BastaBugie n�762 del 30 marzo 2022

Stampa ArticoloStampa


1 IL PIU' GROSSO PROBLEMA PER L'UCRAINA NON E' PUTIN, MA BIDEN
Biden non lavora per la pace, ma soffia sul fuoco perché la guerra prosegua, cioè sta solo usando l'Ucraina... a spese degli europei le cui economie saranno devastate (VIDEO: L'epicentro del Grande Reset)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
2 GLI UCRAINI SONO NELLE MANI DI UN COMICO CHE FA SOLO PROMESSE
Ed anche noi dobbiamo chiederci se valga la pena morire per questo Occidente
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro
3 WILL SMITH VINCE L'OSCAR E TIRA UN SONORO SCHIAFFO A CHI PRENDE IN GIRO LA MOGLIE
Se riscoprissimo che l'uomo è uomo e che la donna è donna, la smetteremmo di recitare la parte dell'uomo sensibile e della donna forte che non ha bisogno di chi la difenda (VIDEO: lo schiaffo di Will Smith)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 MA QUALE RISCALDAMENTO GLOBALE? GRETA DOVREBBE TORNARE A SCUOLA
Zichichi ripercorre la sua vita, da quando chiedeva alla mamma perché il sole brillasse a quando ha fondato la Federazione mondiale degli scienziati fino al libro ''Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo''(VIDEO: Zichichi, la scienza e Dio)
Autore: Giovanni Terzi - Fonte: Libero
5 IL TREMENDO IMPATTO DELLA PANDEMIA SULLE FAMIGLIE
Intervista allo psicologo, psicoterapeuta e scrittore, Roberto Marchesini, su come gli ultimi due anni hanno penalizzato principalmente gli uomini e gli adolescenti (VIDEO: I giorni dell'infamia)
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: Provita & Famiglia
6 GLI SPORT FEMMINILI DIVENTANO UN ''PIANO B'' PER ATLETI MASCHI INCAPACI
Negli USA un nuotatore che si sente donna vince facilmente con le donne vere (e intanto a Malta un sacerdote è sotto processo per aver detto che la pratica omosessuale è peggiore della possessione diabolica)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
7 CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA: ATTO COMPIUTO, INDICAZIONI RISPETTATE
La Russia (e l'Ucraina) sono ora proprietà di Maria, ma dobbiamo stare attenti a non vanificare l'atto di consacrazione con la nostra mancata conversione
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 OMELIA V DOM. DI QUARESIMA - ANNO C (Gv 8,1-11)
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IL PIU' GROSSO PROBLEMA PER L'UCRAINA NON E' PUTIN, MA BIDEN
Biden non lavora per la pace, ma soffia sul fuoco perché la guerra prosegua, cioè sta solo usando l'Ucraina... a spese degli europei le cui economie saranno devastate (VIDEO: L'epicentro del Grande Reset)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 28 marzo 2022

È pressoché impossibile trovare qualche statista che abbia collezionato una serie di gaffe come l'attuale presidente americano Joe Biden.
Gli infortuni sono cominciati fin all'inizio del suo mandato e talvolta hanno avuto aspetti comici (e umanamente comprensibili) come la flatulenza sfuggita - secondo il Daily Mail - davanti al principe Carlo e a Camilla alla Cop26 di Glasgow (dove si discuteva di emissioni nocive nell'atmosfera).
O come quando - durante un discorso in cui fissava palesemente il gobbo - ha letto pure le parole tra parentesi che non doveva leggere. O quando ha detto che "Putin potrà anche circondare Kiev, ma non potrà mai conquistare i cuori e le anime del popolo iraniano".
Ma con la guerra Russia/Ucraina la questione si è fatta drammatica. Ora ogni volta che Biden apre bocca ci avvicina alla terza guerra mondiale. Mentre tutti cercano di spegnere l'incendio, Biden, parlando a Varsavia, sabato, ha visto bene di alimentarlo con una cascata di benzina definendo Putin "un macellaio" (dopo averlo chiamato "assassino" e "criminale di guerra").

BIDEN IMBARAZZANTE
Questo linguaggio incendiario, del tutto fuori dai canoni, rende molto arduo qualsiasi tentativo di dialogo e trattativa con Mosca. Ma come se non bastasse Biden ha pure aggiunto che Putin "non può rimanere al potere".
Immediatamente è arrivata una correzione da un funzionario della Casa Bianca il quale ha precisato che il presidente "non stava parlando" di un "cambio di governo" in Russia. Una smentita clamorosa da cui si ricava la convinzione che a Washington non siano in grado di controllare la situazione, oltretutto in un momento così drammatico.
È la classica toppa peggiore del buco. Del resto Biden ha dichiarato apertis verbis quello che era già chiaro dai comportamenti, ovvero che gli americani non lavorano per la pace in Ucraina, ma soffiano sul fuoco e spediscono armi perché vogliono che la guerra prosegua e la Russia si impantani: cioè usano l'Ucraina per abbattere Putin (a spese degli ucraini e degli europei le cui economie saranno devastate).
L'autogol è doppio perché Biden ha apertamente confessato che vuole fare a Mosca esattamente quello che Putin voleva fare a Kiev: rovesciare il governo. E gli Stati Uniti hanno una certa esperienza nell'andare a rovesciare governi a loro sgraditi (come pure nel bombardare altri paesi).
La sortita di Biden - che voleva resuscitare il disastroso fantasma dello "scontro di civiltà" con cui gli americani hanno portato guerre e devastazioni in tante zone del mondo - ha sconcertato molte cancellerie e ha costretto un membro della Nato come la Turchia (importantissimo in quella regione) a prendere le distanze.
Il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin, ha dichiarato ieri: "Se tutti bruciano i ponti con la Russia chi parlerà con loro alla fine della giornata?". In pratica ha spiegato che con il metodo Biden si perde ogni speranza di negoziato che metta fine alla guerra.

UNA PROSPETTIVA AGGHIACCIANTE
Già prima era stato il presidente francese a prendere le distanze. Macron ha detto che non userebbe il linguaggio di Biden e ha aggiunto che, se si vuole raggiungere un cessate il fuoco, non si deve alimentare "una escalation né di parole né di azioni".
Che è esattamente quello che Biden sta facendo. Del resto - secondo il Wall Street Journal - fonti interne dell'amministrazione Usa sostengono che, nel contesto della guerra in Ucraina, la Casa Bianca adesso prevede addirittura il "first nuclear strike", cioè "l'attacco nucleare preventivo" in "circostanze estreme".
Una prospettiva agghiacciante che Biden, in campagna elettorale, aveva sempre rifiutato.
Peraltro questo atteggiamento incendiario contraddice le considerazioni del Pentagono sul conflitto in corso. Newsweek ha rivelato che, secondo gli analisti del governo Usa, in realtà Putin sta facendo una guerra a bassa intensità: "la quasi totalità dei missili lanciati dalla Russia hanno colpito obiettivi militari" scrive il generale Fabio Mini. Inoltre "nei primi 24 giorni di conflitto" aggiunge Mini "la Russia ha effettuato 1400 sortite di attacco aereo e lanciato quasi 1000 missili (meno di quanto gli Usa abbiano fatto in un solo giorno durante la guerra del 2003 in Iraq)".
Dunque, per quanto crudele e orribile come ogni guerra, potrebbe essere molto peggiore. Si è capito che la Russia non punta alla distruzione dell'Ucraina. Questo dovrebbe indurre a ricercare spazi di negoziato. Ma Biden non l'ha mai fatto.
C'è chi ritiene che stia cavalcando questo conflitto a fini interni, in vista delle elezioni di metà mandato. Ma se è così il risultato è disastroso perché da gennaio a marzo gli americani che lo approvano sono passati dal 43 al 40%, mentre quelli che lo bocciano dal 53 al 55%.
E soprattutto sette su dieci hanno scarsa fiducia sulla sua capacità di gestire la crisi ucraina e otto su dieci ritengono che questa guerra provocherà l'aumento della benzina e potrebbe portare a un conflitto nucleare.
D'altronde gli errori di Biden - finora subiti passivamente dalla Ue - rischiano di far nascere un asse Russia-Cina-India che a breve potrebbe pure diventare egemone nel mondo.

Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Come la guerra in Ucraina agita le acque in Asia" spiega perché si sono create le condizioni per lo scoppio di nuovi conflitti. Compreso la recrudescenza di alcuni dei conflitti più duraturi.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 marzo 2022:

L'invasione russa dell'Ucraina agita le acque internazionali e rischia di creare le condizioni per lo scoppio di nuovi conflitti. In quest'ultimo "tranquillo weekend di paura", l'Asia, dal Mar Rosso al Mar Giallo, ha assistito alla recrudescenza di alcuni dei conflitti più duraturi della storia contemporanea: Yemen, Nagorno-Karabakh e Corea. In tutti i casi, si tratta di tensioni che scoppiano direttamente o indirettamente a causa del conflitto ucraino.
La Corea del Nord, il 24 marzo, ha lanciato un missile balistico intercontinentale per la prima volta dal 2017. L'ordigno, che secondo fonti sudcoreane è un Hwasong-17, ha compiuto un volo di un migliaio di chilometri, innalzandosi di 6mila chilometri e andandosi a inabissare nelle acque di zona economica esclusiva del Giappone. Secondo i calcoli, dovrebbe essere in grado di raggiungere il territorio statunitense. Dopo i tre lanci (di cui due riusciti) di fine febbraio e inizio marzo, sia Tokyo che Seul hanno avuto la conferma di quel che temevano: si trattava di preparativi per il lancio di un missile balistico intercontinentale. Cinque anni fa, Kim Jong-un, dopo i colloqui diretti con l'allora presidente Donald Trump avevano proclamato una moratoria sui test missilistici a lungo raggio e finora l'avevano rispettata. Ora gli esperti si dividono sui motivi di un gesto di sfida così esplicito. Potrebbe essere un messaggio lanciato al nuovo presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, un conservatore che promette una politica più dura nei confronti del regime del Nord.
Nel Caucaso meridionale, il 25 marzo si è di nuovo verificato uno scontro fra truppe armene del Nagorno-Karabakh e truppe azere. Gli azeri sono entrati nell'area controllata dalle forze di interposizione russe ed hanno aperto il fuoco contro gli armeni, uccidendone 3 e ferendone 14. I peace-keepers russi presidiano i nuovi confini (ridotti, dopo la guerra del 2020) e il corridoio di terra che unisce l'Armenia al Nagorno-Karabakh, regione a maggioranza armena incastonata nel mezzo dell'Azerbaigian, teatro di uno scontro armato che dura dal 1988, da prima ancora dell'indipendenza delle due nazioni caucasiche. Ora i russi sono accusati dal governo armeno di non aver fatto abbastanza per prevenire lo scontro a fuoco. Il premier armeno Nikol Pashinian, è volato a Mosca per consultarsi con Vladimir Putin, per "discutere della situazione creata dall'invasione, da parte di truppe azere, della zona di responsabilità delle forze di pace russe nel Nagorno-Karabakh". Le autorità del Nagorno-Karabakh, fra l'altro, denunciano un embargo sul gas imposto loro dall'Azerbaigian. Embargo che il governo di Baku nega, la cui versione ufficiale parla di lavori di riparazione ai gasdotti.
Il 26 marzo le milizie sciite Houthi, armate dall'Iran, impegnate dal 2014 contro il governo dello Yemen e la coalizione di Paesi sunniti (a guida saudita) che lo sostengono, hanno lanciato missili contro un deposito petrolifero a Jeddah, in Arabia Saudita. Alte colonne di fumo nero si sono levate in cielo, proprio mentre la città portuale del Mar Rosso si preparava ad accogliere il Gran Premio di Formula 1. La competizione si è tenuta regolarmente, ma la paura era tanta. La rappresaglia saudita, tardi, ma è arrivata: ieri, l'aviazione del regno arabo ha colpito alcuni bersagli di Sanaa, la capitale dello Yemen, sotto il controllo degli Houthi.
Tutte queste tensioni sono legate, direttamente o indirettamente, alla guerra in Ucraina. Gli Houthi filo-iraniani sono entrati in azione, in modo spettacolare e in una città che, per il Gran Premio era sotto gli occhi di tutto il mondo, per almeno due motivi: il primo è il vertice del Negev, che si è tenuto ieri, fra Israele e i Paesi arabi sunniti del Golfo, dunque gli Houthi, che fanno parte dello schieramento opposto, hanno voluto lanciare un segnale forte. Il secondo è l'Iran, che sta continuando a negoziare per un nuovo accordo sul suo programma nucleare e vuole alzare la posta in gioco. Ma lo fa sapendo, soprattutto, che gli Usa sono distratti dalla guerra in Ucraina, dalla tensione con la Russia (alleata e protettrice dell'Iran) e quindi dagli occidentali si possono estorcere condizioni molto migliori. Perché, mai in questo periodo, gli Usa sono stati così disposti a fare concessioni al di fuori del teatro di crisi europeo.
Gli azeri, dal versante opposto, approfittano del massimo impegno militare russo sul fronte ucraino, per prendersi ancora qualche fetta di territorio ai danni degli armeni, nel Nagorno-Karabakh. Non si spiegherebbe, altrimenti, un'azione così ardita, anche con l'uso di droni turchi Bayraktar, proprio sotto il naso delle forze di interposizione russe. Anche questo conflitto, fra l'altro, rischia di coinvolgere l'Iran, in difesa dell'Armenia. Teheran è un regime islamico, gli armeni sono cristiani che combattono contro gli azeri musulmani, ma regge ancora la pragmatica alleanza dell'Iran con l'Armenia, contro l'Azerbaigian, per motivi territoriali (territori azeri rivendicati dagli iraniani). Il conflitto russo e le tensioni internazionali sull'Iran, dunque, rischiano di saldarsi.
La crisi in Corea, nonostante l'estrema lontananza geografica dalla guerra in Ucraina, può esservi collegata. In primo luogo, Kim approfitta della distrazione degli Usa e dell'opinione pubblica mondiale dalla regione dell'Asia Orientale. Secondo: la Corea del Nord approfitta della tensione fra Usa e Russia che sta causando tensioni anche nel Pacifico, dove l'arcipelago delle Curili (isole un tempo giapponesi, occupate dai russi nel 1945) restano un fronte molto caldo. Il 13 febbraio scorso era avvenuto in quelle acque un serio incidente navale fra un sottomarino statunitense in pattuglia e fregate russe che lo hanno tallonato. Terzo: non è da escludere che la Cina, unico alleato del "regno eremita" stia spingendo (o quantomeno tollerando) i nuovi test missilistici di Kim, proprio tenere alta la tensione con gli Usa e far capire che non intende collaborare, con in queste condizioni, alla mediazione in Ucraina.

VIDEO: L'EPICENTRO DEL GRANDE RESET
Nel video del 20 marzo dal titolo "Epicentro del Grande Reset" (durata: un'ora e un quarto) il giornalista professionista Roberto Mazzoni ci aggiorna su quello che sta accadendo in Ucraina dopo l'invasione russa.
Per vedere l'interessante video basta andare al link sottostante e iscriversi al canale in maniera gratuita. Ne vale davvero la pena. Noi di BastaBugie ve lo consigliamo.
https://mazzoninews.com/2022/03/20/epicentro-del-grande-reset-mn-167/

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Libero, 28 marzo 2022

2 - GLI UCRAINI SONO NELLE MANI DI UN COMICO CHE FA SOLO PROMESSE
Ed anche noi dobbiamo chiederci se valga la pena morire per questo Occidente
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro, 22 marzo 2022

Poiché non è dato sapere quel che succede veramente, avendo l'Italia deciso con chi stare, occorre ragionare, dedurre, ricomporre, mettere pezzi virtuali al posto delle tessere di puzzle mancanti. Già nella Prima Guerra Mondiale gli inglesi convinsero chi propendeva per loro che i tedeschi in Belgio mozzavano le mani ai bambini. I tedeschi protestarono, ma erano il Nemico, perciò le loro proteste servirono a poco. Se qualcuno si chiedeva qual fosse l'interesse bellico dei tedeschi nel mutilare i bambini, veniva subissato come connivente col Nemico. È così in ogni guerra, anche l'attuale in Ucraina. La versione russa non la sapremo mai. Anche perché, quando la dicono, non ci crediamo.
Quella russa è propaganda di guerra, quella ucraina verità sacrosanta. Sì, dopo qualche tempo magari esce fuori che il cormorano annegato nel petrolio di Saddam era invece stato spalmato dal naufragio della Exxon anni prima, o che la bambina ucraina col leccalecca in bocca e il mitra in mano era una foto di scena a bella posta orchestrata. Ma i giornalisti sanno benissimo che lo scoop fa il giro del mondo, mentre la smentita se la filano in pochi perché la memoria dei più è corta, e resa tale proprio dal bombardamento continuo di sensazionalismi a scopo di audience. Come lamentava Juan Donoso Cortés, ambasciatore spagnolo nella Parigi di Napoleone III, «il ministero della parola, che Cristo aveva affidato agli Apostoli dotati di Spirito Santo, è stato usurpato dai gazzettieri». Boh, forse Berlicche ha un apposito girone per i Giornalisti, chissà. Ovviamente, certe cose esistono solo per chi ci crede, mentre per farne cessare l'esistenza basta non crederci: «il cucchiaio non esiste», diceva Matrix. Perciò lo ingoiava insieme al brodo.
Dopo questa lunga premessa, sulla vicenda dei poveri ucraini non si sa se piangere o ridere. O tutt'e due. Si sono affidati, per disperazione, a un comico che prometteva loro di spazzar via la corruzione e liberarli dalla miseria, quella miseria che costringe le loro donne a emigrare o a vendere l'utero (l'Ucraina è il solo Pase europeo in cui si fa; perfino il Nepal l'ha vietato). Sì, perché gli oligarchi non sono solo russi. Ebbene, dalla padella alla brace. Prima emigravano, ora scappano. Sempre le donne, perché gli uomini sono trattenuti e forniti di bottiglie molotov. Tutto per entrare nella Nato? E perché non hanno fatto un referendum per sapere se il popolo ucraino ci teneva tanto e davvero?
Già, gli oligarchi. Ma ce li abbiamo anche noi e sono tutti americani: Bezos, Gates, Zuckerberg, Soros e via arricchendo. Ma noi, che siamo furbi, mica li chiamiamo con nomi sprezzanti, no: ne esaltiamo, anzi, le imprese omeriche. Bezos con la pandemia ha raddoppiato gli introiti e ora si pappa la MGM? Ammirazione. Fa parte dei Buoni, perciò bravo, continui così. E dire che proprio noi italiani dovremmo essere più vicini agli ucraini non solo con lo stomaco, ma anche col compianto. Anche noi ci siamo affidati a un comico che prometteva di aprire il parlamento come una scatola di tonno. Nell'anno di Dante, per giunta: «Chi è causa del suo mal...».

Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Rino Cammilleri, nell'articolo seguente dal titolo "Vale la pena morire per questo Occidente?" spiega perché la deriva occidentale non conosce fine.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 25 marzo 2022:

«È reale un'ideologia (non una cospirazione) che io definisco "mass-radicale" o "radicalismo di massa". Questa ideologia è pre-totalitaria e cerca di mettere le radici in tutto l'Occidente, promuovendo i suoi "valori": lotta di genere, emancipazione Lgbt, ecologismo radicale, scomparsa dei confini nazionali, dominio della tecnica, manipolazione dell'essere umano, fino all'idea di una "nuova normalità", dunque una società pianificata. Questa ideologia agisce moltiplicando all'infinito i diritti. Il caos che ne risulta richiede, poi, l'imposizione di un ordine autoritario, un tecnocrate forte che stabilisce quali diritti riconoscere e quali sopprimere». Così Dario Fertilio, ex giornalista del "Corsera" ed autore di numerosi saggi sul totalitarismo sovietico, intervistato oggi dalla "Nuova Bussola Quotidiana".
Qualche chiosa di margine: come fa un'ideologia a imporsi senza una «cospirazione»? È la sinistra americana a dettare la narrazione in Occidente, tramite tutti i media e pure i social. Ne sanno qualcosa Trump e quelle poche testate che lo sostenevano. I dem americani hanno le università, i canali televisivi, Hollywood, Facebook, Twitter et cetera. La narrazione dei vertici Ue? Uguale, se non plagiata. Un solo esempio: ricordate quando Buttiglione fu estromesso, e dichiaratamente, solo perché amico e biografo di Papa Wojtyla? Ed è per questo Occidente che dovremmo combattere? E comprare il molto più costoso gas americano? E infilarci in una ennesima guerra mondiale? Un guerra che, tanto per cambiare, gli americani aizzano su territori altrui?
La Nato è a comando americano. L'Europa, Italia in primis, è trapunta di basi militari americane fornite di bombe atomiche. A colpi di referendum ci siamo privati delle centrali nucleari che erano cento volte più sicure degli stoccaggi militari la cui verifica, per ovvi motivi, è affidata a chissà chi. E ringraziamo la Provvidenza che finora non sia mai successo niente. È vero, servivano quando c'era l'Urss. Ma ora a che servono? A impedire a Putin di neutralizzare l'Ucraina, cosa che chiede adesso e, chissà perché, non prima: evidentemente i suoi servizi hanno annusato l'aria?
Ma, ripeto e insisto, mi va bene un mondo totalmente americanizzato, in fondo ci sono nato e ne ho respirato gli effluvi. Ma adesso l'America non è più il paese della libertà, ma dei soldi a ogni costo e a spese altrui, della cancel culture, della Blm, dell'Lgbt obbligatorio, dell'aborto a nascita parziale e via disgustando. Il resto del Brave New World mettetecelo voi, compresi i corsi di rieducazione trans nell'esercito. Un Paese che è diventato una società per azioni armata e che, lo abbiamo visto, non garantisce più nemmeno una decente e trasparente elezione del suo Capo. Spiacente, per questo Occidente non contate (più) su di me.

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Blog di Nicola Porro, 22 marzo 2022

3 - WILL SMITH VINCE L'OSCAR E TIRA UN SONORO SCHIAFFO A CHI PRENDE IN GIRO LA MOGLIE
Se riscoprissimo che l'uomo è uomo e che la donna è donna, la smetteremmo di recitare la parte dell'uomo sensibile e della donna forte che non ha bisogno di chi la difenda (VIDEO: lo schiaffo di Will Smith)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29-03-2022

Tutti ne parlano e allora ne parliamo anche noi. Notte degli Oscar a Los Angeles. Il comico Chris Rock dal palco fa una battuta su Jada Pinkett, moglie dell'attore Will Smith, entrambi seduti in platea. La Pinkett soffre di una grave forma di alopecia e si è presentata agli Oscar con la testa completamente rasata. Dato che anche lei è un'attrice, Rock le ha chiesto se il suo prossimo film sarebbe stato un sequel di Soldato Jane, in cui Demi Moore aveva appunto la testa rasata. La Pinkett leva gli occhi al cielo in segno di disappunto e il marito invece sale sul palco e molla uno schiaffone al comico. Seguono una serie di improperi di Smith gridati all'indirizzo di Rock: "Togliti dalla fottuta bocca il nome di mia moglie!". Smith poi riceverà la statuetta come miglior attore, si scuserà con i colleghi e l'Academy, la quale si dissocerà dalla reazione dell'attore, ma non si scuserà con Rock. [...]
Torniamo allo scontro Smith vs Rock. Dal punto di vista morale ci troviamo di fronte a due azioni riprovevoli perché sproporzionate, esagerate. Tommaso d'Aquino insegna che una buona intenzione (nel nostro caso: far ridere e difendere l'onore della moglie) necessita di modi consoni all'intenzione stessa, altrimenti un'azione in astratto moralmente lecita può diventare nel concreto illecita. Da una parte abbiamo il comico Rock: voleva far ridere, ma la battuta sulla moglie di Smith è apparsa a tutti irriverente, appunto eccessiva. Dunque la sua intenzione comica si è trasformata nei fatti in un atto offensivo. Poi abbiamo Smith che, di fronte a questo atto offensivo, si è sentito in dovere di difendere la moglie, ma la difesa doveva essere proporzionata all'offesa. Se Rock avesse aggredito fisicamente la moglie di Smith sarebbe stato congruo difenderla a ceffoni.
In questa situazione specifica, quindi, la difesa proporzionata, cioè giusta (e la giustizia si può anche esprimere come medietà tra due eccessi opposti: in questo caso da una parte la pavidità o la remissività o il falso rispetto umano e, su altro fronte, la tracotanza o l'arroganza), esigeva una risposta verbale. Bene ad esempio avrebbe fatto l'attore ad alzarsi in piedi e a riprendere il comico dicendogli: "Chi si prende gioco delle sofferenze altrui non fa ridere ma fa piangere. Forse, caro Rock, dovresti prendere in considerazione di interpretare ruoli drammatici d'ora in poi. Inizia con il chiedere scusa a mia moglie". In definitiva, abbiamo assistito ad un doppio eccesso: quello del comico e quello dell'attore.

GLI ASPETTI POSITIVI DEL GESTO
Quando si parla di eccesso, di sproporzione, di reazione non consona significa dunque che gli effetti negativi sopravanzano quelli positivi. Ciò vuol dire che esistono degli effetti positivi, seppur schiacciati da quelli di segno negativo. Vogliamo qui intessere una lode di tali aspetti positivi scaturiti dal gesto di Smith, pur consapevoli che lo stesso, come più volte abbiamo ripetuto, ha trasceso, si è fatto prendere la mano, è proprio il caso di dire. Smith ha ricevuto la statuetta per il film King Richard - Una famiglia vincente. Richard Williams è il padre e allenatore delle tenniste Venus e Serena Williams. Smith, che nella pellicola interpreta Richard, ha dichiarato al momento della premiazione che quest'ultimo "è stato un feroce difensore della sua famiglia". Tra le lacrime ha aggiunto: "In questo momento della mia vita sono sopraffatto da quello che Dio mi chiede di fare su questa terra. Sono stato chiamato nella mia vita ad amare le persone, a proteggere le persone ed essere un fiume per la mia gente. Ho dovuto proteggere Jade [la moglie]. Io voglio essere un ambasciatore di questo tipo di amore, cura, attenzione".
Smith, con quel ceffone e con quelle espressioni assai colorite, ha scaldato il cuore di molte fanciulle perché in lui hanno visto l'uomo che è finalmente maschio. Forse un poco rude, poco razionale e molto emotivo, ma molto virile e molto coraggioso. Il coraggio è anche questo: sapere che in un duello puoi anche perdere, ma non perderai l'onore ("Hai perso, ma ti sei battuto con onore" si legge in molti romanzi di cappa e spada). Infatti poteva giocarsi la statuetta e non è detto che ciò non accada. Smith ha punito chi voleva svendere la dignità e la sofferenza della moglie per una mezza risata strappata al pubblico, mettendo a rischio la propria candidatura: agli occhi di molti, ma soprattutto di molte, è apparso come un principe azzurro che va in guerra per difendere la sua amata. In quella manciata di minuti Smith non ha interpretato, ma è stato un vero e proprio cavaliere. Roberto Marchesini ha scritto che "il più forte, cioè il cavaliere, mette la sua forza a disposizione del più debole, cioè la donna. La forza deve essere usata per servire, non per prevaricare".

VALE PIÙ LA MOGLIE CHE UN OSCAR
Il coraggio non riguardava solo l'Oscar come miglior attore che avrebbe potuto sfuggirgli di mano all'ultimo, ma anche la pioggia di critiche che gli sarebbero piovute addosso di machismo, di supremazia maschilista, di uomo violento, di maschio tossico, di pessimo esempio per i giovani. Insomma, fango sulla sua carriera. Avrebbe avuto contro, com'è accaduto puntualmente, tutto il buonismo e il femminismo più appiccicoso che esista, quello che bercia che con la violenza non si risolve mai niente, che il dialogo appiana ogni asperità, che le donne non hanno bisogno degli uomini per difendersi e via stereotipando.
Smith con quel ceffone ha spazzato via in un momento tutte le fluidità di genere di chi è maschio e si sente femmina, di chi non si sente né l'uno né l'altra, tutte le effemminatezze e fragilità di quella infinita schiera di uomini debosciati, piagnucolosi, svenevoli, insicuri e mammoni che non hanno piglio e non vogliono avere carattere, che hanno barattato la fermezza con il compromesso, la responsabilità con la pavidità, il coraggio con la mediocrità, la radicalità con l'accomodamento, la fierezza con il vittimismo, il non voler arretrare di un millimetro, costi quel che costi, con la fuga. Tutti uomini che non vogliono la pace, bensì la resa, che non sanno più cosa sia l'onore, la nobiltà d'animo, la dignità, la rispettabilità, la lealtà, preferendo l'infamia alle ferite inferte sul campo di battaglia. Smith, invece, ha scelto di gridare al mondo che vale più sua moglie che un Oscar.
Ne siamo consapevoli: tutte parole che puzzano molto di testosterone e che dunque si meriterebbero di essere candeggiate nel politicamente corretto con una buona dose di ammorbidente di marca Peace & Love. Ma a noi piace quell'odore e non ce ne vergogniamo.

Nota di BastaBugie:
un film di Will Smith che consigliamo è "Io sono leggenda". Buon esempio di schiaffo (in questo caso: morale) alla presunta onnipotenza della scienza. In tempi di vaccini obbligatori e di comitati scientifici che impongono lockdown, questo è un film senz'altro da vedere. Will Smith interpreta l'unico superstite sulla terra a causa di un'epidemia generata da un presunto rimedio contro il cancro.
Molte scene horror e di elevata tensione lasciano lo spettatore inchiodato alla poltrona per cui se ne sconsiglia la visione ai minori e a persone sensibili.

FILM: IO SONO LEGGENDA di Will Smith
Per approfondimenti e per vedere i primi dieci minuti e due trailer del film, clicca qui!
Per acquistare il dvd (prezzo Amazon: € 4,46), clicca qui!

VIDEO: LO SCHIAFFO DI WILL SMITH
Nel seguente video (durata: 1 minuto) dal titolo "Will Smith tira uno schiaffo a Chris Rock per una battuta sulla moglie" si può vedere l'episodio narrato nell'articolo.


https://www.youtube.com/watch?v=M3OYC73txp8

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29-03-2022

4 - MA QUALE RISCALDAMENTO GLOBALE? GRETA DOVREBBE TORNARE A SCUOLA
Zichichi ripercorre la sua vita, da quando chiedeva alla mamma perché il sole brillasse a quando ha fondato la Federazione mondiale degli scienziati fino al libro ''Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo''(VIDEO: Zichichi, la scienza e Dio)
Autore: Giovanni Terzi - Fonte: Libero, 15 febbraio 2022

«Da bambino chiedevo a mia madre perché il Sole brilla, perché siamo diversi dai gatti e dagli altri animali. Volevo capire com'è fatto il Mondo. Il mio sogno è poi stato riuscire a decifrare sempre meglio la Logica che sta scritta sulle pagine del libro della Natura. Libro di cui è autore Colui che ha fatto il Mondo. Sull'irresistibile fascino del Tempo che scorre a partire dalla nostra infanzia, quando iniziamo a conoscere come è fatto il mondo, ho scritto un libro». Chi parla è il professore Antonino Zichichi, fisico e accademico italiano che ha fatto della ricerca scientifica e sulle particelle elementari il suo motivo di vita.
Professor Zichichi che ruolo ebbe la figura di Ettore Majorana, siciliano come lei, nella sua carriera accademica e professionale?
«Ettore Majorana nacque a Catania e fu allievo di Fermi che lo definì "genio a livello di Galilei e Newton". Ancora oggi i neutrini di Majorana sono al centro dell'attenzione scientifica mondiale. Eppure Majorana era passato nel dimenticatoio nazionale. Quando nel 1962 a Ginevra riuscii a far nascere per decreto del Direttore del Cern, il Centro che porta il nome di Majorana, furono in molti ad accusarmi di campanilismo scientifico. Adesso il valore di Ettore Majorana, grazie al Centro di Erice, è fuori discussione».
Insieme a Isidor Isaac Rabi ha fondato nel 1973, sempre a Erice, l'organizzazione "Federazione mondiale internazionale degli scienziati", per affrontare le emergenze planetarie attraverso la collaborazione internazionale in campo scientifico. Secondo lei quali sono le emergenze climatiche da affrontare?
«Le emergenze non sono solo climatiche. Riscaldamento globale, variazioni climatiche, corsa agli armamenti e scudo spaziale contro il terrorismo, crisi energetica mondiale, incendi delle foreste, difesa da epidemie nell'era della globalizzazione, inquinamento e delitti contro i tesori ambientali, sono i temi che gli scienziati della Federazione mondiale degli scienziati sono da anni impegnati a studiare. È la stessa comunità scientifica che identificò le 15 Classi di Emergenze Planetarie: i problemi da fronteggiare una volta superato il pericolo di Olocausto Nucleare, realizzando progetti-pilota per affrontarli. L'obiettivo è dare ai governi le informazioni rigorosamente scientifiche sulle Emergenze Planetarie affinché si proceda ad affrontarle evitando che centinaia di miliardi di dollari vengano bruciati nell'illusione di risolvere problemi creandone altri ancora più gravi. Infatti si parla spesso di "misure preventive" da prendere subito. Misure per le quali sono necessari miliardi di dollari con il rischio di ritrovarci dopo in condizioni peggiori».
Come mai il pianeta si sta trasformando rapidamente?
«Non lo sa nessuno esattamente. Ci sono molte ipotesi, alcune ben corroborate dai dati sperimentali, altre meno. Una cosa è certa: dobbiamo fare di tutto per preservare per le future generazioni questa meravigliosa navicella spaziale chiamata Terra sulla quale abbiamo l'enorme privilegio di abitare. E dobbiamo anche tenere conto del fatto che siamo sempre di più sulla nostra navicella, e questo non è un dettaglio».
Quanto influisce il comportamento dell'uomo sul riscaldamento?
«Il Clima non è una cosa semplice. Abbiamo visto che sono necessarie almeno tre equazioni differenziali non lineari accoppiate. Non lineari vuol dire che l'evoluzione dipende anche da sé stessa. Questo complica terribilmente la matematica al punto da non potere più avere un'equazione in grado di sintetizzare tutti i fenomeni studiati. Ecco perché la Scienza non ha l'equazione del Clima».
Quali sono le cause vere del riscaldamento climatico?
«È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l'inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell'aria. Il riscaldamento globale è tutt'altra cosa, in quanto dipende dal motore meteorologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende da fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico. Non c'è la Matematica che permette di fare una previsione del genere. Infatti quella cosa cui diamo il nome di Clima ha 72 componenti, ciascuna delle quali è un'Emergenza Planetaria. La memoria ci deve aiutare a non ripetere gli errori del passato».
Per esempio quali errori?
«L'esempio più clamoroso è il famoso Buco dell'Ozono. Non c'era modo di avere un accordo tra tutti i governi per combattere il Buco. Molti scienziati sostenevano che l'origine del Buco doveva essere di natura Dinamica: la Terra gira su sé stessa come fosse una trottola. È questo movimento (da cui nascono il giorno e la notte) che genera il Buco dell'Ozono. Altri scienziati, però, erano convinti che quel Buco aveva origini chimiche. È stata la Federazione mondiale degli scienziati a mettere in evidenza lo studio sulle possibili origini chimiche del Buco, che è cosa ben diversa».
Quale è il suo giudizio su Greta Thunberg?
«Le tre grandi conquiste della Ragione sono il Linguaggio, la Logica e la Scienza. Per risolvere un problema bisogna anzitutto parlarne. È quello che ha iniziato a fare questa giovanissima ragazza svedese, Greta Thunberg. Greta, ha parlato di clima per attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale. E c'è riuscita. Ma se non c'è la logica, quindi la Matematica e poi la Scienza, cioè una prova sperimentale, il clima rimane quello che è: una cosa della quale si parla tanto, senza avere usato il rigore logico di un modello matematico e senza essere riusciti a ottenere la prova sperimentale che ne stabilisce il legame con la realtà. Greta non dovrebbe interrompere gli studi come ha detto di voler fare per dedicarsi alla battaglia ecologista, ma tornare in quella scuola e dire che bisogna studiare la matematica delle equazioni differenziali non lineari accoppiate e le prove sperimentali necessarie per stabilire che quel sistema di equazioni descrive effettivamente i fenomeni reali legati al clima. Greta dovrebbe dire che la Scienza va insegnata fin dalle scuole elementari mettendo in evidenza che siamo l'unica forma di materia vivente dotata di quella straordinaria proprietà cui si è dato il nome di Ragione. È grazie alla Ragione che abbiamo scoperto: Linguaggio, Logica e Scienza».
Quale può essere il futuro per la nostra terra?
«Il messaggio della Scienza è semplicissimo: non siamo figli del caos, ma di una Logica Rigorosa. Nella vita di tutti i giorni ci vorrebbe un po'più di Scienza. Anzi, il più possibile. Solo così la nostra Cultura potrebbe essere al passo con le grandi conquiste scientifiche».
E con quale energia pulita?
«Com'è noto di petrolio ce ne può essere ancora per cinquant'anni circa. Di uranio e carbone per un paio di secoli. Di combustibile per la fusione nucleare sono invece pieni gli oceani. L'energia pulita è senza limite: il sogno degli uomini di tutti i tempi, sembra avvicinarsi molto più di quanto si sperasse. La crisi del petrolio e delle centrali nucleari sporche, nel prossimo futuro sarà come il ricordo di una grande paura. Se l'uomo riuscirà ad evitare di autodistruggersi con il fuoco nucleare delle bombe H».
Scienza e Fede, lei scrisse "Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo". Come fa uno scienziato a conciliare il credere in Dio con la scienza?
«La separazione tra Scienza e Fede nasce dal fatto che la Cultura detta Moderna non è al passo con le grandi scoperte della Scienza ed è dominata dall'Ateismo. Non c'è alcun motivo scientifico per dire che non sia stato Dio a creare il mondo. Questa però è un'affermazione che ha le sue radici nella Fede. L'evoluzione della specie umana non è in conflitto con la Fede. Il principio di casualità è una legge rigorosa che vale nella sfera immanentistica della nostra esistenza. Scienza e Fede operano nelle due componenti distinte del nostro essere. La Scienza, come detto prima, opera nell'Immanente, la Fede nel Trascendente. Il fine ultimo della Scienza è capire la Logica che ha seguito Dio per fare il mondo. Il fine ultimo della Fede è invece quello della vita eterna. Scienza e Fede sono le due più grandi conquiste della Ragione nelle due sfere diverse della nostra esistenza. Noi siamo la sintesi di queste due sfere: Trascendente e Immanente».
Ultima domanda sul coronavirus: lei si è dato una spiegazione sulla genesi di questo virus e cosa pensa riguardo ai negazionisti e al vaccino?
«La pandemia del Coronavirus terrorizza centinaia di milioni di persone. Se la Cultura dei nostri giorni fosse al passo con le conquiste della Scienza, avremmo tra le nostre mani la tecnologia del Supermondo. Questa tecnologia ci permetterebbe di distruggere la pandemia del Coronavirus. Quando la Scienza scoprì la struttura nucleare della materia non esisteva la tecnologia Nucleare. Esattamente come quando la Scienza scoprì la struttura Atomica della materia non poteva esistere la tecnologia Atomica. Con la tecnologia del Supermondo stiamo vivendo l'epoca in cui la Scienza ha scoperto questa formidabile nuova struttura, ma è ancora tutta da inventare la tecnologia del Supermondo. La lezione che viene dalla pandemia del Coronavirus è di grande valore per la nostra Cultura: "siamo tutti sulla stessa navicella spaziale" che gira attorno al Sole, la Stella che ci illumina».

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 53 minuti) dal titolo "Zichichi: Ecco perché credo in Colui che ha fatto il mondo" lo scienziato Antonino Zichichi spiega con parole semplici le più importanti scoperte scientifiche e il corretto modo di avvicinarsi alla scienza.


https://www.youtube.com/watch?v=YLDq3mUOGe0

Fonte: Libero, 15 febbraio 2022

5 - IL TREMENDO IMPATTO DELLA PANDEMIA SULLE FAMIGLIE
Intervista allo psicologo, psicoterapeuta e scrittore, Roberto Marchesini, su come gli ultimi due anni hanno penalizzato principalmente gli uomini e gli adolescenti (VIDEO: I giorni dell'infamia)
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: Provita & Famiglia, 23 marzo 2022

L'argomento pandemia sembra essere ormai sparito dai media e dalle conversazioni del quotidiano, soprattutto a causa dell'imperversare della guerra in Ucraina. I contagi, però, non si sono affatto abbassati, così come non sono sparite le conseguenze di questi due anni di emergenza sanitaria. Che uomini e che donne escono da questi due anni? Come sono cambiati i ruoli genitoriali? E gli adolescenti? Pro Vita & Famiglia ne ha parlato con Roberto Marchesini, psicologo, psicoterapeuta e scrittore, che si è più volte occupato proprio del ruolo della paternità, del quale vogliamo continuare a parlarne a pochi giorni di distanza dalla festa del papà dello scorso 19 marzo.
Dottor Marchesini, i due anni di pandemia, come hanno inciso sugli uomini e sulle donne?
«Sicuramente hanno inciso in modo diverso tra i sessi. Chi ne ha patito di più, effettivamente, sono stati gli uomini. Teniamo presente che il mondo dell'uomo è un mondo proiettato fuori da se stesso. Tra loro, gli uomini non parlano della loro vita personale, ma parlano di politica, filosofia, sport, meccanica, ecc. Le donne, invece, tendono a parlare di loro stesse o di argomenti correlati alle loro relazioni. Basta prendere un treno di pendolari o un qualsiasi altro mezzo pubblico, per sentire che le donne parlano dei figli, dei mariti, dei genitori, della zia, ecc. Sono concentrate sul mondo delle relazioni che ruotano intorno a loro stesse. In questa situazione, in cui siamo rimasti chiusi in casa, rinunciando alla nostra vita sociale, le donne sono state più avvantaggiate. Già in precedenza, il loro mondo era rivolto "all'interno", verso la casa o verso la famiglia. Le donne hanno reagito attaccandosi alle relazioni familiari. Doversi occupare delle persone loro vicine, non è stato un grosso trauma, hanno approfondito quello che sostanzialmente hanno sempre fatto. Mentre il mondo della donna è incentrato su famiglia e relazioni, l'uomo ha un compito specifico: quello del lavoro e del sostentamento economico, anche se oggi la donna vi contribuisce. Pare che gli uomini abbiano preso molto sul serio la maledizione biblica: «Mangerai il pane col sudore del tuo volto» (Gen 3,19). Se noi guardiamo un grafico sui suicidi di un qualsiasi Paese occidentale, notiamo che tra i bambini sono praticamente inesistenti. I suicidi salgono un po' durante l'adolescenza ma già notiamo che aumentano più tra i maschi che tra le femmine. Salgono più sensibilmente nell'età adulta e anche qui salgono più tra i maschi che tra le femmine. La vera impennata di suicidi tra gli uomini, però, avviene dopo la pensione. Bisognerebbe quasi mettere in crisi la vecchia idea per cui questo mondo sarebbe fatto su misura per gli uomini… È come se il lavoro desse un senso alla vita dell'uomo. Se una donna resta senza lavoro, nel giro di poco tempo si riorganizza. Se è un uomo a rimanere senza lavoro, la situazione è di grave rischio. Per l'uomo è una mortificazione essere mantenuto dai figli. È una mortificazione anche se la moglie guadagna più di lui. L'uomo sente particolarmente il compito di lavorare per il sostentamento economico della famiglia. Durante questi due anni, non c'è stato solo il lockdown ma anche una grossa crisi di diverse attività, a partire da quelle commerciali. Negli ultimi mesi, poi, la gente sembra aver annullato la propensione alla spesa, per paura del futuro incerto che ci aspetta. Anche il peso di questo rallentamento dell'economia, dal punto di vista psicologico, ricade soprattutto sulle spalle degli uomini».
Com'è cambiato il ruolo paterno durante la pandemia?
«A quanto pare, in questi due anni, il rapporto padri-figli ne è uscito incentivato, nel momento in cui i padri hanno avuto meno possibilità di andarsene in giro anche per lavoro. Stare di più in casa, ha avvicinato padri e figli. Se, da un lato, questi ultimi hanno avuto difficoltà nel relazionarsi, con eccessi di rabbia e di chiusura dovuti al fatto che passavano molto tempo davanti agli schermi, i padri hanno avuto maggiore disponibilità verso i figli. Contrariamente a quello che dicevano molti, due anni fa avevo già intuito che la prolungata compresenza in casa delle coppie, non avrebbe prodotto nessun boom delle nascite. Pare sia andata proprio così: in questi due anni, le nascite sono crollate a picco. Ciò è dovuto a questa continua incertezza del futuro, portata all'estremo, a questi continui cambiamenti (ad esempio, i decreti che si succedevano nello spazio di pochi giorni), cui bisognava adattarsi continuamente, non potendo fare un minimo di programma. Ora siamo in una crisi energetica, che crea ulteriore incertezza sul futuro, generando due comportamenti: una maggiore propensione al risparmio e il crollo demografico. È ovvio che i figli rappresentano la nostra proiezione nel futuro ma qui non sappiamo assolutamente che tipo di futuro ci aspetta. Ciò che non aspetta, però, è la fertilità e questo, dal punto di vista demografico, è disastroso».
E gli adolescenti?
«Sono la categoria che ha risentito di più del lockdown. In questi due anni, ho notato che, al momento del rientro a scuola, sono aumentati di tentativi di suicidio e i pensieri di morte tra gli adolescenti. Ricordiamo che l'adolescenza è il periodo in cui ci si stacca dalla famiglia e si comincia a interagire col mondo attraverso i coetanei. È un momento di passaggio in cui le relazioni sono fondamentali. Tutto questo, negli ultimi due anni è stato scoraggiato. Teniamo presente, poi, i continui e angoscianti messaggi di morte e di malattia, passati attraverso la televisione, le restrizioni, questo allarme continuo: a causa di tutto ciò, gli adolescenti sono la categoria che ha sofferto di più, molto più dei bambini che, in qualche modo, sono stati più protetti. Gli adolescenti, invece, che, alla loro età si affacciano al mondo, vi si sono affacciati in modo atroce. È stata la prima volta che abbiamo sperimentato una cosa del genere; quindi, non sappiamo che conseguenze potranno esserci a medio-lungo termine, anche se abbiamo visto che la catastrofe demografica è già una realtà concreta».

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 6 minuti) dal titolo "I giorni dell'infamia" Silver Nervuti riassume due anni di pandemia che si sono retti su norme assurde applicate grazie alla collaborazione attiva degli italiani.


https://www.youtube.com/watch?v=a3hkiGs0Fkw

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Provita & Famiglia, 23 marzo 2022

6 - GLI SPORT FEMMINILI DIVENTANO UN ''PIANO B'' PER ATLETI MASCHI INCAPACI
Negli USA un nuotatore che si sente donna vince facilmente con le donne vere (e intanto a Malta un sacerdote è sotto processo per aver detto che la pratica omosessuale è peggiore della possessione diabolica)
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 25 marzo 2022

La sua storia sta facendo il giro del mondo, forse perché è diventata un po' l'emblema di ciò che sta accadendo nella realtà dello sport femminile da un po' di tempo a questa parte, in cui sempre più spesso gareggiano atleti maschi transgender nelle categorie riservate al gentil sesso, battendo, con una certa frequenza e facilità le loro compagne.
Stiamo parlando, nello specifico, della nuotatrice della Transgender University of Pennsylvania, Lia Thomas che ha trascorso 21 anni della sua vita, da uomo e atleta maschio non troppo capace e che, improvvisamente, dopo aver intrapreso un percorso di transizione, si sarebbe trasformato in un portento del nuoto femminile, arrivando a diventare campione nazionale. Ma l'ultima vittoria non sarebbe passata liscia come le altre. Infatti, il governatore della Florida Ron De Santis, dopo l'ultimo successo di Thomas stavolta alle 500 yard stile libero, nella competizione NCAA Division, ha volutamente ignorato questo risultato riconoscendo, invece, Emma Weyant, la nuotatrice arrivata seconda, come legittima vincitrice della gara. La sua decisione è stata motivata in modo chiaro e inequivocabile, prima con un tweet del 22 marzo scorso "Consentendo agli uomini di competere negli sport femminili, la NCAA sta distruggendo le opportunità per le donne, prendendo in giro i loro campionati e perpetuando una frode" e poi dichiarando apertamente "In Florida rifiutiamo queste bugie".
Quella di Thomas, infatti, sarebbe stata una carriera fulminea ma non proprio trasparente, che non sarebbe piaciuta nemmeno alle sue compagne di squadra che in una recente lettera aperta su Washington Post, avrebbero ribadito che il suo sesso biologico gli avrebbe dato un vantaggio sproporzionato nelle competizioni femminili di nuoto. Peraltro, molti avrebbero protestato anche durante la competizione NCAA e, in un'immagine che ha fatto il giro del mondo, Weyant e le nuotatrici del terzo e quarto posto si sarebbero fatte volutamente fotografare, sul podio delle premiazioni, lontano da Thomas, allo scopo di trasmettere anche visivamente che la vera squadra femminile sarebbe, in realtà, la loro.
Inoltre Thomas avrebbe reagito, alle polemiche rispondendo candidamente "È semplice: non sono un uomo. Sono una donna, quindi appartengo alla squadra femminile. Le persone trans meritano lo stesso rispetto che riceve qualsiasi altro atleta".
Ma alla biologia ciò che uno si sente poco importa, se pensiamo che da uno studio pubblicato in Sports Medicine, è emerso che i bloccanti di testosterone assunti dai transgender, in particolare da uomini che si percepiscono donne, non diminuiscono in modo significativo la loro forza muscolare e questo darebbe loro un vantaggio notevole nelle competizioni atletiche contro le avversarie femminili. Infatti gli atleti maschi sarebbero il 10-13% più veloci rispetto alle atlete di sesso femminile e la differenza in sport [...] in cui è richiesta anche una notevole forza muscolare è ancora più grande (tra il 29 e il 52%).
La questione degli atleti transgender inseriti in squadre femminile, porrebbe, peraltro e anche seriamente, proprio la questione della "parità di genere" tanto sbandierata proprio negli ambienti LGBT che, evidentemente vale solo per alcuni e non per le donne. Come ha sottolineato sempre De Santis, a proposito della vicenda "le donne hanno combattuto per decenni per avere pari opportunità nello sport ed è sbagliato consentire all'ideologia di erodere queste opportunità come sta accadendo in altri stati", aggiungendo che "la Florida rifiuta gli sforzi della NCAA per distruggere gli sport femminili, disapprova il fatto che la NCAA metta l'ideologia al di sopra della biologia e cerca di rendere gli altri complici della sua menzogna".
Gli sport femminili, insomma, non sono un piano b per atleti maschi incapaci.

Nota di BastaBugie:
Gianfranco Amato nell'articolo seguente dal titolo "Malta, prete omofobo sotto accusa da Stato e Chiesa" parla di padre Davide Muscat che è sotto processo per aver detto che la pratica omosessuale è peggio della possessione diabolica.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 gennaio 2022:

Per comprendere cosa potrebbe capitare ad alcuni preti nell'ipotesi in cui si introducesse anche in Italia una legge contro la cosiddetta "omofobia" - tipo DDL Zan - basta dare un'occhiata a quello che capita nei dintorni della penisola. Non occorre andare molto lontano. È sufficiente attraversare il mare e arrivare fino all'isola di Malta, dove l'anno scorso è stata approvata la modifica del codice penale secondo lo spirito voluto dal nostro onorevole Zan e i suoi seguaci. Proprio a Malta, in questi giorni, contro il sacerdote cattolico Padre Davide Muscat si è scatenato un triplice attacco da parte di ministri ed eurodeputati del governo socialista di Robert Abela, dell'associazione LGBT "Malta Gay Rights Movement", e dell'Arcivescovo liberal-progressista maltese monsignor Charles Scicluna.
La vicenda nasce da un fatto di cronaca nera. Lo scorso 1 gennaio una giovane polacca di 29 anni, identificata con il nome di Paulina Dembska, è stata stuprata ed uccisa in un giardino pubblico nella città di Sliema. Le indagini degli inquirenti hanno portato all'arresto del presunto assassino, un uomo maltese di 20 anni, tale Abner George Aquilina, catturato subito dopo una sua intrusione in una chiesa durante una messa. Infatti, pochi istanti dopo il ritrovamento del corpo senza vita della Dembska, nelle prime ore del mattino, Aquilina ha assalito la chiesa parrocchiale di Balluta, rovesciando banchi ed il leggio, prima di essere cacciato dai fedeli presenti ed arrestato dalla polizia. Dai primi accertamenti, sembra che il presunto assassino avesse avuto una lunga storia di tossicodipendenza, di prostituzione con uomini, e di molestie sessuali su giovani donne. Sull'uomo giravano persino voci e fondati sospetti circa una sua possessione diabolica, avvalorati dal fatto che si fosse fatto tatuare l'immagine del demonio sul petto e il numero 666 sulla gamba, e da alcune sue dichiarazioni rilasciate alla polizia, come quella di essere al servizio e agli ordini delle «frequenze del demonio». Aquilina è stato comunque sottoposto ad una perizia psichiatrica per accertare il suo stato mentale.
Lo sdegno per questo assassinio a Malta ha subito suscitato scalpore sui social locali, tanto che anche Padre Davide Muscat, conosciuto per le sue posizioni fedeli al Magistero della Chiesa, è intervenuto sul caso, rispondendo ad un attivista LGBT. In un commento su Facebook, padre Muscat ha parlato della possibilità che il sospetto di omicidio Abner Aquilina fosse gay, bisessuale o posseduto dal diavolo e, dopo aver ribadito la necessità comunque di aiutarlo in modo serio e professionale, lo stesso sacerdote ha affermato che praticare l'omosessualità era peggio che essere posseduti. Un'osservazione, peraltro, teologicamente corretta, in quanto la pratica di atti omosessuali nasce da una decisione frutto del libero arbitrio, mentre la possessione diabolica è una condizione oggettiva del tutto involontaria.
Le dichiarazioni di Padre Muscat hanno scatenato la reazione furiosa del governo socialista, del movimento gay e perfino dell' arcivescovo dell'isola mons. Charles Scicluna. Due ministri hanno denunciato il sacerdote per aver diffuso discorsi di odio "omofobico", chiedendone l'arresto. Lo stesso hanno fatto esponenti del movimento LGBT maltese, mentre l'arcivescovo Scicluna ha pubblicamente condannato il prete dicendo che discorsi simili sono del tutto inaccettabili, e ordinandogli di cancellare i commenti dalla propria pagina Facebook. Mons. Scicluna ha perfino minacciato di sospendere Padre Muscat dall'esercizio del suo ministero pubblico. È ben noto, del resto, l'orientamento liberal-progressista dell'arcivescovo maltese, come è altrettanto nota la sua vicinanza ai dirigenti delle organizzazioni omosessuali dell'isola, i quali lo considerano un grande amico.
Padre Davide Muscat è stato convocato al commissariato di polizia, dove ha appreso di essere stato formalmente denunciato. Il prossimo 28 gennaio verrà processato. Evidentemente per questi reati la giustizia maltese è celerrima. L'accusa è quella di aver violato l'art. 82A del codice penale, modificato proprio lo scorso anno, il quale sancisce che «chiunque utilizzi parole o assuma comportamenti minacciosi, offensivi o ingiuriosi, o diffonda materiale scritto o stampato dal contenuto minaccioso, offensivo o ingiurioso, o comunque fomenti violenza o odio razziale o religioso contro un'altra persona o gruppo per motivi di genere, identità di genere, orientamento sessuale, razza, colore, lingua, origine etnica, religione o convinzioni personali o opinioni politiche o di altro tipo, o per cui tale violenza o odio razziale o religioso è probabile venga fomentato, tenendo conto di tutte le circostanze, è punito con la reclusione da sei a diciotto mesi». Inoltre, l'accusa di uso improprio di apparecchiature di comunicazione elettronica e potrebbe costargli anche una multa fino a 23mila euro.
Nel mondo cattolico qualche voce si è levata in difesa del sacerdote finito nei guai per l'accusa di omofobia, ma l'arcivescovo Scicluna resta inflessibile. O Padre Muscat chiede scusa e cancella i commenti, o sarà sospeso. La diocesi di Malta non può permettersi di avere un prete "omofobo" tra le sue fila. Noi, invece, sosteniamo pubblicamente con convinzione Padre David Muscat contro il vergognoso attacco di cui è rimasto vittima. E, da credenti, continuiamo a pregare per lui.

Fonte: Sito del Timone, 25 marzo 2022

7 - CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA: ATTO COMPIUTO, INDICAZIONI RISPETTATE
La Russia (e l'Ucraina) sono ora proprietà di Maria, ma dobbiamo stare attenti a non vanificare l'atto di consacrazione con la nostra mancata conversione
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26 marzo 2022

Un'intensa liturgia penitenziale, sobria, raccolta, piena di silenzio ha ricollocato la Chiesa nella sua posizione di verità di fronte a Dio. Il riconoscimento della colpa, il bisogno del perdono, la mano tesa a chiedere quel soccorso che solo può ridare speranza, in un mondo che ha raggiunto il culmine dell'empietà. E poi l'atto tanto atteso, che ha tenuto il mondo sospeso, che ha tenuto Dio sospeso; come tenne sospesa la creazione intera e la Santissima Trinità, più di duemila anni fa, quel momento di silenzio intercorso tra l'annuncio dell'Arcangelo Gabriele e la risposta di Maria di Nazareth.
Abbiamo udito con le orecchie del corpo le parole del Santo Padre che chiedeva perdono, a nome di tutti, e consacrava la Chiesa e il mondo, la Russia e l'Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Ora le orecchie della fede ci fanno udire la Madonna che, nostra Avvocata, si presenta al trono di Dio, con in mano il mondo, la Chiesa e specialmente la Russia e l'Ucraina come sua proprietà.
Quello che è avvenuto ieri sera è stato una "ricucitura" tra Cielo e terra, l'abbattimento di un muro che il nostro mondo ha costruito, per rendere inaccessibile il Cielo agli uomini, e la ricostruzione di un ponte. E questo ponte non poteva essere ricostruito se non in Colei che ha portato in Sé e donato al mondo il Pontefice eterno, Gesù Cristo Signore nostro; non poteva essere riedificato se non tramite colui che è stato costituito Vicario di Cristo e perciò Sommo Pontefice (appunto, colui che fa da ponte). Tra Lei e lui, tra Maria e Pietro, c'è un rapporto tutto speciale, unico, insostituibile, che dalle apparizioni di Fatima in poi è divenuto molto, molto speciale. Più volte ieri sera, il Papa e la Madonna si sono guardati intensamente, portando in quello sguardo il dolore e la speranza di tutti.
Ieri abbiamo assistito alla ricostituzione di quell'ordine e di quella via d'uscita che la Madonna aveva indicato un secolo fa nel piccolo villaggio portoghese e che lega strettamente tra loro il popolo di Dio, il suo supremo Pastore in terra e la Madre di Dio. A Fatima la Madonna ha chiesto al suo popolo di riparare, intercedere, espiare, mediante la Comunione dei primi sabati, il Santo Rosario, l'offerta di sacrifici e di sé stessi. Ha poi chiesto al Papa che, in comunione con tutti i vescovi, consacrasse la Russia al Suo Cuore Immacolato, fortificando così il ruolo insostituibile che il Papa e la gerarchia cattolica hanno nel piano di salvezza di Dio, a vantaggio del mondo intero.

RICONDURRE TUTTO A DIO
E ieri abbiamo visto per un po' questo ordine ricostituito; abbiamo visto il popolo del Signore, grandi e piccoli, pastori e gregge, domandare perdono a Dio, unirsi in preghiera per questo atto solenne, riconoscendo la voce del pastore, che finalmente li portava a rimettere la loro speranza nella protezione della Madre di Dio, più che in ogni altra iniziativa terrena. Abbiamo visto il Sommo Pontefice - con tutti i pastori della Chiesa - accogliere con umiltà e docilità la richiesta del Cielo, compiendo una consacrazione che egli solo poteva compiere. Perché la Vergine Santa non è venuta a sostituirsi ai pastori e ai fedeli, ma a chiedere loro di vivere secondo quella missione che il Signore ha loro affidato.
È oggettivamente difficile affermare che la modalità con cui è stata compiuta la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Chiesa, del mondo, e in particolare della Russia e dell'Ucraina, non corrisponda a quanto richiesto dalla Santissima Vergine a Fatima. E ciò nonostante quanto si possa pensare della "validità" dell'atto compiuto da san Giovanni Paolo II nel 1984 e a prescindere dalle mille considerazioni critiche che si possono fare di questo controverso pontificato.
Il cuore dell'atto sta lì, nelle parole decisive: «Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l'umanità intera, in modo speciale la Russia e l'Ucraina». Tutti i vescovi e i sacerdoti del mondo si sono uniti al Sommo Pontefice in questo atto che contiene tutti gli elementi essenziali richiesti dalla Madonna nel 1917, ognuno dei quali ha un significato pregnante; significato che noi uomini continuamente sovraesposti ad una comunicazione continua, veloce, per lo più superficiale non comprendiamo più.
Anzitutto, è presente la forma espressa della consacrazione, alla quale si accompagna anche l'affidamento: non si esagererà mai l'importanza di questa parola - consacrazione - e dell'atto che essa esprime. Dopo decenni di secolarizzazione a tutti i livelli, al punto che, in ambito cattolico, abbiamo assistito non solo alla demolizione sistematica del sacro, ma addirittura alla critica della sua stessa idea, l'atto di consacrazione fa invertire la rotta di 180 gradi. Dopo anni e anni in cui si è lavorato indefessamente e insipientemente per cancellare ogni elemento di sacralità fin nell'intimità del culto, in obbedienza allo slogan che tanto "tutto è già sacro" - e così, per una rigorosa dinamica interna, più nulla ormai lo è - la consacrazione ricorda e attua quel grande movimento per cui l'uomo esiste: ricondurre tutto a Dio, consacrando tutto a Lui.

L'IMPRESCINDIBILE MEDIAZIONE DI MARIA
Poi, il "destinatario" della consacrazione, ossia la Trinità Santissima attraverso l'imprescindibile mediazione del Cuore Immacolato. Dopo anni di minimalismo mariano, si torna a riconoscere «solennemente», per usare le parole contenute nel testo, che Maria può (e deve) essere destinataria dell'atto della consacrazione, perché Ella è stata costituita Mediatrice di tutte le grazie. Se ne è già parlato (vedi qui) e non è il caso di soffermarsi ulteriormente. Ma quanto è bello sottolineare l'infinita pazienza di Maria Santissima e il Suo rispetto per quanto stabilito dal Figlio; la Sua mediazione, infatti, non ha voluto sostituire le mediazioni umane disposte da Dio, che culminano in quella del Sommo Pontefice, ma le ha stimolate, attese, nobilitate.
E poi l'oggetto della consacrazione. Alcuni hanno criticato il fatto che la formula della consacrazione abbia aggiunto la Chiesa, il mondo e l'Ucraina, laddove invece la Madonna aveva chiesto la consacrazione della sola Russia. Ed è vero che suor Lucia, in riferimento alla consacrazione del 1982, aveva precisato che la Madonna aveva chiesto non la consacrazione del mondo, ma della sola Russia. Una "disobbedienza" che non disattende però la richiesta della Madre di Dio, ma le riconosce la potestà sull'universo intero e sulla Chiesa universale, senza tacere di quella nazione da Lei tanto attesa. Riguardo all'Ucraina, appare piuttosto scontato che essa venga consacrata insieme alla Russia, non solo in ragione di quanto sta accadendo da anni a questa parte (nonostante qualcuno faccia finta che la guerra sia scoppiata solo alla fine di febbraio), ma anche perché si tratta di due nazioni intimamente legate per il loro battesimo nella fede cristiana e la consacrazione alla Madonna proprio della Rus'-Ucraina da parte di Jaroslav il Saggio. Un legame che in questa consacrazione viene purificato e rafforzato.
Infine, l'adesione di tutti i vescovi e addirittura di tutti i sacerdoti del mondo, che sono stati espressamente chiamati ad unirsi a questo atto. È oggettivamente difficile trovare una consacrazione, dal 1952 ad oggi, passando per quella del 1984, più aderente alle richieste della Madre di Dio di quella avvenuta ieri. Ed è qui, su questo lato oggettivo delle cose che occorre fermarsi, accogliendo l'invito di tornare a Dio che Francesco ieri ha a più riprese rivolto a tutti.

Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "Non vanifichiamo l'atto di consacrazione" spiega perché l'atto del 25 marzo rischia di rimanere un episodio isolato. E che nel conflitto russo-ucraino c'è bisogno di cambiare prospettiva per uscire dalla logica del nemico e del tifo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 28 marzo 2022:

C'è un rischio molto concreto per noi di vanificare l'atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che papa Francesco e vescovi di tutto il mondo hanno compiuto il 25 marzo. Vanificare o perlomeno depotenziare. Perché, come abbiamo avuto modo di spiegare, non venga inteso come un rito magico, l'atto di consacrazione impegna ciascuno di noi alla conversione, esige la nostra disponibilità «a lasciarci riconciliare con Dio», come San Paolo supplica i Corinzi nella lettura che abbiamo ascoltato ieri a Messa. E questo vale a prescindere da quanto l'atto di consacrazione sia esattamente aderente alla richiesta fatta dalla Madonna a Fatima, se manchi questo o quel dettaglio, se sia ancora in tempo oppure no, tutte questioni su cui vedo tanta gente ama disquisire. Perché, Fatima o non Fatima, l'unica risposta alla guerra e ai vari castighi è la nostra conversione: lo abbiamo sentito dallo stesso Gesù nel Vangelo letto l'altra domenica: «Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13, 5).
Questo ovviamente senza escludere la possibilità che Dio intervenga direttamente aprendo i cuori e le menti di quanti oggi sembrano così entusiasticamente protesi alla guerra. Ma mentre speriamo e preghiamo per questo intervento, anche per noi tutti questa è un'occasione da non perdere. Per questo non possiamo fare a meno di notare come l'atto di consacrazione rischi di restare un episodio isolato, che non incide più di tanto nel nostro cuore e nella nostra mente. Una bella preghiera, un bel momento che magari ci ha fatto anche commuovere, un bel pomeriggio di fede vissuta, ma ora se la sbrighi la Madonna con Suo Figlio, mentre noi torniamo alle nostre occupazioni. In particolare, vedo che torniamo a pensare a quanto accade in Ucraina esattamente come facevamo fino al 25 mattina.
E infatti, sfumati i commenti alla consacrazione, eccoci di nuovo allo scontro tra tifoserie, contro Putin o contro la Nato, per Zelensky o contro Zelensky. Le ragioni dell'uno contro le ragioni dell'altro, o meglio: le ragioni dell'uno ignorando quelle dell'altro. In pratica, come se l'atto di consacrazione non fosse mai avvenuto, non l'avessimo vissuto.
La conversione non è vera se non incide anche nel nostro modo di pensare, nel nostro modo di guardare anche a questa situazione di guerra. Non si tratta di cambiare squadra per cui tifare o diventare equidistanti, tutt'altro. All'inizio di questa guerra, ho già citato ampiamente una riflessione del metropolita Antonij, che descrive quale sia il compito a cui è chiamato un cristiano davanti a una realtà di ingiustizia e violenza; come ci sia chiesto di essere uniti con tutti, «sia con chi ha ragione sia con chi è colpevole», perché Gesù «ha abbracciato tutti con un unico amore».
C'è però un primo, piccolo, passo che indica se ci stiamo muovendo in questa direzione o meno. Se, come abbiamo pregato con l'atto di consacrazione, la radice della guerra è il nostro peccato, il nostro esserci allontanati da Dio, «ignorare Dio, convivere con le nostre falsità», questo riguarda tutti: governo russo, ucraino, Nato, Unione Europea e tutti quanti partecipano a questo "gioco". Il primo passo è proprio smetterla con il tifo. Nessuno può vantare o pretendere che ci sia qualcuno che abbia la coscienza immacolata. Fa molta impressione in questi giorni vedere come gli uni, per dare ragione a Putin, siano disposti a passare sopra l'aggressione, le distruzioni, i morti e i tre milioni di profughi; e gli altri, pur di condannare Putin, sono pronti a chiudere un occhio sulle atrocità commesse anche dai militari ucraini o addirittura rendono romantiche le gesta del battaglione Azov, di chiara matrice neonazista. Chiudere gli occhi sull'uno o sull'altro vuol dire essere complici della violenza.
Chi vede soltanto le ragioni degli uni, come se il peccato riguardasse soltanto una parte in causa, persevera sulla strada sbagliata. E questo non per dire che tutti hanno pari responsabilità in ogni frangente, ma, come abbiamo già spiegato, sono tanti i fattori da considerare e le ragioni che si scontrano. L'Ucraina giustamente lamenta l'aggressione della Russia e ha diritto a difendersi; ma la Russia giustamente può lamentarsi delle provocazioni della Nato; e i paesi dell'ex Patto di Varsavia hanno tutte le ragioni a temere il nuovo espansionismo russo e chiedere l'ombrello della Nato, e così via.
Ci sono mille ragioni per fare la guerra, una sola per fermarla: la consapevolezza che ogni guerra porta con sé un carico di sofferenza, violenza, distruzione dell'umanità, morte, che chiama a sua volta altra violenza, altra distruzione, altra morte. Non c'è guerra che non provochi maggiori ingiustizie di quelle che si voleva correggere. Lo sappiamo: l'esito della Prima guerra mondiale ha posto le basi per la Seconda; la prima Guerra del Golfo ha portato a una instabilità di tutta la regione - e non solo - che a distanza di oltre trent'anni sta solo peggiorando. E si potrebbe andare avanti all'infinito: non per niente, nei tentativi di andare alle radici del conflitto russo-ucraino in corso, abbiamo letto ricostruzioni storiche che, di guerra in guerra, arrivano fino al XIII secolo.
La storia è un groviglio di torti e ragioni, se ne esce solo cambiando prospettiva, uscendo dalla logica del nemico, dall'illusione che il mondo sarebbe meglio senza questo o quell'uomo, senza questo o quel popolo. Se ne esce anzitutto tornando a Dio, cominciando da noi.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26 marzo 2022

8 - OMELIA V DOM. DI QUARESIMA - ANNO C (Gv 8,1-11)
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei
Fonte Il settimanale di Padre Pio

I farisei cercano di mettere in difficoltà Gesù, presentandogli una donna sorpresa in flagrante adulterio. La Legge mosaica imponeva la lapidazione per donne del genere, e ora i farisei chiedono il parere a Gesù. Se avesse apertamente detto di no alla lapidazione, Egli sarebbe andato contro la Legge mosaica; se avesse detto di sì, avrebbe trasgredito la legge romana che proibiva la lapidazione, e inoltre sarebbe andato contro il suo stesso messaggio di misericordia.
Inizialmente Gesù si mette a scrivere con il dito per terra. Questo particolare, apparentemente indifferente, ha anch'esso la sua importanza: prima di tutto esprime tutto il suo disinteresse per le trame dei farisei e, in secondo luogo, si riferiscono probabilmente a quanto scriveva il profeta Geremia: «Quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato la fonte di acqua viva, il Signore» (17,13). Con questo gesto simbolico Gesù fa capire ai suoi interlocutori che anch'essi erano pieni di peccati, che avevano anch'essi abbandonato il Signore, la fonte di acqua viva.
Gesù allora dice: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7). A questa risposta di Gesù viene in mente quanto scrive, nella sua Regola, san Francesco d'Assisi: «Ciascuno giudichi e disprezzi se stesso». Non possiamo condannare il nostro prossimo quando siamo noi ad essere carichi di peccati. Sempre pronti a puntare il dito contro il nostro fratello, noi siamo molto bravi a scusare i nostri difetti. Sull'esempio dei Santi dobbiamo fare invece il contrario.
Dopo questa frase di Gesù, se ne andarono tutti via, «uno per uno, cominciando dai più anziani» (Gv 8,9). Rimangono allora soli, la misera e la Misericordia, come scriveva sant'Agostino. Gesù non condanna la donna peccatrice e neppure l'approva, ma l'incoraggia sulla via del ritorno, della conversione, dicendole: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più» (Gv 8,11).
Gesù perdona la donna peccatrice e questa frase: «Va' e d'ora in poi non peccare più», Gesù la ripete anche a noi ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Confessione. Siamo peccatori e, in quella donna adultera, c'eravamo anche noi, che troppe volte siamo infedeli a Dio, ci allontaniamo dalla Fonte d'acqua viva e ci imbrattiamo nel fango della nostra miseria.
Il Vangelo di oggi è un invito a una profonda conversione, a iniziare una vita nuova e a lasciarci dietro le spalle il nostro passato fatto di peccati e di infedeltà. Nella prima lettura abbiamo ascoltato le parole del profeta Isaia il quale esortava: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche» (43,18); e, ancora più chiaramente san Paolo, nella seconda lettura di oggi, così scriveva ai Filippesi: «Dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3,13-14).
Dimenticarsi dei peccati passati significa pentirsi profondamente e avere un sincero proposito di non commetterli mai più, costi quel che costi. Come Dio li dimentica, così anche noi dobbiamo cancellarli definitivamente e iniziare una vita nuova.
Il Vangelo di oggi ci insegna inoltre a non considerare il peccato del prossimo, a non condannare il fratello. Questo è il giusto atteggiamento da prendere nei confronti dei peccatori. Gesù odia profondamente il peccato, ma ama immensamente il peccatore. Così dobbiamo fare anche noi: rispettare e amare il peccatore, ma combattere senza mezze misure il peccato.

DOSSIER "QUARESIMA"
Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.