BastaBugie n�679 del 26 agosto 2020

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1 A LUMEZZANE IL PRESIDE VOLEVA SEQUESTRARE GLI ALUNNI CON FEBBRE... E NON E' UNA FAKE NEWS!
La ministrA Azzolina bolla la notizia come fake news, ma è tutto vero, ci sono le prove (VIDEO IRONICO: La Super Cazzolina e la riapertura delle scuole)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
2 POLIZIOTTI MASCHERATI DA PUFFI PER NON ESSERE CONTAGIATI DAGLI IMMIGRATI
A Roma sono le forze dell'ordine a doversi proteggere dal virus dei clandestini infetti (ma non si faceva prima a non farli proprio entrare in Italia?)
Autore: Francesco Storace - Fonte: Il Tempo
3 L'ORGOGLIO E' LA RADICE DI TUTTI I MALI
L'uomo nell'eccesso dell'amor proprio, considera Dio se stesso violando il primo comandamento
Autore: Pierfrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri
4 SOROS, IL PADRONE DEL MONDO, COMPIE 90 ANNI
Finanziatore della sinistra in Usa ed Europa, promuove democrazia e giustizia... ma solo per coloro che si uniformano ai suoi ideali: aborto, eutanasia, adozioni gay, immigrazione, ecc.
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 SONDAGGIO CEI: ITALIANI GENTE DI POCA FEDE
Triplicati in 25 anni gli italiani che pensano che Dio non esista eppure il 67% è favorevole al crocifisso nei luoghi pubblici
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
6 E' GIUSTO VOLERE IL FIGLIO PERFETTO? STORIE DI BAMBINI NATI CON LA SPINA BIFIDA
Con la diagnosi prenatale un esame medico si trasforma in sentenza di morte... infatti l'82% dei bambini con spina bifida viene abortito (eppure in quelli nati l'88% cammina e il 72% ha uno sviluppo neurologico normale)
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera
7 LA LOBBY GAY VUOLE MODIFICARE IL LINGUAGGIO... PER MODIFICARE LA (PERCEZIONE DELLA) REALTA'
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Netflix e la serie TV con un bimbo trans, la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale promuove l'omosessualità, Lobby gay vs TFP
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana
8 I FEDELI CONCELEBRANO CON IL SACERDOTE?
Solo i sacerdoti sono stati resi adatti a compiere la transustanziazione che per quanto produce non è azione umana, ma divina (VIDEO: Il velo rimosso)
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani
9 OMELIA XXII DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 16,21-27)
Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - A LUMEZZANE IL PRESIDE VOLEVA SEQUESTRARE GLI ALUNNI CON FEBBRE... E NON E' UNA FAKE NEWS!
La ministrA Azzolina bolla la notizia come fake news, ma è tutto vero, ci sono le prove (VIDEO IRONICO: La Super Cazzolina e la riapertura delle scuole)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 14-08-2020

Studente con la febbre a scuola? Chiamate i carabinieri e isolatelo dai famigliari. A Lumezzane Pieve il preside di un istituto comprensivo, che va dall'Infanzia alle Medie Dante Alighieri, ha pensato bene di inviare un'informativa ai genitori dal vago sapore coreano. Fortunatamente la comunicazione della scuola è rientrata e ora al punto sette dove si affronta la procedura di isolamento è previsto che il bambino torni subito al suo domicilio, ma per sei giorni i genitori dell'istituto in provincia di Brescia hanno avuto di che tremare.
Ecco quanto pubblicato sul sito della scuola il 6 agosto scorso e modificato soltanto il mercoledì 12, una settimana dopo. Al punto sette, nell'informativa sulla ripresa delle lezioni dopo la pausa estiva e il lockdown si legge:
"In presenza di sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37.5°C durante l'orario scolastico, per gli alunni scatta una rigida procedura che prevede i seguenti passaggi:
- l'alunno dovrà essere immediatamente dotato di mascherina chirurgica;
- sarà posto in isolamento in stanza Covid;
- il docente dovrà chiamare immediatamente il 112 o il 1500;
- i genitori non potranno prelevare in alcun modo il proprio figlio da scuola che sarà affidato all'autorità sanitaria.
Pertanto, alla luce del rigido protocollo, si invitano vivamente i genitori ad attuare scrupolosamente le raccomandazioni di cui al punto precedente."

IL PRESIDE HA FATTO MARCIA INDIETRO
Isolamento in una stanza covid, allertare i carabinieri, dare il bambino in custodia all'AST locale e tenere fuori i genitori. Forse neanche a Sparta erano così drastici.
Le polemiche scatenatesi sui social sono state tali e tante che il preside ha fatto marcia indietro anche se alla Nuova BQ che lo ha raggiunto ha detto che ha cambiato l'informativa solo dopo la pubblicazione delle linee guida della Ministra Azzolina, che non prevedono ovviamente il sequestro dei bambini da parte dell'autorità sanitaria.
Eppure, l'episodio è sintomatico di un certo modo di ragionare di funzionari statali che non sanno più come gestire un'emergenza che non ha ormai né capo né coda. La scuola è sempre più nel caos, anche se la Azzolina non perda occasione, leggi l'intervista di ieri del Corriere, per dire di aver fatto i miracoli.
Del resto, se un preside fai da te arriva a ipotizzare il sequestro preventivo dei medici dell'Asl per i bambini significa non solo che i dirigenti sono lasciati a loro stessi in balia dell'incertezza a un mese dalla riapertura dei cancelli delle scuole, ma anche che la mentalità che è passata con i Dpcm del governo, è quella che i figli sono dello Stato e i genitori devono retrocedere. Del resto, non dimentichiamo che è stato il governo a prevedere che un padre e una figlia dovessero stare distanziati in auto come se il vivere tra le stesse mura domestiche non fosse nulla. Ed è sempre stato il governo a intervenire pesantemente nella vita famigliare impendendo a mamma, papà e figli di sentirsi un unico corpo sociale, cosa poi presa a modello dalla stessa Chiesa che ancora oggi in molte parrocchie impedisce alle mamma, papà e figli di sedersi vicino a Messa.
Mentalità, dicevamo, che si stanno facendo largo e che vanno combattute con le unghie e con i denti perché quando lo Stato avrà il controllo totale e fisico anche sui figli non resterà più nulla per la costruzione definitiva dell'uomo nuovo.

I BAMBINI SONO PROPRIETÀ DELLO STATO?
Ovviamente un preside non si inventa una misura del genere se questa non è stata prima respirata in un humus fertile. In fondo, la mentalità dei bambini di proprietà dello Stato si sta facendo largo senza la condanna delle anime belle.  Forse che l'agghiacciante frase dell'ex ministro Lorenzin sui bambini che non sono di proprietà dei genitori - a proposito di un papà che ha perso la patria potestà perché non ha vaccinato il figlio - non ricalchi la stessa mentalità antifamilista e da Stato etico educatore della prole? È la stessa mentalità che si sta facendo largo.
A Lumezzane per venirne a capo la scuola ha dovuto riscrivere l'informativa così: «In caso di comparsa a scuola in un operatore o in uno studente di sintomi suggestivi di una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, la persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto».
Alla Bussola, l'assessore alla scuola del comune di Lumezzane, Lucio Facchinetti getta acqua sul fuoco: «E' una bolla di sapone, il preside ha già corretto».
Mentre lui, il dirigente,  Angelo Prontera si è giustificato dicendo di non aver avuto risposta dall'Ast di Brescia alla quale aveva chiesto chiarimenti e che si è trovato nella situazione di dover interpretare le normative presenti fino a quel momento e che soltanto la circolare della Azzolina ha poi chiarito successivamente. Quando «subito dopo sono state emanate le linee guida ho corretto», si è giustificato.
Però ha anche aggiunto di «aver preso spunto da altre scuole che avevano adottato la stessa misura», salvo però rifiutarsi di dire di quali scuole si tratta. Comunque, qui in Italia e non solo in Corea del nord.

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Andrea Zambrano, nell'articolo seguente dal titolo "Non è una fake news: lezioni di giornalismo all'Azzolina" parla dello scivolone della ministra Azzolina che invece di riprendere il collega preside per la circolare "sequestra bambini" di Lumezzane, ha bollato la notizia come una fake news. Invece la notizia era vera, ci sono le prove.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 20 agosto 2020:
La Ministra Lucia Azzolina l'ha definita fake news. Ma quella dei bambini di una scuola "sequestrati" dallo Stato in caso di covid è una notizia vera. Una notizia che poi ha portato a un dietrofront tanto imbarazzato quanto sciagurato dell'Istituto che l'ha diffusa. Ma notizia resta, non diventa fake news.
E se ci tocca intervenire di nuovo sul caso di Lumezzane, è perché, essendo stati noi, qui alla Bussola, i primi a verificare la fondatezza di quella circolare assurda del 6 agosto scorso del preside Angelo Prontera, possiamo non solo essere certi della genesi dei fatti, ma anche chiamare con il loro nome le cose.
In provincia di Brescia il preside aveva diffuso inizialmente una circolare nella quale avvisava che in caso di febbre i bambini-studenti sarebbero stati affidati all'autorità sanitaria, non ai genitori. La notizia è vera? Sì, possiamo dirlo avendo sentito i protagonisti della vicenda come i giornalisti fanno. Cosa che la Azzolina, che scambia l'effrazione per l'infrazione, non può evidentemente fare.
Lezione di giornalismo alla ministra: la foto che lei ha fatto pubblicare sul profilo del Miur e ha bollato come fake news, non è una fake news, ma è una notizia vera. Si riferisce alla circolare emessa il 6 agosto dal preside dell'Istituto Polo Ovest di Lumezzane e classificata con numero di protocollo 0004148/U del 06/08/2020 08:40:46 I.1 - Normativa e disposizioni attuative.
Quello che la Azzolina ha pubblicato come fake news non è altro che il punto 7 della delibera scolastica che - appunto, qui sta la notizia - comunica ai genitori che se il bambino è febbricitante (neanche positivo covid, solo febbricitante) deve essere prelevato dall'autorità sanitaria e non dai genitori. Questo si chiama sequestro di Stato dei minori, piaccia o no alla ministra Azzolina, la quale - lo ricordiamo - crede che gli imbuti servano per essere riempiti.
Semplicemente che cosa è successo? E' successo, e la Bussola lo ha raccontato per prima quindi sa di che cosa parla, che dopo le proteste dei genitori e su interessamento persino dell'assessore alla scuola di Lumezzane, il punto sette è stato tolto.
Ma non subito, ben 6 giorni dopo, il 12 agosto. Nell'articolo abbiamo anche riportato le giustificazioni del preside, che, condivisibili o no, sono la miglior smentita all'Azzolina.
Fake news sarebbe stato attribuire a quella circolare la volontà del ministero di sequestrare i bambini. Infatti ce ne siamo ben guardati dal farlo, e lo stesso ha fatto La Verità, che alcuni giorni dopo è ritornata sul caso, però abbiamo notato che la facilità con la quale il preside ha scritto quello sciagurato punto 7 è indice della confusione che regna nella scuola e mostra la facilità con cui lo Stato cerca di appropriarsi dell'educazione dei bambini. E questo è incontestabile.
La Azzolina non doveva bollare come fake news la notizia, ma doveva riprendere pubblicamente quel preside affinché i presidi non si sentissero autorizzati a ragionare come si fa in Corea. E tutti i presidi, compresa la ministra che dopo l'esperienza di governo - speriamo presto - diventerà una di loro, avendo vinto il concorso apposito.
È probabile che al concorso non abbia passato la prova di giornalismo. Nel caso, potremmo dare qualche lezione di ripetizione noi.


VIDEO IRONICO: LA SUPER CAZZOLINA A MENO DI UN MESE ALLA RIAPERTURA DELLE SCUOLE
Nel seguente video (durata: 3 minuti) dal titolo "La Super Cazzolina - Meno di un mese alla riapertura delle scuole" Angelica Massera interpreta la ministrA dell'istruzione. Provate a non ridere se vi riesce.


https://www.youtube.com/watch?v=ywtff4kToq8

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 14-08-2020

2 - POLIZIOTTI MASCHERATI DA PUFFI PER NON ESSERE CONTAGIATI DAGLI IMMIGRATI
A Roma sono le forze dell'ordine a doversi proteggere dal virus dei clandestini infetti (ma non si faceva prima a non farli proprio entrare in Italia?)
Autore: Francesco Storace - Fonte: Il Tempo, 19 agosto 2020

Hanno "puffato" i poliziotti. E verrebbe da chiedere alla ministra degli interni se non prova vergogna ad assistere ad un trattamento simile per i suoi uomini.
"Così sono costretti a lavorare col caldo che fa gli agenti di polizia di Frascati che cercano di contrastare immigrati clandestini positivi al Covid che rifiutano il ricovero", scrive Maria Giovanna Maglie, ed è la sintesi cruda di quanto accaduto a Rocca di Papa per fronteggiare migranti che non ne volevano sapere di dover essere trasferiti al Celio. Per essere curati e non certo torturati.
A venire torturati invece quei poliziotti. Per carità, l'amministrazione dello Stato avrà pure sentito il grido di dolore di chi sollecita dispositivi di protezione individuale, ma che si dovesse arrivare ad un mondo praticamente alla rovescia era difficile da prevedere. Sono le forze dell'ordine a doversi proteggere dal virus che infetta clandestini. Ma non si faceva prima a non farli proprio entrare in Italia?
Invece arrivano, entrano nei centri di accoglienza e se vogliono scappano. E per questo deve arrivare la polizia. Al centro Mondo Nuovo di Rocca di Papa gli "ospiti" sono 270 e venti di questi positivi al Covid. Quattro di loro hanno tentato più volte di darsela a gambe e per questo sono state chiamate le forze dell'ordine dalla vicina Frascati. Che sono dovute intervenire vestite, bardate, quasi intubate come mostrano immagini eloquenti.
Non osiamo immaginare che cosa sarebbe potuto accadere se si fosse reso necessario l'uso delle armi. Si doveva forse dire "aspetta un attimo che mi levo il camice"?
La pistola in dotazione con il relativo cinturone - ci racconta uno degli agenti impegnati nell'operazione - "era infatti posizionata sotto il camice". E se non si ha neppure il taser le operazioni diventano complicate assai.
È davvero paradossale il motivo che costringe gli agenti ad un equipaggiamento che è certamente pesante da indossare in piena estate. In pratica bisogna adeguarsi ai nuovi disobbedienti, che dovrebbero solo essere grati alla Nazione che li accoglie ed ospita. E invece accade esattamente il contrario per quattro clandestini incoraggiati da chissà chi a fare casino. Invece di chiudere i porti si devono conciare in tenuta da sommossa bollente le forze dell'ordine.
Il motivo? Sta nelle circolari e nelle intese che prevedono particolari precauzioni per il personale che entra in contatto con soggetti potenzialmente infetti.
Si tratta per ogni agente di un camice monouso (da indossare sopra la tuta da ordine pubblico), un doppio paio di guanti in lattice, mascherine FFP3 ed occhiali di protezione, tutto questo oltre al materiale normalmente utilizzato.
Per operare il trasferimento presso l'ospedale militare del Celio di quattro soggetti di nazionalità nigeriana, già protagonisti nei giorni scorsi di atti di vandalismo ripetuti tentativi di fuga, è stato necessario far intervenire sul posto ben dieci camionette del reparto celere, coadiuvate dai carabinieri del reparto di Rocca di Papa. Le immagini dei poliziotti vestiti come "puffi" con indosso le tute protettive azzurrine insieme agli scudi e ai manganelli hanno fatto il giro dei social e sono state condivise anche Matteo Salvini che ha solidarizzato con gli agenti. Della Lamorgese nessuna notizia.

Fonte: Il Tempo, 19 agosto 2020

3 - L'ORGOGLIO E' LA RADICE DI TUTTI I MALI
L'uomo nell'eccesso dell'amor proprio, considera Dio se stesso violando il primo comandamento
Autore: Pierfrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri, 22 agosto 2020

Bossuet insegnava che "l'orgoglio è una depravazione più profonda; per esso l'uomo, abbandonato a se stesso, nell'eccesso dell'amor proprio, considera sé come proprio Dio".
Ad essere onesti, ci si può senza dubbio alcuno rendere conto che tutto nasce da lì e torna sempre lì: all'orgoglio dell'uomo.
Ogni peccato deriva da questo, che non per nulla è detto il principio di ogni peccato, la radice di tutti gli altri.
Il peccato mortale è, per tradizionale definizione "aversio a Deo", allontanamento da Dio.
L'uomo, però, per potersi allontanare da Dio deve essere convinto di poter vivere senza di Lui, di poter contare solo sulle proprie forze. Ebbene, questo glielo permette proprio l'orgoglio.
Il Tanquerey così lo spiega: "Dimenticando che Dio è il suo primo principio e il suo ultimo fine, [l'uomo] stima eccessivamente se stesso, e le proprie doti vere o pretese riguarda come fossero sue senza riferirle a Dio. Di qui quello spirito d'indipendenza o d'autonomia che lo spinge a sottrarsi all'autorità di Dio" (Compendio di Teologia Ascetica e Mistica).
L'uomo, però, è stato creato da Dio «per conoscerLo, amarLo e servirLo in questa vita, e per goderLo poi nell'altra in paradiso» (Catechismo San Pio X, n. 13). La naturale ricerca del divino ne è un innegabile segno.
Eppure sono state e sono tuttora tantissime le persone che nella loro vita si sono messe e si mettono al pari di Dio. Anzi, sopra di Lui.
Quante persone ai nostri giorni contraddicono Dio, contestando la Sua Legge per poter fare quello che vogliono, senza pesi morali.
Cosa li spinge a farlo? È l'orgoglio.
L'orgoglio, dunque, è la radice di tutti i peccati. Solo la superbia di sentirsi come dèi può spingere a compiere gli altri peccati.
Se non avessimo l'orgoglio, ascolteremmo in noi la voce che ci fa riconoscere la nostra natura creaturale e non vorremmo offendere Dio, allontanarci da Lui.
La dimostrazione di quanto scritto è l'umiltà di tutti i santi, anche ma non necessariamente dinanzi agli uomini, ma sempre di fronte a Dio.
Anche il più nobile autorevole e sapiente santo non ha mai lasciato ai posteri un esempio di orgoglio nella sua vita.
Soprattutto l'esempio più importante è quello di Maria Santissima e San Giuseppe, che dell'umiltà hanno fatto il segno principale della loro vita.
Erano madre e padre di Gesù Cristo, che sapevano essere Dio; avrebbero potuto "sfruttare" questa loro condizione, ma non l'hanno fatto, marcando, se possibile, ancor più la loro umiltà.
Sull'esempio della Vergine Santissima e di San Giuseppe, Santo dei santi, alleniamoci all'umiltà, che è il mezzo più sicuro per allontanare da noi il peccato ed evitare di allontanare noi da Dio.

Fonte: I Tre Sentieri, 22 agosto 2020

4 - SOROS, IL PADRONE DEL MONDO, COMPIE 90 ANNI
Finanziatore della sinistra in Usa ed Europa, promuove democrazia e giustizia... ma solo per coloro che si uniformano ai suoi ideali: aborto, eutanasia, adozioni gay, immigrazione, ecc.
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-08-2020

Nei giorni scorsi, il finanziere miliardario George Soros ha festeggiato il suo 90esimo compleanno. Si tratta di un numero importante, ma è reso insignificante da un altro numero di Soros: 708 milioni di dollari 'donati' solo negli Usa. Sono i soldi che le sue due principali fondazioni hanno versato solo nel 2018 (l'ultimo anno conosciuto pubblicamente). Un grand'uomo, il gran filantropo e benefattore dell'umanità, degli ultimi, delle minoranze, della società aperta.
Quest'anno 2020, il budget della sola 'Open Society Foundations' è di 1,2 Miliardi di dollari. In una intervista, con l'italiano Mario Calvo-Platero di Repubblica, il magnate e benevolo 'padrone del Mondo' ha ribadito le sue buone intenzioni, i suoi propositi e confessato tutta la sua avversione verso i nemici. Innanzi tutto, un impegno fortissimo per sconfiggere Trump (descritto come l'uomo che può far collassare la stessa democrazia americana). Non a caso Soros ha speso negli ultimi anni tanti soldi, al solo scopo di minare la Presidenza Trump con ogni genere di azione. Aiuti a madri singles, famiglie naturali in difficoltà, scuole paritarie? Zero. Piuttosto, la gran parte dei finanziamenti è andata a gruppi politicizzati come Planned Parenthood, per la liberalizzazione totale l'aborto; l'Aclu (associazione per le libertà civili) ormai diramatosi in tutto il mondo, diritti Lgbti+ e così via. Negli Usa, oltre ai 708 milioni di dollari di Soros in donazioni "caritatevoli" negli Usa, ci sono i milioni che egli dona al suo principale strumento di lobbying, l'Open Society Policy Center, che, come nota Influence Watch, nel 2019 è stata la seconda fonte in tutto il Paese per il lobbismo federale, più grande dei gruppi di lobbismo delle industrie farmaceutiche o manifatturiere americane. Le grandi multinazionali possono guardare con invidia solo quando vedono la fortuna che l'impero Soros spende per i lobbisti di Washington. In realtà, il gruppo di Soros ha triplicato le pressioni esercitate da lobbisti del calibro di Amazon, Boeing e Lockheed.

LA DINASTIA DEI SOROS
Come ci ricorda il suo compleanno, Soros stesso non vivrà per sempre. Ma anche dopo la sua scomparsa, le decine di miliardi di dollari che ha investito nelle sue filantropie, e gli stessi investimenti dei suoi figli in donazioni politicizzate, significano che la sua massiccia influenza sulla politica americana e mondiale continuerà a lungo termine. I suoi obiettivi includono la "pulizia" della corruzione nel giornalismo, nell'industria farmaceutica e nel campo legale che, secondo lui, deriva dalla ricerca di profitto. (Non è chiaro perché la stessa ricerca del profitto di Soros lo abbia preservato dalla stessa malattia della corruzione).
Tutto sommato, tra il 2000 e il 2018 le fondazioni di Soros hanno speso quasi 8,9 miliardi di dollari, solo quest'anno ne spenderà 220 milioni per la "giustizia razziale" negli Usa. Una lotta per la giustizia giusta? I dubbi e le ombre sono molte. Attraverso le competizioni elettorali per la nomina dei procuratori distrettuali locali, dal 2015 al 2019 , Soros ha speso almeno 17 milioni di dollari sostenere i propri candidati preferiti in Stati come la Pennsylvania, la Virginia e l'Arizona - campi di battaglia chiave per l'acquisizione di seggi, voti e Governatori Democratici. Quest'anno negli USA Soros e le sue fondazioni spenderanno 28 milioni, 1/3 sul totale  di 74 milioni che donerà in tutto il mondo, perché si affermi la sua 'idea di giustizia giusta'.
Dicevamo dei suoi acerrimi nemici, o come li descrive lui, come i pericolosissimi politici che mettono a repentaglio la democrazia e la società liberale anche in Europa, dove per il 2020 ha destinato solo 92.9 milioni di filantropici investimenti (donazioni). Essi sono Viktor Orbán in Ungheria and Jaroslaw Kaczyński in Polonia, due capi di Stato che da anni promuovono vita umana, crescita demografica e misure concrete per le famiglie naturali, oltre a difendere lo spirito e la cultura cristiana nazionale ed europea.

L'ITALIA NEL MIRINO DI SOROS
Ora però il suo occhio si è spostato sull'Italia: "la mia più grande preoccupazione è l'Italia. Un leader antieuropeo molto popolare, Matteo Salvini, stava guadagnando terreno fino a quando non ha sopravvalutato il suo successo e ha fatto cadere il governo. Fu un errore fatale. La sua popolarità è ora in declino. Ma in realtà è stato sostituito da Giorgia Meloni dei Fratelli d'Italia, che è ancora più estremista". Dunque oltre a Salvini, che raccoglierà le attenzioni di Soros sino alla sua morte politica, ora è Meloni, pro life e pro famiglia, fiera promotrice delle radici cristiane patrie che si trova al centro delle benevole premure del filantropo e 'Padrone del Mondo'. Chi di voi fosse preoccupato per la futura morte di Soros si tranquillizzi, il mondo ha la garanzia veder continuare il suo impegno, visto che entrambi i figli, Alexander e Jonathan, hanno raccolto l'esempio del padre. Non c'è da preoccuparsi, come ha detto il capostipite dell' "Impero del bene": "Non dobbiamo mai dimenticare che una pluralità di punti di vista è essenziale per le società aperte".
Lunga vita al benefattore del mondo, lunga vita al generoso e magnanimo speculatore che, dopo essersi arricchito con i soldi che ci ha rubato con le sue speculazioni, ora come Robin Hood ci risarcisce! Peccato che ci sia ben poco di liberale nella sua vita e nella sua idea democrazia e di società aperta, nella quale solo coloro che si 'uniformano' ai suoi ideali (aborto, eutanasia, LGBTI+, educazione statalista, immigrazione incontrollata) vengono riconosciuti diritti. Per i dissidenti? Solo catacombe...

DOSSIER "GEORGE SOROS"
Il padrone del mondo

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-08-2020

5 - SONDAGGIO CEI: ITALIANI GENTE DI POCA FEDE
Triplicati in 25 anni gli italiani che pensano che Dio non esista eppure il 67% è favorevole al crocifisso nei luoghi pubblici
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 21 agosto 2020

Ha un titolo evangelico e statisticamente molto attuale, l'ultimo libro del sociologo Franco Garelli, intitolato, appunto, Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell'Italia incerta di Dio (Il Mulino 2020, pp. 264). Un titolo che a ben vedere contiene un paradosso - come può esservi «sentimento religioso» laddove c'è incertezza «di Dio»? -, che tuttavia torna utile per descrivere la condizione religiosa del nostro Paese.
Assistiamo infatti da un lato alla forte crescita di quanti pensano che Dio non esista (il 30%: 25 anni fa erano il 10%) e che credere sia da ingenui e illusi (23%, contro il 5% di un tempo) e, dall'altro, declinano pure i praticanti (oggi fermi al 22%); ciò nonostante - ecco il paradosso - il «sentimento religioso» permane e forse persino cresce.
Lo prova il fatto che il 67% degli italiani siano favorevoli all'esibizione del crocifisso nei luoghi pubblici e che i «cattolici culturali» - ossia coloro che aderiscono al «cattolicesimo come deposito di tradizione e valori» - siano negli ultimi anni cresciuti dal 27 al 43%; allo stesso modo, si è registrato un incremento di chi crede che vi sia una potenza maligna in «campo» contro l'umanità: un quarto di secolo fa quelli con queste convinzioni erano il 15%, oggi sono il 40%.

SCRISTIANIZZAZIONE NON FA PER FORZA RIMA CON LAICIZZAZIONE
Quest'interessante indagine nazionale di Garelli, finanziata dalla Conferenza episcopale italiana, traccia insomma un quadro che vede il sentimento religioso «in grande movimento», ad evidenziare che scristianizzazione non fa per forza rima con laicizzazione. Da questo punto di vista, pur senza negare il declino anche italiano del cattolicesimo - che viene anzi confermato -, si approda alla conclusione che tuttavia occorre andarci piano, quando si parla di secolarizzazione.
Perché se anche la religione organizzata perde terreno e i valori religiosi sembrano scomparire dai radar della discussione pubblica, ecco, questo non significa necessariamente che stia avanzano l'ateismo.  A tal proposito, anche la ricordata crescita di quanti pensano che Dio non esista - che oggi si aggirano, come detto, sul 30% - andrebbe presa con le pinze dato che non è da escludere che chi, da un lato, si riconosce in questa posizione, dall'altro poi possa considerare l'esistenza comunque di «forze soprannaturali», angeli, fantasmi o spiriti. Ciò non toglie, per tornare a leggere questi dati da un'angolazione cattolica, che di fatto la fede cristiana sia in arretramento.

DA DOVE DOVREBBE RIPARTIRE, ALLORA, L'EVANGELIZZAZIONE?
Pur essendo quello di Garelli un testo sociologico e non ecclesiale, un'indicazione emerge dal fatto, osservato appunto nell'indagine, secondo cui ancora oggi maggioranza degli italiani dichiara di avvertire la presenza e la protezione di Dio nella propria vita, con circa la metà di essi che - nonostante tutto - ancora tende a «leggere» in chiave religiosa alcune vicende dell'esistenza. Significa che, per quanto affievolito, confuso e segnato da un certo anticlericalismo (a questo riguardo si segnala la crescita dei contrari all'8×1000, oggi pari al 46%), davvero il sentimento religioso resta «in grande movimento». Ne consegue come per evangelizzare occorra intercettarlo, stanarlo e incanalarlo, questo sentimento.
D'accordo, ma come? Bella domanda. La grande sfida odierna, dopotutto, sta proprio nella risposta che si dà a tale domanda. Quel che è certo - e che altre indagini sociologiche internazionali confermano - è che all'uomo di oggi il «prodotto religioso» interessa ancora, eccome se interessa. Bisogna fare attenzione quindi quando, a livello pastorale e di comunicazione, si preferisce camuffare un certo tipo di messaggio dottrinale, teologico o morale allo scopo di apparire più in sintonia con il mondo - o meno lontano da esso: perché forse è proprio quel messaggio dottrinale, teologico o morale, apparentemente superato e fuori moda, che invece interessa.

Fonte: Sito del Timone, 21 agosto 2020

6 - E' GIUSTO VOLERE IL FIGLIO PERFETTO? STORIE DI BAMBINI NATI CON LA SPINA BIFIDA
Con la diagnosi prenatale un esame medico si trasforma in sentenza di morte... infatti l'82% dei bambini con spina bifida viene abortito (eppure in quelli nati l'88% cammina e il 72% ha uno sviluppo neurologico normale)
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera, 22 Agosto 2020


Nata con la spina bifida, i medici le concessero sessanta secondi di vita. Ora ha compiuto sessant'anni. È la storia di Carmel Proctor, nata a Doncaster, in Gran Bretagna, l'8 agosto del 1960 e alla quale fu diagnosticata appunto una grave forma di spina bifida, chiamata mielomeningocele.
"Morirà in pochi secondi, massimo un minuto", fu la predizione dei medici subito dopo la nascita di Carmel, e invece la bimba tenne duro.
Spiega Carmel: "Stavo molto male, tanto che i miei genitori mi avrebbero detto più tardi che non dovevo durare nemmeno sessanta secondi. Il medico di famiglia però aveva sentito parlare di un chirurgo dello Sheffield Children's Hospital che stava sperimentando un trattamento pionieristico per i bambini affetti da spina bifida. Due giorni dopo ero sotto i ferri. Fui curata dal chirurgo, e sottoposta a controlli, fino all'età di sedici anni".
"Auguriamo a Carmel molti anni felici", ha detto Michael Robinson, direttore delle comunicazioni della Society for the Protection of Unborn Children. "Ma non dimentichiamo quei bambini non nati il cui futuro è stato strappato via dall'aborto a causa di una diagnosi di disabilità. In realtà molte persone affette da queste malattie raggiungono i loro obiettivi e conducono una vita di soddisfazione e felicità. Ogni persona merita una possibilità di vivere, indipendentemente dalle capacità di partenza".
 "Durante il solo 2019 - ricorda il rappresentante della Spuc - in Inghilterra e nel Galles 3863 bambini sono stati uccisi dall'aborto perché risultati affetti da un'anomalia fetale. Centodiciotto di questi bambini non nati avevano, come Carmel, la spina bifida. Storie come quella di Carmel dimostrano che la previsione di un medico non sempre è corretta. Carmel ha avuto la possibilità di vivere, ma tanti altri come lei no".
Per il suo sessantesimo compleanno Carmel Proctor ha organizzato un evento sponsorizzato per raccogliere fondi da destinare all'ospedale pediatrico che si prese cura di lei quando era bambina.
Dalla sua nascita, nel 1960, i progressi della medicina e della tecnologia hanno fatto sì che le prospettive di vita per le persone affette da spina bifida siano molto migliorate. Attualmente la chirurgia prenatale può risolvere molte situazioni.
Proprio all'inizio di quest'anno, come riferisce la Society for the Protection of Unborn Children, la piccola Elouise Simpson ha festeggiato il suo primo compleanno dopo aver subito un intervento chirurgico prenatale alla colonna vertebrale per curare la sua spina bifida.
Allo stesso modo, nel maggio 2019 i medici hanno eseguito un intervento chirurgico su un nascituro, affetto dalla stessa patologia, a sole ventisette settimane di gestazione. Ebbene, dopo la nascita il bambino ha mosso le gambe.
Nonostante le prospettive per le persone con diagnosi di spina bifida (che colpisce circa quattro gravidanze ogni diecimila) siano migliorate in modo significativo, si stima che purtroppo l'80% delle madri scelga di abortire.

Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "La spina bifida? Con l'eutanasia non sarei tra voi" Giovanni Cicconi Bonizio, nato con la spina bifida, racconta la sua esperienza.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Avvenire il 22 novembre 2004:
Vivo a Roma, ho 24 anni. Tempo fa su vari giornali italiani sono usciti articoli su un pediatra olandese che pratica l'eutanasia su piccoli pazienti con diverse malattie o handicap, per liberarli dal destino di una vita impossibile e tale da non valere la pena di essere vissuta. Sento parlare di referendum, di lasciare il passo alla libera ricerca scientifica: sono altri campi, ma vicini a quello del medico olandese. Mi è capitato di parlarne con qualcuno e mi sono accorto che è un tema vivo e che è una posizione che si è fatta strada.
Tra i casi in cui il medico ha praticato l'eutanasia c'è quello di un bambino nato con la spina bifida (mielomelingocele). Eutanasia per «senso professionale» e per «amore», secondo il racconto. Chiedeva il medico, infatti, quasi con orrore su un quotidiano: «Ma voi avete mai visto un bambino nato con la spina bifida?». Vorrei cambiare la domanda: avete mai visto crescere un bambino con la spina bifida e diventare un ragazzo, un giovane, un adulto? L'avrà mai visto lui? Insieme a un'altra: quando una vita è tale che vale la pena di essere vissuta? Mi sembra infatti che tanti parlano come se la risposta fosse ovvia, ma proprio ovvia non è.
Evidentemente io debbo essere un sopravvissuto. Non dovrei esserci. Sono nato con la spina bifida. Eppure ho una vita ricca, intensa, anche molti amici. Ho superato la maturità e ho preso il mio diploma. Da giugno scorso lavoro in una banca di interesse nazionale. La mia vita, anzi, è quello che si direbbe «una vita piena di interessi». Il mio lavoro è buono, la mia famiglia è quella che augurerei a molti altri. Alcuni problemi in più nella vita mi hanno creato una sensibilità aperta alle difficoltà anche degli altri e forse è per questo che da anni vado a trovare degli anziani: l'amicizia aiuta a vivere anche loro.
Leggo, parlo, scrivo, so usare il computer come tutti i ragazzi della mia età. Quando sono nato pochi scommettevano su di me. Per fortuna c'è stato chi mi ha voluto bene, davvero, e non si è spaventato. Pian piano ho potuto stare eretto, anche camminare e camminare bene. Mi muovo da solo in una città come Roma. Ho fatto più fatica di altri, ne sono più orgoglioso di altri. Non valuto la mia intelligenza (né quella del medico olandese) ma di certo posso parlare, esprimere quello che penso, anche se quel medico teorizza che quelli come me non possono mai comunicare e per questo sarebbe meglio che sparissero.
La mia vita non è né triste né inutile. Certo, ho subito diversi interventi chirurgici che mi hanno aiutato a superare problemi di vario tipo e mi hanno permesso di vivere il più possibile una vita - come si dice - normale. Non è stato sempre facile, qualche volta ho anche sofferto, ma nei letti vicino al mio c'erano sempre tanti altri ragazzi con la stessa voglia di guarire, di comunicare, di farsi amici e soprattutto di vivere.
C'è invece, ormai, una incapacità a concepire la vita quando ci sono delle difficoltà da superare. Il medico olandese e quelli che la pensano come lui dovrebbero interrogarsi sulla loro paura della vita. Paura di una vita che contiene anche fatica, conquista, lotta, sconfitte, vittorie, e che non è semplicemente una piatta crescita biologica, magari ubriaca delle ultime, mai soddisfacenti, mode. Una cartolina di tutti belli e tutti vincenti che si liquefà alle prime difficoltà della vita, dove tutti sorridono a 36 denti e fanno fitness e beach volley.
Penso che ci dovremmo tutti chiedere un po' di più cosa è davvero umano e cosa non lo è, invece di essere stupiti del fatto che nella nostra società aumenta il numero delle persone depresse, che migliaia fanno la fila per diventare veline, che milioni sognano di indovinare «il prezzo è giusto» e che non si sa a che cosa tengono davvero i giovani.
Il problema è che non sempre si fa tutto quello che si potrebbe fare per aiutare chi ha un problema, una malattia, a vivere meglio. È su questo che il medico olandese e chi pensa che l'eutanasia è un modo di dare dignità alla vita dovrebbe spendere più energie e conoscenze.
L'eutanasia sui bambini mi sembra davvero orribile, perché non sanno difendersi. Si uccidono - perché di questo si tratta - quelli che hanno dei difetti senza neanche aspettare che crescano per vedere cosa succede, senza invece dare quello che è necessario: più aiuto a chi è solamente più debole. La proposta è questa: se proprio dobbiamo eliminare qualcosa, allora, invece di abolire la fragilità è meglio cominciare dalla paura della fragilità che ci fa tutti più disumani (e più indifesi).

Fonte: Radio Roma Libera, 22 Agosto 2020

7 - LA LOBBY GAY VUOLE MODIFICARE IL LINGUAGGIO... PER MODIFICARE LA (PERCEZIONE DELLA) REALTA'
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Netflix e la serie TV con un bimbo trans, la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale promuove l'omosessualità, Lobby gay vs TFP
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana, 19 Agosto 2020

"Mio figlio in rosa" è un blog di una madre che sta crescendo il suo secondogenito maschio come una femmina. GenderLens è invece un sito che vuole aiutare i bambini a vivere «la propria identità di genere», qualsiasi essa sia.
Queste due piattaforme hanno lanciato l'iniziativa #ScriviBene affinché - tale è l'intento ricercato dagli ideatori della iniziativa - tutti noi possiamo rivolgerci alle persone transessuali con la terminologia corretta ed usando frasi che siano rispettose della sensibilità di queste persone. Alcuni suggerimenti: se un uomo è "diventato" donna, non si deve scrivere «Anna è nata uomo», bensì «Anna è stata assegnata maschio alla nascita» - un vero pugno in un occhio (anzi, in un orecchio) in quanto a concordanza con i generi grammaticali - ciò a motivo del fatto che «la biologia di una persona non "vince" la sua identità di genere». [...]
Tra realtà e linguaggio c'è un legame profondo: il linguaggio ha la funzione di esprimere e comunicare il mondo, quindi di rivelarlo. Da qui il dovere di chiamare le cose con il loro nome. Tratto comune di tutte le ideologie, compresa la Gender Theory, è creare una realtà inesistente. Ad esempio, una pretesa tipicamente ideologica è volere che un maschio sia femmina. Per creare una nuova realtà occorre: demolire la vecchia realtà e quindi i termini che la indicavano per impedire altre forme di pensiero. Costruire un nuovo mondo anche con l'ausilio di nuovi termini, un nuovo vocabolario che indichi realtà prima inesistenti. Ecco quindi la produzione di un'antilingua (neologismo inventato da Italo Calvino) o di una neolingua (cfr. George Orwell, 1984).
In merito alla prima fase, la fase destruens, sono differenti le soluzioni proposte. Vediamone qualcuna. Cancellare alcuni termini senza sostituirli con nuovi: ad esempio i lemmi "maschio" e "femmina" è bene che, prima o poi, vengano eliminati nell'uso parlato. Cancellare alcuni termini sostituendoli con nuovi: "sesso" con "genere", "padre/madre" con "genitore 1 e 2". Il caso più paradigmatico di tutti è il seguente: l'uomo che si percepisce come donna deve essere indicato come donna. La parola "maschio" quindi sarà sostituita dalla parola "femmina". A questo proposito c'è da sottolineare il fatto che il mutamento di termini provoca contemporaneamente il mutamento del giudizio morale, perché cambiando le parole che descrivono la realtà, cambia non tanto la realtà - perché quella non può cambiare - bensì la percezione della realtà. Se continuiamo a riferirci ad un uomo che appare nelle fattezze come donna usando articoli, sostantivi, aggettivi e pronomi femminili, alla lunga la massa si convincerà che realmente quell'uomo è una donna.
Ulteriore strategia per cancellare una realtà che non piace: costringere l'avversario a trovare specificazioni fino a poco tempo prima inutili. Il termine "famiglia" ora necessita dell'aggettivo "naturale" per distinguerla dalla "famiglia arcobaleno"; "donna" ora abbisogna della qualificazione "biologica" per distinguerla dalla donna "transessuale". Infine un'ultima tattica linguistica: il depotenziamento di alcuni termini. Ad esempio nelle discussioni sull'omosessualità il termine "natura" ha perso la sua connotazione di impronta metafisica ed è riferito solo a ciò che accade nel regno animale.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.

NETFLIX E LA SERIE TV CON UN BIMBO TRANS
Nuova serie di Netflix «The Baby-Sitters Club», rivolta ai bambini, in cui si narrano le vicende di alcune ragazzine che frequentano le scuole medie e che fanno le baby sitter. In un episodio la baby sitter Mary Anne gioca con una bambina di 9 anni di nome Bailey. Questa ad un certo punto di sporca il vestitino. Mary Anne cerca nel suo armadio un cambio e scopre che l'armadio contiene solo abiti maschili. «Fu allora che capii - spiega Mary Anne allo spettatore -: Bailey era una bambina e i suoi nuovi vestiti aiutano le persone a capirlo». In breve Bailey è un maschietto vestito da femminuccia.
Mary Ann appare turbata e cerca di schiarirsi le idee con l'amica Dawn che, tra l'altro, ha il padre gay. Questa così le spiega cosa sia la transessualità: ««È così: sei destrimano o mancino?». «Destro», risponde Mary Anne. «E se qualcuno provasse a farti fare tutto con la mano sinistra, sarebbe davvero strano, vero? Beh, è così che si sente Bailey. Allo stesso modo in cui sai di essere destrimano, Bailey sa che è una ragazza... Vogliamo tutti che il nostro esterno corrisponda al nostro interno».
L'errore di ragionamento è facilmente individuabile, meno per un pubblico di bambini: l'essere destrorso o mancino è una potenzialità naturale del soggetto, come essere alto o basso, grasso o magro, versato per una lingua o abile in uno sport. La transessualità invece non è una potenzialità naturale del soggetto, è invece sintomo di un disturbo, di un malessere profondo della persona che chiede attenzione e rispettosa compartecipazione.  
(Gender Watch News, 16 luglio 2020)

LA FACOLTÀ TEOLOGICA DELL'ITALIA SETTENTRIONALE PROMUOVE L'OMOSESSUALITÀ
La Facoltà teologica dell'Italia settentrionale offre un corso di Morale speciale, tenuto dal sacerdote Aristide Fumagalli, dal titolo "L'amore omosessuale e fede cristiana". Già il titolo è erroneo dal momento che l'attrazione omosessuale non può venire qualificata come "amore" perché, tra gli altri aspetti, manca di complementarietà e soprattutto perché amare vuol dire volere il bene dell'altra persona e l'orientamento omosessuale non fa il bene della persona.
Il corso viene così presentato dall'Annuario 2019-2020: «La successiva ripresa dell'insegnamento tradizionale della Chiesa circa l'omosessualità, indotto da alcuni testi della Scrittura, argomentato lungo il corso della Tradizione e formulato dal Magistero, permetterà di chiarire quanto esso intercetti effettivamente e quanto invece non colga adeguatamente l'attuale esperienza omosessuale di persone credenti». Da notare: si afferma esplicitamente che il Magistero è inadeguato a spiegare in modo corretto ed esaustivo l'omosessualità.
«L'eventuale incomprensione tra l'insegnamento tradizionale della Chiesa e l'attuale esperienza omosessuale di persone credenti solleciterà il tentativo di favorire il dialogo, approfondendo criticamente il rapporto tra l'amore vissuto da persone omosessuali e l'amore comandato da Cristo, alla luce dello stesso rinnovamento dell'insegnamento della Chiesa in epoca contemporanea. Sulla scorta di una rinnovata interpretazione e valutazione cristiana dell'amore omosessuale si provvederà a indicare i criteri morali che debbono orientare la vita amorosa di persone omosessuali affinché anch'essa corrisponda al comandamento nuovo dell'amore di Cristo». In questo caso si afferma che l'incompatibilità tra insegnamento tradizionale e omosessualità possa e debba essere superato e, sempre in modo esplicito, che esiste un amore omosessuale compatibile con gli insegnamenti di Cristo.
«Un ultimo sviluppo del corso riguarderà la questione del riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso in ambito civile, nella differenza e analogia con quello delle relazioni coniugali tra uomo e donna». In questo passaggio rimane oscuro se Fumagalli intenda tracciare una analogia tra unioni civili e matrimonio in ambito civile - ahinoi esistente - oppure in ambito morale - la qual cosa sarebbe da escludersi in radice.
Da ricordarsi che il corso è rivolto soprattutto ai sacerdoti di domani i quali a loro volta formeranno i laici cattolici.
(Gender Watch News, 25 giugno 2020)

LOBBY GAY VS TFP
La lobby Forum parlamentare europeo per i diritti sessuali e riproduttivi, che vuole promuovere oltre all'aborto anche l'agenda LGBT presso le istituzioni europee, elabora un report per attaccare l'associazione cattolica Tradizione, Famiglia e Proprietà, molto impegnata a livello mondiale, tra gli altri suoi obiettivi, a contrastare le rivendicazioni del mondo arcobaleno.
Nel report di 35 pagine si legge che le sezioni locali dell'associazione «riescono a influenzare i centri di poteri europei. (...) Il loro obiettivo è chiaro: creare un ambiente che abbia il massimo impatto possibile nel modellare la legislazione europea e nell'influenzare i governi locali».
Le TFP «ambiscono a influenzare l'Unione Europea e le Nazioni Unite. La narrativa reazionaria delle TFP, fondata sull'ortodossia religiosa, santifica le ineguaglianze nella società, e può diventare molto attraente per quelli che cercano una legittimazione religiosa per l'autoritarismo. (...) [Le TFP] sono attive in decine di Paesi con più di quaranta associazioni correlate», «le TFP non sono una normale organizzazione non governativa, bensì un'efficace macchina politica».
Il Rapporto intende "allertare i giornalisti, politici, educatori, ricercatori e cittadini europei" contro l'azione delle TFP: "I risultati di questo Rapporto dovrebbero spaventare tutti coloro che hanno a cuore un'Europa libera ed eguale».
Questo rapporto in definitiva è un ottimo attestato che le TFP stanno marciando nella direzione giusta.
(Gender Watch News, 20 luglio 2020)

Fonte: Corrispondenza Romana, 19 Agosto 2020

8 - I FEDELI CONCELEBRANO CON IL SACERDOTE?
Solo i sacerdoti sono stati resi adatti a compiere la transustanziazione che per quanto produce non è azione umana, ma divina (VIDEO: Il velo rimosso)
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani, 16 Novembre 2018

La Messa è lo stesso e unico sacrificio compiuto da Cristo, il quale sulla croce ha associato all'offerta di se stesso tutta la Chiesa, tutta l'umanità.
La Messa non è la ripetizione del sacrificio di Cristo fatta dalla Chiesa. Ma è lo stesso sacrificio di Cristo, presentato dunque da Cristo stesso a Dio Padre a nome di tutta la Chiesa e di tutta l'umanità.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che "il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell'Eucaristia sono un unico sacrificio" (CCC 1367).
Riprendendo un'affermazione del Concilio di Trento, il CCC dice che "si tratta infatti di una sola e identica vittima" (Ib.).
Proprio perché Cristo ha associato la Chiesa al suo sacrificio è giusto dire che tutta la Chiesa offre l'Eucaristia insieme con Lui.
Ma "lo offre ora per il ministero dei sacerdoti" (Ib.) i quali in mezzo all'assemblea non solo ne sono l'immagine visibile, ma agiscono "in persona Christi" così che l'azione che compiono non è la loro, ma è quella stessa di Gesù Cristo.
Ecco che cosa dice Sant'Ambrogio in un passo celebre del suo De sacramentis: "Con quali parole si fa dunque la consacrazione e di chi sono le parole? Del Signore Gesù. Infatti tutto ciò che precede è detto dal sacerdote: si offrono a Dio delle lodi, si prega per il popolo, per i re, per gli altri. Appena si arriva a produrre il venerabile sacramento, il prete cessa di servirsi delle sue proprie parole, si serve delle parole di Cristo. È dunque la parola di Cristo che produce questo sacramento. Quale parola di Cristo? Ebbene, quella mediante la quale tutto è stato fatto... Tu vedi come è efficace la parola di Cristo. Se dunque vi è nella parola del Signore Gesù una così grande forza che ciò che non era ha cominciato ad essere, quanto è essa più efficace per fare che ciò che era esista e sia cambiato in altra cosa... Prima della consacrazione non era il corpo di Cristo, ma dopo la consacrazione, ti dico che è ormai il corpo di Cristo" (Libro IV, cap. 4).

L'INIZIATIVA È DI CRISTO
Se si guardano le cose con uno sguardo umano sembrerebbe che l'iniziativa della transustanziazione venga esclusivamente dal sacerdote.
Ma se si guardano con l'occhio della fede è chiaro che la prima iniziativa della transustanziazione viene da Cristo che nel cenacolo e sulla croce non soltanto vedeva i sacerdoti ai quali avrebbe comunicato i suoi divini poteri, ma che nel momento in cui avrebbero agito nella celebrazione dei sacramenti egli stesso si sarebbe servito di loro come causa strumentale per perpetuare visibilmente sui nostri altari il suo sacrificio.
Nell'Imitazione di Cristo si legge: "Il sacerdote, in verità, è il ministro di Dio, che si serve della parola di Dio, per ordine ed istituzione di Dio; ma Dio è qui il principale Autore e l'invisibile Agente, cui tutto ciò ch'egli vuole è sottomesso, e a cui tutto obbedisce quando egli comanda" (Libro IV, cap. 5).
La Chiesa tramite il sacerdote durante l'azione sacramentale fa sentire la voce dello Sposo e a questa voce essa stessa risponde: "Adoriamo la tua croce Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell'attesa della tua venuta" o anche "Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell'attesa della tua venuta".
Al momento della consacrazione il sacerdote è un puro strumento nelle mani di Cristo, capace di trasmettere quella forza soprannaturale che trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue del Signore.
È chiaro allora che celebrare nel senso di transustanziare è potere del solo sacerdote, strumento che Cristo si è preparato appositamente per renderlo adatto a compiere quest'azione non solo soprannaturale ma divina.
Nel medesimo senso a Messa concelebrano solo i sacerdoti presenti e non tutti i fedeli.
In questa prospettiva, soprattutto della concelebrazione, si comprende come sia ben adatto il termine di presiedere. Perché tutti i sacerdoti consacrano nel medesimo modo. Ma uno solo ha il compito di dare il là: il celebrante principale, colui che presiede la concelebrazione.

LA TRANSUSTANZIAZIONE È OPERA DI DIO
Quando invece un solo sacerdote consacra alla presenza dei fedeli - se si usa il termine di presidente - in questo caso tale espressione non va intesa come quando la si usa per la concelebrazione perché il ruolo dei fedeli non è il medesimo del sacerdote.
I fedeli tutti offrono la Vittima Santa, ma non la consacrano, e cioè non la rendono presente da sé soli.
In questo senso nel Canone Romano troviamo la parola celebrare applicata anche ai fedeli. Il sacerdote infatti dopo la consacrazione dice: "In questo sacrificio, o Padre,
 noi tuoi ministri e il tuo popolo santo 
celebriamo il memoriale della beata passione,
 della risurrezione dai morti
 e della gloriosa ascensione al cielo
 del Cristo tuo Figlio e nostro Signore; 
e offriamo alla tua maestà divina,
 tra i doni che ci hai dato, 
la vittima pura, santa e Immacolata, 
pane santo della vita eterna e calice dell'eterna salvezza".
Domandandoci se si possa dire che i fedeli a Messa concelebrano con il sacerdote si deve fare una distinzione.
Se s'intende dire che i fedeli in quel momento esprimono il sacerdozio regale di cui sono stati insigniti nel momento del Battesimo e che li ha trasformati in "stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui" (1 Pt 2,9), sì, è giusto dire che concelebrano con il sacerdote perché tutta la celebrazione eucaristica è azione della Chiesa e la Chiesa tutta si offre a Dio Padre in un unico sacrifico con quello di Cristo.
Se invece s'intende dire che nel medesimo modo in cui il sacerdote consacra consacrano anche i fedeli, questo evidentemente è erroneo perché solo i sacerdoti sono stati trasformati interiormente da Cristo mediante il carattere e sono stati resi adatti a compiere quell'azione della transustanziazione che per quanto produce non è azione umana, ma divina.

Nota di BastaBugie: proponiamo ancora una volta la visione del seguente video (durata: 7 minuti) nel quale si può vedere il bellissimo cortometraggio dal titolo "Il velo rimosso" (The veil removed) che mostra la bellezza della transustanziazione.


https://www.youtube.com/watch?v=OOLZDaTgIaM

Per leggere un commento al video, clicca qui!

Fonte: Amici Domenicani, 16 Novembre 2018

9 - OMELIA XXII DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 16,21-27)
Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Dopo la confessione solenne che san Pietro fece della divinità di Gesù Cristo sarebbe sembrato logico che quella grande verità fosse stata divulgata in mezzo al popolo; invece il Redentore comandò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che Egli era il Cristo. Il dirlo avrebbe attratto su di essi l'ira degli scribi e dei farisei, la quale, cogliendoli ancora impreparati, li avrebbe travolti. D'altra parte essi in quel momento avrebbero travisato la verità, aspettando, come tutti gli Ebrei, il regno trionfante del Messia ed avrebbero potuto provocare un movimento politico nel popolo per far proclamare re temporale il Redentore. Gesù Cristo volle prepararli a concezioni diametralmente opposte a quelle che essi avevano su di Lui, e cominciò a parlare loro della sua Passione e della sua futura risurrezione. Gli apostoli non badarono tanto all'annunzio della risurrezione, e si sgomentarono della profezia delle lotte e delle pene.
San Pietro, proprio come capo allora allora proclamato, credette di intervenire con autorità e, preso in disparte Gesù, cominciò a rimproverarlo del discorso fatto, e ad annunziargli con una presuntuosa sicurezza che ciò che Egli aveva detto non doveva avverarsi di Lui e non si sarebbe avverato.
Era lo stesso che volere sconvolgere i piani della provvidenza, era lo stesso che voler impedire la redenzione: quelle parole erano una tentazione. Satana indusse Pietro a pronunziarle quasi per vendicarsi della confessione solenne che aveva fatta della divinità del Redentore, e per questo Gesù lo chiamò satana e lo scacciò lontano da sé.
Il suo amore fu immenso nell'annunziare la sua Passione, poiché gli tardava il momento di dare la vita per noi, e le parole inconsiderate di san Pietro gli ferirono il Cuore acceso d'infinita carità.
Non c'era da illudersi con aspirazioni terrene, non c'era d'aspettare un trionfo politico; Egli doveva e voleva immolarsi, e chi avrebbe voluto seguirlo doveva andargli dietro caricato di croce, dopo aver rinnegato se stesso, la propria volontà e le proprie aspirazioni. Non c'era altra via di salvezza e chi avesse voluto salvare la propria vita, cioè conservare le sue false gioie e le sue illusioni, avrebbe perduto la vera, la nuova vita che Egli veniva a dare alle anime. Egli non veniva a restaurare un regno terreno né valori materiali, ma veniva a restaurare il regno dello spirito e i valori soprannaturali. Che cosa, infatti, avrebbe portato di bene all'anima una restaurazione temporale? Anche se avesse portato la prosperità che cosa sarebbe stata questa piccola prosperità di fronte ai supremi ed eterni interessi dell'anima?
La vita passa e viene il giorno nel quale si deve rendere conto di tutto al Giudice eterno; allora nulla varranno onori, ricchezze e piaceri, poiché nulla può darsi in cambio dell'anima.
Nel giorno del giudizio Gesù Cristo verrà nella gloria del Padre suo, cioè nel fulgore della sua divinità, e renderà a ciascuno quello che avrà meritato; il merito non potrà computarsi con la misura che ha il mondo; tutto quello che fa grandi sulla terra sarà nullità in quel giorno, e perciò torna conto di rinnegare se stessi, prendere la croce e camminare in compagnia del Re divino verso l'eterna vita.
Queste parole avrebbero potuto scoraggiare gli apostoli, e forse già si affacciava nel loro cuore una nascosta delusione. Avevano sospirato al regno glorioso del Messia, e sentivano parlare di abnegazione, di croce, avevano sperato una immediata proclamazione del Re, trionfatore dei nemici d'Israele, e sentivano parlare di dover perdere tutto per poter guadagnare un regno invisibile; il loro cuore stava per naufragare nel dubbio e perciò Gesù li confortò annunziando vicino il suo regno, e dicendo che alcuni di quelli che erano presenti avrebbero visto la sua venuta prima di morire.
Venuta di Dio nelle Scritture significa giudizio di Dio e manifestazione della sua potenza (cf Is 3,14; 30,27; 66,15-18; Ab 3,3ss); Gesù, avendo parlato della croce e avendo accennato al giudizio, suprema manifestazione della sua potenza, predice una prima manifestazione di questo giudizio nel castigo che avrebbe avuto Gerusalemme ingrata, castigo che sarebbe stato relativamente a breve scadenza e che alcuni di quelli che lo ascoltavano avrebbero visto. Allora il suo regno si sarebbe dilatato in tutto il mondo e la Chiesa si sarebbe affermata maggiormente. Con questa speranza gli apostoli sentirono che si preparava qualche cosa di grande in un prossimo futuro, e sentirono il coraggio di seguire ancora Gesù Cristo.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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