BastaBugie n�859 del 07 febbraio 2024

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1 LIBERTA' DI RELIGIONE? NO, GRAZIE!
Libertà di religione, dalla religione, della religione, esprimono tre visioni completamente diverse per cui bisogna usare la preposizione giusta (di, dalla, della)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 NON BASTA ISTRUIRE, BISOGNA EDUCARE
Lo avevano già chiaro gli antichi, ma fu il cristianesimo a plasmare la figura del testimone che insegna attraverso l'esempio di una vita virtuosa
Autore: Maurizio Schoepflin - Fonte: Il Timone
3 SOUND OF FREEDOM SVELA LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI MINORI
Arriva in Italia il film antipedofilia che ha sbancato in America con protagonista Jim Caviezel e produttore esecutivo Mel Gibson (VIDEO: Intervista a Federica Picchi su TGCOM24)
Autore: Marco Begato - Fonte: BastaBugie
4 SANT'ANTONIO ABATE E LA BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
L'animalismo difende i diritti degli animali (contro i diritti degli uomini), come erano stati esaltati i diritti degli uomini (contro i diritti di Dio), ma dobbiamo tornare al cristiano rispetto della gerarchia del creato
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Bussola Mensile
5 PERDI LA VERGINITA'? PLANNED PARENTHOOD AVRA' UN ALTRO CLIENTE... PER QUESTO TE LO INSEGNA
Lo spot esorta i bambini a fare sesso il prima possibile in modo da aumentare gli aborti e quindi i profitti (VIDEO: Le strategie di Planned Parenthood)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia
6 L'ENTUSIASMO PER I VEICOLI ELETTRICI STA FINENDO
Grazie ai sussidi i governi stanno imponendo l'agenda ecologica come facevano i regimi socialisti che, in nome del popolo, lo schiavizzavano e lo impoverivano (VIDEO IRONICO: La fregatura dell'auto ecologica)
Autore: Gary Isbell - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà
7 OMELIA VI DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 1,40-45)
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
8 OMELIA MERCOLEDI' DELLE CENERI (Mt 6,1-6.16-18)
Il Padre tuo, che è nel segreto, ti ricompenserà
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LIBERTA' DI RELIGIONE? NO, GRAZIE!
Libertà di religione, dalla religione, della religione, esprimono tre visioni completamente diverse per cui bisogna usare la preposizione giusta (di, dalla, della)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 gennaio 2024

Le preposizioni, siano esse semplici o articolate, hanno grande importanza nell'espressione in lingua italiana. Così capita anche per le tre espressioni che riguardano la libertà religiosa nella vita pubblica: libertà di religione, dalla religione, della religione. Esse esprimono tre visioni completamente diverse per cui bisogna fare attenzione, quando si parla di questi argomenti, ad usare bene le preposizioni.

1) LIBERTÀ DI RELIGIONE
Questa è la versione liberale della libertà religiosa. Di religione vuol dire di ogni religione e quindi si riconosce a tutte le religioni un eguale diritto ad esprimersi in pubblico, non distinguendo tra di esse nessuna più vera di un'altra. La società diventa così il supermercato delle religioni, con tutti i prodotti religiosi sugli scaffali a disposizione dei singoli cittadini che prenderanno questa o quella. La libertà, qui, è intesa come libertà immotivata di scelta. L'autorità politica tutela solo questa e non fa propria nessuna religione specifica. Essa tutela anche il diritto del cittadino non solo a sceglierne una ma anche a riportarla sullo scaffale quando se ne fosse stancato per prelevarne un'altra. Questa società sembra a prima vista aperta al fatto religioso, ma in realtà è chiusa. Infatti, essa considera le religioni come tutte uguali, ossia come tutte vere e come tutte false nello stesso tempo. Le considera come indifferenti alla vita politica e fuori degli interessi dell'autorità politica. La libertà di religione è in fondo una posizione atea.

2) LIBERTÀ DALLA RELIGIONE
Questo modo di intendere il fatto religioso consiste nell'escluderlo completamente dalla vita pubblica, impedendone ogni manifestazione nella pubblica piazza. Ogni religione sarebbe un limite alla libertà umana, sociale e politica, perché introdurrebbe nella vita pubblica degli assoluti, fonte di intolleranza. La libertà è considerata come indipendenza da costrizioni esterne alla coscienza, possibilità di espandere la ricerca razionale senza dover seguire dei dogmi, consapevolezza che esistono sì opinioni in dialogo tra loro ma non verità, le quali bloccherebbero il dialogo. Questa libertà religiosa è quindi ostile alle religioni, esprime un laicismo accentuato e un anticlericalismo appuntito. Inizialmente lo fa per motivi umanistici (difendere l'uomo da Dio come fonte di alienazione) ma poi finisce anche per liberarsi dell'uomo, visto anch'esso come fonte di una nuova religione, seppure non più trascendente. All'umanesimo ateo segue la fine dell'umanesimo.

3) LIBERTÀ DELLA RELIGIONE
Questa terza impostazione riconosce che esiste una religio vera, la quale ha diritto alla propria libertà non tanto e non solo in nome di una generica libertà di religione, ma in virtù della propria verità e della sua necessaria presenza nella vita pubblica per garantire al meglio la sanità di vita della politica stessa. La religio vera ha la pretesa di essere unica e indispensabile non solo per la salvezza eterna delle anime ma anche per la costituzione e il mantenimento della vita sociale in armonia con le finalità autentiche dell'essere umano. Essa, in quanto vera, interpella anche la verità della politica, spingendola ad essere politica nel modo migliore. Questo richiede che la politica sia sensibile alla libertà di questa religione, che la protegga anche per garantire sé stessa, e che tolleri a certe condizioni le altre religioni, ma senza porle sul suo stesso piano. Il criterio per valutare la verità delle religioni da parte della politica non sarà un criterio religioso ma di ragione politica ispirata al diritto naturale, ben sapendo, tuttavia, che il custode ultimo anche del diritto naturale è la religio vera e non la politica.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 gennaio 2024

2 - NON BASTA ISTRUIRE, BISOGNA EDUCARE
Lo avevano già chiaro gli antichi, ma fu il cristianesimo a plasmare la figura del testimone che insegna attraverso l'esempio di una vita virtuosa
Autore: Maurizio Schoepflin - Fonte: Il Timone, settembre 2020

Nel 41° paragrafo dell'Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi (1975), il santo Pontefice Paolo VI scrisse: "l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni". Con queste parole papa Montini, oltre a porre l'accento su un'evidenza indiscutibile, andò deliberatamente a toccare una delle questioni più importanti e delicate dell'educazione nel suo complesso, quella relativa alla figura della persona investita del compito di insegnare.

LA FIGURA DEL MAESTRO NELL'ANTICHITÀ
Fin dall'antichità il ruolo del maestro è stato costantemente al centro dell'attenzione, in quanto si comprese subito che tale ruolo si situava al cuore di quella che i greci chiamavano paideia con humanitas, volendo significare in tal modo un'attività indirizzata alla trasmissione dei valori che esaltano la dignità dell'uomo. In merito all'educazione dei giovani, famoso è rimasto lo scontro tra i Sofisti e Platone: i primi interessati a insegnare le tecniche utili a ottenere il successo politico ed economico, il secondo preoccupato di costruire personalità orientate verso la verità, la bellezza e la bontà, fonti di quella felicità autentica che è punto di approdo della vera educazione. In questo contesto si situa La figura di Socrate, il maestro di Platone, che affascinò i discepoli non solo per le sue abilità e competenze, ma anche per la limpida coerenza di vita, che li fece affrontare con serenità persino la morte con cui la città di Atene lo condannò ingiustamente. La grande cultura classica comprese bene la decisiva rilevanza del maestro, e tutte le maggiori correnti filosofiche dell'antichità - dal Platonismo all'Aristotelismo, dall'epicureismo allo stoicismo - ebbero alla loro origine una personalità di rilievo che suscitò ammirazione e ottenne la fiducia dei discepoli, sia in ragione della propria sapienza, sia a motivo di una condotta di una vita virtuosa e coerente. Non va dimenticato, a tale proposito, che quasi tutti i filosofi greci ritennero che soltanto il sapiente fosse in grado di fare il bene.

LA NUOVA CONCEZIONE CRISTIANA DELL'EDUCAZIONE
Anche nell'ambito dell'educazione, l'avvento del cristianesimo comportò alcune  significative novità, sebbene i cristiani seppero conservare e rinvigorire ciò che di buono avevano ereditato dal mondo classico. Tra i diversi elementi innovativi introdotti nella cultura del tempo dal nascente cristianesimo, ve n'è uno che condizionò in maniera particolare la teoria e la prassi educativa: si tratta della speciale accentuazione e dello straordinario risalto che i cristiani dettero al valore della coerenza personale, ovvero della corrispondenza fra professione di fede e testimonianza di vita. Riguardo a ciò, i credenti in Cristo ravvisarono in una parte della concezione classica della cultura e dell'educazione il pericoli della vacuità e dell'esteriorità, nonché il rischio di privilegiare gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali: per loro, il nodo cruciale di ogni discorso educativo risiedeva non tanto nella ripetizione di formule e concetti, quanto piuttosto nella capacità di testimoniare una verità e di suscitare, mediante questa testimonianza, un'autentica volontà di cambiamento e di conversione da parte degli ascoltatori. Di qui l'importanza attribuita all'esempio personale, quell'esempio che trovò nelle figure dei martiri, uomini e donne morti pur di non rinnovare il proprio credo, la più fulgida dimostrazione. Facendo tesoro di alcune riflessioni dei compianti Antonio Quacquarelli, noto patrologo, e Gino Corallo, importante storico della pedagogia, possiamo affermare che i cristiani non accettarono che esistesse alcuna cesura tra intelligenza e volontà, religione e morale; e se lo scopo delle antiche scuole di retorica era insegnare le tecniche della persuasione, l'obbiettivo dell'educazione cristiana era l'affermazione della coerenza tra la fede e i costumi.
Il vero maestro vive e insegna la piena armonia di pensiero, parola e azione; l'assenso razionale è necessario, ma non basta. L'adesione al vangelo esige che vi sia corrispondenza tra ciò che si crede (lex credendi) e ciò che si fa (lex operandi). L'educazione educativa del cristiano perde ogni carattere di fredda ripetitività, per assumere la fisionomia di un atto d'amore, che mette in gioco la vita stessa dell'educatore e dell'educando attraverso il meccanismo dell'emulazione, che spinse immediatamente i cristiani a identificare la figura del maestro con quella del testimone da imitare. Per i seguaci di Gesù fu subito chiaro che ciò che abilitava l'insegnamento non era solo e principalmente il bagaglio di conoscenze possedute dal docente, ma la sua autorità morale e la coerenza di una vita vissuta secondo la parola di Dio. Gli educatori cristiani mirano a una formazione integrale dell'uomo, secondo una concezione che, escludendo qualsiasi riduzionismo, guarda alle diverse componenti della persona umana, prime fra tutte quella spirituale e quella etica.

LA SITUAZIONE ATTUALE: IL PREDOMINIO DEL FUNZIONALISMO
Che cosa è rimasto oggi della grande lezione del pensiero classico e, soprattutto, della luminosa tradizione cristiana che dalle origini è giunta sino a noi anche attraverso la testimonianza e l'opera di straordinarie figure di maestri? Quanti sono coloro che pensano all'insegnante come un  modello esistenziale, in grado di influenzare positivamente i propri discepoli e di fungere da punto di riferimento morale? Non v'è dubbio che il maestro debba essere competente e disposto a far crescere gli allievi nella libertà, ma ciò non significa ridurre il suo ruolo a quello di un esperto tecnologo o, peggio ancora, di un animo burocrate. Attualmente anche in ambito educativo e scolastico  ha preso campo una sorta di funzionalismo interessato soltanto alle prestazioni e ai risultati economico - produttivi degli studenti e dell'insegnamento è spesso concepito come una mera trasmissione di tecniche: forse stiamo dimenticando la fondamentale differenza che intercorre tra educazione e istruzione. La competenza dottrinale e il ruolo professionale del docente non possono mettere in secondo piano la dimensione più squisitamente umana ed educativa della sua figura, soprattutto in un momento storico, qual è il nostro, in cui la presenza di maestri credibili si impone come un'urgente necessità. La sfida consiste, dunque, nel trovare uomini e donne che vivono l'esperienza educativa così come viene descritta da San Clemente Alessandrino con le seguenti parole: "la pedagogia secondo Dio è l'indicazione del cammino dritto della verità in vista della contemplazione di Dio e l'indicazione di una santa condotta in un'eterna perseveranza".

Fonte: Il Timone, settembre 2020

3 - SOUND OF FREEDOM SVELA LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI MINORI
Arriva in Italia il film antipedofilia che ha sbancato in America con protagonista Jim Caviezel e produttore esecutivo Mel Gibson (VIDEO: Intervista a Federica Picchi su TGCOM24)
Autore: Marco Begato - Fonte: BastaBugie, 7 febbraio 2024

Lo riconoscono persino sullANSA: "negli USA è stato uno dei casi cinematografici dell’anno e tra pochi giorni arriverà anche in Italia". Stiamo parlando di "Sound of Freedom - il Canto della Libertà", il film che appunto in questi giorni esordisce in anteprima sui grandi schermi italiani di alcune città, in attesa della proiezione ufficiale prevista per il 19 e 20 febbraio per la distribuzione di Dominus Production (la realtà distributiva fondata da Federica Picchi Roncali).
Ma quali sono gli ingredienti che rendono speciale questa pellicola? Partiamo dal primo e più accattivante: si tratta di un prodotto di ottima qualità. Musiche, fotografie, attori e trama garantiscono due ore abbondanti di intrattenimento che non delude. Il genere è quello di un film d’azione, con qualche tocco di poliziesco, un’ambientazione molto sudamericana, sigari, modelle e una missione di salvataggio non proprio impossibile, ma di grandissima suspense e tensione (anche perché tratta di una storia vera!).
Il secondo aspetto concerne la tematica, scottante a dir poco. Protagonisti dello sceneggiato sono i bambini, rapiti nelle strade e nelle piazze, adescati nelle scuole, sottratti con l’inganno a genitori sprovveduti, per poi essere destinati ai più squallidi traffici di questo pianeta. "Sound of Freedom" in particolare si sofferma sul mercato sessuale e sul commercio pedofilo, specialmente quello di alto rango.
E qui si raccoglie la scommessa dei produttori, che riescono a toccare un tema di assoluta delicatezza, ma con un’astuzia narrativa di rara genialità. Il film infatti mostra molto chiaramente che il più devastante giro di pedofilia sulla terra non è legato a pornomani solitari incollati al proprio computer in qualche soffitta, bensì a vere e proprie compravendite di giovani schiavi che i ricchi possidenti dei vari ambienti bene della società organizzano su isole viziose e ripugnanti. Ora, il main carachter incarna un personaggio reale, l’agente Timothy Ballard che sta a capo di un’associazione internazionale di lotta al traffico sessuale minorile. Ma l’utente medio non può non ritrovare, dietro questa quasi commerciale pellicola d’azione, la denuncia e la descrizione di quel mondo mostruoso che negli ultimi mesi si sta affacciando sulla scena pubblica attraverso le denunce e le rivelazioni correlate a Jeffrey Epstein, alla compagna Ghislaine Maxwell, al Mossad e all’abominio pedofilo cucito intorno a nomi internazionali della politica (Andrea di Windsor l’unico a essere caduto in pubblica disgrazia finora. E per ora), dell’industria e dello spettacolo.
Chissà che proprio questo spieghi la freddezza della critica, di contro al successo smaccato ai botteghini. La critica deve in qualche modo ridicolizzare Sound of Freedom, al fine di arginare la diffusione del messaggio pericolosissimo che esso diffonde a danno dei padroni della comunicazione. Il pubblico applaude invece un girato di grande piacevolezza, mentre solidarizza con le avventure di Ballard e con la sua missione, acquisendo man mano consapevolezza dell’enormità delle oscenità che insozzano molti gabinetti della globalizzazione e molti schermi di successo.
La minaccia che questo film rappresenta non sta nel dirci che la pedofilia esiste e che tante categorie ne sono afflitte, ma sta in quel che non ci dice, sta nell’accendere i fari della denuncia pedofila in una stagione giuridica estremamente rischiosa per i 200 clienti di Epstein ancora a piede libero e in una stagione culturale che vorrebbe sdoganare la dignità delle PAM (persone attratte dai minori), magari passando attraverso l’edulcorazione dei Pride e del transgenderismo.
In attesa di gustarci Il Canto della Libertà nelle nostre sale, non possiamo non augurarci che il destino del film si intrecci con quello dei corsi storici prossimi venturi: che un popolo sempre più grande prenda coscienza del marcio in essere e si attivi per sgominarlo, nonostante la resistenza di eserciti del conformismo pagati all’uopo, e confidando nella guida coraggiosa di qualche eroe sconosciuto ma determinato. Se poi l’eroe ha il volto cinematografico di Gesù (Ballard è impersonato da Jim Caviezel - cfr. The Passion of Chirst) allora l’augurio si fa preghiera.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Sound of Freedom - il Canto della Libertà" (durata: 15 minuti) si può vedere l'intervista a Federica Picchi su TGCOM24. La fondatrice della Dominus Production, che distribuirà in Italia il film, ripercorre l'incredibile storia vera che viene narrata in Sound of Freedom. Dopo aver salvato un ragazzino da spietati trafficanti di bambini, un agente federale scopre che la sorellina è ancora prigioniera e decide di imbarcarsi in una pericolosa missione per salvarla. Con il tempo che stringe e fronteggiando numerosi ostacoli, lascia il lavoro e si addentra nella giungla colombiana, mettendo a rischio la sua stessa vita pur di liberarla da un destino peggiore della morte.


https://www.youtube.com/watch?v=THQgRp3tMI8

Fonte: BastaBugie, 7 febbraio 2024

4 - SANT'ANTONIO ABATE E LA BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
L'animalismo difende i diritti degli animali (contro i diritti degli uomini), come erano stati esaltati i diritti degli uomini (contro i diritti di Dio), ma dobbiamo tornare al cristiano rispetto della gerarchia del creato
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Bussola Mensile, gennaio 2024

La vita di Sant'Antonio abate è descritta nella Vita Antonii di Sant'Atanasio, vescovo di Alessandria e dottore della Chiesa, che ebbe da lui un aiuto nella lotta contro l'arianesimo. Questa era l'eresia combattuta dal Concilio di Nicea per eliminare l'idea che Gesù fosse solo uomo e non vero Dio. Sant'Antonio è considerato il fondatore del monachesimo orientale, mentre quello occidentale si fa risalire a San Benedetto da Norcia. Risale al santo anche il nome dell'herpes zoster, popolarmente noto come fuoco di sant'Antonio, una malattia virale della cute e delle terminazioni nervose, causata dal virus della varicella infantile.

VITA DI SANT'ANTONIO
Sant'Antonio nacque a Coma un villaggio del Basso Egitto nel 251, figlio di benestanti contadini cristiani. Rimase orfano a vent'anni, con un patrimonio da amministrare e una sorella minore cui badare. Sentì presto la vocazione ascoltando il vangelo dove Gesù dice al giovane ricco «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi e dallo ai poveri» (Mt 19,21). Distribuiti i beni ai poveri e sistemata la sorella, iniziò a vivere come un anacoreta nel deserto attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità.
In una visione vide un eremita che passava la giornata tra la preghiera e l'intreccio di una corda. Da questo capì che, oltre alla preghiera, si sarebbe dovuto dedicare ad un'attività concreta. Diventerà il principio dell'ora et labora che caratterizzerà anche in Occidente la vita monastica da San Benedetto in poi.
Sant'Antonio condusse quindi una vita ritirata in perfetta solitudine. I frutti del lavoro gli servivano per sostentarsi, ma anche per fare la carità ai poveri. Nei primi anni di vita ritirata fu tormentato da tentazioni fortissime, inclusi dubbi sul senso della vita solitaria. Consultando altri eremiti fu esortato ad andare avanti. Anzi gli fu consigliato di staccarsi ancora più radicalmente dal mondo. Fu così che, indossando solo un rude panno, si chiuse in una tomba nella roccia. Qui fu aggredito e percosso dal demonio; senza sensi fu trovato dalle persone che si recavano spesso da lui per portargli del cibo. Fu portato nel villaggio, dove guarì.
In seguito Sant'Antonio si spostò sul monte Pispir, vicino al Mar Rosso, dove si rinchiuse in una vecchia fortificazione. Vi rimase per 20 anni, nutrendosi solo con il pane che gli veniva portato due volte all'anno. Anche qui fu tormentato dal demonio. Alla fine molte persone, per stargli vicino e chiedergli consiglio e aiuto, abbatterono le mura del suo rifugio. Sant'Antonio allora si dedicò a guarire i sofferenti ed a liberare gli indemoniati.
Durante la persecuzione dell'imperatore Massimino Daia rientrò ad Alessandria per confortare i cristiani che venivano ferocemente perseguitati. Tornata la pace, Sant'Antonio visse i suoi ultimi anni nel deserto. Morì all'età di 105 anni il 17 gennaio del 356. Ecco perché la sua festa si celebra il 17 gennaio di ogni anno.

PROTETTORE DEGLI ANIMALI DOMESTICI
Sant'Antonio è ricordato anche come protettore degli animali domestici e viene raffigurato con un maiale che reca al collo una campanella. Per la sua festa la Chiesa benedice gli animali e le stalle. Ci si potrebbe chiedere se sia il caso di benedire gli animali oppure se sia solo una moda derivante dalla diffusione degli animali come surrogati di un figlio, ma la risposta non può che essere affermativa. Infatti il primo a benedire gli animali è stato Dio stesso. Come ci ricorda la Genesi, dopo aver creato gli animali Dio li benedisse dicendo: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra» (Gn 1,22). Siate fecondi e moltiplicatevi vuol dire crescere di numero, cioè godere di buona salute per avere lo sviluppo voluto da Dio. Purtroppo con il peccato originale anche la natura animale partecipa della ferita della natura umana e quindi anche gli animali sono soggetti alle malattie e alla morte. Inoltre il Diavolo non solo può colpire gli uomini, ma anche i beni che a lui appartengono e quindi, tra questi, anche gli animali. Le benedizioni per gli animali si trovano nel Rituale Romanum. C'è anche una benedizione se sono colpiti da gravi infermità chiedendo a Dio che venga cancellato ogni diabolico potere su di loro.
Certamente il fatto che la Chiesa benedica gli animali, non vuol dire che questi abbiano la stessa dignità degli uomini. Oggi va di moda difendere i diritti degli animali (contro i diritti degli uomini), come prima erano stati esaltati i diritti degli uomini (contro i diritti di Dio). È quindi bene ricordare che anche Hitler fu un animalista (e vegetariano). A prova di ciò basti sapere che una delle prime leggi che fece approvare proibiva la vivisezione sugli animali. Sappiamo come è andata a finire... gli esperimenti sono stati fatti sugli uomini.

L'IDEOLOGIA ANIMALISTA
Purtroppo l'ideologia animalista sta permeando sempre più la società e ciò è dovuto anche alla massiccia campagna per i presunti diritti degli animali sui mezzi di comunicazione. Ad esempio è frequente trovare nei tg un servizio che parli di cura degli animali o di ingiusti maltrattamenti nei loro confronti. È talmente assillante che ormai pare quasi introdotto un nuovo genere di peccato: l'abbandono degli animali. Vorrei invece ricordare che abbandonare un animale non è un peccato. Può essere una cosa non bella, ma non è un peccato. Semmai abbandonare un anziano è un peccato, però di questo raramente parlano i tg, per cui, sono certo, alla frase "abbandonare un animale non è un peccato" si troverebbero molte persone indignate. Eppure basterebbe ricordar loro che decidere cosa è peccato non è compito della televisione, ma di Dio.
Sempre nei succitati servizi televisivi capita spesso che per descrivere i maltrattamenti sugli animali si arrivi a dire "animali trattati in modo disumano". Ora mi pare evidente che l'espressione riveli che esiste una gerarchia nella natura umana che prevede che l'uomo sia superiore agli animali. E ciò è confermato dall'altra espressione usata quando invece sono maltrattati degli uomini, si dice infatti "uomini trattati come bestie".
In conclusione, per la festa di Sant'Antonio la Chiesa benedice gli animali perché li considera creature che Dio ha messo al fianco dell'uomo per migliorare la sua vita. La posizione della Chiesa, bene espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica, mi pare equilibrata e secondo verità. E profondamente contraria alle ideologie del mondo che si rivelano, al contrario, fortemente disumane. Hitler docet!

Nota di BastaBugie: per approfondire l'articolo di Don Stefano Bimbi alla luce di quello che insegna la Chiesa riportiamo cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica sugli animali.
2416 - Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d'Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali.
2417 - Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. È dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l'uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.
2418 - È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita. È pure indegno dell'uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini. Si possono amare gli animali; ma non si devono far oggetto di quell'affetto che è dovuto soltanto alle persone.

Fonte: La Bussola Mensile, gennaio 2024

5 - PERDI LA VERGINITA'? PLANNED PARENTHOOD AVRA' UN ALTRO CLIENTE... PER QUESTO TE LO INSEGNA
Lo spot esorta i bambini a fare sesso il prima possibile in modo da aumentare gli aborti e quindi i profitti (VIDEO: Le strategie di Planned Parenthood)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia, 5 febbraio 2024

«Scegli di fare sesso secondo le modalità che preferisci, quando, dove e con chi vuoi, è qualcosa che solo tu puoi definire». È questo il messaggio sotteso al video diffuso recentemente sul social X da Planned Parenthood, uno spot per indottrinare i bambini a non aver timore di perdere la propria verginità.
Il video choc mostra una pseudoinsegnante in un'aula appositamente adibita per l'educazione sessuale. Alle sue spalle c'è una scritta in lettere colorate "Sex Ed 101" e un cartellone con una parola che si ripete in colonna: «Consentito, consentito, consentito»; accanto a lei i modelli degli apparati sessuali maschile e femminile. E poi ancora uno scheletro con una maglietta che recita: «L'educazione sessuale è potere», tipico slogan ideologico postsessantottino. Nel video scorrono immagini con disegni allusivi ed emoji accattivanti (una pesca, le labbra e alcune goccioline) per catturare l'attenzione dei più piccoli e fare così in modo che siano introdotti al sesso come a un gioco. La stessa educatrice racconta poi con entusiasmo ogni tipologia di rapporto sessuale, affinché ci si liberi dal pregiudizio che il rapporto sessuale debba essere concepito esclusivamente all'interno di una relazione d'amore tra l'uomo e la donna.
Data la diffusione capillare della nota rete abortista, il video-spot ha già totalizzato quasi tre milioni di visualizzazioni e più di duemila commenti, la maggior parte dei quali però fortemente critici nei confronti di tale modalità di adescamento di Planned Parenthood: «Sta parlando con i bambini. Lo capiscono tutti, persino i più piccoli, dati i colori pastello usati. Questo è perverso». Un altro utente ha commentato: «Lasciate in pace i bambini, malati!». Planned Parenthood è perciò subito corsa ai ripari, consentendo di replicare nei commenti al video ai soli account che seguano l'associazione o la menzionino esplicitamente nei post (così che possano essere prontamente rimossi se considerati ostili, ndr).
Con le sue campagne social, gli spot e i cartelloni pubblicitari, la nota rete di cliniche abortiste e di "genitorialità pianificata" si premura dunque di incoraggiare i ragazzi a fare sesso, presentando la castità come un «costrutto sociale» e quale retaggio di un «modo di pensare obsoleto e patriarcale».
L'intento ideologico è chiaro, gli interessi economici lo sembrano essere altrettanto. Il dubbio, infatti, è che più ragazze rimangono incinte, più Planned Parenthood può eseguire aborti; più i bambini vivono in maniera fluida la relazione col corpo proprio e col partner anche attraverso rapporti promiscui, più aumenta la possibilità ricorrere a pratiche quali l'utero in affitto.
Insomma quella di Planned Parenthood è un'operazione puramente ideologica che, distorcendo il significato autentico dell'atto sessuale, colto in una mera dimensione ludico-ricreativa che non gli appartiene affatto, ha il solo scopo di fare business sulla pelle dei più giovani.

Nota di BastaBugie: per capire la strategia di Planned Parenthood per aumentare i clienti, si può vedere nel seguente video dal titolo "Le fregature della contraccezione" (durata: 32 minuti) Abby Johnson, la più giovane direttrice di una clinica per aborti, che poi si è convertita, che spiega perché Planned Parenthood diffonda il più possibile la pillola anticoncezionale.
Per sapere tutto su "Unplanned", il film sulla vita di Abby Johnson, clicca qui!


https://www.youtube.com/watch?v=OFcNoFogpSA

Fonte: Provita & Famiglia, 5 febbraio 2024

6 - L'ENTUSIASMO PER I VEICOLI ELETTRICI STA FINENDO
Grazie ai sussidi i governi stanno imponendo l'agenda ecologica come facevano i regimi socialisti che, in nome del popolo, lo schiavizzavano e lo impoverivano (VIDEO IRONICO: La fregatura dell'auto ecologica)
Autore: Gary Isbell - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 8 gennaio 2024

Se foste così ingenui da credere ai media dominanti e agli ambientalisti estremi, potreste pensare che la gente sia pronta ad abbandonare le proprie auto a carburanti classici per acquistare veicoli elettrici. Alcuni fatti scomodi, tuttavia, dimostrano il contrario.
Un dato di fatto è la stanchezza dell'opinione pubblica per il continuo rullare di tamburi degli allarmisti climatici. Sembra che non ci sia evento atmosferico o disastro naturale che non venga attribuito al cambiamento climatico. L'opinione pubblica è giustamente scettica nei confronti dei loro pronostici funesti e quindi riluttante a salire sui veicoli elettrici.
Pertanto, il mercato dei veicoli elettrici è in declino, nonostante la propaganda pervasiva che ne sostiene i vantaggi. Le persone cominciano a vedere oltre il clamore e le prove empiriche sono più convincenti dei programmi utopici radicali.
La luna di miele è finita. Le auto elettriche non funzionano come promesso, costano molto di più all'acquisto e sono difficili da tenere sotto carica. In effetti, l'infrastruttura di ricarica a livello nazionale, necessaria per supportarne l'uso su larga scala, non si vede dove sta.
Il mercato sembra aver raggiunto un punto di saturazione, con gli attuali proprietari di veicoli elettrici costituiti in gran parte da coloro che sono impegnati in un'agenda ecologica estrema e da coloro che non hanno bisogno di percorrere lunghe distanze in vasti deserti di caricabatterie.
Questi dati demografici si ripercuotono sulle vendite di veicoli elettrici, in quanto sono sempre meno quelli che si lasciano convincere dagli scenari di benessere degli eco-rivoluzionari. I veicoli elettrici rimangono fermi in innumerevoli parcheggi dei concessionari, mentre le auto a benzina si vendono a gonfie vele. Gli acquirenti americani stanno inviando un messaggio forte e inequivocabile all'industria automobilistica e all'amministrazione Biden: non siamo d'accordo con la agenda ecologica.

I CONCESSIONARI DI AUTO SONO MESSI ALLE STRETTE
Un altro fatto scomodo è il rifiuto dei concessionari di auto di aderire alla tendenza dei veicoli elettrici. I concessionari hanno investito molto per mettere queste meraviglie elettriche nei loro parcheggi, ma ora si chiedono chi le comprerà.
I concessionari devono anche far fronte alle lamentele dei clienti, secondo i quali le stime imprevedibili dell'autonomia sono inaffidabili per tutto ciò che va oltre i viaggi di breve percorrenza e l'uso cittadino. Questi problemi più il tempo necessario per la ricarica rendono le auto ad alto prezzo inaffidabili e poco pratiche.
Anche i concessionari devono apportare modifiche costose. Alla fine del 2022, Ford Motor ha chiesto ai concessionari di investire fino a 1,2 milioni di dollari ciascuno per accogliere gli arrivi di veicoli elettrici, comprese le infrastrutture di ricarica. Tuttavia, la casa automobilistica ha recentemente alleggerito alcuni requisiti iniziali per adattare la propria strategia al calo del mercato.
General Motors ha informato le concessionarie che devono investire in costose attrezzature di assistenza e nella formazione del personale per raggiungere l'ambizioso obiettivo di GM di diventare 100 per cento VE entro il 2030. Il costo è significativo: le concessionarie dovranno spendere 300.000 dollari o più per riconfigurare le loro attività.
Preoccupati per le aspettative irrealistiche sull'adozione dei veicoli elettrici, quasi 4.000 concessionari di auto hanno inviato una lettera ai produttori invitandoli a rivalutare i mandati per i veicoli elettrici. Anche il settore assicurativo ha riconosciuto le sfide insormontabili poste dai veicoli elettrici, con conseguente aumento dei costi assicurativi.

LA GESTIONE DALL'ALTO VERSO IL BASSO È CAUSA DI OPPRESSIONE
Un ultimo fatto scomodo riguarda le case automobilistiche, che hanno seguito l’onda e si sono date da fare per produrre veicoli elettrici, dato che alcuni Stati americani stanno imponendo la vendita di tutti i veicoli elettrici entro il 2030.
Di fronte alla rivolta dei concessionari, alcune case automobilistiche stanno ricorrendo a misure drastiche. General Motors, ad esempio, ha rilevato il 47% delle sue concessionarie Buick nel 2022, che rappresentano circa 940 delle 2.000 concessionarie presenti nel Paese.
Le case automobilistiche sostengono inoltre un modello di vendita diretta per i veicoli elettrici, snellendo il processo e riducendo il numero di veicoli elettrici nell'inventario dei concessionari. Queste decisioni dittatoriali e draconiane stanno rendendo la vita miserabile a tutti, dai concessionari ai consumatori.
Se tutto questo non bastasse, la mano pesante dei politici e dei sussidi governativi sta imponendo la sua agenda ecologica a tutti gli interessati. Una simile gestione dall'alto dell'economia e della cultura è tipica dei socialisti che professano di agire in nome del popolo mentre lo schiavizzano e lo opprimono.
Sono assenti dall'equazione le soluzioni organiche che utilizzano l'esperienza di coloro che lavorano nei loro campi per proporre approcci innovativi che riflettono una cultura dedicata alla pratica della virtù.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Il futuro è (al)verde?" (durata: 5 minuti) Silver Nervuti fa notare che abbiamo cambiato combustibili, veicoli, abitudini, usi e costumi per un futuro più verde, più inclusivo e libero da tabù antiquati... ma non è servito all'ambiente, bensì a chi ha fatto affari d'oro sulle spalle dei cittadini.


https://www.youtube.com/watch?v=i7_zQzg4aqA

Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 8 gennaio 2024

7 - OMELIA VI DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 1,40-45)
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

Domandiamo alla parola di Dio, che ci è stata offerta nella prima parte della nostra assemblea, il nutrimento sostanzioso del nostro spirito, che, se non è alimentato, fatalmente deperisce, si mondanizza e a poco a poco diventa impermeabile alla luce che viene dall'alto. Possiamo raccogliere due serie di insegnamenti. La prima ci è offerta dalla seconda lettura, nella quale san Paolo ci dà alcune raccomandazioni molto pratiche e molto concrete. La seconda serie può essere ricavata dalla prima e dalla terza lettura, ambedue tematizzate sul male terribile della lebbra.

LA RETTA INTENZIONE DA' VALORE A OGNI NOSTRO ATTO
Come avete sentito, l'apostolo non ci dice di non mangiare e di non bere; e neppure di disturbare, con zelo indiscreto e sviato, quelli che mangiano e bevono; ma di mangiare, bere, fare ogni cosa per la gloria di Dio. Dove si vede che sono sì importanti le cose che si fanno; ma è ancora più importante la consapevolezza e la rettitudine del motivo per cui si agisce. È importante il "che cosa", ma è più importante il "perché". E il "perché" vero, valido, prezioso, non deve essere orizzontale e terrestre, ma verticale e trascendente: dobbiamo fare tutto per la "gloria di Dio", cioè cercando di conformare pienamente le nostre azioni alla sua volontà, in modo che in noi e nella nostra condotta risplenda davanti a tutti il suo disegno d'amore.

ANNUNCIARE IL VANGELO SENZA CEDIMENTI
San Paolo dice anche di fare come lui, che cercava di "piacere a tutti", Giudei e Greci. E la cosa è un po' comica, perché se c'è stato uno che ha urtato tutti - e le ha prese da tutti, Giudei e Greci - è proprio stato lui. Del resto, lui stesso in un'altra parte delle sue lettere afferma: Se volessi piacere agli uomini, non sarei un vero servitore di Cristo.
Ma non c'è contraddizione: noi dobbiamo sforzarci di vivere da gentiluomini, che si sforzano di non recare mai pena a nessuno col loro comportamento, che perciò si preoccupano di evitare ogni asprezza di modi, ogni disprezzo delle persone, ogni grossolanità di linguaggio e di tratto. Ma dobbiamo anche annunciare tutto il Vangelo di Cristo, senza compromessi, senza cedimenti, senza genuflessioni ai miti del nostro tempo e alla prepotenza delle culture dominanti. È indubbio che, così facendo, nonostante il nostro impegno a essere dei gentiluomini, a molti non riusciremo simpatici. Però saremo discepoli veri del Signore Gesù che ha detto: Guai a voi, quando tutti gli uomini parleranno bene di voi.

LE "CRUDELTA' NECESSARIE" DI CUI DOBBIAMO LIBEARCI
La lebbra è nella concezione ebraica la "primogenita della morte" (come si esprime il Libro di Giobbe, 18,3). I colpiti da questa malattia venivano accuratamente segregati. Il lebbroso - abbiamo ascoltato - se ne resterà solo, abiterà fuori dell'accampamento. E così alla sofferenza fisica si aggiungeva la disperazione dell'isolamento. Era una "crudeltà necessaria", con la quale la società dei sani cercava di difendersi e di preservarsi. E in quel mondo la cosa è anche spiegabile. Ma la dottrina delle "crudeltà necessarie" sta imperversando anche nel nostro tempo, dove non si giustifica affatto.
Per esempio, chi non esita a uccidere per costruire un mondo che secondo luisarà migliore, non fa che seguire questa dottrina. In questo secolo è stata applicata più volte contro milioni di persone, vittime di ideologie di colore apparentemente diverso, ma in realtà tutte accomunate dalla sciagurata persuasione che si possono uccidere le persone per far trionfare un'idea. Ma anche nella nostra vita di ogni giorno ci si imbatte spesso in questa dottrina. Basti pensare alla determinazione e alla durezza con cui vengono estromessi gli anziani dalla partecipazione piena alla vicenda umana. Basti pensare alla violenza con cui si colpisce o si offende chi la pensa in modo diverso. Basti pensare alla facilità con cui si uccide un essere umano che si affaccia all'esistenza, che ha il sol torto di infastidire e di essere scomodo.
Ebbene, Gesù rifiuta il principio della "crudeltà necessaria" e gli oppone la follia sublime della misericordia: Mosso a compassione, abbiamo ascoltato. Questo è il vero grande miracolo, che i suoi discepoli sono chiamati a moltiplicare: riuscire a farci stare la pietà e l'amore dove pare ci sia posto solo per il calcolo, la valutazione scientifica, il rigore egoistico della sola giustizia.
Stese la mano e lo toccò: questo è il secondo miracolo. "Lo toccò": il lebbroso era per definizione un'intoccabile; dal momento che la mano di Gesù si avvicina alla sua carne corrotta, quell'uomo sente che il cerchio che l'imprigiona e l'opprime è spezzato. Se c'è uno che ha il coraggio di riprendere i contatti con lui, allora vuol dire che egli è ritornato uomo tra gli uomini.
La lebbra scomparve. E Gesù ordina al guarito di rispettare scrupolosamente le prescrizioni della legge, che imponeva il controllo dei sacerdoti e l'offerta di un sacrificio di purificazione. Questo forse ci meraviglia: sembra un inutile formalismo.
Ma Gesù è sempre rispettoso delle strutture esistenti. Non crede che il mondo migliori con la violazione delle leggi (a meno che non siano evidentemente inique, ma allora non hanno forza di legge). Non crede che gli uomini possano diventare più felici rovesciando gli ordinamenti. Le rivoluzioni esteriori di solito ottengono come principale risultato non di abolire la prepotenza, ma di cambiarne i pretesti e di avvicendarne i titolari.
Gesù sa che i veri rivoluzionari (cioè quelli che cambiano veramente qualcosa a questo mondo) sono quelli che tentano di cambiare i cuori, a cominciare dal proprio. La conversione del nostro cuore è dunque ciò che domanderemo come grazia particolare al Signore, adesso e nel tempo di quaresima che ormai si è fatto vicino.

Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.

ALTRA OMELIA VI DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 1,40-45)
da Il settimanale di Padre Pio
Clicca qui!

Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

8 - OMELIA MERCOLEDI' DELLE CENERI (Mt 6,1-6.16-18)
Il Padre tuo, che è nel segreto, ti ricompenserà
Fonte Il settimanale di Padre Pio

È iniziata la Quaresima. Questo tempo che dura quaranta giorni è il "tempo favorevole" per la nostra conversione, per prepararci nel modo migliore alla celebrazione della Pasqua. Le letture ci offrono diversi spunti di meditazione. La prima lettura ci invita a una profonda conversione. Il signore così ci dice per bocca del profeta Gioele: "Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso" (Gl 2, 12-13). Dobbiamo convertirci e dobbiamo pregare per la conversione dei nostri fratelli. Infatti, poco più avanti, il Profeta così scrive: "Tra il vestibolo e l'altare piangono i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: "Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla decisione delle genti"" (Gl 2,17).
Tutti noi, certamente, abbiamo bisogno di conversione, ma non possiamo disinteressarci di tanti nostri fratelli e sorelle che vivono come se Dio non esistesse e vanno verso la loro perdizione. Per loro dobbiamo innalzare continuamente le nostre preghiere, come i sacerdoti di cui parla Gioele, e implorare per tutti misericordia.
Cogliamo l'invito di San Paolo apostolo che così ci dice: "Lasciatevi riconciliare con Dio" (2Cor 5,20). Ci riconcilieremo con Dio ogni volta che ci accosteremo al sacramento al sacramento della Confessione che è l'incontro tra la Misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Prepariamoci con cura a questo incontro, con un buon esame di coscienza, con vivo dolore, fermo proposito tra la Misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Prepariamoci con cura a questo incontro, con un buon esame di coscienza, con vivo dolore, fermo proposito e una accusa sincera di tutti i nostri peccati.
Infine il Vangelo ci dà tre preziosi insegnamenti.
Il primo riguarda la preghiera, una preghiera fatta con il cuore, una preghiera che deve diventare un dialogo d'amore con Dio. Gesù, infatti, dice: "Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che è nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6).
Il secondo insegnamento si riferisce all'elemosina, ovvero alla carità fraterna che riveste tante forme diverse. Gesù ci insena a praticare queste opere di misericordia non per essere lodati dagli uomini, ma unicamente per fare del bene. Riguardo a quelli che fanno del bene per essere approvati dagli altri, Gesù dice: "Hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra" (Mt 6,2-3).
Il terzo insegnamento è quello del digiuno. Il digiuno è una forma di penitenza che in questa Quaresima non dovrà mancare. Digiunare significa togliere qualcosa dalla nostra tavola per darla a che non ne ha. In senso ampio significa rendere più sobria la nostra vita, eliminando sprechi e spese inutili, per favorire la preghiera e la carità fraterna. Se la nostra preghiera sarà accompagnata dall'elemosina e dal digiuno, diverrà molto potente presso il Cuore di Gesù e ci otterrà tutto ciò di cui abbiamo bisogno, noi e i nostri cari.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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