BastaBugie n�681 del 09 settembre 2020

Stampa ArticoloStampa


1 MANIFESTAZIONI IN TUTTA EUROPA CONTRO LA DITTATURA SANITARIA (GIORNALI E TV ASSENTI)
Centinaia di migliaia di persone, ma tv e giornali nascondono i veri numeri... e a Berlino la polizia arresta trecento manifestanti perché senza mascherina (VIDEO: il discorso del nipote di J.F.Kennedy a Berlino)
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 L'ARCIVESCOVO DI SYDNEY CRITICA IL VACCINO CONTRO IL CORONAVIRUS
Il vaccino in fase di sviluppo all'Università di Oxford fa uso di una linea cellulare coltivata da un bambino abortito e quindi è eticamente inaccettabile
Fonte: Sito del Timone
3 LA FALSA ALTERNATIVA: MORIRE DI CORONAVIRUS O DI FAME?
Da un lato i sottomessi alla una dittatura sanitaria (che mettono al 1° posto la salute), dall'altro i negazionisti (che mettono al 1° posto il lavoro), ma entrambi hanno una visione materialista che dimentica l'anima e l'aldilà
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
4 BASTA BAMBINE ABUSATE: ENNESIMO APPELLO-DENUNCIA DI DON FORTUNATO DI NOTO
Nell'ultimo mese sono state trovate in internet foto in Italia con neonati violentemente abusati, bambine fatte violentare da animali, bambine violentate da donne, ecc. (VIDEO: Don Fortunato Di Noto a Tv2000)
Autore: Francesca Romana Poleggi - Fonte: Provita & Famiglia
5 IL METODO MONTESSORI E' DISEDUCATIVO PERCHE' NEGA IL PRINCIPIO DI AUTORITA'
Nata 150 anni fa, Maria Montessori nega il peccato originale e quindi basa il suo metodo educativo sulla spontaneità (il successo è dovuto al fatto che si adatta perfettamente a pacifismo, ambientalismo, gender, ecc.)
Autore: Vincenzo Sansonetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 CHI SI CONFESSA E' TENUTO AL SEGRETO SU CIO' CHE GLI HA DETTO IL SACERDOTE
Il fedele, per correttezza verso il sacerdote, deve mantenere il silenzio su ciò che il confessore (o padre spirituale) gli ha detto, confidando nella sua discrezione
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani
7 LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA RINVIATA A OTTOBRE
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): i gay che discriminano i gay, la vice di Joe Biden è gay friendly, le atlete dicono No ai trans
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia
8 LA CHIESA NON HA MAI DUBITATO CHE LA DONNA ABBIA L'ANIMA
Storpiando uno scritto di san Gregorio di Tours e il sinodo di Mâcon, protestanti e illluministi hanno diffuso la bufala che la Chiesa abbia atteso il VI secolo per stabilire con certezza che la donna abbia l'anima
Autore: Marco Di Matteo - Fonte: Il Timone
9 OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 18,21-35)
Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello?
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - MANIFESTAZIONI IN TUTTA EUROPA CONTRO LA DITTATURA SANITARIA (GIORNALI E TV ASSENTI)
Centinaia di migliaia di persone, ma tv e giornali nascondono i veri numeri... e a Berlino la polizia arresta trecento manifestanti perché senza mascherina (VIDEO: il discorso del nipote di J.F.Kennedy a Berlino)
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31/08/2020

Se l'ondata di positivi è direttamente proporzionale al numero di test fatti per verificarne la presenza, la protesta di chi si oppone alle restrizioni dei diritti dei cittadini messe in atto per ridurle sta aumentando nonostante gli sforzi per contenere le informazioni al riguardo.
È dallo scorso aprile che si tengono proteste dal basso contro quella che da molti viene definita la "Dittatura sanitaria" nelle capitali europee, da Varsavia a Dublino, da Berlino a Madrid. Scontati dai mainstream come complottisti quando non terrapiattisti e fascisti, le fila dei contestatori si vanno ingrossando in parallelo e non in contrasto con l'aumento dell'allarme tambureggiato dai mainstream per i numeri dei positivi ai test.
Sabato si sono tenute manifestazioni in almeno quattro capitali europee, da quelle più piccole e locali di Zurigo e Vienna alla mega manifestazione con addentellati internazionali che si è svolta a Berlino e quella del tutto indipendente e rivolta all'interno del Paese che si è tenuta a Londra.
Di tenore molto simili per la straordinaria somiglianza fra le misure contro le quali si sono mosse decine e centinaia di migliaia di cittadini nei diversi paesi, le proteste si sono appuntate contro l'obbligo di indossare le mascherine ("il popolo dei no-mask" li ha definiti La Stampa) e il distanziamento sociale obbligatorio, obblighi che per l'appunto sono serviti proprio a motivare interventi delle forze dell'ordine contro trecento manifestanti arrestati, secondo la Reuters, a Berlino.

UN EVENTO DA PRIMA PAGINA
La dimensione della manifestazione di Berlino avrebbe dovuto farne un evento da prima pagina, ma i mainstream hanno tenuto la notizia bassa concordando che i partecipanti erano appena 38mila. Il colpo d'occhio sulle masse, che per almeno la terza volta quest'estate affluivano sotto la Porta di Brandeburgo, dava più ragione agli organizzatori che in base anche alle auto che avevano intasato le autostrade tedesche il giorno prima si aspettavano arrivi nell'ordine dei milioni.
A suffragare questa dimensione preoccupante della protesta c'è stata poi la decisione a notte fonda del Senato di annullare il permesso che avrebbe dovuto durare altre due settimane. In un video poi rimosso dalla sua pagina Facebook, il referente italiano per le proteste parallele previste per Roma in settembre, Max Massimi, aveva comunicato che nonostante che la piazza fosse stata concesso anche grazie a una sentenza del Tribunale, a cui gli organizzatori avevano fatto ricorso dopo l'iniziale diniego delle autorità, la decisione repentina del Senato ha fatto sì che la polizia calasse sulla piazza e smantellasse tutto.
Che le informazioni su queste manifestazioni siano spezzettate e difficoltose non è un'opinione di organizzatori paranoici ma un fatto facilmente ricavabile dai tanti video rimossi da Facebook e Youtube con una sola riga di spiegazioni standard (di solito per aver violato i termini di servizio del provider o le regole della "community"). Così è stato per il video di presentazione della manifestazione di Berlino girato in inglese dal giornalista e scrittore Oliver Janich e sparito nel giro di poco, e per il discorso del telecronista, scrittore e massimo teorico del complotto globalista in atto, David Icke, pronunciato davanti alla folla straripante di Trafalgar Square.
Del resto è del 25 agosto il comunicato dell'Organizzazione mondiale della sanità che ha annunciato di voler "immunizzare" la popolazione contro la disinformazione arrivando a controllare le comunicazioni sociali di milioni di privati. "Non stiamo solo combattendo il virus," ha detto il Direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Stiamo anche lottando contro i troll e i complottisti che diffondono la disinformazione e minano l'azione contro i focolai."

IL DISCORSO PRONUNCIATO DAL NIPOTE DI J.F. KENNEDY
Così le certezze possono venire solo con il tempo. A disposizione dei lettori è il discorso pronunciato da Robert F. Kennedy Jr, presente alla manifestazione di Berlino sabato e domenica anche per ricordare il famoso discorso pronunciato dallo zio John F. Kennedy, Ich bin ein Berliner. "A quell'epoca Berlino era la linea del fronte contro il totalitarismo. Oggi è di nuovo così: Berlino è il fronte contro il totalitarismo globale," ha detto Kennedy.
"I governi amano le pandemie - e le amano per le stesse ragioni per cui amano la guerra, perché permettono loro di mettere in atto meccanismi di controllo sulla popolazione che altrimenti non accetteremmo mai. Sono meccanismi che richiedono la nostra sudditanza" tramite la paura... Il parallelo tracciato non è solo con il comunismo del muro ma anche con il nazismo: "A Norimberga chiesero a Hermann Göhring come facevano i nazisti a farsi seguire dalla gente - ha notato RFK Jr - al che egli rispose: 'è molto semplice, è la natura umana. Per farsi seguire dalla gente basta mettergli paura.' "
Anche il discorso centrale di Londra, quello di David Icke, ha preso di mira le manipolazioni psicologiche di massa, esemplificate dal Tavistock Institute, che "studia come modificare la popolazione a partire dai nostri ragazzini. Il più grosso gioco mentale è che vogliono farci credere che l'autorità ha del potere. L'autorità non ha nessun potere. Il potere delle autorità in tutto il mondo è solo il nostro potere che noi diamo a loro. Lo capì il poeta Shelley nel 1819 quando scrisse "Sollevatevi leoni, scrollatevi di dosso le catene. Voi siete tanti, loro sono in pochi!"
E in Italia ancora nulla? No: sono previste manifestazioni per tutto settembre a partire da sabato 5, con il Popolo delle mamme e delle nonne, contrarie all'imposizioni di mascherine e distanziamento sociale già decise per i bambini a scuola, che all'estero in molti non esitano a definire torture. A una missiva di queste mamme ha risposto con una lunga lettera di incoraggiamento a difendere la famiglia e i bambini l'arcivescovo Carlo Maria Viganò.

Nota di BastaBugie: come ricordava l'articolo di Alessandra Nucci, a Berlino uno degli oratori è stato Robert Kennedy, nipote di John Fitzgerald Kennedy. Qui sotto trovate il video (durata: 6 minuti) con il suo discorso sottotitolato in italiano.


https://www.youtube.com/watch?v=kFqzeSwAxIw

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31/08/2020

2 - L'ARCIVESCOVO DI SYDNEY CRITICA IL VACCINO CONTRO IL CORONAVIRUS
Il vaccino in fase di sviluppo all'Università di Oxford fa uso di una linea cellulare coltivata da un bambino abortito e quindi è eticamente inaccettabile
Fonte Sito del Timone, 24/08/2020

Anthony Fisher, arcivescovo di Sydney, ha utilizzato i social media per criticare il vaccino in fase di sviluppo all'Università di Oxford, dicendo che «fa uso di una linea cellulare coltivata da un feto umano abortito elettivamente». Il vaccino, considerato tra i primi nella corsa globale per combattere il COVID-19, è stato sviluppato da una linea cellulare renale (HEK-293) prelevata da un feto abortito, una pratica comune nella ricerca medica. La scorsa settimana il governo australiano ha firmato un accordo con la società farmaceutica britannica AstraZeneca per garantire 25 milioni di dosi del potenziale vaccino COVID-19 se questo supererà i test.
«Che questo vaccino abbia successo o meno, è importante che il governo non crei un dilemma etico per le persone», ha scritto su Facebook l'arcivescovo Fisher. Poi ha aggiunto di aver scritto al primo ministro, Scott Morrison, esortandolo a perseguire vaccini alternativi che «non utilizzino cellule fetali nel loro sviluppo». Morrison ha precedentemente affermato che il governo non stava limitando la sua ricerca di un vaccino solo all'Università di Oxford.
Il vice direttore della sanità, Nick Coatsworth, ha rassicurato riguardo eventuali preoccupazioni morali. «Penso che possiamo avere piena fiducia che il modo in cui hanno prodotto il vaccino sia stato con i più alti standard etici a livello internazionale», ha affermato. Il tesoriere federale Jim Chalmers ha detto che le persone «stanno scaldando gli animi senza motivo», poiché il vaccino era ancora in fase di prova. «La mia opinione personale è che se e quando un vaccino è disponibile e viene immesso nel mercato, allora quante più persone possibile dovrebbero essere vaccinate», ha detto all'ABC. «Lo dico da cattolico che questo è il miglior risultato per l'Australia perché il vaccino è davvero ciò che ci porterà in salvo».
Il premio Nobel e immunologo professor Peter Doherty ha detto che a suo avviso, il processo è stato etico. «È una linea cellulare consolidata utilizzata in molte applicazioni», ha detto. «Se l'Arcivescovo lo trova discutibile, è suo perfetto diritto dirlo ed è nostro diritto perfetto non prenderlo assolutamente in considerazione», ha detto. Il professor Colin Pouton, del Monash Institute of Pharmaceutical Sciences, ha affermato che la cellula HEK-293 è stata regolarmente utilizzata nella ricerca medica «per creare prodotti vettoriali virali» perché ci sono vantaggi nell'utilizzo di cellule di mammifero, aggiungendo che questa linea cellulare è stata sviluppata decenni fa ed è stata ampiamente utilizzata in tutto il mondo. «Non è che la gente stia usando una nuova linea cellulare. È già lì, quindi per molti aspetti la questione etica è cosa passata».
Altri vaccini in Australia utilizzano le «linee cellulari diploidi umane» di WI-38 e MRC-5, che sono originariamente derivate da tessuto fetale umano. Questi includono i vaccini contro la rosolia, l'epatite A e la rabbia, tra gli altri.
Questa è la prassi ed è giusto che tutti sappiano che i feti umani vengono sacrificati. Il «dilemma etico», come rilevato dall'arcivescovo di Sidney, è evidente. [...]

Nota di BastaBugie: per quanto riguarda in generale l'argomento dei vaccini si possono leggere gli articoli che abbiamo pubblicato in questi anni, clicca qui!
Invece per quanto riguarda lo specifico tema dei vaccini prodotti attraverso feti abortiti, l'autore del precedente articolo, Paolo Gulisano, in un articolo dal titolo "Vaccini prodotti attraverso feti abortiti" ricorda la posizione della Pontificia Accademia per la Vita che nel 2005 si pronunciò sui vaccini ricavati da cellule fetali con un documento con il quale concludeva che è eticamente inammissibile utilizzare tali vaccini.
Ecco un estratto significativo dell'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 5 marzo 2019:
Se ne discute da molto tempo, ma molti continuano a non sapere: è la questione dei vaccini prodotti attraverso feti abortiti. Una questione che potrebbe e dovrebbe interrogare le coscienze dei cattolici, e non solo loro. Una realtà a volte negata, ora semplicemente minimizzata. In fondo - dice qualcuno - per ottenere le linee cellulari necessarie per produrre vaccini come quello contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella o contro l'Epatite A sono stati sufficienti due feti abortiti, due feti sani, ovviamente, e quindi esito di interruzioni volontarie di gravidanza.
Due bambini mai nati. Una femmina svedese abortita nel 1962 e un maschietto inglese nel 1966. Dai loro polmoni sono stati estratti fibroblasti (cellule del tessuto connettivo) che hanno composto le linee cellulari WI-38 e MRC-5, tuttora utilizzate. Sono i terreni di coltura che rendono i virus adatti a essere inseriti nei vaccini. Solo due, dicono i giustificazionisti, anche se a detta degli stessi ricercatori dedicati ai vaccini sono servite decine di altre piccole vittime per arrivare a queste due linee cellulari, vite umane sacrificate in nome di un imperativo tecnologico, giustificato dal fatto che questi vaccini possano salvare altre vite. Ma il fine non giustifica mai i mezzi.
La gran parte delle persone ignora questa realtà, tra cui i genitori che portano i bambini a vaccinare, e anche molti operatori. La ignora anche il mondo cattolico, che tace.
Eppure, non trattandosi di evidenze recenti, ma ormai consolidate, la Chiesa ebbe modo già anni fa di pronunciarsi autorevolmente. La Pontificia Accademia per la vita, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1994, si pronunciò sui vaccini ricavati da cellule fetali con un documento del 2005. Il documento illustrava correttamente e in modo documentato come fossero state prodotte quelle linee cellulari, stigmatizzandone l'uso. Il documento dell'Accademia per la Vita parlava "di vera e illecita cooperazione al male", e invitava i cittadini ad opporsi con l'obiezione di coscienza, e a fare pressioni sulle aziende perché progettassero linee cellulari alternative e chiedendo "un controllo legale rigoroso".


DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Sito del Timone, 24/08/2020

3 - LA FALSA ALTERNATIVA: MORIRE DI CORONAVIRUS O DI FAME?
Da un lato i sottomessi alla una dittatura sanitaria (che mettono al 1° posto la salute), dall'altro i negazionisti (che mettono al 1° posto il lavoro), ma entrambi hanno una visione materialista che dimentica l'anima e l'aldilà
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 2 Settembre 2020

Il 2020 sarà ricordato come l'anno di una storica svolta nella vita quotidiana del mondo. E mentre appare sempre più probabile che il coronavirus sia stato prodotto dall'ingegneria genetica della Cina comunista (il libro di Joseph Tritto, Cina Covid-19. La Chimera che ha cambiato il Mondo, Cantagalli, Siena 2020, è più che convincente a questo proposito), sembra altrettanto chiara l'esistenza di una "ingegneria sociale" su larga scala, per pilotare l'opinione pubblica in una situazione forse inaspettata dalle stesse forze rivoluzionarie che pretendono di guidare i destini del mondo.
Uno dei più efficaci risultati di questa ingegneria sociale è l'artificiale spaccatura che è stata creata dai mass-media tra chi vive nel terrore di essere contagiato e chi, paventando le conseguenze economiche della pandemia, minimizza la realtà del contagio. I primi si definiscono "prudenti" e chiamano gli altri "negazionisti". I secondi accusano i "prudenti" di volersi sottomettere a una "dittatura sanitaria", sulla società. Per gli uni la priorità è la salute, perché per essi il bene più grande è la vita fisica, e tutto deve essere fatto per evitare di morire; per gli altri la priorità è l'economia, perché il bene supremo è il benessere materiale e tutto deve essere fatto per vivere comodamente. Ciò che accomuna i due partiti è un orizzonte culturale da cui è stato ormai definitivamente espunto lo spirito di sacrificio e la dimensione soprannaturale. La formula "morire di coronavirus o di fame?" riassume la falsa alternativa, presentata come un dilemma angosciante.

L'ORIZZONTE MATERIALISTICO
La società moderna ha alimentato negli ultimi decenni un ossessivo culto del corpo, che ha fatto dimenticare che il corpo trae la sua vita dall'anima, che ha un destino eterno. D'altra parte quando si afferma che i problemi su cui il dibattito politico si deve confrontare sono solo quelli dell'occupazione e del lavoro, si rimane nel medesimo orizzonte materialistico, dimenticando che non tutto ciò che accade può essere spiegato in termini di economia.
Oggi se c'è un tema primario che riguarda la vita dell'individuo, è quello dell'aborto. Ogni anno sono centinaia di migliaia in Italia, milioni nel mondo, le vittime di una strage sistematica che si moltiplica in Occidente dagli anni Settanta del Novecento. L'aborto e la contraccezione sono la principale causa del crollo demografico e questo è sua volta all'origine della crisi economica che soffre la nostra società. Su tutto questo si tace, perché non si vuole ammettere che il vero problema è la perdita dei princìpi su cui l'Occidente ha costruito la sua storia. Il silenzio più drammatico è quello dei Pastori della Chiesa che, durante la cosiddetta "emergenza sanitaria", hanno accettato di rinunciare ad amministrare i sacramenti, che sono la vera fonte di vita delle anime e dei corpi. [...]

LA TRAGEDIA CHE CI ATTENDE
Nell' "era del Covid", qualcosa sta profondamente cambiando nei costumi e nella vita di ognuno di noi, ma pochi si sforzano di decifrare, dietro ciò che accade, i misteriosi disegni della Divina Provvidenza, che è la mano di Dio che opera nel tempo ciò che la sua Mente Divina ha pensato e voluto dall'eternità. Dio infatti, con la sua Provvidenza, protegge e governa tutto ciò che ha creato, perché la sua Sapienza «si estende da un confine all'altro con forza, governa con bontà ogni cosa» (Sap 8, 1).
Il coronavirus è un morbo per ora clemente, ben diverso dai flagelli che hanno falcidiato l'Impero romano nei primi secoli dopo Cristo o la cristianità medioevale nel XIV secolo. Ma proprio questo rivela la Sapienza divina, che mostra all'uomo del XXI secolo, debole e arrogante, vigliacco e superbo, quanto poco basti per umiliarlo e per confonderlo. Non c'è bisogno della peste nera né della guerra nucleare. Basta una mite epidemia per infrangere le certezze, suscitare mille paure, demolire progetti planetari, creare una situazione di confusione psicologica e mentale, che è il peggior castigo meritato dai popoli che voltano le spalle a Dio e dai Pastori che abbandonano le loro pecore. Ma questo non è ancora l'ultimo atto della tragedia che ci attende...

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Corrispondenza Romana, 2 Settembre 2020

4 - BASTA BAMBINE ABUSATE: ENNESIMO APPELLO-DENUNCIA DI DON FORTUNATO DI NOTO
Nell'ultimo mese sono state trovate in internet foto in Italia con neonati violentemente abusati, bambine fatte violentare da animali, bambine violentate da donne, ecc. (VIDEO: Don Fortunato Di Noto a Tv2000)
Autore: Francesca Romana Poleggi - Fonte: Provita & Famiglia, 31/08/2020

Ogni tanto sui social va girando l'ennesima denuncia di don Fortunato Di Noto, fondatore e direttore di Meter, un'associazione che combatte da decenni a livello internazionale la pedopornografia e aiuta e sostiene le piccole vittime a superare il trauma subìto (o forse dovremmo dire a conviverci, perché il trauma è spesso insuperabile).
Il 25 agosto don Di Noto aveva scritto:
«Stasera, Meter, ha denunciato una serie di foto pedopornografiche: n. 2 neonati violentemente abusati, n. 2 bambine fatte violentare da animali, n. 3 bambine violentate da 3 donne, n. 11 bambine abusate. Totale n. 18 bambine e bambini coinvolti.
Materiale di un passato sempre recente.
Divulgato da soggetti che dovrebbero essere individuati, si spera anche gli autori delle violenze, ma che sono tutelati dalla privacy dei grandi colossi del web.
Il contrasto alla pedofilia e pedopornografia, quando i risultati sono resi noti, è in atto, con lentezza e tenue efficacia.
Bisogna fare di più e non ci stancheremo di ribadirlo, le segnalazioni inoltrate non possono darci che ragione».
Ma solo due giorni dopo, il 27, un altro suo post su Facebook:
«N. 104 bambine abusate (le abbiamo contate una ad una) in solo due segnalazioni inoltrate alle autorità di Polizia. Qualcuno ha avuto la sfrontatezza di sottolineare: sono solo foto, magari di qualche anno fa. Magari già conosciute e segnalate chissà quante volte da Meter. Un po' costernato, ma questa volta molto infastidito (non dico parolacce) dico: sono n. 104 bambine abusate per sempre, ripeto: abusate da 104 adulti (maschi e femmine): abusatori per sempre e rimasti impuniti che circolano tra noi.
La tristezza è che queste 104 e altri milioni e milioni di bambini (neonati e prepuberi) non sappiamo se e come sono sopravvissuti. Se hanno avuto giustizia, se vivono... una vita vera.
In una foto e in un video la violenza si ripete, si ripete sempre.
Non è, il mio, un lamento, è solo un desiderio: fare di più perché si fa poco!
Questa sera non vi auguro una buona serata, non ve la prendete a male...».
Le parole di don Di Noto, purtroppo, anche se fanno molto male alle persone sensibili, rimangono il più delle volte senza seguito, perché le azioni della polizia e della magistratura che seguono le denunce di Meter sono irrisorie, rispetto alla vastità dell'orrore e perché la lobby dei pedofili è una lobby planetaria davvero potente, cui appartengono personaggi ricchi e potenti.
Ci sembra perciò doveroso dar risalto alla notizia che in Georgia, negli Stati Uniti, le forze dell'ordine hanno ritrovato nei giorni scorsi 39 minori scomparsi di età compresa tra i 3 e i 17 anni. È una notizia che serve a dare un po' di speranza e a dire un grazie a chi davvero fa qualcosa di concreto per contrastare un crimine così esecrabile come la pedofilia. In questo caso, l' '"Operazione Not Forgotten" è stata condotta dall' US Marshals Service e ha portato all'arresto di diverse persone molte delle quali avevano precedenti come molestatori sessuali.
Ma è una goccia nel mare. È vero che nel 2019 ai Marshall sono stati affidati poco meno di 400 casi. Di questi 400 bambini, i Marshall sono riusciti a salvarne 295, circa il 75%. Ma - solo negli Stati Uniti, quell'anno, il National Center for Missing and Exploited Children ha segnalato all'FBI più di 421.000 bambini scomparsi.
Temo che noi "persone per bene" che ci scandalizziamo per queste cose, e per certi versi ci sentiamo impotenti davanti a tanto male, possiamo fare alcune cose:
1) Per chi è credente... pregare.
2) Sostenere anche economicamente un'associazione come Meter, che opera concretamente non solo per scovare e denunciare, ma anche per assistere e guarire i bambini abusati.
3) In ogni contesto sociale e culturale, dar voce a queste povere vittime e sollevare il problema della giustizia che procede poco o a rilento in queste circostanze.
4) Opporsi civilmente ma fermamente in ogni contesto sociale a chi fa discorsi che tendono a sdoganare la pedofilia (il più comune è che il pedofilo "nasce così" e non può farci niente, e che il pedofilo di natura non è violento e i bambini "li ama" ma non li tocca neanche con un fiore, se non vogliono).
Capisco che parlare di queste cose , raccontare quello che racconta don Di Noto, sia spiacevole, se non doloroso. Chi scrive è mamma e nonna e quando legge o parla o scrive di certe cose si sente davvero male. Però, bisogna farsi coraggio (senza indugiare nei particolari, che se no si fa il gioco degli orchi).
È da vili "cercare di non pensarci" e voltare la faccia da un'altra parte.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 2 minuti) dal titolo "Polizia postale scopre chat orrori tra giovanissimi" Don Fortunato Di Noto, presidente di Meter Onlus, commenta su Tv2000 la notizia dei venti minori di tutta Italia tra i 13 e i 17 anni che, grazie a una chat degli orrori, si sono scambiati sui telefonini immagini di violenze e video di bambini abusati.


https://www.youtube.com/watch?v=HLXcs0XPPjg

Fonte: Provita & Famiglia, 31/08/2020

5 - IL METODO MONTESSORI E' DISEDUCATIVO PERCHE' NEGA IL PRINCIPIO DI AUTORITA'
Nata 150 anni fa, Maria Montessori nega il peccato originale e quindi basa il suo metodo educativo sulla spontaneità (il successo è dovuto al fatto che si adatta perfettamente a pacifismo, ambientalismo, gender, ecc.)
Autore: Vincenzo Sansonetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31/08/2020

Nel 1910 aprì una Casa dei Bambini nel convento delle Francescane Missionarie di Maria, a Roma, entrando in sintonia con la superiora generale, madre Marie de la Rédemption. Qualche anno dopo, nel 1916, partecipando la notte di Natale alla Messa nella chiesa di Nostra Signora del Rosario di Pompei, a Barcellona, dove in quel periodo viveva, si commosse fino alle lacrime nell'ascolto di un canto natalizio. Questi due episodi, presenti nelle biografie di Maria Montessori (1870-1952), rimangono isolati.
Pur nata e cresciuta in una famiglia di credenti - i genitori erano cattolici liberali vicini agli ideali risorgimentali - il rapporto con il cristianesimo della celebre pedagogista fu in realtà occasionale e superficiale, mai si approfondì traducendosi in esperienza vissuta e non influì affatto sulla sua visione del mondo e sulle sue scelte, semmai condizionate da altri riferimenti ideologici e culturali, come il positivismo e la teosofia. Riconosceva sì l'importanza della dimensione spirituale nel processo di crescita dei più piccoli, ma per lei la divinità aveva caratteristiche cosmiche, pagane, nulla a che vedere con il Dio incarnato in Gesù Cristo e vivente nella Chiesa.
Peraltro, quel momento di commozione in una notte di Natale era forse solo la nostalgia di un'infanzia lontana, mentre la collaborazione con le Francescane romane non nasceva tanto da un'identica preoccupazione educativa quanto dal fatto che quelle religiose assistevano i bimbi rimasti orfani dopo il devastante terremoto di Messina del 1908: un'iniziativa umanitaria in cui la Montessori, attenta ai drammi sociali del suo tempo, si riconosceva. Per giunta, la citata superiora generale delle Francescane era vicina al modernismo, che in quegli anni minava la dottrina e i fondamenti della fede.

NEGAZIONE DEL PECCATO ORIGINALE
La stessa Maria Montessori subì l'influsso delle tesi moderniste allora in voga. Infatti manifestò apertamente la sua avversione all'idea di peccato originale. Come tanti intellettuali di ieri e di oggi, magari preparati e intelligenti ma presuntuosi, pure lei si sentì in dovere di dare lezioni al plurisecolare Magistero ecclesiale: così la nozione di peccato originale era a suo avviso incompatibile con la "purezza" che vedeva nei bambini. E neppure accettava che nel percorso educativo di un fanciullo esistesse un'autorità, che premia e punisce, identificandola a torto come espressione del potere di turno: dei genitori, dei docenti, dello Stato. Il bambino, con l'aiuto di opportuni e originali strumenti didattici da lei stessa inventati, va invece accompagnato a individuare in se stesso le qualità e le risorse che possiede, per farle emergere. L'insegnante resta nell'ombra, è solo uno strumento, un mezzo nel cammino alla scoperta di sé. Niente maestri di vita da seguire, niente contenuti di valore con cui confrontarsi. L'educazione non è più un incontro, né un rischio, ma un meccanismo da applicare sia pure in modo elastico, adattandosi alle caratteristiche di ciascun allievo: al più viene esaltata la creatività, senza alcun legame organico con la realtà tutta, senza la ricerca di un senso, di un significato da dare alle cose. Ovviamente il metodo Montessori non prevede alcuna "comunità educante", che unisca nel medesimo obiettivo scuola, famiglie e istituzioni, perché ciò che conta è puntare i riflettori sui singoli individui e potenziarli, quasi fossero prodotti da laboratorio. Siamo lontani anni luce dal capolavoro educativo di Don Bosco, il sistema preventivo basato su ragione, religione e amorevolezza, che punta ancor oggi a formare buoni cittadini e non dei geni senza un vero legame con il contesto sociale, creature di Dio e non individui privi di radici.
Maria Montessori è stata accusata di vicinanza al fascismo e di aver cercato l'appoggio di Mussolini, che in effetti inizialmente sostenne le sue scuole, tentando di condizionarle per farne uno strumento di propaganda del regime. Il tentativo fallì, e "la donna che rivoluzionò per sempre il mondo dell'educazione" fu costretta a lasciare l'Italia, dove tornò solo nel dopoguerra, pochi anni prima della morte, dopo aver girato mezzo mondo per far conoscere le sue idee e creare un movimento che le diffondesse. Innegabile il successo di questi tour da un Paese all'altro. E proprio in questi viaggi ebbe incontri importanti, come con il Mahatma Gandhi, che arricchirono il suo bagaglio ideologico, rendendolo ancor più complesso ed eterogeneo.

PACIFISMO, AMBIENTALISMO, GENDERISMO
Si può affermare che le sue intuizioni, la sua idea di scuola, di educazione, di formazione, di società, sono state profetiche, ma in negativo: hanno cioè in qualche modo precorso e per certi aspetti favorito lo spettacolo piuttosto desolante cui oggi assistiamo, dove imperano idoli che solo apparentemente sono a favore della persona umana. La Montessori credeva nell'educazione ambientale, ma questa oggi si è tramutata in un martellante integralismo ambientalista; sosteneva l'educazione alla pace, ma il risultato è un astratto pacifismo a senso unico, che ignora le vere dittature; credeva nell'educazione alla mondialità (con l'obiettivo di abolire tutti i confini), ma siamo ridotti a subire un globalismo totalitario che soffoca ogni identità. Insomma, una delusione, ben dissimulata da una narrazione agiografica e acritica che non ci aiuta a cogliere i limiti e le contraddizioni di una "maestra del sospetto", intenta a vanificare - con le sue idee e le sue opere - la struttura naturale della convivenza umana, a partire dalla figura e dal ruolo della donna. Al punto che gli attuali sostenitori, ad esempio, del divorzio e dell'aborto volontario, trovano facilmente in lei un punto di riferimento perché da protofemminista sosteneva la più totale libertà di scelta e di autodeterminazione, fuori da ogni schema precostituito e da ogni pregiudizio.
La novità è che ora è diventata anche l'idolo dei movimenti Lgbt, che combattono contro le cosiddette discriminazioni di genere. Perché? Perché il metodo Montessori non prevede percorsi differenziati maschio-femmina. Infatti gli ausili didattici sono neutri (niente bambole o soldatini); non ci sono in aula o nell'abbigliamento degli scolari colori che distinguono (il rosa e l'azzurro); non c'è competitività, con il rischio che prevalgano i maschi, perché non si dà peso a voti e giudizi; non c'è il timore di favorire comportamenti differenziati a seconda del sesso, perché l'impostazione prevalentemente pratica del metodo fa sì che tutti imparino ad esempio i lavori domestici.

Nota di BastaBugie: sulla Montessori è stata fatta anche una fiction che, ovviamente, ha tralasciato tutte le ombre per esaltare le (supposte) luci. Ad esempio viene nascosto il fatto che la Montessori si era iscritta alla Società Teosofica della medium russa Helena Blavatsky che odiava il cristianesimo (sì, lo odiava proprio).
Per leggere la critica alla fiction e per approfondire cosa sia la teosofia (a cui aveva aderito la Montessori) e perché è all'origine dell'occultismo moderno, clicca sul seguente link.

LA FICTION DI PAOLA CORTELLESI SULLA MONTESSORI DIMENTICA DI DIRE CHE APPOGGIAVA L'EUGENETICA, LA MASSONERIA E L'ESOTERISMO
Lo sceneggiato in due puntate fa della pedagogista un ritratto da eroina, ma la realtà è molto diversa
di Rino Cammilleri
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5594

DOSSIER "EDUCAZIONE PARENTALE"
Insegna tu ai tuoi figli

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31/08/2020

6 - CHI SI CONFESSA E' TENUTO AL SEGRETO SU CIO' CHE GLI HA DETTO IL SACERDOTE
Il fedele, per correttezza verso il sacerdote, deve mantenere il silenzio su ciò che il confessore (o padre spirituale) gli ha detto, confidando nella sua discrezione
Autore: Padre Angelo Bellon - Fonte: Amici Domenicani, 04/04/2015

Caro Padre Angelo,
oggi mi è sorto un dubbio... sappiamo che il confessore è tenuto ad osservare una serie di leggi ecclesiali tipo il segreto del confessionale. Esistono leggi anche per il penitente? anche il penitente è tenuto al segreto? Cosa può dire e cosa no?
I miei più cordiali saluti e un abbraccio forte.

RISPOSTA DEL SACERDOTE

Carissimo,
il segreto del confessionale non è soltanto un segreto naturale, ma divino.
Quello che il sacerdote viene a sapere dall'accusa dei peccati lo viene a sapere in quanto è ministro di Dio e non semplicemente come un uomo.
Dice San Tommaso: "Il sacerdote è a conoscenza di quei peccati non come uomo, ma come Dio" (Somma teologica, Suppl., 11, 1, ad 2).
Anche nel caso che il sacerdote venisse interrogato in un tribunale o da un suo superiore deve tacere quanto ha sentito in confessione.
Dice ancora san Tommaso: "Perciò, senza pregiudizio per la coscienza, un confessore può giurare di non sapere quello che sa solo come Dio" (Ib., ad 3).
Come vedi, il penitente non funge da ministro di Dio. Pertanto di per sé non è tenuto al medesimo segreto cui è tenuto il sacerdote. Il sacerdote infatti è tenuto ad un segreto divino.
Tuttavia, come accanto all'accusa dei peccati vi è legato anche un segreto naturale (il penitente sa che il sacerdote non ne parlerà), così il penitente è in qualche modo tenuto al medesimo segreto naturale del sacerdote.
Ho detto in qualche modo perché se il penitente suggerisce un buon consiglio che gli ha dato il confessore, non viola alcun segreto naturale.
Ma se dicesse qualche cosa che può mettere in cattiva luce il confessore, deve stare zitto, tanto più che il sacerdote in questo caso non può difendersi, essendo tenuto al segreto divino.
Per questo Giovanni Paolo II ha detto: "Al sacerdote che riceve le confessioni sacramentali è fatto divieto, senza eccezione, di rivelare l'identità del penitente e le sue colpe". Direttamente questa totale riservatezza è a beneficio del penitente.
Di conseguenza, non sussiste per lui né peccato né pena canonica, se spontaneamente e senza provocare danni a terzi rivela fuori confessione quanto ha accusato.
Ma è evidente che, almeno, per un dovere di equità, e, vorrei dire, per un senso di nobiltà verso il Sacerdote confessore, egli deve a sua volta rispettare il silenzio su ciò che il confessore, confidando nella sua discrezione, gli manifesta all'interno della confessione sacramentale. [...]
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.

Fonte: Amici Domenicani, 04/04/2015

7 - LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA RINVIATA A OTTOBRE
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): i gay che discriminano i gay, la vice di Joe Biden è gay friendly, le atlete dicono No ai trans
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia, 4 settembre 2020

La notizia non autorizza chissà quali festeggiamenti, ma di certo non è una cattiva notizia: il ddl Zan contro contro l'omotransfobia e la misoginia tornerà alla Camera dei Deputati solo nel mese di ottobre. Non prima. Alla base di questo nuovo slittamento, l'urgenza governativa di votare, necessariamente la settimana prossima, il decreto semplificazione che va a scadenza; inoltre, a seguire, ci sarà una pausa dettata dalle elezioni regionali, accorpate al referendum confermativo. Non è finita: a settembre, infatti, si accenderanno i riflettori su un altro provvedimento centrale per la vita politica italiana: la nuova legge elettorale.
Quello che attende il Parlamento almeno per le prossime settimane è dunque un calendario fittissimo, nell'ambito del quale il ddl Zan - dati di fatto alla mano - non rappresenta una priorità inderogabile né, tanto meno, una questione politica di vita e di morte. Senza dimenticare poi il grande tema della riapertura delle scuole - verso cui le Regioni italiane stanno di fatto procedendo in ordine sparso -, e gli scossoni che già ora questo sta determinando per la compagine di governo. Tutto questo per dire che se la legge contro l'omotransfobia è già slittata ad ottobre, non si può escludere che sia destinata a slittare ulteriormente in avanti.
Sia come sia, il mondo pro family italiano può guardare questi rinvii solo ad un modo: come ad un guadagno di tempo prezioso. Tempo prezioso che deve essere necessariamente impiegato per sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto ad insidie e rischi di un provvedimento legislativo che, se da un lato nulla - ma proprio nulla - aggiungerebbe a beneficio di persone con tendenze non eterosessuali, dall'altro moltissimo determinerebbe, in termini negativi, per tutta la società italiana.
Il riferimento è qui anzitutto al mondo delle scuole, con iniziative ufficialmente contro «la discriminazione» - a parole, nei fatti pro gender - che andrebbero a ricevere un allarmante rafforzamento sia giuridico sia economico. Non meno grave, anzi forse ancora più generale e devastante, sarebbe - nel caso in cui il ddl Zan diventasse legge - la limitazione della libertà di espressione e quindi di pensiero. Sì, perché una normativa contro l'omotransfobia metterebbe i difensori del primato della famiglia naturale nelle condizioni di essere passibili di denuncia in quanto autori di «propaganda d'odio».
Non solo. Se la vedrebbero male anche gli oppositori dell'utero in affitto, del "cambio di sesso" per i giovanissimi, insomma tutta l'impalcatura valoriale fondata sul personalismo ontologico e sulla morale cristiana subirebbe un colpo mortale. Nelle settimane a disposizione - e rese possibile dal rinvio ad ottobre del ddl Zan - il movimento pro family italiano deve mobilitarsi. Perché in questo caso, a differenza del noto adagio, il tempo non è denaro. No, è un vero e proprio tesoro da sfruttare in comunicazione e informazione, con la messa in guardia di tutti rispetto ai pericoli che comporterebbe una normativa di cui non c'è nessun bisogno.
In linea teorica può infatti anche accadere, come già accennato, che il governo subisca dalle elezioni regionali uno scossone tale da evitare di voler proseguire, con determinazione almeno, l'iter sulla legge contro l'omotransfobia. Ma chiunque abbia a cuore certi valori non può appigliarsi a questa, che è solo una possibilità teorica. Deve invece darsi da fare, facendo soprattutto informazione, raccontando - e ribadendo - il più possibile quante insidie contenga un ddl che si presenta come antidoto alle «discriminazioni» mentre invece, nei fatti, ne è un formidabile veicolo.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.

I GAY CHE DISCRIMINANO I GAY
Grindr è la più popolare app di incontri per persone omosessuali. Un sondaggio condotto dal sito gay Neg.zone rivela che la maggior parte degli utenti di Grindr si sono sentiti discriminati da altre persone omosessuali con cui chattavano.
In particolare il 64% si è sentito discriminato almeno una volta per l'aspetto fisico. Curiosamente poi Neg.zone qualifica come atteggiamento discriminatorio la scelta da parte di metà degli utenti di essere interessata solo a persone di una certa etnia. Il virus della discriminazione si è inoculato così profondamente che per alcuni tutti noi non dovremmo avere alcuna preferenza, altrimenti preferire significherebbe automaticamente discriminare. Ma anche essere attratti da persone dello stesso sesso è una preferenza e quindi anche l'omosessuale discrimina.
Torniamo alle discriminazioni o presunte tali: un utente su quattro ritiene che le persone transessuali non debbano iscriversi alla piattaforma. Forse a ragion veduta: è un'app per omosessuali e non tutti i trans sono omosessuali.
Infine quasi un utente su 10 si sente discriminato perché effeminato.
Questo sondaggio mette in evidenza almeno due cose.
Primo: che anche i gay discriminano e quindi ci vorrebbe anche in questi casi una legge per punirli così come la legge Zan punirà gli eterosessuali che non si adegueranno al politicamente corretto.
Secondo: che la parola  "discriminazione" ha sostituito la parola "scelta", una scelta che tante volte è legittima, ma che oggi viene spesso intesa come fosse una colpa.
(Gender Watch News, 7 settembre 2020)

LA VICE DI JOE BIDEN È GAY FRIENDLY
Se il democratico Joe Biden vincerà le presidenziali, il suo vice sarà Kamala Harris da sempre schierata a favore delle rivendicazioni LGBT. Quando era procuratore generale della California, venendo meno ai suoi doveri (un bel biglietto da visita per un vicepresidente), non fece rispettare la Proposition 8 che vietava, allora, i "matrimoni" gay. Dopo la sentenza della Corte Suprema che legittimò le "nozze" gay fu la prima a celebrare tali nozze.
Si battè affinchè le persone trans potessero scegliere i bagni e gli spogliatoi che volevano (numerosi sono i casi ormai di uomini che con questo pretesto violentano le donne nei bagni per donne) e appoggiò l'Equality Act che, tra le altre cose, promuove le rivendicazioni LGBT. Naturalmente la Harris partecipa sempre al Gay Pride.
Se dunque vinceranno i democratici l'agenda arcobaleno subirà una forte accelerazione negli USA.
(Gender Watch News, 3 settembre 2020)

LE ATLETE DICONO NO AI TRANS
Più di trecento atlete, tra cui Martina Navratilova [lesbica dichiarata, N.d.BB], scrivono al National College Athletic Association affinchè gli atleti maschi transessuali non gareggino in competizioni femminili. L'associazione Save Women's Sports chiedeva in particolare di non boicottare il Fairness in Women's Sports Act ,  norma che vieta ai transessuali maschi di gareggiare con le donne nei college dell'Idaho. La National College Athletic Association contesta quella legge e la vertenza dovrà essere decisa in questo mese di agosto.
Un principio cardine dell'ideologia LGBT è quello della lotta alle discriminazioni, alle disuguaglianze. Ma far gareggiare maschi e femmine non è una palese disuguaglianza?
(Gender Watch News, 27 agosto 2020)

Fonte: Provita & Famiglia, 4 settembre 2020

8 - LA CHIESA NON HA MAI DUBITATO CHE LA DONNA ABBIA L'ANIMA
Storpiando uno scritto di san Gregorio di Tours e il sinodo di Mâcon, protestanti e illluministi hanno diffuso la bufala che la Chiesa abbia atteso il VI secolo per stabilire con certezza che la donna abbia l'anima
Autore: Marco Di Matteo - Fonte: Il Timone, novembre 2017 (n.167)

C'è chi dice che nel 585 fu convocato a Mâcon, in Borgogna, un concilio per discutere una questione spinosa: la donna ha un'anima? In realtà nel 585 a Mâcon non si svolse alcun concilio ecumenico, ma, per iniziativa del re dei Franchi san Gontrano e del vescovo Prisco di Lione, venne convocato soltanto un sinodo provinciale, dai cui atti (ripubblicati recentemente) risulta con chiarezza che in nessuna sessione si discusse del problema dell'anima della donna. Il sinodo si occupò di definire i rispettivi doveri dei fedeli e del clero.
Qual è dunque l'origine di una leggenda così diffusa? Essa deriva da un semplice aneddoto riportato da Gregorio di Tours nella Historia Francorum, dove si racconta che durante il sinodo un vescovo pose la seguente questione: il termine latino homo può essere applicato sia alla donna che all'uomo? Si trattava quindi di una questione puramente linguistica, non teologica. Gli altri Padri sinodali, citando passi della traduzione latina delle Scritture che, conformemente al latino classico, utilizzava homo come termine riferibile all'essere umano di sesso sia maschile che femminile, conclusero che il termine designava la creatura umana, senza distinzione di sesso.
Il primo a deformare i dati storici relativi al Sinodo di Mâcon è stato il pastore protestante Johannes Leyser, che nel 1676 nella Polygamia triumphatrix (Poligamia trionfatrice) affermò che durante i lavori dell'assise sinodale si discusse scandalosamente del problema dell'anima delle donne. L'accusa fu ripresa dal ben più famoso filosofo francese Pierre Bayle nel Dizionario storico-critico (1697), opera che, per l'impronta fortemente razionalistica e antireligiosa, influenzerà notevolmente i 'liberi pensatori' del XVIII secolo. L'accusa alla Chiesa fu rilanciata in Francia durante la Rivoluzione Francese e poi nel 1848, allorché si discusse del diritto di voto alle donne. Così le poche righe di Gregorio di Tours, completamente deformate, erano entrate definitivamente nel patrimonio della credulità popolare e non solo (persino storici qualificati come J. Le Goff e P. Brezzi diedero credito a tale menzogna).

LA DONNA NEL MEDIOEVO
Sull'infondatezza di tale notizia, avrebbe dovuto far riflettere, come rileva la storica francese Régine Pernoud, il fatto che nei secoli delle persecuzioni anticristiane «i primi martiri che sono onorati come santi, siano delle donne e non degli uomini: sant'Agnese, santa Cecilia, sant'Agata e tante altre». Nel Medioevo in Francia le regine venivano incoronate con lo stesso rituale dei re, segno della stessa dignità regale (si pensi al prestigio di Bianca di Castiglia, madre di san Luigi IX). Quanto alle donne laiche non aristocratiche, esse sono state sia umili lavoratrici (spesso riunite in corporazioni femminili), sia protagoniste della vita civile e persino militare (si pensi alla straordinaria figura di santa Giovanna d'Arco, che nel XIV secolo condusse la Francia alla vittoria sugli Inglesi). L'elemento femminile era rappresentato anche nelle assemblee municipali e nei movimenti che diedero impulso all'istituzione delle "tregue di Dio" per limitare le guerre. In ambito monastico, è significativo che alcune badesse agissero come autentici signori feudali, indossassero la croce come i vescovi e spesso amministrassero vasti territori: basti pensare alle badesse di Las Huelgas in Spagna e di Fontevrault in Francia, che governavano le comunità miste (maschili e femminili) fondate da Roberto d'Arbrissel (m. 1117). In età carolingia il primo trattato sull'educazione fu scritto nel IX secolo da una madre di famiglia, Dhouoda. Una donna, Rosvita di Gandersheim (935-967), compose commedie ispirate al poeta latino Terenzio. La prima enciclopedia non fu compilata degli illuministi, ma nel XII secolo dalla badessa Herrada di Landsberg, (è una summa dei progressi tecnici del XII secolo, comprendente persino informazioni economiche). Diverse religiose frequentavano le università per conseguire il grado di teologhe, come ad esempio Gertrude di Helfta nel XIII secolo.
Tutto questo rende comprensibile quanto scrisse san Bernardino da Siena (1380-1444): «È una grande grazia essere donna: le donne si salvano più degli uomini».

CONSIDERAZIONI FILOSOFICO-TEOLOGICHE
Oltre alle suddette precisazioni storico-filologiche, è facile smontare l'accusa anche ricorrendo a considerazioni filosofico-teologiche.
Dal punto di vista filosofico, porre una questione di questo tipo non avrebbe avuto alcun senso: infatti il termine latino anima indica semplicemente il principio primo (animatore, appunto) dell'attività di tutti gli esseri viventi, tant'è che anche gli animali (animalia in latino) posseggono un'anima, sebbene solo vegetativa e sensitiva. L'essere umano, rispetto agli altri animali, possiede anche l'anima razionale. Quindi, si sarebbe mai potuto mettere in dubbio ragionevolmente che la donna, la cui appartenenza alla specie umana risultava incontrovertibile, avesse un'anima? È vero che nel Medioevo la tesi di una qualche inferiorità di natura della donna rispetto all'uomo fu sostenuta da diversi teologi (condizionati dai filosofi antichi), ma nessuno avrebbe potuto negarle la natura di essere animato.
Da un punto di vista teologico, risulta chiaro dal racconto della Genesi che l'uomo e la donna sono entrambi a immagine e somiglianza di Dio e quindi dotati della stessa dignità. Unica è anche la radice dei loro nomi (ish e isshah sono chiamati l'uomo e la donna in aramaico antico), e ciò sta ad indicare il possesso di un'unica natura. Eva, nonostante la caduta, diventa la progenitrice del popolo eletto e madre della stirpe da cui uscirà il Redentore. La storia della salvezza si compie attraverso una donna, Maria, Sposa dello Spirito Santo e Madre del Figlio di Dio, Regina del Cielo e della Terra, nonché Mediatrice di tutte le grazie. Le donne, inoltre, appaiono accanto a Cristo nella sua vita pubblica, partecipando alla sua missione, e sono le prime testimoni della Risurrezione. Anche san Paolo, polemizzando con la cultura pagana, che spesso considerava schiavi e donne esseri inferiori, ribadisce la pari dignità della donna rispetto all'uomo:«non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna» (Gal 3,28).
Un manoscritto medievale anonimo della Cambridge University Library [...] individua cinque motivi di superiorità della donna rispetto all'uomo nella Rivelazione: «La donna è stata preferita all'uomo, quanto al materiale: Adamo tratto dal fango, Eva dalla costola di Adamo; quanto al luogo: Adamo fuori dal paradiso ed Eva al suo interno; nella concezione: una donna e non un uomo ha concepito Dio; nell'apparizione: dopo la resurrezione Cristo è apparso a una donna, a Maria Maddalena; nell'esaltazione: Maria è stata esaltata sopra i cori degli angeli».

Fonte: Il Timone, novembre 2017 (n.167)

9 - OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 18,21-35)
Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello?
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Dopo aver meditato domenica scorsa sulla correzione fraterna, la Liturgia odierna mette in luce un altro aspetto della carità cristiana: il perdono. Gesù, conoscendo quanto ciò sia difficile alla natura umana, propone, come misura del nostro perdono, l'esempio stesso di Dio: questi perdona sempre e con generosità al peccatore che si pente. Il cristiano è chiamato ad imitare la condotta divina, per essere simile a Dio in ciò che costituisce la vera grandezza dell'amore.
Gli ebrei dell'Antico Testamento già conoscevano il dovere del perdono. Nella prima lettura del giorno è riportato uno dei testi più significativi in cui viene indicata al popolo la necessità di perdonare i propri fratelli come condizione per poter ricevere il perdono di Dio: «Perdona l'offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore?» (Sir 28,2-3). Ciò che non era chiaro ai Giudei era la misura del perdono: quante volte bisognava perdonare al prossimo? Su questa base possiamo comprendere la domanda di san Pietro al Maestro. L'Apostolo propone di perdonare un numero di volte che a lui sembra già grande: fino a sette volte. La risposta del Maestro, invece, va oltre ogni limite e misura: bisogna perdonare «settanta volte sette» (Mt 18,22), ossia sempre.
Per rendere più comprensibile il suo insegnamento, il Salvatore lo illustra con la parabola dei due debitori, riportata dal Vangelo di oggi. Un servo era debitore verso il suo padrone di una somma ingente (decine di migliaia di euro!). Non avendo come pagare il debito, supplica il padrone di aver pazienza, di dargli tempo, pur sapendo che la vita intera non sarebbe bastata per risarcire il debito. Il padrone, mosso a compassione, non si limita a concedere una proroga al pagamento, ma condona totalmente il debito. La lezione è chiara: se Dio non interviene a perdonarci ogni cosa, da soli non riusciremo mai a pagare i nostri debiti, ossia a conquistare la salvezza eterna.
Continuando, la parabola racconta che all'uscita il servo trova un collega che gli deve solo una piccola somma. Dimenticando la grazia insperata ricevuta dal padrone, lo afferra per la gola e gli dice: «Paga quel che devi!». Ma, nonostante questi lo supplicasse di avere pazienza, «non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito» (ivi, 30). L'incredibile durezza di cuore del servo che, per una esigua somma di denaro, fa gettare in prigione un suo collega, fa intuire una verità assai profonda: l'uomo non sa perdonare i piccoli torti ricevuti dal suo simile e dimentica facilmente i grandi debiti che Dio gli ha condonato.
La lezione fondamentale della parabola la troviamo nelle parole proferite dal padrone al servo malvagio: «Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?» (ivi, 33). La motivazione profonda, dunque, per cui dobbiamo perdonare il prossimo è che Dio ha perdonato noi; e dobbiamo farlo allo stesso modo e nella stessa misura di Dio. Il perdono di Dio non conosce condizioni, non si ferma davanti a nessun peccato e non esclude nessun peccatore. Per questo anche il nostro perdono deve estendersi a tutti, perfino ai nostri nemici e a coloro che ci odiano. Dobbiamo perdonare imitando Gesù che, mentre sulla croce soffre il tremendo martirio dell'umana ingratitudine, si rivolge al Padre e lo supplica di concedere il perdono ai suoi crocifissori, perché non sanno quello che fanno. Quali insondabili abissi di amore e di perdono!
Il perdono è il frutto più bello dell'amore ed è, allo stesso tempo, la base della vera civiltà. Cosa sarebbe, infatti, la società senza il perdono? Una spirale di violenza e di odio votata alla distruzione. E che cosa sarebbe la famiglia, se i membri di essa non trovassero la forza di perdonarsi le piccole, inevitabili incomprensioni? Purtroppo noi spesso accampiamo ogni scusa per non perdonare, per non aver a che fare con "quella persona", per non rivolgerle più la parola, pur costatando che Dio è sempre pronto a perdonare noi.
Si racconta che una volta un giovane andò a confessarsi da Padre Pio. Dopo aver fatto la sua lunga confessione generale, tra lacrime di compunzione e di gioia, il Santo cappuccino gli disse: «Figlio mio, il Signore ti vuol bene, un gran bene: nella sua infinita misericordia, ti ha perdonato tutti i peccati della tua vita passata. Ricordati sempre di questa grazia. Ora va' e fai anche tu lo stesso: sii generoso con il Signore e con gli altri». Seguiamo l'invito del nostro Santo: promettiamo all'Immacolata di perdonare sempre chi ci offende, per imitare Gesù che, con la sua orrenda morte sulla Croce, ha pagato tutto il nostro debito e ci ha perdonati.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.