BastaBugie n�667 del 03 giugno 2020

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1 BOSE NELLA BUFERA: IL PAPA OBBLIGA ENZO BIANCHI AD ANDARSENE
La comunità accusa di autoritarismo il suo fondatore... e ora che ne sarà di Bose?
Autore: Nico Spuntoni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 IL CORONAVIRUS E' STATA UNA RIVOLUZIONE, CIOE' UN ATTACCO ALLA LIBERTA'
Della rivoluzione ci sono tutti gli ingredienti: un ideale supremo (la salute), la limitazione della libertà, la forza per imporre dall'alto le decisioni, la propaganda che inganna il popolo, le limitazioni alla Chiesa, i segni di sottomissione (la mascherina), gli utili idioti e i delatori
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera
3 L'EPIDEMIA DI CORONAVIRUS ORMAI NON ESISTE PIU' (E DICIAMOLO: LA MASCHERINA E' INUTILE E A VOLTE DANNOSA)
L'Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che la mascherina favorisce il contagio (imporla ha ormai solo il significato simbolico di mettere il bavaglio ai cittadini)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 ECCO COME CI INGANNA L'UNIONE EUROPEA
Quando al governo c'era la Lega faceva problema il 2,4% di deficit, mentre adesso con PD e Cinquestrulli siamo schizzati al 10,4% e va benissimo (VIDEO IRONICI: Mazinga Salvini, Devilman Mattarella, Lady Oscar Meloni)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
5 SPOSARE UNA PERSONA SIGNIFICA ACCOGLIERE IL SUO PASSATO, IL SUO PRESENTE E IL SUO FUTURO
Il matrimonio è una relazione così profonda che nulla va escluso dell'altro: non è facile, ma è il solo modo autentico di vivere in pienezza il rapporto d'amore
Autore: Antonio e Luisa De Rosa - Fonte: Matrimonio cristiano
6 NEL 2007 LO STUPENDO FILM KATYN HA RICORDATO LA MOSTRUOSA ALLEANZA TRA HITLER E STALIN PER SPARTIRSI LA POLONIA
Per decenni la propaganda sovietica riuscì a far ricadere la responsabilità del massacro di Katyn sui tedeschi... ma nessuna rinascita può esistere senza verità
Autore: Luisa Cotta Ramosino - Fonte: Scegliere un film 2009
7 TUTTI I GIORNI CON MARIA, IL NUOVO LIBRO DI RINO CAMMILLERI
Un calendario delle apparizioni della Madonna in duemila anni con miracoli e prodigi di ogni sorta (VIDEO: Le apparizioni mariane di Rino Cammilleri)
Autore: Costanza Signorelli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 UTERO IN AFFITTO? IN INGHILTERRA TE LO PAGA LO STATO
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): la figlia di Brad Pitt e Angelina Jolie si fa chiamare John, Povia e la polemica sul gay mancato, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa e omosessualità
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Provita & Famiglia
9 OMELIA SANTISSIMA TRINITA' - ANNO A (Gv 3,16-18)
Chi crede in lui non è condannato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - BOSE NELLA BUFERA: IL PAPA OBBLIGA ENZO BIANCHI AD ANDARSENE
La comunità accusa di autoritarismo il suo fondatore... e ora che ne sarà di Bose?
Autore: Nico Spuntoni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28-05-2020

"Fr. Enzo Bianchi, Fr. Goffredo Boselli, Fr. Lino Breda e Sr. Antonella Casiraghi dovranno separarsi dalla Comunità Monastica di Bose e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti". Con queste parole, un comunicato ufficiale pubblicato sul sito web ha confermato la notizia dell'allontanamento dello storico fondatore dalla nota realtà monastica interconfessionale. A disporlo, un decreto firmato lo scorso 13 maggio dal cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin ed approvato specificamente da papa Francesco.
La decisione arriva a conclusione dell'indagine portata avanti per quasi sei mesi dal benedettino Guillermo León Arboleda Tamayo, dall'abadessa cistercense Anne-Emmanuelle Devéche e dal padre canossiano Amedeo Cencini. Quest'ultimo, peraltro, è stato nominato Delegato Pontificio "ad nutum Sanctae Sedis" e sarà affiancato nell'esercizio dell'incarico da monsignor Marco Arnolfo, arcivescovo metropolita di Vercelli, e da monsignor José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Proprio a questo dicastero è stata consegnata la relazione finale preparata dai tre religiosi spediti dal papa in Piemonte il 6 dicembre del 2019. Il Delegato Pontificio dovrà, ora, cercare di ricucire lo strappo e mettere Luciano Manicardi, priore dal gennaio del 2017, nelle condizioni di governare la Comunità senza più l'ombra ingombrante del suo fondatore.

IL CLAMOROSO ALLONTANAMENTO
Le tensioni che hanno portato al clamoroso allontanamento confermato in questi giorni, infatti, hanno origine con le dimissioni di Bianchi arrivate tre anni fa a più di mezzo secolo dall'inizio dell'esperienza solitaria partita in una frazione abbandonata di Magnano. L'ex priore lo aveva detto al momento del passo indietro: "La trasmissione dell'eredità tra generazioni è uno dei grandi problemi della nostra società".
Nel suo caso, il problema è diventato grande a tal punto da spingere papa Francesco - di cui è stato un entusiasta supporter fino ad oggi - prima a disporre la visita apostolica e poi il provvedimento più estremo di fronte al quale - a quanto pare di capire dal comunicato già soprammenzionato - alcuni destinatari avrebbero fatto resistenza, determinando così "una situazione di confusione e disagio ulteriori" che ha convinto i vertici di Bose a rompere il silenzio e confermare la notizia.
Alla base della cacciata dalla 'sua' creatura ci sarebbe l'incapacità ad accettare il pensionamento e l'affidamento del governo al successore: non a caso, nell'annuncio della visita apostolica fatto sei mesi fa dalla Comunità, si era parlato di "un passaggio che non può non essere delicato e per certi aspetti problematico per quanto riguarda l'esercizio dell'autorità, la gestione del governo e il clima fraterno". Clima fraterno che, per via delle presunte ingerenze del fondatore sull'esercizio dell'autorità di Manicardi, si sarebbe guastato al punto da far sì che l'apertura di un'indagine venisse richiesta al Vaticano dagli stessi membri della Comunità.
Le difficoltà a passare il testimone, d'altra parte, si potevano leggere tra le righe di un'intervista concessa da Bianchi a Repubblica - quotidiano di cui è anche editorialista ascoltato - il 27 gennaio del 2017: "gli anziani - disse al giornalista Paolo Griseri - non si fidano di passare la mano perché spesso loro stessi non hanno un indirizzo preciso da indicare ai successori. E così temono, forse a ragione, che i giovani finiscano per dissipare quest'eredità".

FONDATORE AUTORITARIO E INGOMBRANTE
Ma la situazione non doveva essere idilliaca nemmeno prima di quella data se è vero che la prima visita apostolica risale al 2014, quando fu lo stesso Bianchi a chiedere l'invio di due visitatori da lui scelti, padre Michel Van Parys e suor Anne-Emmanuelle Devêche - presente anche nell'ultima ispezione - e che al termine dei cinque mesi d'ispezione incoraggiarono l'allora priore a mantenere l'incarico per almeno altri due anni ma non nascosero nella relazione finale una sottolineatura piuttosto esplicita: "L'esercizio delle diverse autorità in comunità - scrissero - non sia autoritario ma trasparente e sinodale".
Canonicamente, Bose non è un ordine monastico dal momento che costituisce una comunità interconfessionale formata da uomini e donne e lo stesso fondatore è sempre voluto rimanere un laico, avendo frequentato un seminario soltanto per cinque giorni all'età di undici anni. Tuttavia la realtà piemontese è stata riconosciuta come associazione privata di fedeli nel 2001 dall'allora vescovo di Biella, monsignor Massimo Giustetti e questo status permette, quindi, l'esecuzione del provvedimento vaticano.
La Comunità nata nel 1965 è lungamente vissuta in una sorta di limbo canonico per via del suo carattere interconfessionale e della presenza mista di uomini e donne: nel 1967 l'allora vescovo di Ivrea, per via della presenza di un non cattolico, vietò le celebrazioni pubbliche. Un divieto, però, che fu vanificato de facto dal cardinale Pellegrino, all'epoca arcivescovo di Torino e grande protettore dell'esperienza fiorita in una cascina abbandonata, che si recò lui stesso a celebrarvi Messa e nel 1973 approvò la regola monastica nel giorno della professione dei primi sette fratelli membri.
La Santa Sede, avendo concesso lo status di "associazione privata di fedeli" dovrebbe riconoscere i soli membri cattolici della Comunità che sarebbero, quindi, i soli vincolati ai provvedimenti canonici, al contrario di quelli appartenenti alle altre confessioni. L'ex priore, oggi 77enne, con "grande amarezza" dovrà lasciare quel "sogno" che fece diventare realtà più di mezzo secolo fa e che gli ha fatto conquistare nel tempo l'apprezzamento di una parte importante del mondo culturale cosiddetto progressista e le critiche dei tanti che hanno giudicato pericoloso il modello interconfessionale da lui proposto. Cosa ne sarà, ora, di Bose senza il carisma del suo ingombrante fondatore?

DOSSIER "ENZO BIANCHI"
L'eretico priore di Bose

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28-05-2020

2 - IL CORONAVIRUS E' STATA UNA RIVOLUZIONE, CIOE' UN ATTACCO ALLA LIBERTA'
Della rivoluzione ci sono tutti gli ingredienti: un ideale supremo (la salute), la limitazione della libertà, la forza per imporre dall'alto le decisioni, la propaganda che inganna il popolo, le limitazioni alla Chiesa, i segni di sottomissione (la mascherina), gli utili idioti e i delatori
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera, 27 Maggio 2020

Non so se e quanto ce ne siamo resi conto, ma noi, con questa vicenda del coronavirus, siamo nel bel mezzo di una rivoluzione. Della rivoluzione abbiamo infatti tutti gli ingredienti, nessuno escluso. Prima di tutto abbiamo l'ideale supremo, trasformato in un assoluto rispetto al quale tutto il resto è sacrificabile: la Salute. E che cos'è che ogni rivoluzione chiede di sacrificare in nome di un ideale supremo? La libertà, ovviamente. E che cos'è che ogni rivoluzione utilizza per imporsi e fare piazza pulita dei dissenzienti? Il terrore, ovviamente. Vedete che non ci manca nulla. L'ideale supremo l'abbiamo, il valore da sacrificare l'abbiamo, lo strumento l'abbiamo. Quello che cambia è il quadro storico, ma nella sostanza gli ingredienti sono classici. Andiamo avanti.
Ogni rivoluzione ha bisogno di una narrativa, il cui scopo principale è quello di esaltare il valore supremo, legittimare la rinuncia alla libertà, denigrare i nemici e alimentare il terrore. Proprio ciò che sta facendo la narrativa dominante in questo momento, grazie all'opera instancabile della maggior parte dei mass media.
Nel nostro caso, insieme alle libertà e ai diritti, l'altra grande vittima di questa rivoluzione è lo Stato. In realtà lo Stato già da molto tempo era un morto che camminava, ma a questo punto la sua liquidazione è completa. Se ancora formalmente esiste, è solo perché possa essere l'esecutore locale di decisioni prese altrove.
E qui veniamo a un altro ingrediente fondamentale: i rivoluzionari. Che nel nostro caso sono i grandi organismi internazionali e sovranazionali. Primo fra tutti l'Oms, quell'Organizzazione mondiale della sanità che assomiglia sempre di più a un governo mondiale, con il suo organo decisionale (l'Assemblea mondiale della sanità) e con le sue direttive in grado di incidere ovunque, saltando ogni potere decisionale intermedio, proprio grazie al suo marchio di fabbrica, ovvero la Salute, diventato il grande totem globale, appunto l'idolo supremo.

L'IDOLO RICHIEDE SACRIFICI
Proseguiamo. In ogni rivoluzione l'idolo non è veramente tale se non richiede sacrifici. E il sacrificio che ora è chiesto a tutti non è solo quello di rinunciare a porzioni crescenti di libertà e diritti, ma anche quello di diventare più poveri, di perdere il lavoro o di avere un lavoro più precario. Se lo richiede il grande totem, non si discute. E anche sotto questo profilo siamo nel classico quadro rivoluzionario. Tutte le rivoluzioni (pensiamo alla Cina maoista, alla Russia sovietica), nell'attesa della palingenesi rivoluzionaria, garantiscono una sola cosa: crescente povertà, tanto che possiamo ben dire che la povertà è un sigillo della rivoluzione. E lo è in particolare l'impoverimento della classe media: se il ceto medio si impoverisce, potete star certi che una rivoluzione è in corso.
Come in tutte le rivoluzioni, anche in questa che stiamo vivendo ci sono poi i guardiani, chiamati a controllare, e direi che nel nostro caso i guardiani proprio non mancano.
La rivoluzione, per meglio esercitare il controllo e la repressione del dissenso, ha bisogno di introdurre segni di riconoscimento, e nel nostro caso tale segno è la famigerata mascherina. Chi la indossa è accettato e può far parte del sistema, chi non la indossa, o la indossa di meno, è il controrivoluzionario, il reazionario, dunque il nemico.
In questi primi giorni di post-quarantena ho notato che molte persone indossano la mascherina anche quando sono sole, ben a distanza le une dalle altre, in luoghi aperti. La indossano persino quando sono da sole in automobile. Significa che la mascherina è diventata il contrassegno del conformismo rivoluzionario. Viene indossata non tanto e non solo per la sua funzione (che resta comunque dubbia), ma in quanto simbolo di appartenenza. Come la giacca di Sun Yat-sen ai tempi del maoismo.
Come in tutte le rivoluzioni, oltre ai guardiani non possono mancare i delatori, e infatti ne abbiamo. Ne sanno qualcosa i parroci che si sono visti piombare in chiesa le forze dell'ordine perché qualcuno aveva segnalato che era in corso una Messa alla presenza dei fedeli.
Conformismo e delazione sono in funzione della coesione rivoluzionaria fondata sul terrore. E ogni vero rivoluzionario sa di essere, in fondo, nient'altro che un organizzatore del terrore, come spiegò chiaramente Feliks Ėdmundovič Dzeržinskij, primo direttore della Čeka, la polizia segreta sovietica, quando disse: "Noi siamo per il terrore organizzato".
Prima ho parlato dei sacrifici richiesti dal totem globale della Salute, ma non bisogna pensare che il rivoluzionario li viva in quanto tali. No, il rivoluzionario li considera omaggi, ed è pronto a tutto, anche a lasciarsi tracciare, anche a non essere più libero, pur di vedere garantito ed esaltato il valore, in questo caso la Salute, che la rivoluzione ha deciso di mettere in cima a tutto e che l'ideologia trasforma in un assoluto.

LA PROPAGANDA
Inutile dire poi che la rivoluzione ha bisogno dei suoi cronisti e dei suoi cantori, e noi li abbiamo. Plotoni di giornalisti e intellettuali sono impegnati da settimane a dipingere il quadro del terrore, a rafforzare la narrativa voluta dalla rivoluzione e a presentare i dissenzienti come pericolosi nemici, i quali, come tali, possono solo meritare disprezzo e vanno esclusi dal consesso sociale.
Tutte le vere rivoluzioni poi mettono nel loro mirino la Chiesa e la sua libertà, e l'attuale rivoluzione, come ben sappiamo, è stata particolarmente solerte sotto questo profilo. La novità sta nel fatto che la Chiesa stessa, tranne rare eccezioni, ha collaborato con i rivoluzionari ed anzi ha dimostrato di voler essere più realista del re. Ma potevamo aspettarcelo: poiché da tempo ha sostituito Dio con l'uomo, e la legge divina con la volontà umana, era fatale che la Chiesa si piegasse ai rivoluzionari di turno, magari con la speranza di poterne ottenere qualche beneficio.
E qui, a proposito di quelli che invece di difendere la libertà si mettono con i rivoluzionari, non possiamo dimenticare la categoria degli utili idioti, altro elemento caratteristico di ogni vera rivoluzione.
Lo dico a beneficio dei più giovani: utile idiota (espressione attribuita a Lenin) era chi in Occidente anziché denunciare le atrocità del socialismo reale e mettere in guardia dall'abbracciare l'orso sovietico, lavorava incessantemente perché le nostre democrazie prendessero esempio dalla rivoluzione e si convertissero. E oggi noi vediamo che gli utili idioti pullulano. Avrebbero tutte le carte in regola per smascherare (è il caso di dirlo) la rivoluzione in corso, e invece, obnubilati dall'ideologia, fanno a gara per rafforzare il clima di terrore e gridare "al lupo, al lupo!".
Mi fermo qui. Ma non prima di avervi proposto un piccolo quiz. Come si chiamava l'organo di governo messo in piedi dai rivoluzionari francesi il 17 germinale dell'anno I (ovvero il 6 aprile 1793)? Bravi, avete indovinato: Comitato di salute pubblica. E ricordate anche i suoi poteri? Eh, sì: doveva sorvegliare ed era autorizzato a prendere decisioni mediante decreti, in circostanze ritenute di particolare urgenza e necessità. Vi ricorda qualcosa? Nihil sub sole novum [Niente di nuovo sotto il sole]!
Poiché la rivoluzione divora sempre i suoi figli, potremmo anche finire con una nota di speranza e dire che, in fondo, si tratta solo di aspettare che i Robespierre di turno finiscano ghigliottinati. Ma, nel nostro caso, non è così semplice. I nostri Robespierre si sono fatti furbi e lavorano nell'ombra. E questa volta non hanno messo nel loro mirino solo una nazione e un popolo, ma il mondo intero.

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: Radio Roma Libera, 27 Maggio 2020

3 - L'EPIDEMIA DI CORONAVIRUS ORMAI NON ESISTE PIU' (E DICIAMOLO: LA MASCHERINA E' INUTILE E A VOLTE DANNOSA)
L'Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che la mascherina favorisce il contagio (imporla ha ormai solo il significato simbolico di mettere il bavaglio ai cittadini)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01-06-2020

Tra i provvedimenti di cui si parla in questi giorni per la Fase 3, quella che prenderà il via a settembre, uno sta facendo molto discutere e sta suscitando forti preoccupazioni tra le famiglie: l'obbligo delle mascherine per i bambini e per tutti gli alunni delle scuole: mascherine che andrebbero portate per diverse ore al giorno. La scelta è sostenuta anche dalla F.I.M.P., la federazione italiana dei medici pediatri. Una presa di posizione che lascia molto perplessi, a fronte di numerosi studi che la sconsigliano o la ritengono controproducente. Studi che evidentemente sono stati ben recepiti dal governo liberale del Belgio, che ha annunciato che dopo una parziale riapertura di alcune classi lo scorso 18 maggio, dal due giugno le materne torneranno a funzionare regolarmente e dall'otto anche le elementari.
Ritenendo basso il rischio per i più piccoli, così come la probabilità di contagio, l'esecutivo federale di Bruxelles ha inviato una circolare a tutte le scuole e ha stabilito che per i bambini non saranno necessarie né maschere né tanto meno alcun tipo di distanziamento sociale. [...]
La scelta di questo ritorno alla normalità senza pesanti misure di sicurezza è dovuta, ha spiegato l'esecutivo, al fatto che gli esperti del governo "indicano che gli studi e l'esperienza acquisita in diversi Paesi dimostrano che i bambini sono da un lato meno colpiti dal virus e, dall'altro, meno contagiosi", di conseguenza "la riapertura delle scuole non porterà a una significativa impennata dell'epidemia. [...]

PERCHÉ IMPORRE AI BAMBINI LA MASCHERINA?
Gli studi epidemiologici attestano che i bambini sono la categoria di soggetti a minor rischio per COVID-19. In Italia i dati ufficiali resi noti dall'Istituto Superiore di Sanità (ed aggiornati al 20 maggio) dicono che su 227.204 casi totali ci sono 1.851 casi di bambini (0-9 anni) pari all'0,8% e 3.312 casi di ragazzi (10-19) pari all'1,5%.
Quanto all'uso di mascherine, la stessa O.M.S. segnala alcuni rischi potenziali relativi al loro uso, come il rischio di autocontaminazione, che può avvenire toccando e riutilizzando mascherine contaminate, potenziali difficoltà respiratorie e falso senso di sicurezza, che induce a una potenziale riduzione dell'osservanza di altre misure preventive.
L'uso corretto delle mascherine inoltre prevede una serie di manovre nell'indossarle e nel rimuoverle che ben difficilmente potrebbero essere perfettamente attuate da dei bambini. Né si può pensare che gli insegnanti debbano costantemente vigilare sul corretto utilizzo delle mascherine ed impedire che i bambini tocchino inavvertitamente la propria o la mascherina di un compagno di banco.
C'è il rischio concreto, quindi, che la mascherina, da presidio di sicurezza, si trasformi in pericoloso veicolo di contagio.
Quando si espira si emettete anidride carbonica, si emette del vapore che bagna la mascherina, con la possibilità che diventi ricettacolo di virus, batteri, funghi, parassiti, lì concentrati a diretto contatto con le vie aeree. [...]

SCENE DI ORDINARIA FOLLIA
Se uniamo la quasi certa errata gestione della mascherina da parte dei bambini con questi rischi potenziali appare evidente che il bilanciamento rischio-beneficio penda decisamente verso il rischio, piuttosto che il beneficio, nell'imposizione di questi dispositivi alla popolazione pediatrica. E non solo pediatrica: è impressionante vedere molte persone che indossano la mascherina anche quando sono sole, ben a distanza le une dalle altre, in luoghi aperti. La indossano persino quando sono da sole in automobile. Hanno paura di infettare il cruscotto?
La mascherina insistentemente imposta a grandi e piccoli ha un valore anche fortemente simbolico: è un oggetto-totemico del Nuovo Ordine Pandemico. Come ha scritto Aldo Maria Valli, "Chi la indossa è accettato e può far parte del sistema, chi non la indossa, o la indossa di meno, è il controrivoluzionario, il reazionario, dunque il nemico. La mascherina è diventata il contrassegno del conformismo rivoluzionario. Viene indossata non tanto e non solo per la sua funzione (che resta comunque dubbia), ma in quanto simbolo di appartenenza".
Si potrebbe aggiungere che la mascherina rappresenta anche un bavaglio, che ci chiude la bocca, un mezzo per nasconderci il volto, per renderci tutti uguali, omologati. Una mascherina che ricorda molto una museruola.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Paolo Gulisano, nell'articolo seguente dal titolo "Virus sparito, l'imprevisto che turba l'establishment" parla del professor Zangrillo che ha detto che l'epidemia clinicamente non esiste più: significa che l'epidemia ha già completato il suo ciclo. Affermazione dimostrata dalla realtà dei fatti.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 2 giugno 2020:
Tanto rumore per nulla; anzi: per una chiara evidenza clinica che tuttavia non si vuole riconoscere. È il caso scatenato dalle affermazioni del professor Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell'ospedale San Raffaele di Milano, per il quale "il Covid non esiste più", come hanno riportato gli organi di stampa, dando vita ad una dura polemica nei confronti del dirigente medico da parte degli esponenti del Comitato Tecnico Scientifico, che l'hanno accusato di irresponsabilità. In pratica il professore è stato bollato come "negazionista", un termine infamante che è cominciato a circolare e ad essere utilizzato nei confronti di chi cerca di leggere in un'ottica diversa dalla vulgata ufficiale di Stato l'epidemia di Coronavirus.
In realtà, il professor Zangrillo ha detto una cosa un po' diversa da quella su cui i virologi da bar si stanno accapigliando sui social: ha detto che l'epidemia "clinicamente non esiste più". Questo è una affermazione dimostrata dalla realtà dei fatti. Nell'Ospedale di Lecco, nella Lombardia zona rossa per eccellenza, in terapia intensiva non entra un paziente da un mese, dal 1 maggio. Zangrillo, che è un primario operativo, che dirige un dipartimento di emergenza, non ha fatto che mettere in evidenza quello che è sotto anche i suoi occhi da settimane: non solo sono diminuiti i casi, ma è diminuita e di molto la loro gravità. Il merito? Anche di quelle terapie osteggiate in ogni modo delle quali la Nuova BQ ha già parlato, di un miglioramento dell'assistenza territoriale dove i medici di medicina generale prestano cure a domicilio, e infine di una possibile diminuzione della aggressività e della virulenza del Covid stesso, favorita anche dall'aumento delle temperature e dell'avvicinarsi dell'estate.
Ma forse a dare più fastidio all'establishment governativo sono state le parole di commento del professore alle misure coercitive ancora in atto e ai provvedimenti legislativi vigenti e annunciati: "terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità". Hanno preso cappello il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli: che ha parlato di affermazioni "sconcertanti", il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa che dice che è "un messaggio sbagliato che rischia di confondere gli italiani", e un altro componente del Comitato, il pneumologo Richeldi.
In realtà, che il virus circoli ancora, che si riscontrino ancora casi, ricoveri e decessi, è innegabile. Ma se Zangrillo non fa che evidenziare un dato numerico, che è palese, è altrettanto vero che anche la carica virale del Covid rispetto a marzo è mutata, ed è diminuita. Lo affermano studiosi come il professor Clementi o il virologo Guido Silvestri, che ha in corso di pubblicazione degli studi al riguardo.
Quello che sta emergendo non fa che confermare le previsioni degli epidemiologi che ben conoscono l'andamento di questo tipo di epidemie virali. I Coronavirus - e questo lo sappiamo bene e da tempo - sono dei virus stagionali. Sono legati alle condizioni climatiche dell'autunno e dell'inverno, come i virus influenzali, come la SARS del 2002, causata come noto da un Coronavirus il cui genoma era all'80% sovrapponibile a quello del Covid 19, che ebbe inizio nell'ottobre del 2002 e nel giugno del 2003 si era completamento estinto, per non tornare più.
Dobbiamo dunque aspettarci un andamento simile per il Covid. Ma la tanto paventata "seconda ondata", quella che il Comitato Tecnico e il Ministro Speranza continuano a usare come minaccia-fantasma per poter prorogare le misure coercitive, per introdurre imposizioni discutibili come l'obbligo di mascherine per bambini?
E' chiaro che questa minaccia serve soprattutto - come ha sottolineato il professor Zangrillo - per mantenere la gente in uno stato di paura, di insicurezza, sotto ricatto per tutte le limitazioni alle libertà individuali che possono essere imposte.
Riguardo alla sedicente seconda ondata, una ipotesi che ci sentiamo di sostenere è che di fatto c'è già stata. Abbiamo già dato. Per capire: l'epidemia del Covid ha avuto due momenti: il primo, iniziato già in dicembre e proseguito in gennaio, con una casistica limitata, asintomatica o paucisintomatica, che ha colpito soggetti in buona parte sani e in giovane età. Questa è stata di fatto la prima ondata, non riconosciuta. Poi, il secondo momento, quello drammatico iniziato ai primi di marzo con una impennata della curva epidemica, l'esplosione dei casi, soprattutto tra soggetti anziani, fragili, a rischio.
Si potrebbe dunque concludere che l'epidemia ha già completato il suo ciclo. Il virus sparirà non solo dalle terapie intensive, ma anche dalla casistica. O meglio: diventerà una patologia gestibile, curabile, guaribile. Anche in vista di nuovi casi nel prossimo autunno, eventualità che secondo i soloni del Comitato scientifico è probabile, ma che in realtà è solo un'ipotesi come altre e che non ha riscontro in tutti i precedenti epidemiologici.


DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01-06-2020

4 - ECCO COME CI INGANNA L'UNIONE EUROPEA
Quando al governo c'era la Lega faceva problema il 2,4% di deficit, mentre adesso con PD e Cinquestrulli siamo schizzati al 10,4% e va benissimo (VIDEO IRONICI: Mazinga Salvini, Devilman Mattarella, Lady Oscar Meloni)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 1 giugno 2020

È passato poco più di un anno, ma tutti fingono di aver dimenticato cosa accadde fra l'autunno 2018 e la primavera 2019. Ricordate?
Il Giornale Unico del Partito Conformista Italiano (Pci), con l'establishment Ue, già dal settembre 2018 cominciò a sparare a zero perché il Def del governo gialloverde per il 2019 - su impulso della Lega - prevedeva un rapporto deficit/pil al 2,4%.
Era giustificato quell'allarme apocalittico? No, era infondato. Infatti i precedenti governi Pd, con Padoan all'Economia, nei loro Def, avevano previsto il rapporto deficit/Pil all'1,4% nel 2016 e nella realtà si era poi attestato al 2,5. Lo avevano previsto all'1,8% nel 2017 e poi era andato al 2,3%.
Dunque non c'era nulla di sconvolgente, ma fecero fuoco e fiamme e - con il diktat della Ue - riuscirono a imporre a quel governo di portare il deficit al 2,04. La Ue tedesca voleva piegare la Lega.
Con quell'operazione l'obbediente Conte cominciò ad accreditarsi come l'uomo di fiducia delle cancellerie europee per "neutralizzare" la Lega, finché Salvini - l'estate scorsa - fu costretto a mandare tutto all'aria perché non era più possibile fare una politica economica di rilancio dell'Italia(Conte aveva ormai portato il M5S fra le braccia dell'establishment).
Perché fu fatta dalla Ue (e dai suoi seguaci) quella battaglia apocalittica per uno 0,4% di deficit in più? Non c'era nessun motivo economico, erano quantità minime. Ma per una questione politica.

L'EUROPA NON VUOLE TAGLIARE LE TASSE
Infatti la Lega, con quel 2,4%, intendeva dimostrare (sia pure inizialmente) che dalla ventennale crescita zero dell'economia italiana non si usciva continuando con tagli, tasse e austerità (che ci avevano fatto precipitare in recessione e avevano aumentato il debito pubblico e la disoccupazione), ma si usciva con una politica espansiva (investimenti pubblici e abbassamento di tasse) per rimettere in moto l'economia e, crescendo il Pil, far diminuire l'incidenza del debito pubblico.
Tutto questo però era visto come la peste dall'establishment, perché avrebbe dimostrato che la strada "tedesca" dell'austerità, che ci stava affondando da 20 anni, era stata del tutto sbagliata.
I dogmi germanici, assoluti e indiscutibili, erano: il deficit - che occorreva ridurre perché altrimenti avrebbe fatto crescere il "mostruoso debito pubblico" italiano - e, appunto, il debito che - dicevano - era una voragine che stava per inghiottirci. A questa cupa divinità bisognava continuare a sacrificare lavoro, sanità, istruzione, opere pubbliche e - in sostanza - il benessere degli italiani.
Ripeto: si parlava di un deficit previsto al 2,4% del pil (portato al 2,04 dal diktat della Ue) e di un debito pubblico che si aggirava attorno al 132% del pil. Questo era "il mostro".
È passato poco più di un anno, è cambiato il governo, e ora nel Documento di Economia e Finanza 2020, varato dall'esecutivo giallorosso il 27 aprile 2020, si legge: "Il nuovo livello di indebitamento netto (deficit, ndr) delle amministrazioni pubbliche è quindi fissato al 10,4 per cento del PIL nel 2020... Quanto al livello del debito pubblico, lo stesso è previsto attestarsi al 155,7 per cento del PIL nel 2020".

CLAMOROSO
Capito? Dal 2,04 siamo schizzati al 10,4% di deficit e dal 132% di debito pubblico al 155,7%. E tutto con l'accordo dell'Ue, senza nessun allarme apocalittico. Venerdì scorso il governatore di Bankitalia Visco, nelle sue Considerazioni finali, ha affermato - riferisce il Corriere della sera - che "la sostenibilità del debito pubblico italiano 'non è in discussione', nonostante quest'ultimo, nell'anno in corso, sia previsto in aumento dal 135% al 156% del Pil".
Ma allora il "debito mostro" al 132%? Quella divinità a cui abbiamo sacrificato 20 anni di economia e di benessere degli italiani? Non è più vero niente?
Ora ci dicono che per combattere un crollo del Pil (causa Covid) del 13% occorre indebitarci e fare politiche espansive. Ma nei 20 anni precedenti avevamo lo stesso Pil in coma: perché ci hanno fatto fare la disastrosa strada tedesca del rigore e non una politica economica espansiva?
E la Ue che adesso, per aiutare i suoi paesi in crisi, sospende addirittura il patto di stabilità e così contraddice se stessa? È la clamorosa ammissione di aver sbagliato strada.
Certo, la Ue lo fa in modo controproducente: continuano a rifiutarsi di far fare alla Bce la Banca centrale (come chiedono "i sovranisti") e così escogitano le soluzioni sbagliate, quelle che creano più debito (anche a noi).
Ma resta il fallimento. Dunque avevano ragione i cattivi leghisti (a cominciare dai terribili Borghi e Bagnai).

Nota di BastaBugie
: l'autore dell'articolo mette in luce il pessimo comportamento dell'Unione Europea nei confronti dell'Italia. Abbiamo rilanciato questo articolo per questo motivo, non per esaltare l'azione di governo della Lega o perché siamo d'accordo al 100% con ciò che dice Salvini. Scriviamo questa nota per evitare che chi legge l'articolo si senta in dovere di scriverci che Salvini non è un santo, né condivide le sue idee. Ognuno tragga le conclusioni che vuole. Semplicemente i numeri sono numeri e l'Unione Europea si beffa sempre di noi italiani. A noi interessa dire solo questo.

VIDEO IRONICI (astenersi perditempo e persone molto serie)
I fans di Salvini possono divertirsi con gli ironici video seguenti (speriamo di non dovere anche in questo caso specificare che per noi Salvini non è il Salvatore promesso all'umanità).
Anche i fans della Meloni saranno accontentati dal suo video (anche qui: secondo noi non rappresenta la salvezza dell'umanità).
Per favore chi non ha senso ironico non li guardi e soprattutto... non ci scriva che non gli sono piaciuti.
Quando ci sarà da criticare Salvini lo faremo, vedi qui.


https://www.youtube.com/watch?v=Jat4XZUnG8s


https://www.youtube.com/watch?v=gtCldb7LFC8


https://www.youtube.com/watch?v=Zp4pYlEr-Uk

Fonte: Libero, 1 giugno 2020

5 - SPOSARE UNA PERSONA SIGNIFICA ACCOGLIERE IL SUO PASSATO, IL SUO PRESENTE E IL SUO FUTURO
Il matrimonio è una relazione così profonda che nulla va escluso dell'altro: non è facile, ma è il solo modo autentico di vivere in pienezza il rapporto d'amore
Autore: Antonio e Luisa De Rosa - Fonte: Matrimonio cristiano, 2 aprile 2020

Il matrimonio è una relazione così profonda che nulla va escluso dell'altro/a. Sposare una persona significa accogliere anche il suo tempo. Significa accogliere il suo passato, il suo presente e il suo futuro. Cosa significa concretamente?

1) ACCOGLIERE IL SUO PASSATO
Accogliere il suo passato è accogliere la sua storia, le sue esperienze, le sue ferite. Abbiamo sposato una persona che per diversi anni ha camminato senza averci al suo fianco. Lui/lei ha un cuore pieno di ferite, ha probabilmente fatto scelte sbagliate che hanno portato sofferenze e problematiche. Ognuno di noi ne ha. Spesso queste situazioni si verificano anche in ambito sessuale dove esiste una sofferenza sommersa e nascosta. Accogliere il suo passato significa capire che se lui/lei si comporta in determinato modo non è per cattiva volontà, ma perché molte volte non riesce ad amare e a donarsi. Proprio per il suo passato. Accogliere il suo passato significa avere pazienza e aiutarlo/la a guarire dalle ferite con il nostro amore. Significa sostenerlo sempre senza giudicarlo/la. Anche perché dobbiamo pensare che proprio il suo passato ha modellato la sua persona anche negli aspetti più positivi, quelli che ci hanno fatto innamorare.

2) ACCOGLIERE IL SUO PRESENTE
Accogliere il suo presente è accoglierlo/la per come è e non per tutte le aspettative che abbiamo su di lui/lei. C'è un momento in cui ogni coniuge deve lasciar cadere, deve liberarsi del sogno che aveva dentro di sé dell'altra persona. Questo è un momento che appartiene alla storia reale di ogni coppia. Lasciar cadere il sogno e accogliere in noi la verità dell'altro. Chiamarlo finalmente per nome. Chiamarlo in senso biblico. Accogliere e riconoscere con il nome tutta la persona che abbiamo di fronte. Questo processo può essere anche un duro colpo. Tante aspettative e tanti progetti. Tanti desideri che l'altra persona avrebbe dovuto incarnare e realizzare. Non è così. Spesso la persona che abbiamo sposato non è quella che pensavamo di aver sposato. Spesso l'idea che ci costruiamo è idealizzata e non è reale. Vogliamo che l'altro/a sia ciò che non è. E' importante superare questo momento cruciale. Momento che può giungere per alcuni prima e per altri dopo, per alcuni in modo repentino e per altri in modo graduale, ma arriva per tutti. Tranquilli che arriva. E' importante saperlo e riuscire a superarlo.
È importante disinnescare il pericolo che si cela dietro. Il pericolo di pensare che lui non sia quello giusto, che lei non sia quella giusta, e quindi provare con qualcun'altro/a. L'amore chiede invece questo salto di qualità. Saper riconoscere e accogliere l'altro per quello che è. Solo così l'amore diventa maturo. Quando ci si rende conto della caduta del sogno si sperimenta davvero di perdere la vita. Solo facendo questa esperienza che è un'esperienza di crisi, di smarrimento, di solitudine, magari di sofferenza e dolore. Solo passando attraverso questa morte possiamo essere finalmente pronti a farci dono all'altro senza pretendere nulla. Solo morendo possiamo risorgere in una nuova relazione questa volta fondata sulla verità e non su un desiderio idealizzato che non esiste. La famiglia del mulino bianco lasciamola alla pubblicità. La nostra non è così, ma se riusciamo a fare questo salto di qualità, se riusciamo ad uccidere il sogno che abbiamo in testa, beh la nostra famiglia può essere anche più bella di quella del mulino bianco, con tutto il casino e l'imperfezione da cui è abitata.

3) ACCOGLIERE IL SUO FUTURO
Infine accogliere il suo futuro. Amarlo/la qualsiasi cosa accada. Amarlo/la sempre e comunque, senza condizioni, anche nel caso estremo che lui/lei dovesse smettere di amarci.
Amare così non è facile, ma è il solo modo autentico di donare la nostra vita perché dia frutto. È il solo modo di vivere in pienezza l'opportunità più grande che Dio ci ha dato per diventare Santi, per vivere davvero e non solo per sopravvivere. È il solo modo per vivere in pienezza il nostro matrimonio.

Fonte: Matrimonio cristiano, 2 aprile 2020

6 - NEL 2007 LO STUPENDO FILM KATYN HA RICORDATO LA MOSTRUOSA ALLEANZA TRA HITLER E STALIN PER SPARTIRSI LA POLONIA
Per decenni la propaganda sovietica riuscì a far ricadere la responsabilità del massacro di Katyn sui tedeschi... ma nessuna rinascita può esistere senza verità
Autore: Luisa Cotta Ramosino - Fonte: Scegliere un film 2009

Polonia, primavera del 1940. Un cospicuo numero di militari e intellettuali polacchi viene trucidato e sepolto in una fossa comune dai servizi segreti sovietici nei pressi di Katyn, dopo il patto stipulato tra Stalin e Hitler che aveva stabilito la spartizione della Polonia tra Germania e Unione Sovietica. Le madri, le mogli, le figlie e le sorelle degli uomini uccisi aspetteranno a lungo, se non addirittura invano, di conoscere la sorte dei loro congiunti.
Nel 1943 l'esercito tedesco comunica i nomi di coloro che sono stati ritrovati nella fossa comune. Nel 1945, dopo la liberazione di Cracovia da parte dell'esercito di Stalin, la propaganda sovietica incolperà del massacro l'esercito tedesco.
Katyn, che prosegue il lavoro di ricostruzione storica e identitaria della Polonia che Wajda ha già affrontato con I dannati di Varsavia nel '57 e continuerà con un film su Lech Walesa è una pellicola intensa ed esigente che affronta, senza nascondere il profondo coinvolgimento personale dell'autore, il massacro di migliaia di ufficiali dell'esercito polacco da parte dell'esercito sovietico nella primavera del 1940.
Il regista, che è figlio di uno di questi ufficiali, affronta gli eventi lontani da una prospettiva che va ben oltre la pur doverosa ricostruzione degli eventi, per molti anni distorta dalla propaganda sovietica, che riuscì ad attribuire ai tedeschi la responsabilità del massacro, in realtà compiuto con cinica efficienza in una prospettiva di annientamento totale della nazione polacca.

LA MOSTRUOSA ALLEANZA TRA HITLER E STALIN
L'incredulità impotente degli ufficiali polacchi (militari di carriera, ma in molti casi anche intellettuali, scienziati, ingegneri e uomini di cultura in senso lato, che avevano indossato la divisa di fronte all'emergenza della minaccia nazista), separati dai loro soldati e consegnati ai sovietici, è già piena della consapevolezza del rischio che corrono.
La mostruosa alleanza stretta tra Hitler e Stalin per spartirsi la Polonia (di cui pure s'immagina la fragilità) ha chiare basi nel disprezzo per una nazione la cui cultura ha un fondamentale riferimento nella fede (ricordata dalle croci nell'università smantellata dai tedeschi che spediscono i docenti a morire nei campi di concentramento, ma anche dai rosari scambiati dagli ufficiali che pregano fin sul bordo delle fosse dove verranno nascosti i loro cadaveri).
Wajda sostiene il suo racconto con una colonna sonora di grande potenza e intensità (è firmata da Krzysztof Penderecki) e non nasconde l'ammirazione per questi uomini capaci (come nel caso del personaggio ispirato al padre del regista) di rinunciare alla possibilità della fuga in nome dell'onore e di conservare dignità e solidarietà reciproca pur nelle sofferenze della prigionia che precedette la morte.
Ma trova anche lo spazio di raccontare i destini dei loro parenti: mogli, madri, sorelle e figlie che, oltre alla lunga e crudele incertezza sul destino dei loro cari (un primo elenco dei morti fu diffuso solo nel 1943 da tedeschi, che trovarono le fosse comuni ed effettuarono le identificazioni, talvolta tragicamente errate), subiscono la violenza di chi vorrebbe impedire loro perfino di affermare la verità sulla loro morte.

NESSUNA RINASCITA SENZA VERITÀ
Nella Polonia «liberata» e comunista che deve rinascere secondo il modello imposto da Mosca, non c'è spazio né volontà per rendere almeno l'omaggio della verità ai morti.
Wajda, attraverso le parole e i gesti dei suoi personaggi, ci dice esplicitamente che, in quel momento come cinque anni prima con l'invasione tedesca, ci sono in gioco l'identità e la cultura di un popolo.
C'è così chi sceglie di dimenticare (come uno degli ufficiali scampati al massacro o la sorella di uno dei morti) in nome della ricostruzione di un paese e di un popolo duramente provato, e chi, anche a prezzo della libertà o della vita, di fatto afferma che nessuna identità o rinascita può esistere a prezzo della verità. È il caso dell'altra sorella dell'ufficiale ucciso, che insiste per posare una lapide con l'esatta data della morte e rifiuta di firmare una dichiarazione che imputi ai tedeschi il massacro; e il caso del figlio di un generale assassinato, che viene rifiutato all'università e poi ucciso per aver imputato ai sovietici la morte di suo padre.
La commozione di questo sacrificio silenzioso, ma decisivo, si accompagna nella pellicola di Wajda alla pietas per il dolore di chi non riesce a smettere di attendere un ritorno impedito dalla crudeltà bugiarda di un'ideologia che avrebbe continuato a segnare la terra di Polonia per i decenni a venire.

Nota di BastaBugie: in fondo si può vedere il trailer del film.
Per acquistare il dvd: clicca qui!
Per approfondimenti su Katyn, l'intervista al regista, una clip del film, la notizia della tragedia dell'aereo che andava in Russia a commemorare il 70° anniversario di Katyn, visita il sito FilmGarantiti al seguente link:
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=19


https://www.youtube.com/watch?v=IjLw9iAPyxk

Fonte: Scegliere un film 2009

7 - TUTTI I GIORNI CON MARIA, IL NUOVO LIBRO DI RINO CAMMILLERI
Un calendario delle apparizioni della Madonna in duemila anni con miracoli e prodigi di ogni sorta (VIDEO: Le apparizioni mariane di Rino Cammilleri)
Autore: Costanza Signorelli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11-05-2020

Fa perdere la testa agli scettici, che devono moltiplicare a dismisura i loro sforzi negazionisti. E allo stesso tempo, fa impazzire i super devoti, i quali mai avrebbero pensato di essere così impreparati sull'argomento. Insomma "Tutti i giorni con Maria. Il calendario delle apparizioni" di Rino Cammilleri, non è solo una novità tra le pubblicazioni della casa editrice Ares, ma è un'autentica scoperta per chiunque vi si accosti. Si tratta infatti di oltre 700 pagine, in cui ognuno dei 365 giorni dell'anno è coperto dal racconto di un'apparizione della Madonna, salvo rare eccezioni che sono però ampliamente supplite dalle date in cui le visite della Mamma Celeste, in un sol giorno, si moltiplicano.
-Si parte perciò, con la proclamazione di Maria quale "Madre di Gesù e Madre di Dio" da parte dei padri del Concilio di Efeso nel 431: è il primo di gennaio. E si chiude, il 31 dicembre, con la memoria di Caterina Labourè: la veggente della medaglia più diffusa al mondo, la cui immagine della Madonna che elargisce Grazie, è impressa nella mente persino dei non credenti.
In mezzo a questi due estremi si sviluppa l'intero calendario mariano che, lontano dallo stile enciclopedico, vuole essere una sorta di compilation da consultare giorno dopo giorno, con un certo spirito di allegrezza. D'altra parte, il contenuto è assolutamente serio, trattandosi di ciò che la Madre del Verbo ha detto al Suo popolo in oltre duemila anni di storia del Cristianesimo.
"Non sempre - spiega l'autore - si tratta di apparizioni vere e proprie, talvolta si narra di manifestazioni soprannaturali che hanno come protagonista la Madonna, e a cui si deve la costruzione di un santuario o una festa locale. Altre volte invece la Madonna si limita a muovere (miracolosamente, ovvio) gli occhi o la mano in un quadro o una statua che la raffigura, oppure a piangere. Ma è sempre da Lei che parte l'iniziativa. Perciò, è sembrato doveroso inserire anche questi fatti".
In ogni caso, la maggior parte della narrazione tratta di autentiche apparizioni della Madonna, tanto che l'autore è tenuto ad una precisazione: "Non essendo tutte riconosciute dalla Chiesa (le mariofanie riconosciute ufficialmente sono solo quindici, ndr), il libro si affida principalmente al criterio del culto locale: migliaia infatti sono, per esempio, i santuari mariani riconosciuti dal vescovo del posto, essendo lui stesso l'autorità competente in merito a tali fenomeni".
E allora vediamone qualcuno. Partiamo, per esempio, da Matemblewo, in Polonia, dove la Madonna ha aiutato materialmente a partorire una donna sola e attempata, salvando lei e la neonata creatura (27 gennaio). Passiamo poi da Forte Deus, in India, dove nel 1536 una "Signora di incomparabile bellezza" ha abbagliato con i suoi raggi di luce la formidabile armata musulmana, liberando così i cristiani assediati e salvando la città (14 febbraio). Procediamo poi con la Statua della Vergine di Copacabana che, di fronte all'Eucaristia innalzata, ha preso vita e ha fatto sgorgare una fonte d'acqua in un villaggio colpito da siccità, siamo in Perù (23 maggio). C'è poi l'affresco che grondò sangue dopo che un giocatore d'azzardo infuriato, sfregiò il volto della Madonna nel santuario di Santa Maria del Paradiso a Clusone (Bergamo) (19 giugno). E ancora: la Madonna Nera di Altotting, in Baviera, che risuscitò un bambino di tre anni caduto in un torrente e annegato (27 maggio); oppure Nostra Signora di Ostiglia (Mantova) che, apparendo ad una contadinella sordomuta, le fece chiedere ai compaesani di costruire un Santuario in suo onore. La bambina, obbedendo, prese a parlare rendendo noto a tutti il prodigio della Madonna (26 novembre). E infine, c'è la Madonna dipinta che si vivificò dinnanzi ai fedeli insieme al Bambin Gesù che elargiva benedizioni, presso la chiesa di San Celso a Milano (30 dicembre); oppure la Madonna dello Schiaffo il cui volto è tutt'ora prodigiosamente tumefatto per via delle botte subite da un ubriacone e bestemmiatore nel Duomo di Vercelli (21 aprile).
L'elenco potrebbe andare avanti a lungo, esattamente per 760 pagine, poiché moltissimi sono i fatti prodigiosi riguardati la Madre di Dio che il calendario mariano ci racconta. Ma il fatto più miracoloso è ciò che, pur non detto, si comprende benissimo tra le righe: Maria è veramente una Mamma che cammina al nostro fianco e che arde dal desiderio di vederci felici per sempre. Per questo Lei non ci abbandona mai e interviene con insistenza nella storia del mondo e di ciascun uomo: la Madonna vuole portarci tutti in Paradiso tra le braccia di Suo Figlio Gesù. Ecco il Suo miracolo più grande.

Nota di BastaBugie: per ricevere il nuovo libro di Rino Cammilleri "Tutti i giorni con Maria", clicca qui!
Nel seguente video (durata: 1 ora e 22 minuti) dal titolo "Tutti i giorni con Maria" si può vedere l'interessante conferenza di Rino Cammilleri che descrive le varie apparizioni mariane che ci sono state in duemila anni a partire dalla Vergine del Pilar apparsa nel primo secolo in Spagna (quando la Madonna era ancora in vita) fino alle ultime apparizioni dei nostri giorni.


https://www.youtube.com/watch?v=_Vu5AA8WPD0

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11-05-2020

8 - UTERO IN AFFITTO? IN INGHILTERRA TE LO PAGA LO STATO
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): la figlia di Brad Pitt e Angelina Jolie si fa chiamare John, Povia e la polemica sul gay mancato, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa e omosessualità
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Provita & Famiglia, 1° giugno 2020

Incredibile ma vero. Lo scorso aprile la Corte Suprema del Regno Unito ha fatto sapere ufficialmente ai contribuenti britannici che, in futuro, il National Health Service (NHS), ovvero il Servizio Sanitario Pubblico britannico, nonostante siano scarse le risorse finanziarie per le cure mediche essenziali, sarà costretto ad elargire somme a sei cifre per chi voglia fare ricorso alla pratica dell'utero in affitto in un paese extra britannico, perché in Inghilterra è vietato.
Il peso maggiore in questa storia l'ha avuto Brenda Marjorie Hale, nota come Lady Hale, che è stata una giudice britannica, presidente della Corte Suprema del Regno Unito dal 2017 al 2020, la quale, in passato, si era occupata del caso di una donna a cui aveva fatto avere un risarcimento importante (di ben 560.000 sterline) per alcuni gravi errori clinici che, a causa di una diagnosi tardiva di cancro all'utero, le avevano reso impossibile portare avanti una gravidanza.
C'è però un piccolo particolare: la donna in questione, il cui nome per ragioni di privacy non viene svelato, aveva già ricevuto più di 74.000 sterline per poter pagare quattro gravidanze con maternità surrogata, a cui aveva fatto ricorso, usando i suoi ovuli. Ben quattro perché la donna desiderava anche una famiglia numerosa. Eppure se questa richiesta di risarcimento fosse stata respinta, il sistema sanitario nazionale, avrebbe avuto denaro sufficiente per poter pagare circa 100 interventi per protesi al ginocchio e all' anca, destinate a pazienti che sono in lista d'attesa ormai da lungo tempo. Un caso, insomma, che rappresenta un importante precedente in merito alla recente decisione della Corte Suprema del Regno Unito.
Eppure proprio Lady Hale si è autodefinita un'ardente attivista per i diritti delle donne, ma quali diritti? Quelle delle madri surrogate che verranno, dopo essere state sfruttate adeguatamente come banali involucri, tenute ben lontane dalle coste britanniche? Di quali diritti stiamo parlando? Viene piuttosto da chiedersi... siamo di fronte ad una nuova forma di schiavitù o di colonialismo?

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).

LA FIGLIA DI BRAD PITT E ANGELINA JOLIE SI FA CHIAMARE JOHN
Il 27 maggio scorso Shiloh, la figlia di Brad Pitt e Angelina Jolie, ha compiuto 14 anni. Shiloh vuole farsi chiamare John e ama vestire da maschio, facendosi tagliare i capelli corti.  Tempo fa la madre ha spiegato che la figlia «si sente un ragazzo, si fa chiamare John, quindi abbiamo deciso di assecondarla». Sulla stessa lunghezza d'onda il padre il quale pare che abbia dichiarato, in occasione del compleanno della figlia, che approva la sua decisione e adora il fatto che lei sia sempre stata fedele a se stessa.
Ci sbaglieremo pure, ma noi invece vediamo solo il sintomo di un disagio di questa ragazzina cresciuta in un ambiente molto sopra le righe ed ora contesa da genitori separati. Un disagio comune a molti figli di coppie separate il quale si può esprimere in moltissime forme. Shiloh ha deciso di negare la propria identità, un modo ingannevole per fuggire da una realtà dolorosa e che dovrebbe trovare amorevole opposizione nei genitori e non entusiastico consenso.
(Gender Watch News, 1° giugno 2020)

POVIA E LA POLEMICA SUL GAY MANCATO
Il cantante Povia, ospite del programma della Rai Vieni da me, racconta che fa le pulizie di casa e afferma di essere «un gay mancato». La conduttrice Caterina Balivo, ossequiosa del politicamente corretto, si infuria e lo rimprovera così: «Scusa, ma hai detto un'altra cretinata, Povia». Il cantante la prende in giro nuovamente e le ribatte: «sono un di lei mancato».
"Scherza coi fanti ma lascia stare i gay" si potrebbe commentare. I Gay Pride offendono la sensibilità religiosa di tutti, ma la categoria dei gay non può essere fatta oggetto nemmeno di una battuta.
(Gender Watch News, 11 maggio 2020)

COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA E OMOSESSUALITÀ
Cosa dice il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, volume pubblicato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, sull'omosessualità? «Un problema particolare collegato alle unioni di fatto è quello riguardante la richiesta di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, sempre più oggetto di pubblico dibattito. Soltanto un'antropologia rispondente alla piena verità dell'uomo può dare una risposta appropriata al problema, che presenta diversi aspetti sia sul piano sociale che ecclesiale. Alla luce di tale antropologia si rivela "quanto sia incongrua la pretesa di attribuire una realtà ´coniugale´ all'unione fra persone dello stesso sesso. Vi si oppone, innanzi tutto, l'oggettiva impossibilità di far fruttificare il connubio mediante la trasmissione della vita, secondo il progetto inscritto da Dio nella stessa struttura dell'essere umano. È di ostacolo, inoltre, l'assenza dei presupposti per quella complementarità interpersonale che il Creatore ha voluto, tanto sul piano fisico-biologico quanto su quello eminentemente psicologico, tra il maschio e la femmina. È soltanto nell'unione fra due persone sessualmente diverse che può attuarsi il perfezionamento del singolo, in una sintesi di unità e di mutuo completamento psico-fisico".
La persona omosessuale deve essere pienamente rispettata nella sua dignità e incoraggiata a seguire il piano di Dio con un impegno particolare nell'esercizio della castità. Il doveroso rispetto non significa legittimazione di comportamenti non conformi alla legge morale né, tanto meno, il riconoscimento di un diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, con la conseguente equiparazione della loro unione alla famiglia: "Se dal punto di vista legale il matrimonio tra due persone di sesso diverso fosse solo considerato come uno dei matrimoni possibili, il concetto di matrimonio subirebbe un cambiamento radicale, con grave detrimento del bene comune. Mettendo l'unione omosessuale su un piano giuridico analogo a quello del matrimonio o della famiglia, lo Stato agisce arbitrariamente ed entra in contraddizione con i propri doveri"».
(Gender Watch News, 24 aprile 2020)

Fonte: Provita & Famiglia, 1° giugno 2020

9 - OMELIA SANTISSIMA TRINITA' - ANNO A (Gv 3,16-18)
Chi crede in lui non è condannato
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Quando san Patrizio evangelizzò l'Irlanda, volendo spiegare il mistero della Santissima Trinità, si servì di un piccolo esempio: prese fra le mani un trifoglio e disse che, come quelle tre foglioline formavano un'unica piantina, così le tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, formano un unico Dio. L'esempio riuscì allo scopo: la folla che ascoltava abbracciò la fede cristiana e da allora, anche in tempi recenti, il giorno di san Patrizio, gli irlandesi attaccano al vestito un mazzolino di trifoglio, in memoria della loro conversione e in onore del Santo che li ha evangelizzati.
Il mistero della Trinità, celebrato in questa prima domenica dopo Pentecoste, è il primo mistero della fede cristiana, il più importante e il meno accessibile all'intelligenza umana. Vi si possono solo cogliere dei pallidi riflessi nella creazione, la quale, essendo opera di Dio, reca in se stessa l'impronta del suo Creatore. Per questo motivo, l'intelligenza umana non può arrivare a comprendere questo mistero, ma capisce che tale mistero, pur superando l'umana comprensione, non è contro la ragione; comprende inoltre che le similitudini che troviamo nell'opera della creazione confermano il nostro atto di fede.
La ragione umana non sarebbe mai riuscita a conoscere che Dio è in tre Persone uguali e distinte. Questa verità la sappiamo solo perché Gesù ce l'ha rivelata. La frase della Scrittura che maggiormente ci fa comprendere questo mistero è l'affermazione di san Giovanni evangelista: «Dio è amore» (1Gv 4,8). In questa piccola frase è racchiuso tutto il mistero di Dio uno e trino. Dio è trino, in tre Persone, proprio perché e Amore. Quando parliamo di amore, si parla sempre di una comunione di persone: la persona che ama, la persona amata e l'amore reciproco. Il Padre ama il Figlio, il Figlio ama il Padre e l'amore reciproco tra il Padre e il Figlio è lo Spirito Santo. C'è amore solo dove c'è comunione. Ma, pur essendo in tre Persone, vi è un unico Dio, poiché l'amore unisce e, in Dio, l'amore è così perfetto che di tre Persone c'è un solo Dio. Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio, e insieme non formano tre divinità, ma un unico Dio.
Il mistero della Santissima Trinità si riflette in modo particolare nell'uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio. Tra le creature visibili, l'uomo e la donna sono le più perfette, quelle che maggiormente rivelano il mistero di questa comunione divina. Inoltre, quanto più uno ama, quanto più uno è santo, tanto più conosce Dio e lo fa conoscere al mondo.
La famiglia umana è chiamata alla santità, proprio perché è chiamata a riflettere il mistero di Dio. Più persone, unite dall'amore, formano un'unica famiglia e devono aiutarsi vicendevolmente ad amare e a servire il loro Creatore. Sganciata ed emancipata da Dio, la famiglia perde molto del suo valore e viene meno alla sua vocazione. Il beato Carlo, ultimo imperatore d'Austria, il giorno del suo fidanzamento, disse alla sua promessa sposa che da quel momento in poi si dovevano aiutare reciprocamente ad andare in Paradiso. E, alcuni anni dopo, affermò che avrebbe preferito che il Signore prendesse con Sé i suoi figli, piuttosto che essi commettessero un solo peccato mortale.
Dio è amore infinito e tale amore liberamente si vuole riversare sulle creature, innanzitutto sull'uomo, il quale per il peccato si era separato dal suo Creatore. Per questo motivo, il Vangelo di oggi così afferma: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). L'amore di Dio è venuto incontro a noi e ci ha salvati. Così la prima lettura di oggi mette in luce quella che è la caratteristica più grande di Dio, ovvero la misericordia, e lo afferma con queste parole: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6). L'amore infinito di Dio si manifesta nella Croce di Gesù. Guardando Gesù, morto e risorto per noi, noi vediamo tutta la ricchezza della misericordia divina.
Salvati dall'amore, noi siamo chiamati a vivere nell'amore vicendevole. San Paolo, nella seconda lettura di oggi, lo afferma con chiarezza: «Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi» (2Cor 13,11). Una famiglia che si ama, una Comunità affiatata, sono riflesso della comunione d'amore che vi è tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Quando dei fratelli si vogliono bene si dice che essi sono un cuore e un'anima sola. Così si diceva della prima Comunità cristiana di Gerusalemme e così si deve dire di ogni Comunità radunata dall'amore di Dio. Diversamente, daremo una contro testimonianza, anzi, saremo di scandalo. Nel Monastero di san Damiano, nelle vicinanze di Assisi, si diceva che santa Chiara e le sue consorelle erano così congiunte dalla mutua carità da avere, fra di loro, come un'unica volontà (cf FF 352). Come esortava san Paolo nella seconda lettura, quelle sante suore avevano gli stessi sentimenti e il loro amore vicendevole era talmente grande che la loro vita umile e nascosta era un piccolo riflesso di Cielo.
«Tendete alla perfezione» (2Cor 13,11), ci ripete san Paolo. La perfezione non consiste nel compiere miracoli, ma nell'amare con tutte le nostre forze Dio e il prossimo. Se faremo così, l'amore di Dio sarà sempre con tutti noi e noi potremo riflettere nel modo migliore il mistero di Dio, uno e trino.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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