BastaBugie n�784 del 31 agosto 2022

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1 IL NUOVO LIBRO DI ROD DREHER LANCIA L'ALLARME DEL TOTALITARISMO DEMOCRATICO
L'autore dell'Opzione Benedetto spiega perché addormentarsi, in democrazia, conduce a risvegliarsi in qualche forma di dittatura (VIDEO: Tecniche di guerra psicologica)
Autore: Andrea Ingegneri - Fonte: Provita & Famiglia
2 ELEZIONI POLITICHE DEL 2022: DOVE SONO I CATTOLICI?
I cattolici sono ormai irrilevanti nella politica italiana, ecco perché molti non andranno a votare (VIDEO: Criteri cattolici per un voto cattolico)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 ENRICO LETTA (PD): ASILO OBBLIGATORIO PER TUTTI... COME NEI ''MIGLIORI'' REGIMI TOTALITARI
L'asilo obbligatorio fu introdotto della comunista Germania dell'Est (eppure la scuola materna pone problemi per la crescita dei figli)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
4 I LIMITI DELLA SCIENZA E I SUOI FALSI DOGMI
La scienza non è mai una scienza esatta tuttavia ogni uomo, nelle scelte di ogni giorno, tende ad assumere le conoscenze della sua epoca a lui note come se fossero certe e definitive
Autore: Luciano Leone - Fonte: Provita & Famiglia
5 MUORE RODNEY STARK, IL SOCIOLOGO CHE DIFENDEVA IL CRISTIANESIMO
Prima luterano poi agnostico, Stark ha infranto molti luoghi comuni e pregiudizi specialmente anticattolici (VIDEO: La lezione di Rodney Stark)
Autore: Stefano Chiappalone - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LA CENSURA DI GOOGLE SI ABBATTE SU CHI E' A FAVORE DELLA VITA
Intanto in Texas è entrato in vigore il divieto totale di aborto (consentito solo in caso di pericolo di vita per la madre), mentre la Cina cancella la politica del figlio unico e pone freni all'aborto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
7 LETTERE ALLA REDAZIONE: ANCORA SUL LIMBO E I BAMBINI MORTI SENZA BATTESIMO
Nel Limbo non ci sono pene da scontare e si vive in uno stato di felicità naturale: questo consola molto chi ha perso un bambino senza poterlo battezzare (VIDEO: Il Limbo dei bambini e la consolazione delle mamme)
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie
8 OMELIA XXIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 14,25-33)
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IL NUOVO LIBRO DI ROD DREHER LANCIA L'ALLARME DEL TOTALITARISMO DEMOCRATICO
L'autore dell'Opzione Benedetto spiega perché addormentarsi, in democrazia, conduce a risvegliarsi in qualche forma di dittatura (VIDEO: Tecniche di guerra psicologica)
Autore: Andrea Ingegneri - Fonte: Provita & Famiglia, 24 agosto 2022

Scriveva il grande dissidente russo Aleksandr Solgenitsin: «Ed è proprio qui che si trova la chiave della nostra liberazione, una chiave che abbiamo trascurato e che pure è tanto semplice e accessibile: il rifiuto di partecipare personalmente alla menzogna. Anche se la menzogna ricopre ogni cosa, anche se domina dappertutto, su un punto siamo inflessibili: che non domini per opera mia!».
Negli ultimi decenni intere generazioni si sono illuse di poter limitare il campo di azione del vivere quotidiano a specifiche aree di interesse: la carriera, gli hobby e l'intrattenimento personale. Mantenere vivo l'impegno politico e prodigarsi per la conservazione dei valori fondanti del mondo libero sarebbe stato compito di qualcun altro. Abbiamo assistito ad una progressiva disaffezione dalla cosa pubblica, con l'affermarsi di un modello di società individualista, proteso a privilegiare il soddisfacimento di bisogni materiali per mezzo di un consumo frenetico, e a guardare gli aspetti rimanenti con superficialità quando non addirittura con disprezzo. In realtà i fattori che hanno permesso ciò sono molteplici, ma ci basta constatare che aver dato per scontate le nostre libertà senza tener vive le virtù per mantenerle integre può aver presentato un duro prezzo da pagare, ossia il rischio di perderle senza troppe cerimonie. Non interessarsi di politica comporta che sarà la politica a interessarsi di noi, in modi che potrebbero non piacerci. Appisolarsi, in democrazia, può comportare quindi il risvegliarsi in qualche forma di dittatura, non sempre esplicita come quella vissuta dai nostri nonni, ma non per questo meno insidiosa dei sistemi totalitari del passato. Si è più volte discusso dei rischi della cosiddetta "dittatura del politicamente corretto", una definizione senz'altro significativa ma che tuttavia non coglie pienamente i connotati della minaccia che stiamo vivendo.
Un prezioso monito a riguardo ci è stato dato in una celebre intervista nel 1984 da Yuri Alexandrovich Bezmenov, l'ex agente del Kgb disertore in Canada, che ha illustrato come le insidie del totalitarismo avanzino per vie più subdole di quelle costruite ad arte dai film di spionaggio alla 007. Il grosso dell'attività passa invece per un lento ed estenuante logorio teso a fiaccare moralmente una generazione della popolazione da colpire, soprattutto attraverso i canali dell'istruzione, avviando un processo a lungo termine che può protrarsi fino ad alcune decine di anni. Opportunamente de-moralizzate, le vittime perdono irreversibilmente la capacità di intendere ogni dato oggettivo fuori dai termini della propaganda subita, e di agire al di là degli schemi dei manipolatori. A quel punto azioni specifiche di destabilizzazione trovano terreno fertile per avviare, sulla leva su una crisi scatenante, la cosiddetta "normalizzazione", ovvero l'accettazione di fatto del nuovo regime ormai manifesto. O potremmo dire la "nuova normalità", per usare un termine oggi più in voga.
Questa constatazione un po' caustica dovrebbe indicare che, rispetto ai continui attacchi che subiscono le libertà e i diritti fondamentali, non c'è niente di nuovo sotto il sole. Gli spunti migliori per comprendere il presente, per quanto tecnologicamente evoluto e globalizzato, possono venire ancora una volta dalla memoria di quel triste passato che, per un abbaglio del progresso, avevamo accantonato pensando che non sarebbe più tornato. Alexandrovich viveva nella paura che sottovalutare le vie traverse della propaganda avrebbe fatto precipitare rapidamente gli Stati Uniti in un regime comunista. Temeva che a quel punto non ci sarebbe stato più alcun Paese al mondo dove andare a disertare. Un timore che fortunatamente non si è concretizzato, almeno per ora, ma che non può lasciarci indifferenti vista l'incalzante compressione di diritti ed il diffondersi di varie forme di censura.

LA RESISTENZA DEI CRISTIANI AL TOTALITARISMO MODERATO
Mantenere alta l'attenzione è certamente utile ma di per sé non è sufficiente. Gli sforzi di opposizione vanno costruiti su una solida impalcatura che aiuti a leggere le mosse della parte avversa alla luce dell'immenso bagaglio culturale dei passati fronti di resistenza, con le relative strategie di contrasto che nel corso della storia hanno mostrato efficacia. A tale riguardo Rod Dreher, con il suo ultimo libro dal titolo "La Resistenza dei Cristiani - manuale per fedeli dissidenti" offre una miniera inesauribile di conoscenze, sapientemente organizzate e fruibili, per comprendere e reagire alla nuova minaccia del totalitarismo moderato, cioè la forma dal volto gentile con cui il regime emergente sta cercando di imporsi senza dare troppo nell'occhio.
La versione italiana di quest'opera arriva a circa un anno dalla sua pubblicazione in lingua originale del settembre 2020, momento in cui la crisi sanitaria, ad oggi ancora in essere, non aveva rinnovato il suo impatto devastante con l'imminente arrivo della seconda ondata. Essendo forse percepito come un fenomeno ormai destinato ad esaurirsi, la portata rivoluzionaria dell'emergenza Covid quasi non appare nel testo, che si limita a evidenziare come i governi abbiano manifestato incapacità nel farvi fronte efficacemente. Viene offerto a riguardo un interessante parallelismo con un'imponente carestia nella Russia pre-rivoluzionaria. Qui l'assenza di risposte significative da parte del sistema zarista aveva alimentato un crescente malcontento popolare che sarebbe sfociato in un desiderio generalizzato di rinnovamento politico, di cui il comunismo rivoluzionario avrebbe poi tratto beneficio per imporsi, con gli esiti che ben conosciamo. Sebbene tale confronto si concentri sulla situazione negli Usa, come il resto delle numerose riflessioni presenti nel libro, i contenuti sono facilmente adattabili al contesto allargato del mondo occidentale cosiddetto democratico, inclusa l'Italia.
Quali sono gli elementi di novità di questo totalitarismo moderato, ed in che modo può coglierci impreparati? La prima parte dell'opera cerca di rispondere a questa domanda, illustrando che sarà diverso dal totalitarismo dell'Urss. Indosserà una maschera di gentilezza, celando dietro nobili finalità di giustizia sociale il proprio odio verso chi si opporrà alla sua ideologia utopica. Cercherà di sottometterci in tutti gli aspetti della vita umana, distruggendone l'essenza. Incardinandosi nella cultura terapeutica, diffusa ormai ovunque, farà leva sul diritto di ognuno a perseguire la felicità nel modo che ritiene più opportuno per ribaltare valori morali o per sminuire l'inviolabilità di certi diritti. Individuando delle categorie di oppressi da riscattare, si nutrirà del nobile intento per alimentare un «processo di demagogia spirituale e accanimento retorico» in grado di tramutare «l'attenzione nei confronti delle vittime in un controllo totalitario e in un'inquisizione permanente». Va notato che qui l'uso del tempo al futuro è solo un artificio retorico, dato che alcuni di questi elementi sono già rilevabili nell'esperienza di vita quotidiana, ad uno stadio anche avanzato.

VIVIAMO OGGI IN UNO STATO PRE - TOTALITARIO
Possiamo infatti rinvenire nella società di oggi vari elementi da Stato pre-totalitario, e trarre inquietanti parallelismi con situazioni di declino che nel passato hanno preceduto l'avanzata di feroci regimi. Tra questi citiamo una generale incapacità delle élite di tramandare alle nuove generazioni la fiducia verso le istituzioni, anche religiose; una crescente atomizzazione sociale, mista a solitudine, risultante anche dall'emarginazione degli anziani, abbandonati alla Tv, o dei rapporti virtuali costruiti con Internet che creano l'illusione del contatto umano; un insano desiderio di trasgressione che porta a un interesse eccessivo per la sessualità, accompagnato dalla diffusione della pornografia che procede di pari passo con la disaffezione verso l'istituto naturale della famiglia o dei valori tradizionali. Individui che, liberati di ogni legame con la religione, finiscono con il ritrovarsi privi di un senso condiviso dello scopo, con la conseguente tentazione di compensare questo vuoto cercando risposte e solidarietà nell'adesione ai movimenti totalitari.
Nel disseminare questi elementi come semi velenosi, emerge la figura dei Social Justice Warrior. I guerrieri della giustizia sociale che, animati in prima battuta da un «urgente sentimento di compassione», finiscono con l'abbracciare «una politica aggressiva e punitiva di stampo bolscevico». Come i bolscevichi ritengono, infatti, che la giustizia dipenda dall'identità e la fedeltà ad un gruppo di appartenenza; diffondono il loro vangelo per mezzo di agitazioni intellettuali, ad esempio nelle università, così da lasciare il segno in chi si troverà negli anni prossimi a rivestire un ruolo importante. Vivono nella convinzione che la scienza sia dalla loro parte ma, curiosamente, quest'impostazione non li conduce ad assumere una modalità pacata di dialogo. In realtà, i Social Justice Warrior sono membri di una comunità morale motivata dall'ideologia, basata su dichiarazioni assiomatiche che non possono essere confutate. Il loro agire è imperniato sul rigore della dottrina e sull'atteggiamento inquisitorio che impedisce ogni dialogo costruttivo: dialogare significa per loro dimostrare di avere ragione agli avversari che, pentiti, si piegano al credo della giustizia sociale.
Chi non è conforme alla dottrina di cui i Social Justice Warrior si fanno portatori viene trattato come un pericoloso eretico, al quale imputare una serie di psicoreati, così definiti per la difficoltà di distinguere l'accusa dalla colpa. Omofobia, islamofobia, etc. sono accuse dalle quali è difficile persino difendersi, perché spesso non si comprende neppure di cosa si tratti esattamente. Anche l'abuso dell'etichetta no-vax, nell'attuale frasario pandemista, sembra collocarsi agevolmente nella categoria degli psicoreati. Cos'è di preciso un no-vax? Chi non ha mai fatto un vaccino in vita propria? Chi fa ogni anno l'anti influenzale ma rifiuta il vaccino anti covid? Chi ha fatto prima e seconda dose ma non desidera sottoporsi alla terza? Nessuno è in grado di dirlo.
Più in generale i Social Justice Warrior si muovono sulla spinta di una radicalizzazione che vede nella giustizia sociale il surrogato di una religione congeniale ai giovani di ceto medio, secolari e istruiti, che vivono il loro privilegio con inquietudine e senso di colpa, «alienati dalle loro tradizioni e desiderosi di identificarsi in qualcosa». Il progresso, che queste persone ritengono di incarnare nella loro predicazione, «fornisce una fonte trascendente di legittimazione delle proprie azioni e inquadra ogni opposizione in un contesto retrogrado e ignorante». Arriva ad assumere le caratteristiche di una religione rivale: non a caso il marxismo proponeva di liberare l'umanità da quelle catene che ne impedivano il progresso promettendo, dopo un'apocalisse rivoluzionaria, di realizzare un paradiso sulla terra, dove l'uomo si sarebbe redento da sé e fatto come dio. Sarebbe tuttavia un errore ritenere che l'adesione al mito del progresso sia una prerogativa esclusivamente marxista: il motivo per cui è così difficile non rimanere schiacciati dalla retorica del progresso è che nel corso dell'attuale deriva ha sedotto tutti, persino i conservatori e molti cristiani praticanti, che lo hanno fatto proprio. Sarebbe un errore sottovalutare i Social Justice Warrior e liquidare questi fatti come esagerati, perché la storia ha dimostrato in più occasioni come «una minoranza capace possa arrivare ad assumere il controllo su una maggioranza indifferente e scarsamente coinvolta».

IL CAPITALISMO CONSAPEVOLE
Per meglio inserire il quadro nell'attuale contesto economico, va tenuto conto che nell'ultimo secolo abbiamo assistito ad un'espansione enorme del potere aziendale, come conseguenza degli avanzamenti tecnologici e della globalizzazione. Per quanto riguarda le questioni sociali, è evidente un loro posizionarsi sempre più a sinistra. Il cosiddetto "capitalismo consapevole", promosso da queste enormi realtà aziendali, è divenuto oggi l'agente più influente nella religione della giustizia sociale. Ha infatti unito l'ideologia progressista con i cardini della vita americana, cioè il profitto ed il consumismo. Non a caso, proprio il consumismo sembra che stia ammorbidendo le rimanenti difese, insegnando alle persone ad amare il Grande Fratello con la diffusione di tecnologie omni pervasive che, in cambio di vantaggi spesso effimeri o comunque non sufficientemente controbilanciati, invadono prepotentemente la sfera privata dei cittadini. I quali non sembrano più capaci di cogliere in questo agire alcuna minaccia, sebbene i rischi di manipolazione derivanti dall'acquisizione indiscriminata e dall'elaborazione massiva di informazioni sul comportamento umano siano ormai ben noti e oggetto di infiniti studi. Vale la pena a riguardo citare integralmente il seguente passaggio:
«La Cina è l'esempio migliore per comprendere come i cittadini possano "cedere le proprie libertà politiche in cambio di sicurezza e presunti lussi" ed è la dimostrazione che si può vivere in una società ricca e moderna ma al tempo stesso totalitaria. Il più grande errore compiuto dall'Occidente nei confronti della Cina è stato credere che, nel momento in cui a inizio anni Ottanta il Paese del Dragone si è aperto al libero mercato, ciò potesse coincidere anche con un'apertura ai valori delle democrazie liberali: nulla di tutto ciò si è verificato».
«Quarant'anni dopo, la Cina è divenuta ricca e potente quanto gli Stati Uniti, creando in una sola generazione una società consumistica robusta e caratterizzata da una popolazione di massa che da tempo immemore non conosceva altro che povertà e lotte interne. Il Partito Comunista cinese, che ha realizzato questo miracolo, non solo mantiene una presa ferrea sul potere politico, ma sta anche trasformando la nazione, composta da 1,4 miliardi di abitanti, nella società totalitaristica più avanzata che il mondo abbia mai visto».

LA PREMONIZIONE DI BEZMENOV
È interessante osservare che tali rischi erano stati descritti da Yuri Alexandrovich Bezmenov, che nell'intervista di cui si è parlato sopra aveva messo in guardia la società americana delle pesantissime conseguenze che avrebbe certamente comportato un appoggio economico al fronte comunista, allora presentato dal blocco dell'Urss.
Diceva: «Gli americani dovrebbero costringere il governo degli Stati Uniti a smettere di aiutare il comunismo, perché non c'è altro problema più scottante ed urgente che impedire al complesso industriale e militare sovietico di distruggere ciò che è rimasto del mondo libero. Ed è molto facile da fare. Niente crediti, nessuna tecnologia, nessun denaro, nessun riconoscimento politico o diplomatico e, naturalmente, nessuna idiozia come accordi sul grano con l'Urss».
A cosa servono testimonianze e memoria storica come quella del disertore russo se, accecati da una spinta ideologica, poi non siamo in grado di mantenere neppure un atteggiamento prudente? Citando l'antropologo Paul Connerton, Dreher ci spiega che la sola trasmissione di informazioni storiche alle nuove generazioni non è sufficiente, ma che occorrono dei modelli vivi di uomini e donne che rappresentino queste verità nella vita quotidiana. Cosa che nella società frenetica in cui viviamo, con sempre meno tempo per soffermarsi sul passato, osserviamo raramente. La memoria va interiorizzata, non soltanto conosciuta. Altrimenti poi rischiamo di non essere in grado di collegare i fatti, neppure in presenza di riproposizioni lampanti di vecchi drammi che ritenevamo superati, e di commettere gli stessi errori.
Per riscoprire la corretta attitudine, il dissidente cristiano di oggi deve trovare un modo per vivere senza menzogna. Per l'autore questo concetto è così importante da averlo usato nel titolo originale dell'opera, che nella traduzione in italiano non appare: Live not by lies, cioè vivere senza bugie. Farlo non è semplice, ma possiamo beneficiare di una raccolta di esperienze e incredibili storie di successo, dove la fede e la lungimiranza di pochi hanno fatto realmente la differenza e sfidato l'arroganza dei regimi, la cui impalcatura generalmente si regge su una valanga di menzogne imposte con la forza della propaganda e la paura della repressione. L'opera di Dreher si pone a riguardo come un vero e proprio manuale di istruzioni, la cui lettura è un passo obbligato per allestire un valido arsenale di consapevolezza e strategie per affrontare ben armati i tempi burrascosi che si prospettano, e che in parte stiamo già vivendo.

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Nel video dal titolo "Tecniche di guerra psicologica" (durata: 1 ora e 16 minuti) il giornalista professionista Roberto Mazzoni spiega le quattro fasi con cui si sovverte l'ordine di una nazione per conquistarla senza sparare un colpo.
Questa tecnica è stata svelata da Yuri Bezmenov (di cui si parla nell'articolo qui sopra), un agente provocatore altamente addestrato del KGB che nel 1970 fuggì dall'Unione Sovietica e si rifugiò in occidente. Grazie alle sue capacità in materia di guerra psicologica, gli era stata affidata la gestione di un'intera area geografica, l'India.
Per vedere l'interessantissimo video basta andare al link sottostante. Il video inizia al minuto 4' 30". Per vedere il video occorre iscriversi al canale di Roberto Mazzoni in maniera gratuita. Ne vale davvero la pena. Noi di BastaBugie ve lo consigliamo.
https://mazzoninews.com/2021/01/24/tecniche-di-guerra-psicologica-mn-84/

Fonte: Provita & Famiglia, 24 agosto 2022

2 - ELEZIONI POLITICHE DEL 2022: DOVE SONO I CATTOLICI?
I cattolici sono ormai irrilevanti nella politica italiana, ecco perché molti non andranno a votare (VIDEO: Criteri cattolici per un voto cattolico)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22-08-2022

Andrea Riccardi, sul Corriere della Sera del 18 agosto, ha detto che ormai i cattolici sono "irrilevanti" in politica e bisogna chiedersi perché. Rispondiamo volentieri all'invito, non senza far notare, però, che il nuovo partito cattolico DemoS, espressione di Sant'Egidio di cui Riccardi è fondatore e curatore, ha finito per chiedere al Partito Democratico un seggio da qualche parte, il che dimostra una grande volontà di essere rilevanti. Ma a parte il contesto, l'affermazione di Riccardi è vera e seria e merita un qualche tentativo di risposta anche da parte nostra.
Prima di tutto: i cattolici sono irrilevanti perché sono sempre meno. Nelle grandi città la frequenza alla messa domenicale si attesta sul 4 per cento. Nei centri più modesti le cose migliorano, ma in generale, come diceva Benedetto XVI in Portogallo, la fede sembra essere un lumicino senza più alimento e in via di spegnersi. Gli aspetti quantitativi non sono mai decisivi e i cattolici potrebbero essere creativi e influenti pur essendo in pochi. Tuttavia, la loro esiguità numerica evidenzia anche un aspetto qualitativo: l'evangelizzazione è trascurata perché scambiata con il proselitismo, le parrocchie spesso sono comunità di solidarietà e non di missione, e la Dottrina sociale della Chiesa, nei rarissimi casi in cui vi si fa riferimento, non viene minimamente intesa come "strumento di evangelizzazione". Per questo i "pochi" cattolici diventano anche "sparuti" e, come tali, non possono certo incidere.

MANCA LA FORMAZIONE ALLA DOTTRINA CRISTIANA
In secondo luogo, in questo (limitato) mondo cattolico la formazione dottrinale è in gravissima crisi, spesso anche per volontà degli stessi pastori. Prevalgono devozione e pastoralismo, ma i principi di riflessione e i criteri di giudizio non vengono più trasmessi. La formazione alla dottrina cristiana è molto carente, spesso non c'è per motivazioni teologiche che riprenderò più avanti, altre volte non c'è perché sacerdoti e laici sono impreparati a sostenerla, quando c'è si rivolge a piccoli o piccolissimi numeri. La maggioranza dei fedeli è lasciata senza formazione. Come pretendere che il cattolico sia presente in modo consapevole nella scena pubblica se ha idee confuse sulle principali questioni dottrinali? E cosa pretendere se molto spesso sono i pastori stessi a porre dubbi che destabilizzano le poche convinzioni che si hanno? La "rilevanza" politica è a valle, ma senza le condizioni a monte è irrealistico pretenderla.
E così arriviamo al punto veramente decisivo. Quando alcuni fedeli cattolici - necessariamente pochi per i motivi visti sopra - sentono una spinta ad occuparsi dell'ambito politico, si trovano privi del collegamento tra la loro fede personale con le ragioni di quell'ambito politico. Siamo ancora - o addirittura la situazione è peggiorata - alla famosa mancanza di una coerenza tra Vangelo e vita, tra fede e cultura e, soprattutto, tra fede e politica. Al punto che, in molti casi, è meglio che questi fedeli non si impegnino in politica: produrrebbero meno danni.
Conosco molti cattolici che sono militanti di +Europa, il partito di Emma Bonino, del PD che vuole il "matrimonio egualitario", dell'estrema sinistra che vuole il gender e il socialismo di Stato. Viene a mancare l'anello che lega la fede soggettiva alle verità oggettive credute, le quali hanno anche ripercussioni sulla vita politica e permettono quella "coerenza" tra fede e impegno politico di cui parlava la (tanto vituperata) Nota Ratzinger del 2002. Nessuna parrocchia e nessuna diocesi insegna la Dottrina sociale della Chiesa correttamente intesa, vale a dire non ridotta a parlare di ecologia.

IL SINDACO DI VERONA
Può essere un esempio efficace il caso del nuovo sindaco di Verona, Damiano Tommasi, eletto alle recenti amministrative. La persona è apprezzabilissima, cattolico da sempre impegnato nell'associazionismo ecclesiale, marito e padre di sei figli, onesto, generoso ed equilibrato. Però si è posto a capo di una coalizione di sinistra e ha aperto ai nuovi diritti, subito dopo la sua elezione c'è stato in città un gay pride di ringraziamento, ha affermato di voler inserire il comune di Verona nella rete Re.a.di. che collega i comuni che intendono promuovere iniziative di educazione sessuale nelle scuole secondo l'ideologia gender e l'omosessualismo. Il vescovo uscente di Verona, mons. Giuseppe Zenti, purtroppo per lui in modo maldestro e fuori tempo, ha richiamato alla coerenza: i cattolici non possono sostenere l'agenda gender, ma è stato zittito, ridicolizzato e considerato "irrilevante".
Oggi si pensa che i cattolici possano sostenere qualsiasi agenda politica. Anche DemoS, come abbiamo visto sopra, darà una mano al partito che - parole di Letta - vuole il matrimonio egualitario, il suicidio assistito, la legge Zan e la cannabis legale. Del resto, se Francesco loda Emma Bonino, apprezza Biden contro Trump, si dice amico di molti leader comunisti latinoamericani, appoggia padre James Martin... perché un cattolico non può militare nei partiti che la pensano così? Ma se un cattolico può militare indifferentemente in tutti i partiti, allora la sua fede non possiede contenuti politici dirimenti e irrinunciabili, cioè non dice alla politica niente di più di quanto la politica possa dire a se stessa. Ecco l'irrilevanza vera e il suo ultimo fondamento. I cattolici si pongono nell'ambito politico nudi, vuoti e disponibili.
Tutto ciò semplicemente capita o è voluto? È voluto. Che i cattolici si sciolgano, come tutti gli altri, in un generico e mondano "camminare insieme" oggi è teorizzato dai teologi che contano ed è insegnato dal magistero. Ma perché allora lamentarsi dell'irrilevanza dei cattolici? Bisognerebbe esserne contenti.

Nota di BastaBugie: nell'attuale situazione politica italiana per un cattolico è molto difficile, se non impossibile, trovare un candidato o un partito che lo rappresenti. Per questo molti sceglieranno di non andare a votare nelle elezioni politiche italiane a settembre. È una scelta legittima che va rispettata.
Coloro che invece andranno a votare possono utilmente vedere il seguente video (durata: 24 minuti) dal titolo "Criteri cattolici per un voto cattolico" dove Don Samuele Cecotti dell'Osservatorio Card. Van Thuân sulla Dottrina sociale spiega che un cattolico non può votare seguendo le proprie opinioni, per quanto legittime possano essere, ma deve farlo secondo gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa, perché è chiamato ad evangelizzare anche nella cabina elettorale.


https://www.youtube.com/watch?v=DYulz37i9bU

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22-08-2022

3 - ENRICO LETTA (PD): ASILO OBBLIGATORIO PER TUTTI... COME NEI ''MIGLIORI'' REGIMI TOTALITARI
L'asilo obbligatorio fu introdotto della comunista Germania dell'Est (eppure la scuola materna pone problemi per la crescita dei figli)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 26 agosto 2022

È forse il solo vero tema nuovo che il Partito democratico di Enrico Letta è stato capace di portare in campagna elettorale; eppure è un tema quanto meno divisivo e che, non a caso, sta sollevando non pochi malumori in settori significativi del Paese come dimostrano, per esempio, i fischi che il segretario dem ha incassato al Meeting di Rimini. Stiamo naturalmente parlando della scuola materna obbligatoria. Una proposta che, nelle intenzioni di chi la condivide, dovrebbe portare ad una scolarizzazione di 150.000 bambini, che andrebbero ad aggiungersi agli 1,2 milioni - l'89% del totale - che risultano già iscritti alle scuole dell'infanzia statali e paritarie.
Ciò nonostante, in tanti stanno criticando quest'idea, che giudicano lesiva della libertà educativa familiare nonché un progetto dal sapore ideologico e che non considera come meriterebbe un aspetto rilevante: in non pochi Comuni italiani, specie nella parte meridionale della penisola, l'offerta di posti di nidi e asili non arriva al 15% dei bambini residenti. Oltre che contestabile, dunque, la proposta di Letta - il cui costo si aggirerebbe sui 300 milioni di euro - risulterebbe di fatto inapplicabile. Non è finita. Esistono anche riscontri di come l'istruzione obbligatoria dai 3 anni in avanti possa generare ripercussioni negative...proprio sui minori.

CONTRO GLI ASILI NIDO
Lo suggerisce un testo di Paola Liberace, giornalista e studiosa di solide basi - si è formata alla Normale di Pisa - uscito qualche anno fa e intitolato, eloquentemente, Contro gli asili nido (Rubbettino, 2009). In quel volume, tra le altre cose, si ricorda che la pioniera a livello europeo, capace di «organizzare un sistema capillare di servizi educativi per la prima infanzia in Europa, fu la Germania dell'Est. Più di qualsiasi altra nazione industriale dell'Occidente, la DDR assunse su di sé l'onore dell'allevamento dei bambini. Ai tedeschi dell'est si deve il copyright degli asili nido "universali" [...] gli orari di apertura seguivano fedelmente gli orari lavorativi delle loro madri: un minimo di dodici ore, con la possibilità di ospitare i bambini anche il sabato» (p.28).
Peccato che quell'esperienza non diede risultati felicissimi sui bambini, tutt'altro. Liberace infatti segnala che «le ricerche sulle fonti disponibili parlano di ripercussioni deleterie, derivanti dalla precoce e drastica separazione dei bambini dalle madri e dall'educazione rigorosamente collettiva, che lasciarono segni indelebili sulle loro coscienze: dall'aggressività nei confronti degli stranieri all'incapacità relazionale» (p.30). Eh ma allora c'era un regime, si dirà; nel 2022 e soprattutto in democrazia sarebbe diverso. Peccato che riscontri più recenti e studi eseguiti anche in contesti democratici vadano nella medesima direzione.

RIDUZIONE DEL QUOZIENTE DI INTELLIGENZA
Per esempio, una indagine sugli asili nido a Bologna, pubblicata nel 2020 sul Journal of Political Economy, ha messo in evidenza come una permanenza più prolunga all'asilo nido, per i figli di nuclei economicamente non poveri, sia associata ad una riduzione nientemeno che del quoziente di intelligenza. Similmente, in un lavoro pubblicato nel 2019 sull'American Economic Journal: Economic Policy e focalizzato sull'esperienza canadese del Québec - che ancora nel 1997 aveva istituito l'assistenza all'infanzia per l'intera giornata e tutto l'anno per tutti i bambini di età inferiore ai 5 anni -, si è scoperto come in terza elementare gli alunni che avevano sperimentato più ore di assistenza non parentale fossero stati valutati dagli insegnanti come dotati di minori abilità sociali e propensioni all'applicarsi.
Non solo: più tempo trascorso negli asili nido era associato pure a più comportamenti problematici fino alla prima media e, nell'adolescenza, a più condotte a rischio come l'uso di alcol, tabacco e droghe, furto o danneggiamento di proprietà; e tutto questo, attenzione, a prescindere da quali fossero la qualità dell'asilo nido e il background socioeconomico della famiglia di provenienza. [...]
Tutto questo qualcuno di buona volontà dovrebbe farlo presente pure ai dem, specificando che il fatto che in Europa alcuni Paesi abbiano già preso questa strada non la rende più attraente, anzi: soprattutto vedendo qual è stato il primo [la Germania dell'Est, N.d.BB].

Nota di BastaBugie:
non solo mandare i figli all'asilo nido è dannoso, ma anche la scuola materna pone problemi per la crescita dei figli. Per approfondire questi argomenti clicca nei seguenti link per leggere i relativi articoli.

L'ASILO E' POTENZIALMENTE DANNOSO PER I BAMBINI
Anche se le maestre sono bravissime, la mamma è un'altra cosa
di Carlo Bellieni
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4513

L'ERRORE DI DEPOSITARE I FIGLI ALL'ASILO NIDO
Come non è ammissibile abortire, non è neppure lecito lasciare la propria creaturina distante dalla propria mamma: vediamo l'insegnamento dei santi nella protezione dell'infanzia
di Cristina Siccardi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6812

Fonte: Sito del Timone, 26 agosto 2022

4 - I LIMITI DELLA SCIENZA E I SUOI FALSI DOGMI
La scienza non è mai una scienza esatta tuttavia ogni uomo, nelle scelte di ogni giorno, tende ad assumere le conoscenze della sua epoca a lui note come se fossero certe e definitive
Autore: Luciano Leone - Fonte: Provita & Famiglia, 20 agosto 2022

Il termine scienza deriva dal latino scientia (dalla radice del latino scire, conoscere) e significa conoscenza.
L'uomo è imperfetto, e conseguentemente tutte le sue conoscenze sono imperfette: egli può soltanto cercare di avvicinarsi alla verità, che permane sempre in qualche misura, più o meno grande, nascosta alla mente umana. Appare degno di nota che il termine greco per verità sia alétheia, che equivale a disvelamento ovvero a rivelazione (a- prefisso negativo, letheia connesso alla radice del verbo lanthano, nascondo).
La scienza cerca quindi sempre di approssimarsi alla verità di qualche fenomeno naturale, ma il risultato cui approda, soprattutto quando si tratti di fenomeni complessi, non è mai una conclusione (spesso per rafforzare il concetto si dice conclusione definitiva), costituisce bensì la premessa per ulteriori indagini. Si pensi, ad esempio, alle procedure diagnostiche in Medicina e alle conseguenti possibilità di classificazione delle malattie, sempre più sottili negli ultimi decenni, eppure costantemente suscettibili di approfondimento, di revisione, addirittura di clamorose smentite. Il medesimo può essere affermato per ogni campo di indagine, dall'astronomia-astrofisica alla fisica atomica.
L'intuizione di Democrito, il quale ipotizzava l'esistenza di particelle indivisibili della materia dette atomi (atomon soma, in greco, è il corpo indivisibile: a-, alfa privativo, e tomon, da témno, tagliare, dividere), nel corso di secoli è stata confermata dalla scoperta degli elementi chimici, ma poi gli sviluppi della fisica nucleare hanno portato alla scoperta degli isotopi e, all'interno dell'atomo, di particelle costitutive come protoni, elettroni, neutroni e altre ancora più difficilmente identificabili.

L'IMBROGLIONICA
La teoria del Big bang (cioè la grande esplosione) verrebbe ora sostituita da quella del Big bounce (cioè il grande rimbalzo). La teoria della relatività di Einstein dovrebbe essere riveduta in base alle osservazioni di Michelson e di Sagnac, le quali appaiono contraddirla.
Come scrive Ottavio De Bertolis: «In realtà ogni proposizione scientifica descrive il mondo esterno non come è, ma come se fosse riducibile nei termini, nel linguaggio, nelle categorie, che essa stessa presuppone, senza peraltro dimostrarle. Esemplificando, si potrebbe dire che nessuno ha mai toccato o visto un protone: e tuttavia la realtà fisica funziona come se ci fosse. Il protone è la spiegazione più "economica" del maggior numero di eventi: con il minor numero di proposizioni si spiega il maggior numero di cose. È l'ipotesi meno falsificabile. E tuttavia, quando la utilizziamo, per quanto la sottoponiamo al vaglio critico dei fatti empirici, diamo per assodati, senza verificarli, moltissimi parametri: la piena utilizzabilità del linguaggio matematico innanzitutto, e la legittimità dei suoi assiomi di partenza, le grandezze impiegate e altri dati ancora. L'esattezza delle scienze esatte appare agli occhi degli stessi scienziati meno certa di quanto non appaia al più vasto pubblico».
Si deve considerare inoltre che la ricerca scientifica viene condotta da uomini influenzati dall'ambiente non diversamente dai loro contemporanei, e soggetti a tutte le passioni degli altri uomini. «La ricerca scientifica avviene ormai in condizioni socioeconomiche tali da rendere necessaria per ogni ricercatore, il quale voglia emergere in un mondo di competitività parossistica, la conoscenza approfondita di una nuova disciplina: l'imbroglionica. Grazie ad essa si possono imparare diversi trucchi per essere accreditati come scienziati degni di fiducia (e di soldi), metodi infallibili per ottenere un elenco di pubblicazioni chilometrico con poca fatica, etc.», scriveva Roberto Maiocchi. [...]
Pregiudizi e connivenze sono tali che il medesimo articolo può essere rifiutato da una rivista nazionale, mentre viene pubblicato da una ben più prestigiosa rivista a livello internazionale. L'adulazione strisciante e mascherata nei confronti del direttore rende agevoli certe carriere, mentre contraddirlo rende invisi a chi può tagliarti le gambe. Un esempio è dato da Guido Mattioni in Cacciati dai baroni, scoprono gene anti cancro: Antonio Lavarone e Anna Lasorella avevano lasciato l'Italia accusando la loro università di averli emarginati per nepotismo. Nove anni dopo, lavorando alla Columbia University di New York, con una ricerca sulle cellule staminali, trovano un meccanismo chiave contro il tumore.

LA SCIENZA NON È UNA SCIENZA ESATTA
La scienza non è dunque mai una scienza esatta. L'uomo tuttavia, per le sue necessità esistenziali, tende ad assumere le conoscenze della sua epoca, a lui note, come se fossero definitive, ovvero non ha altra scelta operativa che agire in base alle conoscenze disponibili.
Ma come avviene l'apprendimento nel neonato e nel bambino? Consideriamo il neonato: egli apprenderà per imitazione la lingua di chi si prende cura di lui, l'Italiano da genitori italiani, il Tedesco da genitori tedeschi, lo Spagnolo da genitori spagnoli, costituendo nel suo cervello i cosiddetti engrammi. Aristotele osservava che «l'imitare è connaturato agli uomini». [...]
Successivamente il bambino e il giovane apprendono innumerevoli altre nozioni da familiari, da maestri e professori, da amici e conoscenti, da letture, assumendo tali nozioni "per buone", salvo poi sottoporle a revisione critica man mano che si sviluppa la personalità di ciascuno. Indubbiamente però gran parte delle nozioni acquisite non vengono sottoposte a critica, perché non è necessario, perché non c'è interesse, perché l'ambiente dove si vive non richiede di appuntare attenzione a quel tipo di nozione. Invero, se si volesse approfondire il discorso, l'uomo inevitabilmente vive assumendo concetti che egli stesso non è in grado di sottoporre a critica. [...] Inoltre l'uomo, mentre comprende facilmente misure finite e fenomeni che hanno un inizio e una fine, come la sua stessa esistenza terrena, non è in grado di afferrare entità come il pi-quadro, numero trascendente, e tantomeno l'eternità di Dio.
Insomma, per molti concetti si resta fermi o addirittura imprigionati nelle convinzioni proprie dell'epoca corrente e nelle nozioni scolastiche. La scuola statale costituisce pertanto un grande mezzo di omologazione della popolazione («L'Italia è stata fatta, occorre fare gli Italiani»), più palesemente sotto i regimi più totalitari, più subdolamente nei Paesi cosiddetti democratici, al fine di modellare i cittadini di uno Stato ovvero, come si suol dire, di "normalizzarli". La scuola statale veicola dunque nozioni selezionate da coloro che detengono il potere. Così in Italia, come nel resto del mondo, i libri di testo scolastici riportano e impongono riguardo alla storia la "versione" gradita al Potere del momento, forniscono come "certezze" teorie scientifiche in fieri, e negli alunni viene tuttora inculcata l'idea della "verità inoppugnabile" della teoria darwiniana. [...]

Fonte: Provita & Famiglia, 20 agosto 2022

5 - MUORE RODNEY STARK, IL SOCIOLOGO CHE DIFENDEVA IL CRISTIANESIMO
Prima luterano poi agnostico, Stark ha infranto molti luoghi comuni e pregiudizi specialmente anticattolici (VIDEO: La lezione di Rodney Stark)
Autore: Stefano Chiappalone - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-08-2022

Leggendo l'opera di Rodney Stark si passa dal considerare la religione "oppio dei popoli", secondo la vulgata marxista, a fattore di civiltà e progresso. Il massimo sociologo delle religioni è morto a 88 anni lasciando pagine estremamente significative che uniscono rigore scientifico a una prosa estremamente divulgativa, permettendo anche ai non addetti ai lavori di entrare in contatto con i suoi studi e di sfatare numerosi luoghi comuni, smascherando quel sottile complesso di inferiorità che affligge molti cattolici messi in soggezione dalle colpe loro attribuite prima ancora di verificarle.
La religione sarebbe destinata a finire, la religione avrebbe causato solo male, e la presenza di più religioni farà in modo che non si crederà in nessuna. Si potrebbero sintetizzare così alcuni dei "dogmi" capillarmente diffusi tra la gente comune e non solo. Persino tra i suoi colleghi, quei sociologi della religione - su cui Stark ironizzava - che però disprezzavano a priori il loro "oggetto" di studio. Con La scoperta di Dio, il sociologo scomparso «voleva chiudere i conti con gli studiosi accademici delle religioni, molti dei quali - piuttosto curiosamente - non sono religiosi, odiano le religioni e considerano le persone religiose inguaribilmente arretrate, se non affette da una malattia di cui si dovrebbe cercare la cura», come riferiva il sociologo Massimo Introvigne, direttore del Cesnur e coautore di diversi titoli con Stark, il quale non era affatto di parte...
«Non sono cattolico e non ho scritto questo libro per difendere la Chiesa. L'ho scritto per difendere la storia»: così Stark nel suo False testimonianze. Come smascherare alcuni secoli di storia anticattolica. Un titolo che ci si aspetterebbe da un apologeta, non da un agnostico di famiglia luterana. E che per di più ha insegnato all'Università di Washinton e alla Baylor University (un ateneo battista) e che annovera decine di pubblicazioni. Oltre ai titoli già citati (pubblicati in italiano dalle Edizioni Lindau), troviamo, per esempio, Il trionfo del cristianesimo, in cui ribalta l'etichetta dei "secoli bui" medievali che invece furono densi di fervore culturale e innovazioni tecnologiche (evidentemente con i mezzi dell'epoca). Oppure La vittoria della ragione, dove Stark osa un'operazione considerata "blasfema" dal politically correct, cioè abbinare ragione e religione. E ancora Un unico vero Dio. Le conseguenze storiche del monoteismo.

LA RELIGIONE SVOLGE UN RUOLO NELLA STORIA
La religione ha infatti anche risvolti storici, sociali, eccetera: quello di una religione sterile o ininfluente (se non in negativo) è uno dei primi miti che cadono grazie alla lettura di Rodney Stark. Essa svolge un ruolo nella storia, e già questo di per sé costituisce un fatto storico tutt'altro che marginale. Del resto è curioso che il diffuso pre-giudizio antireligioso (in un'epoca che si profonde in relativistico rispetto di qualsiasi credenza) si concentri in modo ossessivo sul cristianesimo, in particolare sul cattolicesimo, e quindi con singolare accanimento sul Medioevo. E invece, Stark cita il filosofo e matematico inglese Alfred North Whitehead, secondo il quale «la scienza si sviluppò soltanto nell'Europa cristiana perché soltanto l'Europa medievale credeva che la scienza fosse possibile e auspicabile», in virtù della concezione della razionalità dell'universo creato da un Dio razionale.
Molto meno razionali, a suo avviso, sembrano certi atei moderni, i quali «non riescono a capire che la scienza si limita al mondo naturale, empirico, e non è in grado di dire nulla su un mondo spirituale, non empirico - tranne negarne l'esistenza», naturalmente a priori, con piglio dogmatico a scanso delle professioni di laicismo. Essendo peraltro in minoranza, poiché nonostante la scomparsa della religione vaticinata dal positivismo, «il 74 per cento della popolazione mondiale considera la religione una parte importante della sua vita e che gli atei ci sono, ma sono pochi», mentre il cristianesimo continua a crescere: non è un «fenomeno lineare e continuo» e potrebbe rallentare in Africa, dove ci sono già state molte conversioni e «continuerà in Asia, specie nei Paesi economicamente più sviluppati» - dichiarava nel 2015 intervistato su Cristianità.
Stark non studiava solo il ruolo passato della religione, ma anche il presente. E anche qui era in grado di offrire una lettura alternativa al mainstream, come in queste righe riportate da Tempi: «Non credo che l'Occidente cristiano stia diventando intollerante. Credo che l'Occidente non-cristiano stia diventando intollerante: in alcuni paesi europei ci sono leggi contro il cosiddetto hate speech che vietano la lettura in pubblico di alcuni passaggi della Bibbia».

I MERITI DEL CRISTIANESIMO
Ma persino il ruolo storico della religione finisce per contenere richiami all'attualità. In Ascesa e affermazione del cristianesimo descrivendo - sul piano sociologico - gli albori della fede cristiana Stark annovera, tra i fattori che hanno contribuito alla sua diffusione, anche la risposta concreta - ispirata da un elemento religioso, come l'amore cristiano - a una situazione drammatica: l'epidemia di vaiolo che colpì l'impero sotto il regno di Marco Aurelio. Laddove il fatalismo dei pagani li portava a fuggire e abbandonare gli infetti, i cristiani li soccorrevano.
In breve, dai testi del grande sociologo scomparso emerge che il cristianesimo è stato (ed è) tutt'altro che sterile e tutt'altro che finito. Ha retto alla modernità (smentendo le profezie positivistiche secondo cui la scienza ne avrebbe preso il posto) e persino alla concorrenza. Rodney Stark è noto per la teoria dell'"economia religiosa", basata su un'analogia tra le dinamiche innescate dal libero mercato in ambito economico e quelle corrispondenti in ambito religioso, come dimostra la situazione degli Stati Uniti, dove la molteplicità di religioni non ha portato affatto a spegnerle.
Insomma, il terzo millennio non sarà quello della miscredenza. E la religione avrà un ruolo crescente anche laddove appare più soffocata: addirittura in Cina, dove il comunismo ha spinto i cristiani a non farsi solo ammazzare, ma anche a organizzarsi per sopravvivere. I cristiani cinesi, affermava nel 2014 alla Bussola, sono il 5%: una minoranza, ma destinata a crescere, specie tra i più istruiti, e quindi a influire: «si deve tenere conto che si tratta dell'élite della nazione, con una possibilità di influenza culturale molto maggiore di quello che il semplice dato numerico farebbe presumere». Tutto questo per Stark smentiva il mito della "religione oppio dei popoli", piuttosto - con una frecciatina ai suoi colleghi - «il mito della Cina comunista come società atea e post-religiosa è emerso come l'oppio dei sociologi».

Nota di BastaBugie: Rino Cammilleri nell'articolo seguente dal titolo "Il trionfo del cristianesimo" ricorda Rodney Stark il quale rilesse la storia dell'Occidente e ribaltò decine di luoghi comuni contro la Chiesa.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 07-12-2012:

«A mio giudizio, chiunque creda che l'epoca che vide la costruzione della cattedrale di Chartres e l'invenzione del parlamento e dell'università sia stata "buia" deve essere mentalmente ritardato o, nel migliore dei casi, molto, molto ignorante». Edward Gibbon, Voltaire e Bertrand Russell non erano né ignoranti né ritardati, solo prevenuti e/o in malafede, così come quelli che, ancora oggi, insistono sulla manfrina dei secoli «bui» perché cristiani. La citazione di cui sopra è dell'insigne medievista americano Warren Hollister, morto nel 1997, che così si espresse nel suo discorso d'apertura come presidente della Pacific Historical Association.
Detta citazione è la chiave di tutto il libro dello statunitense Rodney Stark (Il trionfo del cristianesimo. Come la religione di Gesù ha cambiato la storia dell'uomo ed è diventata la più diffusa al mondo, Lindau, pp. 650, € 32), il sociologo delle religioni più importante tra i contemporanei. Poiché le risultanze sociologiche non gli quadravano con quel che la storia scolastica gli aveva insegnato, da tempo è costretto a occuparsi di storia. Ribaltando decine di luoghi comuni. Infatti, i suoi studi lo hanno condotto a pubblicare una serie di volumi la cui cifra è riassumibile nella seguente frase: tutto quel che abbiamo imparato a scuola sulla nostra religione è falso perché, dall'era della nascita delle ideologie in poi, è condizionato dal pensiero politically correct di volta in volta dominante.
Per esempio, sedotti dal mito di Roma (fin dal cosiddetto Rinascimento; e fino ad oggi, se si guardano gli scaffali delle librerie), non ci siamo accorti che «il fattore maggiormente benefico nell'ascesa della civiltà occidentale è stato la caduta di Roma!», un impero, come tutti quelli pre-cristiani, fondato sulla schiavitù, nel quale «se le classi privilegiate si appropriano di tutta la produzione al di sopra del minimo richiesto per sopravvivere, la gente non ha alcuna motivazione a produrre di più». E la schiavitù blocca di fatto ogni progresso tecnologico. Mentre, nei "secoli bui" la sola Senna aveva un mulino ad acqua ogni venti metri, tanto per dirne una. Senza schiavi (aboliti dal cristianesimo), senza sterminati eserciti da mantenere (e, dunque, senza oppressione fiscale), con le proprietà monastiche divenute aziende, la tecnologia accelerò di colpo, sorsero il libero mercato e le banche, i diritti individuali. I teologi cristiani (ma non quelli islamici) tolsero ogni vincolo morale agli affari e nacque il capitalismo. L'Europa si ripopolò presto, le arti (basti solo pensare alla musica) fecero un grande balzo in avanti e la civiltà occidentale si pose alla guida del pianeta, una guida che non ha più lasciato.
«In breve: per troppo tempo troppi storici sono stati ingenui come turisti, restando a bocca aperta davanti ai monumenti, ai palazzi e al consumo ostentatorio di Roma». E si sono lasciati fuorviare da miti ideologici (tutti antireligiosi) nati in epoche di contestazione alla Chiesa. E proprio nel 1700° anniversario di Ponte Milvio e nell'approssimarsi di quello dell'Editto di Milano, i capitoli del lavoro di Stark dedicati a Costantino invitano, anche qui, a smontare consolidati luoghi comuni. Luoghi comuni che, per decenni, hanno inquinato gli stessi uomini di Chiesa, divisisi, nel post-Concilio, in «costantiniani» e «non». Dice invece Stark: «Costantino non fu responsabile del trionfo del cristianesimo. Nel momento in cui salì al trono la crescita cristiana era già diventata una marea che saliva in modo esponenziale.
Fu il cristianesimo semmai a svolgere un ruolo importante nel trionfo di Costantino, garantendogli un consistente e ben organizzato sostegno cittadino». Fin dal suo scontro col rivale Massenzio, Costantino sapeva che i cristiani tifavano per lui. L'iniziatore delle critiche nei confronti del «primo imperatore cristiano» fu Jacob Burckhardt (1818-1897), il quale mise in dubbio pure il famoso «segno» soprannaturale visto dal condottiero prima della decisiva battaglia a Saxa Rubra. Ma, osserva Stark, «gli storici non hanno avuto la curiosità di chiedersi perché abbia deciso di invocare il Dio cristiano, anziché Giove o qualcuno degli dèi tradizionali di Roma». Infatti, dopo la vittoria, Costantino compì l'inaudito gesto di non recarsi a ringraziare Giove Capitolino con i sacrifici rituali d'obbligo. Ed era già, di sicuro, quanto bastava competente di cristianesimo quando impose ai soldati di mettere sugli scudi il monogramma di Cristo (chi-ro). Senza dubbio, credeva sinceramente di compiere una missione personalmente affidatagli dal Dio cristiano.
Costantino semplicemente mise in onore il cristianesimo con misure che testimoniavano apertamente il suo favore. Ma era interessato soprattutto alla "pax deorum", tant'è che continuò a nominare pagani nelle cariche importanti. Chi, inaugurò la stagione dello scontro e dell'intolleranza fu, semmai, Giuliano, non a caso detto l'Apostata e, per questo, oggi «rivalutato». Dai soliti.

VIDEO: LA LEZIONE DI RODNEY STARK
Nel seguente video (durata: 5 minuti) dal titolo "La lezione di Rodney Stark" Angela Pellicciari ricorda la figura di questo grande sociologo.


https://www.youtube.com/watch?v=VafMujpRi8k

DOSSIER "PERSONE FAMOSE"
Decedute dal 2020 in poi

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-08-2022

6 - LA CENSURA DI GOOGLE SI ABBATTE SU CHI E' A FAVORE DELLA VITA
Intanto in Texas è entrato in vigore il divieto totale di aborto (consentito solo in caso di pericolo di vita per la madre), mentre la Cina cancella la politica del figlio unico e pone freni all'aborto
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 29 agosto 2022

Sempre più impositivi, sempre più ideologici, sempre più dittatoriali i criteri utilizzati dalle big tech nel gestire a modo loro l'enorme flusso di dati in proprio possesso.
Un esempio, ancora una volta, giunge dagli Stati Uniti, dove Google, nei risultati di ricerca,
promuove le cliniche abortiste e censura i centri di gravidanza: è quanto ha denunciato l'agenzia InfoCatólica, riprendendo quanto pubblicato dal giornale statunitense The Hill, che ha a sua volta riferito del proposito dell'azienda d'applicare etichette alle cliniche che pratichino gli aborti ed a quelle che non li pratichino.
La decisione sarebbe stata assunta su richiesta del senatore democratico Mark Warner e della deputata, sempre democratica, Elissa Slotkin: i due avrebbero chiesto espressamente a Google, quando le utenti digitino «cliniche abortiste vicine» o «pillola abortiva», di evitare risultati di ricerca, che segnalino alle donne in dolce attesa anche i centri di gravidanza pro-life, dove facilmente verrebbero aiutate a scegliere la vita per i propri bimbi in grembo, poiché, secondo il sen. Warner, questi farebbero «ricorso alla disinformazione» e non fornirebbero «servizi sanitari completi».
Questo rappresenta davvero una brutta pagina nella storia del più celebre motore di ricerca, che negli Stati Uniti si rivela piegato ai diktat di esponenti del Partito democratico, piegato ai diktat di una visione bioetica spiccatamente abortista, quindi estremamente fazioso ed, in buona sostanza, inaffidabile.

IL PEGGIOR VOLTO VIOLENTO PRO-CHOICE
Lamenta l'agenzia InfoCatólica: «Quando LifeSiteNews ha cercato "aiuto alla gravidanza" su Google, il primo risultato è stato Planned Parenthood, benché si tratti di una struttura che pratica aborti e presso cui i servizi di aiuto alla gravidanza, come assistenza prenatale e post-parto, siano praticamente inesistenti». Il che è assurdamente paradossale. Ovvio, questa è una situazione che, al momento, pare interessare esclusivamente gli Stati Uniti, dove il clima in materia è divenuto a dir poco incandescente; l'Italia ad esempio non ne è interessata. Ma non è detto che in avvenire tale modus operandi non possa venire esteso arbitrariamente anche ad altre aree geografiche: un dubbio, questo, che costituisce una pesante mazzata in termini di credibilità per Google.
Quanto agli Stati Uniti, si noti come sia venuto allo scoperto il peggior volto violento pro-choice: da maggio ad oggi almeno cinque centri di gravidanza pro-life hanno subìto incendi dolosi, mentre decine sono quelli che hanno subito vandalismi e minacce. In una recente intervista, la senatrice democratica Elizabeth Warren del Massachusetts avrebbe chiesto la chiusura completa di questi centri di gravidanza, «perché presumibilmente "torturano" le donne», ha dichiarato: incredibile! La realtà, fotografata da un'analisi condotta dal Charlotte Lozier Institute, è naturalmente un'altra: dal 2016 i 3 mila centri pro-life hanno contribuito a salvare dall'aborto oltre 800 mila nascituri, servito nel 2019 quasi 2 milioni di persone, fornito più di 730 mila test di gravidanza, effettuato quasi mezzo milione di ecografie, distribuito 1.300.000 pacchetti di pannolini, oltre 2 milioni di tutine per neonati, il tutto gratuitamente.

TEXAS PARADISO PROLIFE
Nel frattempo, lo scorso 25 agosto in Texas è entrato in vigore il divieto pressoché totale di
aborto, consentito solo in caso di pericolo di vita per la madre. Contemporaneamente si sono nettamente inasprite le pene per i medici che pratichino l'aborto e per quanti collaborino con loro, potenzialmente estensibili sino all'ergastolo. Le madri che abortiscono, viceversa, non verranno punite.
Per evitare che tale provvedimento venga affossato da autorità locali pro-choice, la nuova legge stabilisce che sia il Procuratore Generale dello Stato del Texas a dover perseguire questo crimine e prevede la possibilità di sporgere denunce civili contro i medici abortisti, qualora i procuratori locali si rifiutassero di collaborare.
Ciò significa due cose: la prima è che, negli Stati Uniti, la guerra sul tema della vita si è fatta accesissima; la seconda è che comunque tutto ciò dimostra come cancellare le leggi abortiste - compresa la 194 per l'Italia - sia assolutamente possibile. La speranza e la voglia di combattere per questo obiettivo pertanto non devono mai venire meno.

Nota di BastaBugie: Eugenio Capozzi nell'articolo seguente dal titolo "Restrizioni all'aborto, la Cina ha paura della denatalità" parla delle nuove linee guida varate dal governo cinese che restringono la possibilità di abortire allo scopo di favorire un maggior numero di nascite. La Cina infatti si ritrova a fare i conti con i disastri sociali ed economici della politica del figlio unico e dell'aborto favorito in tutti i modi.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 19 agosto 2022:

In Cina l'Autorità nazionale per la sanità ha emanato nuove linee guida sull'aborto, in cui si raccomanda alle strutture ospedaliere di ridurre in ogni modo gli aborti che non siano «necessari dal punto di vista medico». Questa interpretazione molto più restrittiva della liceità dell'interruzione di gravidanza viene esplicitamente motivata dall'ente di Stato di Pechino con la preoccupazione per l'invecchiamento sempre più rapido della popolazione e la crescente difficoltà di gestire il sistema previdenziale.
La decisione presa dal regime cinese rappresenta una svolta storica nella politica demografica del gigante asiatico, e assume una enorme importanza anche in prospettiva mondiale, in quanto essa per molti versi chiude una lunga epoca di assoluto predominio di un'ideologia antinatalista e filo-abortista affermatasi a partire dall'Europa dai primi decenni del Novecento in poi, che a sua volta affondava le radici nelle teorie tardosettecentesche di Malthus sul controllo della popolazione.
L'aborto venne legalizzato per la prima volta con il sorgere della prima dittatura totalitaria, nell'Unione sovietica nel 1920, e successivamente nella Germania hitleriana e in alcuni stati scandinavi. Le motivazioni erano, nel primo caso, l'ideale di una totale uguaglianza tra uomini e donne, in vista della quale la maternità veniva considerata come un potenziale ostacolo; nel secondo la deriva eugenetica volta al "miglioramento" della razza attraverso la soppressione di individui e progenie "difettosi". Dagli anni Sessanta in avanti, poi, in Occidente la liberalizzazione dei costumi sessuali e il femminismo avrebbero dato una nuova, potente spinta alla legittimazione dell'aborto, rivendicata sempre più, insieme alla contraccezione, come componente essenziale di una libertà individuale totale, scissa dalle responsabilità e dalle gerarchie familiari.
Nel frattempo, nei grandi paesi dell'allora "terzo mondo" (Cina, India, Africa decolonizzata), popolati da grandi masse ancora alle prese con i problemi della sussistenza, le classi dirigenti locali, all'unisono con gran parte di quelle occidentali, individuavano il controllo delle nascite come strumento necessario a frenare la crescita della popolazione, consentendo così il successo di ambiziosi programmi di modernizzazione e sviluppo economico. Obiettivo che venne talvolta perseguito (come nell'India di Indira Gandhi) anche attraverso campagne di sterilizzazione imposte alle classi più povere. E che venne fatto proprio sostanzialmente, nel tempo, anche dall'Onu e dalle altre organizzazioni internazionali a essa collegate, le quali - anche sotto l'influsso del nascente ambientalismo e del rinnovato malthusianesimo portato avanti da circoli come il Club di Roma - cominciarono a cercare di imporre in ogni modo nei paesi del terzo mondo politiche di cosiddetta "salute riproduttiva", cioè di diffusione e propaganda capillare di contraccettivi e aborti.
In Cina dopo l'avvento del maoismo l'interruzione di gravidanza venne legalizzata con molti limiti. Ma una svolta molto più permissiva in tal senso venne adottata proprio dopo la fase del collettivismo, nell'epoca in cui le riforme varate da Deng Xiaoping costruivano quell'ordinamento ibrido tra dittatura comunista ed economia di mercato destinato a trasformare la Cina nella potenza economica dominante nel mondo insieme agli Stati Uniti. Fu infatti nel 1980 che il regime di Pechino varò la "politica del figlio unico", che imponeva a tutte le coppie del paese di non generare più di un bambino. Un sistema al limite dell'infanticidio di Stato, che prevedeva, in caso di gravidanze non "legali", oltre a pesanti sanzioni e a possibile perdita del lavoro, aborti obbligati, praticati con la forza in caso di rifiuto, anche in prossimità del parto, e sequestro dei neonati "frutto della colpa" per darli in adozione.
E che ha generato un ulteriore effetto perverso: il dilagare degli aborti selettivi, favoriti dalla diffusione della diagnostica prenatale e dal conseguente frequente "scarto" delle femmine a favore dei maschi, ritenuti un "investimento" migliore per il futuro dei genitori.
La politica del figlio unico è rimasta in vigore fino al 2013, quando le autorità del paese hanno dovuto ammettere che il freno alla generazione, lungi dal consentire una maggiore prosperità collettiva e la disponibilità di maggiori risorse, causava invece un rallentamento della crescita, e maggiori problemi sociali. A partire dalla grande crisi mondiale del 2008 l'economia cinese ha progressivamente esaurito la spinta impetuosa del Pil che l'aveva caratterizzata nei decenni precedenti, il mercato interno ha dato segni di stanchezza, la "bolla" immobiliare si è ampiamente sgonfiata, ed è cominciato ad emergere in tutta la sua serietà il problema di una popolazione anziana sempre più numerosa, più sola e più priva di assistenza, proprio per l'assenza dei figli. Da qui l'allentamento della stretta con la "concessione" del secondo figlio a coppia, e successivamente del terzo.
Le nuove linee guida più severe sull'aborto - già anticipate l'anno scorso da un documento del Consiglio di Stato - sono il coronamento di questo percorso. La Cina guarda in faccia la realtà, e si accorge che i miti del secolo scorso in tema di popolazione hanno fatto soltanto del male, trasformandosi col tempo in una vera e propria nemesi, portatori di stagnazione e impoverimento. Significativamente, nel 2020 la popolazione dell'Impero di mezzo è stata raggiunta da quella dell'India, che si avvia a sostituirla come paese più popoloso del mondo, e al contempo le stime della Banca Mondiale vedono per i prossimi anni l'economia di Nuova Delhi proiettata verso una crescita decisamente superiore a quella di Pechino.
La vicenda delle politiche cinesi sul controllo delle nascite e sull'aborto, dunque, ha un valore paradigmatico non solo per quel paese, ma per tutti i paesi industrializzati. A partire da quelli occidentali, dove l'aborto è oggi ancora quasi ovunque un tabù intoccabile dell'ideologia progressista relativista, che lo rivendica come "diritto" benché esso sia assente da ogni costituzione e con i princìpi di esse confligga inesorabilmente. Presto o tardi anche quei paesi - in cui la curva demografica e il tasso di fertilità flettono sempre più drammaticamente - saranno costretti a prendere atto del fatto che la crescita, il benessere, la produzione di ricchezza sono a lungo andare inscindibili dalla crescita delle popolazioni, e dal mantenimento in esse di un equilibrio tra giovani e anziani.

Fonte: Radio Roma Libera, 29 agosto 2022

7 - LETTERE ALLA REDAZIONE: ANCORA SUL LIMBO E I BAMBINI MORTI SENZA BATTESIMO
Nel Limbo non ci sono pene da scontare e si vive in uno stato di felicità naturale: questo consola molto chi ha perso un bambino senza poterlo battezzare (VIDEO: Il Limbo dei bambini e la consolazione delle mamme)
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie, 31 agosto 2022

Spettabile redazione di BastaBugie,
in riferimento alla vostra risposta alla lettera pubblicata su BastaBugie del 24 agosto 2022 sul tema del limbo, vorrei dire che voi giustamente ricordate che il limbo non è un dogma di fede (come l'esistenza del Paradiso). Infatti il Limbo è un insegnamento magisteriale susseguente ad una riflessione teologica che si è sviluppata nel corso dei secoli e quindi, in quanto tale, suscettibile di approfondimento.
Per capire meglio nel Vangelo troviamo utili spunti di riflessione:
1) In primis la strage degli innocenti a Betlemme (Mt 2, 1-16), uccisi al posto di Cristo. Ma Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati ( 1Tm 2,4): ricordiamo le parole "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite" (Mc 10, 13-16); oppure: "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli" (Mt 18, 10). Si veda anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1261.
2) Non è da escludere quindi che queste vittime innocenti esprimano un duplice battesimo di desiderio e di sangue.
3) Possiamo quindi immaginare il Limbo come una propaggine del Paradiso, non come un luogo definitivo (esattamente come non è definitivo il Purgatorio). Queste vite umane vengono quindi elevate al Regno di Dio grazie alle preghiere/offerte/sacrifici espiatori dei genitori pentiti e alle messe offerte in suffragio per loro (pensiamo a quante donne pro choice sono diventate prolife dopo l'aborto, come la serva di Dio Dorothy Day).
4) Da tutto questo Dio esce vincitore sulla morte, non sconfitto o diminuito come vorrebbe il diavolo. Secondo me, a seguito del documento del 2007 della Commissione Teologica Internazionale "La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo" firmato da Papa Benedetto e passato alla storia come quello dell'abolizione del Limbo, dovrebbe essere chiaro che la Chiesa non solo non esclude la possibilità del battesimo "in votum" per i bambini, ma anzi apre alla possibilità che queste vittime, come tutte le vittime innocenti, possano essere anche "sacerdoti", perché in qualche modo si sono offerti a Dio per noi, per la nostra salvezza.
Un carissimo saluto alla redazione tutta.
Andrea

Gentile redazione di BastaBugie,
vorrei esprimere una considerazione sui bambini mai nati nel limbo o in paradiso. La chiesa venera i bambini uccisi da Erode come Martiri e quindi Santi. Credo che i bambini abortiti subiscano lo stesso martirio e quindi dire che sono in Paradiso non contraddice la dottrina della Chiesa, ma anzi è in linea con la venerazione dei Martiri Innocenti.
Grazie.
Alessandro

Buongiorno,
in merito alla lettera alla redazione "Le apparizioni a Medjugorje sono vere o false?" con la conseguente risposta di Pietro Guidi vorrei porvi una domanda.
Non vi sembra che tra i bambini uccisi nel seno materno e i bambini morti senza Battesimo vi sia una sostanziale differenza? La Madonna parla di aborto, il Papa mi sembra si riferisca a bambini nati che muoiono senza Battesimo.
In attesa di una vostra gradita risposta vi porgo cordiali saluti.
Fabio

RISPOSTA DELLA REDAZIONE

Cari lettori,
siccome continuate a scrivere in merito a quello che abbiamo scritto sul Limbo e cioè la dottrina di sempre della Chiesa, torno volentieri a parlarne per chiarire gli ultimi dubbi.
Innanzitutto citare i passi del Vangelo in cui Gesù dice di lasciare che i bambini vengano a lui, onestamente non capisco che cosa c'entrino col problema del Limbo, visto che anche noi sosteniamo che i bambini debbano andare a Gesù, ma per andare da Lui bisogna fare come ha insegnato e cioè proprio con il battesimo. Con il dire che andassero da Lui, Gesù non stava dicendo che i bambini fossero puri dal peccato originale anche senza battesimo, ma solo che lui li accoglieva come importanti e titolari di una dignità che il mondo antico non gli riconosceva considerandoli semplici oggetti in mano al volere dei genitori.
Per quanto riguarda il documento della Commissione Teologica Internazionale, che ho già analizzato abbondantemente, si porta ad esempio la dottrina della Chiesa sul battesimo di sangue e su quello di desiderio. È quindi importante dimostrare che questi due tipi di battesimo non possono essere applicati ai bambini abortiti o comunque morti senza battesimo. Vediamo il perché.
Il battesimo di sangue viene invocato come speranza per i bambini abortiti, soprattutto facendo riferimento ai santi innocenti martiri che la Chiesa venera. Ma quello che conferisce il battesimo di sangue non è la morte violenta in se stessa, ma la morte in odio alla fede. I santi innocenti martiri hanno ricevuto il battesimo di sangue e sono in paradiso perché sono morti a causa dell'odio che Erode aveva nei confronti di Gesù, non per altri motivi. Quindi sono martiri. La stessa cosa, purtroppo, non si può dire per i bambini abortiti. Questi infatti non vengono uccisi per motivi religiosi, ma per togliersi un impiccio. E questo non si può assolutamente chiamare martirio. Altrimenti bisognerebbe chiamare martirio ogni omicidio e assegnare il battesimo di sangue a tutti i morti di morte violenta indipendentemente dalle ragioni che hanno portato ad uccidere.
Per quanto riguarda il battesimo di desiderio la questione è molto semplice. Il battesimo di desiderio può essere esplicito, quando un catecumeno ha già espresso il desiderio di battezzarsi e sta solo aspettando di riceverlo, oppure implicito, quando un uomo non conosce l'esistenza della Chiesa, ma si comporta secondo la legge morale naturale e quindi aderisce implicitamente alla Chiesa. Ma, come risulta chiaro, nessuno di questi due casi può essere applicato ai bambini morti senza il battesimo. Infatti per ricevere il battesimo di desiderio è necessario avere l'uso della ragione, con la quale si può volere il battesimo, esplicitamente o implicitamente. Non avendo il bambino l'uso della ragione è inevitabile questa conclusione: non c'è nessun desiderio, né esplicito, né implicito. Il battesimo di desiderio non può essere nemmeno applicato alla volontà dei genitori di battezzare i figli morti senza battesimo, perché per trasmettere la fede a uno che non ha la ragione è necessario il sacramento, come appunto si fa nel sacramento del battesimo amministrato ai bambini per volere dei genitori. Attraverso il sacramento del battesimo i genitori fanno la professione di fede al posto del figlio che non la può ancora fare personalmente. Ma questo avviene solo in virtù del sacramento. La sola intenzione dei genitori non basta.
Per quanto riguarda la presunta possibilità di fare un battesimo dopo la morte del bambino, battesimi "in votum" o preghiere che possano servire per far passare i bambini morti senza battesimo dal Limbo al Paradiso, bisogna essere molto chiari. Tutte queste teorie vanno rigettate come non cattoliche perché non si possono inventare nuovi sacramenti. Le nostre preghiere personali possono suffragare le anime del Purgatorio che hanno già la grazia di Dio, ma non possono conferirla ad un bambino che non ce l'ha e che non l'avrà mai. Per quando riguarda battesimi dopo la morte bisogna notare come siano invalidi secondo i canoni della Chiesa Cattolica. Infatti, perché il sacramento sia valido, è necessario che sia fatto su una persona viva. Tanto che la Chiesa prescrive che, nel caso in cui si fosse in dubbio se una persona sia viva o morta si può battezzare solo sotto condizione: "Se tu sei vivo, io ti battezzo ecc.". Quindi questi rituali sono falsi e non possono in alcun modo sostituire il sacramento del battesimo, perché non rispettano le condizioni che la Chiesa dà per la validità del sacramento.
Un'ultima obiezione è quella che il limbo potrebbe non durare in eterno, ma essere come il purgatorio una realtà che ha una durata limitata. Questa opinione però, oltre a contraddire quello che è sempre stato insegnato a riguardo del Limbo contraddice anche la ragione. Il Purgatorio ha senso infatti che sia una realtà temporanea, perché ci sono delle pene da scontare e una purificazione da fare prima di poter essere ammessi al Paradiso. Ma nel Limbo non c'è niente di tutto ciò. Nel Limbo non c'è nessuna pena da scontare. C'è semplicemente il fatto che i bambini che vi si trovano hanno un'anima immortale che gli dà il diritto a vivere per sempre, ma non la Grazia che dà diritto alla vita soprannaturale. Quindi le loro anime continuano a vivere in eterno dopo la morte, ma non sarebbe giusto punirle con l'inferno perché non hanno colpe personali. E infatti vivono in uno stato di felicità naturale. Questo consola molto le mamme che hanno perso un bambino senza la possibilità di battezzarlo.
Ma detto questo non è possibile per questi bambini avere la felicità soprannaturale del Paradiso perché non hanno la vita soprannaturale della Grazia. E la Grazia è un dono gratuito di Dio, che nessun uomo può pretendere di avere. Quest'ultima cosa dovrebbero tenerla a mente tutti quei cattolici che trattano Dio come se si potesse avere delle pretese nei suoi confronti. Bisogna sempre ricordarsi che noi nei confronti di Dio non abbiamo nessun diritto, ma solo doveri; Dio invece su di noi ha solo diritti e nessun dovere.

VIDEO: IL LIMBO DEI BAMBINI... UNA CONSOLAZIONE ANCHE PER LE MAMME
Nel seguente video (durata: 15 minuti) Corrado Gnerre spiega come stanno i bambini nel Limbo.


https://www.youtube.com/watch?v=BQ6VXXe3cUY

LETTERE ALLA REDAZIONE: LA CHIESA E IL LIMBO
La Commissione Teologica Internazionale sembrava smentire l'esistenza del Limbo, ma in realtà ha ribadito la necessità e l'urgenza di battezzare i bambini
Autore: Pietro Guidi - Fonte: Redazione di BastaBugie
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7119

LETTERE ALLA REDAZIONE: LE APPARIZIONI A MEDJUGORJE SONO VERE O FALSE?
In un messaggio al veggente Jakov la Madonna sembra contraddire l'insegnamento della Chiesa sul Limbo
di Pietro Guidi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7055

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 31 agosto 2022

8 - OMELIA XXIII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 14,25-33)
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Vi è una parola chiave nel Vangelo di questa domenica per avere la giusta lettura di tutto il brano. La parola è la seguente: riflettere. Così, nei paragoni che Gesù offre alla nostra meditazione, colui che vuole costruire una torre deve prima riflettere bene su quella che sarà la spesa per vedere se riuscirà a portare a termine l'opera; così, un re che va in guerra contro un altro re dovrà prima valutare con attenzione i mezzi di cui dispone. Allo stesso modo dovrà fare pure il cristiano. Egli, nel seguire Gesù, dovrà avere a disposizione quella virtù che gli consentirà di essere un fedele discepolo sino alla fine, in modo da non rinnegare mai il Signore.
Di quale virtù si tratta? Ce lo fa comprendere Gesù stesso nel brano del Vangelo. Quella virtù è il distacco da tutti i propri averi. Il testo, infatti, si conclude con queste parole: «Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33). Sono parole molto esigenti che devono essere rettamente intese. Non si tratta di rinunciare materialmente a tutto, come ad esempio ha fatto san Francesco d'Assisi, ma di non essere attaccati a niente se non al Signore e alla sua volontà. I beni di questo mondo devono essere usati con cuore libero, senza diventarne schiavi.
Per arrivare a questo distacco, bisogna però amare Dio con tutto il nostro cuore. Non c'è via di mezzo: o si ama Dio, oppure il nostro cuore si attaccherà inevitabilmente ai beni di questo mondo. Quanto più si ama, tanto più ci si libera da questi legami. Per quale motivo san Francesco d'Assisi era staccato da tutto e bramava la povertà più di quanto un avaro possa desiderare le ricchezze di questo mondo? Perché amava con tutto il cuore.
L'amore farà sì che metteremo Dio al primo posto nella nostra vita, al di sopra degli affetti più cari e al di sopra della nostra stessa vita. Gesù, infatti, ci dice: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo» (Lc 14,26). E, subito dopo, ci dice: «Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo» (Lc 14,27).
Riflettiamo! Abbiamo noi questo bene così grande dell'Amor di Dio? Se siamo onesti dobbiamo dire che il nostro amore per il Signore è sempre tanto piccolo e deve ancora tanto crescere. Anzi, per dire la verità tutta intera, dobbiamo aggiungere che tante volte non amiamo per niente il Signore, quando a Lui preferiamo il peccato.
Se veramente ci rendiamo conto di non possedere questo bene inestimabile dell'Amor di Dio, adoperiamoci in tutti i modi per ottenerlo. Lo otterremo innanzitutto con una buona Confessione. Chi vive abitualmente in peccato mortale non sta facendo neppure un passo verso il Signore; anzi, si sta allontanando.
Il secondo mezzo per conseguire il bene dell'Amor di Dio è la preghiera. Cosa c'è di più bello e di più facile della preghiera! Il demonio fa di tutto per non farci pregare. Ci fa credere che sia una cosa inutile, una perdita di tempo. Ci fa venire in mente tante cose da fare, tutte urgenti e indispensabili. Così facendo perdiamo di vista l'unica cosa veramente necessaria a discapito della nostra anima. Non cadiamo in questa tentazione! Preghiamo regolarmente. Solo così riusciremo a riportare vittoria su tutte le tentazioni. Un cristiano che non prega è come un soldato che abbassa le armi di fronte al nemico: perirà miseramente. La preghiera, soprattutto, dilaterà il nostro cuore e ci consentirà di amare veramente, di amare non tanto con il nostro piccolo cuore, ma con il Cuore di Gesù.
Affidiamoci infine alla Madonna, chiediamo a Lei la grazia di mettere in pratica queste esigenti parole del Vangelo. Da soli certamente non ci riusciremo, ma, grazie alla sua potente intercessione, otterremo il bene inestimabile dell'Amor di Dio.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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