

Fonte: Notizie Provita & Famiglia, n. 79 (novembre 2019)

6 - AVVENIRE SCENDE IN CAMPO INSIEME ALLE SARDINE
Per il quotidiano della CEI le manifestazioni in piazza vanno bene... purché non siano il Family Day o le Sentinelle in Piedi
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-12-2019

Avvenire che scende in campo per le Sardine è una notizia che non stupisce. Del resto, la prima pagina regalata ieri al movimento di Sinistra non è altro che il risultato di giorni passati a lisciare il pelo a Mattia Santori & co. Per mancanza di un'identità e per comodità, dato che Avvenire non sa fare politica, ma si intesta sempre quella degli altri.
E' dall'8 dicembre scorso che il quotidiano dei vescovi segue con ansia il crescere di questa realtà che si vuole spacciare come naturale, quando invece è chiaro anche a un bambino che è pilotata e vezzeggiata da una Sinistra, che come Avvenire, non sa darsi identità salvo portare avanti l'ideologia delle poche cose certe: migrazionismo, i partigiani che cantano Bella Ciao, una spolveratina di ambiente. E odio, tanto odio verso Salvini. Messo in cartelli o anche solo evocato senza mai pronunciarne il nome. In questo, il quotidiano dei vescovi, Repubblica e le Sardine sono accomunati dallo stesso sentimento di avversione perché le Sardine non propongono un modello politico, ma solo un'avversione ad un altro modello.

UN ENTUSIASMO DA RAGAZZINI
Non stupisce dunque che la prima pagina di ieri di Avvenire fosse ancora più amica di quelle degli altri giornali: Sardine, obiettivo raggiunto. Stesso titolo per il Corriere, ma almeno in via Solferino conoscono la differenza tra la marchetta e la cronaca e hanno anteposto alla frase le virgolette, in modo da far sì che fossero gli organizzatori a intestarsi la paternità di sostenere di aver raggiunto lo scopo, cioè l'occupazione di Piazza San Giovanni. Invece ad Avvenire ci sono andati giù proprio con l'entusiasmo di quelli che non avendo più nulla da perdere, hanno deciso di sposare tutto lo sposabile, purché significhi un po' di senso per tirare avanti.
La cronaca poi, un entusiasmo da ragazzini: "Un mare di persone", "Una manifestazione apartitica che manda forti segnali politici". Con in piazza Nichi Vendola, Susanna Camusso, l'Anpi, Isabella Ferrari, Michele Santoro e Erri De Luca, sai che apartitismo...? E' Sinistra. Al caviale, dura e pura, radical o salottiera, ma sempre Sinistra è. Sarà impegnata finche vuoi, politicamente corretta alla bisogna e comunque sempre dalla parte giusta, ma sempre e comunque di Sinistra si tratta.
Avvenire non fa altro che accodarsi e seguire il diktat di chi, nel mondo cattolico ha già subito il fascino di questo movimento di cartone come di cartone è il simbolo che le porta in piazza. Con gli annessi e connessi di tutti i movimenti germinati dalla Sinistra, le contraddizioni e le spinte oggettivamente discutibili: il raduno nello stabile okkupato liberato dall'elemosieniere del Papa, la partecipazione di personaggi ambigui per la causa palestinese. Insomma: tutti i corollari della Sinistra che evidentemente stanno affascinando qualcuno in Piazza Carbonari.

FASCINO SARDINESCO
In pochi giorni, dall'esplosione in Piazza Grande a Bologna, passando per Modena, Reggio Emilia, Milano e le altre piazze, quanti preti e vescovi hanno subito il fascino sardinesco.
Dal cardinale, segretario di Stato Vaticano, Parolin ("Si mettano in luce le spinte positive") all'onnipresente Nunzio Galantino, che non ha nascosto la sia simpatia. Passando per il cardinale Peter Turkson, presidente del dicastero dello Sviluppo Umano integrale: "Noi accompagniamo questo gruppo cercando sempre di andare incontro con il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa. Ma è un movimento italiano. Aspettiamo prima una mossa della Conferenza episcopale italiana, solo dopo possiamo appoggiare e scendere in campo". Dalla prima pagina di ieri di Avvenire sembra che il segnale sia stato dato. Ora, le vedremo in Vaticano a occupare San Pietro o qualche antro dalle parti di Borgo Pio, aspettiamocelo.
Senza dimenticare i Padre Bartolomeo Sorge, gli Zanotelli e i Don Sigurani e anche qualche gruppo organizzato, come testimonia lo spazio concesso da Avvenire all'associazione Papa Boys, palesemente spiaggiata come un cormorano "incatramato" sulle Sardine. Davvero non c'è che dire in quanto a tifo sperticato.
Quel tifo che Avvenire non ha mai manifestato per quei movimenti - questi sì, apartitici - che da parte cattolica hanno cercato di svegliare la politica portando il loro contributo di società civile. Non si ricordano entusiasmi vescovili per i due Family Day, anzi si ricorda una palese opposizione di sgambetti e poca visibilità concessa. Né per le manifestazioni della Manif pur tous e l'attività delle Sentinelle in Piedi (eppure, anche loro interrogavano la politica): non si ricordano di Avvenire campagne massicce per difenderle dagli attacchi, a volte il linciaggio, subito in questi anni.
Invece i vescovi stanno operando una precisa scelta di campo: si sono spostati armi e bagagli a Sinistra, condividendo goffamente istanze aliene al pensiero cattolico e alla tradizione del cattolicesimo italiano quando addirittura ostili. A braccetto con i centri sociali, i Saviano e la gauche  degli intelló che arriva a fine mese comoda comoda. Una deriva scofortante.

Nota di BastaBugie: già avevamo parlato delle Sardine e delle loro "sinistre alleanze".
Per leggere l'articolo clicca sul seguente link:

LE SARDINE SI ALLEANO CON LA COMUNITA' LGBT
di Manuela Antonacci
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5912

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-12-2019

7 - LE BUGIE DEI PROTESTANTI SULLA MADONNA
Un fatto realmente accaduto manda in frantumi il ''sola scriptura'' di Martin Lutero e dei suoi seguaci (che credono di seguire la Bibbia)
Fonte I Tre Sentieri, 14 dicembre 2019

In un congresso cattolico svoltosi nella città di Lille, un sacerdote inglese narrò questa storia: Lontano da questa città viveva una famiglia protestante composta da molti figli, uno dei quali (aveva sei anni) sentì un giorno recitare da alcuni cattolici la bellissima preghiera dell'Ave Maria, che risuonò alle sue orecchie come una dolce melodia.
Tornato a casa, il fanciullo, con il candore e la semplicità propria della sua età, recitò ad alta voce, perché la madre la sentisse, la bellissima preghiera dei cattolici.
Ma la madre lo sgridò: "Non ripetere mai più in vita tua queste parole! Sono parole superstiziose dei cattolici, che fanno di Maria una divinità. Maria è una semplice creatura, una donna come un'altra qualsiasi, e niente di più!".
Il fanciullo tacque. Ma gli restava il piacere di avere sentito per la prima volta l'Ave Maria. Al solo ricordo di questa preghiera, sentiva la sua anima inondata di gioia.
Cresciuto negli anni, leggendo da sé i Vangeli, lo colpì il passo di San Luca: "E l'Angelo disse a Maria: Ave, piena di grazia, il Signore è con te." Saltando di gioia il ragazzo corse dalla mamma col Vangelo aperto tra le mani, e le disse: "Mamma, leggi qui quello che è scritto nella Bibbia: 'Ave, piena di grazia.' Perciò, perché dici che è superstizione pronunziare queste parole?"
La madre, arrabbiandosi, gli strappò il libro tra le mani e gli proibì severamente di tornare a ripetere la frase. Il ragazzo però rimase assai contento di aver recitato un'altra volta l'Ave Maria. Obbedì all'ordine severo della madre, ma non dimenticò mai più la bella preghiera. La recitava da solo con immensa gioia.

O È FALSO IL VANGELO O LO È IL PROTESTANTESIMO
Il fanciullo crebbe ancora negli anni e nell'intelligenza. A tredici anni poté capire da solo il passo evangelico e proporsi questo argomento convincente: "O è falso il Vangelo o lo è il protestantesimo. I protestanti lo tengono come una regola di fede. E allora come possono negare che la Vergine è la più eccellente delle creature e qualcosa di più di una semplice donna, quando lo Vangelo lo attesta tanto chiaramente?".
Aiutato dalla Grazia, si sentiva irresistibilmente portato a credere quello che insegnava il Vangelo. Continuando a leggere il testo sacro, trovò le altre non meno sublimi parole del Magnificat: "Tutte le generazioni mi chiameranno beata!". Questo passo fece brillare nella sua anima la luce definitiva. La grazia e la fede lo guidarono fin d'allora, persuadendolo fermamente della dignità di Maria.
Un giorno, in casa, la conversazione ricadde sul tema protestante che Maria sarebbe una donna come le altre. Allora il figlio, non potendo contenere più la sua indignazione nel sentire simili espressioni, si alzò in piedi e con voce e accento vibranti, protestò così: "No, non è vero! La Santissima Vergine è più che una semplice creatura. L'Angelo, mandato da Dio, La saluta 'piena di grazia'. È la Madre di Gesù, è Madre di Dio. Ma notate la vostra contraddizione. Dite che la Bibbia è l'unico fondamento della fede: se è così perché non le date credito quando dice che tutte le generazioni La chiameranno beata?".
"Che vedo, che sento! - Gridò inferocita la madre - mio figlio finirà per farsi cattolico!".
E lo era già senza dubbio, in cuor suo, ma dovette lottare strenuamente contro tutti i suoi familiari. Studiava e si confermava sempre più nella fede, e in ultimo, quando raggiunse la maggiore età, ricevette il Battesimo.
Il ragazzo, ormai in possesso della verità cattolica, sostenne le più dure prove da parte di coloro che, dopo Dio, egli amava con maggiore affetto.

UN FATTO IMPREVISTO
Intanto un fratello cadde gravemente ammalato. In breve si ridusse in fin di vita. Tutti i rimedi della scienza e le premure di coloro che l'amavano parevano insufficienti a scongiurare la morte. Ma Dio ispirò al nostro bravo giovane una felice idea.
"Mamma" - e disse - "Dio è onnipotente, e può, se vuole, ridarci il caro malato, che noi stiamo per perdere. Recitate assieme a me l'Ave Maria, e promettetemi, se il malato riacquisterà la salute, di studiare attentamente la religione cattolica e, se la troverete l'unica vera, giuratemi d'abbracciarla".
Si può immaginare come fosse accolta tale proposta! La mamma ruggì e fremette come una belva. In preda alla disperazione urlava come una fiera ferita. Intanto il moribondo stava per esalare l'ultimo respiro.
Poco dopo la donna si calmò alquanto e cominciò a pensare tra sé: "Può darsi che si salvi!".
Vinta dall'amore materno, piegò il capo dinanzi alla necessità del momento e, inginocchiatasi, recitò, assieme al figlio, l'Ave Maria.
Il giorno dopo il malato entrava in convalescenza. L'intercessione di Maria l'aveva salvato! Colei che prima bestemmiava dovette riconoscere la potente intercessione della Vergine Santissima e, come aveva promesso, dopo uno studio serio, abbracciò con tutti i figli la Religione cattolica.
Questo ragazzo - concluse il conferenziere, che era stato ascoltato da tutti con commossa attenzione - questo ragazzo devoto di Maria, è oggi sacerdote, e questo sacerdote, o signori, è colui che ha l'onore di rivolgervi la parola.

Fonte: I Tre Sentieri, 14 dicembre 2019

8 - LA DRAMMATICA STORIA DEL MURO DI BERLINO
Il muro fu costruito nel 1961 nel tentativo di arginare la fuga della popolazione civile dalla comunista Germania dell'Est verso il mondo libero dell'Occidente
Autore: Luciano Garibaldi - Fonte: Radici Cristiane, dicembre 2019

Il dramma di Berlino ebbe inizio durante il summit di Yalta, nel febbraio 1945, allorché le quattro potenze vincitrici della seconda guerra mondiale (Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito e Francia) stabilirono che la capitale del Terzo Reich venisse divisa in quattro settori, ognuno dei quali controllato e amministrato dai vincitori. All'URSS toccò il settore più esteso.
Nel frattempo, l'avanzata sovietica proseguì su tutto il territorio tedesco, per arrestarsi, all'atto della resa del Terzo Reich, lungo la linea che verrà definita "Cortina di ferro": ad Occidente, le nazioni libere e indipendenti; ad Oriente, quelle private della libertà e sottomesse alle dittature comuniste, strettamente controllate da Mosca.
Berlino venne così a trovarsi in una situazione assolutamente unica al mondo: i berlinesi, che abitavano nella zona sottoposta all'URSS, furono privati di ogni libertà; quelli invece residenti nei tre quartieri controllati da americani, inglesi e francesi, iniziarono ad apprezzare i vantaggi della libertà di azione e di opinione alla quale avevano dovuto rinunciare durante il Terzo Reich.

IL "BLOCCO DI BERLINO"
Fino al 1948, sia pure con mille condizionamenti, i tre quartieri "liberi" di Berlino avevano potuto comunicare, via terra e via aerea, con la Germania Occidentale. Ma nel 1948 si verificò il cosiddetto "Blocco di Berlino" da parte dell'Unione Sovietica, blocco che spinse gli Alleati ad attuare il «ponte aereo per Berlino», anche solo per rifornire i tre quartieri da essi controllati di viveri e generi di prima necessità.
Ben presto, si diffuse la denominazione di Berlino Ovest e Berlino Est, che non era soltanto un'espressione geografica. Di fatto, i tre quartieri sottoposti ad americani, inglesi e francesi diventavano un'enclave della Germania Ovest, enclave completamente circondata dalla Germania Est. Nei primi tempi ai cittadini di Berlino fu consentito di circolare liberamente in tutti i settori. I residenti nel quartiere controllato dai russi potevano tranquillamente recarsi nei quartieri americano-anglo-francesi, fare la spesa dove volevano, mandare i figli a scuola negli istituti preferiti, cercare lavoro ovunque.
Tuttavia, divenne sempre più imponente il flusso di cittadini della Germania Est, stufi dell'oppressione comunista, verso i tre quartieri liberi di Berlino, con l'obiettivo di raggiungere, da qui, via aerea, la Germania Ovest, dove li attendevano parenti o amici stretti, pronti ad aiutarli ad intraprendere una nuova esistenza. Le cifre parlano chiaro.
Circa 2 milioni e mezzo di tedeschi lasciarono la Germania Est (RDT, Repubblica Democratica Tedesca) e Berlino Est tra il 1949 e il 1961: il flusso di fuggiaschi era costituito per circa la metà da persone giovani, sotto i 25 anni, e poneva la dirigenza della RDT di fronte a difficoltà sempre maggiori. Era di fatto impossibile controllare l'enorme massa di persone (in media, mezzo milione) che ogni giorno passava i confini dei quattro settori di Berlino in tutte e due le direzioni, e che aveva così modo di confrontare le condizioni di vita: un abisso tra chi viveva nel settore sovietizzato e chi aveva avuto la fortuna di nascere, crescere e abitare nei tre settori occidentalizzati. I risultati non poterono mancare. Soltanto nel 1960 circa 200 mila tedeschi dell'Est si trasferirono stabilmente nella Germania Ovest, raggiungendola, via aerea, da Berlino Ovest. La RDT rischiava il collasso sociale ed economico.

DAL FILO SPINATO AL MURO
Così, anche per effetto del peggioramento della Guerra Fredda, una serie di proibizioni calò sia sugli abitanti della zona "sovietizzata", sia su coloro che avevano raggiunto Berlino provenendo da altre città o paesi della Germania Est. I loro movimenti subirono limitazioni sempre più pesanti. Il 15 giugno 1961 il presidente del Consiglio di Stato della RDT dichiarò: «Nessuno ha intenzione di costruire un muro». Ma, poche settimane dopo, il 12 agosto, il Consiglio dei ministri emise un'ordinanza nella quale si poteva leggere: «Per impedire le attività ostili delle forze revansciste e militariste della Germania Occidentale e di Berlino Ovest, verrà introdotto ai confini della Repubblica Democratica Tedesca - compresi i confini dei settori occidentali di Berlino - un controllo pari a quello consueto ai confini di ogni Stato sovrano».
Ovviamente, queste misure erano volte a limitare la libertà della propria popolazione, non certo quella degli europei occidentali, liberi di recarsi dove volessero. La prima conseguenza fu che nelle prime ore del mattino di domenica 13 agosto 1961 vennero eretti sbarramenti provvisori ai confini tra il settore sovietico e i tre settori "occidentali" e furono tolti tratti di pavimentazione sulle strade di collegamento, di fatto interrompendole. Squadre della Polizia del Popolo e della Polizia dei Trasporti bloccarono la circolazione al confine dei settori.
Nelle settimane e nei giorni successivi, gli sbarramenti di filo spinato ai confini con i tre quartieri di Berlino Ovest furono sostituiti da un muro di lastre di cemento e blocchi forati. Vi erano strade i cui marciapiedi appartenevano ad uno dei quartieri di Berlino Ovest mentre la fila di edifici era stata assegnata alla Berlino sovietizzata. Ebbene, senza esitare, il governo della RDT fece murare le entrate delle case e le finestre al piano terra. Gli abitanti potevano accedere alle loro abitazioni solo passando dalla parte dei cortili, che si trovavano a Berlino Est.

IL MURO E LA GUERRA FREDDA
Attraverso la costruzione del Muro, da un giorno all'altro furono tagliate e separate strade, piazze e case ed i collegamenti del traffico urbano furono interrotti. La sera del 13 agosto il borgomastro Willy Brandt disse, davanti al Parlamento di Berlino: «L'amministrazione di Berlino denuncia davanti a tutto il mondo le misure illegali e inumane di chi divide la Germania, opprime Berlino Est e minaccia Berlino Ovest».
«Il Muro di Berlino - scrive Enzo Bettiza nel suo celebre libro 1989. La fine del Novecento - fu concepito a Vienna fra il 3 e il 4 giugno 1961. Lo concepì in quei due giorni l'imprevedibile Nikita Kruscev durante un paio d'incontri, insieme fatali e falliti, con il presidente John Fitzgerald Kennedy. Il vertice viennese fu eccezionale sul piano mediatico e sembrò promettente su quello politico. Definito per quarantott'ore "storico" da famosi commentatori internazionali, accorsi da ogni parte nella capitale austriaca, avrebbe dovuto sminare il terreno sotto le zampate delle due superpotenze atomiche e inaugurare, all'insegna della coesistenza, un'era di distensione e di costruttivo armistizio. Accadde l'esatto contrario. L'evento, anziché preannunciare un'epoca di negoziati e di compromessi planetari, segnò l'inizio della fase più acuta e pericolosa della guerra fredda. Si può ben dire che esso partorì la prima pietra del Muro. Di lì a poco, il 13 agosto, Kruscev, sostenuto dal complice tedesco Walter Ulbricht, avrebbe conficcato una spada di cemento armato nel cuore d'Europa».
Nel periodo successivo gli impianti di sbarramento furono ampliati sempre di più, il sistema di controllo fu perfezionato. Il Muro all'interno della città, che divideva Berlino Est da Berlino Ovest, raggiunse una lunghezza di 43,1 chilometri. La parte degli impianti di sbarramento, che isolava ermeticamente il resto della RDT lungo il confine con Berlino Ovest, aveva una lunghezza di 111,9 chilometri. Negli anni successivi, oltre 100 mila cittadini della RDT cercarono di fuggire attraverso il confine tra le due Germanie oppure oltre il Muro di Berlino.
In base alla documentazione raccolta dal Centro di Storia Contemporanea di Potsdam, 125 persone persero la vita tra il 1961 e il 1989 nel tentativo di oltrepassare il Muro, ma centinaia (il numero esatto non è stato possibile ricostruire) vennero abbattute dalle guardie di confine comuniste, onde impedire loro di raggiungere la Germania Ovest.

Fonte: Radici Cristiane, dicembre 2019

9 - OMELIA IV DOMENICA AVVENTO - ANNO A (Mt 1,18-24)
Non temere di prendere con te Maria, tua sposa
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Nell'ultima Domenica di Avvento la Chiesa ci invita a riflettere sugli avvenimenti che precedono il Natale del Signore. La scelta del brano evangelico cade perciò sulla pagina nella quale san Giuseppe è tormentato da un dubbio, un dubbio che non riguardava certamente l'onestà e l'innocenza di Maria, ma ciò che Dio domandava a lui personalmente.
Per comprendere questo dubbio bisogna capire bene come avveniva il matrimonio presso gli ebrei. Esso si svolgeva in due fasi distanziate un anno l'una dall'altra. La prima fase era il fidanzamento che, di fatto, riservava definitivamente la giovane al suo futuro marito. In un certo senso, si può dire che essi erano già marito e moglie ma non abitavano ancora insieme: dovevano aspettare ancora un anno. Durante quell'anno fervevano i preparativi per la cerimonia solenne che culminava con la riunione degli sposi nella loro nuova casa.
Il brano del Vangelo di oggi si colloca proprio durante quest'anno di preparativi. Giuseppe e Maria erano già promessi l'uno all'altra, e si stava preparando la solenne cerimonia nuziale. A questo punto avvenne qualcosa di imprevisto per l'ignaro Giuseppe: in Maria si vedevano sempre più evidenti i segni della maternità. Egli ancora non sapeva dell'Annuncio angelico avuto da Maria sua sposa e, quindi, non sapeva che Ella era stata prescelta da Dio per diventare la Madre del Messia. Egli, pertanto, si trovava in un dubbio molto grande: "Cosa vuole il Signore da me?".
Si è tanto scritto su questo episodio evangelico e tante sono state le risposte date dai vari studiosi della Sacra Scrittura. Ritengo che la risposta più bella sia quella data da san Bernardo il quale, commentando questa pagina evangelica, insegnò che san Giuseppe, illuminato da Dio, comprese che Maria, sua sposa, era quella vergine di cui parlava il profeta Isaia: «La Vergine concepirà e partorirà un figlio» (Is 7,14). Egli conosceva bene la Sacra Scrittura e sapeva che il Messia sarebbe nato da una vergine, e in quel momento comprese che la vergine prescelta per questa altissima missione era proprio Maria, la sua sposa.
Sappiamo dal Vangelo che Maria e Giuseppe volevano mantenere la loro verginità. Questo lo deduciamo dalle parole che Maria disse all'Angelo allorquando egli le disse: «Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,31). A quelle parole, Maria rispose: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» (Lc 1,34). È chiaro che queste parole hanno senso solo se si ammette che i due santi Sposi avevano molto fermo il proposito di mantenere integra la loro verginità; o, per meglio dire, che avevano fatto un vero e proprio voto di verginità.
La prima domanda che sorge spontanea è la seguente: per quale motivo Maria non disse nulla a san Giuseppe riguardo il mistero che stava avvenendo in Lei? La riposta è semplice: il mistero che si stava compiendo in Lei era talmente grande che non si sentiva in grado di esprimerlo. Dio certamente avrebbe provveduto ad avvisare il suo sposo Giuseppe.
San Giuseppe, come dicevo prima, comprese che Maria stava diventando la Madre verginale del Messia e fu colto da un profondo senso di umiltà. Insegnava san Bernardo che per tal motivo egli si voleva ritirare nell'ombra, ritenendosi indegno di vivere accanto al Messia e alla Madre sua. Se avesse ritenuto Maria colpevole di qualche cosa, l'avrebbe accusata pubblicamente. Considerandola invece innocente, volle mandarla via in segreto, allontanandosi così da un Mistero che considerava troppo grande per lui. In questo modo, san Giuseppe avrebbe fatto ricadere tutte le colpe su di lui.
Ecco allora che intervenne l'Angelo a rassicurare il giusto Giuseppe e a dirgli: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa» (Mt 1,20).
Uno dei vari messaggi di questo brano evangelico penso possa essere questo: come san Giuseppe, anche noi non dobbiamo temere di prendere Maria nella nostra vita. Prendere Maria nella nostra vita significa consacrarci interamente a Lei, affidandole la nostra vita, mettendoci sotto la sua materna protezione e pregandola con fervore. San Giuseppe deve diventare per noi il modello supremo della devozione mariana. Prendendo Maria nella nostra vita, andremo molto avanti e molto in alto.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

10 - OMELIA DI NATALE - MESSA DEL GIORNO - ANNO A (Gv 1,1-18)
Troverete un bambino
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Un Natale vero?, settembre 2006 (ed. Studio Dominicano)

Una luce improvvisa dall'alto ha lacerato l'oscurità della campagna palestinese, una voce inattesa - la voce di un angelo - ha rotto il silenzio opaco che avvolgeva ogni cosa e propiziava il sonno di poveri pastori affaticati. Una luce dal cielo e una voce sovrumana: questo è ciò che di insolito si è manifestato a Betlemme due millenni fa, e ha cambiato la storia del mondo.
L'abbiamo rievocato nei riti della scorsa notte; ed è qualcosa che non vogliamo più dimenticare. Il significato più semplice e il guadagno più prezioso del giorno di Natale è appunto quello di farci recuperare la memoria. La festa odierna ci ridona, con il garbo e il fascino dei messaggi poetici, la memoria pungente e viva di un evento che nella vicenda umana è centrale: il solo evento che è davvero inedito, davvero rivoluzionario, davvero redentivo per l'uomo.
Noi cristiani - noi che celebriamo il Natale - siamo essenzialmente un "popolo che ricorda"; un popolo che però vive in mezzo a un'umanità smemorata. E' smemorata perché è tutta presa e quasi ossessionata dalla preponderanza di ciò che è attuale; attuale, quindi effimero e senza un consistente futuro. Proprio per questo, noi che celebriamo il Natale riceviamo contestualmente l'impegnativa missione di salvare i nostri contemporanei - con la nostra testimonianza, col nostro annuncio, con la nostra gioia - dalla sventura della dimenticanza.
La dimenticanza della propria origine e del proprio destino è alla radice di ogni insensatezza e di ogni sottile alienazione umana. Che in sostanza è "dimenticanza di Cristo", se è vero (come è vero) che tutti dall'inizio siamo stati in lui pensati e voluti dal Dio creatore; se è vero (come è vero) che l'intera nostra esistenza, giorno dopo giorno, è un procedere fatale incontro a lui, incontro al Signore della storia, incontro all'ispiratore, al vindice e al premio di ogni giustizia.
Questa sia allora la grazia che oggi tutti dobbiamo implorare dal Padre: che riaccenda in noi la "memoria di Cristo"; la memoria di colui che "era in principio presso Dio, e tutto è stato fatto per mezzo di lui" (cfr. Gv 1,2-3); di colui che è "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (cfr. Gv 1,9); di colui che è il Verbo eterno che per noi "si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (cfr Gv 1,14). Come abbiamo ascoltato dalla splendente pagina iniziale del vangelo di Giovanni.

LE PREFERENZE DEL CREATORE
Ciò che è avvenuto nella notte di Betlemme - ed è un altro dono del Natale - ci svela quanto siano inaspettati e originali i disegni divini, ci notifica le preferenze del Creatore e ci fa intravedere lo stile imprevedibile del suo agire.
Che cosa dice l'angelo ai pastori attoniti e stupefatti: "Troverete un bambino" (Lc 2,12). E' tutta qui la grande notizia, che con tanta solennità il cielo ha comunicato alla terra? E' tutto qui l'intervento risolutivo dei nostri guai, al quale gli ebrei da secoli sospiravano? E' questo dunque il "Messia"? "Troverete un bambino".
Negli antichi testi profetici lo si paragonava a un leone: il "leone della tribù di Giuda" (cfr. Ap 5,5), e invece quel piccolo essere che vagisce da una mangiatoia sembra piuttosto un agnellino sperduto; si parlava di lui come di un eroe che avrebbe schiacciato sotto il torchio i suoi nemici (cfr. Is 63,1-6), ed ecco è il più indifeso e insidiato delle creature; lo si preannunciava ammantato del fasto magnifico della regalità (Sal 2,6; 110,1-3), e i pastori lo vedono rivestito soltanto di povere fasce (cfr. Lc 2,7.12). Perché questo è da notare: l'unico agio e l'unico onore a cui egli non ha voluto rinunciare è il segno disadorno ma affettuoso di una premura materna.
Come si vede, il Signore fa il suo ingresso nel mondo, non d'altro avvalorato che della naturale attrattiva dell'innocenza e della tenerezza dei bimbi. E' veramente sconcertante questa "umiltà divina", nella quale però palpita il più grande mistero d'amore: un'ondata d'amore che investe l'umanità, detergendola dalle sue insipienze e dai suoi egoismi, e dischiudendola all'attesa certa del Regno di Dio.

TROVERETE UN BAMBINO
"Troverete", dice anche a noi l'angelo del Natale. Voi che anelate a qualcosa che dia ragione e senso all'enigma dell'esistenza; voi che in fondo al cuore - nonostante le debolezze e le trasgressioni - aspirate a una vita redenta, perdonata, resa più degna; voi che, almeno per un istinto confuso, siete in attesa di Qualcuno che sul serio vi salvi, abbiate fiducia: troverete! Un'immensa carica di coraggio il Natale infonde in quanti almeno un poco cedono alla sua antica seduzione e alla sua gioia.
Nessuno di noi quindi si perda d'animo: troveremo. Purché non ci aspettiamo che siano la potenza, la ricchezza, il sapere mondano a dare alla nostra ricerca appassionata e incerta la luce, la liberazione dal male, la speranza. Non sono queste le strade sulle quali arriva il Signore a salvarci: "Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2,12). Questa è la strada di Dio.

LA FORTUNA DI ESSERE CRISTIANI
L'appuntamento natalizio, così caro a tutti e suggestivo, ci porta un terzo regalo. Ed è quello di risvegliare in noi una consapevolezza più acuta, più aperta, più ardimentosa della nostra identità di discepoli del Signore Gesù. E' un invito che specialmente di questi tempi nessuno può disattendere.
Il papa san Leone Magno - che insegnava negli stessi anni difficili e tormentati del nostro san Petronio (difficili e tormentati per l'irruzione di gente straniera e prepotente nelle nostre terre e per l'imperversare delle eresie) - così faceva riflettere su questo tema i fedeli di Roma: "La festa di oggi - egli diceva - rinnova per noi i sacri inizi di Gesù che nasce dalla Vergine Maria. Ma, adorando la nascita del nostro Salvatore, ci ritroviamo a celebrare la nostra stessa nascita. L'origine di Cristo è insieme l'origine del popolo cristiano, il natale del Capo è anche il natale di tutto il Corpo" (Discorso VI per il Natale).
L'esultanza, che in questi giorni fiorisce nei nostri cuori, è anche la felicità di essere stati conquistati dalla verità del Vangelo, l'unica verità irrefragabile ed eterna; è anche l'incanto di sapersi assimilati al Figlio di Dio fatto uomo e inseriti vitalmente in lui mediante il battesimo; è anche la lieta fierezza di appartenere alla santa Chiesa Cattolica, cioè al "popolo che Dio si è acquistato, perché proclami le opere meravigliose di lui che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce" (cfr. 1 Pt 2,9), come si esprime entusiasticamente l'apostolo Pietro.
Nessun doveroso rispetto alle credenze altrui, nessun volonteroso impegno di dialogo interreligioso, può velare ai nostri occhi e censurare sulle nostre labbra la nostra impareggiabile fortuna: la fortuna di essere cristiani; vale a dire: di "aver ottenuto misericordia" (cfr. 1 Pt 2,10) e di essere stati raggiunti, trasformati, radunati in una realtà nuova e imperitura da quel Bambino che oggi contempliamo nato a Betlemme. "Se qualcuno è in Cristo - ci informa sinteticamente san Paolo - è una creazione nuova" (2 Cor 5,17).

Fonte: Un Natale vero?, settembre 2006 (ed. Studio Dominicano)

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