BastaBugie n�824 del 07 giugno 2023

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1 ARISA ''SCOMUNICATA'' DAL MOVIMENTO LGBT
I cattolici dovrebbero imparare la lezione: Arisa non ha rinnegato l'ideologia lgbtq+, ma si è azzardata solo a gettare un ponte dialogante con la Meloni per avvicinarla al mondo gay, eppure è stata esclusa dai pride
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 SI PUO' VOTARE UN POLITICO ERETICO?
Il vescovo Paprocki smaschera i finti cattolici che di cattolico hanno solo l'etichetta che amano esibire esclusivamente per motivi politici
Autore: John Horvat - Fonte: Tradizione famiglia proprietà
3 L'UCCISIONE DI GIULIA TRAMONTANO: IL PROBLEMA NON SOLO GLI UOMINI, SONO ANCHE LE DONNE
Perché anziché scegliere un bravo ragazzo, con un umile lavoro e che ritiene un valore la castità... alcune donne sono invece attratte dagli uomini pericolosi?
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 L'ESORCISTA DEL PAPA E' LA SAGRA DEL LUOGO COMUNE
Russell Crowe che interpreta padre Amorth banalizza la realtà delle possessioni e non perde l'occasione per promuovere dei falsi storici contro la Chiesa (VIDEO: Intervista a padre Amorth)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro
5 CITTA' DI 15 MINUTI: PROVE DI TOTALITARISMO VERDE
A Roma tutti i servizi dovranno essere vicino casa: sembra bello, ma sarà il modo per impedire la libera circolazione
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 GERMANA COUSIN, LA SANTA DI CUI ABBIAMO BISOGNO
La giovane pastorella morta di stenti dopo una vita di umiliazioni è un luminoso esempio di santità valido anche ai nostri giorni
Autore: Suor Maria Teresa Ribeiro Matos - Fonte: Araldi del Vangelo
7 OMELIA CORPUS DOMINI - ANNO A (Gv 6,51-58)
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - ARISA ''SCOMUNICATA'' DAL MOVIMENTO LGBT
I cattolici dovrebbero imparare la lezione: Arisa non ha rinnegato l'ideologia lgbtq+, ma si è azzardata solo a gettare un ponte dialogante con la Meloni per avvicinarla al mondo gay, eppure è stata esclusa dai pride
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 1° giugno 2023

È quanto è successo ad Arisa, che ha espresso simpatia per la Meloni, pur non condividendone il pensiero sui "diritti Lgbt". Però i cattolici dovrebbero imparare dagli Lgbt a difendere l'intransigenza dei principi, ma per pura fedeltà alla Verità. Invece...
I cattolici dovrebbero imparare dal mondo LGBT. Leggete qui. Nella trasmissione La Confessione sul canale Nove la cantante Arisa dichiara con coraggio in merito al rapporto tra le rivendicazioni LGBT e la premier Meloni: "Mi piacerebbe che le persone avessero la pazienza e l'amore di farle capire certe cose, perché lei è veramente una che può portarci ad alti livelli, ha la cazzimma e noi serve una persona così. Le sue non sono posizioni aperte, però secondo me lei si comporta come una mamma molto severa e spaventata. Una madre che non è solo madre di un figlio, ma ne ha quattro e allora sembra che lei faccia cose che vadano bene per tutti e quattro i figli, magari penalizzandone uno. Ci vuole tempo e dialogo".
Notate: Arisa non ha detto "Abbasso i diritti dei gay ed evviva la Meloni". Ha solo detto che è comprensibile, ma non giustificabile, il timore del premier verso la galassia LGBT e che occorre dialogare con lei per farle aprire gli occhi. Ciò nonostante, Arisa ha subìto la purga arcobaleno e quindi, dato che doveva essere presente come guest star al pride di Milano, gli organizzatori di questo evento le hanno fatto sapere che non è più persona gradita, proprio lei che è stata madrina del pride 2022.

INCLUSIVITA' A SENSO UNICO
Su Instagram la cantante ha risposto con sobrietà: "Cari ragazzi e ragazze mi spiace immensamente per il momento che stiamo vivendo e spero che col tempo potremo di nuovo comunicare. Per adesso sono solo insulti pesantissimi da parte di alcuni di voi che non so come decifrare. Oggi al mio manager è stato consigliato da parte degli organizzatori, di dirmi di non presentarmi al Pride di Milano a causa dell'ipotesi che alcuni membri della comunità possano in qualche modo mettermi in imbarazzo, io sarei venuta volentieri, però se ho fatto qualcosa di così tanto grave da meritare un trattamento così esclusivo, credo che non parteciperò neanche al Pride di Roma". Questa la sua conclusione scevra da qualsiasi tono bellicoso: "Mi dispiace davvero tanto. Buon Pride a tutti, divertitevi anche per me, vi auguro di trovare un piano di svolta e di realizzare i vostri sogni legittimi per essere felici. Ve lo auguro davvero dal profondo del cuore. Io continuerò a vivere frequentando gli amici di sempre e mi farò raccontare".
A Domenica in ha pure aggiunto: "Ho detto che la Meloni mi piace, poi che ci siano difficoltà sull'accettazione e sul riconoscimento dei diritti della comunità LGBTQ+ è vero: vorrei che fosse chiaro che io non sono una voltabandiera, sono quindici anni che sono dalla parte di questa comunità e continuerò a starci fino alla fine della mia vita".
Contraddittorio, ma non usuale, questo trattamento per Arisa da parte di chi si presenta coma alfiere delle differenze e della tolleranza. Ma è noto che per gli ideologi di ogni genere le uniche differenze da accogliere e da tollerare sono le proprie, non certo quelle degli altri. È una inclusività a senso unico, un dovere di non discriminazione a carattere unilaterale. È dello stesso avviso la cantante che sempre nel suo post su Instagram aggiunge: "Prima di salutarvi un'ultima cosa la voglio scrivere: la diversità è fatta di opinioni, di esperienze e di modi di vedere la vita. La diversità è ricchezza. Me l'avevate insegnato voi. Non condannate la gente perché non la pensa esattamente come voi, magari quella gente lì vi ama lo stesso, ma voi pensate di no".
Arriva la replica di Wladimiro Guadagno, in arte Vladimir Luxuria: "Ognuno è libero di cambiare idea ma non puoi meravigliarti se non ci sono stati i nostri applausi" e poi prosegue dicendo che con questa destra è impossibile il dialogo perché sono su posizioni inconciliabili con le rivendicazioni del mondo LGBT.

UNA REALTA' DOGMATICA DA CUI I CATTOLICI DOVREBBERO PRENDERE SPUNTO
Qualche riflessione su questa vicenda. La realtà LGBT è dogmatica perché predica verità definitive e inconfutabili. Chi mette solo in forse uno di questi dogmi, seppur alla lontana, merita la scomunica. Arisa non ha fatto nulla di tutto questo, ma si è azzardata solo a gettare un ponte dialogante con la Meloni per avvicinarla alle gaie istanze dei manifestanti del pride. Ma dato che nell'immaginario collettivo arcobaleno la Meloni è il nemico - a torto dato che appoggia tutte le loro istanze eccetto l'utero in affitto e la legge sull'omofobia - ecco che, Arisa è diventata a sua volta nemico del popolo, il popolo gay e trans. Questo accade perché esiste l'equazione "chi parla con l'avversario è uguale a lui" e quindi la pensa come lui. Ecco perché Luxuria sostiene che la cantante abbia cambiato idea.
In apertura di questo articolo abbiamo scritto che i cattolici dovrebbero imparare dal mondo LGBT. Dovrebbero imparare l'intransigenza dei principi, la compattezza del complesso dogmatico, la fedeltà cieca alla verità e la scelta severissima dei front men, cioè di coloro che diventano ambasciatori di un certo pensiero. Non dovrebbero di certo seguirli nella mancanza di empatia verso i dissenzienti (evitiamo di dire "la mancanza di carità" per motivi di sano realismo). Se Arisa è stata ostracizzata non perché abbia disconosciuto le istanze arcobaleno, ma perché ha ipotizzato un dialogo con il nemico, figurarsi cosa potrebbe accadere per chi voglia dissentire anche su un solo punto della agenda gender.

SPAZIO SOLO AL DISSENSO
In casa cattolica invece capita l'opposto. Oggi sotto questo tetto c'è solo posto per chi dissente su diversi punti della dottrina cattolica, gli altri sono intransigenti e quindi non cristiani, dunque sono ipso facto fuori dalla Chiesa. Oggi il credente può essere abortista e cattolico, omosessualista e cattolico, pro-eutanasia e cattolico, divorzista e cattolico, amante delle provette in cui si distillano bimbi e cattolico, anticoncezionalista e cattolico, abusatore seriale della liturgia e cattolico, sincretista religioso e cattolico, ambientalista, femminista, liberista, vetero comunista e cattolico. Ma se sei fedele alla dottrina, allora non sei cattolico. Non è possessione diabolica o schizofrenia, ma solo l'attuazione di un processo di sostituzione: il cattolico è sparito ed è stato sostituito da tutti questi loschi figuri che si attribuiscono titoli di cattolicità in modo arbitrario.
Ecco perché, per fare un esempio recente recente, possiamo avere un cardinal Zuppi, presidente della Cei, che un giorno dichiara "Nessuno ha intenzione di rimettere in discussione la 194" e il giorno dopo invia un messaggio ai partecipanti della marcia per la vita, il nostrano life pride. Se ci fossero stati al posto nostro gay e trans di certo non avrebbero invitato un tipo come Zuppi ad inviare un messaggio per sostenere la marcia, bensì lo avrebbe bandito per sempre per mancanza di coerenza, sommergendolo di post al vetriolo, chiamandolo a pubblica gogna sui media, chiedendo e richiedendo fino allo sfinimento di ritrattare, di scusarsi, di piangere amare lacrime di pentimento, di giurare che la 194 è una legge orribile e va abrogata al più presto, sempre però nella consapevolezza che tutto questo sarebbe stato insufficiente per un qualsiasi perdono, per una qualsiasi remota speranza di riabilitazione, ma più che sufficiente per creare preziose occasioni per ribadire un pensiero fieramente pro-life.
In casa cattolica questo non avviene proprio perché, come accennato, ormai tutto si tiene, anche gli opposti. Di là, nel mondo gaio, è vietato addirittura dialogare con gli antagonisti, di qui, sotto le cupole di Santa Romana Chiesa, si dialoga non solo con l'errante - e questo è doveroso - ma anche con l'errore. Anzi, è solo l'errore ormai a parlare e noi stiamo zitti, zitti.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 1° giugno 2023

2 - SI PUO' VOTARE UN POLITICO ERETICO?
Il vescovo Paprocki smaschera i finti cattolici che di cattolico hanno solo l'etichetta che amano esibire esclusivamente per motivi politici
Autore: John Horvat - Fonte: Tradizione famiglia proprietà, 23 marzo 2022

Il vescovo Thomas Paprocki ha recentemente evidenziato una crisi nella Chiesa con il suo articolo intitolato "Immaginare un cardinale eretico". Il dotto canonista ha esposto magistralmente il suo caso citando le posizioni di un "ipotetico" cardinale (tratte da un articolo scritto dal cardinale vescovo di San Diego Robert McElroy, senza citarne il nome). Non ci vuole molta fantasia per applicare ad altre figure gli stessi principi che il vescovo individua, a cominciare dall'immaginare un presidente americano "eretico".
Naturalmente, questa applicazione deve essere usata con giudizio, per evitare che diventi una caccia alle streghe accusando chiunque di eresia. Ma il vescovo di Springfield, Illinois, ha dimostrato accuratamente come, su specifici argomenti, le posizioni eterodosse del cardinale sulle questioni sessuali e sulla Santa Eucaristia lo mettano fuori dalla comunione della Chiesa, tra i "fratelli separati". Lo rendano cioè un eretico.

CHIAMARE LE COSE CON IL LORO NOME
Inoltre, citando il Diritto Canonico, ha dimostrato come l'adesione a queste posizioni separi una persona dalla Fede, senza bisogno di una dichiarazione ufficiale di scomunica. È automatico. Il trasgressore si allontana automaticamente dalla Chiesa mantenendo le posizioni condannate, latae sententiae, per usare la terminologia tecnica. Diventa eretico e viene scomunicato per il semplice fatto che rifiuta le verità essenziali della "fede che fu una volta per sempre consegnata ai santi'". (Giuda 1,3).
Canonicamente, né il cardinale né i suoi numerosi difensori hanno ribattuto all'accusa del vescovo. Hanno cercato di sviare l'attacco mettendo in discussione l'insegnamento della Chiesa sulle questioni sessuali o cercando di far rivivere il condannato "principio dell'opzione fondamentale", secondo cui l'amore di Dio prevale su tutto, anche su dogmi e morali definiti da tempo e sul diritto canonico che disciplina la Chiesa. Dal punto di vista canonico, tuttavia, il cardinale rimane, come da accusa, un eretico.
La rinvigorente dichiarazione del vescovo Paprocki definisce e chiarisce non solo il caso McElroy, ma il dibattito più ampio. Troppo a lungo è mancata la volontà di chiamare le cose con il loro nome e gli eretici con il loro nome. Il suo coraggioso invito a far uscire allo scoperto questa discussione cambia la dinamica dell'attuale disputa. I cattolici possono ora parlare in termini precisi di questioni così importanti, grazie a un vescovo colto che non ha avuto paura di aprire il dibattito usando la proibita parola "eresia".

L'INSEGNAMENTO DELLA CHIESA E' IMMUTABILE
Noi potremmo aggiungere che, come nel caso del Cardinale ribelle, il termine appropriato deve essere applicato anche a personaggi pubblici influenti che approfittano della loro identità cattolica per distruggere l'ordine morale, confondere i fedeli e offendere Dio.
A causa del danno morale arrecato a milioni di persone e al bene comune della nazione, è diventato urgente immaginare anche un presidente eretico. Il caso del presidente sarebbe un po' diverso da quello del cardinale, poiché non riguarda l'Eucaristia. Tuttavia, il chiaro schema canonico del vescovo Paprocki su come effettuare questa determinazione, è lo stesso.
Il vescovo definisce come eresia "l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica" (CDC 751).
Con parole e azioni, il presidente Biden nega la verità definita sull'aborto. La Chiesa afferma che ogni aborto procurato è intrinsecamente perverso. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che l'insegnamento della Chiesa "non è cambiato e rimane immutabile" dal primo secolo. Il diritto canonico applica inoltre sanzioni all'aborto e a coloro che lo favoriscono.
Sia prima di essere eletto presidente, sia con insistenza da quando è entrato in carica, Joe Biden ha tenuto posizioni morali contrarie all'insegnamento della Chiesa sull'aborto, sull'omosessualità e su altre importanti questioni. Ha fatto sua la missione di espandere enormemente l'accesso all'aborto e la distribuzione di pillole abortive con la passione di un Cesare pagano che perseguita i cristiani. Si è nascosto dietro la sua identità cattolica e ha travisato l'insegnamento della Chiesa quando è stato sfidato.

UOMO AVVISATO...
Il Presidente ha avuto il vantaggio di essere stato avvertito dei suoi errori da vescovi americani fedeli. Non può rivendicare la sua ignoranza. Come il vescovo Paprocki ha giustamente dimostrato, tuttavia, tali avvertimenti sono rimasti inascoltati. La verità deve essere detta. Chiunque neghi l'insegnamento della Chiesa sul male intrinseco dell'aborto procurato si separa automaticamente dalla comunione della Chiesa. Come nel caso del cardinale, anche il fatto di immaginare canonicamente un presidente eretico è un'ipotesi da prendere in considerazione.
Tale distinzione sembrerebbe irrilevante in un ordinamento politico che non riconosce alcuna chiesa ufficiale. Parlare di "presidente eretico" non sembra avere alcun senso in una società laica e il fatto poi che sia un eretico non sembra fare alcuna differenza pratica.
Ciò che promuovono le cariche pubbliche e le persone che le occupano, tuttavia, rimane importante in un mondo postmoderno privo di significati. In effetti, nonostante la grande crisi al suo interno, la Chiesa esercita ancora un'immensa influenza sul pubblico.
Il presidente e sua moglie conoscono certamente il valore politico di apparire pubblicamente come cattolici. La signora Biden, ad esempio, si è presentata di recente a una cerimonia in Africa, discutendo di contraccezione mentre portava un rosario cattolico al collo. Neppure il signor Biden perde occasione per presentarsi come cattolico.
Ciò di cui la Chiesa ha bisogno ora più che mai è la chiarezza. Come ha detto il vescovo Paprocki, il tempo delle conversazioni private è finito. Egli fornisce un modello eccellente per portare alla luce del sole questioni di grande importanza.
Immaginare un presidente eretico alleggerisce l'aria pesante del dibattito e scioglie il teatrino delle figure "cattoliche" che tradiscono l'insegnamento della Chiesa. Nel frustrare ogni tentativo di confondere le acque, il modello Paprocki mette in chiaro che, a meno che non si pentano, il presidente e altri come lui devono essere trattati come eretici separati dalla Chiesa. Non possono più usare la loro identità cattolica come una copertura per portare avanti i loro programmi progressisti.
Tali programmi devono essere visti per quello che sono: cattive opinioni che portano alla distruzione di vite umane innocenti e alla perdizione di molti. Per il bene dei fedeli e dei non nati, gli eretici devono essere denunciati pubblicamente.

Fonte: Tradizione famiglia proprietà, 23 marzo 2022

3 - L'UCCISIONE DI GIULIA TRAMONTANO: IL PROBLEMA NON SOLO GLI UOMINI, SONO ANCHE LE DONNE
Perché anziché scegliere un bravo ragazzo, con un umile lavoro e che ritiene un valore la castità... alcune donne sono invece attratte dagli uomini pericolosi?
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 3 giugno 2023

Così, il corpo della ventinovenne Giulia Tramontano è stato trovato. Femminicidio, si strilla ovunque; del bambino che aveva in grembo, pare, importa poco. Il fidanzato trentenne, che lavorava come barman in un locale di lusso e che, oltre alla convivenza con Giulia, aveva una seconda relazione con una collega ventenne, viene descritto come narcisista amante della bella vita. Aveva già un figlio di sei anni con un'altra donna. Dopo aver ucciso Giulia avrebbe scritto alla collega: «Sono libero». A quanto pare, la solita storia di un uomo che vede le donne come un oggetto del quale liberarsi a piacimento, soprattutto se sono di ostacolo a nuove avventure sessuali, viaggio, carriera.
Il brutale episodio ha scatenato una ridda di commenti contro gli uomini: egoisti, assassini, pericolosi eccetera eccetera. Generalizzazioni per cui ogni uomo sarebbe, in potenza, come questo Alessandro Impagnatiello: tutti gli uomini sono inaffidabili, virtualmente pericolosi. Tutto chiaro e semplice come ogni problema nel mondo moderno: ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra. In questo caso, i cattivi sono gli uomini.

OMICIDI DI SERIE A E B
È possibile complicare un pochino il quadro con qualche riflessione a caldo?
Dunque, valgono le generalizzazioni, come abbiamo detto. Ma non tutte. La scrittrice Francesca Totolo ha pubblicato sul suo profilo Twitter questo post: «Dall'inizio del 2023, secondo il portale “Femminicidio Italia”, il 44% (7 su 16) dei femminicidi è stato commesso da stranieri, l'8,5% della popolazione residente». Quindi, se proprio volessimo comunque generalizzare, ma senza estremizzare, potremmo pensare che il problema riguarda i maschi stranieri; e smetterla di accusare i maschi italiani.
Questo sguardo potrebbe spingere a qualche riflessione sugli sbarchi di clandestini che, ad ora, hanno già raggiunto la cifra record di cinquantamila soggetti; pur essendoci un governo che aveva promesso nientemeno che i blocchi navali. Cosa ne è di queste persone (quasi esclusivamente giovani maschi) una volta giunti in Italia? Trovano lavoro e una casa, inserendosi pacificamente nella nostra società? Cioè trovano lavoro in un paese che ha una disoccupazione (ufficiale) dell'8%? Trovano casa anche se gli affitti (così dicono i media) sono impossibili per uno studente? E poi: come mai non si è scatenato tutto questo can can quando Pamela Mastropietro fu struprata, uccisa, fatta a pezzi e (probabilmente) mangiata? Ah, già! Perché in quel caso l'emergenza era il razzismo, non il femminicidio...
Tra l'altro, diverse statistiche indicano che l'Italia (nonostante il contributo degli stranieri) ha un tasso di «femminicidio» tra i più bassi in Europa; notevolmente inferiore rispetto ai paesi «avanzati» e civili del nord Europa come i paesi baltici, Svizzera, Germania, Finlandia, Francia, Olanda...
Non solo: se guardiamo al nostro paese scopriamo che, ogni anno, gli uomini vittima di omicidio sono più o meno il doppio delle donne; quest'anno, addirittura, due terzi. Eppure, non ho mai sentito parlare di «emergenza maschicidio». La vita degli uomini, giornalisticamente parlando, vale meno di quella delle donne? Scopriamo anche che circa 1/3 degli omicidi compiuti in ambito familiare o affettivo hanno come vittima un uomo... tutti omicidi commessi in coppie gay maschili (il che aprirebbe a ulteriori domande), oppure anche le donne uccidono all'interno di una relazione di coppia?

IL MITO DEL BELLO E DANNATO
Ultima domanda e poi taccio. Le donne non hanno nessuna voce in capitolo quando inizia una relazione? Voglio dire: è l'uomo che sceglie la donna o è reciproca, la cosa? Perché in questo caso mi chiedo: queste donne non sono in grado di scegliersi un uomo che non sia potenzialmente «pericoloso» (narcisista, traditore, inaffidabile...)? In questo caso, forse, sarebbe meglio per loro tornare al patriarcato e lasciare la scelta del fidanzato al padre. Oppure (e mi pare proprio questo il caso) alcune donne sono attratte da uomini «pericolosi»?
Diciamolo: il bravo ragazzo, con un umile lavoro fisso, magari credente o addirittura cattolico, che ritiene un valore la castità, che si tiene lontano dai guai... è la seconda scelta di molte donne. Il top di gamma è il ribelle tipo James Dean, il selvaggio tipo Marlon Brando, il vampiro, il bello e dannato, il bohémien romantico e disperato. Questo è il risultato di due secoli di romanzi e film romantici, questo è quello che propone come modello maschile di successo la società moderna. Non mi riferisco solo ai vari «tronisti» televisivi: penso anche al tipo di uomo premiato dalla nostra legislazione. Esatto, mi riferisco alla solita legge 194/1978 nella quale l'uomo responsabile, che vuole prendersi cura del proprio figlio è punito mentre ad essere premiato è il «mascalzone», che si è divertito e lascia nelle peste la donna. Con il plauso delle cosiddette «femministe».

Nota di BastaBugie: si può leggere un altro articolo di Roberto Marchesini che sviluppa le precedenti argomentazioni, cliccando sul link sottostante.

SENAGO, IL PROBLEMA DEGLI UOMINI E' IL RIFIUTO DELLA VIRILITA'
Solo con l'educazione si argina l'aggressività maschile e la si dirige verso l'aggressore a difesa di donne e bambini (invece la modernità spinge l'uomo a sfogare le proprie emozioni)
di Roberto Marchesini
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7453


DOSSIER "FEMMINICIDIO"
L'emergenza che non esiste

Per vedere articoli e video, clicca qui!

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 3 giugno 2023

4 - L'ESORCISTA DEL PAPA E' LA SAGRA DEL LUOGO COMUNE
Russell Crowe che interpreta padre Amorth banalizza la realtà delle possessioni e non perde l'occasione per promuovere dei falsi storici contro la Chiesa (VIDEO: Intervista a padre Amorth)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro, 11 Maggio 2023

Ho visto L'esorcista del papa con Russell Crowe per dovere d'ufficio. Infatti non mi piace l'horror e, sul tema esorcismi, gli unici film che val la pena sono quelli della saga Conjuring, che sono tratti da storie vere. Invece, ne L'esorcista del papa di vero non c'è niente. Solo il nome di padre Gabriele Amorth. E basta. Nemmeno il protagonista è credibile, sarebbe stato meglio l'attore che fa Padre Brown nei telefilm, molto più somigliante all'originale. Nel film salvo solo lo scontro tra prelati progressisti che non credono al diavolo (perciò, neanche al Vangelo, e non si capisce perché non cambino mestiere) e l'esorcista, supportato - bontà sua - dal papa (Franco Nero, tutti gli altri attori sono di seconda fila). E, ma sì, salvo anche l'uso del latino, nell'esorcismo.
Nel film, «Amorth» dice che il latino è più efficace, ma una buona consulenza gli avrebbe fatto dire che senza latino non funziona proprio: è e rimane la lingua sacra dei cattolici, così come i musulmani hanno l'arabo e gli ebrei l'ebraico antico. E si guardano bene dal privarsene. La buona consulenza ce l'aveva il capostipite del genere, L'esorcista di William Friedkin, dove il diavolo infesta la giovane Regan perché questa si era messa a giocare con una Tavola Ouija. Infatti, nessuno può essere invasato senza invito: il diavolo non può toccarti se non lo chiami tu. E nel film-capostipite invade il prete giovane solo perché questo lo sfida: «Prendi me!». Invece, Amorth-Crowe si trova di fronte a un bambino posseduto non si sa come. Il diavolo, poi, passa disinvoltamente alla di lui sorella - teenager trojetta-style - senza che questa abbia fatto o detto alcunché.
Esilarante il bolso Crowe-Amorth che, mandato in Spagna per il caso urgente, ci va in vespa (!). E poi, la sagra del luogo comune: il passato nella Resistenza, l'abbazia medievale infestata (non se ne può più...), un grande amore nel passato del prete-spalla (etero, per fortuna, e tra adulti), l'Inquisizione spagnola «punto più nero della storia della Chiesa». Sì, per un regista americano, cui un Franco Cardini, debitamente consultato, avrebbe spiegato come proprio l'Inquisizione spagnola risparmiò alla penisola iberica le guerre di religione e la caccia alle streghe, tutti fenomeni di area nordeuropea: l'ultima strega fu bruciata in Svizzera a fine Settecento, e giusto perché nella Svizzera calvinista non poteva esserci l'Inquisizione.
Nel film Crowe spiega dottamente che l'Inquisizione spagnola parte nel 1475. Forse ho capito male io, ma mi risulta che i Re Cattolici solo dopo avere completato la Riconquista della Spagna ai musulmani, nel 1492, chiesero al papa il permesso di introdurre l'Inquisizione onde liberarsi di quanti, adesso, erano indotti a fare i furbi battezzandosi di corsa. E il papa titubò, finché non riuscì a imporre il domenicano Torquemada che, essendo di origine ebrea, avrebbe dato garanzie di imparzialità. Insomma, vent'anni dopo. Chicca finale: Amorth-Crowe, invasato a sua volta, si impicca (ma sopravvive). Il vero Amorth, prete cattolico, sarebbe morto posseduto pur di non commettere suicidio, peccato mortalissimo. Insomma, che dire? Se avete voglia di vedere uno stravagante pot-pourri accomodatevi, ma per quanto riguarda il tema Amorth-l'esorcista, è meglio che leggiate i suoi libri.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 30 minuti) dal titolo "Padre Gabriele Amorth, l'ultimo esorcista" si può vedere la puntata di Indagine ai confini del sacro su Tv2000 con interviste a Padre Gabriele Amorth.


https://www.youtube.com/watch?v=IpuwJQ1wRRg

Fonte: Blog di Nicola Porro, 11 Maggio 2023

5 - CITTA' DI 15 MINUTI: PROVE DI TOTALITARISMO VERDE
A Roma tutti i servizi dovranno essere vicino casa: sembra bello, ma sarà il modo per impedire la libera circolazione
Autore: Alessandra Nucci - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 5 giugno 2023

Un'iniziativa per trasformare radicalmente l'organizzazione di città grandi e piccole sta attraversando il mondo da Parigi a Melbourne, ma i media, tolte poche testate "ribelli", non ne parlano. Il progetto, battezzato "Città di 15 minuti" dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, mira a ridisegnare i quartieri ed avvicinare i servizi essenziali ai residenti, in modo tale che siano raggiungibili a piedi o in bici grosso modo in 15 minuti, allo scopo di migliorare sia l'aria sia la qualità della vita, e soprattutto salvare il pianeta dalla "terribile" CO2.
Detta così sembrerebbe un progetto per niente controverso. Invece la cosa ha scatenato proteste, soprattutto nel Regno Unito, dove i manifestanti contro la "Città di 15 minuti" si sono uniti alle proteste contro l'Ulez (Ultra Low Emission Zone) di Londra che chiude il traffico a veicoli che non incontrino determinati standard.
Definito da Nigel Farage un sistema "che susciterebbe l'invidia di Pyongyang", la "Città di 15 minuti" prevede infatti che i residenti di un dato quartiere debbano avere il permesso per poter uscire dal suo perimetro in auto. Per Oxford, la città in cui il progetto è più avanzato, sono previsti ad esempio 100 permessi all'anno, superati i quali le auto verranno multate con sanzioni pesanti (si parla di 100 sterline ad infrazione).

SEMBRA BELLO, MA...
A Roma, dove realizzare la "città dei 15 minuti" è uno degli obiettivi principali enunciati dal Sindaco Roberto Gualtieri, la protesta si è incendiata, ed è arrivata fin sotto le sue finestre, per via della creazione di un'immensa zona verde dotata di 51 varchi, da cui si prevede di escludere, a partire da ottobre, con sanzioni applicate da novembre, in modo progressivo tutte le auto che non corrispondono a certi parametri ecologici.
Di fronte a vibrate contestazioni il Comune di Oxford ha fatto un comunicato in cui chiarisce che non sono previste barriere fisiche all'uscita di auto (anche se già adesso in alcune strade ci sono dei fittoni mobili - bollards - non a caso oggetto di sabotaggi notturni) ma solo telecamere in grado di leggere le targhe per applicare le multe. Chi avesse finito i permessi, rassicurano, potrà sempre uscire dal perimetro assegnato seguendo un determinato percorso più lungo.
Queste assicurazioni però non hanno ancora rasserenato gli animi di chi rifiuta il concetto stesso del dover chiedere un permesso per muoversi liberamente con l'auto, soprattutto a leggere i traguardi dichiarati dal Consorzio di Sindaci C40, basati sulle mete dell'Agenda 2030 dell'Onu. Come illustrato dal sociologo canadese Jordan Peterson, si punta: a ridurre l'assunzione calorica procapite a 2500 calorie al giorno entro i prossimi 15 anni, ad assicurare che i ceti inferiori, che comprendono tutti all'infuori dell'élite, non possano prendere l'aereo più di una volta ogni tre anni, ad eliminare il 90% delle auto private per costringere la gente a utilizzare trasporti pubblici, ove esistenti, invariabilmente onerosi in termini del tempo richiesto, e a limitare la quantità di viaggi possibili al di fuori del proprio quartiere.

LE CITTÀ DI 15 MINUTI
L'esperienza dei lockdown per la pandemia ha indubbiamente reso malfidati rispetto alle autorità molti cittadini che una volta sarebbero stati più fiduciosi nelle soluzioni calate dall'alto a problemi globali. Ad esempio, c'è già chi ironizza che per Parigi, che per i Giochi Olimpici del 2024 chiuderà 185 chilometri di strade e installerà le necessarie telecamere di controllo, sarebbe assurdo, passato l'evento, ripristinare la situazione iniziale anziché lasciare in essere delle zone di esclusione utili a separare la plebe dai variamente "autorizzati".
Inoltre, le campagne mediatiche che in nome di una scienza ufficiale, durante la pandemia, hanno censurato opinioni discordanti, anche autorevoli, bollandole come "disinformazione", hanno indotto molti ad ascoltare per la prima volta la voce di chi spiega che la CO2 non è cattiva bensì vitale per la vegetazione, il che invaliderebbe la base stessa per ogni restrizione alla libertà di movimento delle persone.
Ma le città di 15 minuti (che cambiano nome in 20 minuti o 30 minuti per le zone dove le distanze sono maggiori), potrebbero essere solo un passaggio verso la riorganizzazione sognata dai fautori del governo mondiale, se si considera il progetto di TriState City, la megalopoli progettata per una fetta di Europa del Nord che dovrebbe coprire l'Olanda e debordare in Belgio e in Germania. Il sito del governo olandese nega che questo progetto possa avere alcun legame con le politiche contro l'uso dell'azoto in agricoltura del governo Rutte - defenestrato, non a caso, alle ultime elezioni - che minacciano la sopravvivenza stessa dell'agricoltura.
Ancora più avanti, in senso tecnologico, è il progetto The Line, lanciato nel 2021 dall'Arabia Saudita, che prevede una città di lusso ma senza auto, che si stenderà per 170 km in mezzo al deserto, dietro a mura alte 500 metri, invisibili perché coperte da uno specchio. All'interno 9 milioni di Neomiani, così chiamati dal nome dato a questa nuova località, potranno spostarsi da una parte all'altra della città in pochi minuti grazie ad un treno ad alta velocità.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 5 giugno 2023

6 - GERMANA COUSIN, LA SANTA DI CUI ABBIAMO BISOGNO
La giovane pastorella morta di stenti dopo una vita di umiliazioni è un luminoso esempio di santità valido anche ai nostri giorni
Autore: Suor Maria Teresa Ribeiro Matos - Fonte: Araldi del Vangelo, giugno 2021

Le finestre alte e strette, le ampie torri e la facciata murata per metà davano un aspetto di fortezza alla piccola chiesa medievale di Santa Maria Maddalena, nel villaggio francese di Pibrac.
Il villaggio si trovava a pochi chilometri dalla grande e sviluppata città che dominava il sud della Francia e che aveva accumulato molta fama nel corso dei secoli: Tolosa. Tra gli innumerevoli avvenimenti che componevano la sua storia, c'era stata la partenza per la Prima Crociata del suo conte, il non poco ambizioso Raimondo IV; aveva poi assistito agli innumerevoli colpi inferti nelle sue vicinanze dalla spada di Simon de Montfort in lotta contro l'eresia catara; e in seguito era stata anche teatro di battaglie sanguinose tra cattolici e ugonotti protestanti.
Tuttavia, questi episodi - e moltissimi altri - avevano poco effetto sulla vita semplice di campagna degli abitanti di Pibrac. Il bestiame, le difficoltà climatiche per i raccolti e, a volte, la guerra assorbivano completamente quella gente. Un'esistenza dignitosa e pia sostenuta da un lavoro onesto era tutto ciò che desideravano. Finché un pomeriggio del 1644, un evento modificò la routine del villaggio e, successivamente, lo rese famoso fino ai confini del mondo cattolico.

UNA SCOPERTA ECCEZIONALE
Guillaume Cassé lavora con impegno sul pavimento della chiesa di Pibrac per rimuovere una spessa lastra. Una pia parrocchiana è deceduta e i suoi parenti desiderano che il corpo riposi nel sacro recinto in attesa della resurrezione finale. Dopo numerosi colpi e molto sforzo, il becchino conficca di nuovo il suo piccone, facendolo penetrare in profondità e staccando la pietra dal suolo.
Improvvisamente, si sente un grido di stupore che attira tutti i presenti presso l'apertura. Contemplano qualcosa di prodigioso e spaventoso allo stesso tempo: il corpo di una fanciulla giace lì in perfetto stato. Sembra così viva che tutti percepiscono il segno rosso che il piccone di Guillaume ha lasciato sul suo viso. Che miracolo!
La notizia si diffonde presto nel villaggio e tutti accorrono curiosi. Chi era quella Santa, nata nel loro ambiente, ma delle cui virtù non si erano nemmeno resi conto? Alla fine, alcuni di maggiore esperienza e di età avanzata la riconoscono: è Germana Cousin, la povera pastorella scrofolosa che era morta più di quarant'anni prima.
Anche senza sapere molto di come era vissuta o di quello che aveva fatto, la gente la tolse da terra e cominciò a venerarla su un lato del tempio, non avendo il minimo dubbio che tanta pace, serenità e giovialità potessero emanare solo da un corpo la cui anima era molto vicina a Dio e alla Santissima Vergine.
Ma, allora, chi era quella giovane, tanto attraente quanto sconosciuta?

UNA VITA DI STENTI E MALTRATTAMENTI
La Storia non registra con sicurezza il nome dei genitori di Germana, ma si sa che apparteneva alla famiglia Cousin, proprietaria di una fattoria a Pibrac.
Oltre al suo braccio destro atrofizzato, la cui deformazione si poteva constatare nel suo corpo angelico, Germana aveva sofferto una terribile malattia, la scrofolosi. A quel tempo, questa malattia era incurabile e, essendo contagiosa, portava alla bambina, oltre alla sofferenza fisica, il disprezzo e il trattamento disumano da parte della sua matrigna.
Tra le umiliazioni che questa le infliggeva c'era il divieto di avvicinarsi alla tavola della famiglia e la costrizione a dormire in un angolo del corridoio o addirittura nella stalla, da dove doveva uscire la mattina presto per passare la giornata nei campi a badare al gregge. Questo era l'unico compito per il quale era giudicata capace e che aiutava oltretutto a tenerla lontana da casa. Nei mesi di freddo o di caldo indossava sempre gli stessi vestiti e le veniva dato solo un pezzo di pane da mangiare.
Per tutto il giorno, Germana guidava il gregge attraverso la foresta di Bouconne o per i prati vicino al villaggio, assicurandosi che nessuna pecora si allontanasse o fosse attaccata dai lupi. Chiunque l'avesse incontrata in quei momenti non avrebbe potuto farsi un'idea di quanto soffrisse. Sempre allegra, nobile e generosa, la pastorella non passava le sue ore di solitudine pensando alle tristezze e alle difficoltà della vita. Lontana dalle agitazioni del mondo, dall'euforia delle passioni e dalle ambizioni umane, coglieva l'occasione per contemplare le meraviglie del creato che riflettevano così bene Dio e sua Madre, a cui la giovane dedicava un affetto speciale.
Tuttavia, non erano rare le giornate che finivano in botte e punizioni da parte della matrigna, che scaricava il suo cattivo umore sull'innocente bambina.

L'AMORE A GESU' SACRAMENTO E MARIA SANTISSIMA
Se gli abitanti di Pibrac vedevano poco Germana e non sapevano quasi nulla delle sue occupazioni, in un luogo era sicuro che avrebbero potuto trovarla tutti i giorni: la chiesa parrocchiale. Quando sentiva le campane che chiamavano i fedeli presso Dio, la pastorella affidava il gregge a un conoscente - e quando non trovava nessuno che l'aiutasse, affidava le pecore ai suoi compagni celesti - e si dirigeva senza attardarsi alla celebrazione dell'Eucaristia.
Anche senza studi, la bambina sapeva discernere il valore infinito del Santissimo Sacramento, non trovando nessun motivo sufficientemente valido per perdere quell'ora di comunione con il suo Divin Modello, lì presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. E si rallegrava di poterLo ricevere in ogni giorno di festa.
Nella routine della pastorella era sacra anche l'ora dell'Angelus, che risuonava dal campanile. Ovunque e comunque si trovasse, interrompeva qualsiasi cosa stesse facendo, si metteva in ginocchio e recitava la preghiera, venerando il momento culminante in cui Maria disse "sì" e il piano di Dio si realizzò nella Storia. Non esitò ad inginocchiarsi nemmeno quando, una volta, si trovava in mezzo alle acque di un fiume al rintocco della campana durante la traversata, o a imbrattarsi di fango perché stava passando per un luogo paludoso.
Un altro elemento forte della pietà di Germana era la recita del Rosario, attraverso il quale cresceva in intimità con Colei che è il Paradiso di Dio. Da questa profonda relazione traeva le forze necessarie per affrontare con coraggio, fiducia e spirito soprannaturale la sua difficile esistenza e per farne uno strumento di combattimento per Dio stesso.
Se, girando la maniglia di una porta, la Santissima Vergine dava più gloria a Dio di un martire nei suoi tormenti, quanto valore avranno avuto le malattie, le fatiche, l'isolamento e i maltrattamenti che soffriva Germana, uniti ai meriti di Maria?
Questa era la ragione della costante serenità e della gioia che la giovinetta comunicava, portando la dimenticanza di sé fino all'eroismo. In un'occasione, notandola ancora più debole e senza forze, seppero che quella settimana si era privata del suo unico pezzo di pane per darlo a un povero, svenuto per la fame e incontrato per strada.

UNA VITA UMILE MA PIENA DI FEDE
Sebbene il popolo di Pibrac non le prestasse attenzione, la sua famiglia la disprezzasse e nessuno riconoscesse le sue virtù, senza dubbio molti sentivano nel profondo della loro anima che questa pastorella rappresentava qualcosa di più alto, più adatto al Cielo che alla terra. Nel suo processo di canonizzazione non mancarono testimoni di questo e ci furono persino resoconti di eventi miracolosi avvenuti con la bambina.
Per esempio, una volta si avvicinò al fiume Courbet, che attraversava sempre per raggiungere la chiesa. Quel giorno, però, la pioggia era stata intensa e la corrente era forte. Senza esitare, Germana avanzò in direzione delle acque, esse si calmarono e le permisero di passare tranquillamente.
Ci fu anche chi attestò un miracolo simile a quello accaduto a Santa Elisabetta d'Ungheria: in pieno inverno, Germana uscì di casa nascondendo nel suo grembiule dei pezzi di pane per i poveri. Accorgendosi del volume che la giovinetta portava, la matrigna le corse dietro furiosamente e le aprì con forza il tessuto, facendo cadere a terra innumerevoli fiori...
Nella sofferenza e nell'annullamento, con la salute che si indeboliva sempre più, la pastorella raggiungeva i suoi ventidue anni.
Una mattina, probabilmente nell'anno 1601, il gregge non uscì al pascolo. Cosa era successo? Entrarono nella stalla e videro che l'anima di Germana era salita all'eternità con la stessa serenità con cui aveva vissuto; solo il suo corpo era rimasto disteso in mezzo alle pecore. E solo da loro sarebbe stata venerata, se l'Altissimo non avesse voluto rivelare alla Storia la grandezza di quest'anima nascosta agli occhi degli uomini, "ma scelta e preziosa agli occhi di Dio" (1 Pt 2, 4).
Non una parola uscita dalle labbra di Germana fu mai registrata, ma lei insegnò al mondo intero come il vero valore, la gloria e il successo sono quelli conquistati davanti a Dio. Il corpo conservato intatto, gli innumerevoli miracoli e la continua devozione dei fedeli dimostrano l'impegno dell'Altissimo nel difendere una causa che era solamente sua!

L'INIZIO DEI MIRACOLI
In un secolo devastato dagli errori degli pseudo-riformatori e dalle continue guerre contro la Santa Chiesa, l'esistenza di Germana può ben essere considerata una riparazione al Cuore Divino. La sua fede nella Presenza Reale nell'Eucaristia e la sua ardente devozione mariana confermavano i punti più attaccati dagli eretici; la sua sottomissione incondizionata e il suo annullamento si contrapponevano alla ribellione contro l'autorità papale.
Irrigando queste virtù con l'offerta continua dei suoi dolori, Germana non solo presentava a Dio una ricompensa per gli affronti degli uomini, ma mitigava anche i mali che queste stesse sregolatezze attiravano sul mondo.
Dopo la scoperta del corpo di Germana, padre Sounilhac, rettore della Chiesa di Santa Maria Maddalena a Pibrac, ordinò che fosse depositato in un semplice sarcofago e lasciato sul lato del tempio, poiché il popolo non si allontanava da colei che già considerava la sua Santa. Ma presto cominciarono i miracoli e la fama di Germana valicò i confini del villaggio...
Temendo di trasgredire il divieto di Roma di rendere culto ufficiale a una persona deceduta senza aver prima ricevuto l'approvazione ecclesiastica, il sacerdote trasferì il corpo nella sacrestia. Continuò, tuttavia, a ricevere le migliaia di pellegrini e a registrare attentamente, davanti al notaio, i miracoli ottenuti.

IL LUNGO PROCESSO DI CANONIZZAZIONE
Nel frattempo, le autorità non condividevano la stessa fretta e lo stesso entusiasmo dei devoti nel promuovere la glorificazione di Germana.
Soltanto nel 1661 il Canonico Dufour, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Tolosa, si reca a Pibrac per prendere contatto con questa realtà soprannaturale. Apre la bara e verifica immediatamente il miracolo; fa sollevare la pietra sotto la quale Germana era stata interrata per visionare lo stato del suolo, e della defunta parrocchiana che aveva preso il posto della Santa trova solo polvere...
Non c'è il minimo dubbio: quel corpo incorrotto è opera di Dio. Chiude l'urna con grossi lucchetti, la fa collocare ad un'altezza fuori dalla portata dei fedeli e si congeda, ricordando le norme di Roma e promettendo di aprire una commissione per preparare il processo diocesano in vista della canonizzazione.
Nel 1680 si recano alla chiesa i commendatori dell'Ordine di Malta, sotto la cui cura si trovava quel tempio, desiderosi di vedere il prodigio. Sbalorditi, verificano che il corpo della pastorella era "intero, apparendo ancora di carne, con flessibilità in tutte le sue membra quando vengono tenute e mosse"
Tuttavia, passano trentacinque anni dalla visita del vicario e non si hanno più notizie di lui... Il popolo, sempre più beneficiato dalla santa pastorella, non si arrende. Inviano il sindaco di Pibrac, Jacques de Lespinasse, a chiedere all'Arcivescovo di Tolosa, Mons. Colbert, di fare qualcosa per il riconoscimento della gloria di Germana Cousin.
Dopo alcuni anni di attesa, il prelato accetta e incarica Padre Morel di avviare il processo. Nel 1700, con una Messa solenne seguita da una moltitudine di devoti, questo sacerdote apre nuovamente l'urna e contempla il miracolo. Poi, ascolta le numerose testimonianze di miracoli ottenuti per intermediazione dell'umile pastorella, sente il parere di medici e specialisti e, infine, raccoglie anche la testimonianza di Françoise Pères, una donna di settantasette anni che, da bambina, aveva assistito al ritrovamento del corpo e aveva sentito il racconto di coloro che avevano conosciuto Germana e avevano attestato la santità della sua vita.
Avendo archiviato tutto, Padre Morel invia il dossier a Roma attraverso un padre cappuccino. Passano decenni e non si riceve nessuna risposta... Cosa è successo? Solo molto più tardi si seppe che il materiale era andato perduto e non raggiunse mai la sua destinazione. Molte altre battaglie dovettero essere combattute prima che, nel XIX secolo, Gregorio XVI riprendesse il processo e Pio IX lo concludesse con la solenne canonizzazione nel 1867.

UN ESEMPIO PER I NOSTRI GIORNI
Nel lungo periodo che precedette la glorificazione terrena della Santa, Dio non Si stancò di rivelare al mondo, attraverso incessanti prodigi, il valore della sua anima generosa e disinteressata. E i malvagi capivano questo perfettamente. Quando scoppiò la Rivoluzione Francese, il Comité de Salut Publique fece gettare quel corpo verginale e luminoso in una fossa di calce.
Perché la Rivoluzione, che si schierava in difesa dei diritti del popolo, non fece di quella pastorella povera, malata ed esclusa un suo idolo? Perché, prima di tutto, Germana aveva combattuto e vinto in un campo molto più sublime di quello delle questioni sociali: presso il Cuore di Dio!
È in questo senso che riferendosi a lei il dott. Plinio Corrêa de Oliveira, indicandola come modello per noi, commenta: "Il cattolico dei nostri giorni deve essere orgoglioso, combattivo, consapevole del suo valore, non dimenticando, però, di rappresentare davanti al suo secolo le virtù di Santa Germana Cousin. Molto spesso negato, malvisto, isolato e perseguitato, egli vede formarsi intorno a sé le inimicizie più gratuite, mentre le amicizie più solide si sgretolano. Deve lottare apertamente contro i poteri della sua epoca, remando contro la marea crescente di vizi e deviazioni del suo tempo. Non di rado diventa oggetto di disprezzo, se non di odio. [...] Tuttavia, quando la gloria di Dio viene toccata, dobbiamo difenderla come leoni. E quando si tratta di problemi di amor proprio o di rivendicazioni personali, dobbiamo essere miti come agnelli. Allora avremo imitato a modo nostro le virtù di Santa Germana, sia chinando il capo di fronte alle umiliazioni, sia difendendo come guerrieri la gloria di Dio".
Concludiamo, così, riflettendo su quanto sia opportuna, anche per il nostro travagliato XXI secolo, l'esclamazione uscita dalle labbra di Papa Gregorio XVI quando venne a contatto con i documenti per la beatificazione della pastorella di Pibrac: "È la santa di cui avevamo bisogno".

Fonte: Araldi del Vangelo, giugno 2021

7 - OMELIA CORPUS DOMINI - ANNO A (Gv 6,51-58)
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Questa domenica celebriamo uno dei più grandi Misteri della fede, quello dell'Eucaristia, ovvero il Mistero del Corpo e Sangue di Cristo donati a noi come cibo e bevanda spirituali. Dell'Eucaristia trattano le letture che abbiamo appena ascoltato. La prima lettura parla della "manna", con la quale Dio nutrì il popolo d'Israele nel suo esodo attraverso il deserto. La manna era un pane disceso dal cielo che prefigurava l'Eucaristia. Il popolo d'Israele era in cammino verso la terra promessa; noi, in questo pellegrinaggio terreno, siamo protesi verso la Patria Celeste e siamo nutriti ogni giorno da questo Pane Celeste che è la Santa Comunione. Il cammino attraverso il deserto, da parte del popolo d'Israele, non fu privo di insidie, ma chi si mantenne fedele, nutrito da questa «manna sconosciuta» (Dt 8,16), giunse alla meta tanto desiderata. Anche il nostro cammino è difficoltoso, il deserto di questo mondo spesso ci tende delle insidie, ma, nutriti di questo celeste alimento che è l'Eucaristia, troveremo il vigore per procedere sicuri, nonostante il demonio, il mondo e la carne continuino a ostacolarci.
Nel Vangelo, Gesù dice chiaramente: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51). Queste parole sono tra le più belle e consolanti di tutto il Vangelo. Il pensiero che Gesù vuole essere il nostro cibo che ci sostiene deve colmarci di gratitudine e di gioia. Con questa affermazione, Gesù dice apertamente che la manna che nutrì gli Israeliti nel deserto era solo un'ombra rispetto alla realtà. Il vero pane è Lui, è il Signore, e solo cibandoci di Lui avremo la Vita eterna. Poco dopo infatti afferma: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo [ovvero di Gesù] e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda» (Gv 6,53-55).
Giustamente, l'Eucaristia è stata definita come il Sacramento dell'amore. Gesù non poteva darci prova più grande del suo amore che donandosi a noi sotto le sembianze di un po' di pane e di un po' di vino. L'Eucaristia è Gesù vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Tale mutazione di sostanza avviene durante la Santa Messa, quando il sacerdote, dopo aver invocato la discesa dello Spirito Santo sul pane e sul vino, pronuncia le parole della Consacrazione, dicendo: «Questo è il mio Corpo... questo è il mio Sangue». In quel momento avviene il miracolo più grande che si possa immaginare: il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo. E Gesù, tutto intero, è presente in ogni frammento del Pane e in ogni goccia del Vino consacrato.
Più di mille anni fa, un sacerdote stava celebrando la Santa Messa e, proprio al momento della consacrazione, fu colto dal dubbio se veramente il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue del Signore. Proprio allora, Dio volle dimostrare con un miracolo evidentissimo la verità di tale dottrina, trasformando anche visibilmente il pane in carne e il vino in sangue. La cosa più strabiliante è che, a distanza di oltre mille anni, si possono ancora vedere questa carne e questo sangue che hanno le caratteristiche di una persona viva. Questo Miracolo Eucaristico è custodito a Lanciano, in Abruzzo, ed è sempre meta di numerosi pellegrinaggi.
L'Eucaristia ci rende una sola cosa con Gesù. Al momento della Comunione, Gesù viene nel nostro cuore e quello è il momento più bello e prezioso della nostra giornata. In quel momento, come insegnava san Giovanni Maria Vianney, noi e Gesù siamo come due candele che si fondono insieme e alimentano un'unica fiamma. In quel momento, la nostra preghiera si unisce a quella che Gesù rivolge incessantemente al Padre a nostro favore, e così possiamo ottenere le grazie più grandi.
Inoltre, l'Eucaristia ci rende una cosa sola anche tra di noi. Questo aspetto è messo in luce dalla seconda lettura di oggi, quando san Paolo afferma: «Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane» (1Cor 10,17). Se io sono unito a Gesù e anche tu lo sei, ne consegue che, nel Signore, siamo una cosa sola. Per questo motivo, i cristiani di santa vita, anche se si vedono per la prima volta, si sentono uniti da un vincolo di carità ed è come se si fossero da sempre conosciuti. L'Eucaristia annulla le distanze: uniti a Gesù, saremo un cuore e un'anima sola.
Quanto triste è invece lo spettacolo di tanti cristiani che tra di loro non si sopportano e parlano male l'uno dell'altro! In questo modo, nella pratica, rinnegano la loro fede. In questa solennità siamo chiamati a fare un serio esame di coscienza su quella che è la nostra carità. Se amiamo l'Eucaristia, che è il Corpo di Cristo, non possiamo non amare i nostri fratelli, che formano il Corpo mistico di Cristo. Ogni volta che riceviamo Gesù, ogni volta che ci avviciniamo a Lui, presente nel Tabernacolo, noi ci rendiamo vicini a tutti fratelli, in modo particolare a quelli più cari al nostro cuore e a quelli più cari al Cuore di Gesù.
Da questa solennità, inoltre, deve scaturire il vivo desiderio di ricevere spesso la Comunione, in grazia di Dio, premettendo la Confessione se sulla coscienza abbiamo qualche grave peccato. La Comunione frequente è la grazia più bella con cui abbellire la nostra anima ed è la gioia più grande che possiamo dare al Cuore di Gesù.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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