BastaBugie n�763 del 06 aprile 2022

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1 DALLA CINA ALL'ITALIA, ECCO IL CONTROLLO TOTALE DELLA POPOLAZIONE CON I CREDITI SOCIALI
Stiamo imitando la Cina (dove tutti sono già sotto controllo) sotto forma di giochi a punti applicati nei comuni rossi dell'Emilia Romagna, ma c'è poco da stare sereni... a Fidenza chi perde tutti i punti perde la casa
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 GUERRA IN UCRAINA: SBAGLIA CHI CREDE CHE LA RUSSIA SI OPPONGA ALL'ORDINE MONDIALE
La Russia ha assorbito la decadente cultura globalizzata contenuta nei film, nei concerti e nelle cattive mode, ma ha comunque i suoi motivi per invadere l'Ucraina
Autore: John Horvat - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà
3 BIDEN DICE CHE PUTIN E' UN MACELLAIO... MA POI DIFENDE LA LIBERTA' DI ABORTIRE
Biden si dice cattolico, ma rinnega la dottrina della Chiesa che considera l'aborto un abominevole delitto (anche secondo gli ultimi papi e il Concilio Vaticano II)
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
4 L'ULTIMA FOLLIA DI SAVIANO: LEGALIZZARE LA PROSTITUZIONE
La proposta, dietro l'apparenza della legalità, nasconde il supposto diritto a disporre di corpi altrui a proprio piacimento: ecco perché lo Stato non può legalizzarla (tra l'altro le mafie farebbero affari d'oro)
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia
5 ELEZIONI IN UNGHERIA: ORBAN STRAVINCE ANCORA
Il premier ottiene il 53,1% dei voti e i risultati referendari confermano, con ben oltre il 90% dei consensi, le leggi che tutelano i bambini dall'indottrinamento LGBT
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 GOOOL! LA FORZA DELLA PASSIONE SPORTIVA
Un bel cartone animato per tutta la famiglia alla scoperta dei valori del calcio balilla: la passione e la lealtà vanno messi in ogni cosa, l'unione fa la forza e l'amicizia sostiene le imprese più grandi (VIDEO: trailer del film)
Fonte: FilmGarantiti.it
7 SAN NICOLA DA TOLENTINO, IL SACERDOTE EREMITA
Dormiva su un saccone di fieno, con una pietra per guanciale, faceva penitenze e digiuni prolungati e con le sue preghiere salvò l'anima del fratello dal Purgatorio... ma era ''attrattivo'' per tante altre cose
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
8 OMELIA DOM. DELLE PALME - ANNO C (Lc 22,14-23.56)
Pregate, per non entrare in tentazione
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - DALLA CINA ALL'ITALIA, ECCO IL CONTROLLO TOTALE DELLA POPOLAZIONE CON I CREDITI SOCIALI
Stiamo imitando la Cina (dove tutti sono già sotto controllo) sotto forma di giochi a punti applicati nei comuni rossi dell'Emilia Romagna, ma c'è poco da stare sereni... a Fidenza chi perde tutti i punti perde la casa
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04-04-2022

Il modello cinese può introdursi sottovoce, con un volto sorridente. In Italia sta arrivando sotto forma di "giochi" a punti, per ora solo volontari, applicati su scala locale, nei comuni rossi dell'Emilia Romagna.
In Italia, a dire il vero, il modello cinese è arrivato con la firma dei protocolli politici della Nuova Via della Seta. Si è palesato concretamente per la prima volta nel 2020, con gli specialisti e il materiale medico dalla Cina, ma soprattutto con il lockdown, metodo sanitario e securitario tipico dei discendenti di Mao, che nel nostro Paese è stato introdotto (e poi imitato da tutto il resto d'Europa) come unico sistema possibile per stroncare la circolazione del virus. Che in realtà, però, circola ancora oggi.

UN SUGGERIMENTO CINESE
Il Green Pass è nato anch'esso da un suggerimento cinese, teoricamente per permettere alla gente di riprendere a viaggiare. Sotto il regime di Pechino tutti sono già sotto controllo, quindi il lasciapassare è solo un'integrazione della schedatura pressoché completa di cui il governo dispone su ognuno dei suoi cittadini. In Italia, così come in Francia e nei Paesi europei che non lo hanno usato solo come passaporto vaccinale internazionale, il Green Pass ha assunto la forma di uno strumento di controllo etico del comportamento del cittadino. È infatti solo parzialmente rappresentativo del suo stato di salute (il Green Pass per il guarito, o per l'attualmente negativo al test Covid-19), nella maggior parte dei casi è il certificato di un comportamento virtuoso (l'essersi vaccinato). Quindi già il Green Pass, così come è stato usato in Italia e in pochi altri Paesi occidentali, è diventato una versione ridotta del sistema cinese (ancora in fase sperimentale nel Paese d'origine) dei crediti sociali.
Quel sistema, insomma, in cui ad ogni cittadino viene attribuito un punteggio e, a seconda di quel che fa o non fa, perde o guadagna punti, e più ne perde più la sua libertà di acquistare o fare cose, viene limitata dallo Stato. Un cittadino cinese con pochi punti non può, ad esempio, prendere un mezzo pubblico a lunga percorrenza, né iscrivere i figli a scuole prestigiose e, sotto una certa soglia, neppure lavorare o uscire dal proprio centro urbano.

ESITI TUTT'ALTRO CHE DIVERTENTI
Adesso, questo "gioco" a punti, che in Cina può avere esiti tutt'altro che divertenti, sta sbarcando nelle città dell'Emilia Romagna. A Fidenza, le case popolari dell'Acer, hanno introdotto un nuovo regolamento condominiale che funziona, all'incirca, come quello cinese. Chi non rispetta le regole perde punti. Chi invece le rispetta per tre anni di fila guadagna 5 punti, chi si attiva per riparare un danno, chi "partecipa alle iniziative per imparare a vivere bene insieme", guadagna punti extra. Chi perde tutti i punti, perde la casa: "quando i punti finiscono, decade il diritto di alloggio".
A Bologna, con il sindaco Matteo Lepore e soprattutto l'assessore all'Agenda Digitale Massimo Bugani (del Movimento 5 Stelle, il più "cinese" dei partiti italiani), verrà introdotto lo smart citizen wallet, termine inglese (portafogli del cittadino intelligente) che forse cela quel che è realmente: un sistema di crediti sociali, fatto e finito. La differenza fondamentale è che si tratta di una app che si può installare solo volontariamente e inoltre conferisce premi, non penalità. Ma prepara culturalmente e politicamente i cittadini bolognesi a ragionare alla cinese: i "big data" raccolti nel Web permetteranno al Comune di valutare il comportamento etico del cittadino. Il Comune saprà, dunque, se hai preso multe, se hai preferito i mezzi pubblici all'automobile, se hai risparmiato energia in casa tua, se hai fatto bene la raccolta differenziata dei rifiuti, se sei "culturalmente attivo". Come dice l'assessore pentastellato di Bologna: "Noi ti vediamo e te lo riconosciamo con un punteggio".

DOSSIER "CORONAVIRUS"
Sì alla prudenza, no al panico

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04-04-2022

2 - GUERRA IN UCRAINA: SBAGLIA CHI CREDE CHE LA RUSSIA SI OPPONGA ALL'ORDINE MONDIALE
La Russia ha assorbito la decadente cultura globalizzata contenuta nei film, nei concerti e nelle cattive mode, ma ha comunque i suoi motivi per invadere l'Ucraina
Autore: John Horvat - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 16 Marzo 2022

Proprio quando tutto sembrava tornare alla nuova normalità, l'anormalità ha colpito ancora. La guerra in Ucraina infuria e sta cambiando il volto del mondo globalizzato.
La situazione è confusa mentre la gente lotta per capire le ragioni dietro all'invasione. Le teorie del complotto abbondano da entrambe le parti. Come le scene di battaglia in Ucraina, il caos regna nella mente di molti. Sembra che non ci sia una logica o una ragione negli attacchi.
Tuttavia, quattro punti possono aiutare le persone a capire meglio ciò che sta accadendo. C'è del metodo nella follia.

1) LA RUSSIA ERA GIÀ PARTE DELL'ORDINE MONDIALE
Il primo punto è che le sanzioni provano che la Russia era ben integrata nel mondo globalizzato. Vasti settori dell'economia russa erano intrecciati alle reti mondiali e ai mercati delle materie prime. Non era facile sganciarsi da essi.
Questa conclusione contraddice la tesi di coloro che affermano che la Russia è una potenza che si oppone all'attuale ordine mondiale. Questo non è vero.
Il denaro e gli investimenti occidentali hanno aiutato a ricostruire il paese nei decenni successivi la guerra fredda. La maggior parte delle grandi compagnie petrolifere, per esempio, erano coinvolte nell'estrazione del petrolio in Russia. Le multinazionali erano ovunque. Le banche e le società di contabilità occidentali hanno aiutato a integrare la Russia nel sistema finanziario. Persino il franchising McDonald's operava in centinaia di sedi russe. Le sanzioni hanno dimostrato tutta l'estensione della partecipazione russa all'economia mondiale.
Purtroppo, la Russia ha assorbito completamente la decadente cultura globalizzata contenuta nei film, nei concerti e nelle cattive mode. Tutte queste cose hanno danneggiato la nazione (così come l'Occidente). Anche sotto questo aspetto, le sanzioni dimostrano che, prima della guerra, la Russia era pienamente integrata nell'ordine mondiale.

2) DA UN MOMENTO ALL'ALTRO, LA RUSSIA DECIDE DI SGANCIARSI DA QUESTO ORDINE MONDIALE
Il secondo punto è che la Russia sta perseguendo un rapido disimpegno dal suo importante ma secondario posto nell'attuale ordine mondiale. Il presidente Putin ha usato l'unica cosa che avrebbe potuto motivare rapidamente le sanzioni economiche occidentali: una guerra ingiusta che, per la sua brutalità, avrebbe galvanizzato l'opinione pubblica mondiale.
Egli sa bene che l'Occidente è terrorizzato dalla prospettiva della guerra e che userà ogni sanzione economica possibile per evitare il conflitto. Così, mentre la guerra diventa sempre più intensa, le sanzioni economiche imposte contro la Russia crescono di portata. Il presidente russo facilita le sanzioni economiche immediate e permette che l'Occidente le implementi.
In poche settimane, è riuscito a distruggere un lavoro di decenni. Per lui, le sanzioni hanno il vantaggio che le imprese occidentali saranno costrette a lasciare la Russia di propria iniziativa con l'approvazione e la pressione dei propri governi. Si lasciano alle spalle beni invenduti o a prezzi stracciati. Tutto cadrà nelle mani dei russi o rischierà la nazionalizzazione.

3) UN RIALLINEAMENTO GEOPOLITICO VOLUTO E FORZATO
In terzo luogo, la Russia non ha nascosto il suo allineamento con la Cina nel periodo precedente la guerra. Alle Olimpiadi invernali, il presidente Putin e il leader cinese Xi Jinping hanno firmato una dichiarazione congiunta che segnala il loro desiderio di costruire un nuovo ordine mondiale "multipolare". Hanno concordato di cooperare "senza limiti" per raggiungere l'obiettivo di inaugurare "relazioni internazionali di un nuovo tipo". Il presidente russo ha a lungo idealizzato un'unione eurasiatica per formare un unico blocco commerciale e culturale indipendente dall'Occidente.
La guerra in Ucraina mette in atto questo piano che non è segreto e che costringe la Russia a unirsi alla Cina, unica potenza abbastanza grande da resistere alla pressione delle sanzioni occidentali. L'aver bruciato i ponti economici con l'Occidente rende la Cina l'unica nazione che può assorbire le massicce quantità di materie prime e cereali che la Russia produce. I due paesi insieme possono stravolgere l'ordine economico e politico post guerra fredda e creare nuove tensioni e carenze. Alcuni ipotizzano che il matrimonio forzato tra Cina e Russia porterà a un sistema finanziario parallelo con lo yuan come valuta di riserva.
Questo auspicato riallineamento metterà l'Occidente decadente contro l'Oriente post-comunista. Si stanno formando due blocchi politici distinti, che presenteranno al mondo due false alternative: una democrazia liberale fatiscente o un socialismo nazionale autocratico.

4) L'OBIETTIVO È UN OCCIDENTE VULNERABILE
Infine, questa mossa arriva in un momento di estrema vulnerabilità dell'Occidente. Due anni di pandemia hanno già disfatto molte relazioni complesse e catene di rifornimento che tenevano insieme il mondo. Restrizioni e ordini brutali hanno polarizzato le popolazioni e ostacolato le capacità dei governi di unire gli sforzi e affrontare i problemi. Decisioni governative irresponsabili e problemi di lavoro e di approvvigionamento stanno alimentando alti livelli di inflazione.
La guerra porterà scompiglio in Occidente, strapazzando ulteriormente i sistemi produttivi ormai sotto stress. I milioni di rifugiati che si stanno riversando in Europa aumenteranno gli oneri già sostenuti dai paesi ospitanti, assorbendo risorse che potrebbero essere utilizzate per rafforzare le capacità di difesa in Occidente.
In questo scenario, l'Oriente ha dei vantaggi. L'Est e l'Ovest sono così integrati che non sarà facile per l'Occidente diventare rapidamente libero dai prodotti orientali (soprattutto quelli cinesi). Le merci cinesi dominano talmente il mercato che ci sono poche alternative. I gasdotti sono come un cappio al collo dei paesi occidentali troppo dipendenti dal combustibile russo. La guerra in Ucraina e le sanzioni economiche mettono l'Occidente in una posizione precaria.
I regimi autocratici (leggi totalitari) dell'Est soffrono molto meno di questi problemi rispetto alle frammentate società occidentali. L'Oriente ha molto da guadagnare e l'Occidente molto da perdere da questa scissione.
C'è un metodo in questa follia. Un risultato finale della guerra in Ucraina sarà questa divisione permanente tra Est e Ovest, che segnerà il fallimento dell'esperimento post guerra fredda, il quale, si supponeva, avrebbe dovuto determinate la fine della storia. Ci sarà un grande riallineamento geopolitico che potrebbe avere conseguenze drammatiche e portare alla guerra mondiale.

Nota di BastaBugie: per approfondire ulteriormente cosa ci aspetta dopo la guerra russa all'Ucraina e per capire cosa sia il Grande Reset si può vedere il video (durata: 1 ora) dal titolo "Ucraina e Grande Reset" nel quale viene intervistato il giornalista professionista Roberto Mazzoni.
Per vedere l'interessante video basta andare al link sottostante e iscriversi al canale in maniera gratuita. Ne vale davvero la pena. Noi di BastaBugie ve lo consigliamo.
VIDEO: UCRAINA E GRANDE RESET (30 marzo) clicca qui!

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

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Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 16 Marzo 2022

3 - BIDEN DICE CHE PUTIN E' UN MACELLAIO... MA POI DIFENDE LA LIBERTA' DI ABORTIRE
Biden si dice cattolico, ma rinnega la dottrina della Chiesa che considera l'aborto un abominevole delitto (anche secondo gli ultimi papi e il Concilio Vaticano II)
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 2 aprile 2022

Nel suo recente viaggio in Europa, il 26 marzo, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rivolto un messaggio ai polacchi dal Castello Reale di Varsavia, un luogo simbolo perché fu distrutto dai nazisti nel 1944 e solo negli ultimi anni è stato interamente ricostruito.
In questo discorso Biden ha definito Putin "un criminale che vuole dipingere l'allargamento della Nato come un progetto imperiale volto a destabilizzare la Russia"
Il giorno successivo, nel suo incontro con i profughi ucraini a Varsavia, Biden ha definito Putin "un dittatore e un macellaio che non può stare al suo posto". [...]
Ciò, secondo Biden, deriva anche dal fatto che il regime russo è un'autocrazia e Putin un dittatore. Nel messaggio ai polacchi del 26 marzo Biden ha voluto mettere in evidenza la differenza tra l'Occidente e la Russia con queste parole: "Noi abbiamo ben chiara la differenza tra democrazia e autocrazia. Ucraini e polacchi sono in prima linea per difendere i valori democratici, libere elezioni, la libertà d'espressione, libertà di abortire, se uno lo vuole. Noi siamo al vostro fianco".
Il presidente Biden ha dunque definito "la libertà di abortire" come un valore democratico, attribuendo un significato positivo all'assassinio degli innocenti. Biden si dice cattolico ma con quest'affermazione rinnega la dottrina della Chiesa così bene espressa proprio da un papa polacco, Giovanni Paolo II, che nella sua enciclica Evangelium Vitae, riprendendo il Concilio Vaticano II, definisce l'aborto "abominevole delitto" (n. 58).

SUOR FAUSTINA KOWALSKA
Nel Diario della santa polacca suor Maria Faustina Kowalska, leggiamo queste parole: "Un giorno Gesù mi disse che avrebbe fatto scendere il castigo su di una città, che è la più bella della nostra Patria. Il castigo doveva essere uguale a quello inflitto da Dio a Sodoma e Gomorra. Vidi la grande collera di Dio ed un brivido mi scosse, mi trafisse il cuore. Pregai in silenzio, Un momento dopo Gesù mi disse: "Bambina mia, unisciti strettamente a Me durante il sacrificio ed offri al Padre Celeste il mio Sangue e le mie piaghe per impetrare il perdono per i peccati di quella città. Ripeti ciò senza interruzione per tutta la S. Messa, Fallo per sette giorni" (Diario. La misericordia divina nella mia anima, tr. it., Libreria Editrice Vaticana, 2004, pag.68-69).
La città a cui il Signore si riferiva era Varsavia e il direttore spirituale di santa Faustina, Don M. Sopocko, durante la deposizione al processo di canonizzazione, dichiarò che, dopo aver letto il Diario, domandò alla suora quali erano i peccati per i quali Iddio infliggeva una punizione così grave. "Suor Faustina rispose che ciò sarebbe avvenuto soprattutto per l'uccisione dei bambini non fatti nascere, essendo questo il più grave peccato che vi si commetteva" (ivi, nota p. 69).
Dunque la città di polacca di Varsavia, la stessa dove il 26 e il 27 marzo ha parlato Biden, fu distrutta durante la Seconda guerra mondiale a causa dell'aborto. Queste parole suonano come una conferma della profezia di Fatima che vede la Seconda guerra mondiale come un terribile castigo per i peccati dell'umanità. Tra questi peccati era anche l'aborto che è la soppressione di una vita umana innocente.
Durante la Seconda Guerra Mondiale non solo Varsavia fu distrutta, ma la Polonia fu spartita tra il Terzo Reich e l'Unione Sovietica, più di cinque milioni di polacchi morirono nel conflitto e nei Lager e, tra questi, diecimila ufficiali polacchi furono massacrati dai sovietici a Katyn. La Polonia visse sotto la cappa del regime socialcomunista fino al 1989. Poi, grazie anche a Giovanni Paolo II, la Polonia fu tra i primi Stati sottomessi all'Unione Sovietica a riacquistare la libertà. Ma quando nel gennaio 2021 in Polonia è entrata in vigore una legge che vieta l'aborto, tutto l'establishment occidentale ha levato aspre proteste, negando a questo Paese la libertà di rifiutare l'omicidio di Stato.

UNA MACELLERIA UMANA
L'aborto non è solo un omicidio, è una vera e propria macelleria umana. I corpi di piccoli innocenti vengono sistematicamente fatti a pezzi. E criminale non è solo il medico abortista, ma anche chi legalizza e promuove le macellerie in cui si pratica l'aborto. Criminale è anche chi definisce l'aborto, non un crimine, ma un diritto. È questo che ha detto Biden a Varsavia, la città che per volere di Dio fu distrutta durante la seconda guerra mondiale a causa dei suoi aborti.
Joe Biden non crede che la vita inizi dal concepimento: lo ha assicurato ai giornalisti americani il 3 settembre 2021 annunciando di avere incaricato il Dipartimento di Giustizia di trovare un modo per fermare la legge del Texas che dal 2 settembre dello scorso anno vieta l'aborto dopo la sesta settimana. Biden l'ha definita "una legge «antiamericana", "un assalto senza precedenti ai diritti costituzionali di una donna".(CNN, 3 settembre 2021) . "Rispetto - ha aggiunto Biden - coloro che credono che la vita inizi al momento del concepimento. Non sono d'accordo, ma li rispetto".
Biden dunque non crede che la vita umana inizi dal concepimento, anche se ogni evidenza scientifica mostra il contrario. L'essere umano che vive nel grembo della madre per lui non ha diritti. Sia Biden sia Putin, con le loro affermazioni e le loro azioni si rendono responsabili, sia pure in maniera diversa, dell'uccisione di essere umani innocenti.
Ciò non significa in alcun modo giustificare l'invasione russa dell'Ucraina: ma significa comprendere, che la radice di ogni sciagura che ci affligge sta sempre e solo nel peccato, tanto più grave quando è pubblico e presentato come un valore proprio da chi, come governante di un popolo, avrebbe il dovere di difendere la legge naturale e divina.

Nota di BastaBugie: nei seguenti articoli si può leggere cosa disse Trump quando andò in Polonia. Tutt'altra musica rispetto a quella di Biden. Inoltre si può approfondire cosa è successo in Texas e perché Biden ce l'ha tanto con la legge contro l'aborto di quel Paese.

TRUMP, A VARSAVIA, TORNA A DIFENDERE L'OCCIDENTE
Un discorso coraggioso che mai sentiremo da un politico europeo (VIDEO: i polacchi si schierano contro l'islam)
di Stefano Magni
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4769

VIETATO L'ABORTO IN TEXAS SE BATTE IL CUORE DEL BAMBINO
La legge bloccherà quasi il 90% degli aborti (da non dimenticare che la Corte Suprema ridisegnata da Trump non ha bloccato la legge... adesso si temono le contromosse di Biden e della Pelosi)
da Provita & Famiglia
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6720

VIDEO SULL'ABORTO CONSIGLIATI DA BASTABUGIE
20 video, 3.736 visualizzazioni (aggiornato al 4 aprile 2022)
https://www.youtube.com/playlist?list=PLolpIV2TSebVzYmc5B11R08Qd2ib0ZEgL

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

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Fonte: Radio Roma Libera, 2 aprile 2022

4 - L'ULTIMA FOLLIA DI SAVIANO: LEGALIZZARE LA PROSTITUZIONE
La proposta, dietro l'apparenza della legalità, nasconde il supposto diritto a disporre di corpi altrui a proprio piacimento: ecco perché lo Stato non può legalizzarla (tra l'altro le mafie farebbero affari d'oro)
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia, 29 marzo 2022

Regolare i sex workers per evitare abusi (e la deriva nel narcotraffico). Dietro questo titolo piuttosto ambiguo, lo scrittore (e tuttologo) Roberto Saviano chiede, dal sito del Corriere della Sera, la legalizzazione della prostituzione. A seguito di quanto avviene già in alcuni paesi del nord, come la Germania e l'Olanda.
Secondo Saviano, inoltre, «è sbagliato parlare di prostituzione, bisogna porre l'accento sul fatto che si tratta di una vera e propria categoria professionale». Il bordello legale, quindi, non sarebbe la triste reliquia di un'altra epoca, superata e archiviata dalla legge Merlin del 1958, ma sarebbe il futuro radioso verso cui dovremmo dirigerci. Legge Merlin, lo ricordiamo, che condannava non solo lo sfruttamento, ma anche il "favoreggiamento della prostituzione". Favoreggiamento che ci può essere anche in chi esalta, legittima e giustifica proprio il "sex work".
La regolamentazione della prostituzione, come la intende Saviano, servirebbe «proprio per evitare abusi», che sono possibili «in tutte le relazioni di potere». In più, come se non bastasse, l'autore di Gomorra non ha perso l'occasione per tirare in ballo la Chiesa: rea di adottare da sempre, in Italia, una «longa manus» e un «approccio paternalistico» verso la prostituzione. Approccio che, sempre secondo Saviano, avrebbe un «annesso giudizio morale», verso «una professione che ancora oggi non può essere riconosciuta ma solo stigmatizzata». Si parla di stigma, dunque, quando invece ben sappiamo che si tratta semplicemente di buon senso e civiltà e non di arcaici pregiudizi e tabù.
Le parole di Saviano non sono però rimaste senza risposta, arrivata in modo piccato da Marina Terragni, femminista da anni in prima linea per difendere le donne, che ha commentato la follia dello sdoganamento della prostituzione. [...] Secondo il pezzo, addirittura «Saviano non ne imbrocca una» quando parla di donne. E quest'ultima uscita sulla prostituzione legale non fa eccezione.
Secondo la Terragni, infatti, la prostituzione legale, dietro l'apparenza del rispetto di un formale contratto di lavoro, nasconde in realtà, «il supposto diritto maschile a disporre di carne femminile a pagamento per un sesso di scarica, o per dimenticare le frustrazioni o per esercitare il proprio dominio».
Saviano quindi, nelle sue proposte à la page, dimostrerebbe una «misoginia imperdonabile». Misoginia che ignora, o fa finta di ignorare, «lo schifo che prova una donna per gli uomini che pagano per stuprarla; i farmaci e le sostanze che butta giù per riuscire a sopportare quelle mani e quei genitali e quelle bocche 'libere' di farle di tutto».
Nei Paesi dove è stata legalizzata, aggiunge la Terragni, la prostituzione è divenuta presto una «tratta delle schiave sessuali». Con cui «le mafie di tutto il mondo fanno affari con la carne femminile».
Possibile che il nostro avanguardista, sempre in prima linea proprio contro la criminalità organizzata, non se ne accorga? La stessa Monica Sergentini, firma proprio del Corriere della Sera, ha dichiarato con un tweet (poi rimosso) il suo stupore nel leggere sul suo giornale le proposte regressive di Saviano.

Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Prostituzione legale: Saviano scivola e legittima il male" spiega che la prostituzione è un male che intacca il bene comune e quindi lo Stato non può legalizzarla. Tra l'altro le mafie farebbero affari d'oro, proprio come accade nei settori leciti dell'edilizia o dei rifiuti.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 2 aprile 2022:

Uno dei refrain del pensiero liberale e radicale è la legalizzazione della prostituzione. Il chiodo fisso dei progressisti è sostanzialmente rendere legittimo il male, qualificare come diritto qualsiasi delitto. Ecco allora che Roberto Saviano, uno dei sacerdoti più noti della Chiesa liberal, torna sul tema e chiede, dalle colonne di Sette del Corriere della Sera, di "Regolarizzare i sex workers per evitare abusi (e la deriva nel narcotraffico)", questo il titolo dell'articolo.
Veniamo al nocciolo della questione. Il primo punto, un classico dei radicali già visto con cannabis, aborto, eutanasia, è il seguente: legalizzare toglie mercato al malaffare. La mancanza di regolamentazione «dà vita a sfruttamento, dolore, alimenta criminalità e illegalità», scrive il Nostro.
Il secondo punto stigmatizza un approccio da Stato etico: l'ordinamento giuridico non dovrebbe esprimere giudizi morali, ma solo regolamentare le libertà altrui: «L'approccio è sempre paternalistico, come se l'attenzione fosse tutta focalizzata su come si dovrebbe vivere, con annesso giudizio morale, piuttosto che sul provare - e magari riuscirci - a regolamentare una professione che ancora oggi non può essere riconosciuta ma solo stigmatizzata». Dunque la prostituzione è un lavoro come un altro e come tale ha bisogno di regole.
Rispondiamo ai due punti di cui sopra, partendo dal secondo. Innanzitutto mai è lecito legittimare il male, ossia riconoscere come diritto ciò che è moralmente riprovevole. Vendere il proprio corpo, liberamente o peggio per costrizione, è sempre un'azione intrinsecamente malvagia perché l'esercizio delle proprie facoltà sessuali esprimono la donazione totale della persona e laddove c'è donazione, c'è gratuità, non compravendita. La donna vende la totalità della propria persona, non solo il proprio corpo.
A differenza dell'approccio materialista e antipersonalista di Saviano, avere rapporti sessuali non è come tinteggiare casa. Pagare una donna per aver rapporti sessuali non è come pagare un imbianchino per dare una rinfrescata al soffitto del soggiorno, perché la sessualità coinvolge tutta la persona, corpo e anima, e quei gesti, chiamati guarda caso "intimi" perché riguardano la parte più recondita della persona, sono connaturati ad un rapporto di amore e procreazione. Quindi hanno ragione di esistere solo con chi si ama volendo con lui o lei costruire una famiglia. Non si dà sesso senza amore e vita e non si dà amore e vita senza matrimonio.
Non è una convenzione, come pensa il veteromarxista Saviano, una sovrastruttura clericale e borghese, un lascito stantio della storia, ma un dato antropologico, ossia connesso ontologicamente e dunque metafisicamente con la persona stessa. Pensare che la prostituzione sia un lavoro come un altro significa perciò avallare uno sguardo empirista sulla persona che porta alla reificazione della donna, vuol dire dunque avallare la prostituzione, la tratta delle donne.
La prostituzione, poi, non è uno di quei mali morali che non intaccano gravemente il bene comune - come una menzogna detta ad un amico - bensì lo aggrediscono in modo significativo perché svilisce la persona che fa commercio di sé, contribuisce ad una visione edonistica e ludica del sesso, corrompe le famiglie minando i vincoli di fedeltà, espone a seri rischi la salute pubblica (non esiste solo il Coronavirus ma anche tanti altri virus venerei).
Di fronte ad una condotta che lede gravemente il bene comune l'ordinamento giuridico può vietarla e quindi sanzionarla oppure tollerarla. La tolleranza è da preferire ogni qual volta il divieto e la sanzione provocherebbero più danni di quelli che si vogliono evitare. È proprio il caso della prostituzione che nel nostro Paese non è qualificata come reato perché il più delle volte le prostitute sono schiave di individui senza scrupoli. Mettere in carcere una persona che non è già libera non avrebbe senso. Corretto invece perseguire, come fa il nostro ordinamento, chi induce e sfrutta la prostituzione.
È un approccio da Stato etico? Tutti gli Stati sono inevitabilmente etici perché laddove c'è una norma c'è una scelta e laddove c'è una scelta questa è orientata verso alcuni fini, cioè verso alcuni beni. Anche la proposta di Saviano di legalizzare la prostituzione è etica - poi occorre verificare se è una buona o cattiva etica - perché crede che sia bene (ecco l'elemento morale) togliere questo commercio alla malavita. E se passasse la sua proposta, questo modo di vedere la prostituzione sarebbe imposto ai dissenzienti. Tutte le discipline normative sono coercitive, nel senso che impongono ai cittadini la visione dello Stato come migliore soluzione per la collettività.
Passiamo al secondo punto: legalizzare la prostituzione toglierebbe mercato alla malavita. In primo luogo anche se fosse così comunque lo Stato non potrebbe legittimare ciò che è illegittimo perché sarebbe azione intrinsecamente malvagia e mai si può compiere il male anche a fin di bene, anche in vista di grandi utilità. Ma poi in realtà questo bene è fittizio, illusorio. Rendendo legittimo il meretricio questo si diffonderebbe, il giro di affari aumenterebbe e dunque farebbe ancor più gola proprio a quelle mafie di cui parla Saviano. Così capita in quei Paesi dove la prostituzione è legale. Il male per eliminarlo deve essere combattuto non favorito: legalizzare significherebbe consegnare in mano ai delinquenti strumenti giuridici per continuare i loro sporchi traffici.
È poi sotto gli occhi di tutti che le mafie si infiltrano nei negozi leciti: pensiamo al pizzo per i commercianti, al giro di appalti, all'edilizia, allo smaltimento di rifiuti, etc. in realtà non c'è attività lucrosa legittima indenne dalle loro attenzioni. Ciò che è legale non fa paura alle mafie, anzi. È il caso del contrabbando di sigarette (giusto l'altro giorno sono stati sequestrati a Napoli 117 Kg di sigarette di contrabbando) che continua a essere praticato nonostante la vendita legale di tabacchi. Il clandestino, il nero si somma sempre al legale.
E dunque la prostituzione clandestina non scomparirebbe, ma si sovrapporrebbe a quella legale: alcuni sfruttatori diventerebbero "datori di lavoro", altri rimarrebbero tali e altri ancora vestirebbero entrambe le giacchette. La clandestinità non scomparirebbe soprattutto se le sex workers, come le chiama Saviano, dovessero comparire in documenti ufficiali con nome e cognome associati al loro lavoro, pagare le tasse, sottostare a rigidi protocolli sanitari, etc. Tutti buoni motivi per non lavorare alla luce del sole del diritto.

DOSSIER "ROBERTO SAVIANO"
L'intoccabile messia della sinistra

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Fonte: Provita & Famiglia, 29 marzo 2022

5 - ELEZIONI IN UNGHERIA: ORBAN STRAVINCE ANCORA
Il premier ottiene il 53,1% dei voti e i risultati referendari confermano, con ben oltre il 90% dei consensi, le leggi che tutelano i bambini dall'indottrinamento LGBT
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04-04-2022

I risultati parlano chiaro, Orban e la sua coalizione, avversata da tutti, con il 53,1% dei consensi e 135 eletti, riconquista i 2/3 del parlamento, i risultati referendari confermano con oltre il 90% dei voti le politiche che tutelano i bambini e ragazzi dall'indottrinamento LGBTI. La coalizione arcobaleno, con tanto di lobbies, mass media, istituzioni e diktat europei escono a brandelli dalle elezioni raccogliendo un misero 35%.
Le elezioni svoltesi tra i fiocchi di neve e in un clima di grande ordine e rispetto nella giornata di ieri 3 aprile, hanno visto prevalere, ben oltre i sondaggi della vigilia, la coalizione Fidesz-Cristiano democratica guidata da Orban che si avvia ad un altro mandato per i prossimi quattro anni. Già le prime proiezioni delle 21.00, a due ore dalla chiusura delle urne, riferivano di una ampia maggioranza di Orban e della sua coalizione e di una cocente sconfitta delle opposizioni arcobaleno, troppo disomogenee (unite dal solo 'nemico comune') che già accampavano fumosi 'impedimenti strutturali' per vincere le elezioni. Orban prendendo la parola dalla sede del partito Fidesz pochi minuti prima delle 23.00, a risultati ormai consolidati e con la reale possibilità per la coalizione di raggiungere ancora i 2/3 del parlamento ha detto: "Abbiamo ottenuto una grande vittoria. Lo si può vedere dalla luna, ma lo si può certamente vedere a Bruxelles...Più grande è la vittoria, più grande è il bisogno di modestia...Le tattiche e gli intrighi sono inutili, ma alla fine il cuore vince sempre...Abbiamo vinto perché abbiamo una passione comune, che si chiama Ungheria".
La coalizione multicolore, dalle sinistre alle destre xenofobe, che aveva come unico obiettivo l'eliminazione politica di Orban e la revisione di tutte le politiche dell'ultimo decennio a guida conservatrice, è stata respinta perché priva di un realistico programma alternativo. Eppure, come abbiamo descritto nei giorni scorsi, la potentissima macchina della propaganda mass mediatica, istituzionale e delle lobbies globaliste si era mossa con determinazione per azzerare Orban e le sue politiche patriottiche, famigliari e cristiane. L'Osce, dopo una sceneggiata indegna ad opera di supposte Ong liberali, parlamentari di sinistra e persino della Commissione, lo scorso mese aveva ceduto all'invio di una vera e propria truppa di osservatori elettorali. [...]
Ai 4 questiti referendari gli ungheresi hanno risposto compattamente, al di là delle formazioni politiche scelte, gli elettori hanno straordinariamente appoggiato le scelte fatte dalla coalizione di Orban a difesa del pudore, della educazione e dei diritti dei genitori e contro ogni tentativo di indottrinamento LGBTI. Oltre il 90% dei votanti ha sostenuto i principi fondamentali della legge antipedofilia e solo il 4-7% dei votanti ha votato in 'linea' con gli auspici della Commissione europea. Eppure anche negli ultimissimi giorni di campagna elettorali la stampa internazionale si era spesa nel sostenere la coalizione di tutte le opposizioni: Le Monde, El Pais, Washington Post e CNN tutte allineate a ripetere l'accusa di un Orban amico di Putin, corrotto e antieuropeista con il sito liberal socialista Politico che si spingeva dichiarare definitivamente chiusa la solida amicizia dei paesi di Visegrad e collaborazione tra Ungheria e Polonia, viste le differenti posizioni prese in Europa da Budapest e Varsavia nei confronti del conflitto russo-ucraino. Un passo oltre si spingeva Michael Meyer-Resende ('Democracy Reporting International') che su 'Euronews' dipingeva le ragioni che l'opposizione potrebbe impugnare (con l'aiuto dell'OSCE) in caso di sconfitta elettorale. Péter Márki-Zay invece ha riconosciuto la forte e 'scioccante' vittoria di Orban, ma imputato la sconfitta al 'sistema elettorale' e al popoplo ottuso: "È stata la propaganda a vincere le elezioni, non l'onestà e l'onore", la gente è stata ingannata. Tipico errore della sinistra quello di insultare il popolo.

Nota di BastaBugie:
l'autore del precedente articolo, Luca Volontè, nell'articolo seguente dal titolo "No a pedofilia e gender, ma i media attaccano l'Ungheria" spiegava un anno fa cos'era la legge antipedofilia approvata dal governo Orban e confermata domenica scorsa dal 90% dei votanti ai referendum.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 17-06-2021:

L'Ungheria approva una durissima legge antipedofilia, in un paragrafo si vieta indottrinamento gender e transgender sino ai 18 anni e scoppia un imbarazzante finimondo mediatico. Martedì 15 giugno, il Parlamento ungherese ha approvato con una maggioranza schiacciante, con un solo voto contrario (157-1), le nuove norme restrittive contro la pedofilia. Le minoranze, unite in una grande coalizione con l'obiettivo di sconfiggere Orban il prossimo anno, si sono spaccate alla prima prova parlamentare. Le forze democratiche di sinistra e liberali non hanno partecipato al voto, mentre i rappresentanti dell'estrema destra di Jobbik hanno votato a favore del provvedimento.
La maggioranza che guida l'Ungheria da più di un decennio, ne abbiamo parlato altre volte, negli ultimi anni ha moltiplicato le proprie misure per la famiglia e promosso norme che proteggono la natura biologica umana, la genitorialità, il diritto dei bambini di avere una mamma e un papà.
Lo scorso 4 giugno, il Governo Orban presentava in Parlamento la nuova proposta di legge per combattere la pedofilia, introducendo un registro pubblico dei criminali pedofili e incrementando le pene per i reati di pedofilia. Nel dibattito di quel giorno, non si parlava di divieti verso l'indottrinamento Lgbt, eppure già si doveva prendere atto della spaccatura delle opposizioni: Jobbik si diceva favorevole, le sinistre democratiche e liberali erano molto critiche. Le coincidenze sono importanti. L'8 giugno, inopinatamente, l'ex presidente degli Usa, Barack Obama, rilasciava un'intervista alla CNN che faceva il giro del mondo mediatico nei giorni successivi, nella quale si soffermava su Polonia e Ungheria, descrivendo il Governo Orban come un "esempio di distruzione della democrazia". Il 9 giugno il Governo Orban presentava alcuni emendamenti alla legge antipedofilia, tra essi anche l'emendamento contro l'indottrinamento Lgbt verso i minori. La notizia dell'emendamento infuocava i mass media internazionali, dopo che la Reuters ne dava notizia e la colorava con gli strali delle organizzazioni Lgbt.
Articoli-fotocopia che riprendevano le dichiarazioni delle lobby Lgbt si moltiplicavano per tutta la giornata: Associated Press (l'Ungheria vuol bandire l'omosessualità per i minori di 18 anni), Amnesty International (attacco frontale alle persone Lgbti), BBC (vietata la letteratura Lgbti ai minorenni). Dimenticato il contrasto alla pedofilia, si cavalcava la protesta Lgbt, invocando azioni internazionali in difesa dello "stato di diritto" e il 14 giugno la commissaria per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatović, invitava, con un comunicato ufficiale, il Parlamento ungherese ad opporsi agli emendamenti che avrebbero "vietato ogni discussione sull'identità di genere e la diversità sessuale" con i ragazzi. Lo stesso giorno, poche migliaia di persone, sostenute da Amnesty International e Human Rights Watch, si riunivano davanti al Parlamento per protestare contro la legge antipedofilia e l'emendamento antindottrinamento. La notizia delle manifestazioni veniva ripresa con enfasi dal tam-tam del politically correct mondiale, dal sito di notizie europee Euractiv a France24, dal Washington Post a USNews, al Times of India... Il mondo doveva conoscere l'unica fake news: l'Ungheria stava per vietare alle persone Lgbti di esser tali, con un legge simile alle norme 'omofobiche' approvate in Russia.
Nei giorni in cui i giornali mondiali riportavano le critiche del G7 contro l'autoritarismo di Russia e Cina, la macchina del fango imponeva la somiglianza autoritaria tra Putin e Orban; Orban, il distruttore della democrazia (come descritto da Obama).
Tuttavia, dal voto finale del 15 giugno emergono due verità. Primo, la coalizione delle opposizioni appunto si è spaccata su un tema cruciale per qualunque governo futuro, con i Socialisti contrari e Jobbik che ha votato a favore della legge antipedofilia. Secondo, nonostante la grancassa mediatica, dalla Reuters in giù, si contestano la lotta alla pedofilia e un governo che si oppone ai dogmi innaturali della dottrina Lgbt. La legge approvata cosa dice? Si crea un "database elettronico" pubblico che conterrà i nomi dei pedofili e consentirà ai genitori e altri parenti delle vittime di denunciare; il Codice penale modificato garantisce che gli autori di pornografia infantile ricevano una pena detentiva di 20 anni senza possibilità di libertà vigilata (se le vittime hanno meno di 12 anni di età). Altri aggravi di pena includono gli abusi sessuali sui bambini, le molestie o le violenze commesse da funzionari pubblici o soggetti recidivi. Nei casi di reati gravi di pedofilia, la prescrizione non si applica più. Il divieto permanente di impiego per i pedofili nella sanità o nell'educazione viene esteso ai lavori legati al tempo libero dove potrebbero esserci minori, come spiagge, parchi di divertimento, zoo e associazioni sportive.
I pedofili saranno banditi dai posti di governo o di leadership politica. Per quanto riguarda l'educazione sessuale nelle scuole, il materiale non deve contenere nulla che miri a cambiare genere o a promuovere l'omosessualità. Oltre agli insegnanti della scuola, solo le persone o le organizzazioni incluse in un registro ufficiale, continuamente aggiornato, possono tenere lezioni di educazione sessuale. Inoltre, il diritto di un bambino di identificarsi secondo il suo sesso alla nascita è custodito dalla legge ("...l'Ungheria protegge il diritto dei bambini a un'autoidentità corrispondente al loro sesso alla nascita...") sotto l'egida del sistema di protezione dell'infanzia. È vietato promuovere materiali rivolti ai giovani al di sotto dei 18 anni che abbiano un contenuto pornografico o che promuovano l'omosessualità o un'identità di genere diversa dal sesso alla nascita. Lo stesso vale per le pubblicità. Le stazioni televisive saranno obbligate a segnalare l'avviso di divieto di visione per gli under 18 per i film e la programmazione con contenuti che si discostano dalle restrizioni della legge, mentre l'Autorità vigilante sui mass media sarà tenuta a vigilare ed eventualmente sanzionare chi commette le violazioni.
Un ottimo provvedimento, quindi. Ma che fanno i paladini dei "diritti umani"? Human Rights Watch chiede che il presidente della Repubblica ungherese ponga il veto e fermi questa legge antipedofilia. Si tenta di falsificare la realtà, ma i vergognosi fatti di questi giorni parlano da soli.

DOSSIER "VIKTOR ORBAN"
Chi è il presidente dell'Ungheria

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04-04-2022

6 - GOOOL! LA FORZA DELLA PASSIONE SPORTIVA
Un bel cartone animato per tutta la famiglia alla scoperta dei valori del calcio balilla: la passione e la lealtà vanno messi in ogni cosa, l'unione fa la forza e l'amicizia sostiene le imprese più grandi (VIDEO: trailer del film)
Fonte FilmGarantiti.it

Amadeo è preoccupato perché suo figlio Matías gioca spesso con il suo tablet, allontanandosi da lui. Una sera decide quindi di raccontargli una storia prima di dormire, nella speranza di rinsaldare il loro legame.
Nel racconto si vede Amadeo da ragazzino, il quale lavora in un bar di un paese dove eccelle nel gioco del calcio balilla lì presente. Vi ha giocato così tante volte da aver personalizzato i componenti della sua squadra preferita. Una sera, dopo aver mostrato il proprio talento a Laura, ragazza di cui è innamorato, viene sfidato da un coetaneo molto arrogante. Amadeo lo batte facilmente, scatenando la sua ira.
Molti anni dopo Amadeo continua a lavorare nel bar. Laura un giorno gli dice che sta per andare in Europa a studiare. Proprio in quel momento ritorna nel paesino il ragazzo che Amadeo aveva sconfitto molti anni prima. Il ragazzo è diventato un calciatore professionista, molto ricco e molto famoso, noto come "Grosso", un giocatore che non ha mai perso una partita, eccetto quella partita a calcio balilla molti anni prima. Grosso è tornato nel paesino per vendicarsi, ha comprato il paese per far distruggere il bar e costruire al suo posto uno stadio di calcio, come a voler cancellare quell'unica macchia nella sua carriera. Amadeo cerca di salvare il calcio balilla dalle macerie del bar, ma riesce a salvare solo un piccolo giocatore di piombo: il capitano della squadra con cui aveva giocato e vinto tante partite. Amadeo, triste per la distruzione del bar e del suo calcio balilla inizia a piangere e lascia cadere una lacrima sul volto del capitano della squadra di calcio balilla. Il piccolo calciatore di piombo prende vita e insieme ad Amadeo inizia a cercare i propri compagni, che nel frattempo sono finiti nella discarica insieme alle macerie del bar.
Amadeo e il piccolo capitano della squadra riescono a salvare altri due giocatori della squadra nella discarica e anche il capitano della squadra avversaria. Nel frattempo scoprono che gli altri giocatori sono stati portati in un luna park. Riescono dopo tante avventure ad arrivare al luna park, dove salvano altri piccoli giocatori di piombo. Nel frattempo gli altri vengono portati nella dimora di Grosso, che intende trasformarli in tacchetti per le sue scarpe da calcio.
Amadeo riesce a salvare anche questi ultimi giocatori e sfida il professionista ad una rivincita della partita di calcio balilla. Grosso accetta la rivincita, ma sapendo di non poter vincere sfida Amadeo ad una partita a calcio, in un campo vero. Grosso giocherà con la squadra di professionisti con cui ha giocato e vinto tante partite, gli "Assoluti". Amadeo invece con una squadra dilettante, costituita da alcuni abitanti del paese. Laura alza la posta: se Amadeo dovesse vincere il professionista dovrà cedere la proprietà del paese che ha comprato.
Incorniciato in una storia raccontata da un padre a un figlio, il film d'animazione "Goool!" è semplice, divertente e appassionante. La morale dell'unione che fa la forza, della passione e della lealtà che bisogna mettere in ogni cosa (gioco e vita vera) e dell'amicizia che sostiene le imprese, passano con efficacia. Insomma un film per bambini, ma che diverte anche gli adulti: meglio se, gli uni e gli altri, appassionati di calcio. E anche di calcetto, o meglio calcio balilla o biliardino che dir si voglia.

Nota di BastaBugie: per vedere alcune clip del film, clicca qui!
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Nel seguente video (durata: 2 minuti) si può vedere il trailer di GOOOL!


https://www.youtube.com/watch?v=naEr8GVCcr0

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Fonte: FilmGarantiti.it

7 - SAN NICOLA DA TOLENTINO, IL SACERDOTE EREMITA
Dormiva su un saccone di fieno, con una pietra per guanciale, faceva penitenze e digiuni prolungati e con le sue preghiere salvò l'anima del fratello dal Purgatorio... ma era ''attrattivo'' per tante altre cose
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 8 settembre 2021

Intorno ai 12-14 anni il giovane marchigiano Nicola da Tolentino, nato a Sant'Angelo in Pontano nel 1245 e la cui festa ricorre il 10 settembre, ascoltando una predica di un eremita agostiniano incentrata sulla frase «Non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza», avvertì la chiamata alla vita religiosa ed entrò proprio nell'Ordine degli eremiti di sant'Agostino, fondato nel 1244.
Entrò nel noviziato di San Genesio, distinguendosi fin da subito negli studi, tanto che prima di terminarli venne nominato canonico della chiesa di San Salvatore del suo paese natale. Proseguì nella formazione e venne ordinato sacerdote nel 1269 dal vescovo di Osimo, san Benvenuto Scotivoli (?-1282). Contrariamente agli altri Ordini mendicanti, quello degli eremiti di sant'Agostino non ebbe un fondatore specifico in quanto fu promosso da Riccardo Annibaldi (1200/1210- 1276), cardinale protettore dell'Ordine di Sant'Agostino e sancito da papa Innocenzo IV (1195 ca.-1254), con la volontà di raccogliere le diverse fraternità di eremiti di Tuscia in un'unica famiglia religiosa sotto la guida di un priore generale e con la regola di sant'Agostino. Nel 1256 agli eremitani di sant'Agostino si unirono altre comunità similari; mentre nel 1968 il capitolo generale approvò il mutamento del titolo dell'istituto da eremitani di Sant'Agostino a Ordine di Sant'Agostino.
Grazie al suo primo biografo, il confratello a lui coevo, Pietro da Monterubbiano e dalle testimonianze dei suoi contemporanei possiamo avere notizie storicamente sicure. Una commissione composta dai vescovi di Senigallia e di Cesena fu designata da papa Giovanni XXII (1249-1334) il 23 maggio del 1325 per indagare sulla vita e i miracoli di san Nicola da Tolentino in vista di un'eventuale canonizzazione, che si realizzerà nel 1446 sotto il pontificato di papa Eugenio IV (1383-1447). Gli inquirenti compilarono un questionario di 21 articoli ai quali gli interrogati dovevano dare risposta per esaminare le virtù del monaco. Ben 8 articoli erano destinati a provare la perfetta ortodossia dell'educazione ricevuta: precauzione assai necessaria in una regione che ospitava gruppi ereticali e/o idolatrici. Altri 6 articoli spiegavano dettagliatamente gli esercizi ascetici del religioso.

UN PIO SACERDOTE DALLA CARITÀ SMISURATA
Tuttavia, l'abbondanza e la varietà delle risposte trascendono i limiti dello schema suggerito per sottolineare l'azione di un pio sacerdote dalla carità smisurata. Il suo costante attaccamento a un'ascesi rigorosa si fondava su un'intensa pietà cristologica: le mortificazioni che imponeva al suo corpo lo facevano partecipare alla Passione di Nostro Signore Gesù e quando celebrava la Santa Messa l'unione con Lui gli suscitava la lacrimazione.
Era un uomo di Dio innamorato della povertà e dell'umiltà. San Nicola praticava le mortificazioni eremitiche tradizionalmente in vigore nelle numerose comunità che erano state all'origine dell'Ordine degli eremitani di Sant'Agostino. Ma egli volle di più, nell'intento di unirsi più perfettamente a Cristo, divenendo partecipe della Sua Redenzione per la salvezza delle anime. Dormiva su un saccone di fieno, con una pietra sotto la testa per guanciale, si infliggeva quotidianamente penitenze e si sottoponeva al digiuno di tre giorni a pane e acqua come dalla Regola, aggiungendo anche il sabato in onore della Madonna. Rifiutò sempre le vivande speziate o il più piccolo pezzo di carne anche quando, negli ultimi tempi della sua esistenza, era indebolito dalle febbri e dalle varici alle gambe.
Ma non era l'asceta afflitto dalle malattie quello che gli abitanti di Tolentino conoscevano, quanto piuttosto il sacerdote che celebrava la Santa Messa in un modo specialissimo tanto intenso era il suo conformarsi a Cristo. Inoltre, ammiravano in lui l'uomo di preghiera, sicuri di trovarlo nella chiesa del convento assorto nelle sue meditazioni e adorazioni, oppure pronto a confessare.
Una penitente, Aldisia Iacobucci, rilasciò questa testimonianza: «Esercitava una forte attrazione [era, dice il testo, attractivus] sui peccatori dicendo loro, per confortarli, che da allora in poi non peccassero più e offrendosi, se lo volevano, di compiere la penitenza in loro vece». Gesù era in Lui e come Lui offriva le sue sofferenze per loro.

SEMPRE PRONTO A SEMINARE BONTÀ DIVINA
Invitava alla conversione e ai peccatori insegnava la contrizione dell'anima, molto gradita a Dio. I tratti che emergevano dalla sua personalità erano la benevolenza e la gioiosa affabilità. Visitava i malati di Tolentino, andando al capezzale di quelli poveri e dei ricchi su richiesta. In varie occasioni riconciliò coniugi separati e di fronte a situazioni di concubinaggio, faceva di tutto per rimettere la coppia in stato di grazia, regolarizzando la loro vita nel sacramento matrimoniale. Sempre pronto a seminare bontà divina, la gente lo vedeva andare per le vie con grande umiltà e riserbo, con il cappuccio calato sul capo.
Con la forza delle sue preghiere, secondo la tradizione tramandata da Pietro di Monterubbiano, il santo salvò l'anima del fratello da un lungo soggiorno in Purgatorio, per questa ragione egli è rimasto un punto di riferimento devozionale per il suffragio di queste anime in attesa di entrare in Paradiso.
La fama di santità di Nicola da Tolentino si affermò già in vita. Il gran numero di miracoli post mortem annotati durante il processo o raccolti da altre fonti da Pietro da Monterubbiano (più di trecento), rende san Nicola il più potente taumaturgo delle Marche nei primi del Trecento e conferma il rapido sviluppo di un culto assai vivo in quella terra, che oltrepassò anche i confini: nota è la devozione che nutriva nei suoi confronti santa Rita da Cascia (1381-1457). Il catalogo dei miracoli è un florilegio di atti votivi e di ringraziamenti a motivo dei prodigi che il monaco otteneva da Dio: guarigioni dal mutismo, dalla sordità, da paralisi di ogni tipo; resurrezioni, liberazione di prigionieri catturati durante le scorrerie a cavallo dei ghibellini o dai pastori ladri di bestiame. Fra le offerte il processo di canonizzazione segnala, per la prima volta nell'Europa Occidentale, di un ex voto dipinto nel 1305: è il punto di partenza di una pratica che si è perpetrata nei secoli, oggi purtroppo assai meno a motivo della poca fede; un uso di cui un'ala della splendida basilica di Tolentino dedicata a san Nicola (da sottolineare il magnifico ciclo di affreschi trecenteschi del Cappellone) ne dà ampia testimonianza.

LA SANTA CASA
San Nicola, che morì il 10 settembre del 1305, è considerato un santo mariano per la sua grande devozione a Maria Vergine e perché ebbe in visione la Santa Casa di Loreto trasportata dagli angeli. La Santa Casa (giunta nella notte fra il 9 e il 10 dicembre 1294), dopo una sosta di nove mesi sulla collina di Posatora, in Ancona, comparve alla fine del 1295 nella selva recanatese della signora Loreta, nell'attuale località denominata Banderuola, dietro l'attuale stazione ferroviaria di Loreto. Agli abitanti del luogo, stupefatti da quel prodigio, san Nicola da Tolentino, che in quell'anno dimorava nella vicina Recanati - e che, secondo la tradizione, vide per rivelazione soprannaturale l'arrivo della santa dimora il 10 dicembre 1294 - fece sapere che si trattava della Casa di Nazareth. Così anche un pio eremita, fra Paolo della Selva, che dimorava in un colle detto Montorso, poco lontano dalla selva di Loreta, conobbe per rivelazione della stessa Vergine che quelle umili pareti erano la Camera nazaretana dell'Annunciazione, portata via da Nazareth per impedirne la devastazione per mano musulmana.
La protezione di san Nicola da Tolentino è invocata dai devoti per le malattie epidemiche, i naufraghi, i carcerati e in particolare per le anime del Purgatorio. Egli San Nicola fu anche celebre esorcista: uno dei pannelli della sua vita affrescati nel Cappellone di Tolentino mostra il monaco in atto di liberare una donna indemoniata. Tale facoltà rimase integra anche dopo la sua morte visto che numerosi ex voto lo indicano come guaritore di indemoniati.
Iconograficamente parlando, il santo taumaturgo è raffigurato con l'abito nero degli Eremitani di Sant'Agostino, con una stella sopra di lui o un sole sul petto, e in mano un giglio o una croce con ghirlande di gigli. Talvolta, al posto di un giglio, tiene una sacca per la questua. Il sole sul petto rimanda ad una precisa caratteristica, tramandata dai suoi contemporanei: si dice che un astro lucente lo seguisse nei suoi spostamenti e illuminasse la sua figura.

Fonte: Corrispondenza Romana, 8 settembre 2021

8 - OMELIA DOM. DELLE PALME - ANNO C (Lc 22,14-23.56)
Pregate, per non entrare in tentazione
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Lucia di Fatima, quando era ancora bambina, un giorno raccontò alla piccola beata Giacinta la storia della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. La piccola Giacinta, di circa sei anni, ascoltava attentamente e da allora chiese a Lucia di ripetergliela spesso. E ogni volta che ascoltava il racconto delle sofferenze di Gesù piangeva e diceva: «Oh! Povero Signore! Io non devo fare più nessun peccato. Non voglio che il Signore abbia a soffrire ancora».
La piccola Giacinta di Fatima piangeva al sentir parlare della Passione del Signore, noi invece rimaniamo indifferenti. Il motivo è che noi abbiamo un cuore di pietra, insensibile e glaciale; la piccola Giacinta aveva invece un cuore puro, che amava davvero. Domandiamo al Signore la grazia di un cuore nuovo e meditiamo spesso la Passione del Signore, piangendo i suoi dolori e i nostri peccati.
San Leonardo da Porto Maurizio affermava che dalla mancanza di questa meditazione derivano tutti i nostri mali. Per questo motivo, egli esortava caldamente alla pia pratica della Via Crucis da lui ideata e da lui propagata in tutta l'Italia. Egli, dopo anni di predicazione popolare, così scriveva: «La causa di tutti i mali per noi va ricercata nel fatto che nessuno pensa alle realtà che dovrebbero costituire un oggetto di continua meditazione. Non c'è da meravigliarsi se ne consegue un completo disordine morale. La frequente meditazione sulla Passione di Cristo dà lumi salutari all'intelletto, fervore alla volontà e sincero pentimento dei propri peccati. Ho constatato quotidianamente, e toccato con mano, che il miglioramento dei cristiani è condizionato dalla pratica del pio esercizio della Via Crucis. Tale pratica è un antidoto ai vizi, un freno alle passioni, un incitamento efficace a una vita virtuosa e santa. Se terremo presente davanti agli occhi della mente l'acerbissima Passione di Cristo, non potremo non detestare il peccato e ci sentiremo trascinati a rispondere con amore alla carità di Cristo e ad accettare gioiosamente le inevitabili avversità della vita».
Contemplando il Crocifisso noi comprendiamo tutto l'amore di Dio per l'umanità e comprendiamo la bruttezza del peccato. Ogni volta che siamo presi dalla tentazione, pensiamo che con i nostri peccati noi mettiamo in Croce Gesù e rifiutiamo il dono della salvezza.
In questa breve riflessione vorrei prendere spunto da una frase che Gesù rivolse ai suoi Discepoli sul monte degli Ulivi. Nell'imminenza della sua Passione, Egli disse: «Pregate, per non entrare in tentazione». Con questo, il Signore ci insegna che la preghiera è la nostra migliore difesa contro il male, che essa è come l'arma del cristiano. Senza preghiera, inevitabilmente, soccomberemo. Gli Apostoli in quella occasione non pregarono, furono presi dal sonno e, al momento della prova suprema, quando Gesù fu condotto alla Croce, tutti, all'infuori di Giovanni, scapparono via spaventati. Così sarà per noi: se non pregheremo, non riusciremo a superare la tentazione.
L'evangelista Luca è l'unico che riporta il particolare del sudore di sangue. Il testo dice: «Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra». Questo particolare ci rivela tutta la sofferenza che Gesù provò al monte degli Ulivi durante quella preghiera. In quel momento, Gesù vedeva ciascuno di noi, vedeva tutti i nostri peccati, vedeva tutti quelli che avrebbero rifiutato il dono della sua salvezza, e per essi provava un'angoscia mortale.
In qualche modo, vogliamo stare con Gesù ed essergli di conforto in questa agonia. Gesù, in quel momento, vedeva anche tutte le nostre preghiere, le nostre riparazioni, le nostre Adorazioni eucaristiche. Sull'esempio di tanti Santi, prendiamo la buona abitudine di fermarci anche a lungo in chiesa, davanti al Tabernacolo, con l'intenzione di consolare Gesù e di coprire con la nostra devozione tutti i peccati che si commettono nel mondo.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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