BASTA COPRIFUOCO: E' SBAGLIATO E DANNOSO
La vita deve essere aperta al rischio: dobbiamo combattere non solo per sopravvivere, ma per sentirci vivi e sentire tutta la forza della vita (in Italia il coprifuoco c'era stato solo nel 1943 alla caduta di Mussolini)
Autore: Matteo Carnieletto - Fonte: Il Giornale
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IN GERMANIA INIZIA LO SCISMA CON LA BENEDIZIONE DELLE UNIONI GAY
Vescovi e parroci aderiscono alla giornata per la benedizione delle coppie gay, nonostante che il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede (approvato da Papa Francesco) le avesse vietate
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LA SINISTRA OCCUPA TUTTI GLI SPAZI PUBBLICI E PENSA DI ESSERE MORALMENTE SUPERIORE
Nessuno può andare contro i diktat del pensiero unico: i porti aperti, il riscaldamento globale, il gender, l'aborto, la donna è sempre la vittima, mentre l'uomo è sempre cattivo, ecc. (VIDEO: Mario Palmaro e Costanza Miriano)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: La Verità
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I FRANCESCANI HANNO COMBATTUTO CON LE ARMI
Pacifici, ma non pacifisti, grandi santi francescani in difesa della Fede hanno combattuto o predicato il ricorso alle armi: il beato Marco d'Aviano a Vienna, san Giovanni da Capestrano a Belgrado, padre Anselmo da Pietramelara a Lepanto, ecc. (VIDEO: Marco d'Aviano)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
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INCUBO TERRORISMO IN FRANCIA, MA IN TELEVISIONE NESSUNO PARLA DI LEILA...
Eppure la 18enne voleva uccidere i compagni di classe e mettere una bomba a una chiesa (intanto un musulmano che ha ucciso una donna non è stato ritenuto colpevole perché, poverino, era sotto l'effetto della marijuana)
Autore: Caterina Giojelli - Fonte: Tempi
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AVREMO ANCHE IL PERVERSO ''MATRIMONIO'' TRA PADRE E FIGLIA O FRATELLO E SORELLA?
Se love is love e se due uomini si possono sposare, perché non si dovrebbe legalizzare anche l'incesto? Abolito il diritto naturale, ogni perversione diventa lecita
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana
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VERTICE SUL CLIMA: BIDEN ANNUNCIA, ANCORA UNA VOLTA, CHE SIAMO SULL'ORLO DEL BARATRO
Il grido di allarme è sempre lo stesso e si rivela sempre sbagliato, ma serve a giustificare l'intervento sempre più pesante dello Stato sull'economia e a restringere le libertà dei cittadini (VIDEO: L'ambientalismo di Biden distrugge sia l'economia che l'ambiente)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OMELIA V DOMENICA DI PASQUA - ANNO B (Gv 15,1-8)
Senza di me non potete far nulla
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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BASTA COPRIFUOCO: E' SBAGLIATO E DANNOSO
La vita deve essere aperta al rischio: dobbiamo combattere non solo per sopravvivere, ma per sentirci vivi e sentire tutta la forza della vita (in Italia il coprifuoco c'era stato solo nel 1943 alla caduta di Mussolini)
Autore: Matteo Carnieletto - Fonte: Il Giornale, 25 aprile 2021
"Abbiamo affrontato un fenomeno complesso come il Covid-19, articolato su più livelli della vita sociale e privata delle persone, solo in termini di salute. Così facendo, il discorso sanitario è diventato l'unico modo per risolvere questo problema. Abbiamo considerato i virologi - che come sempre accade nella scienza non hanno nessuna verità oggettiva e procedono per tentativi ed errori - come fossero i custodi di una verità a cui affidare la riorganizzazione intera sia dello spazio pubblico che privato. Se questo era comprensibile quando la pandemia è iniziata, è stato un errore grave continuare a farlo per gestire l'emergenza nel corso dell'anno seguente". Così Simone Regazzoni, filosofo, allievo di Jacques Derrida, amante (e praticante) degli sport di contatto. Professore, è da un anno che, a targhe alterne, veniamo confinati in casa. Come mai? Il primo grande errore è stato di mentalità: abbiamo risposto con una mentalità ristretta che ragionava solo in termini di sopravvivenza al problema Covid. Ora ci chiedono di continuare a usarla anche per il futuro, proprio ora che il fenomeno inizia ad avere una portata diversa attraverso i vaccini e altri tipi di risorse. Continuiamo ad avere i medici che, in tv, fanno il loro discorso a mo' di predica; hanno assunto un ruolo diverso dal medico, a metà strada tra un prete e un poliziotto: fanno la morale e pretendono che la loro morale abbia forza di legge. La politica troppo spesso è subalterna. Per esempio? La questione del coprifuoco, su cui ultimamente si è discusso, è un chiaro sintomo di questa mentalità ristretta. Tra l'altro, stiamo parlando di una misura estrema per una democrazia, che viene messa in atto quando ci sono minacce davvero epocali. In questo momento, coloro che sostengono il coprifuoco affermano anche che questa misura non ha alcun effetto positivo e che si tratta solo di un deterrente psicologico. Ma in una democrazia non è accettabile limitare le libertà fondamentali semplicemente perché i cittadini potrebbero far cattivo uso della propria libertà. Sembra che ora ci siano i medici, e in particolare i virologi, al comando del Paese... È giusto che i medici tutelino la nostra vita nei limiti delle loro competenze e del loro spazio, ma non possono e non devono occuparsi della totalità delle nostre vite: un cittadino non è un potenziale paziente. Una volta che sono tutelate le categorie più fragili, bisogna aprirsi al rischio, vale a dire alla vita. La vita è strutturalmente aperta al rischio e pensare di cancellare tutti pericoli non ha senso. C'è anche chi dice: "Saremo vaccinati ma, per anni, dovremo continuare a portare le mascherine". Tutto questo è politicamente pericoloso. Non è accettabile. Si è parlato di rischio ragionato: oggi dobbiamo rieducarci all'indocilità ragionata, come sosteneva il filosofo Michel Foucault. Noi non possiamo essere docili di fronte a tutto ciò che il medico di turno dice. Lui è libero di dire le sue opinioni, ma non è libero di decidere delle nostre vite. Ma com'è possibile che tutto questo sia passato senza che nessuno abbia osato dire nulla? Perché siamo stati esposti a un trauma. Non a caso le prime reazioni, un anno fa, erano: non è reale, è un film. Di fronte a qualcuno che dice "so io come salvarti", ci si adegua. È una reazione psicologica normale. Ma - passato il momento del trauma, dove è abbastanza razionale ragionare in termini di protezione assoluta - bisogna iniziare a costruire una risposta che vada al di là della semplice sopravvivenza. Ed è qui che c'è stato un vuoto discorsivo e il discorso medico ha monopolizzato la risposta. C'era bisogno di filosofi, psicologi, artisti, antropologi, e invece abbiamo affidato a qualche virologo questioni esistenziali su cui ha la stessa competenza del primo che passa. Non è che forse era anche più comodo rimanere in casa? Ci siamo abituati subito perché la società è strutturata attorno a vari dispositivi che ci rendono sopportabile, e anche amabile, lo stare rinchiusi in casa. Gli abbonamenti a Netflix, Zoom e tutto il resto. Sono diventate le nostre nuove zone di comfort. Questi dispositivi funzionano però per un certo periodo, poi si inceppano, soprattutto quando si inizia a sentire il bisogno di vita, della vitalità della vita. Ed è a questo punto che l'insofferenza viene criminalizzata, come abbiamo già visto (la scorsa estate andare in vacanza sembrava essere un comportamento immorale). Questo discorso va rigettato in toto. Noi non possiamo andare avanti così. Ciò che è accaduto ci stava nel momento del trauma, siamo diventati docili perché un tipo di discorso era efficace in quel momento (e poi perché noi non amiamo davvero la libertà, ma "stiamo bene" quando c'è un potere paternalista), poi l'insofferenza emerge. Ora è tempo di ringraziare i virologi, congedarli dalle tv e tornare a fare quella cosa rischiosa e bellissima che si chiama vita. Ci giochiamo ora l'avvenire... Dobbiamo riappropriarci dello spazio della vita. Questa è la vera scommessa. Come ci si abitua al rischio? È possibile che la mia generazione, quella dei ragazzi che oggi hanno trent'anni, non contempli alcun tipo di rischio? Credo ci sia stato un cattivo progetto pedagogico della generazione precedente. Abbiamo eliminato tutti i riti di passaggio perché erano traumatici (dall'esame a scuola a qualsiasi commento che mettesse in discussione la persona) e, non contenti, cerchiamo anche di eliminare qualsiasi cosa che possa fare male (cioè lasciare una qualche ferita). Questo non prepara a possibili traumi. Se uno ha una formazione del genere, appena arriva un trauma rischia di crollare. Ci spieghi meglio, per favore... A scuola qualsiasi cosa possa mettere in difficoltà i ragazzi viene esclusa ed è per questo che dobbiamo cambiare il discorso pedagogico. Dobbiamo tornare a far misurare le persone con le prove, perché una vita senza prove (eventi che accadono) è una vita che non è pronta alla vita. Il Covid-19 è stato uno di questi eventi, che ci dà la misura della difficoltà del nostro rapporto con il reale. L'esperienza è traumatica, significa misurarsi con qualcosa che può lasciare un segno. Imparare a vivere significa dare un significato a queste ferite. Siamo una società che ha detto che "non bisogna ferirsi". Ma così cancelliamo l'esperienza. Gli sport di combattimento vengono citati a sproposito, sostenendo che chi pratica sport simili è un teppista. In realtà, seguendo il suo ragionamento, queste attività, che contemplano prove e sofferenza, potrebbero rappresentare una grande alternativa pedagogica... Perché ci dobbiamo allenare in palestra? Ce lo insegna la storia: per affrontare le difficoltà della vita ed essere in grado di combattere. Ma oggi qualsiasi termine che rimandi al combattimento, al conflitto, è stato eliminato perché politicamente scorretto. Quando il conflitto arriva restiamo imbelli e ci chiudiamo in casa con internet. Se non abbiamo una disciplina dei corpi, questi saranno docilissimi al potere. Il potere in questo lockdown, in questo anno, ha agito sui nostri corpi perché li ha privati di movimento, di contatto. Che rapporto abbiamo con il nostro corpo? Siamo la società dell'immagine del corpo che rimuove i corpi in carne e ossa. Gli sport da contatto, dove possiamo sempre farci male, sono qualcosa che, nella tradizionale occidentale, rappresentava un elemento formativo fondamentale. I corpi sono docili perché manca consapevolezza di ciò che fai e la disciplina come cura e costruzione di sé. Gli sport da combattimento sono consapevolezza e disciplina. Chi fa sport da combattimento sa bene che deve misurarsi con il rischio, la paura, sa che ci si può far male, ma tutto questo non è altro che la vita. In un rapporto ci sono ferite, nella vita quotidiana ci sono sconfitte e traumi, e il soggetto è proprio chi sa costruire se stesso a partire da ferite, traumi, sconfitta. Noi dobbiamo fare una battaglia non solo per sopravvivere ma per sentirci vivi, per sentire tutta la forza della vita. Senza disciplina manca la forza che dice: "Bene, passato il colpo traumatico troviamo la modalità per tornare là fuori". C'è questa voglia di tornare ai corpi oggi. È un passaggio fondamentale perché i nostri sono corpi spaesati, perduti. Abbiamo chiuso le palestre quando, in termini di risposta anche sanitaria, rimanere in forma e avere una buona massa magra sarebbe stato una cosa positiva. La nostra logica si è incardinata solamente su chiusure e vaccini. E ciò che c'è in mezzo? I corpi che non si allenano più e sono permeabili all'attacco virale? Le persone non si tengono in forma, non c'è modo di fornire una risposta attiva. "Uscite e allenatevi": questa sarebbe stata una risposta attiva, anziché "rinchiudetevi e non fate niente". C'è una partita interessante da giocare ora, ed è davvero la partita della vita.
Nota di BastaBugie: la misura del coprifuoco è stata introdotta con la scusa della pandemia, ma ha avuto il solo scopo di non far uscire i giovani di casa poiché è noto che sono quelli più restii a seguire le regole. Quindi questa punizione, oltre a distruggere le attività ristorative della notte, ha bloccato la socialità dei giovani anche perché sarebbe assurdo pensare che il Covid venga di notte con le scarpe tutte rotte, come la befana. Anche in questo caso la storia può aiutarci a capire meglio il presente. Ingrid Feltrin Jefwa nell'articolo seguente dal titolo "L'ultima volta che c'è stato il coprifuoco in Italia? Era il luglio 1943" ci svela che il coprifuoco è stato imposto solo per situazioni di vera emergenza come fu quando Badoglio era succeduto a Mussolini e nel paese venne dichiarato lo stato d'assedio. Ecco uno stralcio dell'articolo pubblicato su OggiTreviso il 13/03/2020: "Il ministro Badoglio succeduto a Mussolini ha indetto per l'Italia lo stato d'assedio con la legge del coprifuoco. In tutte le città viene creato il Commissariato Militare": riportano le cronache del 26 luglio 1943, una data storica che registra per la prima volta il coprifuoco, a memoria d'uomo, in Italia. Tutti, dalle 20 alle 6 del mattino dovevano restare chiusi in casa. [...] Il periodo storico è quello che va dal 25 luglio, con la caduta del fascismo all'8 settembre 1943, data in cui viene firmato l'armistizio con gli Alleati. In quei 45 giorni in cui mutò il corso della storia il coprifuoco venne più volte modificato: il 1° agosto 1943 è posticipato alle ore 22.30 e dura fino alle 5 del mattino mentre il giorno 20 è ridotto dalle ore 22.30 alle 4 del mattino. Il coprifuoco in Italia resterà in vigore fino al 1944.
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Fonte: Il Giornale, 25 aprile 2021
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IN GERMANIA INIZIA LO SCISMA CON LA BENEDIZIONE DELLE UNIONI GAY
Vescovi e parroci aderiscono alla giornata per la benedizione delle coppie gay, nonostante che il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede (approvato da Papa Francesco) le avesse vietate
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-04-2021
I "cattolici" teutonici si sono indispettiti, e non poco, per la presa di posizione della Congregazione per la Dottrina della Fede contro la benedizione delle coppie omosessuali. Una semplice congregazione romana ha osato intralciare il cammino sinodale della chiesa detentrice del Geist: inaudito. E così, senza troppi giri di parole, l'opposizione, ormai chiaramente scismatica, è corsa ai ripari, organizzando per il prossimo 10 maggio una giornata di benedizione di tutti gli innamorati, incluse chiaramente le coppie omosessuali, oggetto principale della contesa. Organizzazione, ovviamente, alla tedesca: creazione di un sito web dall' "originalissimo" titolo #liebegewinnt (l'amore vince), tramite il quale è possibile iscriversi come singoli e come parrocchie. Presente anche la mappa di Google, con le bandierine ad identificare i luoghi ove si possono trovare le celebrazioni di benedizione: un suggerimento per i sette angeli delle coppe dell'ira divina a non sbagliare bersaglio... Dopo le esternazioni critiche al Responsum della Congregazione da parte del Cardinale Reinhard Marx, [...] si passa dunque ai fatti. E lo si fa con un intento polemico decisamente palese: «Vista la negazione della Congregazione per la Dottrina della Fede di benedire le coppie omosessuali, noi alziamo la voce e diciamo: accompagneremo anche in futuro le coppie che hanno un rapporto stabile e benediremo il loro rapporto. Non negheremo loro una cerimonia di benedizione».
LO SCISMA TEDESCO La sottolineatura della benedizione del rapporto si pone dunque come un rigetto esplicito dell'asse portante del Responsum dello scorso 22 febbraio, nel quale si precisava appunto che il problema di tali benedizioni risiede non nelle singole persone, bensì nelle «relazioni, o [...] partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell'unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso». Nel concreto, l'iniziativa del 10 maggio è un invito «a utilizzare numerosi segni creativi che mostrino quante persone nella chiesa percepiscono come un arricchimento e una benedizione la variopinta diversità dei differenti progetti di vita e delle storie d'amore delle persone», organizzando «un servizio di benedizione in molti luoghi, preferibilmente in contemporanea, alle 19:00. Le coppie che partecipano a questa cerimonia devono ricevere la benedizione che Dio gli vuole regalare, senza nascondersi». Sono già circa 2500 tra parroci, diaconi ed operatori pastorali che hanno aderito all'iniziativa e si sono messi a disposizione per sfornare benedizioni fragranti, perché, dopotutto, l'amore è amore... Questo è infatti il livello "argomentativo" dei promotori delle iniziative locali. A Schweinfurt viene lanciata una #segentogo, una "benedizione da asporto", offerta «a te e al tuo partner, indifferentemente da chi ami, da quanto tempo state insieme, se al momento le cose vanno alla grande o se state vivendo una fase difficile». Nel segno dell'inclusività anche l'invito della parrocchia di Winnweiler, che convoca tutti, «indifferentemente se siete sposati o no, se siete giovani o vecchi, eterosessuali o omosessuali, purché vi amiate e desideriate l'aiuto del Signore per la vostra relazione». Chiedete e vi sarà dato!
FINTA CARITÀ SENZA CONFINI A Würzburg hanno a cuore di integrare un must del politicamente corretto, dimenticato dagli sbadati confratelli, ricordando che neppure il «colore della pelle» sarà un fattore discriminante. La carità degli organizzatori di Paderborn è senza confini, dal momento che si offrono di venire incontro ad eventuali contrattempi, promettendo che verranno benedetti anche le singole persone, qualora il partner non riuscisse ad essere presente. L'invito della parrocchia di Jülich è invece rivolto, chissà perché, a tutti gli studenti, «indipendentemente se siete una coppia o single, se siete innamorati o alla ricerca dell'amore». Anche ad Hannover "love is love", ma pur sempre nell'epoca della pandemia. E così incontro e benedizione si faranno su Zoom. A Geldern-Veert riprese video assicurate nel momento della benedizione e, dopo la cerimonia, l'occhio della telecamera immortalerà il bacio di ogni coppia, ad perpetuam rei memoriam. Gli organizzatori di Neunkirchen/Saar, che mettono ben due chiese a disposizione, lanciano invece un messaggio di liquidazione della mediazione ecclesiale: «Non vogliamo giudicare se la Chiesa possa o non possa [benedire le unioni omosessuali]; come teologi/teologhe sappiamo che Dio può». Nel frattempo il vescovo di Essen [...] ha già fatto sapere che lui ed altri vescovi non intendono colpire con alcuna sanzione i sacerdoti che, per l'occasione, impartiranno la benedizione alle variegate coppie presenti. Perché per loro, il dialogo con Roma si fa così: o scrivete quello che vogliamo noi, oppure noi andiamo per la nostra strada. Posizione che, dal punto di vista canonico, si chiama scisma. Roma è avvisata: su omosessualità, sacerdozio femminile, contraccezione decide il Sinodale Weg.
Nota di BastaBugie:Nico Spuntoni nell'articolo seguente dal titolo "Unioni gay non benedicibili. Stoppati i vescovi ribelli" mette in evidenza come la Congregazione per la Dottrina della Fede, ovviamente con l'approvazione di papa Francesco, aveva stoppato a marzo di quest'anno la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 marzo 2021: Papa Francesco stampa un sonoro schiaffo in faccia ai vescovi tedeschi ribelli. Lo fa ribadendo l'opposizione della Chiesa alla benedizione a unioni di persone dello stesso sesso. Il Pontefice, infatti, ha dato il suo assenso alla pubblicazione del Responsum ad dubium sulla questione redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. L'ex Sant'Uffizio ha detto "no": la Chiesa non dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso. Insieme al Responsum, è stata diffusa ieri una Nota esplicativa firmata dal prefetto, il cardinale Luis Ladaria, e dal segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, monsignor Giacomo Morandi, nella quale sono state elencate le motivazioni che hanno portato a questa conclusione. Spiega la CDF: "Per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre (...) che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore", facendo sì che siano "compatibili con l'essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni". Non è questo il caso, precisano Ladaria e Morandi, delle unioni di persone dello stesso sesso dal momento che "non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell'unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita)". Nel passaggio che parla della presenza di "elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare" nelle relazioni che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio riecheggia il contenuto della Relatio post disceptationem (n. 18) del cardinal Péter Erdő, relatore generale del Sinodo sulla famiglia del 2014. La Nota esplicativa precisa che questa presenza di elementi positivi "non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore". Aggiunge l'ex Sant'Uffizio: "Poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull'uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio", citando Amoris laetitia per ribadire che "non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia". Il cardinal Ladaria e monsignor Morandi si preoccupano di chiarire che "la dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è (...) e non intende essere, un'ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all'essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende". Il modo in cui vanno accolti nella comunità cristiana le persone con inclinazione omosessuale non è messo in discussione e l'ex Sant'Uffizio lo conferma utilizzando le stesse parole che si trovano nel Catechismo: "rispetto e delicatezza" per evitare ogni "ingiusta discriminazione". La Nota ricorda che se è vero che Dio "non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo" è anche vero che "non benedice né può benedire il peccato" ma "benedice l'uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d'amore e si lasci cambiare da Lui". Il dubium all'origine del Responsum arriva da quegli ambiti ecclesiali a cui fa riferimento la Congregazione nelle prime righe del documento e che hanno in Germania il loro epicentro. Ormai non si tiene nemmeno il conto dei vescovi tedeschi favorevoli alla benedizione delle coppie omosessuali e monsignor Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale, ha voluto che questo tema venisse incluso nel dibattito del Cammino sinodale in corso. Il Responsum approvato dal Papa metterà fine alla ribellione oltre il Reno?
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-04-2021
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LA SINISTRA OCCUPA TUTTI GLI SPAZI PUBBLICI E PENSA DI ESSERE MORALMENTE SUPERIORE
Nessuno può andare contro i diktat del pensiero unico: i porti aperti, il riscaldamento globale, il gender, l'aborto, la donna è sempre la vittima, mentre l'uomo è sempre cattivo, ecc. (VIDEO: Mario Palmaro e Costanza Miriano)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: La Verità, 13 aprile 2021
Ogni tanto scopro di essere una giornalista sovranista e di estrema destra. L'ultima volta qualche giorno fa: è sicuro perché l'ho letto sul giornale (cerco di non ridere mentre lo scrivo). Umbria 24 infatti dava notizia di una polemica aperta da Pd Cgil Anpi e Sinistra italiana contro il Comune di Todi, reo di ospitare il festival letterario Todi città del libro, che ha in programma ospiti senza il bollino rosso della sinistra, quindi automaticamente di destra, e tra questi citava me, "autrice del capolavoro letterario Sposati e sii sottomessa" (risata). A parte che, anche se fosse, vorrei sapere in quale articolo di legge si prevede che le sole ad avere diritto di parola pubblicamente siano le persone di sinistra. Ci deve essere, da qualche parte, questa legge; almeno un articolino, un comma scritto in piccolo, perché le suddette presidiano praticamente tutti gli spazi pubblici, e si sentono investite della superiorità morale che consente di alzare il sopracciglio con sdegno ogni volta che si provi non dico a dissentire, ma anche a cercare di capire meglio, di farsi qualche domanda a proposito dei diktat del pensiero unico su alcuni temi sacri e intoccabili: porti aperti, riscaldamento globale, gender (il tuo sesso lo scegli tu), aborto come diritto, gli uomini sono tutti cattivi, soprattutto se bianchi ed eterosessuali (i cattolici poi non ne parliamo), le divise stiano chiuse in caserma, le donne sono tutte vittime, sarebbero bravissime e farebbero magnifiche carriere e invece vengono pagate di meno perché schiavizzate da uomini cattivi, e via dicendo. Le obiezioni e le domande sono vietate. I dati, proibiti (le donne non sono pagate di meno). La libertà, permessa solo se rispondente ai canoni (sei libera di fare carriera, ma non sei libera di volere più tempo per stare a casa e occuparti di chi ami, se no sei una minus habens e non una donna liberata). Sono idee, per carità, si può essere liberi di pensare qualunque cosa (anche che i cattolici siano dei mentecatti). Il problema è che il pensiero unico è diventata una religione. E così gli uomini che non credono più a nulla, hanno finito per credere a tutto, e hanno sostituito Dio con delle divinità intoccabili. Per dire, se tu osi soltanto chiederti se davvero l'Unione Europea - almeno così come è gestita - ci spalanchi le magnifiche sorti e progessive, sei sovranista. Il covid invece deve essere europeista visto che, offeso, se ne è andato dalla Gran Bretagna, dopo che tutti i giornali ci avevano parlato per mesi della catastrofe sanitaria che sarebbe succeduta alla Brexit (non ho letto nessun mea culpa, nessuno "scusateci, forse ci siamo un po' sbagliati", neppure una rettifica in ultima pagina in corpo 6). Se dici che forse in una situazione di giganteschi squilibri macroeconomici mondiali, con popoli interi alla fame, aprire il porto di Lampedusa forse, e dico forse, non è una magnifica soluzione ma una misera toppa, e rischia piuttosto di aumentare i naufragi e incentivare il mercato degli uomini, carne da macello, i quali poi non potranno che andare a ingrossare le file alla mensa della Caritas, se dici questo sei egoista, e razzista (oltre che sovranista, ça va sans dire), anche se ti spendi come puoi per quelli che alla mensa dei poveri ci finiscono davvero. Se dici che i maschi sono maschi e le femmine femmine, e che la realtà ha alcuni connotati che non dipendono dalla tua percezione, poi, sei veramente una brutta persona. Forse ho un'accezione un po' naif della mia professione (sarei una giornalista, oltre a scrivere libri) ma io credo che l'unico patrimonio di chi fa il mio mestiere sia la lealtà. Gli ex giornaloni italiani si sono trasformati come mai prima d'ora in fanzine, sembrano i giornaletti che distribuivano quando andavo in curva nord a tifare il Perugia. Ormai non sono più fonte di informazione, ma veicoli di appartenenza. Nessun problema, l'importante è dichiararlo, e non atteggiarsi a "professionisti dell'informazione" oggettiva (ci sarebbe un lungo discorso da fare: il case study potrebbe essere la vicenda Trump, ma andremmo fuori tema). L'informazione non ha più assolutamente nulla di oggettivo, è tutta emozione, è tutta superficie, è tutta fuffa. Il Nobel della pace preventivo al guerrafondaio Obama e le zero guerre di Trump il cattivone: la narrazione decisa da tutta la stampa mondiale prescinde totalmente dai dati di fatto, dalla realtà. E qui arriviamo al mio minuscolo, trascurabile caso. Se fossi sovranista e di destra come afferma l'articolo, dichiarerei la mia appartenenza senza problemi, ma il fatto è che io sono solo cattolica - e mi glorio di dichiararlo (è la formula che usavano i primi martiri, tanto prima o poi faremo questa fine, soprattutto se passa il ddl Zan) - e cerco di ragionare sulle cose a partire dalla realtà, questa sconosciuta. Le due cose per me sono totalmente sovrapponibili: fides et ratio. Ho scritto Sposati e sii sottomessa perché nei primi anni di matrimonio mi sono accorta che tutte le balle che mi ero bevuta su uomini e donne, sulla carriera, sulla parità e la divisione dei compiti in parti identiche si infrangevano contro questa cosa testarda che è la vita vera. Non è un capolavoro letterario, né pretende di esserlo, però decine e decine di migliaia di donne non solo in Italia lo hanno letto, per moltissime è stato un libro rivelatore, e in tante mi hanno detto di avere trovato lì una corrispondenza che non hanno certo con le battaglie delle michelemurgia sui metoo e i soffitti di cristallo. Non so se questo sia di destra. Ho scritto altri libri - come Quando eravamo femmine - per ricordare che esistono moltissime donne, la maggioranza, che non hanno il problema di diventare amministratore delegato, ma quello di non riuscire a stare abbastanza con i propri figli; ho scritto per ricordare che quella fioritura dello spirito che fu all'inizio il femminismo era in realtà una ricerca dello sguardo su di sé, quello che vuole ogni donna, e che non serve deprezzare gli uomini. Non so se questo sia di destra. Ho organizzato con degli amici il family day perché per fare una famiglia servono un uomo e una donna, e perché sfruttare le donne per farle partorire a pagamento è una cosa abominevole. Non so se questo sia di destra: di politica so pochissimo, ma sono quasi sicura che la sinistra non sia nata per difendere i desideri di gente molto ricca che per soddisfarli sfrutta le donne povere, pagando moltissimi soldi, quasi tutti ai trafficanti di bambini. Se questa è la bandiera della sinistra, io mi metto dall'altra parte.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: un'ora e mezzo) si vede un'imperdibile conferenza di dieci anni fa (21 ottobre 2011) per la presentazione del libro "Sposati e sii sottomessa" fatta da Mario Palmaro con la presenza dell'autrice, Costanza Miriano.
https://www.youtube.com/watch?v=PjsApsZvqbA
Fonte: La Verità, 13 aprile 2021
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I FRANCESCANI HANNO COMBATTUTO CON LE ARMI
Pacifici, ma non pacifisti, grandi santi francescani in difesa della Fede hanno combattuto o predicato il ricorso alle armi: il beato Marco d'Aviano a Vienna, san Giovanni da Capestrano a Belgrado, padre Anselmo da Pietramelara a Lepanto, ecc. (VIDEO: Marco d'Aviano)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 19 Aprile 2021
I serafini sono il primo coro della gerarchia angelica, gli angeli più vicini al trono divino, dove cantano incessantemente la gloria di Dio. Lo spirito serafico è un ardente amore di Dio che si esprime però in quello spirito di pace, tranquillità e letizia che ha caratterizzato soprattutto san Francesco, il "padre serafico" per eccellenza e i suoi discepoli. Lo spirito serafico che caratterizza la Chiesa trionfante, non è in contrasto con lo spirito guerriero che caratterizza la Chiesa militante. La vita del cristiano infatti è lotta. Il combattimento cristiano, è prima di tutto un atteggiamento spirituale, che comprende la possibilità della guerra giusta e perfino della "guerra santa". Questi concetti vengono riportati alla luce da un bel volume, di cui consiglio la lettura, che ha per titolo: Guerrieri serafici. [...] I due autori ricompongono un binomio troppo a lungo separato nell'ultimo mezzo secolo: la guerra e la santità. Si tratta di una raccolta di racconti di pace e di guerra, non fantasiosi, ma autentici. Le storie dei "guerrieri serafici" sono rigorosamente basate sui documenti, anche se presentate nella maniera avvincente che si addice ai romanzi. Alla fine di ogni racconto, il lettore trova una nota bibliografica che gli permette di controllare e approfondire le vicende narrate. Si parte dall'incontro di san Francesco d'Assisi, con il sultano Al Khamil, durante la Quinta Crociata. I due sacerdoti, basandosi sulle fonti francescane, ricostruiscono il colloquio tra Francesco e il Sultano, che rimase profondamente colpito dal coraggio con cui il santo di Assisi lo invitava alla conversione. La milizia serafica era di ordine spirituale, ma Francesco era un santo dal cuore guerriero e l'impegno costante dei francescani nelle crociate - dal XIII al XVII secolo - si colloca interamente sulla scia dello spirito del Fondatore. Un cuore altrettanto forte mostrò santa Chiara, che fece fronte all'assalto dei saraceni al convento di San Damiano ad Assisi nel 1239.
BATTAGLIE CONTRO L'ISLAM Contro i musulmani giganteggiano poi san Giovanni da Capestrano, condottiero a settant'anni dell'esercito cristiano a Belgrado (1456), e il padre Anselmo da Pietramelara, il cappuccino che con forza soprannaturale salvò la nave ammiraglia pontificia a Lepanto (1571). Singolare e affascinante è la figura di padre Angelo di Joyeuse, che uscì dal chiostro per salvare la Francia dagli Ugonotti. Egli era, al secolo, il duca Enrico di Joyeuse, un valoroso gentiluomo della corte di Enrico III, sposato con la virtuosa Catherine de Nogaret de La Valette, figlia del duca di Epernon. Quando la moglie morì prematuramente, Enrico voltò le spalle al mondo ed entrò in un convento di cappuccini, con il nome di padre Angelo. Qualche anno dopo, mentre la Francia era insanguinata dalla guerra religiosa, la Lega cattolica si trovò senza un capo. Ci si rivolse a lui: nessuno, quanto l' ex-duca di Joyeuse, aveva tanta autorità e conoscenza dell'arte di militare e di governo. Un breve del papa Innocenzo IX, che autorizzava il cappuccino ad uscire dal convento, sciolse i suoi ultimi dubbi. Padre Angelo divenne il capo della Lega Cattolica, combatté, vinse, negoziò l'accordo con Enrico IV, fu creato maresciallo e Pari di Francia, e infine, nel 1599, ritornò nel suo convento. Ebbe fama di grande predicatore e direttore spirituale e morì il 28 settembre 1608 a Rivoli. Grazie a un altro cappuccino, san Lorenzo da Brindisi, nell'ottobre del 1601 la vittoria contro i Turchi arrise alle forze cristiane ad Albareale, città fortificata nella bassa Ungheria, dove erano incoronati i sovrani magiari. Cappuccino fu anche il beato Marco d'Aviano, che animò e guidò i combattenti cristiani nella liberazione di Vienna del 1686. Meno conosciuto è il francescano fra Luka Ibrišimović, soprannominato "il Falco", un frate croato che, il 12 marzo 1680, spada in una mano, rosario nell'altra, sconfisse i turchi sulla collina di Sokolovac vicino a Požega, storica capitale della Slavonia, in Croazia. Oggi davanti alla cattedrale della cittadina, un monumento eretto nel 1893 lo raffigura mentre vittorioso calpesta la mezzaluna islamica.
LA CHIESA NON HA MAI PROFESSATO IL PACIFISMO Poco note sono anche le incredibili avventure del francescano Fra Gereon Goldmann, veterano della Wehrmacht, che nel 1943, non ancora sacerdote, assicurò i conforti religiosi a migliaia di feriti. La sua autobiografia è stata tradotta in italiano con il titolo Missione SS. Un frate tra i nazisti (San Paolo, Milano 2008), ma il titolo è improprio, visto che Fra Gereon fu espulso dalle SS per la sua fede cattolica e divenne un membro della resistenza tedesca contro Hitler. A mò di conclusione i due autori pongono san Massimiliano Maria Kolbe e la Milizia dell'Immacolata fondata a Roma nel 1917 per combattere la massoneria e tutti i nemici della Chiesa. Essi ne raccolgono lo spirito in questo libro dedicato "a tutti coloro che lavorano e soffrono per la ricostruzione di un francescanesimo militante sotto le insegne dell'Immacolata". La Chiesa non ha mai professato il pacifismo. Oggi si confonde la pace, che è l'ordine della legge naturale e divina, con il pacifismo, che è un atteggiamento di rinuncia alla Verità e alla lotta per affermarla. Pacifici, ma non pacifisti, furono i guerrieri serafici: guerrieri senza odio, guerrieri mossi dall'amore di Dio e pronti per questo amore a fare l'olocausto della propria vita. Oggi più che mai abbiamo bisogno di guerrieri disposti a combattere e a morire per Cristo in un mondo che gli volta le spalle.
Nota di BastaBugie: il libro di cui si parla nell'articolo è Guerrieri serafici (Tabula Fati, Chieti 2021). Il libro è dovuto alla penna di due giovani sacerdoti francescani, padre Ambrogio Maria Canavesi e padre Lorenzo Maria Waszkiewicz, italiano il primo, polacco il secondo, ottimamente ferrati entrambi nelle scienze storiche. Per ordinare il libro, clicca qui!
VIDEO: DISCORSO DEL FRATE CAPPUCCINO MARCO D'AVIANO Lo straordinario film "11 settembre 1683" ricorda il frate cappuccino Marco d'Aviano che riesce a formare la Lega Santa per la difesa della Cristianità. Infatti l'alleanza tra le Nazioni cristiane è l'unica via di salvezza per l'Europa di fronte all'avanzata apparentemente inarrestabile di Karà Mustafà alla guida di 300mila soldati islamici che hanno lo scopo di conquistare Vienna e poi arrivare fino a Roma. Ecco la scena tratta dal film "11 settembre 1683" dove il frate incoraggia i soldati prima della battaglia ricordandogli il vero motivo per cui stanno combattendo.
https://www.youtube.com/watch?v=hbPcx0Dryk8
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Fonte: Radio Roma Libera, 19 Aprile 2021
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INCUBO TERRORISMO IN FRANCIA, MA IN TELEVISIONE NESSUNO PARLA DI LEILA...
Eppure la 18enne voleva uccidere i compagni di classe e mettere una bomba a una chiesa (intanto un musulmano che ha ucciso una donna non è stato ritenuto colpevole perché, poverino, era sotto l'effetto della marijuana)
Autore: Caterina Giojelli - Fonte: Tempi, 20 aprile 2021
Quartiere popolare di Devèze a Béziers (Hérault, sud della Francia). È la notte del 4 aprile, l'orologio segna l'1.55, quando le forze dell'antiterrorismo e della Direction générale de la sécurité intérieure (Dgsi) sfondano la porta dell'appartamento della famiglia B. Le quattro donne presenti, una madre e le sue tre figlie, finiscono in manette mentre inizia la perquisizione. Pochi giorni prima la Dgsi aveva ricevuto una segnalazione dall'intelligence: una giovane francese convertita all'islam si appresta a compiere un attentato nel weekend di Pasqua, aggredendo i fedeli di una chiesa di Montpellier o Strasburgo con una sciabola. I servizi di sicurezza marocchini hanno individuato il suo account e pseudonimo Telegram, "Ab-2770" e l'indirizzo Ip da cui si connette postando video dei bambini soldato dell'Isis che giustiziano ostaggi: corrisponde a quello della signora B. Coltelli, sure, la testa di Paty Inizia come un film, la straordinaria inchiesta pubblicata da Le Parisien sull'arresto di Leila B., la diciottenne incriminata per associazione terroristica internazionale che prometteva di dare il proprio sangue per spargere quello cristiano. Una vendetta meditata e raccontata nel suo spaventoso diario di adolescente trovato la notte dell'irruzione, quando, spalancando la porta della stanza di Leila, gli agenti si sono trovati davanti a un santuario dell'orrore: al muro è appeso un poster delle Torri gemelle in fiamme, stampe del corpo mutilato di Samuel Paty, sul comodino un coltello da cucina da 30 centimetri. E poi bottiglie di acido solforico, acetone, alcolici metilati, siringhe, cavi elettrici, ingredienti per fabbricare ordigni esplosivi, tracce di bruciature sul pavimento, bottiglie collegate con cavi alla batteria di un cellulare, sure che incitano al jihad. Scrive Le Parisien: «Non ha la personalità di un'ordinaria apprendista terrorista. Leila B. cresce in un ambiente socialmente e culturalmente svantaggiato. Terza di cinque figli, il più piccolo dato in affido, figlia di un padre alcolizzato e gravemente malato, ha abbandonato due anni fa la scuola dopo essere stata espulsa da un corso professionale di moda in un liceo di Béziers. Da allora ha passato le giornate chiusa nella sua stanza, arrivando a smontare la maniglia della porta perché nessuno potesse entrarvi, uscendo in rare occasioni e parlando solo con sua madre».
ANDRÒ A FARE UN MASSACRO AL LICEO, TAGLIERÒ TESTE Nella sua stanza Leila passa le giornate sui siti "gore", i più macabri e pericolosi del deep web. Guarda e riguarda i video delle stragi scolastiche, come il massacro della Columbine High School, e le decapitazioni diffuse dai fanatici dell'Isis. Ha già una denuncia all'attivo: ha minacciato una studentessa su Instagram, ha affermato che avrebbe ammazzato qualcuno sparando dal balcone prima di suicidarsi. La polizia l'ha già interrogata, «mi piace guardare le persone decapitate, vedere qualcuno che soffre, vedere chi taglia la testa, la morte», ha ammesso agli agenti. Fantasie macabre, eppure c'è molto più di quanto temeva l'intelligence nel suo diario, dove la ragazza annota il sogno di comprare «fucili d'assalto» e uccidere «centinaia» di persone, arrivando a pianificare l'assalto della sua ex scuola: «Il D-Day mi alzerò al mattino, preparerò tutto in anticipo. Verso le 9-10 ucciderò uno dei miei vicini e poi deciderò se ucciderne altri tre [...]. Dopodiché andrò al liceo e inizierò il massacro. Farò saltare in aria, distruggerò cose, ucciderò tutte le persone sul mio cammino. Il piano dettagliato consiste in bombe posizionate in luoghi diversi, saranno posizionate in anticipo». Al di là dei "sogni", c'è soprattutto nel suo diario la piantina della chiesa di Béziers, su cui affaccia la finestra della sua stanza, annotazione degli orari di apertura, punti di ritrovo, appunti e aggiornamenti sulle fasi di produzione degli esplosivi. E poi ci sono le conversazioni e i messaggi intercettati con i soggetti radicalizzati con cui discuteva su Telegram: «Ucciderò i cristiani. Taglierò teste. Ucciderò la gente di chiesa, sì, a Montpellier in Francia». Interrogata, la ragazza spiega di non essere musulmana praticante, ma di essere attratta da nazismo e jihadismo. Fa anche parte di un gruppo Telegram neonazi, "Atomwaffen Command", ma solo per «spaventare le persone».
METTERÒ IN CHIESA UNA BOMBA: UCCIDERÒ I CRISTIANI Tuttavia il suo delirio l'ha resa facile preda di un uomo che le racconta di vivere in Turchia: è stato lui, spiega la ragazzina, a proporle un attacco coordinato «a una chiesa o a una sinagoga con le armi. Attentati suicidi. Dovevamo colpire lo stesso posto, Strasburgo o Montpellier, non era deciso [...]. Sapeva che avevo l'attrezzatura per fabbricare bombe, gli avevo mandato una foto [...]. Ho disegnato in poco tempo la pianta della chiesa che vedevo dalla mia finestra. Volevo creare una bomba con il Tatp (esplosivo da fabbricare in casa con ingredienti reperibili facilmente e in voga tra attentatori suicidi dell'Isis, già usato dai terroristi di Parigi e Bruxelles, ndr), volevo mettere questa bomba in chiesa. Ma non avevo ancora deciso quando l'avrei fatta esplodere, né l'ora né la data». «E adesso? E domani? Dopo le lacrime e gli omaggi, dopo i grandi discorsi e le manifestazioni, dopo gli hashtag, che cosa succederà? Continueremo con i compromessi davanti alla minaccia islamista o ci risveglieremo, opponendo alla guerra che ci è stata dichiarata un'altra guerra? Questa è la sola domanda che dobbiamo farci», scriveva il direttore del Figaro, Alexis Brézet, in seguito alle manifestazioni per ricordare Paty, il professore pugnalato e decapitato in Francia a Conflans-Sainte-Honorine da un diciottenne, attaccando islamisti e radicalizzati che tengono in ostaggio scuole e giovani di Francia. Scuole in cui il 40 per cento degli insegnanti «si "autocensura" su alcuni temi per non creare incidenti» (è ancora Brézet), attivisti che «non avranno armato direttamente la mano dell'assassino, ma hanno senza dubbio ispirato il suo gesto». Nel tempo permeato dal dubbio, in una Francia che come spiegava a Tempi Christophe Desmurger - insegnante delle elementari a Parigi, tra i primi a denunciare la radicalizzazione dei giovani musulmani - ha scoperto bambini diventare «assassini nel nome di una causa malata», ideologie e soluzioni radicali corrono sul web, si fanno strada oltre la scuola, entrano nelle camere degli adolescenti: «Sono le 12:11, mi sono appena svegliata e ho molte cose da fare. Devo andare a comprare un vestito, acqua ossigenata, un contenitore di vetro [...]. Presto sarà tutto finito, presto mi vendicherò. D'ora in poi nessuno potrà fermarmi», scriveva Leila B. nel suo diario.
Nota di BastaBugie:l'articolo seguente dal titolo "Assassinio + cannabis = penalmente irresponsabile" mette in luce l'episodio di un musulmano che in Francia ha ucciso una madre di tre figli al solito grido di "Allah Akbar" e non è stato ritenuto colpevole dal tribunale perché, poverino, era sotto l'effetto di uno spinello. Ecco l'articolo completo pubblicato su Tempi il 26 aprile 2021: Migliaia di persone si sono riversate nelle piazze francesi - ma anche in alcune piazze europee, come a Roma - per chiedere giustizia per Sarah Halimi, la donna ebrea di 65 anni che fu uccisa a Parigi il 4 aprile 2017 da Kobili Traorè, 27enne musulmano. Quel giorno la donna, madre di tre figli, fu aggredita e gettata da una finestra dall'uomo, suo vicino di casa. Mentre la uccideva, Traorè recitava versetti del Corano e urlava «Allah Akbar» e «ho ucciso Satana». Ma la Corte di Cassazione nel dicembre del 2019 ha sentenziato che l'assassino non può essere processato e il 14 aprile ha confermato il verdetto. Secondo i giudici, infatti, l'uomo non può essere ritenuto colpevole in quanto «penalmente irresponsabile». Tre diverse perizie - non concordi tra loro - hanno appurato che, trovandosi egli sotto gli effetti della cannabis, non era capace di intendere e volere. Secondo l'articolo 122-1 del codice penale non è perseguibile chi soffre di disturbi psicotici. Era questa, secondo i giudici, la situazione in cui si trovava Traorè, reo confesso, che fumava «fino a 15 spinelli al giorno». La Corte ha riconosciuto il carattere antisemita dell'omicidio, ma non ha mandato a processo il musulmano. Ieri sono sfilate per le strade parigine 22 mila persone che hanno scandito lo slogan «Senza giustizia, non esiste la Repubblica». Veementi sono state le reazioni in tutto il paese di fronte a una decisione che è percepita come profondamente ingiusta e irrazionale. [...] Il Consiglio superiore della magistratura è però intervenuto in difesa dei giudici: «L'istituzione giudiziaria deve poter continuare a giudicare, libera da pressioni, con completa indipendenza e imparzialità».
Fonte: Tempi, 20 aprile 2021
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AVREMO ANCHE IL PERVERSO ''MATRIMONIO'' TRA PADRE E FIGLIA O FRATELLO E SORELLA?
Se love is love e se due uomini si possono sposare, perché non si dovrebbe legalizzare anche l'incesto? Abolito il diritto naturale, ogni perversione diventa lecita
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana, 21 aprile 2021
La notizia viene dagli USA. Un genitore, di cui si ignora nome, età e sesso, vuole sposare suo figlio o sua figlia maggiorenne. Ovviamente negli States, essendo reato l'incesto, è illegittimo anche il matrimonio tra genitori e figli, il quale, se contratto, sarebbe semplicemente nullo. Ecco allora che questo genitore ha fatto ricorso presso il Tribunale federale di Manhattan lo scorso primo aprile affinché questa normativa, che gli impedirebbe di convolare a nozze con il figlio, venga dichiarata illegittima. Vi sono stati alcuni precedenti simili. Ad esempio nel 2008 in Oklahoma una donna aveva sposato il figlio, poi aveva divorziato da lui e infine aveva sposato la figlia. Ovviamente riuscirono nell'intento occultando agli organi amministrativi i relativi legami di parentela. Poi il tutto venne a galla e madre e figlia ebbero seri guai con la giustizia. Altra vicenda datata 2018: Debby e Joe sono fratellastri avendo il padre in comune. I due si innamorano e poi si sposano. Ma anche in quel caso la finzione resse per poco e i due dovettero affrontare un processo penale. Invece esito diverso per una storia simile accaduta nel 2014: lei e lui sono fratellastri con madre in comune. I due si sposarono e una corte d'appello statunitense convalidò il matrimonio. Secondo i giudici non era incesto perché la relazione tra fratellastri è come quella esistente tra due cugini. Giudice che vai, sentenza che trovi. Ma forse il caso più famigerato, che tocca però molto di tangente quelli appena indicati, è quello che ha riguardato Woody Allen il quale sposò la figlia adottiva della ex compagna Mia Farrow, adozione che avvenne quando la Farrow era sposata con un'altra persona. Allen si giustificò asserendo si erano sposati solo per assicurare alla giovane sposa un solido futuro economico quando lui non ci sarebbe stato più.
LOVE IS LOVE Torniamo alla notizia data in apertura. Il genitore, davanti ai giudici, ha così perorato la sua causa. Ha inizialmente fatto appello all'«autonomia decisionale». Facendo l'avvocato del diavolo, ci verrebbe da porre questa domanda: come dare torto a questo genitore? Se l'autonomia decisionale legittima l'uccisione del figlio nel grembo materno, perché non potrebbe legittimare anche il matrimonio con lui? Se l'autodeterminazione rende lecita l'eutanasia, perché non potrebbe rendere lecito anche il vincolo coniugale tra madre e figlio o tra padre e figlia? Il ricorrente poi aggiunge: «Attraverso il legame duraturo del matrimonio, due persone, qualunque sia la relazione che potrebbe legare l'una all'altra, possono trovare un maggiore livello di espressione, di intimità e spiritualità». Potremmo così ulteriormente esplicitare questo concetto. Se «love is love» e dunque se è errato pensare che l'amore di coppia possa essere appannaggio solo di coppie eterosessuali, ciò può e deve valere non solo per due uomini o due donne, ma anche per madre e figlio (o figlio) e padre e figlia (o figlio). Come può esserci un amore di coppia tra due persone dello stesso sesso che si esprime carnalmente in un rapporto omosessuale, così può esserci un amore di coppia tra due persone della stessa famiglia che può esprimersi in un rapporto sessuale. Chi lo dice che l'affetto tra madre e figlio possa esprimersi solo con il bacio sulla guancia, l'abbraccio e le carezze sul volto? Dove è scritto che l'amore intenso genitoriale non possa esprimersi con il linguaggio altrettanto intenso del rapporto sessuale? Non solo: ma chi dice che la madre non possa provare non solo sentimenti materni, ma anche sponsali per il figlio? E dunque, se così fosse, perché non formalizzarli in adeguato modo sposandosi?
L'ABBANDONO DELLA LEGGE NATURALE HA CONSEGUENZE DEVASTANTI Il tutto, a bene vedere, nasce, a monte, dalla liquefazione dell'istituto del matrimonio. Qualche decennio or sono si è iniziato a dire che l'importante non è il matrimonio, ma i sentimenti che legano i due fidanzati. Se l'aspetto essenziale è l'interiorità affettiva, sentimentale ed emozionale, va da sé che anche le persone omosessuali possano sperimentare tale interiorità, chiedendo altresì una formalizzazione di questo legame affettivo. Ma liberalizzato il sentimento d'amore rendendolo universale - l'amore può essere eterosessuale e anche omosessuale perché il vero amore non ha barriere - ecco che, fedeli a questo principio, si è esteso il concetto di amore anche agli animali (da qui le proposte di matrimonio interspecie), ai bambini (pedofilia), e ai parenti di primo e secondo grado. Il vero amore non deve appunto conoscere limiti e pensare al legame affettivo tra madre e figlio in termini solo genitoriali e non sponsali è appunto un limite. Altro limite è quello di escludere alcune espressioni fisiche consone a questo sentito interiore. In sintesi il percorso che ci porterà a sdoganare anche l'incesto e il matrimonio tra genitori e figli e tra fratelli è assolutamente coerente con le premesse ed assolutamente logico nel suo articolarsi: l'amore è solo mero sentimento. Tutti i sentimenti che si percepiscono come piacevoli sono anche buoni moralmente. E dunque se provo un sentimento che qualifico come «amore di coppia» per mio figlio tale sentimento è vero e buono. Ma se provo questo particolare sentimento che percepisco come «coniugale» non si vede il motivo di negare a madre e figlio di sposarsi. In breve chi considera l'amore come mero sentimento e qualifica ogni sentimento piacevole come moralmente buono, non può che accettare l'incesto e il matrimonio genitoriale e tra fratelli.
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Tommaso Scandroglio, nell'articolo seguente dal titolo "Licenziata perché no-trans... e con una legge alla Zan" racconta la storia di Maya Forstater, consulente fiscale, che è stata licenziata per aver twittato che «gli uomini non possono trasformarsi in donne». Una vicenda istruttiva anche per gli italiani alle prese con il Ddl Zan e l'illusorio emendamento «salva idee». Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 25-04-2021: In questo racconto alla Kafka i personaggi sono tre. Abbiamo la signora Maya Forstater, consulente fiscale presso la sede londinese del Center for Global Development. Mrs Forstater ha inopportunamente ma coraggiosamente twittato: «Gli uomini non possono trasformarsi in donne». Jacques de La Palice avrebbe annuito. Secondo personaggio, il suo datore di lavoro che, letto il tweet transfobico, l'ha licenziata. Infine abbiamo la giustizia inglese. A fine 2019 la Forstater ha perso il ricorso contro il licenziamento perché, in sintesi, la sua libertà di opinione finisce dove inizia la tutela delle rivendicazioni del mondo Lgbt che ha una estensione inversamente proporzionale ai diritti delle persone eterosessuali-non transessuali di dire la loro. Il paradosso sta nel fatto che Mrs Forstater per chiedere il reintegro del posto di lavoro si appellò all'Equality Act, legge del 2010 che dovrebbe tutelare tutti i sudditi di Sua Maestà dalle discriminazioni. Licenziata perché discrimina, lei cercò un'àncora di salvezza nella legge contro le discriminazioni. Àncora che invece la trascinò sul fondo. Infatti i giudici, nel caso Grainger plc v Nicholson che riguardava le discriminazioni religiose sul posto di lavoro, indicarono alcuni criteri, utili per l'interpretazione della sezione 10 di quella stessa legge dedicata a religione e credo, affinché un'idea legata al proprio credo possa venire espressa liberamente. Citiamo due di questi criteri. Il parere deve essere espressione di una convinzione profonda e non una mera opinione e inoltre deve essere «degno di rispetto in una società democratica, non incompatibile con la dignità umana e non in conflitto con i diritti fondamentali». Vediamo come il giudice di primo grado ha interpretato il messaggio su Twitter della Forstater alla luce di questi due criteri. Secondo il giudice la donna ha espresso solo una mera opinione e, in secondo luogo, tale opinione è capace di creare «un clima degradante, intimidatorio, ostile, umiliante e offensivo». Inoltre, per soprammercato, il giudice ha aggiunto che vi sarebbero «prove scientifiche significative» in merito al fatto che i sessi sono più di due. Come ha rilevato il giornalista Luca Marcolivio sull'International Family News: «I criteri stabiliti dalla sentenza Grainger plc v Nicholson hanno permesso di applicare le tutele della sezione 10 dell'Equality Act a chi crede nel nazionalismo scozzese, al veganismo su base etica, alla necessità di agire in fretta per fermare i cambiamenti climatici della Terra e pure allo stoicismo greco antico», ma non a chi afferma che un uomo non potrà mai diventare donna. Martedì si aprirà l'appello. Infatti la nostra eroina d'oltremanica non si è di certo arresa. La vicenda inglese è istruttiva anche per noi italiani. L'emendamento «salva idee» contenuto nel Ddl Zan è solo uno specchietto per le allodole. Il trucchetto in sede di contenzioso sarà semplice: il criterio della libertà di opinione troverà un limite nel divieto di discriminazione. Il punto di forza del Ddl Zan sta proprio in come è stato concepito il criterio di discriminazione che è necessariamente unilaterale. Facciamo un esempio. Tizio, presidente di un'associazione pro family, afferma che una famiglia è costituita solo da un uomo e da una donna. Caio, presidente di un'associazione Lgbt, trascina in giudizio Tizio. Il giudice applicherà la Legge Zan e affermerà che tale affermazione è discriminatoria perché offende le persone omosessuali. Tizio verrà condannato a un anno e mezzo di carcere. Caso rovesciato. Caio afferma che una famiglia può essere costituita anche da due uomini o da due donne. Tizio trascina in giudizio Caio e perde. Per quale motivo? Perché Caio non ha discriminato nessuno. Tizio ha infatti sostenuto che la famiglia è solo quella formata da un uomo e una donna. Caio, all'apposto, ha affermato che famiglia non è solo quella formata da uomo e donna, ma anche quella formata da due uomini e da due donne. Non ha discriminato le famiglie eterosessuali. Parimenti, discrimina chi sostiene che esistono solo due sessi; non discrimina chi sostiene che oltre al sesso maschile e femminile ne esistono altri. Discrimina chi, come la signora Forstater, afferma che donna è solo quella biologica; non discrimina chi afferma che donna è anche quella biologica, ma non solo. Discrimina chi sostiene che sia naturale solo l'orientamento eterosessuale; non discrimina chi sostiene che sia naturale anche l'orientamento eterosessuale esistendo pure quello omosessuale. L'ideologia Lgbt è, almeno all'apparenza, omnicomprensiva. Il pensiero cristiano no, non gli va bene tutto. Interpretato in tal modo il concetto di discriminazione, le affermazioni e le iniziative Lgbt saranno sempre inclusive perché non escludono l'eterosessualità e la concordanza tra sesso biologico e percezione psicologica (sono maschio e mi sento uomo) con tutti i loro relativi addentellati. Di converso chi rifiuta l'omosessualità e la transessualità è escludente, quindi non inclusivo e perciò discrimina. In breve il gay e il trans non dicono «No» alla persona etero e alla donna che si sente donna, e quindi mai potranno discriminare alcuno e alcunché. All'opposto il cattolico, rifiutando omosessualismo e transessualismo, non potrà che venire qualificato come «omofobo» e «transfobo». Un trucchetto, quello inserito nel Ddl Zan, efficacissimo per mettere con le spalle al muro la libertà di pensiero e quella religiosa. Ma l'autentica libertà di pensiero si realizza proprio quando giudica negativamente queste due condizioni e le relative derive, cioè quando, per l'appunto, discrimina, ossia, letteralmente, discerne, distingue indicando alcune radicali differenze tra differenti scelte e condizioni ed esprime un giudizio di valore su di esse, pur nel doveroso rispetto della dignità delle persone omosessuali e transessuali. La vera libertà vuole dunque discriminare, cioè discernere condotte e condizioni, ma tutelando la preziosità intrinseca delle persone che assumono tali condotte e vivono tali condizioni.
Fonte: Corrispondenza Romana, 21 aprile 2021
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VERTICE SUL CLIMA: BIDEN ANNUNCIA, ANCORA UNA VOLTA, CHE SIAMO SULL'ORLO DEL BARATRO
Il grido di allarme è sempre lo stesso e si rivela sempre sbagliato, ma serve a giustificare l'intervento sempre più pesante dello Stato sull'economia e a restringere le libertà dei cittadini (VIDEO: L'ambientalismo di Biden distrugge sia l'economia che l'ambiente)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24-04-2021
Quanto manca alla fine del mondo? Molto poco si direbbe ascoltando gli interventi al "Vertice dei leader sul clima" convocato dal presidente americano Joe Biden in occasione della Giornata della Terra celebrata il 22 aprile. «Siamo sull'orlo del baratro», ha detto Biden, «i prossimi dieci anni saranno decisivi». [...] Avete la sensazione di aver già sentito questo allarme? Che non sia la prima volta che vengono lanciati ultimatum con tanto di date di scadenza? Ebbene, avete ragione. È almeno da 50 anni che viene annunciata l'Apocalisse climatica a ritmi martellanti. Un recente studio apparso sull'International Journal of Global Warming offre un quadro esauriente della situazione: sono state registrate 79 previsioni di distruzioni finali del mondo causate dai cambiamenti climatici, a cominciare dal 1970, ovvero dalla prima Giornata della Terra. Ebbene, 48 di queste previsioni di fine del mondo sono già scadute, ma nulla di quanto previsto si è realizzato: non solo la fine del mondo, il che è evidente a tutti dal momento che siamo ancora qui a parlarne, ma neanche tutti quegli eventi disastrosi che dovrebbero precederla. Lo studio, "Apocalypse now? Communicating extreme forecasts", non è scritto da due "scettici" che vogliono screditare il movimento climatista, ma da due docenti della Carnegie Mellon University, David C. Rode e Paul S. Fischbeck, preoccupati dall'effetto boomerang di questi annunci puntualmente smentiti dalla realtà. «Il problema - fanno notare gli autori - non è solo che tutte le previsioni già giunte a scadenza fossero errate, ma soprattutto che molte di queste erano annunciate come certe riguardo alla data».
LA BOMBA CHE NON SCOPPIA MAI Alcuni degli autori di queste previsioni sono seriali, come il biologo americano Paul Ehrlich, famoso per il suo libro sulla "bomba demografica" (1968) e recentemente invitato come relatore a un convegno in Vaticano, e il principe Carlo d'Inghilterra, degno figlio di cotanto padre (clicca qui). Si ricorderà che all'inizio del 2009 il principe del Galles si impegnò in un tour mondiale per annunciare la prossima fine del mondo: «Cento mesi appena per salvare il mondo», annunciò il 7 marzo in Brasile da vanti a una platea di leader e imprenditori sudamericani; soltanto «99 mesi» replicò il mese successivo alla Camera dei Deputati a Roma oltre che al vertice del G20 a Londra. Tanta era la certezza sulla data che nei mesi successivi, a ogni intervento pubblico Carlo si esibiva in una sorta di conto alla rovescia. Poi è arrivato il luglio 2017, data di scadenza dell'apocalisse e nulla è accaduto. Non pago, il principe Carlo nel luglio 2019 si è presentato ai ministri degli esteri del Commonwealth, facendosi portavoce della convinzione di molti "esperti": «I prossimi 18 mesi saranno decisivi». E anche il gennaio 2021 è passato; nel frattempo c'è stata la pandemia la cui crisi è ancora in corso, con tutto quel che ne consegue, ed eccoci ancora qui: adesso, ci spiega Biden, saranno «i prossimi dieci anni» ad essere decisivi. Si potrebbe anche sorridere di questa mania apocalittica se non fosse che questa è funzionale a imporre una serie di politiche, queste sì catastrofiche, destinate a rendere più povera l'umanità nel suo complesso e anzi a ridurre drasticamente il numero della popolazione. Non è un caso che sia proprio la Giornata della Terra il giorno prediletto per questi annunci: essa fu creata nel 1970 con lo scopo di dare forza alla propaganda anti-natalista di quanti, a suon di miliardi, finanziavano i progetto di riduzione della popolazione in tutto il mondo. Il primo slogan della Giornata della Terra fu proprio "La popolazione inquina". [...]
LA CINA CI PRENDE IN GIRO (E PER IL PORTAFOGLIO) Queste occasioni comunque servono per spingere i capi di Stato e di governo a prendere impegni sempre più stringenti e gravosi per fare in modo di evitare l'Apocalisse. Biden ha ovviamente dato il buon esempio annunciando un nuovo obiettivo per gli Stati Uniti, ancora più ambizioso dei precedenti: ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2030, per arrivare poi nel 2060 alla "carbon neutrality". Ha convinto anche il presidente cinese Xi Jinping a fare bella figura: anche lui si è impegnato alla "carbon neutrality" per il 2060, ma siccome è più bravo comincerà più tardi a ridurre le emissioni; dal 2026, per il prossimo piano quinquennale. Intanto, fino al 2025, il consumo di carbone della Cina continuerà ad aumentare perché «non abbiamo alternative», ha detto Xi. Insomma, «Voi andate avanti che poi vi raggiungo» è la strategia della Cina: tanto nel 2026 chi si ricorderà dell'impegno preso oggi? [Non bisogna inoltre dimenticare che sei delle sette compagnie al mondo che producono pannelli fotovoltaici sono cinesi e quasi ogni modulo solare basato sul silicone, cioè il 95% del mercato, contiene del silicone proveniente dalla Cina. Quindi Xi Jinping ha tutto l'interesse che l'Occidente spenda molti soldi nell'economia verde, N.d.BB] Ma se Xi è furbo, Biden (o chi per lui) non è da meno. Anche se gli Stati Uniti si sono messi veramente sulla strada dell'economia "verde" gli obiettivi annunciati sono fuori dalla realtà a meno che il governo degli Stati Uniti non abbia effettivamente deciso il suicidio. Uno scienziato americano, Roger Pielke jr., si è infatti preso la briga di calcolare precisamente che cosa significherebbe ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2030. Ebbene, calcolando che nel gennaio 2021 erano state censite negli Stati Uniti un totale di 1.852 centrali elettriche tra quelle a carbone e quelle a gas naturale, significa che ogni mese, da qui in avanti 11 centrali al mese dovranno essere chiuse o riconvertite in impianti a zero emissioni (ma al momento non esiste una tecnologia in grado di farlo). Qualcuno può seriamente pensare che sia una strada praticabile? No, ma intanto con la scusa dell'allarme climatico si giustifica un intervento sempre più pesante dello Stato sull'economia e si restringono le libertà dei cittadini. Guarda caso, proprio come si sta facendo con la pandemia da coronavirus. E, guarda ancora il caso, pandemia e clima sono sempre più accostate nei discorsi dei "potenti" come crisi che richiedono la stessa risposta.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 29 minuti) dal titolo "Il Green New Deal non ha nulla a che vedere col preservare l'ambiente" si spiega come il parlamento americano, sotto l'impulso del presidente Biden, sta per approvare una nuova legge sulle infrastrutture che comprende misure ambientaliste che distruggerebbero sia l'economia che l'ambiente stesso.
https://www.youtube.com/watch?v=8ouAbxg2sYI
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24-04-2021
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OMELIA V DOMENICA DI PASQUA - ANNO B (Gv 15,1-8)
Senza di me non potete far nulla
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Domenica scorsa, Gesù si è paragonato al Buon Pastore che dà la vita per le sue pecorelle, che le ama e che da esse è amato; oggi Egli usa un'altra immagine molto bella: quella della vite, alla quale sono uniti i tralci. Egli è la vite, noi siamo i tralci. L'immagine è molto semplice e piena di profondi significati. Vediamo ora di trarre da questa stupenda pagina del Vangelo degli insegnamenti per la nostra vita spirituale. Prima di tutto impariamo l'importanza di vivere sempre uniti a Gesù. Siamo uniti a Gesù quando viviamo in Grazia di Dio, quando in noi non regna il peccato mortale. Sappiamo dal Catechismo che con il peccato mortale noi perdiamo la Grazia che è il bene più prezioso, più prezioso della nostra stessa vita. Per questo motivo, i Santi avrebbero desiderato mille volte morire piuttosto che perdere l'amicizia con Dio. Anche se ci capitasse questa sventura, con animo pentito, ricorriamo al sacramento della Confessione, il quale, cancellando i nostri peccati, ci ridona il bene inestimabile della Grazia divina. Staccandoci da Gesù con il peccato, noi saremo come un tralcio strappato dalla vite e destinato a seccarsi. Siamo uniti a Gesù, in maniera particolare, quando viviamo in profonda amicizia con Lui, coltivando bene la nostra vita di preghiera. La preghiera non dovrebbe lasciarci mai, fino a diventare il respiro della nostra anima. Nel corso della nostra giornata, tra le varie preghiere, non dovrebbe mai mancare un intimo colloquio con il Signore, da prolungare il più possibile, magari anche durante le nostre occupazioni. Il momento d'oro di questo colloquio sarà quello della Comunione eucaristica, quando Gesù è nel nostro cuore. Gesù è la sorgente della vita, e quanto più saremo uniti a Lui, tanto più si riverserà su di noi la Vita divina di Colui che ci ha redenti. Dobbiamo essere dei "tralci viventi" di questa vite: in tal modo porteremo molto frutto. Gesù lo dice chiaramente: «Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Questa precisa e secca dichiarazione: «senza di me non potete far nulla» non ha bisogno di molti commenti. È di una tale importanza e di una tale gravità da non lasciare alcun dubbio sull'assoluta necessità per l'uomo di rimanere in grazia di Dio. Come ad un tralcio staccato dalla vite è impossibile far frutto, così, e molto di più, ad un'anima separata da Gesù a causa del peccato, non è possibile riuscire a far qualcosa di meritorio per la Vita eterna, qualcosa per cui il Padre Celeste si compiaccia. Da questa considerazione deve nascere in cuor nostro una profonda umiltà: da soli siamo proprio una nullità. Bisogna rimanere stabilmente in Lui, in uno stato permanente di grazia. Gesù ci dice: «Rimanete di me e io in voi» (Gv 15,4). Questo rimanere in Lui viene indicato come premessa e condizione di una vita fruttuosa, colma di una profonda gioia. Come il ramo pieno di frutti maturi si abbassa a terra fino quasi a spezzarsi per il gran peso, così il cristiano unito a Gesù dovrebbe giungere alla sua maturità cristiana così colmo di frutti spirituali e di buone opere, da consumarsi lentamente per amore. Certo non mancheranno i sacrifici, ma non mancherà neppure la gioia di aver raggiunto lo scopo per cui siamo stati creati. Affinché possiamo portare più frutto, il vignaiolo, ovvero il Padre Celeste, opererà nella nostra vita delle potature: «Ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto» (Gv 15,2). Queste potature sono le inevitabili prove della vita, le sofferenze, gli insuccessi. Apparentemente queste prove ci privano di qualsiasi frutto; ma, a lungo andare, ci donano una messe abbondantissima. Chi ama il Signore non si meraviglia della sofferenza, ma la sa valorizzare in vista di un amore più puro e di un frutto più grande. Se l'anima si mantiene fedele anche in mezzo alla prova, verrà poi il tempo del raccolto, e sarà tempo di gioia e di consolazione. Se l'anima si mantiene generosa con Dio anche nel tempo della sofferenza, il Signore esaudirà poi ogni sua supplica, secondo la promessa fatta da Gesù nel Vangelo: «Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto» (Gv 15,7). Lo scopo per cui siamo stati creati è quello di portare frutti abbondanti e di amare, come ci dice san Giovanni nella seconda lettura di oggi, «con i fatti e nella verità» (1Gv 3,18). E questo lo realizzeremo solo se rimarremo uniti a Gesù, come il tralcio è unito alla vite. La Madonna, Madre nostra tenerissima, ci unisca sempre di più al Figlio suo diletto.
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