BastaBugie n�809 del 22 febbraio 2023

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1 L'IMPERO ROMANO E QUELLO AMERICANO: UGUAGLIANZE E DIFFERENZE
I romani assorbirono la cultura greca giudicata superiore, invece gli americani hanno sempre disprezzato l'Europa, a loro dire, corrotta, decadente e da conquistare uccidendo il buon gusto e l'educazione
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro
2 MONTAGNIER, UNO DEI PIU' GRANDI VIROLOGI DEL XX SECOLO
Scoprì il virus HIV e vinse il Nobel, ma fu umiliato per le critiche alla gestione della pandemia e della vaccinazione... eppure non era novax visto che si era dedicato alla ricerca di un vaccino per l'AIDS! (VIDEO: Montagnier a Milano nel 2022 poco prima di morire)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 IL CUORE INCORROTTO DELLA BEATA PAULINE MARIE JARICOT
Ultima di otto fratelli, organizzatrice instancabile, aiutata dal Papa, elogiata dal Curato d'Ars, muore in estrema povertà abbandonata da tutti, incluso l'Opera che ha fondato
Fonte: Sito del Timone
4 LA MEDICINA PERVASIVA COME NUOVO POTERE ASSOLUTO
L'esperienza Covid ha attestato il passaggio dall'ospedale appartato all'ospedale pervasivo in quanto l'intera società è ormai una grande farmacia (VIDEO: Dovete credere!)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân
5 RENDERE LECITA LA ZOOFILIA, IL RAPPORTO ''SESSUALE'' TRA BESTIE E UOMINI?
La legge sul benessere degli animali che il Senato spagnolo potrebbe approvare depenalizza la zoofilia, punita solo se provoca lesioni all'animale (?!)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LE GUERRE DI INDIPENDENZA SCOZZESI HANNO FORNITO LA CORNICE STORICA DEL FILM BRAVEHEART
La battaglia di Stirling Bridge fu una battaglia della prima Guerra di indipendenza scozzese combattuta l'11 settembre 1297 da William Wallace che sconfisse l'esercito inglese
Fonte: Wikipedia
7 VESCOVO CONDANNATO A 26 ANNI DI CARCERE DALLA DITTATURA COMUNISTA DI ORTEGA IN NICARAGUA
Invece il vescovo ausiliare di Los Angeles, che strappava i giovani alla violenza e alle bande criminali, è stato ucciso con una pistola
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
8 OMELIA I DOMENICA QUARESIMA - ANNO A (Mt 4,1-11)
Vàttene, satana!
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - L'IMPERO ROMANO E QUELLO AMERICANO: UGUAGLIANZE E DIFFERENZE
I romani assorbirono la cultura greca giudicata superiore, invece gli americani hanno sempre disprezzato l'Europa, a loro dire, corrotta, decadente e da conquistare uccidendo il buon gusto e l'educazione
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro, 17 febbraio 2023

L'impero romano, quando sottometteva un territorio, lo riempiva di sue basi militari onde assicurarsi che i sottomessi non facessero scherzi. Giustamente, così fa l'occupante e così ha sempre fatto. I più a rischio erano gli ebrei, che a ogni Pasqua scatenavano tumulti dietro all'ennesimo preteso Messia che li avrebbe messi al posto dei dominatori (per questo l'unico Messia, Gesù, che non prometteva riscosse e rivincite - anzi, diceva di pagare le tasse a Cesare - venne eliminato). Poiché ogni volta tutto partiva dal Tempio, che a Pasqua si riempiva di ebrei venuti da ogni dove (c.d. "diaspora") e le prediche dei sacerdoti ricordavano loro con toni accesi la liberazione dalla schiavitù d'Egitto, i romani pretesero da Erode il Grande, loro re-fantoccio, una caserma proprio dentro al Tempio. E lui costruì la Torre detta Antonia in servile omaggio al suo protettore Marco Antonio (salvo poi buttarsi con Ottaviano quando il vento cambiò).
Era situata in uno dei quattro angoli, con una guarnigione sempre pronta a intervenire in caso di problemi. Non solo. Tanto per chiarire chi comandava, i sacri paramenti del Sommo Sacerdote erano chiusi a chiave dentro la detta Torre: venivano rilasciati per il tempo necessario alle cerimonie più solenni e poi rimessi sveltamente sotto chiave. In cambio della sottomissione, e dei tributi, però, i romani erano generosi di opere pubbliche: grandiosi acquedotti, strade, edifici, palestre, terme eccetera (nonché una giustizia più giusta e democratica). E roba di prima qualità, tanto che molta parte rimane in piedi ancora oggi. La sirena per molti giovani era quasi irresistibile, di contro alla vita di soli lavoro, preghiera e miriadi di obblighi soffocanti cui li costringevano i loro rabbini. E gli "ellenizzanti" (così li chiamavano) si moltiplicavano: capelli corti, facce rasate, banchetti sul triclinio, nomi romani. O greci. Uno degli Apostoli si chiamava Filippo, nome greco, e ben due Evangelisti avevano nomi romani, Marco e Luca (Lucanus).
Sì, perché i romani, com'è noto, avevano avuto il buon gusto di assorbire la cultura greca (Graecia capta ferum victorem coepit: la Grecia vinta prese a sua volta il brutale vincitore), da loro, correttamente, giudicata superiore. Si può dire lo stesso dell'impero americano? Bene, le basi militari ce le abbiamo e ci hanno difeso per decenni dalla minaccia sovietica. Ma adesso che cosa minaccia l'Europa? Putin? Per quanto cerchino di farlo passare per il nuovo Hitler, non ci crede nessuno. Veniamo al resto del paragone. L'impero americano ha forse assorbito la cultura superiore della vecchia Europa? No, al contrario: ha invaso l'Europa con la sua, mercantile al ribasso, uccidendo perfino il buon gusto e la buona educazione. Diversamente dai romani, gli americani, fin dai loro fondatori, hanno sempre considerato l'Europa corrotta e decadente: i Pilgrim Fathers ne erano fuggiti apposta, e tale imprinting è rimasto.
Il benessere complessivo delle popolazioni sottomesse è aumentato come sotto l'impero americano? Non sembra, visto che negli Usa la benzina e i telefoni non costano quasi niente mentre qui da noi si rischia il freddo e la povertà per comprare l'energia da loro e a prezzo triplicato. E sono patetici i nostri politici che, pistola alla tempia, devono ripetere gli slogan sulla povera Ucraina invasa dal cattivone indicato da Stanlio&Ollio, cioè Uk e Usa (come tutti sanno, il cervello del duo era il primo). Certo, non c'è alternativa. Ma almeno ci lascino uggiolare (in attesa di qualche new Legge Mancino che ci vieti anche quello). Finirà in persecuzione, come con i no vax, per quelli di noi che si sono stufati di dare armi e soldi a Zelensky, armi e soldi che, tra l'altro, non si sa bene dove finiscano?

Fonte: Blog di Nicola Porro, 17 febbraio 2023

2 - MONTAGNIER, UNO DEI PIU' GRANDI VIROLOGI DEL XX SECOLO
Scoprì il virus HIV e vinse il Nobel, ma fu umiliato per le critiche alla gestione della pandemia e della vaccinazione... eppure non era novax visto che si era dedicato alla ricerca di un vaccino per l'AIDS! (VIDEO: Montagnier a Milano nel 2022 poco prima di morire)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 8 febbraio 2023

Un anno fa, l'8 febbraio 2022, si spegneva Luc Montagnier, uno dei più grandi virologi del XX secolo. Diresse il Centre national de la recherche scientifique, e l'Unità di Oncologia Virale dell'Istituto Pasteur di Parigi dove nel 1983 assieme a Françoise Barré scoprì il virus HIV: tale traguardo scientifico valse ai due il Premio Nobel per la medicina del 2008. Oltre a questo, produsse migliaia di pubblicazioni scientifiche.
Nonostante questa straordinaria carriera, nel corso degli ultimi due anni lo scienziato francese venne pesantemente e spesso volgarmente colpito per aver espresso dubbi di carattere scientifico sulla gestione politica della pandemia. Venne trattato dai media mainstream come un povero vecchio che proponeva teorie complottiste. In realtà, il professore fin dagli inizi della crisi pandemica da Covid-19 studiò con attenzione vari suoi aspetti, tra cui i possibili effetti collaterali dei vaccini, la predominanza degli aspetti economici e di marketing su quelli sanitari, e la disponibilità di cure alternative più efficaci e meno costose.
Nonostante i media gli avessero attaccato l'etichetta di "no vax", etichetta quantomeno ridicola perché per decenni si era dedicato alla ricerca di un vaccino per l'AIDS, e forse proprio per aver condotto a lungo questo tipo di ricerca, si era insospettito per la facilità con cui in 5-6 mesi erano stati prodotti questi farmaci genici. Nel corso di decenni, invece né Montagnier né altri valenti scienziati sono mai riusciti a realizzare un vaccino per quella che era stata definita "la peste del XX secolo". Ciò non è strano, dal momento che non sempre si riesce a realizzare un vaccino per una determinata malattia: altri esempi di fallimenti sono l'Epatite C o la tubercolosi.

NON SONO VERI VACCINI
Alla luce delle evidenze scientifiche Montagnier aveva messo in discussione le modalità con cui si era arrivati a questi prodotti, e inoltre contestò l'obbligatorietà del trattamento, sulla base della dichiarata mancanza di studi sperimentali che ne potessero garantire efficacia e sicurezza.
Ebbe modo, inoltre di sottolineare - tra i primi - che non si era in presenza di veri vaccini, ma di «montaggi complicati di biologia molecolare, che possono arrivare anche ad essere pericolosi, oltre che inefficaci».
Questo suo scetticismo nei confronti di quella che era la narrazione ufficiale sui vaccini, visti come l'unica soluzione al problema della pandemia, gli veniva dal suo essere uno scienziato autentico. Lo aveva applicato anche alle sue stesse scoperte: ebbe la volontà di rimetterle sempre in discussione, quando sarebbe stato molto più facile e gratificante cavalcare l'onda dell'industria farmaceutica e delle grandi autorità governative che volevano prendersene il merito, il credito per aver risolto il problema dell'AIDS vendendo farmaci specifici per l'HIV.
Montagnier continuò per anni a studiare questa malattia, che non è mai stata risolta definitivamente. Ed è significativo il fatto che molte perplessità sul Covid siano state espresse proprio dai grandi scienziati che si sono dedicati in precedenza all'AIDS: Montagnier, Robert Gallo e Angus Dalgleish. Il virologo francese nella sua vita e nel suo lavoro sembra aver seguito un metodo di ricerca reso celebre da un suo famoso collega dell'inizio del secolo scorso, anch'egli Premio Nobel, Alexis Carrell, che aveva affermato che «molto ragionamento e poca osservazione portano all'errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità».

UNA GRANDE EREDITÀ INTELLETTUALE
La verità fu la preoccupazione di tutta la sua vita, per questo rimetteva in discussione le sue scoperte dicendo «questa è una scoperta molto importante, ma facciamo in modo di sviscerarne tutti gli aspetti, senza cedere a grandi dichiarazioni e semplificazioni». Proprio perché continuò ad esercitare il suo scetticismo, per integrità personale, diventò motivo di imbarazzo per coloro che incassavano i profitti e la fama delle sue scoperte.
Pochi giorni prima di morire, tenne un incontro pubblico in Italia, e lanciò un appello ai colleghi medici perché facessero fino in fondo il loro dovere: informarsi e ricercare, e scoprire che erano già disponibili dei farmaci attivi, in grado di portare a guarigione il malato Covid se utilizzati all'inizio dell'infezione. Parlò di «metodi alternativi per curare questa infezione che sono meno rischiosi e anche meno costosi per il sistema sanitario, e che permetterebbero di liberarci di questo virus».
Lo scienziato francese non si occupò solo del virus, ma anche e soprattutto delle strategie che a livello internazionale erano state adottate per fronteggiarlo, strategie - a detta di Montagnier - del tutto inadeguate. Cercò di spiegare che non era il vaccino che poteva fermare l'epidemia, ma una combinazione di cure. Parlò anche dell'emergere di dati che documentavano degli effetti collaterali di tipo vascolare e neurologico molto importanti. Di lì a pochi giorni l'anziano scienziato si spense, lasciando una testimonianza che a distanza di un anno non può non apparire come profetica, e lasciando una grande eredità intellettuale che deve essere raccolta e sviluppata.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 8 minuti) si può vedere l'intervento del Prof. Luc Montagnier alla Manifestazione di Milano, sabato 15 gennaio 2022. Dopo tre settimane sarebbe poi morto lasciandoci una importante eredità culturale e scientifica.


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DOSSIER "PERSONE FAMOSE"
Decedute dal 2020 in poi

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 8 febbraio 2023

3 - IL CUORE INCORROTTO DELLA BEATA PAULINE MARIE JARICOT
Ultima di otto fratelli, organizzatrice instancabile, aiutata dal Papa, elogiata dal Curato d'Ars, muore in estrema povertà abbandonata da tutti, incluso l'Opera che ha fondato
Fonte Sito del Timone, 10 febbraio 2023

Il nome di Pauline Marie Jaricot (1799-1862) potrebbe non dire molto a tanti italiani. Eppure è un nome importante, essendo quello una religiosa francese, fondatrice dell'Opera della Propagazione della fede, che esattamente lo scorso anno - il giorno 22 maggio - è stata beatificata. Proprio tale circostanza, riporta Le Figaro, ha consentito di approfondire quello che si presenta a tutti gli effetti come un enigma.
Sì, perché il cuore della donna è al centro di un fenomeno straordinario: dal 1862 a oggi non pare aver conosciuto lo scorrere del tempo, risultando in uno stato di perfetta conservazione. Non a caso trattasi di reliquia oggetto di devozione. Ma una reliquia - ecco il punto, riportato dal giornale francese - su cui è stata appena effettuata una perizia di biologia molecolare che, sorprendentemente, non ha saputo smentire che affetto l'eccezionalità del prodigio.
Eccezionalità per la scienza, s'intende. La devozione cristiana è infatti già a conoscenza di episodi di episodi di alcuni grandi santi che sono stati miracolosamente risparmiati dalla corruzione post mortem della carne. Un nome tra tutti, per esempio, è quello di san Padre Pio di Pietrelcina (1887-1968), le cui spoglie pare perfino esalassero profumi soavi...ma torniamo al nuovo mistero con cui i media francesi si ritrovano ora a dover fare i conti.
C'è infatti un particolare che getta nuova luce, forse, sulla vicenda che ha per protagonista Pauline Jaricot, figlia di ricca famiglia lionese che divenne nota anche come l'ispiratrice dei «rosari viventi», vale a dire di gruppi di preghiera in cui i fedeli si uniscono all'unisono recitando il santo rosario e facendo l'elemosina ai bisognosi. Il particolare, da tenere a mente, è questo: lei per prima, in vita, ebbe un problema cardiaco che, dopo un pellegrinaggio alla tomba di santa Filomena, incredibilmente svanì.
La futura beata morirà tempo dopo, sempre in povertà e già «in odore di santità». Il suo cuore incorrotto diviene tempo dopo, custodito in un apposito reliquiario e oggetto di devozione da parte dei fedeli. Oggetto di devozione al punto che nel 2021, con l'accordo della diocesi di Lione, un team di scienziati tra cui Philippe Charlier, medico legale, del museo del Quai Branly, dell'Aphp - acronimo di Assistance publique des hospitals de Paris - e di archeologi, ha esaminato il cuore della religiosa, custodito in un reliquiario sigillato nella chiesa di Saint-Polycarpe dal 1880.
Ebbene, grande è stata la sorpresa degli scienziati nell'appurare i seguenti aspetti. Primo, il cuore di Pauline Jaricot presenta un eccezionale stato di conservazione pur senza evidenziare alcun segno di imbalsamazione; secondo, sempre quel cuore - riferisce Le Progrès - non presenta segni di cardiopatia. Dunque delle due l'una: o i testimoni dell'epoca, medici inclusi, si erano sbagliati nel riferire che la futura beata soffriva di problemi cardiaci oppure, semplicemente, davvero lei fu protagonista, come poc'anzi riportato, di una guarigione miracolosa...
Ecco che allora un solo cuore si trova oggi al centro neppure di uno, bensì di due miracoli eccezionali. E a certificarlo, strano ma vero, è quella stessa scienza, che non può fare altro - come accade in casi di questo genere - che fermarsi, senza aggiungere o togliere nulla alle spiegazioni che si danno fedeli e pellegrini che, nella vita della fondatrice dell'Opera della Propagazione della fede, trovano un luminoso esempio da seguire.

Nota di BastaBugie: ecco la voce completa pubblicata da Wikipedia sulla beata Pauline Marie Jaricot la cui memoria cade il 9 gennaio.
Pauline Marie Jaricot, ultima di otto fratelli, figlia di un piccolo industriale della seta, nacque a Lione il 22 luglio 1799. Il padre preferì farla battezzare di nascosto da un prete refrattario, piuttosto che dal parroco di Saint Nizier, che aveva giurato sulla Costituzione civile del clero. Fin dalla giovane età, Pauline sentì molto parlare del lavoro e dell'eroicità dei missionari nelle terre lontane.
Da ragazza fece voto di castità e abbandonò le ricchezze di famiglia vivendo nella povertà. Nel 1817, in seguito a una specie di illuminazione avvenuta la Domenica delle Palme, fondò con altre persone il gruppo delle Riparatrici del Cuore di Gesù sconosciuto ed offeso. In seguito, apprese dal fratello sacerdote Phileas che i preti delle Missioni Estere di Parigi versavano in serie difficoltà economiche. Così, per raccogliere denaro, Pauline e le sue compagne crearono un'associazione, che nel 1822 assunse il nome ufficiale di Opera della Propagazione della Fede. Questo istituto giocò un ruolo fondamentale nello sviluppo del movimento missionario francese del XIX secolo. Alla fine del secolo l'Opera era presente in tutti i Paesi della cristianità.
Ammalatasi gravemente, intraprese un pellegrinaggio sulla tomba di santa Filomena a Mugnano. Fu l'occasione per incontrare papa Gregorio XVI, che approvò la sua Opera e le donò la sua benedizione.
Pauline morì il 9 gennaio 1862 nella miseria e nell'indifferenza generale.
Con papa Benedetto XV l'Opera fondata da Pauline Jaricot diventò pontificia e trasferì la sua sede da Lione a Roma.
Papa Giovanni XXIII la dichiarò venerabile nel 1963. Il 26 maggio 2020 papa Francesco approvò un miracolo attribuito all'intercessione di Pauline, aprendo così la strada alla sua beatificazione, che è stata celebrata nella cattedrale di Lione dal cardinale Luis Antonio Tagle il 22 maggio 2022.
Per la beatificazione la Chiesa cattolica ha considerato miracolosa la guarigione, avvenuta nel 2012, di Mayline Tran, di tre anni e mezzo, ricoverata all'ospedale "Femme Mère Enfant" di Lione in stato vegetativo, causato da "anossia cerebrale prolungata per ostruzione delle alte vie respiratorie da corpo estraneo alimentare, con arresto cardio-respiratorio". I medici ritenevano che, qualora fosse sopravvissuta, non avrebbe potuto più parlare né camminare, e si decise di evitare l'accanimento terapeutico, provvedendo alla nutrizione enterale e all'idratazione. Dopo l'iniziativa di preghiere per ottenere l'intercessione della venerabile Paolina Maria Jaricot, la bambina recuperò l'autonomia motoria e la comprensione del linguaggio, in assenza di conseguenze neurologiche. Il padre della piccola, non credente, decise di farsi battezzare. Nel novembre 2019 la Consulta Medica giudicò l'accaduto scientificamente inspiegabile. I Consultori teologi, nel dicembre dello stesso anno, dichiararono la guarigione miracolosa e ottenuta per intercessione di Pauline Jaricot.

Fonte: Sito del Timone, 10 febbraio 2023

4 - LA MEDICINA PERVASIVA COME NUOVO POTERE ASSOLUTO
L'esperienza Covid ha attestato il passaggio dall'ospedale appartato all'ospedale pervasivo in quanto l'intera società è ormai una grande farmacia (VIDEO: Dovete credere!)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 8 febbraio 2023

Per comprendere che tipo di potere si celi sotto il nuovo "potere terapeutico" è utile fare quattro passaggi concettuali.
Prima di tutto bisogna prendere atto che la medicina ha investito tutta la vita sociale, ben oltre i limiti della pura e semplice lotta alla malattia e "quando noi vogliamo fare ricorso a un campo che crediamo esterno alla medicina, ci rendiamo conto che è stato medicalizzato", "La medicina non ha più oggi un campo che le sia esterno". Come scrive dom Giulio Meiattinni, l'esperienza Covid ha attestato il passaggio dal "sanatorio appartato al sanatorio pervasivo" La medicina ci educa a come alimentarci, a come utilizzare il tempo libero e le vacanze, a dove abitare, a come costruirci la casa e a mille stili di vita. Essa pontifica sui rapporti tra psiche e corpo e ci induce a consumare integratori naturali per le più svariate finalità. Ci induce a modificare chirurgicamente il corpo per fini estetici e a imbottirci di steroidi e cocktail proteici. Veicola una artificiosa ideologia naturalista. La scuola viene progressivamente medicalizzata, con la trasformazione dei problemi educativi in problemi clinici. La medicina diventa oggetto di consumo e di costume. Essa investe il lavoro con la medicina del lavoro, o lo sport con la medicina dello sport. La terapia psicanalitica ha sostituito la religione. Oggi chi entra in una farmacia lo fa per mille motivi - dall'aborto chimico alla cosmesi - e non più solo per la tradizionale cura della malattia.
Il fatto di maggiore impatto di questo ampliamento di campo è costituito dalla medicina preventiva, che interviene prima dei sintomi e non dopo. Secondo Meiattini le politiche Covid hanno avuto due conseguenze: l'assorbimento nel cittadino della categoria del paziente e la sparizione della categoria del guarito" Con la vaccinazione di massa, le modifiche del dna nei concepiti in provetta, l'eugenetica, le strutture sanitarie a disposizione della disforia di genere nei bambini, il blocco della pubertà per dilazionare il momento della scelta del genere… la medicina diventa un preconfezionamento dell'umanità futura nei cui confronti la prevenzione dalle malattie è solo uno strumento mentre il fine è il transumanesimo.

LA MEDICINA COME POTERE
Eccoci allora al secondo passaggio. Da tutto ciò è facile capire il nuovo significato politico della medicina. Essa rappresenta un enorme potere di controllo e pianificazione della popolazione. In questo potere trovano appuntamento le grandi case farmaceutiche, le fondazioni tecnologiche globali e i poteri politici. La medicina diventa così un sistema di governo politico, elemento fondamentale del Deep State. Le case farmaceutiche finanziano la ricerca, facendole dire quello che esse desiderano. I grandi media veicolano le narrazioni concordate. Il potere politico implementa le disposizioni necessarie a indirizzare i comportamenti dei cittadini.
Questo nuovo potere sistemico, tuttavia, nelle democrazie occidentali ricerca il consenso dei cittadini che chiedono essi stessi di essere soggetti al controllo del potere sanitario/politico. È questo il significato dell'espressione "società palliativa". Il controllo sanitario, fin dalla metà del XVIII secolo, ha fatto emergere il soggetto della "popolazione" che in precedenza non esisteva dal punto di vista sociologico. Ora è la popolazione stessa che chiede di essere controllata e fonda a sua volta il potere sanitario. Così nelle democrazie occidentali si formano dittature sanitarie consensuali. Nel caso del biennio covid, nemmeno le dichiarazioni della Pfizer che attestavano come il lancio del prodotto fosse avvenuto fin dall'inizio nella consapevolezza della sua inefficacia è bastato perché la popolazione cominciasse a porsi qualche domanda, tanta era la convinzione prodotta in essa dal potere palliativo. Al concetto di società palliativa, va accostato poi quello di "psicopolitica" perché nell'occidente democratico la sorveglianza, il controllo e l'indirizzamento dei comportamenti si fa agendo sulle menti e non più sui corpi. Infine, va notato che il nuovo potere terapeutico si fonda sulla paura indotta, ma non la paura per le imposizioni o sanzioni del potere politico/sanitario, che invece si presenta e viene accettato come liberatorio dalla paura, bensì come paura dalle emergenze sanitarie e in particolare dai nuovi pericoli sanitari che, invece, proprio il potere sanitario produce.

LA MEDICINA UCCIDE
Una volta stabilito che la medicina è ormai pervasiva e che rappresenta un potere terapeutico, bisogna fare un terzo passo in avanti e comprendere che la medicina uccide: "la medicina uccide, ha sempre ucciso e ha sempre avuto coscienza di farlo". Non uccide per le sue carenze, per certe falle di ignoranza scientifica, per disfunzioni operative o per inadeguatezza degli operatori: "la medicina può essere pericolosa non a causa della sua ignoranza, ma per il suo sapere, proprio perché essa è una scienza".
Oggi la medicina uccide tramite l'aborto di Stato, in applicazione delle leggi sull'eutanasia e il suicidio assistito, uccide gli embrioni umani prodotti in eccesso durante la fecondazione artificiale, i feti per trarne organi e cellule staminali per la ricerca. Durante la pandemia ha ucciso in vari modi: con la trascuratezza per gli effetti avversi, con l'applicazione obbligata di protocolli assurdi, con la negazione delle cure e la scelta ideologica e assoluta per il vaccino, facendo penare nell'isolamento tante persone anziane ricoverate, togliendo risorse ad altri reparti sanitari senza più la possibilità di garantire in essi la normale prevenzione e cura.
A questi tre passaggi bisogna infine aggiungerne un altro. Il nuovo potere terapeutico si è integrato in un sistema economico politico che per alimentarsi e riuscire a mantenere il proprio potere ha bisogno che la società vanga concepita come composta da malati permanenti. L'onere della prova della malattia non deve più spettare al potere sanitario, ma al cittadino, da considerarsi malato fino a prova contraria da lui stesso prodotta. Ma siccome i criteri della prova sono stabiliti dal potere, il cittadino non è in grado di provare di non essere malato. Se non abbiamo la febbre è perché non ce la siamo ancora misurata. Il potere politico ha bisogno di malati "a priori", perché tutti possano rientrare nella sfera delle sue funzioni. Su questo esso fonda la prevenzione, come prefigurazione totale di una società futura. Ecco perché la società è come una immensa farmacia, o un immenso ospedale, dove le malattie si presuppongono e, per evitarle, si riprogramma l'essere umano. Se la malattia è permanente anche la paura è permanente e la paura rende permanente il potere.

Nota di BastaBugie: hai visto il film "Knock, ovvero il trionfo della medicina"? Per il dottor Knock la parola ''salute'' va eliminata dal dizionario perché, secondo la sua idea di medicina e di progresso, ''i sani sono dei malati che non sanno di esserlo''. Per tutte le informazioni su questo imperdibile film e altri video veramente interessanti per capire il processo in corso nella medicina di oggi, clicca qui!

VIDEO: DOVETE CREDERE!
Nel seguente video (durata: 5 minuti) dal titolo "Dovete credere!" Silver Nervuti si rivolge a coloro che hanno creduto a Draghi e al suo famoso "Non ti vaccini, ti ammali, muori". Adesso è venuto il momento di fare autocritica ed ammettere che è stato tutto un inganno.


https://www.youtube.com/watch?v=a1suByZ3P9s

Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 8 febbraio 2023

5 - RENDERE LECITA LA ZOOFILIA, IL RAPPORTO ''SESSUALE'' TRA BESTIE E UOMINI?
La legge sul benessere degli animali che il Senato spagnolo potrebbe approvare depenalizza la zoofilia, punita solo se provoca lesioni all'animale (?!)
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 febbraio 2023

Giovedì scorso il Congresso dei Deputati del Parlamento spagnolo ha approvato la cosiddetta Legge sul benessere degli animali in modifica della legge n. 10/1995 che riguarda la materia del maltrattamento di animali. Tale proposta di legge è stata voluta da PSOE, Unidas Podemos, ERC e Bildu. Inoltre è stato approvato anche un altro disegno di legge che ha soppresso gli artt. 337 e 337 bis del Codice penale ed ha introdotto un nuovo titolo, il XVI bis, «Dei delitti contro gli animali», che conterrà quattro nuovi articoli, dal 340 bis al 340 quinquies. Questa proposta per diventare legge deve ancora ricevere il placet del Senato.
Il nuovo art. 340 bis prevede sanzioni per tutti coloro i quali, al di fuori di attività disciplinate dalla legge, "con qualsiasi mezzo o procedura, compresi gli atti di natura sessuale, provocano una lesione a un animale vertebrato che richiede un trattamento veterinario per ripristinarne la salute".
Il precedente art. 337 cp, che si vorrebbe abrogare, prevedeva sanzioni se i maltrattamenti riguardavano animali domestici o addomesticati o allevati e le escludeva esplicitamente per gli animali che vivevano allo stato brado. Ora si potranno punire tutti coloro che provocano una lesione a qualsiasi animale vertebrato. Dunque in Spagna non sarà più permesso ammazzare i topi o i serpenti che ti entrano in casa e se investi un coniglio che ti attraversa la strada rischi o il carcere, fino a 18 mesi, o una multa. Se poi installi sul cornicione di casa dei dissuasori appuntiti per piccioni, provocando loro al massimo delle semplici punture che non necessitano delle cure di un veterinario, sei fortunato perché per te ci sarà solo una multa o lavori socialmente utili.

NON UCCIDERE I TOPI, POVERINI...
Se, invece, per uccidere il ratto usi dei veleni le pene sono aumentate, così come se gli spezzi un arto o se gli rechi delle lesioni ed è presente tua figlia ancora minorenne o se provi una certa soddisfazione ad averlo centrato con una scopata perché verrebbe rubricato ad atto crudele. Se poi il ratto muore sono guai, perché puoi finire in carcere per due anni (se ammazzi un bambino nel ventre della madre invece lo Stato ti paga l’operazione). Rimane infine il dubbio se si potrà applicare la legittima difesa qualora una persona venga attaccata da un cane feroce. Il punto critico di questo nuovo art. 340 bis è in definitiva il seguente: il fatto delittuoso così descritto nell’articolo non ricomprende solo gli atti di maltrattamento di animali, ma anche quelli di difesa dell’uomo verso gli animali o quelli in cui nessuna colpa può essere addebitata all’uomo (vedi l’investimento inevitabile di un animale).
Il disegno di legge spagnolo non è solo bestiale per questo motivo, ma anche per un altro: tale disegno di legge depenalizza il reato di zoofilia che era previsto proprio dall’art. 337. Se in questo articolo gli atti di bestialità venivano sanzionati in quanto tali, nel nuovo art. 340 bis, come abbiamo visto, si puniscono gli atti sessuali avuti con un animale solo se provocano a questi una lesione. In caso contrario sono leciti.
L’art. 337 era già di suo mal strutturato: infatti la punizione derivava dal fatto che un atto sessuale con un animale veniva visto come maltrattamento verso l’animale, non come atto contrario alla dignità della persona. Il nuovo 340 bis si spinge molto più in là: se l’atto sessuale provoca una lesione è reato, in caso contrario è un facoltà di fatto da esercitarsi liberamente forse perché, così avranno pensato gli estensori del disegno di legge, rientra nelle libertà sessuali dell’uomo e della bestia aver rapporti interspecie. Comunque, al di là delle motivazioni che hanno portato a questo cambiamento, un dato è certo: se la legge verrà varata, il reato di zooerastia sarà parzialmente depenalizzato.

COME OTTENERE IL CONSENSO DELLE GALLINE?
Il portavoce di Vox al Congresso dei Deputati, Iván Espinosa de los Monteros, in conferenza stampa ha chiesto ai suoi colleghi di maggioranza: "Vorrei sapere se quelli di Podemos hanno pensato a come ottenere il consenso delle galline, degli asini o degli animali con cui pensano di avere rapporti sessuali", dato che la normativa che disciplina i rapporti sessuali esige il consenso per consumare un rapporto. Ma gli animali, per la legge spagnola, non sono esseri consenzienti, ma semplicemente senzienti, non sono dunque ancora persone, seppur poco ci manchi.
Perciò, in punta di diritto, non serve il loro consenso. Ciò detto, visto questo ultimo disegno di legge, gli animali stanno guadagnando terreno verso la loro terra promessa, ossia il riconoscimento dello status di soggetto giuridico. Come abbiamo appena notato, la liceità in alcuni casi dei rapporti sessuali tra uomini e bestie fa sospettare che gli estensori della proposta di legge credano che, se non ci sono danni a carico dell’animale, il rapporto sessuale non soddisfi solo le voglie dell’umano, ma anche della bestia. Il criterio quindi, come già sottolineato, non sarebbe quello di vietare atti contrari alla dignità della persona e promuovere quelli a lei consoni, bensì vietare solo gli atti sessuali lesivi dell’animale e promuovere quelli consoni agli interessi, più o meno aberranti poco importa, dell’essere umano e dell’essere animale. In breve: chi ci dice che Fido non gradisca certe attenzioni da parte del suo padrone? E, quindi, perché vietarle?
Si spera che il Senato, esaminando il testo di questo disegno di legge, provveda, se non a bocciarlo (cosa impensabile), perlomeno a modificare tali macroscopiche storture giuridiche e morali.

Nota di BastaBugie: il termine zoofilia ha varie accezioni; può riferirsi al sentimento o atteggiamento di affetto e protezione per gli animali, ma in psicopatologia nell'accezione di zoofilia erotica è usato come sinonimo di zooerastia o bestialità, per indicare la preferenza sessuale che porta ad avere rapporti sessuali con animali. (Fonte: Wikipedia)

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 febbraio 2023

6 - LE GUERRE DI INDIPENDENZA SCOZZESI HANNO FORNITO LA CORNICE STORICA DEL FILM BRAVEHEART
La battaglia di Stirling Bridge fu una battaglia della prima Guerra di indipendenza scozzese combattuta l'11 settembre 1297 da William Wallace che sconfisse l'esercito inglese
Fonte Wikipedia

Le guerre di indipendenza scozzesi furono una serie di campagne militari combattute tra il Regno di Scozia e il Regno d'Inghilterra a cavallo tra XIII secolo e XIV secolo.
La Prima Guerra (1296-1328) iniziò con l'invasione inglese della Scozia nel 1296, e terminò con la firma del Trattato di Edimburgo-Northampton del 1328.
La Seconda Guerra (1332-1357) iniziò con l'invasione di Edoardo Balliol, sostenuta dall'Inghilterra e i "Diseredati" nel 1332, e terminò nel 1357 con la firma del Trattato di Berwick.
Le guerre furono parte di una grande crisi nazionale della Scozia e il periodo divenne uno dei momenti più determinanti della storia della nazione. Al termine di entrambe le guerre, la Scozia mantenne il proprio status di nazione indipendente.
Le guerre furono importanti per altre ragioni, come la nascita dell'arco lungo, arma fondamentale nella guerra medievale.

LA BATTAGLIA DI STIRLING BRIDGE
La battaglia di Stirling Bridge fu una battaglia della prima Guerra di indipendenza scozzese combattuta l'11 settembre 1297. Le forze di Andrew de Moray e William Wallace sconfissero l'esercito inglese condotto da John de Warenne e Hugh de Cressingham (morto in battaglia).
Questa battaglia fu una tremenda sconfitta per gli inglesi e dimostrò che in determinate circostanze la fanteria poteva dimostrarsi superiore alla cavalleria. Ci volle tuttavia del tempo prima che la lezione venisse completamente compresa.
L'11 settembre 1297 vide una decisiva vittoria per Wallace e gli scozzesi a Stirling Bridge. Nonostante fossero in ampia inferiorità numerica, le forze scozzesi guidate da Andrew de Moray (un importante nobile, in quanto primogenito), e con Wallace come capitano, misero in rotta l'esercito inglese. L'esercito di professionisti del Conte del Surrey, forte di tremila cavalieri e 10.000 fanti, andò incontro al disastro quando attraversò il fiume da nord. Il ponte era troppo stretto perché molti soldati potessero attraversarlo assieme (probabilmente non più di tre uomini affiancati), così mentre gli inglesi attraversavano, gli scozzesi li attesero e li uccisero man mano che passavano.
I soldati inglesi iniziarono a ritirarsi mentre i loro compagni dalle retrovie spingevano in avanti, e sotto un peso eccessivo, il ponte crollò, facendone affogare molti. All'insaputa dell'esercito inglese caduto nel panico, parte delle forze scozzesi aveva guadato il fiume più a monte. Con l'esercito inglese diviso sulle due rive del fiume, le due forze scozzesi pressarono le due metà dell'esercito inglese verso il fiume. Fu una vittoria schiacciante e un'enorme iniezione di fiducia per l'esercito scozzese. Hugh Cressingham, il tesoriere di Edoardo in Scozia, venne ucciso nel corso della battaglia. Successivamente alla vittoria, Wallace venne nominato cavaliere e Guardiano di Scozia il 13 marzo 1298.
Questa battaglia rappresentò il punto più alto della carriera di Wallace, ed essa venne sempre ricordata nelle rappresentazioni che lo riguardavano. Nel film Braveheart è chiamata semplicemente "la battaglia di Stirling" ed è stata girata omettendo il ponte.

LA BATTAGLIA DI FALKIRK
Un anno dopo, comunque, la situazione si rovesciò. Il 15 giugno 1298 gli inglesi avevano invaso la Scozia a Roxburgh. Saccheggiarono il Lothian e riconquistarono alcuni castelli, ma non riuscirono a far scendere in campo Wallace. Gli scozzesi avevano adottato una strategia di terra bruciata e gli errori commessi dagli addetti ai rifornimenti lasciarono gli inglesi con scarso cibo e morale basso, ma la ricerca di Wallace da parte di Edoardo si sarebbe conclusa a Falkirk.
Wallace aveva posizionato i suoi lancieri in quattro schiltron - formazioni circolari a riccio, circondate da un muro difensivo di pali di legno. Gli inglesi ottennero un vantaggio attaccando per primi con la cavalleria, e seminando la morte tra gli arcieri scozzesi disposti fuori delle formazioni difensive. I cavalieri scozzesi fuggirono e gli uomini di Edoardo iniziarono ad attaccare gli schiltron. Non è chiaro se il fattore decisivo fu il lancio di frecce e pietre da parte della fanteria, o un attacco portato dalla cavalleria.
Ad ogni modo, si aprirono presto dei varchi negli schiltron e gli inglesi li sfruttarono per annientare le ultime resistenze. Gli scozzesi persero molti uomini, ma Wallace riuscì a sfuggire, anche se il suo orgoglio e la reputazione militare ne vennero gravemente danneggiati. Alla fine di settembre del 1298 Wallace aveva deciso di cedere il titolo di Guardiano a Robert Bruce, conte di Carrick, e a John Comyn di Badenoch, il fratellastro dell'ex sovrano John Balliol. Bruce si riconciliò con Edoardo nel 1302, mentre Wallace respinse questa decisione di fare la pace. Egli trascorse un po' di tempo in Francia, in una presunta missione diplomatica.
William Wallace riuscì a sfuggire agli inglesi fino al maggio 1305, quando Sir John de Menteith, un cavaliere scozzese leale a Edoardo I d'Inghilterra, lo catturò nei pressi di Glasgow. Dopo un processo sommario, le autorità inglesi lo giustiziarono atrocemente il 23 agosto 1305, a Smithfield (Londra), nella maniera tradizionale riservata ai traditori: egli venne impiccato e quindi squartato. La sua testa venne infilzata su un palo e posta sul London Bridge. Il governo inglese espose le sue membra, come si usava allora per i condannati a morte, nelle città principali: Londra, Newcastle, Berwick, Edimburgo e Perth.

Nota di BastaBugie: William Wallace era un cattolico fervente, pregava con i salmi ogni giorno e alla sua morte un sacerdote vede la sua anima accolta in cielo dagli angeli. Per leggere la vera storia di Wallace, le differenze con il pur stupendo film e per vedere alcune scene del film Braveheart, clicca qui!


https://www.youtube.com/watch?v=UsHp4SigszI&list=PLolpIV2TSebXA9xYikH3yOYlHE6Ls-eQC

Fonte: Wikipedia

7 - VESCOVO CONDANNATO A 26 ANNI DI CARCERE DALLA DITTATURA COMUNISTA DI ORTEGA IN NICARAGUA
Invece il vescovo ausiliare di Los Angeles, che strappava i giovani alla violenza e alle bande criminali, è stato ucciso con una pistola
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 16 febbraio 2023

Drammatici sviluppi nella vicenda, che vede come involontario protagonista il vescovo di Matagalpa, mons. Rolando Álvarez Lagos, vittima della dittatura comunista imposta in Nicaragua da Daniel Ortega sin dal suo ritorno al potere, nel 2007, dopo aver fatto imprigionare la maggior parte dei suoi rivali in corsa per la presidenza.
Mons. Álvarez è stato condannato a 26 anni e 4 mesi di carcere effettivo (già tenendo conto degli sconti previsti in successione), ad una sanzione equivalente a circa 1.550 dollari, nonché all'interdizione a vita dalle cariche pubbliche, alla perdita perpetua dei diritti di cittadinanza, con una sentenza-lampo, emessa con largo anticipo rispetto ai tempi previsti per il processo, in un primo tempo fissato in realtà per questo 15 febbraio. L'inverosimile accusa, servita come pretesto per la condanna al giudice Héctor Ernesto Ochoa Andino, presidente della Camera Penale 1 della Corte d'Appello di Managua, è addirittura quella di «tradimento della Patria, compromissione dell'integrità nazionale, propagazione di notizie false attraverso la tecnologia dell'informazione, ostruzione delle funzioni, disobbedienza aggravata o disprezzo per l'autorità, tutti commessi in reale concorrenza e a danno della società e dello Stato della Repubblica». Perché? Semplicemente perché mons. Álvarez si è rifiutato di lasciare il Paese e di salire sull'aereo con cui, il giorno prima della sentenza, il regime aveva deportato negli Stati Uniti ben 222 prigionieri politici.
Sempre con l'insostenibile accusa di «tradimento» e di diffusione di notizie false il mese scorso sono stati condannati a dieci anni di carcere anche quanti si trovavano col vescovo al momento dell'arresto, avvenuto lo scorso agosto, e quindi quattro sacerdoti, due seminaristi ed un cameraman. Ma in carcere sono finiti anche altri sette sacerdoti e due collaboratori della Diocesi di mons. Álvarez.
Stando a questa sentenza, il vescovo Álvarez dovrà restare in galera fino al 13 aprile 2049. A nulla è valso il sostegno giunto nei giorni scorsi al clero ed ai prelati nicaraguensi, a nome dei vescovi europei, dal card. Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece, la Commissione delle Conferenze episcopali dell'Unione europea. Il card. Hollerich, in una lettera indirizzata al vescovo di Jinotega, mons. Carlos Enrique Herrera Gutiérrez, presidente della Conferenza episcopale nicaraguense, ha chiesto l'immediato rilascio dei molti, troppi sacerdoti rinchiusi dietro le sbarre solo per la loro opposizione ad un governo comunista sempre più autoritario, citando espressamente, tra questi, mons. Álvarez. Nella missiva, il card. Hollerich ha dichiarato che i recenti eventi, «tra cui la chiusura delle stazioni radio cattoliche, il blocco dell'accesso alle chiese da parte della Polizia ed altri gravi atti, che turbano la libertà religiosa ed il giusto ordine sociale, mostrano l'aggravarsi di una situazione iniziata anni fa. In mezzo a circostanze così avverse, le testimonianze di impegno nella fede nel Vangelo e nel bene sociale comune della nostra amata Chiesa in Nicaragua sono ammirevoli e non passano inosservate», costituendo anzi «un esempio vivo e un modello da seguire in tante altre situazioni di persecuzione, che purtroppo si stanno moltiplicando in varie parti del mondo». Il card. Hollerich ha infine promesso che la Comece farà tutto quanto in suo potere «con le istituzioni europee per il rilascio» di mons. Álvarez e «per promuovere la libertà, lo stato di diritto, la giustizia e la democrazia» nel Paese.
Va ricordato che l'anno scorso il governo comunista ha espulso dal Nicaragua l'ambasciatore del Vaticano, l'arcivescovo Waldemar Stanislaw Sommertag, e 18 Suore Missionarie della Carità. Sono stati bloccati anche i pellegrinaggi e le processioni in tutto il Paese. Stando all'avvocato e ricercatrice nicaraguense Martha Patricia Molina, dal novembre 2018 ad oggi la Chiesa cattolica in Nicaragua ha subìto circa 400 attacchi da parte del regime tra pestaggi, arresti, diffamazioni, esilio e minacce. Dura la condanna dell'accaduto, pubblicata anche dall'agenzia InfoCatólica, secondo cui, con questo nuovo atto, la dittatura di Ortega si starebbe «spingendo sempre più in là nella sua follia e nel suo totalitarismo» con una condanna, che rappresenterebbe solo «una delle sue ultime azioni contro il popolo nicaraguense e contro il Cristianesimo».

Nota di BastaBugie: Nicola Scopelliti nell'articolo seguente dal titolo "Il vescovo ucciso a Los Angeles aveva un'arma segreta: Maria" parla di Mons. David O'Connell che è stato trovato morto con un colpo d'arma da fuoco a Los Angeles, città dove il presule irlandese era vescovo ausiliare. Affidava alla protezione della Madonna di Guadalupe il suo impegno per evangelizzare e strappare i giovani alla violenza e alle bande criminali.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 21 febbraio 2023:

«Non ho parole per esprimere il mio dolore. Che la misericordia di Dio scenda su chi ha ucciso mons. O'Connell». È quanto ha dichiarato José Horacio Gomez, arcivescovo metropolita di Los Angeles, dopo aver appreso la notizia della morte violenta del suo ausiliare, il vescovo David O'Connell, avvenuta a Hacienda Heights, poco dopo le tredici di sabato scorso.
L'arcivescovo è stato contattato dall'Ufficio dello Sceriffo della contea di Los Angeles, dopo che il corpo di mons. O' Connell era stato rinvenuto in un'abitazione, al civico 1500 di Janlu Avenue. Agli agenti era pervenuta una telefonata anonima, che indicava il luogo con "il cadavere di un sacerdote cattolico". «Come prete prima e come vescovo poi, David è stato un uomo di profonda fede, un uomo che portava la pace, che aveva a cuore i poveri e gli immigrati e una grande passione per la comunità», ha commentato l'arcivescovo Gomez.
Mons. David O'Connell era il vicario episcopale per la regione pastorale di San Gabriele, una delle cinque dell'arcidiocesi di Los Angeles. Era stato papa Francesco, nel 2015, a chiamarlo all'episcopato e a nominarlo vescovo titolare di Cell Ausaille e ausiliare di Los Angeles. «Non me lo aspettavo, non credevo di avere il profilo per una simile posizione - aveva dichiarato appena gli era stata comunicata la notizia della sua nomina a vescovo -. Ma poi ho ricordato che Papa Francesco sceglie i "pastori" che siano parte attiva delle loro comunità, e allora ho pensato che forse mi avesse scelto proprio per questo».
O'Connell era nato nel 1953 in Irlanda, aveva studiato a Dublino e dal 1979 faceva parte dell'arcidiocesi di Los Angeles, dove era stato sacerdote in varie parrocchie e dove era diventato membro del gruppo interdiocesano per l'assistenza all'immigrazione della California del Sud, dove garantiva il coordinamento dell'azione della Chiesa a favore delle famiglie provenienti dal Centro-America.
A Los Angeles ci sono cinque milioni di cattolici e trecento parrocchie. La domenica, le chiese sono affollate ovunque, sia quelle delle zone meno abbienti, che nei quartieri più ricchi. Il vescovo O'Connell era noto e molto amato per il suo infaticabile lavoro a favore dei migranti, e in particolare dei bambini, ne favoriva l'iscrizione a scuola e molti lo ripagavano, non solo diplomandosi, ma continuando gli studi fino alla laurea. «Esistono comunque dei problemi - aveva detto nel corso di un'intervista rilasciata al periodico KeKaKo, rivista della Koinonia Giovanni Battista, nel marzo del 2020 - l'età media dei parrocchiani sta aumentando. Ci sono tante persone che hanno ormai superato i 50 anni. Abbiamo oltre cinquantamila bambini che hanno ricevuto la comunione, dopo due anni di catechismo, ma 25mila di quelli che hanno ricevuto la cresima, si sono allontanati dalla Chiesa, crescendo in famiglie che non coltivano la fede».
L'impegno pastorale prevalente di mons. O'Connell era tra la gente. Tra i giovani, in particolare. Aveva deciso di annunciare il Vangelo utilizzando, come la definiva lui, un'arma segreta: fare evangelizzazione sotto la protezione di Nostra Signora di Guadalupe. Voleva allontanare i ragazzi dalle bande giovanili violente, incontrando, però, tanti ostacoli, ma ottenendo anche dei risultati. «Tanti ragazzi ora frequentano le scuole e anche le parrocchie. È un cammino lungo e tortuoso», sottolineava. Ed è proprio in questi ambienti di Los Angeles che gli agenti dell'Ufficio dello sceriffo hanno concentrato le loro indagini. Gli investigatori non hanno fornito dettagli, né spiegato se il vescovo fosse il bersaglio dell'assassino. «Non possiamo lasciare che i giovani vengano "catturati" dalle bande - diceva - è compito dei pastori aiutarli con tutti i mezzi, affinché intraprendano strade alternative che li riconducano sulla retta via. È questa la nostra sfida».
Padre Dave, come veniva chiamato, si era molto esposto nel contrastare il fenomeno della violenza giovanile, e si era impegnato anche a ripristinare un rapporto di fiducia tra gli abitanti e le forze di polizia e ad instaurare un clima di pacifica convivenza. «Era un pacificatore con un cuore per i poveri e gli immigrati, e aveva la passione per la costruzione di una comunità in cui la santità e la dignità di ogni vita fossero onorate e protette"- ha detto l'arcivescovo Gomez, che ha poi aggiunto: «Era anche un mio buon amico e mi mancherà moltissimo. So anche che mancherà a tutti».
AGGIORNAMENTO: L'assassino di mons. David O'Connell ha un volto. Si tratta di Carlos Medina, 65 anni, marito della collaboratrice domestica del vescovo ausiliare di Los Angeles. Ad annunciarlo è stato lo stesso sceriffo della contea Robert Luna, il quale ha sottolineato che un informatore avrebbe riferito di aver visto l'uomo agire in modo strano dopo il delitto e rivendicare il fatto che il vescovo gli doveva dei soldi. Medina sarebbe stato anche individuato dagli agenti dopo aver visionato i video di sorveglianza che mostrano un uomo a bordo di un Suv che si aggirava nei pressi dell'abitazione di mons. O'Connell. Sempre secondo altri testimoni, tra i compiti della collaboratrice domestica c'era anche quello di portare fuori il cane e qualche volta a occuparsene era il marito, l'uomo arrestato.

Fonte: Corrispondenza Romana, 16 febbraio 2023

8 - OMELIA I DOMENICA QUARESIMA - ANNO A (Mt 4,1-11)
Vàttene, satana!
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Oggi è la prima Domenica di Quaresima e il Vangelo ci ricorda una realtà tante volte dimenticata, la verità che riguarda l'esistenza del diavolo e del fatto che il diavolo fa di tutto per rovinarci e, per questo, ci tenta in tanti modi.
Nel corso di questi ultimi decenni, molti sono stati quelli che hanno messo in dubbio l'esistenza del demonio, pensando che essa fosse solo un modo per esprimere la presenza del male. Il diavolo esiste, eccome, e il Vangelo ne parla in diverse occasioni. Il diavolo era stato creato buono da Dio ed era l'angelo più perfetto. Il suo nome era lucifero, che tradotto, significa "portatore di luce". Per orgoglio, si ribellò a Dio e trascinò in questa caduta una moltitudine di angeli che sono detti "demoni".
Per invidia contro l'uomo, il diavolo e tutti gli altri spiriti decaduti non cessano di tentare l'uomo per trascinarlo nella stessa caduta. Per tentarci, il diavolo studia quello che è il nostro lato debole e fa leva su quello per condurci alla perdizione. Dio permette queste tentazioni perché, superata la prova, noi possiamo avere un merito maggiore e una corona di gloria più bella. Santo non è colui che non ha tentazioni - cosa impossibile - ma chi riesce a superarle.
Il demonio ha tentato persino Gesù. Parlando di queste tentazioni, bisogna dire subito che ci sono due tipi di tentazioni. Ci sono quelle che provengono dall'esterno di noi (come quelle che vengono direttamente dal demonio) e quelle che vengono da dentro di noi (quelle che vengono dalla nostra concupiscenza, ovvero dalla nostra inclinazione al male). Quelle di Gesù, chiaramente, erano solo del primo tipo, per il fatto che Lui è la santità stessa e non può avere nessuna inclinazione al male. Il demonio tentò Gesù, e Gesù riuscì facilmente ad opporsi a tali tentazioni. Gesù continua a vincere sul demonio tentatore; e noi, se rimarremo uniti a Gesù, riporteremo vittoria su tutte le tentazioni.
Nella prima tentazione, il demonio disse a Gesù: «Se tu sei il figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane» (Mt 4,3). Gesù rispose: «Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Anche noi veniamo tentati molte volte di preoccuparci per le cose materiali. Gesù ci insegna a cercare innanzitutto il Regno di Dio e tutto il resto, ovvero tutto ciò che ci serve, ci sarà dato in sovrappiù. Il segreto per sperimentare la Provvidenza di Dio è quello di mettere le esigenze di Dio al primo posto. Se noi penseremo a Lui, Lui penserà a noi.
Nella seconda tentazione, il demonio disse al Signore di buttarsi giù dal punto più alto del tempio; gli angeli certamente lo avrebbero soccorso (cf Mt 4,5-6). Gesù rispose: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo» (Mt 4,7). È questa la tentazione di avere Dio a nostro capriccio che faccia sempre la nostra volontà. Quando preghiamo il "Padre nostro", diciamo: «Sia fatta la tua volontà» e non viceversa. Purtroppo, tante volte, scambiamo per Volontà di Dio ciò che passa per la nostra testa, e ci scandalizziamo poi se non veniamo esauditi. Questa tentazione è diffusa più di quanto possiamo immaginare, anche tra cristiani che si dicono ferventi.
Con la terza tentazione, il demonio sarebbe stato disposto a dare tutto a Gesù, tutti i regni del mondo e la loro gloria, se Gesù lo avesse adorato (cf Mt 4,8-9). Gesù rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"» (Mt 4,10). È questa la tentazione di idolatria, la tentazione di mettere qualcosa al di sopra o anche alla pari di Dio. Tante volte cadiamo in questo peccato, quando idolatriamo il piacere, il benessere, il denaro e li mettiamo al primo posto nella nostra vita. Chiaramente, è un peccato contro il primo Comandamento.
Dobbiamo dunque difenderci. Ci difenderemo con il lavoro e la preghiera. Il lavoro ci consentirà di fuggire l'ozio che è il padre di tutti i vizi. E la preghiera ci inonderà di grazia. Proponiamoci dei piccoli impegni: quello di trascorrere maggiore tempo davanti al Tabernacolo e quello di recitare con fervore il Rosario. Cresciamo in queste forme di preghiera, allora riusciremo a mettere sempre in fuga il demonio tentatore. Si racconta che San Pio da Pietrelcina chiamava "arma" la Corona del Rosario e insegnava che il demonio teme questa preghiera più di tutte le altre.
Il Rosario è una autentica arma contro le tentazioni. "Adoperiamolo" ogni giorno.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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