BastaBugie n�765 del 20 aprile 2022

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1 LA FICTION SUL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY
Andata in onda su La7 ci svela i retroscena nascosti del comico diventato presidente
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro
2 L'ORIGINE DI EXCALIBUR, CHE ERA UN PASTORALE NON UNA SPADA
La tavola rotonda, Re Artù e la spada Excalibur nella roccia: nulla eccita di più la fantasia in libri, film e fumetti (VIDEO: La vera spada nella roccia è in Toscana)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 IL VERO SANDOKAN FU VESCOVO E MISSIONARIO
I romanzi di Emilio Salgari sono ispirati a Carlos Cuarteroni, un avventuriero italo spagnolo nel Borneo fattosi sacerdote, poi prefetto apostolico del sultanato del Brunei (VIDEO: Sigla di Sandokan e Salvini)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Il Timone
4 I SIGNIFICATI DELL'ISOLA DEL TESORO E DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE
Il nuovo libro di Paolo Gulisano spiega le opere di Robert Stevenson (che da agnostico difese i cattolici dalle infamanti accuse di un pastore protestante... che si chiamava Hyde)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 STATI UNITI A UN PASSO DALLA GUERRA CIVILE
Ci sono due Americhe: la prima, frugale, agricola, Dio-patria-famiglia, si riconosce in Trump; quella liberal è nelle grandi città, in tutti i media, a Hollywood, la sua ideologia è nota (gender, BLM, politically correct, cancel culture) e non ammette dialogo
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro
6 IL FILM SUL DRAMMA DELLA RIVOLUZIONE DI KHOMEINI IN IRAN
Tratto da una storia vera ''Shiraz, la città delle rose'' racconta la rivoluzione dei fondamentalisti islamici come un inferno da cui scappare (VIDEO: trailer del film)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 BIMBI ABUSATI E SEPOLTI IN CANADA? TUTTO FALSO
Lo scandalo dei bambini abusati e seppelliti nelle scuole cattoliche canadesi era una bufala (i vescovi si erano affrettati a chiedere perdono, ma è il governo Trudeau che dovrebbe chiedere scusa)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 OMELIA II DOM. DI PASQUA - ANNO C (Gv 20,19-31)
A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA FICTION SUL PRESIDENTE UCRAINO ZELENSKY
Andata in onda su La7 ci svela i retroscena nascosti del comico diventato presidente
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro, 15 aprile 2022

Chi mi segue sa che una delle mie frasi preferite è questa: la storia insegna che la storia non insegna niente. Infatti, gli ucraini avrebbero dovuto sapere che cosa succede quando un popolo manda un comico al potere. Sarebbe bastato loro guardare l'Italia. Ci fidammo di un new entry, digiuno di politica, che con la sua verginità naïve avrebbe dovuto liberarci dalla corruzione, dal malaffare, dalla faziosità partitocratica, dall'inefficienza burocratica. E siamo finiti nel disastro.

LA TRAMA
Gli ucraini sono finiti pure peggio, come il Giornale Unico Atlantico non cessa, ossessivamente, di mostrarci cotidie coi suoi approfondimenti-fotocopia visti i quali ne esci più frastornato di prima. La7 ha mandato in onda la tanto attesa fiction a puntate che portò Volodymir Zelensky alla presidenza dell'Ucraina. Il tempo di doppiarla ed ecco le prime due puntate, seguite dall'approfondimento del tuttologo Mieli. L'approfondimento non l'ho visto, per scusabile saturazione. Ma ho visto i due telefilm. Se ve li siete persi, non avete perso niente, perché le gag fanno forse ridere gli ucraini, ma noi abbiamo avuto Totò e Alberto Sordi, perciò siamo di palato un po' più fino.
Comunque, la trama è questa: un insegnante di storia di liceo, tornato a stare col padre taxista dopo il divorzio, un giorno si produce in uno sfogo da bar contro il malgoverno. Non sa di essere stato ripreso col telefonino da uno studente che poi ha postato in internet la sua sfuriata. Poiché il post diventa subito virale, a un quartetto di oligarchi (ci sono anche in Ucraina, anche se tutti pensano siano solo russi) viene in mente una bella idea per riguadagnare il favore del popolo. Non si vedono in faccia, ma si capisce che sono quelli che, dietro le quinte, comandano davvero. L'idea è proprio questa: usare l'insegnante in questione come nuovo presidente per cambiare tutto onde non cambiare niente.

IL SERVITORE DEL POPOLO
Così, il «Servitore del Popolo» (Sluha Narody) si ritrova presidente e, quando si sparge la notizia, tutti i parenti, anche i più lontani, gli danno l'assalto per raccomandazioni. Tutto il mondo è paese. Lui viene calzato e rivestito di tutto punto. Gli fanno perfino scegliere tra orologi costosissimi, uno dei quali è un Putin Hublot. Che in ucraino assona col gergale huilò, che è un pesante insulto. Si badi: la fiction è parecchio precedente alla guerra. Vabbè, da quel che si capisce, lo sprovveduto ma onesto presidente nelle prossime puntate metterà le cose a posto, e sappiamo che proprio questa fiction ha mandato Zelensky al potere davvero.
La domanda è pelosa, di questi tempi, ma proprio la fiction induce a farla: chi ci ha messo i soldi? La campagna elettorale di Zelensky è stata finanziata da un crowfunding, come nella fiction? O esistono alcuni oligarchi veri che hanno provveduto sul serio? Boh. Di sicuro, allo stato attuale delle cose, c'è che la Finlandia ha appena chiesto di entrare nella Nato. Così che la Russia finirà davvero accerchiata, e accerchiata stretta. E Dio non voglia che l'orso all'angolo, perso per perso, non si scateni sul serio. Biden, comunque, ha già vinto: è antica politica inglese e poi americana impedire a ogni costo una saldatura economica tra Russia e Europa. Già fatto, e forse per sempre. In più, cosa che non guasta, l'impoverimento della Ue, che era il maggior competitor commerciale degli Usa. E senza sparare un colpo (suo). E poi dicono che Biden è suonato...

DOSSIER "GUERRA RUSSIA-UCRAINA"
L'offensiva di Putin nel 2022

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Fonte: Blog di Nicola Porro, 15 aprile 2022

2 - L'ORIGINE DI EXCALIBUR, CHE ERA UN PASTORALE NON UNA SPADA
La tavola rotonda, Re Artù e la spada Excalibur nella roccia: nulla eccita di più la fantasia in libri, film e fumetti (VIDEO: La vera spada nella roccia è in Toscana)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-03-2022

Come ha fatto un oscuro regulus britanno del VI secolo a diventare leggendario? Libri e film e fumetti (si pensi a Valiant) su di lui abbondano. Spicca su tutti Excalibur di John Boorman del 1984, quantunque i Cavalieri della Tavola Rotonda vi portino armature da parata del XV Secolo e non se le tolgano nemmeno a letto (letterale: v. la scena in cui Uther Pendragon stupra Igraine). Nulla ha esaltato l'immaginario come re Artù, che non si sa se giaccia nella mitica isola di Avalon o in un palazzo nelle profondità dell'Etna.
Sì, l'Etna catanese. Infatti, nel 1191 re Riccardo Cuor di Leone incontrò Tancredi, re di Sicilia, proprio a Catania, e gli portò in dono nientemeno che la spada di Artù, «che i Britanni chiamarono Caliburn». Tancredi gradì talmente da offrire al re inglese tutte le navi che voleva per andare alla crociata in Terrasanta. Tancredi, nato a Lecce, sapeva bene che Artù figurava a cavallo nel pavimento a mosaico del duomo di Otranto. Poi, in tempi più recenti, libri e film hanno preso la piega di voler spiegare la «vera storia» di questo Arthur, Artù alla francese, eclissando l'antica leggenda secondo cui non sarebbe mai morto ma attenderebbe il momento opportuno per tornare a salvare il suo regno nel momento del maggior pericolo. Sia come sia, i sovrani inglesi ancora oggi, nel giuramento di incoronazione, devono promettere di cedere il trono ad Artù qualora questi tornasse.
Un libro intrigantissimo di Francesco Marzella, Excalibur, la spada nella roccia tra mito e storia (Salerno, pref. di Franco Cardini), narra tutto-ma-proprio-tutto su, appunto, il mito e la storia di una leggenda che ha mosso e commosso i secoli e gli autori più importanti, non ultimo J.R.R.Tolkien. Per noi cattolici la vera spada-nella-roccia è quella di san Galgano Guidotti, ex cavaliere e poi eremita sul Montesiepi in quel di Siena. Anche perché c'è ancora, come ben sanno i turisti. Ma lo sapevano anche gli antichi autori bretoni e anglosassoni, tant'è che a uno dei più prodi cavalieri di Artù fu messo nome Galvano, Gawain, sostituendo una lettera di Galgano. E negli elenchi dei Santi della Chiesa cattolica esiste un san Derfel Gadarn, gallese, nella cui biografia si dice, testuale, che era un Cavaliere della Tavola Rotonda. Una sua statua equestre in legno era venerata nel Galles fino a quando Cromwell, il fanatico Lord Protettore dei puritani inglesi, non la fece distruggere.
Però il libro di Marzella ci informa che, ben prima che le gesta di Artù & C. venissero messe per iscritto, qualcosa di già infisso nella pietra e impossibile a estrarsi se non da un designato c'era, ma era un pastorale vescovile. Come narra il cronista coevo Aerlred de Rievaulx, quando Guglielmo il Bastardo conquistò l'Inghilterra nel 1066 divenendo il Conquistatore, il suo braccio destro era l'abate Lanfranco di Pavia, che divenne primate di Canterbury. Lanfranco, che aveva avuto come discepoli Ives de Chartres, Anselmo d'Aosta e il futuro papa Alessandro II, introdusse il diritto scritto nel regno e operò il repulisti dei vescovi anglo-sassoni di scarsi studi.
Uno di questi era Wulfstan di Worchester, cui nel sinodo di Westminster fu chiesto di restituire il pastorale. Wulfstan, che era un sant'uomo (tutti quelli dianzi nominati sono stati canonizzati), rispose che il pastorale glielo aveva conferito il re, santo, Edward il Confessore, e solo a lui lo avrebbe restituito. Così, si recò al sepolcro del santo e conficcò «come in cera liquida» il bastone nella lastra che lo ricopriva. Nessuno fu più capace di rimuoverlo. Vennero, alfine, re Guglielmo e Lanfranco, ma neanche loro riuscirono. Solo Wulfstan poté farlo, e il re e il primate, commossi, si arresero alla volontà di Dio. Tutta la saga di Artù nasce cristiana: «Roccia, incudine e spada compaiono misteriosamente durante la messa di Natale» e, per estrarla, «la prova viene reiterata numerose volte e sempre in corrispondenza di momenti forti dell'anno liturgico». Il resto leggetelo in Marzella. Vale la pena.

Nota di BastaBugie: l'articolo di Rino Cammilleri sottolineava che "per noi cattolici la vera spada-nella-roccia è quella di san Galgano Guidotti, ex cavaliere e poi eremita sul Montesiepi in quel di Siena". Galgano è stato il primo santo nella storia della Chiesa ad essere canonizzato con un processo canonico. Per sapere tutto su San Galgano si può ascoltare la bella conferenza (durata: 1 ora e 36 minuti) del massimo esperto vivente di tale santo, il prof. Andrea Conti, priore della Confraternita di San Galgano di Chiusdino ed autore del libro scritto insieme a Mario Arturo Iannaccone "La spada e la roccia. San Galgano, la storia e la leggenda", Sugarco edizioni, Milano 2007, pagg. 240.
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https://www.youtube.com/watch?v=dausjIA02yg

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-03-2022

3 - IL VERO SANDOKAN FU VESCOVO E MISSIONARIO
I romanzi di Emilio Salgari sono ispirati a Carlos Cuarteroni, un avventuriero italo spagnolo nel Borneo fattosi sacerdote, poi prefetto apostolico del sultanato del Brunei (VIDEO: Sigla di Sandokan e Salvini)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Il Timone, novembre 2021

Com'è noto, Emilio Salgari non si mosse mai dalla biblioteca pubblica. Da dove trasse le descrizioni di una regione remota come il Borneo, di cui nessuno a quel tempo sapeva niente? L'ipotesi, niente affatto campata in aria, è che le abbia lette sui rapporti e sulle mappe che tale Carlos Cuarteroni stilò, disegnò e inviò alla Santa Sede nel 1849 per convincerla ad aprire una missione da quelle parti. Non solo. La vita avventurosissima di quell'uomo pare abbia ispirato i romanzi salgariani su Sandokan e i Pirati della Malesia. La storica spagnola Alicia Castellanos Escudier lo sostiene nel suo libro Cuarteroni y los piratas malayos (1816-1880), ed. Silex, segnalato da diverse pagine culturali e anche sul sito web Aleteia.org. Qui ci interessa perché il nostro Sandokan-Cuarteroni finì la sua carriera come vescovo, particolarmente impegnato contro la tratta degli schiavi (attività preferita dai veri pirati malesi).

MARINAIO NELLE FILIPPINE
Salgari cominciò a pubblicare a puntate il suo romanzo e nel 1895 dovette sostenere un duello con un giornalista che gli aveva dato praticamente del truffatore perché descriveva luoghi nei quali non era mai stato. In fondo era vero, ma ciò torna a merito di Salgari (che tra l'altro vinse il duello). Veniamo al nostro personaggio. Carlos Cuarteroni Fernánez era il quarto dei nove figli che l'italiano Giovanni Quarteroni aveva avuto con la moglie spagnola. Nacque a Cadice nel 1816 (il cognome era divenuto Cuarteroni, perché "qua" in spagnolo sarebbe stato pronunciato "ca"). Famiglia molto religiosa: due figli divennero sacerdoti e un altro missionario laico. Il padre aveva un fondaco di rifornimento per le navi che andavano nelle Americhe e nelle Filippine. Nel 1829 Carlos si iscrisse alla scuola marittima e fu imbarcato per Manila. La situazione era questa: non c'era il canale di Suez, si andava a vela, si doveva doppiare il pericoloso Capo di Buona Speranza e affrontare l'ancora più rischioso Oceano Indiano, coi suoi monsoni, uragani e soprattutto pirati. Le Filippine, una delle colonie ancora rimaste alla Spagna, erano un arcipelago labirintico impossibile da pattugliare con la scarsa flotta disponibile. Per ciò, chi faceva la scuola nautica era automaticamente un militare. Fu così che in pochi anni Carlos ebbe i gradi di capitano e su un brigantino fece la spola tra Manila, Hong Kong, Singapore.

L'ARGENTO RITROVATO NEGLI ABISSI
Nel 1842 si mise in proprio: comprò una goletta (ma forse era un praho filippino) che battezzò Mártires de Tonkin (Martiri del Tonchino) e, con equipaggio di ventisette uomini, tutti filippini, si diede alla pesca di perle e tartarughe, attività lucrosa ma che richiedeva notevoli capacità da sub. Epperò, data la rarità di tale merce, in molti si chiesero se fosse valsa la pena di rinunciare allo stipendio di capitano. In realtà era una copertura. Il furbo Cuarteroni cercava ben altro e lontano da occhi indiscreti: l'anno prima era affondata la nave inglese Christina carica di lingotti d'argento lungo le coste dell'isoletta di Labuan. Val la pena di ricordare che la fidanzata di Sandokan, Marianne, era detta la "perla di Labuan". E il "malvagio" sir James Brooke, il "rajah di Sarawak", esisteva davvero ed era un buon amico del nostro Cuarteroni (v. il recente film Ai confini del mondo. La vera storia di James Brooke, con Jonathan Rhys Meyers e Dominic Monaghan, l'hobbit Merry di Tolkien), il quale nei suoi diari ne descrisse la nipote. E una località chiamata Sandokan. La Christina faceva la spola tra Macao e Bombay carica di oppio indiano che vendeva in Cina per tornare col ricavato in argento. La storia: con le famose "guerre dell'oppio" gli inglesi avevano costretto il Celeste Impero a comprare per forza l'oppio coltivato in Nepal e Bengala, oppio che la Cina aveva vietato ai suoi sudditi perché fonte di intuibili guasti sociali e sconquassi anche economici. Cuarteroni nel 1844 il tesoro d'argento lo trovò veramente. La zona che esplorò per primo ancora oggi porta il suo nome: Cuarteron Reef. E a ventott'anni si ritrovò ricchissimo. Tonnellate d'argento, decine di milioni di odierni euro. Poteva fare come Brooke, che, da governatore, a furia di comprare terreni era diventato "rajah". O trattare un'alta carica politica per sé con la Spagna. Invece no, aveva in mente altro.

TRATTATIVE PER APRIRE LE MISSIONI
Aveva visto troppe donne e bambini tratti schiavi di pirati malesi, troppe incursioni, villaggi distrutti, massacri, stupri. E in quegli anni non aveva fatto altro che disegnare carte geografiche, vergare descrizioni, preparare progetti. La sua intenzione era di portare tutto questo materiale alla Congregazione de Propaganda Fide affinché aprisse una missione nel Borneo. I soldi ce li avrebbe messi lui. Depositato l'argento in una banca di Singapore, dedicò due anni ad approntare la documentazione necessaria da sottoporre alla Santa Sede. Si trattava infatti di far conoscere la geografia, le popolazioni e la situazione di una parte del mondo che l'Occidente (a parte le varie Compagnie delle Indie) conosceva poco. Roma si convinse, lo ordinò sacerdote (dell'ordine dei Trinitari, nati nel Medioevo appunto per riscattare gli schiavi cristiani in mano agli islamici) e lo nominò Prefetto apostolico. In tale veste Cuarteroni ritornò nei suoi mari e creò tre missioni nella zona, tra Borneo, Sumatra e Malesia, oggi nel sultanato del Brunei. Non fu facile né aprirle, né mantenerle in piedi. Ogni volta venivano distrutte dagli attacchi schiavisti e ogni vota bisognava sia ricostruirle che riscattare i battezzati rapiti. Spesso occorreva ricomprarli più volte. Le imprese del missionario Cuarteroni, prete cattolico col rango di vescovo, divennero note e leggendarie in tutte le isole comprese tra la Cina e le Filippine. Che sono migliaia. Era diventato così esperto in trattative coi pirati che le autorità civili e anche militari ricorrevano a lui quando loro cittadini venivano catturati. E lui navigava, sopportava naufragi, arrembaggi all'arma bianca, perfino complotti. Così per vent'anni. Alla fine, povero e malato, tornò a morire a casa sua a Cadice, dove si spense nel 1880. Il territorio della sua diocesi missionaria fu occupato dai soliti inglesi, e oggi non ce n'è più traccia. Tre anni dopo, Salgari cominciò a pubblicare a puntate il suo Sandokan. Il primo Prefetto apostolico di Labuan e Borneo, nominato nel 1857 e diventato l'apostolo del Borneo, riposa nella cripta della cattedrale di Cadice. Alle potenze commerciali del tempo gli esseri umani non interessavano. Anche perché, darwinianamente, erano "razze inferiori". L'unico a prendersene cura fu un vescovo cattolico, e di tasca sua.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 3 minuti) dal titolo "Sandokan, la tigre della Malesia" si può ascoltare la sigla originale del telefilm in sei puntate trasmesse dalla Rai nell'anno 1976.
A seguire un video ironico che utilizza la canzone di Sandokan applicandola al leader della Lega Matteo Salvini che nel 2021 è entrato nel governo Draghi ed ha dato il suo voto per l'applicazione del green pass.


https://www.youtube.com/watch?v=KtDlcM0Zmzg


https://www.youtube.com/watch?v=_e1GEsy-yFo

Fonte: Il Timone, novembre 2021

4 - I SIGNIFICATI DELL'ISOLA DEL TESORO E DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE
Il nuovo libro di Paolo Gulisano spiega le opere di Robert Stevenson (che da agnostico difese i cattolici dalle infamanti accuse di un pastore protestante... che si chiamava Hyde)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-02-2022

McGulisan strikes back. Si potrebbe cominciare così l'esposizione dell'ultima fatica del nostro medico-scrittore, che sarebbe ora di fare scozzese o irlandese ad honorem vista la sua vasta produzione in tema di opere di anglosassoni cattolici. Il suo più recente saggio è dedicato a Robert L. Stevenson, Louis per gli amici, uno che cattolico non era ma che meriterebbe, anche lui, l'affiliazione ad honorem per l'appassionata e gratuita difesa di un santo papista, san Damien de Veuster, l'apostolo dei lebbrosi. Robert Louis Stevenson. L'avventura nel cuore (Ares) è il titolo del lavoro di Paolo Gulisano, che è anche nostra firma.
Stevenson si comportò da vero highlander, da antico cavaliere scozzese, quando, in Oceania, lesse un articolo di un pastore protestante che denigrava l'appena defunto padre de Veuster, il quale era morto di lebbra. Ebbene, il pastore aveva osato insinuare che quel prete papista aveva preso la lebbra andando a letto con le lebbrose. Per giunta, il calunniatore si chiamava Hyde, proprio come il cattivo del capolavoro di Stevenson. Quest'ultimo, indignato, prese la penna e inchiodò l'incauto. Come si era permesso, lui che a Molokai, l'isola-lazzaretto, non era mai stato? Invece Stevenson, gran viaggiatore, sì. E aveva sentito e soprattutto visto quel che aveva fatto il padre de Veuster in quell'inferno di dannati della terra. Stevenson è equanime: «Lo definisce imprudente, trasandato, mancante di igiene, ma grande nella sua generosità, nel suo candore e persino per il suo senso dell'umorismo». Ma aggiunge: «Un uomo con tutta la sporcizia e la meschinità dell'umanità, ma proprio per questo tanto più un santo e un eroe». Detto da un ex presbiteriano sostanzialmente agnostico.
Nessun editore volle pubblicare il libello di Stevenson contro il pastore protestante e in difesa di un prete papista. E lui lo pubblicò a sue spese, devolvendo ai lebbrosi i profitti. Che non erano pochi, visto che il pamphlet fece il giro del mondo grazie alla fama del suo autore. Lealtà e giustizia sono tipici del segno dello Scorpione nel quale il nostro erano nato. E chi è che può vantare di avere scritto un romanzo, L'isola del tesoro, che è stato portato sullo schermo la bellezza di cinquanta volte (per ora)? Una delle migliori versioni vede Christian Bale (Batman) nei panni del ragazzo Jim Hawking e nientemeno che Charlton Heston in quelli di Long John Silver. La prima è addirittura del 1912. Non solo. Grazie a quel libro la «caccia al tesoro» è un gioco di società tra i più praticati. E chi è quell'autore che può essere annoverato anche tra gli scrittori per ragazzi? Si pensi a La freccia nera.
E chi può essere annoverato tra i classici immortali anche per un altro capolavoro, Il dottor Jekyll e Mr. Hyde? Anche questo con diverse riduzioni cinematografiche, si pensi a quella storica con Spencer Tracy e Ingrid Bergman. Quest'ultima opera è dettagliatamente vivisezionata da Gulisano anche perché anticipa, mettendone in guardia, lo scientismo: il dottor Jekyll, oppresso dal senso del peccato (lievi trasgressioni, ma i protestanti non possono alleggerirsi con la confessione sacramentale), risolve che «là dove non era riuscita la virtù, l'osservanza della legge morale, poteva riuscire la scienza». E crea un intruglio chimico che lo separi dalla sua metà oscura. Sappiamo come va a finire. Gulisano fa a questo punto un'acuta osservazione: col positivismo «la scienza ufficiale volle disconoscere l'antica erboristeria medievale, troppo legata a conventi e monasteri - e quindi alla dimensione religiosa della cura della salute - per salassi e clisteri». Insomma, possiamo adottare Stevenson tra i cattolici «di desiderio» anche se non lo era. In fondo, non lo erano nemmeno C. S. Lewis e T. S. Eliot.

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03-02-2022

5 - STATI UNITI A UN PASSO DALLA GUERRA CIVILE
Ci sono due Americhe: la prima, frugale, agricola, Dio-patria-famiglia, si riconosce in Trump; quella liberal è nelle grandi città, in tutti i media, a Hollywood, la sua ideologia è nota (gender, BLM, politically correct, cancel culture) e non ammette dialogo
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro, 5 aprile 2022

Gli Usa hanno visto pochissimi conflitti sul loro territorio. A parte la guerra per l'Indipendenza, sempre celebrata, della seguente si vergognano, perché le presero. Combattuta dal 1812 al 1815 ancora con gli inglesi e per una questione, al solito, di pellicce di castoro, i britannici ebbero la loro vendetta incendiando addirittura Washington. La Casa Bianca si chiama così per via dell'intonaco della frettolosa nuova costruzione. Poi le guerre indiane, ma erano tutte nel Selvaggio West, e quella col Messico, ma era tutta nel Selvaggio Sud. Infine, la Secessione. Ah, avviso ai trolls: sto semplificando per comodità di discorso, non intendo qui stendere un trattato di storia, anche perché non è il luogo. Dicevo, con la Guerra di Secessione, il Nord industriale e protezionista spezzò le reni al Sud agrario e liberista. La liberazione degli schiavi era una scusa che cominciò ad essere usata come arma di propaganda bellica quando i Confederati furono a un passo dal prendere la captale nordista.
Da allora, tutte le guerre degli Usa sono state combattute in casa altrui. E sempre da presidenti democratici (con la sola eccezione di Bush). Ai presidenti repubblicani è sempre toccato chiudere guerre senza sbocco che predecessori della concorrenza avevano inaugurato. Fu il repubblicano Trump ad andare a stringere la mano a Kim Il Sung. Che sotto Biden ha ripreso coi missili. L'America è nata dal rifiuto della «corrotta e decadente» Europa, da Padri Pellegrini che erano protestanti così fanatici da essere stati cacciati nelle colonie da altri protestanti. Da essi hanno ereditato la tendenza a combattere non nemici o avversari, ma il Male. Contrariamente a quel che si pensa, il romanzo nazionale americano non è Via col vento. Ma Moby Dick: un invasato capitano che, Bibbia alla mano, dà una caccia senza tregua al Diavolo, convinto di essere investito da una missione divina. Il suo Dio, ovviamente, non è Gesù ma Jahvè, il Dio degli Eserciti, spietato e vendicativo. Come da origine puritano-calvinista. Per questo, quando vincono, lo processano: non è uno sconfitto, ma un Reprobo. Si tenga presente che neanche gli inglesi pensarono di processare Napoleone, che pure aveva milioni di morti sulla coscienza, civili compresi.
Ci sono due Americhe, l'una contro l'altra armata: quella democratica e quella repubblicana. John Wayne e Clint Eastwood contro Sean Penn e George Clooney. Walt Disney padre contro la Disney attuale. La prima, frugale, rurale, Dio-patria-famiglia, si riconosce in Trump. Quella liberal è incistata nelle grandi città soprattutto della West Coast, in tutti i media, a Hollywood. La sua ideologia è nota: Lgbt, gender, love-is-love, sex-drugs-rock'n'roll, trans, Blm, political correct, cancel culture (altrui). La sua capacità di infiltrazione nei gangli del potere e dei media è pari a quella del nostro Pd, che non a caso prende da essa gli input.
Il famoso complesso militar-industriale americano ha una sola ideologia: i soldi. E pure i liberals, essendo edonisti allo stato puro. Ma non siamo qui per tirare le somme. Solo per profetizzare che questa America ormai è arrivata a un punto di non ritorno. L'invasione di Capitol Hill e il fatto che, per la prima volta nella storia americana, i luoghi del potere sono stati blindati con cancellate dimostra che gli Stati Uniti sono sulla soglia di un'altra guerra civile. Ormai le idealità dei due schieramenti sono talmente radicalizzate da non ammettere possibilità di dialogo.
Mezza America ha ormai schifo dell'altra mezza, che manda drag queen a insegnare ai bambini dell'asilo. Puritani pasticceri sono costretti a ricorrere ai tribunali per non confezionare torte gay. Cristiani «rinati» devono chiudere il loro alberghetto in cui non ammettono lune di miele omo. Fotografi di nozze girano protetti dalla polizia. La quale deve inginocchiarsi davanti agli afro e lasciar saccheggiare le drogherie dei coreani. Non dimentichiamo che tutti gli americani sono armati come da Costituzione. Stiamo dunque alla finestra.

Fonte: Blog di Nicola Porro, 5 aprile 2022

6 - IL FILM SUL DRAMMA DELLA RIVOLUZIONE DI KHOMEINI IN IRAN
Tratto da una storia vera ''Shiraz, la città delle rose'' racconta la rivoluzione dei fondamentalisti islamici come un inferno da cui scappare (VIDEO: trailer del film)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14-01-2022

Se volete vedere un film (forse l'unico) che descrive quant'era (è) "bella" la rivoluzione khomeinista in Iran guardatevi Shiraz, la città delle rose. Il titolo, come al solito in l'Italia, è, diciamo, creativo, così che uno spettatore, dopo aver visto il film, non capisce che cosa c'entri. E' tratto da una storia veramente accaduta narrata in un libro con un titolo del genere. Però il titolo originale del film è Enemy land, «territorio nemico», che rende meglio l'idea di un posto dove stavi bene ma che dall'oggi al domani diventa un inferno da cui scappare.
I due protagonisti sono attori di serie A, Adrien Brody e la messicana Salma Hayek. Impersonano Isaac Amin, ricco gemmologo ebreo, e sua moglie. Vivono a Tehran. Coppia agiata, con un figlio che studia al college negli Usa e una bambina che sta ancora con loro. Lui è anche un commerciante di pietre preziose. Fattosi da sé, possiede una gran bella casa e una cospicua fortuna.
La vicenda si svolge nel 1979, quando lo Scià viene cacciato e l'ayatollah sciita Ruollah Khomeini prende il suo posto. Nella nuova Repubblica le posizioni di ognuno si ribaltano. Come in tutte le rivoluzioni, la schiuma viene a galla e molti si ritrovano comandati dai propri servi e dipendenti. E' il caso del mercante ebreo. La colf di casa è una iraniana che, con suo figlio, soffriva la fame prima che il gioielliere la assumesse, lei in casa e il figlio nella sua ditta.
Le nuove Guardie della Rivoluzione arrestano il mercante e lo sbattono in una fetida cella. Senza un perché. Alla moglie viene impedito di visitarlo. Adesso, tutte le donne devono portare il velo, vietato l'alcol. Adesso, una capitale un tempo prospera e moderna è un immondezzaio a cielo aperto, con bande di fanatici armati che scorrazzano a loro piacimento. Dai lampioni pendono gli impiccati. La casa del mercante viene svuotata di tutto, perfino i lampadari e i soprammobili. Nessuno deve essere ricco. Il mercante viene pestato ripetutamente. La sua ditta viene saccheggiata. Il più accanito è proprio il figlio della colf, che ha sempre odiato il suo datore di lavoro, reo di essere ricco e lui no.
La colf umilia la sua ex padrona più volte, ma quando si accorge di quel che sta facendo il figlio ha una resipiscenza. E quel che sta facendo il figlio è questo: ha trafugato una lettera in cui lo Scià ringrazia il mercante per la bella parure che ha composto per l'imperatrice. E' la prova che gli aguzzini cercavano, a bastonate nelle piante dei piedi, di una sua «complicità» col vecchio regime. Lui riesce ad aver salva la vita «donando» tutto il suo conto in banca alle Guardie della Rivoluzione. Poi, pagando (salatissimo) con le ultime pietre preziose (nascoste per un bisogno) i trafficanti di uomini, passa nottetempo il confine con la famiglia e i soli abiti che indossano. La (sola) vita è salva, e va già bene così.
Povero Iran, dalla fine della Grande Guerra in mano ai petrolieri anglo e poi americani. Nel 1953 defenestrarono il primo ministro Mossadeq, reo di voler nazionalizzare la principale risorsa del Paese. Poi, con la Guerra Fredda, la cosiddetta «dottrina Brzezinski» riesumò Khomeini, in esilio a Parigi, e lo mandò a Tehran. L'idea era che la rivoluzione islamica avrebbe potuto far da detonatore in tutte le repubbliche sovietiche confinanti e di fede musulmana. In quel momento sembrava una buona idea. Ma l'Urss crollò per altri motivi. E intanto il dottor Frankenstein aveva fabbricato un altro mostro.

Nota di BastaBugie: un altro film che parla della rivoluzione di Khomeini, raccontando la storia vera di una donna americana che si ritrovò a vivere questi eventi è Mai senza mia figlia. Di qualche anno fa, ma assolutamente da non perdere per la sua potenza di coinvolgimento del pubblico sia maschile che femminile. Cliccando sul seguente link si può leggere la storia e vedere il trailer.
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=46

SHIRAZ: TRAILER IN INGLESE, MA IL DVD E' IN ITALIANO
Nel seguente video si può vedere il trailer di ''Shiraz, la città delle rose'', il film di cui parlava l'articolo di Rino Cammilleri. Il trailer è in inglese, ma è in commercio il dvd doppiato in italiano. Per acquistare il dvd, clicca qui!
Per vederlo su Amazon Prime, clicca qui!


https://www.youtube.com/watch?v=fhQ_41kfCjk

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14-01-2022

7 - BIMBI ABUSATI E SEPOLTI IN CANADA? TUTTO FALSO
Lo scandalo dei bambini abusati e seppelliti nelle scuole cattoliche canadesi era una bufala (i vescovi si erano affrettati a chiedere perdono, ma è il governo Trudeau che dovrebbe chiedere scusa)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18-02-2022

Ricordate lo scandalo planetario dei bambini indiani abusati e seppelliti nelle scuole cattoliche canadesi? Come al solito, bastava aspettare e la verità vera sarebbe venuta a galla. Il Canada si sarebbe risparmiato l'incendio di diverse chiese papiste e il Vaticano i 30mln di dollari da destinare a iniziative di pacificazione coi nativi locali. Il sito Aleteia.org riporta lo studio effettuato dallo storico Jacques Rouillard dell'università di Montreal.
Tutto parte da chissacchì ma fa niente, e subito i media sparano che «centinaia di bambini» sono stati «sepolti segretamente» in «fosse comuni» nei terreni di scuole cattoliche in tutto il Canada. Alcuni addirittura «uccisi». Nientemeno. Rouillard è andato a vedere le carte (e ha fatto anche presto, visto che lo scandalo è dell'anno scorso) e ha ristretto il cerchio: innanzitutto non si tratta dell'intero Canada ma solo della Scuola Residenziale Indigena Kamloops.
I documenti dicono che in detta scuola tra il 1915 e il 1964 - mezzo secolo - sono morti in tutto 51 bambini, i più di malattia e alcuni per incidente. Ma allora - direte voi - donde il montaggio sul caso? Un semplice sentito dire. La leader indigenista Rosanne Casimir aveva parlato di 215 bambini «scomparsi», alcuni di appena tre anni, nei terreni di quella scuola: disse che si trattava di una voce corrente nella comunità indiana.
Le prospezioni radar confermarono la presenza di «anomalie» nel terreno. L'antropologa Sarah Beaulieu supervisionò le scansioni e disse che, sì, poteva trattarsi di «sepolture». Voi che cosa avreste fatto a quel punto? Vi sareste messi a scavare per vedere se era vero. Invece no, nessuno scavo è mai stato fatto, né allora né poi. Ma, come dicono i marxisti, chissenefrega dei fatti.
Il premier canadese Justin Trudeau si affrettò a dichiarare che «resti mortali sono stati ritrovati nell'ex scuola residenziale di Kamploops». Sic. E che «questo doloroso promemoria di quel capitolo oscuro e vergognoso della storia del nostro Paese», ahimè, «mi spezza il cuore». L'uomo dal cuore tenero non a caso ha trasformato il Canada nella patria del politicamente corretto più avanzato. Un altro core spiezzate è quello della Cina -tenetevi forte- che nel giugno 2021 ha chiesto al Tribunale dei Diritti Umani dell'Onu di processare i responsabili dei «resti umani» di Kamloops.
I vescovi canadesi, lionhearts, si sono affrettati a esibirsi nell'ultimo sport in voga tra i prelati: chiedere perdono. E prima ancora di sapere de che. Ma se proprio qualcuno deve scusarsi, in omaggio alla political correctness così cara al governo canadese, è il governo canadese stesso. Infatti, quelle scuole erano state a suo tempo create e finanziate allo scopo di integrare i figli dei nativi. Cioè, di farli diventare cittadini secondo il modello allora in voga: capelli corti, lavati e pettinati, vestiti da bianchi e istruiti.
Per quest'opera il governo si avvalse delle congregazioni religiose, di cui quelle cattoliche erano solo le meglio organizzate. E poi se si parla di complotto ci danno addosso? Come nel caso del film Magdalene, non a caso Oscar, e poi Il caso Spotlight, Oscar pure lui, e via premiando, se non c'è una regia in tutti questi pretesi scandali che coinvolgono la Chiesa cattolica e puntualmente smentiti quando è troppo tardi, allora Agatha Christie non capiva niente di gialli.

Nota di BastaBugie: il premier canadese Justin Trudeau che definì la vicenda un "capitolo oscuro e vergognoso della storia del nostro Paese" farebbe bene a fare lui mea culpa sul capitolo oscuro della repressione della rivolta dei camionisti del 2022. Per non dimenticare si può (ri)leggere il seguente articolo o guardare i seguenti video.

IN CANADA LA POLIZIA USA LA FORZA CONTRO LA PROTESTA PACIFICA DEI CAMIONISTI
Il presidente Trudeau instaura il totalitarismo: camion sequestrati, multe e ritiro delle licenze, 170 persone arrestate, conti correnti bloccati e perfino la minaccia di togliere i figli ai manifestanti
di Stefano Magni
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6907

VIDEO SULLA SITUAZIONE IN CANADA
Nei seguenti video (durata: 1 ora circa ciascuno) dal titolo "Trudeau si scontra con 50.000 camion" il giornalista professionista Roberto Mazzoni spiega cosa è successo in Canada in questi ultimi mesi.
Per vedere gli interessanti video basta andare ai link sottostanti e iscriversi al canale in maniera gratuita. Ne vale davvero la pena. Noi di BastaBugie ve lo consigliamo.
FREEDOM CONVOY - 1° PARTE (6 febbraio) clicca qui!
FREEDOM CONVOY - 2° PARTE (8 febbraio) clicca qui!
FREEDOM CONVOY - 3° PARTE (11 febbraio) clicca qui!
TRUDEAU GETTA LA MASCHERA - 1° PARTE (16 febbraio) clicca qui!
TRUDEAU GETTA LA MASCHERA - 2° PARTE (18 febbraio) clicca qui!

DOSSIER "IL CANADA DI TRUDEAU"
Dittatura sanitaria, gender, eutanasia, ecc.

Per vedere articoli e video, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18-02-2022

8 - OMELIA II DOM. DI PASQUA - ANNO C (Gv 20,19-31)
A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Per ben tre volte, nel brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, Gesù dice a suoi Discepoli: «Pace a voi». Il Signore, con la sua Morte e Risurrezione, è venuto a portarci la sua pace. Ma cosa è la pace? Tutto il mondo ne parla, tutti la vogliono, ma nessuno la raggiunge. Anzi, sembra che più se ne parla e più essa si allontana. La pace di cui parla Gesù è ben diversa da quella che il mondo cerca tanto ansiosamente. La pace portata da Gesù è innanzitutto interiore. Prima che regnare nel mondo, essa deve esserci nel nostro cuore. Solo allora saremo autentici operatori di pace, solo quando vivremo in comunione con Dio e allontaneremo il peccato dalla nostra vita.
È molto interessante il fatto che Gesù ripete questa frase: «Pace a voi», proprio nel momento in cui Egli istituisce il sacramento della Confessione. Infatti, subito dopo, Egli dice ai suoi Apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20,22). Questo particolare ci fa comprendere che la pace si ottiene innanzitutto con una buona Confessione, quando riceviamo il perdono di Dio.
Oggi, inoltre, è la festa della Divina Misericordia, festa voluta da Gesù stesso, secondo le richieste da Lui fatte a santa Faustina. Egli diceva alla Santa: «Chi si accosterà alla sorgente della vita - ovvero alla Confessione e alla Comunione - questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Poi continuò dicendo: «L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla mia Misericordia. Oh, quanto mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che io sono misericordioso, non ha fiducia nella mia Bontà». Vogliamo anche noi glorificare l'infinita Misericordia di Dio, accogliendola nel sacramento della Confessione, confessandoci spesso e bene, e domandando a Gesù che ogni volta sia come l'ultima Confessione della nostra vita.
Il brano del Vangelo, inoltre, ci parla della fede. Dopo aver dissipato i dubbi di Tommaso, Gesù proclama solennemente: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20,29). La fede è un dono di Dio, ma deve essere alimentata dalla nostra preghiera. Essa è come una piccola fiammella che deve essere di continuo ravvivata con l'olio della nostra orazione e delle nostre buone opere. Se manca tutto questo, essa, inevitabilmente, tende a morire. Domandiamo ogni giorno che il Signore aumenti la nostra fede. Sarà soprattutto con la meditazione assidua che questo dono si rafforzerà sempre di più. In questo periodo di Pasqua, per poi proseguire con lo stesso proposito, cerchiamo di meditare frequentemente la Parola di Gesù, il suo Santo Vangelo, domandandoci: "Cosa mi vuole dire Gesù con queste sue parole che sto meditando?". Se saremo fedeli a questo piccolo proposito, anche solo per un quarto d'ora al giorno, la fiamma della nostra fede si ravviverà sempre di più fino ad illuminare tutti quelli che incontreremo sul nostro cammino.
Tommaso ravveduto, infine, fece uno stupendo atto di fede. Egli vide l'Umanità di Cristo Risorto, e credette senza esitare nella sua Divinità. Egli, infatti, esclamò: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28). Anche noi facciamo qualcosa di simile ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, anzi facciamo di più. Tommaso vide l'Umanità di Cristo e credette nella sua Divinità; noi non vediamo né la Divinità, né l'Umanità di Gesù, eppure crediamo senza esitare che l'Ostia consacrata che riceviamo al momento della Comunione e che adoriamo presente nel Tabernacolo, è Gesù vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Per questo siamo beati, perché crediamo senza vedere.
Chiediamo alla Vergine Santa che custodisca in noi il dono della fede e lo accresca sempre di più ottenendoci una fede senza esitazioni, una fede che ci faccia spostare le montagne, una fede che ci faccia superare tutte le difficoltà.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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