BastaBugie n�845 del 01 novembre 2023

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1 L'EUROPA SI ALLEVA LA SERPE ISLAMISTA IN SENO
Il jihadismo non riguarda solo il Medio Oriente e l'Africa, perché è ben radicata la presenza di radicalismo musulmano in Europa, Italia compresa
Autore: Souad Sbai - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 SONO FIGLIA DELL'UTERO IN AFFITTO E VI GARANTISCO CHE E' DEVASTANTE
Sentivo fin da piccola che c'era qualcosa che non andava, come il pezzo di un puzzle mancante, anche perché non c'erano foto della mia mamma incinta
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
3 BISOGNA BACIARE OGNI CROCE CHE IL SIGNORE PERMETTE NELLA NOSTRA VITA
I santi hanno un legame profondo con la Croce, da San Francesco a Santa Veronica Giuliani, da Santa Brigida a Padre Pio
Fonte: I Tre Sentieri
4 L'EUROPA ATTACCA MUSK CON IL PRETESTO DI HAMAS, MA IL FINE E' LA CENSURA
L'Unione europea usa il ''Digital Services Act'' contro X (ex Twitter) per restringere la libertà di parola, non solo a Musk, ma a tutti noi (VIDEO: Unione Europea contro Musk)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 PER COLPA DEL CELLULARE L'ACCESSO ALLA PORNOGRAFIA INIZIA A 10-14 ANNI
L'accesso alla visione del sesso esplicito fin dalla preadolescenza è una piaga, anche perché la maggior parte dei siti sono gratuiti ed ogni ragazzo ha il suo smartphone
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
6 SOUND OF FREEDOM, BOOM AL BOTTEGHINO PER IL FILM CON JIM CAVIEZEL
La storia vera di Tim Ballard esplora il mondo oscuro dello sfruttamento sessuale di minori (VIDEO: Intervista a Jim Caviezel)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Sito di Nicola Porro
7 OMELIA XXXI DOM. TEMPO O. - ANNO A (Mt 23,1-12)
Il più grande tra voi sia vostro servo
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

1 - L'EUROPA SI ALLEVA LA SERPE ISLAMISTA IN SENO
Il jihadismo non riguarda solo il Medio Oriente e l'Africa, perché è ben radicata la presenza di radicalismo musulmano in Europa, Italia compresa
Autore: Souad Sbai - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18 ottobre 2023

Hanno avuto ragione molto presto coloro che hanno evocato lo spettro dell'effetto emulazione di Hamas in Europa. In Francia, a rispondere positivamente il 13 ottobre all'appello dell'organizzazione terroristica per un "venerdì della rabbia" è stato un giovane ceceno di 20 anni, Mohamed Mogouchkov, che ha colto l'occasione per fare quanto forse aveva già in mente da tempo. Come vittima sacrificale, è stata la volta del Prof. Dominique Bernard, docente di letteratura francese in un liceo di Arras poco più che quarantenne. Due i feriti, causati dal coltello dell'attentatore.
Mogouchkov era immancabilmente già noto alle autorità come soggetto a rischio radicalizzazione. Il fratello più grande si trova in carcere per il piano di un attacco terroristico all'Eliseo. Il giovane ceceno ha così deciso di seguire fedelmente le orme del suo connazionale Abdullakh Anzorov, il decapitatore del Prof. Samuel Paty nel sobborgo di Conflans-Sainte-Honorine, nei pressi di Parigi, il 16 ottobre del 2020, esattamente 4 anni fa.

TERRORISMO JIHADISTA NEL CUORE DELL'EUROPA
Gli antefatti che hanno condotto al suo barbaro gesto devono ancora essere ricostruiti con precisione e non sappiamo quindi se Mogouchkov nutrisse un odio tanto estremo nei confronti del Prof. Bernard per una qualche ragione in particolare, come fu l'aver discusso in classe delle vignette di Charlie Hebdo, che risultò fatale al Prof. Paty. Anzorov agì istigato dall'ISIS, Mogouchkov da Hamas pur avendo anch'egli simpatie per il presunto stato islamico: al netto delle differenze, il risultato non cambia. Si tratta sempre di terrorismo jihadista nel cuore dell'Europa.
Ci si preoccupa in maniera crescente dell'insistenza del fenomeno in Africa sub-sahariana e sicuramente a ragione. D'altro canto, il concentrare l'attenzione pressoché esclusivamente su quanto accade al di là dei nostri confini, porta a sottostimare le serissime problematiche che affliggono l'Europa internamente, tra cui va certamente annoverata la ben radicata presenza di sacche di radicalismo islamista, diffuse ormai ovunque, Italia compresa. Una problematica intrecciata a doppio filo con quella dell'immigrazione, dell'integrazione e del militantismo di una parte significativa delle seconde generazioni, a cui va aggiunta anche l'accoglienza di "rifugiati" come Anzorov e Mogouchkov, che raggiungono nella lista nera del terrorismo i connazionali Dzokhar e Tamerlan Carnaev, gli autori dell'attacco alla maratona di Boston del 15 aprile 2013.
La Germania ha messo fuori legge tutte le attività legate ad Hamas nel paese, dopo il clamore suscitato dalle manifestazioni di giubilo a Berlino in favore dell'organizzazione terroristica che, ricordiamo, è uno dei tanti frutti amari generati dai Fratelli Musulmani e beneficia del sostegno politico di Turchia e Qatar, oltre che dei missili e dell'addestramento del regime khomeinista iraniano. Simili manifestazioni a quelle della capitale tedesca si sono svolte nelle strade di Londonistan, come denunciato dalla scrittrice Joanne Rowling. E in Italia?

PRUDENZA MISTA A FURBIZIA
Gli islamisti nostrani non hanno finora gridato troppo apertamente il proprio supporto per Hamas, ma si tratta solo di prudenza mista a furbizia, che non ne nasconde la compiacenza per quanto accaduto in Israele, come nel caso dei tanti giovani "influencer" con la barbetta che spopolano sui social media. Si tratta di soggetti nati o giunti molto presto in Italia, laureati e inseriti professionalmente, che non hanno nulla di apparentemente pericoloso ma sfruttano le sembianze a prima vista rassicuranti per veicolare la propaganda ideologica fondamentalista della Fratellanza nell'attuale contesto italiano.
Le loro lezioni di storia online sulla questione palestinese non servono altro che a promuovere presso i proseliti di turno la visione del conflitto promossa da Hamas, insieme agli obiettivi fissati nel suo statuto fondativo (distruzione di Israele), strumentalizzando così la situazione di sofferenza reale e pluridecennale dei palestinesi.
Tra gli obiettivi da raggiungere della loro attività di proselitismo troviamo senza sorpresa la sinistra studentesca neo-sessantottina, con cui si sono riuniti a Milano per il "venerdì della rabbia", inneggiando alla "Resistenza" palestinese in salsa islamista.
Se fossero stati maggiormente consapevoli di queste dinamiche, i gruppi giovanili di destra che hanno causato incidenti nelle manifestazioni di Roma avrebbero forse assunto una posizione più equilibrata e meno da tifosi da stadio degli antagonisti di sinistra. La "Resistenza" comprende anche Hezbollah, che su mandato dell'Iran sta facendo in modo che nel conflitto venga nuovamente coinvolto su larga scala il povero Libano, malgrado il 70 per cento della popolazione sia assolutamente contraria a una simile e assurda prospettiva.
Dall'islamismo radicale bisogna sempre prendere le distanze, qualunque causa esso voglia rappresentare. L'allerta bomba a Versailles e alla tormentata scuola di Arras ci dicono che i "venerdì della rabbia" sono destinati a continuare.

Nota di BastaBugie:
per approfondire la guerra Hamas - Israele in corso si possono leggere i seguenti articoli.

IN OCCIDENTE GLI ISLAMICI FESTEGGIANO LE MILLE VITTIME DEGLI ATTACCHI DI HAMAS IN ISRAELE
Musulmani col passaporto europeo e americano dimostrano il fallimento del multiculturalismo... che in realtà è una bomba ad orologeria (breve excursus storico sulle origini di Hamas e dei Fratelli Musulmani)
di Giuliano Guzzo
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7568

E' LECITO RISPONDERE AD HAMAS VISTO CHE LORO NON HANNO MAI RISPARMIATO DONNE E BAMBINI?
Occorrono 4 condizioni affinché sia moralmente lecito rispondere militarmente agli attacchi del nemico se questo provocherà la morte di civili innocenti
di Tommaso Scandroglio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7576

ASSALTO A ISRAELE, PESA IL FALLIMENTO DELLA POLITICA ESTERA DI BIDEN
Biden ha spazzato via la tessitura di Trump che con gli Accordi di Abramo aveva isolato Iran, Hezbollah e Hamas (VIDEO: Biden finanzia l'Iran, che finanzia Hamas)
di Eugenio Capozzi
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7585

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18 ottobre 2023

2 - SONO FIGLIA DELL'UTERO IN AFFITTO E VI GARANTISCO CHE E' DEVASTANTE
Sentivo fin da piccola che c'era qualcosa che non andava, come il pezzo di un puzzle mancante, anche perché non c'erano foto della mia mamma incinta
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 24 ottobre 2023

Ha 30.000 followers su Tik Tok, Olivia Maurel, ma non condivide contenuti leggeri o improbabili balletti. Olivia Maurel condivide la sua scoperta drammatica: quella di essere nata tramite maternità surrogata e le conseguenze importanti di questa condizione. La 31enne è venuta la mondo tramite utero in affitto, nello stato americano del Kentucky, ma vive a Cannes. Oggi è madre di tre figli e racconta sui social la ricerca della sua identità, le conseguenze quotidiane della maternità surrogata e la sua lotta contro la legalizzazione della pratica in Francia.
In cuor suo, dice di aver sempre sentito sin dalla più tenera età che c'era qualcosa che non andava, come il pezzo di un puzzle mancante. Peraltro il comportamento eccessivamente riservato della madre con cui è cresciuta, il fatto che non ci fossero foto di lei incinta, ma solo foto di Maurel già nata, l'aveva decisamente insospettita. Così è iniziata una sua lunga ricerca, a partire dagli esami del Dna, che l'hanno infine portata a ritrovare la sua madre biologica.
E proprio i risultati del test del DNA non hanno sorpreso Olivia Maurel che già aveva notato delle differenze a livello fisico con i genitori con i quali era cresciuta. «Assomiglio un po' a mio padre ma per niente a mia madre. Sono alta e bionda e mia madre è bassa e bruna». A conferma di ciò, i risultati del test del DNA effettuato lo scorso anno le hanno fornito la risposta definitiva: Maurel non aveva neanche un goccio di sangue francese, ma era per il 33% lituana e per il 33% norvegese.
Eppure racconta che il suo shock non derivasse tanto dalla scoperta della sua madre biologica, quanto dall'essere cresciuta in una famiglia anaffettiva, in cui non si parlava affatto di emozioni e sentimenti: anche questo è stato un chiaro segnale, per lei, che qualcosa non andava. Dopo aver finalmente rintracciato la sua madre biologica ha potuto sottoporle una serie di domande che erano rimaste per troppo tempo in sospeso nella sua testa, causandole danni psicologici: «[Mia madre ndr] era felice di parlare con me ed è rimasta davvero sorpresa. Non pensava che mi avrebbe mai incontrato. Avevo bisogno di sapere alcune cose da lei: le risposte ai vuoti che erano in me da tutta una vita. Com'è andata la mia nascita? E perché mi ha tradita?»
Ma Maurel voleva sapere anche cose banali, per ricostruire pezzi del puzzle della sua identità: «Cose stupide che erano così importanti per me perché non le condividevo con mia madre». Un esempio è il viola, il colore preferito di Maurel: «Non ho mai saputo perché amavo così tanto quel colore. E ora lo so perché, è anche il colore preferito della mia madre biologica». Inoltre ha scoperto che il disturbo bipolare di cui soffre è un'eredità della sua vera madre e questo non insignificante dettaglio, sottolinea, non avrebbe fermato l'agenzia che reclutava madri surrogate ad assumerla per tale ruolo.
Maurel è ancora in contatto con la famiglia che l'ha cresciuta e con la sua famiglia biologica. Tuttavia, è convinta che la maternità surrogata sia una cosa negativa. La nascita dei suoi figli, che ora hanno due e cinque anni, l'ha resa ancora più determinata nella lotta contro questa terribile pratica. «Ero molto spaventata durante la gravidanza perché non conoscevo il 25% dei geni dei miei figli. Non sapevo quali problemi medici avrei potuto trasmettere loro».
Ed è per questo che ora condivide la sua storia su TikTok. «Oggi, i media francesi, mostrano solo gli aspetti positivi della maternità surrogata. Io invece voglio dire alla gente quanto la maternità surrogata possa essere cattiva e parlare delle sue conseguenze sulla donna e sul bambino». Sebbene il presidente in carica Emmanuel Macron abbia definito la legalizzazione della maternità surrogata una "linea rossa" che non vuole oltrepassare, Maurel teme le elezioni, previste per il 2027. «Abbiamo già un ministro dei Trasporti che vuole legalizzare la pratica. Ma continuo a dirlo: avere figli non è un diritto».

Fonte: Sito del Timone, 24 ottobre 2023

3 - BISOGNA BACIARE OGNI CROCE CHE IL SIGNORE PERMETTE NELLA NOSTRA VITA
I santi hanno un legame profondo con la Croce, da San Francesco a Santa Veronica Giuliani, da Santa Brigida a Padre Pio
Fonte I Tre Sentieri, 13 settembre 2023

Nel film The Passion di Mel Gibson c'è questa scena: consegnano a Gesù, ormai già una maschera di dolore e di sangue per le flagellazioni subite, la Croce; ed Egli s'inginocchia dinanzi ad essa e la bacia.
Dunque, Gesù bacia il proprio patibolo. Il Cristianesimo esige - anzi possiamo dire: pretende - anche questo paradosso: baciare lo strumento del propria sofferenza.
Ciò si spiega con la scelta che Dio ha fatto: salvare attraverso la sofferenza. Una scelta certamente misteriosa, ma vera, indiscutibile, che non si può negare. E se lo si  volesse negare, si nullificherebbe il Cristianesimo stesso.
Scrive san Luigi Grignon de Monfort nella sua Lettera agli amici della Croce: "Non accogliete mai una croce senza baciarla con umile gratitudine, e se poi la bontà di Dio vi favorisse di una croce un po' pesante, ringraziatelo in modo speciale e invitate altri a ringraziarlo. Fate come quella povera donna che, dopo aver perso tutti i suoi beni in un processo a lei ingiustamente intentato, fece subito celebrare una Messa con l'offerta dei dieci soldi che le erano rimasti, per ringraziare il Signore della buona sorte che le era capitata".
Amare dunque la Croce, baciarla, ringraziare perché c'è... sembrano cose del tutto innaturali. Se si ragionassimo solo attraverso la carne (come direbbe san Paolo) saremmo nell'assurdo; ma se si ragionasse secondo lo spirito, allora si capirebbe tutto. Si capirebbe che è proprio la Croce di Cristo a rendere tutto intellegibile, tutto ordinato, tutto consolante, nell'opprimente caos del non senso che ci sarebbe se la Croce non ci fosse. Infatti, senza la Croce non si capirebbe come non disperarsi dinanzi al male.

Nota di BastaBugie: Antonio Tarallo nell'articolo seguente dal titolo "La Croce, i crocifissi e i santi, un legame profondo" parla dei santi che hanno avuto un legame profondo con la Croce e, di conseguenza, con i crocifissi.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 settembre 2023:

«Ti saluto, o Croce santa,/ che portasti il Redentor;/ gloria, lode, onor ti canta/ ogni lingua ed ogni cuor»: queste, le parole dell'inno che accompagnano la liturgia dei venerdì di Quaresima che precedono la Pasqua. Sono parole di un inno alla Croce - «vessillo glorioso di Cristo» e «salvezza del popol fedel» - che tutti conosciamo. Ed è proprio la Croce, signum fondamentale per il cristianesimo, ad essere esaltata nella festività che viene celebrata oggi dalla Chiesa cattolica. Contemplandola, le immagini si rincorrono.
Fra questi fotogrammi ce n'è uno particolare: nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, vi è un affresco dal titolo L'Esaltazione della Croce (nella foto), opera di Piero della Francesca, uno dei capolavori della pittura rinascimentale. I colori e le forme creati dall'artista raccontano il rientro della Santa Croce a Gerusalemme per poter essere issata per la devozione. L'imperatore Eraclio I (la sua figura è andata perduta nell'affresco), dopo aver ripreso la Croce sconfiggendo Cosroe II, si appresta a riportarla in città, ma un angelo lo interrompe sulla via e ferma la sua parata trionfale. Il vescovo Zaccaria lo esorta, allora, a un atteggiamento d'umiltà: solo entrando scalzo, l'imperatore potrà riportare la Croce a Gerusalemme. È questa l'umiltà che si deve portare al Sacro Legno che ha visto Cristo sofferente e morente. Ed è questa l'umiltà che i santi hanno sempre dimostrato davanti all'inesplicabile mistero che è racchiuso in quel simbolo di morte divenuto per ogni cristiano simbolo di luce e risurrezione.
Inevitabile, dunque, che tutti i santi abbiano avuto un legame profondo con la Croce e, di conseguenza, con i crocifissi, riproduzioni lignee o di altra fattura che iconograficamente ci presentano il momento del Cristo sul Golgota.
San Francesco d'Assisi ha avuto con la Croce sempre un dialogo particolare, a cominciare dal Crocifisso di San Damiano, la famosa opera lignea davanti alla quale il Padre Serafico ha ricevuto la chiamata a servire la Chiesa di Dio, a "ripararla". Il crocifisso fu trasferito, nel 1257, nel protomonastero di Santa Chiara in Assisi dove si trova tutt'oggi: si tratta di un'icona di dimensioni 210×130 centimetri, databile intorno al 1100, di autore sconosciuto. L'opera lignea rappresenta il "Christus triumphans", cioè il "Cristo trionfante" sulla morte. La figura di Gesù è rappresentata non solitaria perché contornata da alcune figure: la Vergine Maria; san Giovanni; Maria Maddalena e Maria di Cleofa; Longino, il soldato romano che ferì il costato di Gesù. Poi, in basso a destra, vi sono: Stephaton, identificato come il soldato che offrì a Gesù la spugna imbevuta nell'aceto; e, in ultimo, poco sopra la spalla sinistra del centurione, si nota un piccolo volto che - secondo la convenzione del tempo - potrebbe essere attribuibile allo stesso volto dell'artista che ha dipinto l'icona. A chiudere tutta questa esplosione di figure, vi sono sei angeli, disposti alle due estremità del braccio orizzontale del crocifisso.
«E anche adesso amo così caritatevolmente l'anima tua, che prima di privarmene, mi farei di nuovo mettere in croce, se fosse possibile. Imita l'umiltà mia; io, Re della gloria e degli Angeli, indossai vili panni e udii con le mie orecchie ogni insulto e disprezzo» (Rivelazioni). Sono parole d'amore cristiano quelle che Gesù rivolge a santa Brigida di Svezia. Tra la santa e il Cristo crocifisso vi è, infatti, un rapporto davvero unico: la dedizione per la Passione pone Brigida fra quelle aureole che hanno trovato in Cristo crocifisso non solo un'ideale di vita religiosa ma una vera e propria compenetrazione esistenziale. Come san Francesco rivive la Croce divenendo lui stesso alter Christus, così Brigida riesce a entrare nel Mistero del Golgota con una forza strepitosa, avvincente. Un segno visibile di questo dialogo è il crocifisso custodito, a Roma, nella basilica di San Paolo fuori le mura. Era il 1349 quando la santa partì alla volta della Città Eterna per partecipare al Giubileo che si sarebbe tenuto nel 1350, anno in cui verrà raggiunta dalla figlia Caterina. Assieme a lei, deciderà di fare visita in pellegrinaggio alle basiliche romane. E fu proprio durante uno di questi pellegrinaggi che avvenne l'incontro tra santa Brigida e il crocifisso ligneo della basilica romana. In questo luogo, Brigida, mentre contemplava il Sacro Legno, vide il volto di Cristo volgersi verso di lei. Cominciò, così, il dialogo fra i due: quello scambio di parole darà vita al libro delle Rivelazioni e alle Quindici Orazioni sopra la Passione di N.S. Gesù Cristo. Ancora oggi, quel crocifisso è lì, nella basilica, nella Cappella del SS. Sacramento fatta costruire in occasione del giubileo del 1725, a 375 anni dal prodigioso evento.
Altra figura femminile, santa Veronica Giuliani, conosciuta come "la sposa di Cristo". Nel monastero delle Cappuccine a Città di Castello, vicino Perugia, è conservato il crocifisso che parlò a santa Veronica. Ai tempi della santa, si trovava nell'infermeria della struttura religiosa. Nel suo Diario mistico troviamo la descrizione prodigiosa dell'evento: «Schiodando un braccio dalla croce, mi fece cenno di avvicinarmi al suo costato. E mi trovai tra le braccia di Cristo crocifisso. Quello che ho provato allora non riesco a raccontarlo: sarei voluta rimanere per sempre sul suo santissimo costato».
E davanti a un crocifisso in legno san Pio da Pietrelcina ricevette il 20 settembre del 1918, sei giorni dopo la festa dell'Esaltazione della Croce, le stimmate. Era mattina, il frate cappuccino aveva appena celebrato la Santa Messa e al momento del ringraziamento per il sacrificio eucaristico appena celebrato viene sorpreso da una sorta di riposo, «simile ad un dolce sonno», così lo descriverà anni avanti. Intorno a lui, il silenzio e solamente il volto gemente di Cristo sulla Croce del Golgota. Ed è in quel silenzio che dopo la comparsa di un «misterioso personaggio (...) che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue», san Pio si ritroverà con «mani, piedi e costato» traforati e  grondanti di sangue.
Altro grande importante crocifisso è quello di san Camillo de Lellis, il fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, che - assieme ai suoi primi compagni d'avventura - era solito riunirsi a pregare in una saletta dell'ospedale romano di San Giacomo: in questo luogo vi era custodito un crocifisso in legno che oggi si trova in una cappellina della chiesa della Maddalena (sempre a Roma), meta di molti pellegrini. Le braccia di Gesù si presentano staccate dal Sacro Legno poiché - come viene narrato nella prima biografia ufficiale del santo, Vita del Padre Camillo de Lellis di padre Sanzio Cicatelli (1615) - Cristo gli venne in sogno in un momento di sconforto spirituale, esortandolo a continuare la sua missione: «Non temere pusillanime, continua, perché questa non è opera tua, ma opera mia!». Detto ciò, staccò le sue braccia dalla Croce, quasi ad abbracciare il santo. È l'unione tra il Cielo e la Terra, nella Carità, nella missione di essere accanto ai sofferenti.

Fonte: I Tre Sentieri, 13 settembre 2023

4 - L'EUROPA ATTACCA MUSK CON IL PRETESTO DI HAMAS, MA IL FINE E' LA CENSURA
L'Unione europea usa il ''Digital Services Act'' contro X (ex Twitter) per restringere la libertà di parola, non solo a Musk, ma a tutti noi (VIDEO: Unione Europea contro Musk)
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14 ottobre 2023

Twitter, ovvero X, il social di Elon Musk è sotto indagine, dopo essere stato avvisato nei giorni scorsi, da parte dell'Unione europea, con l'accusa di non aver censurato commenti e post violenti dei tanti fan occidentali dei tagliagola di Hamas. Sia chiaro, Elon Musk, per molti versi simpatetico con le battaglie dei conservatori di tutto il mondo in materia di natalità e indottrinamento Lgbt, non è un paladino delle virtù cristiane: è un uomo d'affari, il più ricco del mondo.
Tuttavia, non siamo ingenui: il procedimento europeo viene da lontano ed è la prova generale di una censura che potrebbe colpirci tutti nel prossimo futuro in Europa. La vera vittima in questa vicenda potrebbe essere la libertà di pensiero sui social anche da parte dei conservatori senza dover essere schedati o sottoposti a censure di esperti del pensiero omologatore socialista oppressivo. Chiarito che non la persona di Elon Musk, ma gli utenti di X e tutti coloro che usano pubblicare le proprie opinioni sui social media devono temere per il procedimento nei confronti del proprietario di X, passiamo ai fatti.
Il Financial Times, nel settembre 2022, scriveva che Musk era sottoposto a crescenti pressioni politiche da parte degli Stati Uniti e dell'Unione europea, in merito alla sua intenzione di acquistare Twitter: USA e UE si opponevano alla sua volontà di trasformare il social network in un'oasi di libertà di parola. In quei giorni, non solo la Commissione europea aveva minacciato Musk di vietare l'uso di Twitter, ma anche il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen aveva minacciato una revisione dell'acquisto del social network. A fine ottobre di quell'anno, Musk effettivamente acquistò il gigante dei social, licenziò i primi quattro super manager che ne condizionavano i contenuti promuovendo solo quelli liberal e di sinistra e, allo stesso tempo, spiegò con un messaggio agli inserzionisti che aveva acquistato Twitter «perché è importante per il futuro della civiltà avere una piazza digitale comune, dove un'ampia gamma di punti di vista può essere discussa in modo sano, senza ricorrere alla violenza». Teniamo in mente che Musk vuol fare affari con X, nome con cui ha rinominato Twitter, ma senza usare strumenti di censura politica o culturale.

LA SCUSA DELLA LOTTA ALLE FAKE NEWS (DA PARTE DI CHI CI INONDA DI FAKE NEWS)
Ebbene, il 26 settembre di quest'anno, un anno dopo le minacce del 2022 e dieci giorni prima dell'attacco barbaro di Hamas contro Israele, la vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, Vera Jourová, dichiarava che X, che non è firmatario di un codice di condotta a livello di Unione europea per la repressione delle fake news da parte dei social media, «ha la più alta percentuale di post errati/disinformativi». La Jourová chiedeva anche agli altri social di aiutare la Commissione a reprimere contenuti inappropriati che potrebbero condizionare o influenzare il voto dei cittadini nelle elezioni nazionali ed europee.
Il codice di condotta europeo è un insieme di standard normativi per far sì che aziende come Google, TikTok, Microsoft e Meta si impegnino per affrontare le fake news nei 27 Paesi dell'UE. Esso è alla base della Legge sui servizi digitali o Digital Services Act (DSA), entrata in vigore l'anno scorso, per «creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano tutelati i diritti fondamentali di tutti gli utenti dei servizi digitali; creare condizioni di parità per promuovere l'innovazione, la crescita e la competitività, sia nel mercato unico europeo che a livello globale» ed evitare ingerenze elettorali di Stati e governi stranieri, usando la Russia come capro espiatorio.

CENSURA SEMPRE PIÙ RIGIDA
In questo contesto, in cui non è possibile essere ingenui, la piattaforma di Musk e l'UE si stanno scontrando sulle regole di censura, dietro lo spunto dato dall'ignobile massacro di civili in Israele. Martedì 10 ottobre il commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, ha inviato a Musk una "lettera urgente" in cui critica l'insufficiente censura della sua piattaforma nei confronti della "disinformazione" e dei contenuti illegali, mettendolo in guardia sulle possibili sanzioni economiche. Musk ha risposto su X, affermando che la piattaforma è trasparente e chiedendo esempi specifici di violazioni della legge. L'amministratore delegato di X, Linda Yaccarino, ha risposto l'11 ottobre alla Commissione europea, difendendo lo sforzo della piattaforma di reprimere contenuti violenti e inappropriati e illustrando la rimozione o l'etichettatura di «decine di migliaia di contenuti» dall'inizio dell'attacco a Israele, e la cancellazione di centinaia di account legati ad Hamas. Inoltre, Yaccarino ha sottolineato la collaborazione della piattaforma con le organizzazioni antiterrorismo per prevenire l'ulteriore distribuzione di contenuti terroristici sul sito e la necessità di aprire un dialogo specifico con le istituzioni europee.
La Commissione, invece di prenderne atto, il 12 ottobre ha presentato una richiesta formale e legalmente vincolante di informazioni al social network di Musk sulla gestione di discorsi d'odio, disinformazione e contenuti terroristici relativi alla guerra tra Israele e Hamas e sulla conformità delle proprie regole di controllo con quelle dell'UE. Siamo al primo passo di quella che potrebbe diventare la prima indagine dell'UE ai sensi del DSA, di cui il commissario Breton si vanta pure perché, ovviamente, il «DSA è qui per proteggere la libertà di espressione e le nostre democrazie, anche in tempi di crisi».
Musk o non Musk, i messaggi dei tanti fan europei e occidentali di Hamas non c'entrano nulla: infatti questa gentaglia da galera scandisce, senza alcuna sanzione, i suoi orripilanti slogan nelle piazze di Francia, Regno Unito, Germania e Stati Uniti. Quelle della Commissione sono tutte scuse, come lo è lo sbandierato timore per l'influenza russa nelle elezioni dei Paesi in cui i socialisti e i liberali sono prossimi alla sconfitta. Si vuole censurare una piattaforma a causa della libertà di espressione per tutti, noi cristiani compresi.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "EU vs MUSK" (durata: 7 minuti) Silver Nervuti spiega come anche il proprietario di X ha dovuto fare i conti con qualcuno che decide quali siano i contenuti permessi o non permessi. È l'imposizione del pensiero unico della cultura dominante.


https://www.youtube.com/watch?v=xuOssz5FufE

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14 ottobre 2023

5 - PER COLPA DEL CELLULARE L'ACCESSO ALLA PORNOGRAFIA INIZIA A 10-14 ANNI
L'accesso alla visione del sesso esplicito fin dalla preadolescenza è una piaga, anche perché la maggior parte dei siti sono gratuiti ed ogni ragazzo ha il suo smartphone
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 26 ottobre 2023

L'accesso alla pornografia fin dalla preadolescenza è una piaga, in Francia. Lo dimostra un rapporto pubblicato da La Fondation des Apprentis d'Auteuil, un'organizzazione francese che sostiene ogni anno quasi 40.000 giovani e 8.000 famiglie fragili, grazie ai suoi programmi di accoglienza, istruzione, formazione e integrazione anche a livello internazionale.
Nel Rapporto si legge che, in Francia, l'esposizione a contenuti porno online avviene, per la prima volta, tra i 10 e i 14 anni in media.
Numeri che si attestano tali dal 2017, frutto dell'indagine IFOP commissionata dall'Osservatorio Genitorialità ed Educazione Digitale Adolescenti e porno: verso una Generazione Youporn?
Negli ultimi anni, gli adolescenti avrebbero visto sempre più materiale pornografico online, anche se la legge lo vieta ai minori di 18 anni. Tanto che sarebbe divenuta, ormai la loro principale fonte di educazione sessuale.
Il 63% dei ragazzi e il 37% delle ragazze tra i 15 e i 17 anni hanno già navigato almeno una volta su un sito pornografico, e la maggior parte della fruizione avviene tramite siti gratuiti. L'accesso alle immagini a luci rosse, insomma, non è mai stato così facile come oggi.
Ma la cosa più grave è che proprio l'immediato accesso a internet esporrebbe i giovani ad immagini spesso scoperte casualmente attraverso un semplice click sul cellulare.
Oltre allo shock suscitato dalla scoperta, le immagini trasmettono tra gli adolescenti una concezione totalmente disumanizzata della sessualità, insieme ad un'immagine alterata della donna. I maschi pensano di avere il diritto di possedere il corpo femminile e, invece, le ragazze che hanno interiorizzato i comportamenti degradanti trasmessi dalla pornografia arrivano a tollerarli su loro stesse.
Un fenomeno preoccupante, come rileva il Collegio nazionale dei ginecologi e degli ostetrici francesi (CNGOF) gruppo di specialisti che ha pubblicato nel giugno 2018 un rapporto allarmante che collega l'accesso troppo facile ai contenuti pornografici con l'aumento dei danni alla salute delle ragazze.
Nel documento si parla addirittura di consulti di giovanissimi per lesioni vaginali (dovute all'inserimento di oggetti), gravidanze precoci o imeni da ricostruire. Senza contare gli stupri in aumento tra i minorenni, gli aborti e le infezioni sessualmente trasmissibili.
Secondo Thierry Delcourt, psichiatra infantile di Reims, «I minorenni non hanno le armi per decifrare ciò che vedono e poiché non hanno esperienza, pensano che la pornografia dia un'immagine realistica della sessualità. Il pericolo è che immaginino che si riduca a questi atti brutali».
Un'altra grande verità emersa dai sondaggi è che i giovani non ricevono informazioni affidabili perché non ci sono adulti capaci di dialogare con loro in modo responsabile su questi temi, motivo per cui si rivolgono alla rete. Proprio quest' ultima sarebbe la causa, come riporta il Rapporto de La Fondation des Apprentis d'Auteuil, dell'alto numero (37%) di ragazzi che hanno subito violenze sessiste o sessuali da parte di altri giovani.
L'indagine conferma la gravità del problema. Quasi un giovane su tre afferma di aver visto materiale pornografico prima dei 12 anni. In totale, il 42% dei ragazzi e il 29% delle ragazze affermano di consumare materiale pornografico per conoscere la sessualità. Di conseguenza, il 27% dei giovani ritiene che i desideri sessuali dei ragazzi siano incontrollabili e il 25% è convinto che le ragazze possano godere addirittura di rapporti sessuali forzati.
Inoltre, secondo il sondaggio, i giovani si sentono obbligati a soddisfare i desideri sessuali del proprio partner. Ad esempio, circa il 44% ha accettato un rapporto sessuale per compiacere l'altro. [...]

Nota di BastaBugie: oggi sempre più persone cercano di liberarsi dalla nuova forma di schiavitù che consiste nel consumo frequente di immagini pornografiche. Il percorso proposto dal sacerdote cattolico padre Eric Jacquinet nel libro "Libero! Dalla trappola della pornografia" è strutturato in un cammino di 40 giorni per riconquistare la gioia di vivere. L'itinerario accompagna un progressivo lavoro di conversione, liberazione e ricostruzione di sé che, ad ogni tappa, si concretizza attraverso una testimonianza, una spiegazione dei meccanismi psicologici, una riflessione spirituale ed esercizi pratici.
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DOSSIER "PORNOGRAFIA"
Com'è nata e le sue conseguenze

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Fonte: Sito del Timone, 26 ottobre 2023

6 - SOUND OF FREEDOM, BOOM AL BOTTEGHINO PER IL FILM CON JIM CAVIEZEL
La storia vera di Tim Ballard esplora il mondo oscuro dello sfruttamento sessuale di minori (VIDEO: Intervista a Jim Caviezel)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Sito di Nicola Porro, 9 ottobre 2023

C'è un intero - e unico - film incentrato sulla piaga della pedofilia. Che, come spiegano i titoli finali, è aumentata nel mondo del 5mila percento negli ultimissimi anni. Sarà per questo - a pensar male... - che le majors americane non hanno voluto distribuirlo? E ora si mangiano le mani, perché, affidato a un'etichetta indipendente, sta sbancando nei cinema statunitensi. Si tratta di Sound of freedom, «il suono della libertà», che è, diciamolo subito, quello prodotto dai giochi dei bimbi appena liberati dai trafficanti di carne umana.
Un film così non poteva che essere pensato dal trio dei kattoliconi di Hollywood: Mel Gibson, Jim Caviezel ed Everardo Verástegui. Caviezel ne è protagonista e la moglie è interpretata da Mira Sorvino, già Premio Oscar. Basato sulla storia, vera, di Tim Robard, agente speciale Usa che, presa a cuore la causa di due fratellini messicani, un maschietto e una femminuccia rapiti con la scusa di un provino cinematografico e portati in Colombia, si dimette pur a un passo dalla pensione (che per i mestieri particolarmente usuranti come il suo è fortemente anticipata) per mettersi da solo in caccia. Scene autentiche, prese da telecamere pubbliche, inframmezzano il film, mostrando come sia facile portar via bambini a centinaia e smistarli in vari luoghi del mondo per avviarli alla prostituzione.
Non manca il riferimento a un'«isola del piacere» che sinistramente ricorda lo scandalo sollevato pochi anni fa in America e che si concluse con il misterioso "suicidio" in carcere - carcere di massima sicurezza - del patron, isola frequentata da vip e vippissimi del jet-set e pure della politica internazionale, nella quale campeggiava il ritratto a olio di un ex presidente americano in tacchi a spillo. Il film ha un happy end, perché Robard riesce a riportare a casa i due bambini, anche se già abusati. Nella realtà, Robard, spinto dalla moglie (una bellissima donna madre di sette figli), mise insieme di sua iniziativa una squadra che in Colombia riuscì a liberare centoventi bambini, facendo arrestare una dozzina di trafficanti.
Come testimoniò, poi al Congresso, era solo una goccia nel mare. Il traffico pedofilo muove 150miliardi di dollari l'anno, e i principali consumatori di tale merce sono proprio negli Usa. In numeri assoluti ci sono al mondo più schiavi oggi di quanti ce ne fossero nei tempi in cui la schiavitù era legale. Permane la domanda: perché questo film ha dovuto ricorrere al fai-da-te per essere distribuito? Nemmeno la Disney, il cui target tradizionale è proprio l'infanzia, ha voluto saperne. La giustificazione ufficiale è stata: un tema così delicato avrebbe urtato la sensibilità del pubblico. Già, ma i temi arcobaleno e woke no? O a pensar male...? Be', vedremo se Sound of freedom approderà in Italia debitamente doppiato (io l'ho visto coi sottotitoli amatoriali). Notevole, a mio avviso, la frase chiave del film: quando al protagonista viene domandato, in pratica, ma-chi-te-lo-fa-fare, risponde che «i figli di Dio non si toccano».

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Sound of Freedom, il film più importante mai fatto in America" (durata: 35 minuti) Jim Caviezel, l'attore principale del film, e Tim Ballard, il vero protagonista della storia raccontata nel film, denunciano il traffico di bambini e il racket della pedofilia in atto negli Stati Uniti.
Per approfondimenti sul film Sound of freedom e per vedere il trailer, clicca nel seguente link.
https://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=124


https://www.youtube.com/watch?v=fXuKi3vKR4Q

Fonte: Sito di Nicola Porro, 9 ottobre 2023

7 - OMELIA XXXI DOM. TEMPO O. - ANNO A (Mt 23,1-12)
Il più grande tra voi sia vostro servo
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

Il brano evangelico che abbiamo ascoltato offre alla nostra meditazione una parte dell'invettiva aspra e impietosa, pronunciata da Gesù senza ireniche attenuazioni all'indirizzo dei capi religiosi del suo popolo, indicati nelle due categorie emergenti degli "scribi" (i commentatori della Sacra Scrittura) e dei "farisei", che erano i rigidi osservanti delle prescrizioni legali. In sostanza, egli li accusa di incoerenza, di vanità, di oppressione culturale verso i più deboli e sprovveduti. La veemenza di questa requisitoria spiega come mai la tensione tra il profeta di Nazaret e le autorità giudaiche abbia potuto risolversi, appena qualche giorno dopo questo discorso, con la tragedia di una condanna a morte.

OGNI AUTORITA' E' STATA DATA IN VISTA DI UN SERVIZIO
Le parole del Salvatore sono un invito a un accurato esame di coscienza soprattutto per coloro che esercitano qualche autorità, anche legittima; e prima di tutto per coloro che all'interno della comunità cristiana sono investiti di qualche ministero. Essi si devono ricordare che nel cristianesimo non ci sono né re né padroni che siano tali nel significato che queste qualifiche assumevano nell'antica mentalità pagana: da quando è stato annunziato il Vangelo ed è stata celebrata la Pasqua liberatrice del sacrificio di Cristo, non è più ammessa, propriamente parlando, nessuna autorità di un uomo sugli altri uomini, se non in loro servizio. Vale a dire: più che di comando, si deve parlare di missione; più che di sovranità, si deve parlare di sollecitudine per il bene altrui. Questa prospettiva davvero rivoluzionaria vale per tutti: tutti ci dobbiamo lasciar mettere in crisi da questo insegnamento del Signore, perché la tentazione di dominare, di imporre la propria volontà, di atteggiarsi a condottieri, senza aver ricevuto nessun mandato, può insidiare ogni persona sia pure nell'ambito di una ristretta vita associata. Spesso, anzi, càpita che proprio all'interno dei gruppi che contestano ogni disciplina, anche la più doverosa, e disconoscono ogni presenza direttiva, anche la più necessaria, si facciano più pesanti e oppressive, da parte di qualcuno, le tirannie dello spirito e le intimidazioni ideologiche. Ci sono poi dei padri e delle madri che si proclamano fieri assertori della libertà dell'uomo contro tutti i condizionamenti e le ingerenze, e poi contrastano accanitamente la decisione dei figli anche adulti di scegliere la vita religiosa. Comunque, come ogni esame di coscienza che si rispetti, anche questo va compiuto lealmente e spregiudicatamente nel segreto del cuore, perché ciascuno di noi ha, nella sua piccola esistenza concreta, qualche prevaricazione di cui si deve correggere e qualche istinto di prepotenza da cui si deve guardare.

LA QUALIFICA DI "PADRE" E DI "MAESTRO"
In questo brano del Vangelo di Matteo Gesù ci rivolge inoltre due raccomandazioni molto concrete e precise. Prima raccomandazione: Non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo (Mt 23,9). E vuol dire: guardate che il titolo di "padre" è il più alto che si possa attribuire; dunque non lo dovete mai banalizzare. Nel senso più intenso e più vero conviene soltanto a Dio, che è la fonte totale di ogni essere; in forma subordinata conviene anche all'uomo che Dio, secondo il suo misterioso disegno, associa a sé nell'azione creatrice facendolo comprincipio di una nuova esistenza. Ognuno di noi ha dunque un solo padre in cielo e un solo padre in terra. Nel contesto dell'esperienza religiosa ed ecclesiale possiamo sì assegnare a qualcun altro questo appellativo sublime, ma solo se con ciò intendiamo con sincerità riconoscere che l'uomo onorato con questo nome è stato ed è strumento della grazia con cui Dio ha acceso e ha sviluppato in noi la sua stessa vita. In tal caso il titolo deve essere carico di rispetto, di amore, di gratitudine; diversamente l'uso del termine è quanto di più antievangelico si possa pensare. Seconda raccomandazione: Non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro maestro, il Cristo (Mt 23,10). Maestro non è chi comunica soltanto delle nozioni; tanto meno è maestro chi propone delle falsità. Maestro è colui che insegna il vero a proposito delle questioni che davvero importano per il destino dell'uomo. In questo senso soltanto a Gesù può essere riconosciuta questa qualifica, e a coloro che insegnano a suo nome e per sua autorità. Come lui stesso ha detto degli apostoli (e dunque dei loro successori): Chi ascolta voi, ascolta me (Lc 10,16).
Questa frase di Gesù contiene tre concetti ugualmente preziosi.
1. Il maestro è Cristo: quindi nessuno di noi è maestro a sé stesso. Proprio perché l'orgoglioso attaccamento al nostro personale modo di sentire non intralci il nostro cammino verso la verità, dobbiamo mantenerci di fronte a Gesù nell'atteggiamento docile di chi vuole imparare. Sulle questioni religiose e morali non ha molto senso ripetere, come se fosse una sentenza definitiva: "Io la penso così"; dobbiamo sempre ricercare che cosa oggettivamente ne pensi il Maestro.
2. Cristo è il solo maestro. Appunto perché il Maestro vero è unico, noi sappiamo come salvarci dalla molteplicità disorientante dei pareri e dalla confusione delle idee: ricorrendo con semplicità alla sua parola. Così non ci lasceremo troppo incantare dai maestri abusivi che dalle pagine dei giornali e dagli schermi televisivi pretendono di guidare le coscienze dei loro fratelli.
3. Cristo è il maestro nostro, cioè mandato apposta per noi dalla misericordia del Padre, perché lo scoraggiamento e lo scetticismo non ci paralizzasse nella esplorazione di ciò che è giusto e vero.
In conclusione, nella grande famiglia della Chiesa ognuno di noi deve preoccuparsi più di imparare che di insegnare, più di ascoltare che di parlare, più di aprirsi alla luce evangelica che di dar giudizi, perché, quale che sia la nostra cultura e la nostra posizione, noi tutti restiamo sempre discepoli dell'unico vero Maestro.

Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.

ALTRA OMELIA XXXI DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 23,1-12)
da Il settimanale di Padre Pio
Clicca qui!

Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

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