BastaBugie n�814 del 29 marzo 2023

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1 MILANO DA INCUBO: SI PAGA PER ENTRARE E ANCHE PER STARE FERMI
Il pedaggio per entrare in città e per parcheggiare fanno parte di un piano delle città C40 più avanti nella lotta al cambiamento climatico, più avanti... verso il baratro (VIDEO: Il Green Pass delle automobili)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 PER L'EX ATTRICE JANE FONDA I POLITICI PRO-LIFE ANDREBBERO UCCISI
Mentre per la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, i bambini non nati non sono ancora esseri umani
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
3 POSSO DIRE A UN CRISTIANO CHE SBAGLIA? E SE E' UN SACERDOTE?
Ci vogliono fermezza nei princìpi e dolcezza nei modi (vanno comunque evitate parole irrispettose verso la gerarchia della Chiesa)
Autore: Pierfrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri
4 I VESCOVI USA CONDANNANO LE OPERAZIONI PER IL CAMBIO DI SESSO
Nessun corpo è sbagliato perché la sessualità è un dato di natura (non una scelta dovuta al ''come ti senti'')
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia
5 NON FURONO I CATTOLICI DE GASPERI, SCHUMANN E ADENAUER A SOGNARE L'UNIONE EUROPEA
L'Italia e la Germania nel dopoguerra non potevano proporre nulla, semmai chiedere l'aiuto degli USA che in cambio pretendevano la cessione di sovranità degli stati (VIDEO: La nascita dell'Unione Europea)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 I VERI PADRINI DELLA SINISTRA
Gli incontri segreti tra comunisti e capitalisti negli anni Settanta nella Commissione Trilaterale e nel gruppo Bilderberg puntavano a un governo mondiale
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro
7 LETTERE ALLA REDAZIONE: HO VISTO UNPLANNED APPENA DOPO AVER PERSO IL MIO BAMBINO
Se avere un figlio sono difficoltà e impegno enormi, non averlo è un vuoto che niente e nessuno potrà mai colmare (VIDEO: Colonna sonora di Unplanned)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
8 OMELIA DOMENICA DELLE PALME - ANNO A (Mt 26,14-27,66)
Davvero costui era Figlio di Dio!
Fonte: Maranatha.it

1 - MILANO DA INCUBO: SI PAGA PER ENTRARE E ANCHE PER STARE FERMI
Il pedaggio per entrare in città e per parcheggiare fanno parte di un piano delle città C40 più avanti nella lotta al cambiamento climatico, più avanti... verso il baratro (VIDEO: Il Green Pass delle automobili)
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 marzo 2023

Ogni mattina, un milanese si sveglia e sa che deve affrontare un nuovo divieto o pagare un nuovo pedaggio. Milano è già da anni circondata da una lunga barriera invisibile: l'Area B corrisponde alla cerchia ferroviaria, include quasi tutta la città ed entro di essa si può accedere solo con auto di categorie meno inquinanti (scalabili, a seconda dell'età dell'auto). Dal prossimo futuro potrebbe essere messa a pagamento per tutti, probabilmente con tariffe differenti a seconda dell'auto, ma sempre di pedaggio si tratterà.
Se ne è discusso in Consiglio Comunale, al vertice dei capigruppo dei partiti della maggioranza di centrosinistra (Pd, Europa Verde, Riformisti per Milano, Lista Sala e Milano in Salute). L'area B a pagamento, fuori di metafora il biglietto per entrare a Milano, non è l'unica proposta. C'è anche l'aumento (ormai certo) del pedaggio per entrare nell'Area C, che comprende il centro cittadino, entro la cerchia dei bastioni.
Arianna Censi, assessore alla mobilità, dichiara che l'Area B a pagamento "non è all'ordine del giorno". Ma è una prospettiva concreta e sufficiente a far insorgere l'opposizione. Silvia Sardone, della Lega, ribatte duramente: «La rivoluzione per le auto in città che vorrebbe proporre la giunta Sala ormai raggiunge vette di follia. L'idea, sempre più concreta, di aumentare il ticket di Area C e introdurre un pagamento per Area B sarebbe l'ennesima scelta anti auto che penalizzerebbe pendolari, lavoratori e famiglie».

PARCHEGGIO A PAGAMENTO ANCHE PER I RESIDENTI
Resta in sospeso anche il parcheggio a pagamento anche per i residenti, di cui si parla dall'inizio dell'anno, tema tornato in auge lo scorso 10 marzo. Spiega la Censi, «È un'ipotesi, ho chiesto ai tecnici di produrmi tutti gli scenari possibili e tutti i risultati ipoteticamente attendibili: il pass oneroso per la seconda auto, il pass oneroso per tutti e per nessuno. Poi la politica sulla base dei dati oggettivi deciderà che strada prendere. Al Consiglio comunale voglio dare tutti gli scenari possibili». Alla fine, però, l'obiettivo della giunta del sindaco Giuseppe Sala è sempre quello di ridurre le auto in circolazione. Dovranno essere, al massimo, 4 ogni 10 abitanti, entro la fine del decennio. Oggi sono 6 ogni 10. Quindi si devono trovare metodi per far rinunciare all'auto, rendendola sconveniente. Come dichiara apertamente la Censi: «Sarebbe già importante valutare la convenienza di quanto costa a una famiglia avere una seconda auto e quanto invece sia più conveniente utilizzare altri sistemi».
Perché l'esperimento di Milano dovrebbe interessare anche al resto del Paese? Come già riportato su queste colonne, a gennaio, fa parte del pacchetto anche l'introduzione di un limite massimo di velocità a 30 km/h, per tutta l'area urbana. Anche questa regola, giustificata dalla sicurezza stradale, è scritta su misura per pedoni e ciclisti e scoraggia l'uso dell'auto in città. Quel che si applica a Milano, potrebbe essere replicato altrove, perché queste sono ormai politiche internazionali. Milano è parte del network mondiale C40, che raggruppa 96 grandi città in tutto il pianeta, con un programma che impegna le amministrazioni locali a combattere il cambiamento climatico, anche con misure drastiche.
Concepito dall'allora sindaco laburista di Londra Ken Livingstone nel 2005 e potenziatosi con l'ingresso di un'analoga iniziativa Clinton Climate Initiative dell'ex presidente americano, il C40 è una potenza che attrae fondi pubblici e privati da tutto il mondo, promuove politiche ecologiste, crea un "club" di città in cui è sia conveniente che prestigioso esser dentro. È "una rete globale di sindaci che intraprendono azioni urgenti per affrontare la crisi climatica e creare un futuro in cui tutti possano prosperare". Come tutti i progetti ecologisti, anche i programmi del C40 sono onnicomprensivi: vanno dalla qualità dell'aria nelle grandi città allo smaltimento dei rifiuti, passando per lo stile di vita e la dieta di ogni singolo cittadino.

DEGRADO CLIMATICO
"Anche l'inquinamento atmosferico è intrinsecamente legato al degrado climatico. Molti driver di scarsa qualità dell'aria sono fonti di emissioni di gas serra, come gli inquinanti causati dalla combustione di combustibili fossili. I sindaci comprendono che la salute pubblica, la crisi climatica e la qualità dell'aria urbana sono questioni interconnesse". Le soluzioni suggerite sono: "zone a basse e zero emissioni". E poi: "promuovere l'andare a piedi e in bicicletta".
Che l'obiettivo sia chiaramente quello di ostacolare l'uso dell'auto in città e, successivamente, di ridurre il parco auto, è reso evidente dal capitolo sui trasporti: "I trasporti sono la fonte in più rapida crescita di emissioni di gas serra e rappresentano il 27% delle emissioni globali. Il traffico è la principale fonte di inquinamento atmosferico a livello globale e, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, 9 persone su 10 vivono con livelli malsani di inquinamento atmosferico". Quindi: "Rendere il trasporto pubblico, gli spostamenti a piedi e in bicicletta l'opzione preferita per più spostamenti". Poi si proceda con: "Implementazione di restrizioni sui veicoli ad alto inquinamento in una parte significativa di una città". E dulcis in fundo: "Segnare la fine delle auto e dei camion alimentati a benzina e diesel promuovendo l'uso di alternative a emissioni zero".
Non è solo un'impressione che lo scopo finale del gioco sia quello di creare un cittadino più stanziale. Al capitolo sull'urbanistica si immagina un nuovo tipo di città ideale: "Attuare politiche di 'città di 15 minuti' o 'quartiere completo' che forniscano servizi pubblici, negozi essenziali e un mix di attività economiche a pochi passi o in bicicletta dalle case dei residenti". L'obiettivo è quello di creare il cittadino che non va oltre il suo quartiere, mai comunque oltre un obiettivo a più di 15 minuti da casa sua. Ma come sarà realizzata questa città ideale? Se solo con incentivi, offrendo tutti i servizi entro un'area limitata, si tratterà comunque di un bell'impegno economico. Tuttavia il Covid ci ha mostrato come le autorità anche democratiche si siano impegnate a limitare o a vietare del tutto il movimento delle persone, con lockdown parziali o totali. E questo renderebbe la città ideale un incubo del futuro.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Move In: il Green Pass delle automobili" (durata: 4 minuti) Luca Donadel analizza cosa è il MoVe-In, una recente trovata della Regione Lombardia per limitare anche le auto Diesel Euro 5.


https://www.youtube.com/watch?v=6Ju7yEpogwU

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 22 marzo 2023

2 - PER L'EX ATTRICE JANE FONDA I POLITICI PRO-LIFE ANDREBBERO UCCISI
Mentre per la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, i bambini non nati non sono ancora esseri umani
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 20 marzo 2023

Non è un mistero il sostegno dato da Hollywood all'aborto. Ed ora, dopo la decisione della Corte Suprema, che lo scorso anno negli Stati Uniti ha ribaltato la sentenza Roe vs. Wade, e dopo la conseguente decisione di molti Stati americani di ridurre drasticamente la facoltà d'uccidere bimbi in grembo, puntuale si è levata la voce di Jane Fonda, sempre sconcertante: l'irriducibile femminista filo-abortista ha dichiarato che i politici pro-life andrebbero «assassinati». Lo ha fatto nel corso del talk show «The View», spronata dalla conduttrice Joy Behar, che le ha chiesto cos'altro i pro-choice possano fare, oltre a marciare ed a protestare, per far sentire la propria voce: «Assassinare» è stata l'incredibile risposta di Jane Fonda, ribadita di fronte alla richiesta di ripetere quanto detto, giuntale da un'altra ospite della trasmissione, l'attrice Lely Tomlin. «Omicidio», ha ribadito. Poi la conduttrice ha "derubricato" il tutto, facendo passare l'assurda esternazione come una semplice battuta, un banalissimo scherzo, ma il triste siparietto non è stato per nulla gradito sui social, dove sono immediatamente piovute critiche e commenti assolutamente contrari. Secondo il conservatore Rogan O'Handley, ex-avvocato di Hollywood e commentatore, la dichiarazione di Jane Fonda, peraltro ripetuta per ben due volte, rappresenterebbe un «incitamento criminale alla violenza». La deputata Anna Paulina Luna, repubblicana, ha chiesto all'attrice ed alla trasmissione, che l'ha ospitata, una «pubblica ritrattazione». Dopo il clamore suscitato dalle sue parole, Jane Fonda, evidentemente fuori tempo massimo, ha rilasciato una dichiarazione a Fox News, avallando l'ipotesi dello «scherzo», davvero di pessimo gusto ed in ogni caso inaccettabile: «Il mio linguaggio del corpo ed il mio tono hanno reso chiaro come stessi usando un'iperbole». Evidentemente no, viste le numerose reazioni provocate.
Chi decisamente, nel corso di un'altra trasmissione, il Late Show con Stephen Colbert, non è ricorso ad iperboli è stato il vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, democratica, che ha definito senza mezzi termini «disumane» e «irresponsabili» le leggi, mirate a limitare l'accesso all'aborto, precisando peraltro come, a suo giudizio, i bambini non nati non siano ancora esseri umani. Altro che fake news!
Non da meno, nel solito concerto di voci unilaterali, ha voluto essere l'Onu, che, in occasione della riunione della Commissione sullo Status delle Donne, ha dichiarato di sposare «inclusività» e «diversità» per tutti, tranne che per le organizzazioni pro-life e pro-family, le cui prospettive sarebbero «dannose e discriminatorie»: ferocemente anticattoliche sono state pertanto le dichiarazioni emerse contro l'osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, mentre la Chiesa è stata accusata di voler «minacciare i diritti umani» per il fatto di non volere il sacerdozio femminile o di ritenere i sessi complementari. Violentemente criticati dal solito coro progressista i pochissimi eventi a favore della vita che l'Onu ha consentito di organizzare.
Non poteva mancare in questo tristissimo coretto internazionale anche la voce della Commissione europea, che, certo, ha ribadito di non poter fare alcunché contro la condanna inflitta in Polonia a Justyna Wydrzynska, che tre anni fa ha aiutato un'altra donna ad abortire, dandole le proprie pillole. La Commissione ha precisato di non avere competenze in materia, spettando ai singoli Stati membri l'ambito legislativo in tema di aborto, però il portavoce della Commissione per la Giustizia europea, Christian Wigand, non si è esentato dall'assicurare comunque lo sforzo dell'Unione europea nel difendere i cosiddetti "diritti delle donne".
Sconcerta e fa davvero riflettere la violenza non più solo verbale dei fautori dell'aborto, aggrappatisi alle proprie poltrone nelle sedi istituzionali, sempre più consci di non godere dello stesso consenso popolare riscosso negli anni della contestazione, nel Sessantotto e nell'immediato post-Sessantotto. Oggi tra la gente c'è meno ideologia e più ideale, meno slogan e più cuore, meno rivoluzione e più buon senso. Ed è questo a scatenare la virulenta reazione dei palazzi dorati, ove sono ormai rimaste arroccate le forze contrarie alla vita ed alla famiglia. Per questo la Buona Battaglia non si può fermare. Non ora. I fatti hanno dimostrato come l'aborto si possa eliminare. In tanti Paesi è già successo. Perché non qui?

Fonte: Radio Roma Libera, 20 marzo 2023

3 - POSSO DIRE A UN CRISTIANO CHE SBAGLIA? E SE E' UN SACERDOTE?
Ci vogliono fermezza nei princìpi e dolcezza nei modi (vanno comunque evitate parole irrispettose verso la gerarchia della Chiesa)
Autore: Pierfrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri, 11 marzo 2023

La critica, costruttiva e determinata, verso ogni errore sulla dottrina cattolica da parte di ogni singolo membro della Chiesa (sacerdote o laico), quindi anche della gerarchia fino al grado più alto, è necessaria ed inevitabile. Si mancherebbe ad un preciso dovere.
Le modalità, le forme di questa critica però non possono che essere basate sul rispetto.
Se questo (il rispetto) vale per ogni persona con cui si discute, a maggior ragione deve valere se l'interlocutore ha una carica, più o meno importante.
Una spiegazione molto chiara la fa dire De Wohl a Santa Caterina da Siena: "Un sacerdote può essere inadeguato, può essere un uomo votato al male, tuttavia è attraverso le sue mani che riceviamo il Corpo e il Sangue di Gesù, quindi dobbiamo rispettarlo" (La mia natura è il fuoco).
L'aggressività esasperata e/o l'uso di un linguaggio troppo forte in queste situazioni, purtroppo molto frequente, comporta più problematiche che vantaggi. Diventa controproducente.
Quando si discute, si deve sempre pensare all'efficacia che hanno le nostre parole sull'interlocutore. Un tono forte a volte può essere utile, anche più efficace. Non deve però diventare eccessivo, rabbioso, addirittura offensivo. Sia che si parli con un sacerdote sia con un fedele (laico).
Si sentono molto spesso invece toni e parole irrispettose, oltraggiose rivolte alla gerarchia della Chiesa. Ci si chiede: quale effetto possono avere? Quale efficacia?
Il rischio di far allontanare l'interlocutore invece di avvicinarlo è grande. Se questo è confuso o pensa in modo errato sulle verità della fede, se aggredito o preso in giro o se sente parole forti o addirittura insulti contro il Papa o un sacerdote, non si avrà di certo l'effetto di fargli capire ciò che anche di giusto si vuole dire e denunciare.
Se, invece, con modalità ferme (sui principi) ma rispettose (della persona ma, soprattutto, della carica che ha), proviamo a spiegare, spostiamo l'attenzione sull'oggetto (errori, problematiche, crisi) e non sul soggetto.
È quel che si dice con: fortiter in re, suaviter in modo. Monsignor Lefebvre ha ammonito che "è nostro dovere fare di tutto per conservare il rispetto della gerarchia e saper distinguere fra l'istituzione divina, alla quale dobbiamo rimanere attaccati, e gli errori che dei cattivi suoi membri possono professare. Dobbiamo fare tutto il possibile per illuminarli e convertirli con le nostre preghiere e con un esempio di dolcezza e fermezza." (Vi trasmetto quello che ho ricevuto. Tradizione perenne e futuro della Chiesa, a cura di A. Gnocchi e M. Palmaro, Sugarco, 2010, pp. 230-231).
Non si cada allora nell'equivoco di pensarci bravi apologeti, ottimi disquisitori sulla crisi, solo se si alzano i toni, se si controbatte in modo scomposto o troppo forte. Teniamo a mente che noi stessi non saremmo attratti da un linguaggio aggressivo, ma da uno assertivo, non dall'attacco alla persona ma dalla confutazione motivata di quel che dice, non dallo sbilanciarsi sul foro interno, ma sul foro esterno.
Infine, non si deve pensare che suaviter significhi una mielosa, blanda e quindi insensata contrapposizione, né una forma di complicità: è solo il tono, la forma del fortiter, della ferma e precisa confutazione degli errori.

Fonte: I Tre Sentieri, 11 marzo 2023

4 - I VESCOVI USA CONDANNANO LE OPERAZIONI PER IL CAMBIO DI SESSO
Nessun corpo è sbagliato perché la sessualità è un dato di natura (non una scelta dovuta al ''come ti senti'')
Autore: Fabrizio Cannone - Fonte: Provita & Famiglia, 23/03/2023

La Commissione dottrinale dell'Episcopato statunitense ha appena pubblicato una lunga dichiarazione a proposito dei "limiti morali della manipolazione tecnologica del corpo umano". Si tratta di un documento ben strutturato, di impianto teologico e filosofico, che confuta, alla radice, ogni possibile teoria del gender e tutte le conseguenze mediche, sociali e culturali.
Un documento, però, che è fondamentale e importante anche per chi non è esperto di materie teologiche e anche per chi non è credente, perché getta un'importante luce - anche razionale e laica - sulla questione del gender e della riassegnazione di genere.
Siamo convinti infatti che le argomentazione dei presuli hanno una portata umanistica che va ben al di là della fede che professano e si rivolgono, infondo, alla coscienza di ogni uomo di buona volontà.
Per i vescovi, la "tecnologia moderna" applicata alla medicina, non è in sé censurabile. Anzi essa permette di "curare molte malattie", costituendo un vero "vantaggio per l'umanità" (n. 1).
Esistono tuttavia dei rischi di cattivo uso che richiedono un "attendo discernimento morale". E tutti fin qui possiamo essere assolutamente d'accordo.

L'ECOLOGIA UMANA
Secondo il documento nel mondo esiste un "ordine naturale" da rispettare e, citando papa Francesco, si fa notare, che occorre fare attenzione per evitare possibili manipolazioni. Specie quando si tratta degli esseri umani. Questa è quella ecologia umana a cui gli ecologisti spesso danno scarso peso.
L'uso della tecnologia deve essere guidato dal rispetto della realtà e non dal desiderio di onnipotenza. Secondo la Chiesa americana, esiste ovviamente "una distinzione tra l'anima e il corpo", ma è anche vero che "entrambi sono costitutivi" della persona.
Già qui la teoria antiscientifica del gender è messa alle strette, poiché essa si fonda sull'autodeterminazione sessuale assoluta, ignorando completamente il linguaggio della corporeità. A questo proposito, i Vescovi fanno un'affermazione forte quando scrivono che, contrariamente alla vulgata, non esiste in natura un "corpo sbagliato" (n. 4).
Ma se è vero che sia l'anima che il corpo concorrono alla costituzione della persona, è anche vero che la sessualità è un dato di natura, e non di scelta o di auto-percezione. Dice infatti la Nota che "l'essere uomo o l'essere donna è un aspetto fondamentale dell'esistenza" di ogni essere umano (n. 5).
La sessualità quindi non è qualcosa di contingente e modificabile secondo le sensazioni soggettive. Per i teologi essa è "una componente fondamentale della personalità". Non può essere mutata o alterata in nome di filosofie queer o gender fluid, anche perché il sesso naturale non va ridotto a "puro e insignificante fatto biologico".
Esso riguarda l'essenza della persona, non aspetti meramente esterni e chirurgicamente correggibili. "La persona umana, corpo e anima, uomo o donna, ha un ordine e una finalità fondamentali, la cui integrità deve essere rispettata" (n. 7).

UNA STRADA PERICOLOSA
Ma allora sono lecite o no le operazioni che correggono e mutano, in qualche modo, il corpo umano?
Sì, ma in due casi ben definiti. Quando gli interventi "mirano a riparare un difetto del corpo" e quando "il sacrificio di una parte del corpo è necessario per il benessere dell'intero corpo" (n. 8). E' evidente che se è irragionevole tagliare una gamba sana a un paziente, è altrettanto irragionevole non tagliargliela se l'amputazione risulta necessaria alla vita del soggetto.
Tutto ciò appare chiaro e assodato. Ben altra cosa, insegnano i presuli, sono quelle operazioni che "mirano a ridisegnare l'ordine fondamentale dell'essere umano" (n. 13). E qui ci si allontana dalla sfera del lecito, e si intraprende una strada pericolosa.
Così, gli interventi che vogliono "cambiare le caratteristiche sessuali del corpo del paziente con quelle del sesso opposto" non sono legittimi. In tali casi si deve parlare di "tentativi di alterare l'ordine fondamentale e la finalità del corpo" (n. 16).
Si pensi, solo per fare un esempio, al prospero mercato delle mastectomie, con cui ragazze e ragazzine, a volte ancora minorenni, richiedono ed ottengono l'asportazione del seno, per non sembrare ciò che sono: delle donne.
Quindi, secondo l'autorevole voce della Chiesa d'America, gli interventi di riassegnazione sessuale e gli stessi bloccanti della pubertà, "non rispettano l'ordine fondamentale della persona umana" che è, e questo vale evidentemente non solo per i credenti, una "unità intrinseca di corpo e anima, con un corpo sessualmente differenziato" (n. 18).
I medici cattolici quindi, ma anche tutti coloro che sono sensibili a queste ragionevoli argomentazioni, devono astenersi da queste operazioni chirurgiche (come dovrebbero farlo per l'aborto e l'eutanasia), anche mediante l'obiezione di coscienza, se fossero costretti dalle autorità sanitarie.
"La tradizione ippocratica in medicina, concludono i Vescovi, chiede a tutti gli operatori sanitari innanzitutto di non nuocere". E l'idea che sia sufficiente (e legittimo) modificare l'apparenza corporea per cambiare sesso o genere è un inganno e un ottimo modo per nuocere ai nostri fratelli.

DOSSIER "CAMBIO DI SESSO"
I danni irreversibili della transizione

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Fonte: Provita & Famiglia, 23/03/2023

5 - NON FURONO I CATTOLICI DE GASPERI, SCHUMANN E ADENAUER A SOGNARE L'UNIONE EUROPEA
L'Italia e la Germania nel dopoguerra non potevano proporre nulla, semmai chiedere l'aiuto degli USA che in cambio pretendevano la cessione di sovranità degli stati (VIDEO: La nascita dell'Unione Europea)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 marzo 2023

L'Unione Europea nasce dal sogno di fraternità e pace di tre amici (De Gasperi, Schumann e Adenauer) che condividevano, oltre all'idealità, una profonda fede cattolica; quindi l'UE ha un'origine cattolica. Poi, col tempo, questa idealità si è smarrita; occorre quindi…
Un momento. Sarà vero? Sarà andata proprio così?
Non ricordo che l'Italia e la Germania, nell'immediato dopoguerra, fossero nelle condizioni di proporre alcun progetto, figuriamoci uno così delicato e ingombrante come l'Unione Europea. Per la Germania si prospettavano piani come quello proposto da Louis Nizer: uccidere 5.000 tedeschi senza processo, altri 150.000 dopo un processo-farsa e altri centinaia di migliaia processati con la possibilità di comminare loro la pena capitale; oltre all'occupazione e alla deindustrializzazione completa della Germania. Oppure come quello di Theodore Kaufman, che prevedeva di sterilizzare l'intera popolazione tedesca. O come quello, famosissimo e molto quotato, di Henry Morgenthau: trasformare l'intera Germania in un enorme pascolo, al fine di far morire di fame l'intera popolazione. La Francia insisteva per lo smembramento territoriale della Germania, ovviamente con l'obiettivo di annettersi Saar e Ruhr.
I rapporti non erano migliori tra le due sconfitte, Germania e Italia. I tedeschi erano furiosi per il tradimento italiano che aveva loro impedito di vincere la guerra e li aveva gettati in una condizione disperata. Anzi, questo tradimento si aggiungeva a quello consumato dall'Italia con la Prima Guerra Mondiale, quando da alleata si era trasformata in nemica della Germania. Gli italiani, memori dell'occupazione nazista del post-armistizio, ricambiavano cordialmente. Sempre per quanto riguarda l'Italia, non valeva la pena di prevedere piani punitivi: screditata per sempre a livello morale, occupata militarmente, con la popolazione ridotta alla fame, era impegnata in una guerra fratricida che mieteva morti come spighe di grano. Che in queste condizioni Italia, Germania e Francia potessero progettare una unione europea sembra difficile, per non dire impossibile.

I RAPPORTI TRA DE GASPERI E ADENAUER
Una quindicina di anni fa, un lungo e approfondito articolo (L'Europa nichilista di Schuman, Adenauer e De Gasperi) del prematuramente scomparso Claudio Bernabei metteva in dubbio questa narrazione. Una delle sue fonti era un libro accademico della professoressa Tiziana Di Maio; procuratomi il volume, mi sono tuffato nella lettura.
I dubbi emergono subito: «i rapporti tra De Gasperi e Adenauer risultano da un punto di vista archivistico poco consistenti: essi si limitano a scambi di lettere ufficiali tra capi di stato e di partito, il cui contenuto non permette di attestare quella tanto declamata amicizia, che dal secondo dopoguerra ad oggi ha rappresentato una delle pietre angolari della storiografia europeistica. Tale presupposto indurrebbe infatti a sostenere la presenza di corposi carteggi tra i due leader e una corrispondente frequenza di incontri e scambi di opinioni politiche, di consistenza paragonabile, ad esempio, a quella intercorsa tra Adenauer e lo statista francese Robert Schuman» (p. 192).
Quindi? Come è andata la faccenda? È andata che l'immediato dopoguerra fu caratterizzato dalla cosiddetta Guerra Fredda e che era necessario creare una barriera «democratica» a quello che, già nel 1943, era stato individuato come nuovo nemico dagli Stati Uniti; e che occorreva, inoltre, tenere ben separate la Germania (e la sua tecnologia) dalla Russia (e le sue risorse). Per agganciare saldamente la Germania al blocco occidentale, fu scelta l'Italia. Ma come? Si chiedeva all'Italia l'ennesimo voltafaccia nei confronti della Germania? Certo. Tanto, ormai, chi si aspettava un minimo di coerenza dall'Italia?
Nel 1947 l'ambasciatore Tarchiani «informò De Gasperi che la posizione degli Stati Uniti era definita» (p. 85): l'Italia avrebbe abbandonato la sua posizione di «equidistanza» e avrebbe teso una «mano amica» alla reietta d'Europa, la Germania. In cambio, avrebbe ricevuto «un centinaio di milioni», l'amicizia degli USA e l'agognato invito alla Conferenza di Parigi. De Gasperi accettò, ma non ebbe l'appoggio pieno del partito né, figuriamoci, dell'intero paese. Quando la sua posizione interna si fece più debole, nel 1953, venne addirittura minacciato da Adenauer: se avesse personalmente mutato «anche di una sola sfumatura» la sua posizione europeista, avrebbe perso l'appoggio tedesco e, soprattutto, americano. L'Italia sarebbe stata abbandonata a Tito, Trieste persa e chissà cos'altro.

IL PROGETTO DI UN'UNIONE EUROPEA
Risulta quindi che il progetto di un'Unione Europea non era affatto dei «tre grandi statisti cattolici», ma di qualcun altro. Di chi? Diamo un'occhiata all'elenco dei primi premiati dal Premio Carlo Magno, conferito a chi si è più speso per la causa dell'Unione Europea. Parentesi: il premio fu istituito dal commerciante di Aquisgrana Kurt Pfeiffer, ex aderente al NSDAP che, nel 1944, fece parte del governo militare alleato della città, fu responsabile delle finanze e del patrimonio e fu incaricato della ricostruzione; nel ‘49 istituì il celebre premio. Vediamo, dunque, questo elenco: il primo premiato, nel 1950, fu il controverso conte Coudenhove-Calergi; nel 1952 De Gasperi; nel 1954 Adenauer; nel 1956 Churchill; nel 1958 Schumann; nel 1959 il generale Marshall. Nel 1953 venne premiato Jean Monnet. Chi era costui? Un tecnocrate che, nell'ombra, era stato presente a tutti gli avvenimenti europei più importanti del secolo. Fiduciario delle più importanti banche americane e incaricato della distribuzione dei fondi del Piano Marshall, poneva agli stati una condizione per ricevere l'aiuto targato USA: la cessione di sovranità. Esattamente il funzionamento dell'Unione Europea. Abbiamo dunque trovato il vero padre dell'UE?
Risulta quindi che l'UE non è nata dal sogno di tre amici cattolici, ma da ricatti, tradimenti, finanziamenti con lo scopo di realizzare un piano geo-politico molto più ampio. Alle stesse conclusioni giunge la professoressa Di Maio: «La storiografia ha giustamente individuato nei tre statisti i padri fondatori dell'Europa unita e ha fatto delle analogie dei loro percorsi biografici, politici e religiosi il pilastro della costruzione europea, ammantando l'azione a favore del processo di integrazione europea nel romanticismo e nella mitologia di una storia di amicizia e di affinità di sentimenti, all'ombra della quale si è dissolta la ricerca di comprensione dei motivi pratici, della realpolitik, cui De Gasperi e Adenauer dovettero ispirarsi all'indomani della sconfitta. Italia e Germania uscivano dalla guerra in una situazione in parte analoga: entrambe vinte, entrambe, anche se per motivi diversi, cosiddette "inaffidabili". De Gasperi e Adenauer compresero che la scelta occidentale, inquadrata nel superamento dello Stato nazionale sulla via dell'integrazione europea, rappresentava l'unico mezzo per raggiungere il più alto grado di autonomia nel nuovo scenario delle relazioni internazionali» (p. 367).
Resta ancora una domanda: perché inscenare tutta questa pantomima? Lo spiega Bernabei, nel suo articolo, citando un altro oscuro personaggio il filosofo Kojève, oscuro sodale di Monnet, ricordato, più che per il suo lavoro intellettuale, come «grande funzionario negli organismi economici e internazionali». Kojeve, in un suo saggio del 1947 intitolato L'impero latino, scrisse che il progetto europeista «non può, e non dovrebbe, fare a meno dell'appoggio della Chiesa cattolica, che rappresenta una potenza immensa, ancorché difficilmente calcolabile e ancor più difficilmente condizionabile. [...] Bisogna però precisare che la riuscita dell'azione imperiale presuppone non solo una riforma politica radicale dei governi latini, ma anche una profonda trasformazione della Chiesa cattolica» (p. 206).
Ecco, adesso mi pare che tutto torni.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "60 anni di Europa: guardate chi festeggia e chiedetevi se è il caso di unirvi" (durata: 4 minuti) Francesco Borgonovo spiega come mai la massoneria e i servizi segreti americani sono all'origine del sogno del padre dell'Europa Jean Monnet.


https://www.youtube.com/watch?v=s_KKYbla_yU

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 marzo 2023

6 - I VERI PADRINI DELLA SINISTRA
Gli incontri segreti tra comunisti e capitalisti negli anni Settanta nella Commissione Trilaterale e nel gruppo Bilderberg puntavano a un governo mondiale
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro, 6 dicembre 2022

La deriva dell'ex Pci, ora Pd (dopo aver cambiato vari nomi e in attesa del prossimo), dall'obbedienza moscovita a quella dem americana è stata variamente attribuita all'inveterata abitudine di ricevere input da centrali esterne. Così, rimasti orfani del Politburo, si sono rivolti a Obama, Biden, Pelosi, Ocasio Cortes, Harris e compagnia politicamente corretta. E da difensori degli operai, si sono ritrovati ad acclamare la Ue (in cui molti vedono una copia edulcorata dell'Urss), i «mercati» e, di fatto, la grande finanza internazionale, di cui il politicamente corretto è l'aspetto culturale. Da qui il tonfo alle ultime elezioni.
Ma è davvero una lettura corretta? I dem nostrani hanno davvero operato una svolta a «u» dopo il crollo dei Muri, o sono sempre stati così? Se lo è chiesto - e si è risposto - lo storico Roberto De Mattei andando a ripescare certe sue analisi degli anni Settanta, epoca in cui i comunisti italiani toccarono percentuali mai più eguagliate e furono a un passo dall'andare al governo. Le ha raccolte in un libro che è realmente istruttivo: I padrini dell'Italia rossa (Solfanelli, pp. 110, €. 10). Nel quale si documenta come l'incontro tra i comunisti e il super capitalismo risale proprio a quegli anni, «per l'instaurazione di un governo mondiale dell'umanità da attuarsi attraverso la centralizzazione politica e organizzativa, la concentrazione monopolistica delle industrie, il controllo dei mezzi di comunicazione, la massificazione forzata, la completa socializzazione della vita umana».
Zbigniew Brzezinski, membro di spicco del Council on Foreign Relations («il cuore e il presidio dell'establishment americano») e direttore della Commissione Trilaterale (sorta nel 1973 su iniziativa di David Rockefeller), dopo avere incontrato Sergio Segre, ministro degli esteri del Pci, dichiarò: «Sono disposto a credere che i comunisti italiani siano moderati e revisionisti. Infatti lo sono» («L'Espresso» del 22 dicembre 1974). Nello stesso anno a «Panorama» Giovanni Agnelli si confessava ammirato dal sovranazionalismo, cioè di un governo mondiale illuminato. In fondo, diceva, «le grandi società multinazionali, la Chiesa cattolica e i partiti comunisti dimostrano che il sovranazionalsimo non è un mito, ma è una realtà». E infatti, quei settanta-ottanta potenti che si ritrovavano ogni anno nelle riunioni del famoso Bilderberg Club, che ci andavano a fare? Per i curiosi, nel libro è riportato l'elenco dettagliato dei partecipanti del 1975, anno in cui la riunione, a porte chiuse, si tenne in Turchia. Anche l'esperienza dei governi di centrosinistra italiani ebbe padrini remoti oltreatlantico, mentre gli Agnelli ricercavano «Un dialogo sempre più ristretto con il Pci, la sola forza politica che può disciplinare il sindacato». Di necessità poi si fa virtù e l'appetito vien mangiando.
De Mattei esordisce col dire: «Guardando retrospettivamente la storia d'Italia degli ultimi cinquant'anni si resta colpiti dal numero di intrighi ancora avvolti nel mistero e dalla presenza di occulti "padrini" che hanno manovrato dietro le quinte per condizionare gli eventi. Il decennio 1970-80 costituisce uno dei periodi più densi di questa storia intricata». Complottismo? Perché no? In fondo, se all'intera storia umana toglieste i complotti non resterebbe quasi niente. Insomma, c'è chi lavora perché il comando torni ad essere di pochi travestiti da «tutti». Possiamo farci qualcosa? Be', intanto dirlo...

Fonte: Blog di Nicola Porro, 6 dicembre 2022

7 - LETTERE ALLA REDAZIONE: HO VISTO UNPLANNED APPENA DOPO AVER PERSO IL MIO BAMBINO
Se avere un figlio sono difficoltà e impegno enormi, non averlo è un vuoto che niente e nessuno potrà mai colmare (VIDEO: Colonna sonora di Unplanned)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 22 marzo 2023

Gentile redazione di BastaBugie,
in questi anni di scoperte del mondo voi mi siete stati di aiuto a capire dove la cultura in cui siamo sommersi mi stava ingannando. Grazie. Ho evitato in questo modo di fare errori di cui mi sarei pentita troppo tardi.
Mi sono sposata giovane, non perché fossi incinta, ma perché volevo fare scelte importanti nella mia vita al momento giusto e non rimandando inutilmente. Sono contenta della scelta fatta e vorrei condividere con voi una cosa che mi è successa e che non sono riuscita a dire a voce a nessuno, eccetto ovviamente mio marito e il mio padre spirituale.
Vi scrivo quindi per per riuscire a raccontare la mia esperienza ai vostri lettori, se lo riterrete di qualche utilità, per renderli partecipi di ciò che ho provato.
Era il giugno scorso quando dopo un ritardo ho fatto il test di gravidanza ed era positivo, un mare di emozioni mi ha travolto!
Cavolo il quarto figlio; la casa è piccola, la macchina pure, come lo diciamo ai suoceri, dove voglio partorire... le solite cose, no?!?
Poi dopo soli 3 giorni tutto è andato infranto.
Ero da sola, prima al pronto soccorso quando nell'attesa dei risultati delle analisi (ben due ore) ho iniziato ad avere delle perdite di sangue sempre più abbondanti che mi hanno dato la quasi certezza di cosa stava succedendo. Poi l'ecografia, dalla quale ovviamente non si vedeva nulla. "Sono cose che capitano" dicevano. Ma se anche so che è così, non è tanto semplice da accettare.
Dopo dieci giorni siamo andati a vedere Unplanned. Avevo mio marito e la mia migliore amica che mi stringevano la mano mentre piangevo a dirotto vedendo la scena dei grumi di sangue che uscivano dal corpo della protagonista perché è la cosa che pochi giorni prima (ovviamente con meno dolore e con perdite molto meno abbondanti perché era solo di 8 - 9 settimane) avevo vissuto io.
Il mio pensiero è stato quindi: "Cavolo, com'è possibile avere la VOLONTA' di provare tutto ciò?". Io ho già 3 figli fantastici, per i quali ringrazio Dio tutti i giorni, ma quanto mi manca questo bambino! Non era neanche formato, non avevo neanche sentito il battito, ma so che c'era! Ero già connessa visceralmente con lui ed è scivolato via.
Fortunatamente siamo cristiani e abbiamo la certezza che i bambini non nati siano nella felicità naturale del limbo (a proposito: grazie per i vostri illuminanti articoli sul limbo), ma il mio pensiero va a tutte le donne che una o più volte si sono fatte strappare il loro figlio dal grembo, indipendente dal padre o magari dal modo in cui questo "grumo di cellule" è stato concepito: è tuo figlio cavolo! Cresce ogni secondo dentro di te!
Beh sono certa che penserò per sempre a questo bambino che ho perso, e come fa mia nonna che ha avuto la stessa esperienza, anche io quando ci penserò, verserò qualche lacrima anche se, come dice il mio padre spirituale avrò tanti altri figli.
L'aborto quindi va abolito, perché non solo uccide degli innocenti, ed è un peccato gravissimo che grida vendetta al cospetto di Dio, ma in più lascia anche dei segni indelebili sulle mamme e dato che a livello naturale spesso e volentieri non si può evitare, perché andarsela a cercare? Perché farsi volontariamente del male fisico e soprattutto psicologico? Non è questione di un diritto della donna o di una libera scelta, ma un'autopunizione della mamma, perché mamme si è dal momento del concepimento.
"L'utero è mio e lo gestisco io" dicono le femministe, ed è proprio per questo che noi donne siamo chiamate ad accudire ed ad essere madri.
Quindi, cari dottori e caro Stato, aiutateci ad essere ciò che la natura (o Dio, a seconda dei punti di vista) vuole che siamo, e non costringete o consigliate a chi non ce la fa a mollare tutto e "disfarsi del problema", perché, se avere un figlio sono difficoltà e impegno enormi, non averlo è un vuoto che niente e nessuno potrà mai colmare.
Ginevra

RISPOSTA DEL DIRETTORE

Cara Ginevra,
ho le lacrime agli occhi dopo aver letto la tua mail. Non sono lacrime di dolore, ma di gioia. Sono veramente felice che una ragazza come te (immagino tu sia giovane dalla freschezza con cui scrivi) abbia capito così presto la bellezza della maternità. In un mondo che fa di tutto per evitare il più possibile le nascite, tu rappresenti la speranza per il futuro.
Sono certo che tante nostre lettrici hanno la stessa gioia di essere madri e spero che le ragazze più giovani comprendano che la vita va vissuta davvero. E la vita è dura come la tua testimonianza dimostra, ma non per questo non vale la pena di essere vissuta, anzi!
La tua fede ti ha guidata in questo cammino, tuo marito e il tuo padre spirituale ti sono di sostegno nelle difficoltà materiali e spirituali. Nel nostro piccolo anche il nostro sito ti ha aiutata a comprendere la realtà circostante. Bene, di tutto questo ringraziamo insieme il Signore della vita. E un po' anche il film Unplanned che tanto bene ha fatto per la causa prolife. Lungi dall'essere un film da evitare, va invece promosso in tutti gli ambienti possibili soprattutto per i giovani e quindi nelle scuole, ma perché no, tra gli amici ed ovviamente i figli.
Grazie Ginevra e grazie a tutte le donne che vivono la maternità con tutte le gioie e i dolori relativi.

VIDEO: UNPLANNED di Matthew West
Qui sotto puoi ascoltare la canzone di Matthew West tratta dalla colonna sonora del film Unplanned. Per scoprire tutto sul film Unplanned, sulla storia di Abby Johnson, vedere il trailer e molto altro, clicca qui!


https://www.youtube.com/watch?v=k2bpbHzYx70

UNPLANNED di Matthew West (traduzione in italiano a cura di BastaBugie)

I'm looking at a masterpiece, I'm staring at a work of art
Sto guardando un capolavoro, sto fissando un'opera d'arte
I'm listening to a symphony, in every beat of your tiny heart
Sto ascoltando una sinfonia, in ogni battito del tuo piccolo cuore
You used to be a choice to make, but now I think you've chosen me
Eri una scelta da fare, ma ora penso che tu abbia scelto me
'Cause I see ten fingers, ten toes, two eyes, and I know this is meant to be
Perché io vedo dieci dita delle mani, dieci dita dei piedi, due occhi, e so cosa questo significa
Oh, I don't believe in accidents, miracles they don't just happen by chance
Oh, non credo nel caso, i miracoli non accadono per caso
As long as my God holds the world in His hands
Finché il mio Dio tiene il mondo nelle sue mani
I know that there's no such thing as unplanned
So che non c'è niente di non programmato

Broken turns to beautiful, I see you right before my eyes
Le cose distrutte diventano belle, ti vedo proprio davanti ai miei occhi
And every single breath you breathe is destiny love has brought to life
E ogni singolo respiro che respiri è il destino che l'amore ha portato alla vita
I thought it was my story's end, but now the future's all I see
Credevo che fosse la fine della mia storia, ma ora tutto ciò che vedo è il futuro
Instead of asking who you might have been, I'm wondering who you're gonna be
Invece di chiedere chi saresti potuto essere, mi chiedo chi diventerai
'Cause I don't believe in accidents, miracles they don't just happen by chance
Perché non credo nel caso, i miracoli non accadono per caso
As long as my God holds the world in his hands
Finché il mio Dio tiene il mondo nelle sue mani
I know that there's no such thing as unplanned
So che non c'è niente di non programmato

Every life deserves a voice, every child deserves a chance
Ogni vita merita una voce, ogni bambino merita una possibilità
You are more than just a choice, there's no such thing as unplanned
Tu sei più di una semplice scelta, non c'è niente di non programmato

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DOSSIER "ABOLITO IL DIRITTO ALL'ABORTO"
La Corte Suprema USA annulla la Roe vs Wade

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DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 22 marzo 2023

8 - OMELIA DOMENICA DELLE PALME - ANNO A (Mt 26,14-27,66)
Davvero costui era Figlio di Dio!
Fonte Maranatha.it

Tutto I'impegno quaresimale di penitenza e di conversione in questa domenica viene focalizzato attorno al momento cruciale del mistero di Cristo e della vita cristiana: la croce come obbedienza al Padre e solidarietà con gli uomini, la sofferenza del Servo del Signore (cf prima lettura) inseparabilmente congiunta alla gloria (seconda lettura). La strada che Gesù intraprende per salvare (= per regnare) si pone in contrasto con ogni più ragionevole attesa perché egli sceglie non la forza e la ricchezza, ma la debolezza e la povertà. Il compendio della celebrazione odierna è offerto già nella monizione che introduce la processione delle Palme: «Questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore... Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione... Chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce per essere partecipi della sua risurrezione».

IL MISTERO DELLA CROCE
Vertice della liturgia della Parola è la lettura della Passione: è a questo centro che occorre volgere I'attenzione, più che alla processione delle palme. I ramoscelli d'olivo non sono un talismano contro possibili disgrazie; al contrario, sono il segno di un popolo che acclama al suo Re e lo riconosce come Signore che salva e che libera. Ma la sua regalità si manifesterà in modo sconcertante sulla croce. Proprio in questo misterioso scandalo di umiliazione, di sofferenza, di abbandono totale si compie il disegno salvifico di Dio. Nell'impatto con la croce la fede vacilla: il peso di una forca schiaccia il Giusto per eccellenza e sembra dar ragione alla potenza dell'ingiustizia, della violenza e della malvagità. Sale inquietante la domanda del "perché" di questo cumulo insopportabile di sofferenza e di dolore che investe Gesù, il Crocifisso, e con lui tutti i crocifissi della storia. Sulla croce muoiono tutte le false immagini di Dio che la mente umana ha partorito e che noi, forse, continuiamo inconsciamente ad alimentare. Dov'è l'onnipotenza di Dio, la sua perfezione, la sua giustizia? Perché Dio non interviene in certe situazioni intollerabili?

"PORTÒ IL PESO DEI NOSTRI PECCATI"
Solo la fede è capace di leggere l'onnipotenza di Dio nell'impotenza di una croce. È l'impotenza dell'Amore. Gesù ha talmente amato il Padre ("obbediente fino alla morte e alla morte di croce": seconda lettura) da accogliere liberamente il suo progetto "per noi uomini e per la nostra salvezza". Gesù non muore perché lo uccidono, ma perche egli stesso "si consegna" (cf Gal 2,20) con libertà sovrana, per amore. Questo amore supremo che egli dona perdendo se stesso e diventando solidale con tutte le umiliazioni, i dolori, i rifiuti patiti dall'uomo, dà la misura dell'annientamento (cf seconda lettura) di Gesù e manifesta il rovesciamento delle situazioni umane: la vera grandezza dell'uomo non sta nel potere, nella ricchezza, nella considerazione sociale, ma nell'amore che condivide, che è solidale, che è vicino ai fratelli, che si fa servizio. Dio vince il dolore e la morte non togliendoli dal cammino dell'uomo, ma assumendoli in sé. Il Dio giusto si sottrae ai nostri schemi di giustizia, che reclamerebbero la vendetta immediata sui cattivi e sugli accusatori dell'Innocente: la sua giustizia si rivela perdonando e togliendo all'omicida anche il peso del proprio peccato. Il vinto che perdona il vincitore lo libera dalla sua aggressività mortale mostrandogli come l'amore vinca l'odio.

DIO REGNA DAL LEGNO
Nel legno della croce le prime generazioni cristiane hanno saputo scorgere il segno della regalità di Cristo. Gli evangelisti non hanno bisogno di attendere la risurrezione di Gesù per proclamare l'inizio del mondo nuovo. Già la croce è carica di novità, è l'inizio di un nuovo ordine di cose. Anche se tutto è apparentemente finito e le forze del male sembrano avere prevalso su Gesù, i segni che ne accompagnano la morte (cf Mc 15,37-39; Mt 27,51) lasciano filtrare la novità: il velo del tempio si squarcia indicando che l'antico tempio con i suoi ordinamenti e le sue attese è finito. Il Tempio nuovo è il corpo di Cristo che Dio ricostruirà con la risurrezione; e il primo ad entrare in questo Tempio sarà un pagano, il centurione, per la sua professione di fede (Mc 15,38; Mt 27,54). Nell'annientamento del Figlio di Dio nasce una nuova umanità. Il mistero della morte diventa mistero di vita e di trionfo.
In questa domenica di Passione, la Croce è al centro della contemplazione della comunità cristiana che in essa legge il progetto misterioso di Dio e adora la regalità di Cristo. Una regalità che rinuncia a schemi di potenza umana, che indica per quali strade umanamente illogiche passi la "gloria", che diventa misura di confronto e di verifica nel servizio dei fratelli.

Fonte: Maranatha.it

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