BastaBugie n�644 del 25 dicembre 2019

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1 COSA VEDONO I BAMBINI DI COSI' BELLO IN BABBO NATALE?
Un bimbo, malato terminale di appena cinque anni, chiede e ottiene di poter morire tra le braccia di Babbo Natale (non era interessato ai regali, ma... al Padre!)
Fonte: I Tre Sentieri
2 I REGALI DI NATALE E QUELLI DI TUTTI I GIORNI
Se ringraziassimo Gesù per tutto ciò che abbiamo, non ci resterebbe tempo per pensare a ciò che ci manca
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
3 OVUNQUE ALBERI DI NATALE, LUCI, FIOCCHI DI NEVE... MA GESU' DOV'E'?
Se si toglie dalla festa il Protagonista, Colui per il quale questa Festa esiste, che senso ha festeggiare?
Autore: Piefrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri
4 HAI MAI VISTO COSA ACCADE DAVVERO ALLA MESSA?
Strepitoso video sul significato della Santa Messa (VIDEO: Il velo rimosso)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone
5 PER LA PONTIFICIA ACCADEMIA BIBLICA I SODOMITI NON PRATICAVANO L'OMOSESSUALITA', MA ERANO POCO ACCOGLIENTI (UN' PO' COME SALVINI)
L'omosessualità, che per la Chiesa è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, oggi è riabilitata dai biblisti (che si sono dimenticati la dottrina della Chiesa)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 IL SACERDOTE NON DEVE ESSERE PRESENTE DURANTE L'EUTANASIA
Il cardinale Eijk ricorda che non si possono dare i sacramenti a chi decide di togliersi la vita... ed inoltre non c'è differenza tra eutanasia e suicidio assistito
Fonte: Tempi
7 UNA CANZONE PER MIO PADRE, IL FILM CHE AFFRONTA LA VITA... DOLORE E PERDONO INCLUSI
La vera storia del cantautore Bart Millard che grazie alla musica si riconcilia con il padre prima violento e poi trasformato dal Vangelo (VIDEO: trailer del film)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
8 IMMACOLATA: ENNESIMO EVENTO BLASFEMO LGBT
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): l'evento blasfemo un grande flop, l'omino pan di zenzero diventa gender neutral, Bolsonaro chiude canale TV filo-gender
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Provita & Famiglia
9 OMELIA SANTA FAMIGLIA - ANNO A (Mt 2, 13-15. 19-23)
Alzati, prendi con te il bambino e sua madre
Fonte: maranatha.it
10 OMELIA MARIA MADRE DI DIO - ANNO A (Lc 2,16-21)
Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - COSA VEDONO I BAMBINI DI COSI' BELLO IN BABBO NATALE?
Un bimbo, malato terminale di appena cinque anni, chiede e ottiene di poter morire tra le braccia di Babbo Natale (non era interessato ai regali, ma... al Padre!)
Fonte I Tre Sentieri, 22 dicembre 2019

Un ultimo desiderio prima che i suoi piccoli occhi, che ancora avrebbero dovuto vedere tanto del mondo, si chiudessero per sempre. Un ultimo sogno, un ultimo ricordo di questa vita: incontrare Babbo Natale, parlarci con l'ultimo filo di voce rimasto, abbracciarlo e scartare il primo e l'ultimo regalo sotto l'albero di quest'anno. Quel sogno, il bimbo, malato terminale di appena cinque anni, di Knoxville, nel Tennessee, lo ha realizzato. Si è avvinghiato stretto al suo Santa Claus (impersonato da Eric Schmitt-Matzen, 60 anni) e ha esalato l'ultimo respiro, addormentandosi per sempre tra le sue braccia.

LA MAGIA DEL DONO
Una notizia commovente, che ci spinge ad una domanda: cosa i bambini vedono di straordinariamente bello in Babbo Natale? Verrebbe da rispondere: i regali. No, sarebbe troppo banale, e poi non è questo.
Ciò che i bambini vedono di straordinariamente bello in Babbo Natale è la Magia del Dono. È questo che li attira. Tant'è - ne siamo sicuri - non sono pochi quei bambini che, da grandi, vorrebbero essere come lui, come Babbo Natale.
Cosa significa "Magia del Dono"?
Iniziamo con "Dono". Se ci si riflette, non c'è cosa più scontata del dono, perché non si può negare l'evidenza che nella vita tutto è dono. Nessuno può dire con sicurezza che il prossimo minuto ci sarà, nessuno può garantire in maniera assoluta il proprio futuro.
E poi l'esistere, l'essere venuto al mondo... chi può vantare di essersi sentito chiedere prima di nascere: "Vuoi vivere?" Siamo venuti al mondo senza che nessuno ci chiedesse il permesso, né poteva essere altrimenti.

STRAORDINARIO E ORDINARIO
Il dono è dunque ciò che di più straordinario possa esistere, ma è anche ciò che vi è di più ordinario, di più naturale.
Ed è proprio in questo la sua "magia": uno straordinario-ordinario e un ordinario-straordinario.
Vita e Dono sono inseparabili: non c'è Vita senza Dono e non c'è Dono senza Vita.
Ed ecco spiegato perché un personaggio come Babbo Natale sintetizza magnificamente il mistero dell'esistere: vivere per donare e non fare altro che questo.
Perciò quel bambino del  Tennessee ha voluto "addormentarsi" tra le sue braccia, non solo per ricevere doni, ma per continuare a donare.
E adesso, per l'eternità, sta tra le braccia di Colui che è il vero Padre e che è il vero Babbo Natale!

Fonte: I Tre Sentieri, 22 dicembre 2019

2 - I REGALI DI NATALE E QUELLI DI TUTTI I GIORNI
Se ringraziassimo Gesù per tutto ciò che abbiamo, non ci resterebbe tempo per pensare a ciò che ci manca
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 20 dicembre 2019

Non è perché ho appena ricevuto in regalo una borsa strepitosa: già da qualche giorno mi frullava in testa l'idea di fare non una lista con i regali da chiedere a Gesù Bambino, ma una di quelli ricevuti, che sono proprio tantissimi, non solo adesso e non solo a Natale, ma tutta la vita. Lo so, non è che la mia lista interessi a nessuno, però io ve lo volevo dire: la sto facendo, e scopro che è vero quello che dice Chesterton, che "la misura di ogni felicità è la riconoscenza". Più punto lo zoom sulle grazie che ho ricevuto, più ne vedo.

SE RINGRAZIASSIMO GESÙ PER TUTTO CIÒ CHE ABBIAMO...
Cominci l'elenco e te ne viene in mente un'altra. È come un pozzo senza fondo. Mio marito mi ha parlato prima delle 7.42 di mattina, il che è già una notizia grossa. Abbiamo il latte per la colazione, il gas per scaldarlo, i biscotti da mangiare, ci siamo svegliati vivi in un letto caldo dentro una casa che sta in piedi. Abbiamo un lavoro e delle scuole dove andare. Non ho ancora messo i piedi per terra che ho già sette, otto grazie di cui rallegrarmi. È una sorta di allenamento dell'anima, ci si educa a vedere quanto si è ricevuto e si zittisce radio Satana, che da dentro mormora in continuazione, non gli sta mai bene niente, e cerca di rovinarti tutto (vedi la casa come è in disordine? Vedi quanto è silenzioso tuo marito? Ma ci pensi che dovrai correre come una pazza fino a sera, non finirai la metà delle cose che devi fare, e non avrai neanche nulla da mettere?).
I miei figli ogni tanto mi prendono in giro per questa mia testarda Pollyannaggine estrema, ma io dico sempre che non è un giochetto di società, non è un vezzo, è solo la scoperta di essere figli: può tuo Padre permettere che il male vinca? Può lasciare che il dolore e la fatica siano senza senso? E per quanto grandi, saranno sempre più piccoli di noi, come è più piccola e controllata da noi la nostra ombra. Perché per quanto dolore ci tocchi, siamo venuti alla vita, proprio noi e non un'altra combinazione di cromosomi, noi e non un altro, noi siamo stati voluti.

... NON CI RESTEREBBE TEMPO PER PENSARE A CIÒ CHE CI MANCA
Ti svegli, apri gli occhi e ci vedi, o almeno il tuo cuore batte, respiri e dunque oggi ancora hai tempo di convertirti a Dio. Puoi volere bene a qualcuno, puoi rendere più bella o più lieve o meno dolorosa la vita di un'altra persona. E se non hai nessuno da amare, puoi raccogliere una cartaccia da terra, puoi offrire una fatica che stai facendo, puoi accogliere una sofferenza senza lamentarti. Soprattutto, puoi pregare. Questo lo possono fare tutti, anche chi è immobilizzato a un letto, anzi. Chi ha mille cose da fare - basta ogni tanto rimettere il cuore nella direzione giusta, è sufficiente una giaculatoria - e chi non ha niente, come magari qualche vecchio in un ospizio dimenticato, di provincia (ne conosco una che in cielo brillerà come una super stella).
Ecco, pregare. Volevo dire che in questo tempo ho sperimentato la potenza della preghiera: il fatto è che noi non ci crediamo, e non ci decidiamo a chiedere con convinzione. È ovvio che la preghiera non è una cosa magica, e Dio non è un juke box. Lui ci dà il meglio per noi, che non sempre coincide con quanto chiediamo, ma io per esempio non sempre chiedo, non abbastanza. Però Dio vuole che chiediamo, nel vangelo lo dimostra a ogni pagina: Gesù accorda le grazie a chi gliele chiede, perché lui vuole educarci a essere figli, e i figli chiedono ai genitori. Non è vero che lui sa di cosa abbiamo bisogno, e quindi non serve chiedere. Lui sa, ma desidera che chiediamo, perché senza il nostro consenso non interviene nella nostra vita, non viene a violare la nostra libertà, che è sacra per lui. [...]

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 20 dicembre 2019

3 - OVUNQUE ALBERI DI NATALE, LUCI, FIOCCHI DI NEVE... MA GESU' DOV'E'?
Se si toglie dalla festa il Protagonista, Colui per il quale questa Festa esiste, che senso ha festeggiare?
Autore: Piefrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri, 22 dicembre 2019

Periodo di Avvento, periodo di magia per i bambini e di atmosfere serene per i grandi, periodo di avvicinamento al Natale, una delle due feste più importanti per i cattolici.
Camminando per le strade si notano bancarelle, vetrine di negozi, bar e ogni cosa addobbata con colori sfavillanti, disegni e immagini, festoni e luminarie in vendita ogni dove.
Obiettivamente, all'occhio, questi colori, suoni, atmosfera portano gioia e senso di serenità.
Poi ci si guarda bene intorno e sorge spontanea la domanda: "Ma Gesù dov'è?".
Ci sono ovunque immagini di Babbo Natale (in qualunque posa, sulla slitta, che canta e balla, col sacco dei regali, ecc...), di renne, di pupazzi di neve, di alberi di Natale, di fiocchi di neve, e chi più ne ha più ne metta.
Raramente si intravede qualche bancarella che vende i personaggi del presepe.
La sensazione è quella di andare ad una festa dove però manca il festeggiato. E non è solo una sensazione...

LA NASCITA DI GESÙ
Il Natale è la festa in cui si celebra la Nascita di Cristo a Betlemme, la manifestazione dell'Incarnazione avvenuta con il Fiat di Maria, Dio che si fa uomo per noi.
Senza questo evento, fondamentale per la storia, non ci sarebbe il Natale.
È lo stesso significato della parola a ricordarci che stiamo festeggiando la nascita di Qualcuno (natale, dal latino natalis che significa "che riguarda la nascita"; «detto del luogo dove uno è nato» Treccani online).
Come non si festeggerebbe il suo compleanno se chi scrive non esistesse, così tutte queste feste, tutti questi giorni di ferie e di scuole chiuse non ci sarebbero senza la Nascita di Cristo. Non avrebbe senso, non se ne avrebbe l'occasione.
Ai nostri giorni però, in un crescendo sempre più veloce dagli anni passati, in moltissime situazioni, la Figura principale di questa Festa è sempre più messa da parte.
Gesù non c'è!
Cosa si sta festeggiando allora? Per cosa facciamo tutti questi regali? Per cosa ci riuniamo con le famiglie per pranzi e cene così piene di cibi e di dolci? Così, senza un motivo vero?
Se si toglie dalla festa il Protagonista, Colui per il quale questa Festa esiste, che senso ha festeggiare?
Questa contraddizione non sembra però minimamente toccare un numero sempre più alto di persone, almeno molte di quelle con cui capita di parlare.
A precisa domanda  su cosa si festeggia a Natale si è avuta come risposta "lo stare in famiglia" o "la bontà".

UNA CONTRADDIZIONE GRANDISSIMA
Non sembra anche a chi legge una contraddizione grandissima questo festeggiare così, tanto per festeggiare, senza minimamente ringraziare Chi ha dato modo di festeggiare? Senza festeggiare il Festeggiato?
Contraddizione che, però, è logica. Occhio, non è un'altra contraddizione...
Quale poteva essere l'effetto di decenni e decenni di crisi nella Chiesa se non quello di arrivare a moltissime persone che non sanno più perché in questo periodo dell'anno si festeggia? E, cosa più grave, non sanno nemmeno cosa si festeggia. O, ancora, lo sanno, ma non gli danno peso, non gliene importa.
Cristo è Re del mondo, la Sua Regalità sociale, pur se dimenticata, è comunque sempre esistente.
La sempre più crescente indifferenza del mondo per il suo Creatore è indice di quanto la crisi della fede sia avanzata negli ultimi tempi.
Abbiamo un solo modo per poter dare il nostro contributo: sensibilizzare quante più persone possiamo, ricordando a tutti cos'è il Natale e Chi si festeggia.
Preghiamo Maria, affinché non manchi mai nei nostri cuori il Festeggiato, in questo Natale e in tutti i nostri giorni.

Fonte: I Tre Sentieri, 22 dicembre 2019

4 - HAI MAI VISTO COSA ACCADE DAVVERO ALLA MESSA?
Strepitoso video sul significato della Santa Messa (VIDEO: Il velo rimosso)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone, 19 dicembre 2019

Com'è la Messa vista dal Cielo? Che cosa accadrebbe se fossimo in grado di abbattere le volte delle chiese, bucare lo strato di azzurro che sta sopra di noi e potessimo arrivare proprio lassù, dove nell'empireo Dio sta assiso in trono col suo Figlio e gli angeli cantano in coro la sua gloria? Accadrebbe che vedremmo quella che è la vita eterna e i nostri occhi sarebbero finalmente spalancati sulla nostra vera vita.
Un video che sta diventando virale negli Stati Uniti prova a spiegare questo concetto e soprattutto a far comprendere il significato della Santa Messa con un linguaggio plastico e d'effetto. Si chiama "Il velo rimosso" (The veil removed) ed è un'emozionante esperienza di una Messa molto speciale, nella quale ad un certo punto fanno capolino gli angeli e il crocifisso diventa il centro di tutta l'azione che si sta svolgendo.

LA BELLEZZA DEL CATTOLICESIMO
Frutto di un lavoro certosino di un gruppo di cattolici dell'Iowa, "The veil removed" è un progetto di sacerdoti e semplici fedeli di West Des Moines che sono partiti da un bisogno e un'ambizione: il bisogno di vivere la Santa Messa in maniera perfetta e l'ambizione di poter trasmettere a tutti il vero significato di essa. Purtroppo, oggi, vuoi per il minimalismo teologico che viviamo che ci fa abbassare la testa di fronte al mistero allontanando Dio, vuoi per la crisi della liturgia, che ha allontanato dalla nostra mente lo stupore del sacro, viviamo le Messe come un appuntamento mondano e terreno, dimenticandoci che invece sono il punto di incontro tra la terra e il Cielo. A questo si aggiunga la sciatteria del celebrante e la distrazione del fedele che fanno precipitare la Messa nell'anonimato più completo.
Ebbene: nel video, appena sette minuti, che meritano di essere visti in religioso raccoglimento, questo concetto è descritto in maniera efficace, anche se un po' enfatizzato come è costume degli entusiastici americani, che dovendo lottare con le sette protestanti, che fanno del miracolistico la loro cifra, devono per certi versi attrezzarsi.
Comunque. Lo short film inizia con una Messa feriale alla quale partecipano poche persone. Ognuna delle quali porta dentro di sé i piccoli drammi, le solitudini e gli affetti della propria esistenza. Dopo la proclamazione del Vangelo e l'omelia, ecco che dal fondo del tempio fanno capolino due angeli che accompagnano una coppia intenta alla processione offertoriale. I presenti se ne accorgono pian piano e aguzzano la vista.
Poco dopo, al Sanctus, gli angeli accanto al sacerdote diventano una decina, tutti schierati dietro di lui. E quando arriva il momento della consacrazione, i fedeli sono tutti in lacrime, mentre l'ostia si eleva dalle braccia del prete (diventato un Gesù un po' superstar, momento pacchiano made Usa) fino a toccare i piedi del crocifisso sui quali scorrono rivoli di sangue che vanno a depositarsi nel calice.

IL VIDEO CATECHIZZA E AMMONISCE
Sopra l'altare, si apre il Cielo e si vedono schiere di angeli e santi che vanno e vengono verso un cielo che si fa dorato. Sembra di risentire il passaggio del Canone in cui si prega l'angelo santo perché porti questa offerta di fronte al trono di Dio. Ma il video è un concentrato di teologia della Messa davvero impeccabile. A cominciare dal crocifisso che pende sulla testa del prete e diventa il vero punto d'orientamento della scena, per continuare con la netta sensazione di sentirsi di fronte a quel preludio della vita futura dove tutto è un donare. Tutto il bello della messa è rispettato: a cominciare dal suo aspetto sacrificale, con l'unione del passato che rivive (la crocefissione) e il futuro (un Cielo dove Cristo è già assiso e ci viene a prendere da dove saremo).
Il video catechizza, certo, ma ammonisce anche. E' la riprova che la liturgia non è il luogo di battaglia di chi con saccenza pensa di poter disporre del sacro a piacimento, cambiando e modificando arbitrariamente la Messa secondo i propri desiderata. Ma anche la riprova semmai ce ne fosse bisogno che la Messa è esperienza reale e non un qualche cosa da capire o peggio ancora di cui appropriarsi con pretese terrene sociologiche o, peggio ancora, vedi certe preghiere dei fedeli o certe omelie, politiche.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 7 minuti) si può vedere il bellissimo cortometraggio dal titolo "Il velo rimosso" (The veil removed) di cui ha parlato l'articolo qui sopra.


https://www.youtube.com/watch?v=OOLZDaTgIaM

Fonte: Sito del Timone, 19 dicembre 2019

5 - PER LA PONTIFICIA ACCADEMIA BIBLICA I SODOMITI NON PRATICAVANO L'OMOSESSUALITA', MA ERANO POCO ACCOGLIENTI (UN' PO' COME SALVINI)
L'omosessualità, che per la Chiesa è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, oggi è riabilitata dai biblisti (che si sono dimenticati la dottrina della Chiesa)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21-12-2019

Una corposa e sistematica revisione della dottrina cattolica sull'omosessualità partendo da una lettura per lo meno parziale della Scrittura. E' quanto emerge dalla sezione dedicata ai rapporti tra persone dello stesso sesso contenuta nel libro Che cosa è l'uomo? redatto dalla Pontificia Accademia Biblica (PAB). Come già scritto il testo viene presentato come una «lettura antropologica sistematica della Bibbia», commissionata «dal Papa in persona».
Indagheremo qui la sezione dedicata all'omosessualità che occupa circa lo spazio di dieci pagine.
Evidenziamo innanzitutto il seguente passaggio: «Va subito rilevato che la Bibbia non parla di inclinazione erotica verso una persona dello stesso sesso, ma solo degli atti omosessuali» (n. 185). Sul piano scritturistico si potrebbe però citare San Paolo: «Né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio» (1 Cor 6, 10).

NÉ EFFEMINATI, NÉ SODOMITI
Questa citazione si offre a due riflessioni. La prima: per sodomiti Paolo potrebbe intendere sia coloro che compiono atti di sodomia, sia coloro vivono una condizione di omosessualità. Non si può escludere quindi che il testo si riferisca anche all'inclinazione omosessuale.
Seconda riflessione: i termini "effeminati" e "sodomiti" potrebbero sembrare una ripetizione per rafforzare il concetto che coloro che praticano atti omosessuali non «erediteranno il regno di Dio». Ma tale interpretazione difficilmente potrebbe essere accolta, dato che le altre categorie di persone elencate sono assai dissimili tra loro e non c'è traccia di ripetizioni. Dunque Paolo quando usa il termine "effeminati" e "sodomiti" si sta riferendo a due categorie morali differenti: gli effeminati potrebbero essere i transessuali oppure coloro che si comportano da "femmina", ossia coloro che hanno un orientamento omosessuale (nulla vieta che nel medesimo termine confluiscano entrambi i significati); i sodomiti sono invece coloro che compiono atti omosessuali e, tra questi, anche coloro che non hanno una inclinazione omosessuale (assumono condotte omosessuali ad esempio per vizio). Da qui però un doveroso distinguo. La condizione omosessuale, come quella transessuale (entrambe sempre moralmente disordinate), può essere un habitus che la persona si trova a vivere senza sua colpa oppure può essere l'effetto di atti peccaminosi, ad esempio aver continuato nel tempo ad assumere condotte omosessuali, un effetto verso cui la persona sarà chiamata da Dio a rispondere. San Paolo, se la nostra esegesi fosse corretta, quando parla di effeminati, si riferirebbe a questa seconda ipotesi (sempre che non parli solo di transessuali): l'omosessualità quindi, in questi casi, rivelerebbe a monte scelte che non permettono di entrare nel regno dei Cieli.

L'OSSESSIONE IMMIGRAZIONISTA DIVENTA CRITERIO ESEGETICO
Altra prova che anche l'omosessualità può essere condizione colpevole è data da quest'altro passo paolino: «Si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento» (Rm 1, 27). Passo in cui gli atti ignominiosi sono distinti concettualmente dalle passioni e dal traviamento che nel testo paiono potersi qualificare come condizioni meritevoli di punizione.
Torniamo al volume Che cosa è l'uomo?. Al n. 185 e al n. 195 si afferma che la condanna degli atti omosessuali compare poche volte nella Bibbia, quasi a dire che in fondo per Dio i peccati di omosessualità siano questioni bagatellari. Limitatamente a questo aspetto di carattere quantitativo, ad essere coerenti con tale criterio dovremmo concludere che anche il comando di amare il prossimo tuo sia di poco conto, dato che, come riportano i sinottici, Gesù ha espresso questo comando una volta sola. Anche nel nostro codice penale all'omicidio è dedicato un solo articolo. Ma quello basta e avanza. Così è sufficiente una sola parola di Dio per vietare una certa condotta per concludere che è per l'appunto vietata. Il criterio della qualità vince su quello della quantità. Inoltre c'è da aggiungere che il divieto di peccati più generali includono spesso quelli più specifici. E così il sesto comandamento include anche gli atti omosessuali.
Nel n. 186 si ammette che uno dei peccati commessi a Sodoma era legato all'omosessualità. Ma il castigo di Dio pare scagliarsi contro gli abitanti di questa cittadina non perché rei anche di condotte omosessuali, ma perché poco accoglienti verso lo straniero. L'ossessione immigrazionista diventa criterio esegetico del testo sacro. Infatti nel racconto biblico si narra che due stranieri, in realtà due angeli, vengono in città e rischiano di essere brutalizzati. Secondo la PAB in Genesi 19, 1-29 non si condanno gli atti omosessuali in quanto tali, «viene piuttosto denunciata la condotta di un'entità sociale e politica che non vuole accogliere con rispetto lo straniero, e pretende perciò di umiliarlo, costringendolo con la forza a subire un infamante trattamento di sottomissione». Stesso concetto ribadito nel n. 188: «In conclusione, dobbiamo dunque dire che il racconto riguardante la città di Sodoma (così come quello di Gabaa) illustra un peccato che consiste nella mancanza di ospitalità, con ostilità e violenza nei confronti del forestiero, comportamento giudicato gravissimo e meritevole perciò di essere sanzionato con la massima severità, perché il rifiuto del diverso, dello straniero bisognoso e indifeso, è principio di disgregazione sociale, avendo in se stesso una violenza mortifera che merita una pena adeguata». Un caso di porti chiusi ante litteram che merita la pena di morte.

IL PECCATO DI SODOMA
Dunque, a leggere quanto scritto dalla PAB, pare concludersi che, innanzitutto, se lo straniero fosse stato consenziente, nulla quaestio sull'omosessualità. In secondo luogo l'omosessualità da condannare è quella che appalesa non una disordinata inclinazione sessuale, bensì un desiderio di prevaricazione, di non inclusività. C'è invece da sottolineare che, in prima battuta appare curioso che, anche se fosse stata questa l'intenzione degli assalitori, dare cioè una bella lezione agli stranieri, costoro avessero scelto la sodomia come modalità per aggredire gli stranieri e non cazzotti e bastoni. Forse perché gli assalitori erano già avvezzi per conto loro a queste pratiche?
Inoltre, qualora i violentatori fossero stati animati realmente da tali intenzioni (ma il testo in sé rimane oscuro sulle reali motivazioni che muovevano alla sodomia), la corretta ricostruzione sotto il profilo morale dell'accaduto che ci si aspettava dalla PAB sarebbe dovuta essere la seguente: al disordine oggettivo dell'atto omosessuale si sarebbe sommato il fine malvagio di non accogliere lo straniero o, più correttamente, l'atto materiale disordinato omosessuale sarebbe stato informato da un fine illecito che nulla aveva a che fare con l'aspetto erotico, ma che riguardava l'odio verso il forestiero.
Detto tutto ciò, centriamo il punto essenziale della esegesi biblica offerta dalla Pontificia Accademia sul caso Sodoma: per la PAB Sodoma è stata rasa al suolo solo per motivi xenofobi. Ma la presunta intenzione xenofoba di coloro che volevano sodomizzare i due stranieri non è assolutamente attribuibile agli altri abitanti di Sodoma che infatti avevano rapporti omosessuali tra loro e non con i forestieri.
Per la PAB invece non è così perché il peccato di Sodoma è solo il peccato di quei pochi "sovranisti" che volevano abusare dei due stranieri. Infatti la PAB si spinge a dire che «il racconto tuttavia non intende presentare l'immagine di una intera città dominata da brame incontenibili di natura omosessuale» (n. 187). Vero, se ci riferiamo unicamente al brano di Genesi 19, 1-19, falso se andiamo a leggere il capitolo precedente in cui scopriamo che a Sodoma non esistevano nemmeno dieci giusti, perché se fossero esistiti, come è noto, Dio non avrebbe raso al suolo la cittadina (Gn 18, 32). E la decisione di Dio di distruggere la città avviene prima che alcuni tentassero di sodomizzare gli stranieri, dunque l'ostilità verso lo straniero non era il motivo principale della punizione divina. Perciò la città era sì dominata da brame incontenibili di natura omosessuale. Il fatto poi che una intera città era dedita al vizio omosessuale è testimoniato altresì da questo brano del Nuovo Testamento: «Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno» (Gd, 7). Perciò, contrariamente a quanto espresso nel volume della PAB, la condanna divina riguarda anche e soprattutto l'omosessualità intesa come disordine dell'orientamento sessuale e si riferisce ad una intera collettività.

CONCLUSIONI FUORVIANTI
E nonostante Dio abbia sterminato l'intera popolazione di Sodoma e Gomorra la PAB riesce a dire che «non troviamo nella tradizioni narrative della Bibbia indicazioni concernenti pratiche omosessuali, né come comportamenti da biasimare, né come atteggiamenti tollerati o accolti con favore» (n. 188). Dunque secondo la PAB, dato che gli atti omosessuali condannati nella Bibbia sono riprovati solo quando manifestano atteggiamenti persecutori nei confronti del diverso, le rimanenti condotte omosessuali assunte non per motivi xenofobi sono moralmente neutre agli occhi Dio, né da condannare, né da tollerare, né da approvare.
Poi la PAB, forse furbescamente, intuisce che è bene dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte e quindi cita il capitolo 18 del Levitico in cui si condanna chiaramente l'omosessualità in quanto pratica erotica, avulsa da fini politici (n. 189). Parimenti non cerca virtuosismi acrobatici per far dire a San Paolo, che condanna l'omosessualità in modo chiaro in Rm 1, 26-27, in 1 Cor 6, 9 e in 1 Tm 1, 10, ciò che non vuole dire. Però, altro colpo al cerchio, contestualizza le parole di San Paolo e quelle degli autori del Vecchio Testamento e quindi le depotenzia, anzi le squalifica facendole perdere di valore: «Certe formulazioni degli autori biblici, come anche le direttive disciplinari del Levitico, richiedono una intelligente interpretazione che salvaguardi i valori che il testo sacro intende promuovere, evitando quindi di ripetere alla lettera ciò che porta con sé anche tratti culturali di quel tempo» (n. 195). Tradotto: il divieto letterale delle pratiche omosessuali significa prendere troppo alla lettera il testo biblico. Inoltre la condanna dell'omosessualità presente nella Bibbia risente dei condizionamenti dell'epoca e perciò è un parere personalissimo di Paolo e degli altri autori biblici, ma non riflette il pensiero di Dio. E come facciamo a scoprire allora il pensiero di Dio? Occorre rivolgersi non di certo alla Sacra Scrittura, bensì alle scienze umane: «Il contributo fornito dalle scienze umane, assieme alla riflessione di teologi e moralisti, sarà indispensabile per una adeguata esposizione della problematica». (n. 195).
In breve il fine della PAB relativamente al tema dell'omosessualità e delle condotte omosessuali pare essere quello né di condannare, né di benedire, ma di posizionarsi in una zona di giudizio colpevolmente neutra.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21-12-2019

6 - IL SACERDOTE NON DEVE ESSERE PRESENTE DURANTE L'EUTANASIA
Il cardinale Eijk ricorda che non si possono dare i sacramenti a chi decide di togliersi la vita... ed inoltre non c'è differenza tra eutanasia e suicidio assistito
Fonte Tempi, 18 dicembre 2019

Un sacerdote deve sempre dire in modo chiaro a chi sceglie eutanasia e suicidio assistito che per la Chiesa cattolica sta commettendo un grave peccato. E per questo motivo non deve essere presente accanto a chi sceglie di suicidarsi quando il suicidio assistito o l'eutanasia vengono compiuti. È quanto dichiarato alla Catholic News Agency dal cardinale Wilhelm Eijk, arcivescovo di Utrecht, che contraddice quando dichiarato a proposito una settimana fa da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita: «Nessuno va mai abbandonato. Accompagnare e tenere per mano chi muore credo sia un grande compito che ogni credente deve promuovere. Come ogni credente deve promuovere un contrasto alla cultura del suicidio assistito».

SUICIDIO ASSISTITO ED EUTANASIA SONO UGUALI
Prima di entrare in seminario, il prelato olandese si è laureato in medicina e chirurgia, dedicando la sua dissertazione di dottorato alle leggi sull'eutanasia. L'Olanda è uno dei primi paesi al mondo ad aver legalizzato la "buona morte" e per tutti questi motivi Eijk, di cui Tempi ha parlato diverse volte, rappresenta un voce autorevole in materia.
Il cardinale ci tiene innanzitutto a precisare che non esiste alcuna differenza dal punto di vista morale tra suicidio assistito ed eutanasia. Nel primo caso è il paziente che si procura la morte assumendo la medicina letale preparata dal medico, nel secondo è il medico che provoca attivamente la morte con una iniezione letale su richiesta del paziente. «In entrambi i casi», spiega Eijk, «la responsabilità del paziente è grave perché è lui che prende l'iniziativa per porre fine alla propria vita. Allo stesso modo è grave la responsabilità del medico che pone fine alla vita del paziente o coopera a un atto intrinsecamente malvagio».

LE TRE RAGIONI PER RIFIUTARE I SACRAMENTI
Sgomberato il campo dell'equivoco di chi vede il suicidio assistito, depenalizzato dalla Corte costituzionale anche in Italia, come una forma meno grave di eutanasia, Eijk afferma che «il sacerdote non deve essere presente quando queste pratiche vengono eseguite. Infatti, la presenza del prete potrebbe dare a intendere che il sacerdote appoggia la decisione del paziente o suggerire che eutanasia e suicidio assistito non sono moralmente illeciti in alcune circostanze».
Il cardinale non nega la possibilità di accompagnare spiritualmente il paziente che decide di suicidarsi, ma elenca tre motivi per cui «il sacerdote non può amministrare i sacramenti della confessione e dell'estrema unzione ai pazienti che li richiedono».
«Innanzitutto una persona può ricevere i sacramenti solo quando si trova in buona disposizione e questo non è il caso di chi vuole opporsi all'ordine della creazione, violando il valore intrinseco della vita. Il secondo motivo è che una persona che riceve i sacramenti mette la propria vita nelle mani misericordiose di Dio. Ma chi vuole porre fine alla propria vita vuole invece prendere la vita nelle proprie mani. Infine, il sacerdote che amministra i sacramenti o prepara il funerale della persona in queste circostanze si rende responsabile di uno scandalo, dal momento che le sue azioni possono suggerire che il suicidio o l'eutanasia sono permessi in certe circostanze».

LA SOLITUDINE È LA VERA MALATTIA DELL'OCCIDENTE
Questo non significa, continua l'arcivescovo di Utrecht, che non sia possibile celebrare il funerale di una persona che ha deciso di farsi uccidere con l'eutanasia, ma il sacerdote deve «giudicare in modo prudente se l'eutanasia o il suicidio assistito siano il frutto della depressione o di malattie psichiatriche. In questi casi la libertà della persona è diminuita e anche il porre fine alla propria vita non può essere considerato un peccato mortale».
In ogni caso, spiega il cardinale, la Chiesa cattolica deve «annunciare che Dio ha fatto gli esseri umani a sua immagine nella loro totalità, corpo e anima. Come dice la costituzione pastorale del Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, l'essere umano è una "unità di anima e corpo". Questo significa che il corpo è una dimensione essenziale dell'essere umano ed è parte del valore intrinseco dell'essere umano. Per questo, non è lecito sacrificare la vita umana per porre fine al dolore». Dolore che deve essere alleviato in ogni modo con le cure palliative.
Da profondo conoscitore della società olandese, Eijk conclude affermando che per contrastare il trend favorevole all'eutanasia che dilaga in Occidente, la Chiesa «deve agire per alleviare la solitudine. Nella società contemporanea iper-individualista, gli esseri umani sono spesso soli. C'è un'enorme solitudine nelle società occidentali e la Chiesa incita a formare comunità per non lasciare le persone da sole. Una persona che vive in solitudine, infatti, senza l'attenzione e la cura degli altri, è meno capace di sopportare il dolore. La fede vissuta e la spiritualità cristiana insegnano che possiamo essere uniti al Cristo sofferente e portare la croce con lui. Così, non siamo mai soli».

Fonte: Tempi, 18 dicembre 2019

7 - UNA CANZONE PER MIO PADRE, IL FILM CHE AFFRONTA LA VITA... DOLORE E PERDONO INCLUSI
La vera storia del cantautore Bart Millard che grazie alla musica si riconcilia con il padre prima violento e poi trasformato dal Vangelo (VIDEO: trailer del film)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 09-11-2019

Giovedì sera, a Milano, è stata proiettata la prima nazionale di Una canzone per mio padre, film statunitense del 2018, distribuito in Italia dalla Dominus Production e ispirato alla storia vera di Bart Millard (1972), e in particolare al suo rapporto travagliato con un padre a lungo violento e poi guarito dalla grazia, fino alla toccante riconciliazione tra i due. Che condurrà Bart, cantautore della band MercyMe, a scrivere e dedicare al genitore I can only imagine, divenuta la canzone più suonata nella storia della radio cristiana, riprodotta - all'inizio quasi per gioco e poi per le crescenti richieste degli ascoltatori - anche nelle radio mainstream, e capace di vendere oltre 2.5 milioni di copie.
Simile successo di pubblico ha avuto il film (il cui titolo originale, I can only imagine, è lo stesso della canzone) fin dalle prime uscite nelle sale, dove - tra Usa e Canada - ha incassato al botteghino circa 85 milioni di dollari, con ricavi più di 12 volte superiori ai 7 milioni di budget per la produzione. In America ha ottenuto dalla maggioranza degli spettatori la valutazione di A+, la più alta possibile, secondo le rilevazioni fatte all'uscita dalle sale da CinemaScore. Nel cast spicca la presenza di Dennis Quaid (doppiato in italiano da Luca Ward), che interpreta il padre di Bart. I registi sono i fratelli Andrew e John Erwin, gli stessi di October Baby, il film liberamente ispirato alla storia di Gianna Jessen, l'americana, oggi quarantaduenne, sopravvissuta a un tentativo di aborto salino.

TRAMA DEL FILM
Una canzone per mio padre, appunto un biopic, con qualche libero adattamento cinematografico, ci offre all'inizio uno squarcio sull'infanzia di Bart, alle prese con un padre iracondo che maltratta e percuote sia il figlio che la moglie, fino a quando lei abbandonerà improvvisamente la famiglia (nella realtà i coniugi Millard, genitori di due figli maschi, divorziarono quando Bart, il secondogenito, aveva appena tre anni, poi alternandosi, al variare delle circostanze, nella custodia della prole). Nel dolore di quei primi anni di vita, acutizzato da una madre che se n'è andata via e da un padre che a volte lo terrorizza, Bart cerca rifugio nella musica. «Ho trovato delle canzoni che sono state come un'àncora per me, mi hanno dato speranza», canzoni che «mi hanno parlato di un Padre in cielo» e del Suo amore per lui.
Nell'adolescenza, con al fianco la bella figura di Shannon, la fidanzata (interpretata da Madeline Carroll), come lui di fede cristiana battista, Bart insegue il sogno, già di suo padre, di fare carriera nel football americano, ma un infortunio lo costringe a mollare tutto. Arriva poi una prima svolta. L'ingresso nel coro della scuola, un'insegnante che scopre per caso il grande talento del ragazzo, il padre che ne frustra le aspirazioni canore e, infine, dopo l'addio a un'affranta Shannon, la fuga da casa, che porta Bart in giro per gli States, sul camper della band di cui è intanto diventato la voce, con piccoli concerti, e piccoli guadagni, nei locali.
Per ricomporre i cocci della sua vita si riveleranno fondamentali i buoni consigli del produttore Scott Brickell, che intuendo il dramma personale del ragazzo lo esorta a non scappare dalle sue sofferenze, bensì ad affrontarle e poi cantarle («lascia che il dolore diventi la tua ispirazione»). È così che Bart torna dal padre e lo trova trasformato, scoprendo che il genitore va in chiesa, prega, legge la Bibbia e si interroga sul perdono. Le grandi resistenze del figlio saranno poi vinte quando scoprirà il cancro del genitore e, proprio nel tempo della malattia che condurrà Millard senior alla morte, i due passeranno insieme i momenti più fecondi e belli.
E sarà pensando a quel padre ritrovato, perdonato e redento che nascerà, scritta di getto, I can only imagine, in un crescendo di sorprese.

LA RISCOPERTA DELLA PATERNITÀ (E DELLA FEDE)
Oltre all'ottima colonna sonora e al ritmo narrativo, il film ha quindi il merito di far riflettere su diversi temi divenuti controcorrente nella cultura di oggi, dai danni di una famiglia che si disgrega alla potenza della preghiera. E in particolare la pellicola, come ha osservato alla prima nazionale la fondatrice della Dominus Production, Federica Picchi (che alla fine ha chiamato a parlare i membri di The Sun), c'è il fatto che aiuta a riscoprire il senso del dolore, che «noi stiamo cercando di togliere dalla nostra vita. Penso che l'insegnamento più importante che trasmette ai giovani è che il dolore è parte integrante della nostra vita», ha aggiunto la Picchi, che prima dell'inizio della proiezione aveva anche rivolto il primo ringraziamento a Dio Padre.
La storia dei Millard sta lì a confermarlo. È nel dolore, prima spirituale e poi corporale, che il padre, anziché essere vinto dalla disperazione, scopre il ristoro della fede, ritrova la sua paternità, chiede e ottiene perdono, riconciliandosi con il figlio e prima ancora con Dio e con sé stesso. Ed è sempre da lì che Bart riesce a trovare pace, con entrambi - il padre e il figlio - a vedere sgorgare l'amore dalla sofferenza, perché riposta nelle mani di Dio. È Lui che fa la differenza.
Un film, dunque, che stimola e, attraversando ogni fase della vita quaggiù, è buono per tutte le età.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 3 minuti) si può vedere il trailer del film.
Per scoprire in quali cinema è possibile vedere il film, vai all'elenco aggiornato dal sito della Dominus Production, cliccando nel seguente link:
https://www.dominusproduction.com/film/una-canzone-per-mio-padre/programmazione


https://www.youtube.com/watch?v=pXPhse0Sckg

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 09-11-2019

8 - IMMACOLATA: ENNESIMO EVENTO BLASFEMO LGBT
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): l'evento blasfemo un grande flop, l'omino pan di zenzero diventa gender neutral, Bolsonaro chiude canale TV filo-gender
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Provita & Famiglia, 08/12/2019

Al peggio non c'è mai fine! Perché dopo l'evento organizzato dal collettivo di estrema sinistra, LINK, di Bologna, denominato "Immacolata contraccezione", fortunatamente soppresso [vedi nota in fondo all'articolo N.d.BB], dopo le molte polemiche levatesi contro un'iniziativa così apertamente blasfema, da parte pure di chi si dice "discriminato", ora ci riprovano. Stavolta parliamo dell'Arci Dallò di Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantonva, l'evento in questione è "Immacolata sovversione", così tanto per operare una "variazione sul tema". La foto che lo rappresenta lascia davvero poco spazio alla fantasia ed è talmente scabrosa da non poter essere descritta.
Ovvio che iniziative come queste, in cui si parla di sesso e pratiche "estreme", in cui si affrontano discorsi che forse non si sentirebbero nemmeno nei club "a tema" più spinti, non è affatto un caso che vengano fatti cadere il giorno di una festività mariana così importante e in cui, guarda caso si celebra un dogma che fa riferimento alla purezza della Madre di Dio, in quanto preservata e immune dal peccato originale. Infatti, se si scorre il pruriginoso programma dell'evento in questione, si noterà l'ostinata insistenza con cui vengono affrontati certi argomenti. Mentre nella descrizione dell'evento si percepisce una rabbia di fondo, una ribellione contro chissà chi: "Il femminismo ha esplorato il piacere della donna. Ci siamo esplorate, ci siamo descritte, ci siamo piaciute, ci siamo eccitate.
Il transfemminismo ci apre oggi nuovi mondi, nuove esplorazioni, per un piacere che vuole liberarsi dal genere, dalle costrizioni, dal bigottismo, dalle auto-censure, dalla stretta necessità delle relazioni sentimentali...insomma, dal patriarcato che è anche dentro di noi. E liberarsi una volta per tutte!" Capite? Per essere liberi occorre liberarsi dalle relazioni sentimentali, come si legge nell'evento. Non a caso uno dei workshop verte sul sadomaso e tutta l'iniziativa, è volta a trasmettere un'idea delle relazioni sessuali completamente slegata dalla natura, all'insegna dell'assenza totale del bene e dei sentimenti, insomma come genitalità tout court. Dunque una violenza che si manifesta inizialmente contro il sacro, ma che poi si ritorce inevitabilmente contro l'uomo. Perché, per quanto si gridi al "love is love", propinando, poi, ogni genere di nefandezze, fino a non risparmiare né i fanti né i santi, non si comprende quella che è una realtà da cui non si sfugge: che l'uomo è un essere in relazione, che senza quel Tu, non può dire nemmeno "io".

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).

L'EVENTO BLASFEMO UN GRANDE FLOP
Dopo lo scempio degli eventi blasfemi moltiplicatisi in occasione della festa dell'Immacolata, almeno una buona notizia c'è e non da poco.
Stiamo parlando del mega flop dei collettivi di sinistra, a Bologna, riguardo l'evento blasfemo "Immacolata contraccezione", con la scusa di una sorta di azione di protesta contro Pillon e Salvini (quest'ultimo ha spesso mostrato il rosario in pubblico).
Ma il bello è che, all'orario prefissato, in piazza, non si è presentato nessuno. Evidentemente l'Italia è ancora un paese cattolico o quanto meno un paese in cui il timor di Dio è ancora considerato un valore.
Fa piacere constatare che i cittadini di Bologna si siano rifiutati di scendere ad un livello così basso e che credenti, atei o agnostici, mostrino di avere rispetto per il sacro e per chi in Dio ci crede. Davvero gratuito, peraltro, il gesto di prendersela con la Madre di Dio, per una sorta di bassa e mal riuscita forma di protesta "politica" (?). Non si è ben capito nemmeno il senso dell'evento, quale fosse il suo fine e a quanto pare non l'hanno capito nemmeno i bolognesi.
Ovviamente rimane da constatare anche la pusillanimità di quelli che si dicono "minoranze perseguitate" ma che in questo caso perseguitano e offendono a tutti gli effetti e che hanno il coraggio di scagliarsi contro il solo credo cattolico.
Invano possiamo attendere il momento in cui le stesse cadute di stile, abbiano come protagonista la religione islamica... (paura, eh?)
È lo stesso leitmotiv che ha mosso i gay pride blasfemi che si sono susseguiti quest'estate in Italia: insultare a tutta forza i cristiani che tanto non reagiscono. Ma allora… che razza di "love is love" è?
(Manuela Antonacci, Provita & Famiglia,13 dicembre 2019)

L'OMINO PAN DI ZENZERO DIVENTA GENDER NEUTRAL
La furia ideologica che riguarda la realtà biologica che ci vede maschi e femmine si abbatte anche tra i fornelli. E così il biscotto natalizio Omino pan di zenzero, raffigurato nel suo stampo classico a gambe divaricate (posizione chiaramente mascolina), d'ora in poi dovrà presentarsi a gambe unite. Questo è almeno quanto chiedono alcune lobby femministe nel Regno Unito, tanto che certe catene di supermercati hanno pensato di cambiare il nome al dolce natalizio da "gingerbread man" a "gingerbread persons".
E dunque da delizioso biscotto l'Omino pan di zucchero rischia di diventare indigesto a molti.
(Gender Watch News, 17 dicembre 2019)

BOLSONARO CHIUDE CANALE TV FILO-GENDER PER BIMBI
Il presidente brasiliano Bolsonaro ha revocato una convenzione di 350 milioni di Real che permetteva al canale pubblico Tv Escola, rivolto ai bambini, di mandare in onda programmi pro-gender. La convenzione era stata stipulata a favore dell'Associazione di Comunicazione Educativa Roquette Pinto, la quale gestiva sin dal 1995 il canale Tv Escola.
Così si è espresso Bolsonaro: "Conoscete il programma di Tv Escola? È diseducativo, aveva una programmazione totalmente di sinistra, ispirata all'ideologia di genere. Soldi pubblici per l'ideologia di genere, questo deve cambiare".  Infine ha così terminato il suo discorso ai giornalisti: "Chi guarda Tv Escola? Nessuno, denaro gettato nella spazzatura".
(Gender Watch News, 20 dicembre 2019)


Fonte: Provita & Famiglia, 08/12/2019

9 - OMELIA SANTA FAMIGLIA - ANNO A (Mt 2, 13-15. 19-23)
Alzati, prendi con te il bambino e sua madre
Fonte maranatha.it

La Chiesa e il mondo contemporaneo s'interrogano, oggi più che mai, circa il disegno di Dio sulla famiglia. Mentre da una parte emergono alcuni grandi valori che manifestano la presenza di Dio, come la crescita della libertà e della responsabilità nella paternità e nell'educazione, la legittima aspirazione della donna all'eguaglianza di diritti e di doveri con l'uomo, l'apertura al dialogo verso tutta la grande famiglia umana, la stima delle relazioni autenticamente personali..., dall'altra si constatano crescenti difficoltà, come la degradazione della sessualità, la visione materialistica ed edonistica della vita, l'atteggiamento permissivo dei genitori, l'indebolirsi dei vincoli familiari e della comunicazione tra generazioni.

IL PROGETTO DI DIO
Le caratteristiche della famiglia descritta nei brani dell'AT erano: la pace, l'abbondanza di beni materiali, la concordia e la discendenza numerosa: segni della benedizione del Signore; la legge fondamentale era l'obbedienza temperata dall'amore; questa obbedienza non era solo segno e garanzia di benedizione e prosperità per i figli, ma anche un modo per onorare Dio nei genitori (Prima lettura). A questo tipo di famiglia, il cristianesimo ha portato un costante superamento di se stessa in vista del Regno: san Paolo domanda agli sposi e ai figli cristiani di vivere la loro vita familiare come se vivessero già nella famiglia del Padre celeste nella obbedienza di fede come Abramo mentre s. Giovanni ci ricorda la figliolanza divina che il Padre ci ha donato (seconda lettura).
Il Vangelo, presentandoci l'esperienza di Cristo che entra nel tessuto di una famiglia umana concreta, traccia un quadro realistico delle alterne vicende alle quali va soggetta la vita di una famiglia. Nella famiglia non tutto è idillio, pace, serenità: essa passa attraverso la sofferenza e le difficoltà dell'esilio e della persecuzione: attraverso le crisi per il lavoro, la separazione, l'emigrazione, la lontananza dei genitori. Nella santa Famiglia, come in ogni famiglia, vi sono gioie e sofferenze, dalla nascita all'infanzia, all'età adulta; in essa maturano avvenimenti lieti e tristi per ciascuno dei suoi membri. Il momento in cui la strada dei figli si divide da quella dei genitori è uno dei più importanti e decisivi della storia della famiglia. Dopo il ritrovamento nel tempio, Maria e Giuseppe tacciono, non sollevano obiezioni sulla scelta di Gesù: intuiscono che è una scelta che sembra escluderli dalla vita del loro unico figlio, una scelta costellata di lacrime, ma l'accettano, perché quella è ha volontà di Dio.

LA MISSIONE DELLA CHIESA
La Chiesa partecipa alle gioie e alle consolazioni, come pure alle sofferenze e difficoltà della vita familiare di oggi: conforta ed incoraggia le famiglie che consapevolmente si impegnano a vivere secondo il Vangelo, rendendo testimonianza ai frutti dello Spirito; stima ed accoglie gli elementi di ogni cultura, per garantire la loro consonanza con il disegno di Dio sul matrimonio e ha famiglia; si impegna a sollevare le condizioni di quei nuclei familiari che vivono nella miseria, mentre nel mondo circostante abbondano le ricchezze; proclama con forza contro ha violenza della società i diritti alla libertà religiosa, alla procreazione responsabile e alla educazione, collaborando attivamente alla soluzione dei gravi problemi sociali, economici e demografici che pesano sulla famiglia; annuncia con coraggio la fondamentale vocazione dell'uomo a partecipare alla vita e all'amore di Dio Padre. La famiglia è la prima cellula della società e della Chiesa. Dio l'ha creata a sua immagine (Gn 1,26) e ha affidato all'uomo il compito di crescere, di moltiplicarsi, di riempire la terra e di sottometterla (Gn 1,28). Questo disegno si avvera quando l'uomo e ha donna si uniscono intimamente nell'amore per il servizio della vita, partecipando così al potere creatore di Dio e all'amore redentivo di Cristo.

PER UNA FAMIGLIA APERTA
Questo disegno di Dio chiama ogni giorno gli sposi a vivere ha «novità» dell'amore, attraverso ha conversione del cuore e la santità della vita, segnata dalla sofferenza della croce e dalla speranza della risurrezione. La risposta al progetto di Dio impegna la famiglia a svolgere i compiti che le sono propri nel mondo di oggi: l'educazione alla libertà, ad un forte senso morale, alla fede e agli autentici valori umani e cristiani. Ad essa è affidato anzitutto il compito della evangelizzazione e della catechesi; e nell'ambito della più ampia comunità sociale essa testimonia i valori evangelici, promuove la giustizia sociale, aiuta i poveri e gli oppressi.
La famiglia cristiana potrà attuare questo se sarà perseverante nella preghiera comune e nella liturgia che sono fonti di grazia.

Fonte: maranatha.it

10 - OMELIA MARIA MADRE DI DIO - ANNO A (Lc 2,16-21)
Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Oggi è il primo giorno dell'anno e, come ogni anno, in questa giornata celebriamo la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Questa Festa è stata collocata dal papa Paolo VI otto giorni dopo la solennità del Natale. Secondo la legge d'Israele, otto giorni dopo la nascita di un bambino ci doveva essere il rito della circoncisione; per questo motivo il brano del Vangelo di oggi riporta anche il racconto di quell'avvenimento nella vita del piccolo Gesù. Provvidenzialmente questo ottavo giorno dopo il Natale coincide con il primo dell'anno, ed è cosa molto bella iniziare un nuovo anno nel Nome di Maria, celebrando una Festa che è tra le più belle in suo onore.
Dire che la Madonna è Madre di Dio sembrava cosa troppo ardita, anzi, impossibile. Come può una creatura essere chiamata con il titolo di Madre di Dio? Ecco che nei primi secoli del Cristianesimo si discusse molto se era lecito o no usare un tale termine. La risposta definitiva venne con il Concilio di Efeso nel 431. Durante questo Concilio, i vescovi lì riuniti insegnarono che è Verità di fede affermare che la Madonna è Madre di Dio per il semplice fatto che Gesù è la Seconda Persona della Santissima Trinità che, nella pienezza dei tempi, si è incarnata, ha preso la nostra natura umana. Gesù, dunque, è vero Dio e vero uomo. È un'unica persona, la Seconda Persona della Santissima Trinità, in due nature: la natura divina preesistente e la natura umana. Dal momento che la persona è comunque divina, la Vergine Maria è Madre di Dio.
Diventare Madre di Dio è il massimo a cui possa arrivare una persona umana. Per questo motivo, alcuni antichi teologi parlavano di Maria come il confine tra il creato e l'increato: al di là di questo confine vi è solo Dio.
La Madonna non è solamente Madre di Dio ma è anche Madre nostra. Questa è una verità molto consolante. Diventando Madre di Gesù, Maria è diventata anche Madre nostra, di noi che siamo le membra del Corpo mistico di Cristo. Oggi, in questa bella Solennità, siamo chiamati a riflettere sull'importanza della devozione mariana. Il papa Paolo VI, in una predica, insegnava che non si può essere cristiani senza essere mariani, ovvero senza nutrire una tenera devozione alla Madonna. La devozione alla Madonna non è qualcosa di facoltativo, lasciato alla nostra libera decisione, ma è qualcosa di essenziale per il semplice fatto che siamo cristiani e Gesù vive in noi. Se vive in noi, Gesù ama in noi. Ama il suo Padre Celeste e ama la sua Madre Immacolata. Per questo motivo possiamo dire che la devozione mariana è come un segno bellissimo della presenza di Gesù in noi: non siamo noi ad amare l'Immacolata, ma è Gesù che la ama in noi. Tutti pertanto devono essere devoti alla Madonna e, quanto più lo saremo, tanto più assomiglieremo a Gesù.
Una grande devozione alla Madonna è il modo più bello e più facile per giungere alla salvezza eterna. Diversi Santi ci assicurano che non si perderà colui che ama la Madonna e la prega con perseveranza. Sia questo dunque il nostro impegno nel nuovo anno che è appena iniziato: pregare con fiducia e perseveranza Colei che è la nostra Madre.
Si racconta che san Bernardino da Siena, quando era ancora giovane, giunta la sera, usciva di casa e vi ritornava dopo diverso tempo. Una sua parente, temendo che il giovane Bernardino avesse trovato qualche brutta compagnia, una sera lo seguì di nascosto; ma fu grande la sua consolazione quando vide che egli, uscito dalla porta della città, si fermava davanti ad una immagine mariana che aveva "rapito il suo cuore", e lì pregava a lungo. Rassicurata da ciò, la parente tornò a casa in pace.
Imitiamo questo esempio. Cerchiamo anche noi una immagine mariana che ci piaccia e che parli al nostro cuore; rechiamoci spesso a visitarla, e parliamole "con il cuore in mano". Saranno quelli i momenti più belli della giornata. Ella, la nostra Madre tenerissima, avrà sempre qualche nodo da scioglierci.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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