BastaBugie n�869 del 17 aprile 2024

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1 DECRETO VALDITARA: LA CONTRO-PROPOSTA DELL'ESTATE PARENTALE
Lo Stato si prende i figli dalla culla all'università, emargina i genitori dal compito educativo e li relega nel mondo del lavoro (e ora vuole i tuoi figli anche i tre mesi estivi)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LA REINCARNAZIONE E' INCOMPATIBILE CON IL CRISTIANESIMO (E CON LA RETTA RAGIONE)
Induisti e buddisti credono nella metempsicosi (reincarnazione), ma basta ragionare e questa credenza crolla rovinosamente (VIDEO: Budda in fila indiana)
Autore: Giacomo Samek Lodovici - Fonte: Timone
3 EVITARE L'EUTANASIA PER GLI ANIMALI, MA NON PER LE PERSONE
Una cagnolina a Los Angeles è depressa, ma va salvata, mentre in Olanda una ragazza di 28 anni ha programmato di farla finita perché è triste (tranquilli... è tutto a norma di protocollo)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia
4 LA FRANCIA MANDA IN CARCERE CHI CRITICA I VACCINI A MRNA
Ecco a voi la ''verità scientifica di Stato'' nella terra della liberté: tre anni di carcere e multa di 45.000 euro per chi esprime critiche sui vaccini a mRna (VIDEO sul vaccino censurati da YouTube)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 ''ATTRICE'' PORNOGRAFICA SI CONVERTE AL CATTOLICESIMO
Battezzata protestante, ha venduto il suo corpo e la sua dignità, poi il disgusto per il proprio peccato e il desiderio di abbandonare definitivamente il male grazie all'incontro con la Madonna
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone
6 NON SI PUO' RIDURRE IL PAPA A UN RUOLO PURAMENTE ONORIFICO
Di fronte allo sfacelo attuale non possiamo che amare la Chiesa per come è stata voluta da Gesù: un corpo visibile, composto da persone non necessariamente sante, ma unite dalla stessa fede sotto un medesimo governo monarchico e gerarchico
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
7 OMELIA IV DOM. DI PASQUA - ANNO B (Gv 10,11-18)
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - DECRETO VALDITARA: LA CONTRO-PROPOSTA DELL'ESTATE PARENTALE
Lo Stato si prende i figli dalla culla all'università, emargina i genitori dal compito educativo e li relega nel mondo del lavoro (e ora vuole i tuoi figli anche i tre mesi estivi)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 aprile 2024

Il decreto con cui il ministro (della pubblica istruzione e del merito) Giuseppe Valditara ha finanziato l'apertura delle scuole di istruzione primaria e secondaria durante l'estate avrà senz'altro ottenuto molti apprezzamenti. Lo Stato che fa la mamma anche d'estate, dato che le mamme non cessano di lavorare l'8 giugno quando termina l'attività scolastica, piace senz'altro a molti. A me invece non piace e penso che le famiglie dovrebbero starne alla larga ed eventualmente pensare a soluzioni alternative.
Le attività previste e finanziate dal decreto Valditara riguardano percorsi "di aggregazione e formazione". I destinatari e i contenuti potranno essere fissati anche in collaborazione con università, enti locali e organismi del terzo settore. Alla base del decreto c'è il "Programma nazionale scuola e competenze 2021-2027" che prevede il finanziamento di attività sportive, musicali e teatrali legate alla "sostenibilità". Altri fondi arriveranno dal PNRR per la formazione alle discipline STEM.
La novità Valditara non è assoluta. I comuni già sono da anni su questa strada dell'utilizzo degli edifici delle scuole primarie per dei "grest" laici. Il fatto è che alunni e studenti a scuola ci stanno già troppo e non è buona cosa aumentare il tempo in cui le famiglie mettono i propri figli nelle mani dello Stato-Educatore. È naturale che non si tratterà solo di intrattenimento ludico, finalità estranea di per sé alla scuola, ma le attività saranno condite con finalità formative e educative che potrebbero essere anche discutibili. Dietro l'educazione all'integrazione può nascondersi di tutto.

NESSUNA NEUTRALITÀ
Sotto l'educazione alla sostenibilità pure. Dietro la formazione alle discipline STEM in pratica si nasconde l'avviamento alla digitalizzazione. Nessuna garanzia di neutralità educativa, dunque. L'eventuale collegamento con le università o gli enti locali, più che tranquillizzare, preoccupa, data la caratterizzazione ideologica di molti di questi enti, che comunque fanno sempre parte del sistema statale e articolano ma non diminuiscono la centralizzazione educativa. Nemmeno il riferimento all'eventuale collaborazione con gli enti del terzo settore può mettere l'anima in pace, perché il terzo settore in Italia ha scarsissima autonomia progettuale in quanto è anch'esso finanziato dallo Stato, direttamente o indirettamente, ed è campo di militanze ideologiche molto accentuate. Alle attività estive nelle scuole statali saranno certamente cooptati enti del terzo settore allineati a quelli che oggi si intendono essere i "valori civici" politicamente corretti.
In ogni caso si tratta di un ulteriore declassamento della famiglia, naturalmente con la scusa di aiutare la famiglia. Lo Stato si prende i figli dalla culla all'università, emargina i genitori dal compito educativo e li relega nel mondo del lavoro e siccome nove mesi non bastano, ora si prende anche i tre mesi estivi. È doloroso constatare che questa cultura dell'educazione pubblica è presente in tutte le forze politiche ed è in grado di sopravvivere al susseguirsi delle maggioranze.

UNA VIA D'USCITA
Vista la cosa in questo modo, però, può manifestarsi anche una via d'uscita alternativa. Sarebbe cosa buona che alcune famiglie si organizzassero in proprio, fuori dallo Stato, per gestire in autonomia il periodo estivo in forma "parentale". Accertata una comune visione cristiana dell'educazione, le famiglie potrebbero programmare la giornata dei propri figli dopo la fine delle lezioni a scuola. A curarsi dei figli potrebbero essere di volta in volta diverse figure: una mamma che non lavora, figli maggiori che possono dedicare qualche ora togliendola allo studio universitario, qualche nonno ancora attivo e propositivo, amici che hanno del tempo libero insieme a delle competenze nel campo educativo. Una specie di "scuola parentale estiva", alla cui espressione però sarebbe meglio togliere la parola scuola, che qui adopero per far capire il concetto di fondo. Non si tratterebbe solo di sostituire un centro estivo parrocchiale o statale con un altro, sarebbe piuttosto un radicale cambiamento di prospettiva, espressivo della consapevolezza di rompere il circolo vizioso: io Stato ti distruggo la famiglia e poi intervengo con le mie strutture in suo aiuto, tu pensa a lavorare che ai tuoi figli ci penso io, anche d'estate.
Questa proposta mi sembra interessante anche per un altro motivo. Organizzare una vera e propria scuola parentale è difficoltoso, ma organizzare una custodia educativa dei figli per i tre mesi estivi può essere un obiettivo fattibile. Certo non semplice, ma fattibile sì. Da questa esperienza può consolidarsi la convinzione di un "fai da te" educativo e sussidiario e, chissà!, qualche gruppetto di famiglie potrebbero poi essere incoraggiate a mettere in piedi anche una vera e propria scuola parentale. Intanto riappropriamoci dei figli durante l'estate, poi potremmo passare a riprenderceli anche negli altri nove mesi, non si sa mai.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16 aprile 2024

2 - LA REINCARNAZIONE E' INCOMPATIBILE CON IL CRISTIANESIMO (E CON LA RETTA RAGIONE)
Induisti e buddisti credono nella metempsicosi (reincarnazione), ma basta ragionare e questa credenza crolla rovinosamente (VIDEO: Budda in fila indiana)
Autore: Giacomo Samek Lodovici - Fonte: Timone, settembre-ottobre 2010

Uno dei pilastri del buddismo e dell'induismo è costituito dalla dottrina della reincarnazione o metempsicosi, una concezione antichissima (sostenuta anche da molti filosofi, per esempio da Platone), professata anche da diversi occidentali, persino cristiani o cattolici. In realtà, però, questa dottrina è incompatibile con quella cristiana, per vari motivi.
Per il reincarnazionismo:
1) l'anima (da intendersi come io consapevole e volontario) preesiste al corpo e discende successivamente in un corpo;
2) il soggetto coincide con la sua sola anima ed il corpo è solo un contenitore dell'anima (dualismo antropologico;
3) alla morte del corpo l'anima sopravvive e si reincarna varie volte in altri corpi;
4) solo dopo alcune reincarnazioni l'anima riceve definitivamente un premio o una punizione per come si è comportata, si libera finalmente dell'ultimo corpo e non ne assume più nessuno.
Per il cristianesimo:
1) l'anima non preesiste al corpo: nello stesso momento in cui avviene il concepimento di un nuovo corpo essa viene da Dio creata ed infusa in esso;
2) il soggetto è un'unione di anima e corpo;
3) alla morte del corpo l'anima sopravvive, ma non si reincarna in nessun corpo, bensì vive in uno stato di separazione dal corpo; solo alla fine del mondo l'anima si riunisce per sempre all'unico corpo (glorioso nel caso del beato) a cui era stata unita (resurrezione della carne;
4) alla morte del corpo l'anima riceve subito e definitivamente da Dio un premio (il Paradiso, preceduto o no dal Purgatorio) o una punizione (l'Inferno).

ALCUNE CRITICHE ALLA REINCARNAZIONE
Chiarite queste differenze, vediamo adesso alcune critiche filosofiche alla reincarnazione (altre si possono trovare nei testi citati in bibliografia).
Nel reincarnazionismo il soggetto coincide con la sua sola anima ed il corpo è solo un contenitore dell'anima. Tuttavia, se rifletto su me stesso, percepisco che il mio corpo e la mia anima sono profondamente compenetrati, interagiscono intimamente, percepisco che io sono una sintesi di anima e corpo. Vediamolo.
La mia anima agisce sul mio corpo, l'interiorità determina l'esteriorità. Ad esempio, pensiamo all'effetto placebo: se sono malato e un medico mi dà dell'acqua zuccherata, facendomi credere che mi sta somministrando una medicina, a volte io guarisco, o comunque miglioro, perché l'aspettativa e la fiducia di guarire, nutrite dalla mia anima, si riproducono sul mio corpo. Similmente, alcune malattie corporee sono una somatizzazione di fenomeni psichico-spirituali.
Il dualista antropologico può ribattere che anche un contenitore viene modificato dalle condizioni del contenuto: per esempio una bottiglia di vetro viene scaldata/ raffreddata se l'acqua che contiene è calda/fredda. Sennonché, l'anima non solo agisce sul corpo, ma altresì traspare attraverso il corpo: se sono interiormente triste, allegro, ecc., l'espressione corporea del mio viso lo manifesta, a meno che io non dissimuli. Anzi, perfino quando cerchiamo di dissimulare le nostre emozioni, alcune microespressioni facciali (che pochi sanno notare) trapelano lo stesso (cfr. K. Oatley, Breve storia delle emozioni, il Mulino 2007, p. 176). Ancora, spesso, almeno ad una certa età, i lineamenti del viso e lo sguardo manifestano se una persona è particolarmente buona/ malvagia. Ora, è vero che anche un contenitore fa trasparire le condizioni del contenuto, per esempio una bottiglia di vetro fa trasparire le condizioni dell'acqua che essa contiene, ma può farlo solo se essa è trasparente, mentre il corpo non è trasparente, bensì opaco, è un po' come una bottiglia di vetro nero.
Inoltre, il mio corpo agisce sulla mia anima: le sue condizioni si riverberano su di essa. Ad esempio, se il mio corpo è ferito o è accarezzato la mia anima ne risente. Più in generale, il corpo, che è sessuato, determina non solo l'aspetto fisico, ma anche la personalità, il carattere, l'emotività, il modo di reagire, il modo di ragionare, ecc., che negli uomini sono generalmente diversi da quelli delle donne.
Il dualista antropologico anche qui può ribattere che anche le condizioni di un contenitore incidono sul contenuto: se una bottiglia di vetro riceve calore dall'esterno lo trasmette all'acqua che c'è dentro di essa e la scalda. Ma se una bottiglia viene rigata/accarezzata l'acqua non ne risente, mentre se il mio corpo viene rigato-ferito/accarezzato la mia anima ne risente.

VARIANTI DEL REINCARNAZIONISMO
In alcune varianti del reincarnazionismo anima e corpo sono come prigione (corpo) e prigioniero (anima).
Ora, questa variante comporta di nuovo i problemi già segnalati, ed inoltre ne comporta un altro. Infatti, l'anima è capace, almeno in certi casi, di dirigere- governare il corpo: decido di alzare un braccio e lo alzo, decido di alzarmi e mi alzo, ecc. Ma, allora, come può il prigioniero dirigere e governare la prigione?
Nel reincarnazionismo l'anima perde la conoscenza delle esistenze precedenti quando scende nel corpo; ma, poi, è proprio il corpo che, attraverso l'esperienza, le fa acquisire le nuove conoscenze. In tal modo, il corpo è ciò che fa perdere la conoscenza e ciò che la fa acquisire, il che è problematico quanto l'esistenza di una matita che lascia dei segni sulla carta e che inoltre li cancella (una matita non può cancellarli in quanto matita, bensì solo se ad essa è attaccata una gomma).
In alcune versioni del reincarnazionismo l'anima umana si reincarna anche in corpi animali o vegetali o inorganici per espiare una colpa commessa nelle esistenze precedenti.
Se scendendo in tali esseri non umani l'anima perde consapevolezza, insorge un nuovo problema. Infatti, l'espiazione richiede afflizione, ma non ci può essere afflizione se non c'è consapevolezza: io non espio alcunché se qualcuno mi commina una punizione che non mi accorgo affatto di scontare.
Se invece scendendo nei corpi l'anima conserva la consapevolezza, il problema non c'è, ma se ne aggiunge un altro, perché è già problematico affermare che animali, vegetali e corpi inorganici hanno consapevolezza.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Budda in fila indiana" (durata: 1 ora e 27 minuti) si può vedere la conferenza del 21 aprile 2017 di Padre François Dermine su yoga, meditazione zen e molto altro sul buddismo.


https://www.youtube.com/watch?v=f_wwWewF6Yw

Fonte: Timone, settembre-ottobre 2010

3 - EVITARE L'EUTANASIA PER GLI ANIMALI, MA NON PER LE PERSONE
Una cagnolina a Los Angeles è depressa, ma va salvata, mentre in Olanda una ragazza di 28 anni ha programmato di farla finita perché è triste (tranquilli... è tutto a norma di protocollo)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia, 15 aprile 2024

Ha 5 anni la cagnolina Mila e se ne sta tutto il giorno con il muso a terra, triste, in un canile di Los Angeles. Caduta in depressione era stata condannata all'eutanasia ma, grazie all'impegno e alla sensibilizzazione sui social della stessa volontaria del canile Lorrena, è stata sottratta a tale triste sorte. Lorenna infatti l'ha presa in affido temporaneo e portata a casa sua, le sta curando un'infezione all'orecchio con l'antibiotico e Mila ha presto ripreso a scodinzolare e correre felice. I video condivisi da Lorenna sui social hanno commosso tante persone e dai commenti si evince che diverse persone si sono rese disponibili per adottare Mila.
Certamente se da un lato è bello vedere come una società civile si mobiliti per salvare un cane “depresso” dall'eutanasia; dall'altro è decisamente triste vedere come non ci si muova allo stesso modo quando si tratta di essere umani. E in effetti all'annuncio (che è in realtà un grido d'aiuto) della ventottenne olandese depressa Zoraya, alla quale dovrebbe esser concessa a breve (tra maggio e giugno) l'eutanasia dietro sua esplicita richiesta, non c'è stata alcuna levata di scudi da parte dell'opinione pubblica per difenderne la dignità e supportarla attraverso un'autentica compassione per aiutarla a superare questo difficile momento che sta attraversando.
Insomma se da una parte si è opportunamente docili all'indignazione nei confronti degli animali quando vessano in condizioni degradanti, dall'altra non ci si sdegna parimenti né si combatte, come invece sarebbe doveroso, per difendere e promuovere la dignità dell'uomo, a maggior ragione quando viene a trovarsi in condizioni di particolare fragilità quali sono quelle di un figlio nel grembo materno, di un giovane depresso o di un anziano. È questo chiaramente un altro segno lampante del “mondo alla rovescia” nel quale stiamo vivendo.

Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "In Olanda basta la tristezza per scegliere l'eutanasia" racconta perché a 28 anni Zoraya ha programmato di farla finita a maggio. Il motivo? Troppo depressa, anche per il suo psichiatra. Da ultima risorsa il suicidio diventa un'opzione normale, purché a norma di protocollo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 11 aprile 2024:

Una scelta triste nata da una vita triste. L'olandese Zoraya ter Beek, 28 anni, ha deciso che morirà a maggio. Non ha un tumore allo stadio terminale, non soffre di patologie neurodegenerative come la Sla, ma è depressa, triste fino alla morte. Una depressione che va a braccetto con tratti di autismo e con un disturbo borderline di personalità. Innamorata del suo ragazzo, una bella casa, due gatti, ma niente di tutto questo le è bastato per riempire un vuoto che è talmente vuoto da non avere nome.
Ne ha parlato con The Free Press. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Quando il suo psichiatra le disse: «non c'è più niente che possiamo fare per te. Non migliorerà mai». L'eutanasia della speranza clinica, del codice deontologico ed anche della ricerca scientifica che guarda al futuro. Una medicina arrendevole. Zoraya ha tatuato un albero della vita capovolto: «Sta perdendo le foglie, sta morendo - ha detto - Non vedo [la mia morte] come la partenza della mia anima, ma più come la liberazione di me stessa dalla vita». Il corpo come carcere dell'anima.
Morirà a casa sua: «Nella maggior parte dei casi c'è prima una tazza di caffè a calmare i nervi e a creare un'atmosfera soft. Poi [la dottoressa] mi chiederà se sono pronta. Prenderò posto sul divano. Mi chiederà ancora una volta se sono sicura, avvierà la procedura e mi augurerà buon viaggio. O, nel mio caso, un bel pisolino». Notare la narrazione suadente per occultare la tragedia e la gravità della scelta: la dottoressa che come una mamma canta una ninna nanna per un sonno eterno dandole la medicina che spegnerà ogni suo dolore perché spegnerà la sua vita; l'ambientazione soft quasi che la ragazza fosse sdraiata sul divano per un massaggio; la casa come luogo degli affetti - morirà infatti con accanto il suo ragazzo e i gatti. Nulla fa pensare ad un omicidio. Ma in realtà è proprio un omicidio.
La ragazza ha aggiunto: «Ho un po' paura di morire, perché è l'ultima incognita. Non sappiamo davvero cosa accadrà dopo, oppure non c'è niente? Questa è la parte che mi spaventa». Pensate, esistono psicologi cattolici che anche con i pazienti non credenti fortemente tentati dal suicidio, come ultima carta, si giocano la seguente: “E se la Chiesa avesse ragione sui suicidi quando dice che togliersi la vita può essere peccato mortale che porta all'inferno? In questo caso tu ti uccideresti per non soffrire più, ma potresti ottenere l'effetto opposto. Infatti potresti passere da un inferno ad uno ben peggiore e che non avrà mai fine”. Per qualcuno questo discorsetto si è rivelato un buon deterrente.
Una volta morta, un Comitato di revisione valuterà che il decesso della ragazza sia avvenuto rispettando il protocollo in vigore nei Paesi Bassi. Le condizioni fondamentali per l'accesso all'eutanasia sono che la scelta di morire sia libera e che la sofferenza della persona sia insopportabile e senza prospettive di miglioramento. Sofferenze anche solo psicologiche, come nel caso di Zoraya. L'unico criterio morale rimasto nell'eutanasia è la burocrazia.
L'omicidio legale di una persona depressa è l'esito di alcune premesse di carattere ideologico-culturale. La prima: l'idea che la qualità della vita prevalga sulla dignità della persona. Se la prima può peggiorare, la seconda conserva la sua preziosità sempre, al di là di patologie, infermità e sofferenze. La seconda premessa: l'idea che la libertà personale è il riferimento ultimo nelle scelte morali. Un'idea che in questo caso mostra tutta la sua vacuità: una persona depressa, con tratti autistici e con personalità borderline quanto è libera? Ha scelto Zoraya o la sua depressione? Sotto tortura del dolore e del male di vivere non si è liberi. Terza premessa: il piano inclinato. Theo Boer, professore di etica sanitaria presso l'Università teologica protestante di Groningen, ha fatto parte per un decennio di un comitato di revisione dell'eutanasia nei Paesi Bassi. «In quegli anni - ha dichiarato - ho visto la pratica olandese dell'eutanasia evolversi da morte come ultima risorsa a morte come opzione predefinita». Alla fine ha lasciato l'incarico. La morte cessa di essere un male da evitare, eccetto in casi eccezionali. L'eccezione, come si dice, diventa regola e così rimanere in vita o darsi la morte sono entrambe scelte buone.
Preghiamo perché quell'albero capovolto tatuato sul braccio di Zoraya possa comunque, seppur all'ultimo momento, rifiorire.

Fonte: Provita & Famiglia, 15 aprile 2024

4 - LA FRANCIA MANDA IN CARCERE CHI CRITICA I VACCINI A MRNA
Ecco a voi la ''verità scientifica di Stato'' nella terra della liberté: tre anni di carcere e multa di 45.000 euro per chi esprime critiche sui vaccini a mRna (VIDEO sul vaccino censurati da YouTube)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 febbraio 2024

Un duro colpo alla liberà di pensiero e alla libertà di ricerca e verifica scientifica è arrivato dalla Francia neo-giacobina di Emmanuel Macron. Dalla terra di "libertè, egalitè e fraternitè" è arrivato un provvedimento che mette il bavaglio a chiunque critichi i vaccini a mRNA o le terapie geniche. Anzi, più che bavaglio arriva proprio il carcere oltre che sanzioni pecuniarie.
Il Parlamento francese ha infatti approvato nei giorni scorsi un emendamento all'articolo 4 della legge sulla "Lotta alle derive settarie", che introduce una pena fino a tre anni di reclusione e un'ammenda fino a 45.000 euro per chiunque esprima delle critiche ad un determinato prodotto farmaceutico, ovvero i vaccini a mRNA. Si può dibattere su tutto, su chemioterapici vari, perfino su vaccini, ma l'mRNA propro no. È stato legalmente blindato, è protetto con una sorta di scudo penale che non consentirà a nessuno di metterne in discussione l'efficacia o la sicurezza, nemmeno davanti a dati o prove contrarie. È qualcosa che non si è mai visto nella storia della Medicina, ovvero la promulgazione di un dogma laico dell'infallibilità di un prodotto farmaceutico.
Questo provvedimento legislativo è stato ironicamente definito "emendamento Pfizer" dal deputato Florian Philippot, leader del partito Les Patriots, e di fatto equipara la libera scelta di trattamento a una «deriva settaria» e criminalizza chiunque sconsigli trattamenti medici che siano «evidentemente idonei» sulla base delle attuali conoscenze mediche. In realtà viene sancita una sorta di «verità scientifica di Stato». La nostra civiltà che si è fondata sui principi di libertà, diritti umani (in primis l'intangibilità del corpo), e proprietà privata, viene rinnegata dai rappresentanti che il popolo sovrano aveva eletto, teoricamente proprio al fine di tutelare quei valori.

LA SCUSA DI FERMARE LA DISINFORMAZIONE
La giustificazione governativa è quella di fermare la disinformazione, ovvero una informazione diversa da quella ufficiale. È una indicazione precisa che viene dall'Organizzazione Mondiale della Salute, ed è uno dei punti fondamentali del Trattato Pandemico che dovrà a breve essere approvato. Quanto è stato deciso dal Parlamento francese, può costituire un significativo precedente.
Il giro di vite penale che arriva dalla Francia è molto preoccupante. La difesa dell'intoccabilità della tecnologia mRNA, già canonizzata con i Premi Nobel, deve diventare sempre più intransigente.
È punita con un anno di reclusione e un'ammenda di 15.000 euro anche il semplice invito «ad astenersi» dal seguire un trattamento medico terapeutico o profilattico, come ad esempio un vaccino, allorché tale abbandono o astensione venga presentato come benefico per la salute delle persone interessate quando invece, allo stato delle conoscenze mediche, ciò sia chiaramente suscettibile di comportare gravi conseguenze per la loro salute fisica o psicologica, tenuto conto della patologia di cui soffrono.
È punibile con le stesse sanzioni la provocazione ad adottare pratiche presentate come aventi scopo terapeutico o profilattico nei confronti delle persone interessate allorché è evidente, allo stato delle conoscenze mediche, che tali pratiche espongono le stesse ad un rischio immediato di morte o di lesioni tali da comportare mutilazioni o invalidità permanente.

L'INTOLLERANZA DEI TOLLERANTI
Questo significa che anche terapie considerate alternative ai protocolli ufficiali non devono essere utilizzati e devono essere sanzionati chi li raccomanda. Insomma, la Francia non tollererà più comportamenti come quello del professor Raoult, primario infettivologo di Marsiglia, che fin dagli inizi del Covid curò con successo con Idrossiclorochina, Eparina, antinfiammatori.
La politica decide cosa è lecito e cosa non lo è in ambito medico, la stretta sul pensiero critico sta diventando sempre più forte, e questo comportamento illiberale è motivato dall'avvicinarsi delle elezioni europee del prossimo giugno,
La Francia sarà uno dei cinque Paesi dove Google lancerà una campagna «anti-disinformazione» in vista delle elezioni europee, quando i cittadini dell'UE eleggeranno un nuovo Parlamento europeo per approvare politiche e leggi, e molti temono che la diffusione della controinformazione online possa influenzare gli elettori. Jigsaw di Google pubblicherà annunci su TikTok e YouTube in Belgio, Francia, Germania, Polonia e infine anche in Italia, utilizzando tecniche di prebunking per aiutare gli spettatori a identificare i «contenuti manipolativi» prima di incontrarli. Agli spettatori che guardano gli annunci su YouTube verrà chiesto di compilare un questionario su ciò che hanno appreso sulla disinformazione.
Se questo significa «lotta alle derive settarie», la deriva opposta è quella verso un controllo dispotico della scienza, dell'informazione, del pensiero stesso.

Nota di BastaBugie: nei seguenti video si ironizza con una fiaba e una canzone sulla paradossale situazione dei vaccini covid. Ovviamente sono stati a suo tempo censurati da YouTube.


https://rumble.com/v3c93au


https://rumble.com/v4py8jo

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 febbraio 2024

5 - ''ATTRICE'' PORNOGRAFICA SI CONVERTE AL CATTOLICESIMO
Battezzata protestante, ha venduto il suo corpo e la sua dignità, poi il disgusto per il proprio peccato e il desiderio di abbandonare definitivamente il male grazie all'incontro con la Madonna
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone, 9 aprile 2024

«Il perdono e la misericordia di Dio sono reali. Se qualcuno distrutto e peccatore come me può essere redento e convertito, non c'è dubbio che anche chiunque legga questo possa essere salvato dalla Sua divina misericordia». Sono alcune delle parole che Bree Solstad ha "fissato in alto" nel suo account X. Fissate a fondo nella sua anima, come racconta lei stessa, sono le parole di misericordia che ha non solo ricevuto, ma effettivamente incontrato vive nella Chiesa cattolica fino al punto da desiderare, chiedere e ottenere di essere accolta tra le sue braccia materne. Sì, si tratta di un'altra storia di conversione e come tale è miracolosa.
Ogni conversione è una sorta di personale apocalisse che ci rivela a noi stessi, mostrandoci l'orrore del peccato e la vastità della nostra miseria insieme alla vittoria definitiva di Cristo sulla radice di ogni male. La storia di questa giovane donna ha però qualcosa che può colpire ancora di più per il fatto che lo stile di vita che ha deciso di abbandonare definitivamente è legato a doppio filo con la pornografia: attrice e produttrice di successo, poteva contare sulla ricchezza e gli agi che le garantiva il work sex. Spazzatura, alla fine. Di questo si è resa conto durante un viaggio in Italia. Dio abita volentieri in Italia, potremmo dirci con baldanzosa umiltà, echeggiando il titolo dell'ultimo libro di Antonio Socci.

UN AMORE MAI SPERIMENTATO
E così, conquistata da un amore che non aveva mai sperimentato prima e consolata finalmente dalla Presenza di qualcuno che poteva guardarla con benevolenza infinita nonostante tutto il suo male, ha chiesto di diventare cattolica: il Mercoledì della Ceneri si è confessata per la prima volta e durante la Settimana Santa ha ricevuto la sua prima comunione. Come riportano ACI Prensa e Infocatolica, la svolta è avvenuta lo scorso anno: «Nel 2023 ha viaggiato in Italia, e nelle chiese vedeva sempre il crocifisso. Ma a Sorrento cominciò a vedere l'immagine della Vergine ovunque: "Sentivo che Maria mi stava chiamando in un modo molto particolare. Ogni volta che entravo in una chiesa la cercavo, potevo davvero sentire la sua presenza. Volevo salutarla e chiederle aiuto per superare la tragedia che ho sofferto"». Si riferisce a un fatto doloroso, che non ha specificato, avvenuto durante il periodo universitario e che ha contribuito ad allontanarla ancora di più dalla fede in Dio e a indurla al vizio. La giovane infatti è stata battezzata da bambina nella chiesa luterana e fino a quel momento si era definita almeno nominalmente cristiana.
Nei momenti salienti della conversione di Bree vediamo i tratti distintivi della vita del credente: il disgusto per il proprio peccato, il desiderio di abbandonare definitivamente il male e la presenza costante di Maria, come colei che ci porta concretamente Cristo. E' bello dunque notare che la giovane convertita ha voluto annunciare sui social la decisione di abbandonare la pornografia e ogni forma di peccato proprio il 1° gennaio, festa della Santa Madre di Dio. «In Assisi, "sono rimasta colpita da San Francesco ma Santa Chiara mi ha commosso fino alle lacrime. Mi sono inginocchiato davanti alla sua tomba e gli ho chiesto aiuto. L'ho sentita presente e ho sentito che mi stava dicendo che avrei preso tutto il mio dolore e la mia ansia per darli a Dio", ha raccontato ad ACI Prensa.»

DIO TI AMA, AMA PROPRIO TE
Che gioia accorgersi che c'è qualcuno di così grande e buono in grado di toglierci di dosso tutto quel peso; una volta fatta questa scoperta difficile restare a contendersi carrube con i maiali. Bree è cambiata e da quel momento non le è più stato possibile tornare a fare quel che faceva e le dava ricchezza e potere, ne era ormai profondamente disgustata: «mi sono resa conto che non volevo più quella vita. (...) Mi sono sentita sgradevole e colpevole per il lavoro che ho fatto per un decennio. Non potevo smettere di pensare a tutte le cose che avevo fatto e a tutte le vite che avevo influenzato negativamente con la pornografia (...).» A leggere le sue parole ci si sente un po' come il figlio maggiore che sbuffa e si lamenta col padre perché per il fratello che ha sperperato metà patrimonio in bevute e bordelli ammazza il vitello grasso, mentre a noi tocca sgobbare tutti i giorni nei campi senza nemmeno un capretto da grigliare per far festa con gli amici. Peccato che non ci rendiamo sempre conto di quanto sia esaltante e gratificante avere da fare per nostro Padre, essere in Sua compagnia, aiutarlo a diffondere il Suo regno: grazie allora a tutti i fratelli impazienti che se ne vanno, sperperano e ritornano e ci danno motivo non solo per fare festa ma anche per fare memoria.
Bree racconta di come si è sentita parlando a lungo con un sacerdote che le diceva quello che ci sentiamo dire spesso anche noi nelle omelie, in confessionale, durante le catechesi: Dio ti ama, ama proprio te. Per lei quelle parole sono state come «una cascata di luce» e le hanno fatto desiderare di essere migliore, di essere felice e di mostrare a tutti cosa può fare l'amore di Dio. Come molte altre testimonianze ci ricordano, ciò che fa capitolare definitivamente chi si avvicina alla chiesa cattolica per la prima volta è l'Eucarestia: «Onestamente mi sono innamorata della Chiesa cattolica. C'è una tale ricchezza nella fede. La Santissima Trinità, il Padre, Gesù, lo Spirito Santo, Maria Madre di Dio, tutti i santi ispiratori, eroici e belli, i sacramenti, la storia, la tradizione, tutto! Ma ciò che mi ha toccato di più è l'Eucaristia (...) qualcosa di così sorprendente per me con Gesù fisicamente presente».
Non stupisce allora che questa sorella convertita ricordi con tanta commozione i momenti di questo primo incontro: «Questi 5 secondi rimarranno per sempre impressi nel mio cuore, nella mia mente e nella mia anima. E' il momento più bello della mia vita. La mia vita è cambiata così tanto in meglio durante questi ultimi mesi, ma impallidisce in confronto a quanto questo momento in cui ho ricevuto la mia prima Eucaristia mi ha trasformato in modo.» permanente.

Fonte: Sito del Timone, 9 aprile 2024

6 - NON SI PUO' RIDURRE IL PAPA A UN RUOLO PURAMENTE ONORIFICO
Di fronte allo sfacelo attuale non possiamo che amare la Chiesa per come è stata voluta da Gesù: un corpo visibile, composto da persone non necessariamente sante, ma unite dalla stessa fede sotto un medesimo governo monarchico e gerarchico
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 7 aprile 2024

Di fronte allo sfacelo della situazione ecclesiastica contemporanea non manca nel mondo tradizionalista chi arriva a mettere in dubbio le stesse istituzioni della Chiesa, a cominciare dal Papato. C'è chi sostiene, ad esempio, la necessità di rafforzare il potere dei vescovi, spogliando il Papa delle prerogative che ne farebbero un autocrate; una tesi non molto lontana da quella progressista della Chiesa sinodale, che vorrebbe ridurre il ruolo del Pontefice a un primato puramente onorifico. Altri sostengono l'abolizione dello Stato della Città del Vaticano, altri ancora vorrebbero abolire ogni forma di potere giuridico ed economico del Papato, ricordando le parole del Vangelo "non prendete borsa, né bisaccia, né denaro, né sandali, né due tuniche" (Lc 10,4). Così, il mito della Chiesa "primitiva" opposta a quella "costantiniana", un tempo cavallo di battaglia di protestanti e modernisti, si fa strada oggi tra i cattolici fedeli alla Tradizione. La frattura con la Tradizione della Chiesa, all'origine del disastro attuale, risalirebbe non al Concilio Vaticano II, ma all'Imperatore Costantino.
La confusione è grande e vorremo ricordare alcune verità tratte dal Magistero perenne della Chiesa. Dobbiamo conoscere e amare la Chiesa per come è stata voluta da Gesù Cristo e non per come noi vorremmo che fosse.
La Chiesa fondata da Gesù Cristo è una realtà che nasce e vive nella storia ed è allo stesso tempo umana e divina: umana per le membra di cui si compone, soprannaturale e divina per la sua origine, per il suo fine, per i suoi mezzi.
Come società umana, la Chiesa è un corpo visibile, composto da persone non necessariamente sante o in stato di grazia, ma unite dalla stessa fede sotto un medesimo governo. Questo governo, per volere del suo Fondatore è monarchico e gerarchico, ed è dotato di tutti i mezzi per esistere ed operare. Quali sono questi mezzi? Il primo è l'esistenza di leggi. La Chiesa è una società nel suo ambito perfetta, che non solo insegna, ma governa. Perciò ha anche il diritto di formulare delle leggi ed infliggere delle pene proporzionate alla gravità delle loro violazioni.

UN'ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E GERARCHICA
Essendo la Chiesa governata da vescovi in unione con il Papa, è necessaria poi un'organizzazione territoriale. Per questo le sue diocesi sono configurate e distribuite secondo zone geografiche distinte.
La Chiesa può anche disporre di beni temporali, tratti dai liberi contributi sia dei fedeli che dello Stato, e di chiunque sia convinto dell'importanza della sua missione e sia desideroso di favorirla. E' questa l'origine del patrimonio della Chiesa, riconosciuto dagli imperatori Costantino e Licinio, fin dal 313 dopo Cristo.
Alla fine del V secolo, in un periodo in cui mancava un'amministrazione imperiale continuativa ed efficiente, il Papa san Gregorio Magno (590-604) volle assicurare una vigorosa amministrazione dei beni della Chiesa (patrimonium Petri), perché essa iniziava ad assumersi responsabilità pubbliche che esigevano ingenti mezzi materiali. Paolo Diacono, biografo di Gregorio, ci offre un resoconto dettagliato dei patrimoni di cui il Papa fu abile amministratore. I viaggi e il mantenimento dei missionari nei diversi paesi; le ambascerie presso l'imperatore e quelle dei legati straordinari, che dovevano spesso intraprendere lunghi viaggi per conto del Papa; le fondazioni o le visite dei monasteri; l'esercizio della giustizia sotto ogni forma; tutto questo comportava spese che venivano assunte dall'insieme dei beni della Chiesa denominato Patrimonio di San Pietro. Questo patrimonio non venne accumulato per esercitare un crescente potere politico, ma per garantire la piena libertà dell'azione evangelizzatrice della Chiesa e mantenere il Primato ecclesiastico di Roma in tutta la Cristianità.
Ancora oggi l'autonomia spirituale del Papa esige la sua indipendenza personale e territoriale da ogni potere civile. Un tempo questa indipendenza era realizzata dallo Stato Pontificio, oggi dallo Stato della Città del Vaticano.
Ma più in generale la missione della Chiesa esige una sua presenza, sostenuta economicamente, in tutti i campi: i suoi edifici sono costruiti da architetti e da maestranze in spazi pubblici: la sua liturgia è legata ad arredi, vesti, memorie storiche; la sua azione pastorale esige le condizioni create dalla tecnica e dal progresso. Oggi ad esempio rientrano in questa presenza pubblica anche le piattaforme web, usate da difensori e oppositori della Chiesa. Tutto questo presume il diritto di possedere della Chiesa.

LA CHIESA È UNA SOCIETÀ DI UOMINI E NON DI ANGELI
Nel discorso La vostra presenza del 4 aprile 1913 ai pellegrini della diocesi di Milano venuti a Roma per le feste del XVI centenario della Pace di Costantino, san Pio X diceva: "La Chiesa ha il diritto di possedere, perché è una società di uomini e non di angeli, ed ha bisogno dei beni materiali ad essa pervenuti dalla pietà dei fedeli, e ne conserva il legittimo possesso per l'adempimento dei suoi ministeri, per l'esercizio esteriore del culto, per la costruzione dei templi, per le opere di carità, che le sono affidate e per vivere e perpetuarsi fino alla consumazione dei secoli. E questi diritti sono così sacri che la Chiesa ha sentito sempre il dovere di sostenerli e difenderli, ben sapendo che, se cedesse per poco alle pretensioni dei suoi nemici, verrebbe meno al mandato ricevuto dal Cielo e cadrebbe nella apostasia. Perciò la storia ci segnala una serie di proteste e rivendicazioni fatte dalla Chiesa contro quanti volevano renderla schiava. La sua prima parola al Giudaismo, detta da Pietro e dagli altri Apostoli: Bisogna obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini (Act. V, 29), questa sublime parola fu ripetuta sempre dai loro successori e si ripeterà fino alla fine del mondo, fosse pure per confermarla con un battesimo di sangue".
Le pratiche del culto, l'organizzazione giuridica, la stessa propagazione della fede, predicata da uomini in carne ed ossa che vivono nel mondo, è soggetta a tutte le esigenze della condizione storica. Certamente questa dimensione visibile della Chiesa è quella umana, e quindi quella più soggetta a decadenza e corruzione. La soluzione però non sta in una Rivoluzione che sfiguri i connotati della Chiesa, ma in una sua riforma interna, che si richiami all'azione invisibile e misteriosa dello Spirito Santo, che sempre la assiste. La strada da seguire, in una parola, non è quella di Lutero o dei modernisti, ma quella dei grandi riformatori come san Pier Damiani, san Carlo Borromeo o lo stesso san Pio X.
Bisogna affermarlo con fiducia nel futuro malgrado il disfacimento attuale. La Chiesa, a differenza delle società umane, non si avvia verso il declino, ma verso una pienezza di vita capace di durare in eterno. Essa è stata fondata da Gesù Cristo, Uomo-Dio, e la sua dimensione è l'eternità.

DOSSIER "PAPI E ANTIPAPI"
Sede vacante e Papa legittimo

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Fonte: Radio Roma Libera, 7 aprile 2024

7 - OMELIA IV DOM. DI PASQUA - ANNO B (Gv 10,11-18)
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Il Messia era stato caratterizzato dai profeti come il Pastore del suo popolo (Is 40,11; Ez 34,23; 37,24; Zc 13,17, ecc.), ed Israele era stato chiamato gregge del Signore (Ez 34,5; Mic 7,14; Zc 10,3, ecc.). Gesù Cristo affermò solennemente che questi vaticini si erano avverati in Lui, proclamandosi pastore, anzi buon pastore non solo del popolo ebreo ma di tutti gli altri che Egli avrebbe uniti al primo suo gregge, formandone un solo ovile sotto un solo pastore. Dal modo com'Egli parlò traspare tutta la sua tenerezza verso le anime e, dal contrapposto che fece tra il buon pastore e il mercenario, tutto il dolore che provava non solo per i falsi pastori del popolo ebreo, ma per i pastori falsi e mercenari di tutti i secoli. Io sono il buon pastore, esclamò; era venuto per dare la vita e per darla abbondantemente, e la dava alle sue pecorelle non solo pascolandole, ma immolandosi per loro; perciò soggiunse: Il buon pastore dà la vita per le sue pecorelle e, secondo l'espressione del testo greco, dà la vita in prezzo di redenzione.
Egli era l'unico pastore che pascolando si offriva, e salvando dalla morte le sue pecorelle s'immolava per esse. Nell'Eucaristia donò se stesso offrendosi al Padre ed immolandosi incruentemente, e sulla croce s'immolò cruentemente. Per confermare e rendere vivo questo grande pensiero, Gesù Cristo ritornò alla similitudine dell'ovile e delle pecorelle, e disse: Il buon pastore dà la vita per le sue pecorelle, il mercenario invece è chi non è pastore, ed al quale non appartengono le pecorelle; quando vede venire il lupo abbandona le pecore e fugge, il lupo rapisce e disperde le pecorelle. Il mercenario poi scappa perché è mercenario e non gl'importa delle pecorelle.
I pastori di pecore menano una vita solitaria nei campi e l'unica loro compagnia sono quei placidi animali che conducono al pascolo. Essi li amano come loro proprietà, e quasi come parte della loro vita; la docilità che esse hanno ad ogni loro cenno ispira ad essi una grande tenerezza, e la loro debolezza di fronte ai pericoli li rende solleciti nel difenderle. Un gregge è come una famiglia di cui il pastore si sente il capo, e perché le pecorelle lo riconoscono e ne ascoltano la voce, egli se ne sente quasi padre, e non esita ad affrontare dei gravi pericoli per difenderle, soprattutto contro le insidie dei lupi. Nelle solenni solitudini dei campi non c'è forse una scena più soave e commovente come quella di un gregge che pascola, e del pastore che lo vigila. Raccolte a gruppi, brucano le erbe, corrono di qua e di là, si riposano, e il loro belare è come un'armonia serena che si disperde lontano nelle ampie solitudini verdi e tranquille.
Gesù Cristo non poteva scegliere una similitudine più bella per significare l'unione delle anime a Lui, e la sua infinita tenerezza nel pascolarle.
L'arte ha raccolto in mille modi questa soave parabola, e ne ha formato innumerevoli quadri, dai quali traspare sempre la tranquilla pace delle anime che sono condotte ai pascoli da Gesù, e il suo infinito amore nel pascolarle. Egli è il buon pastore, e le anime per essere guidate da Lui debbono essere docili, semplici, silenziose ed affettuose come pecorelle. Egli le ama, le guida, le difende, le nutre e dà la vita per loro, vittima perenne di redenzione e di amore sugli altari. È questa la sua sublime regalità, tanto diversa: da quella dei reggitori di popoli, solleciti della loro gloria e del loro tornaconto. È questa la sua amorosa paternità per le anime, tanto diversa da quella di coloro che la reggono come mercenari, e che al primo pericolo che le minaccia fuggono e le lasciano in balia di quelli che le uccidono. Un pastore mercenario non ama le pecorelle, ma la paga che guadagna per il servizio che presta; il gregge anzi gli è di fastidio, perché rappresenta il peso della sua giornata e, quando si trova di fronte ai lupi che lo assalgono, fugge per mettersi in salvo, non avendo nessun interesse a salvare le pecorelle. Tali erano i pastori d'Israele, e tali sono i pastori degeneri, che riguardano il ministero come un'occupazione qualunque e una fonte di guadagno. Non parliamo poi dei così detti protestanti e di quelli di altre sette, i quali non solo sono mercenari, pagati per strappare le anime alla Chiesa, ma sono falsi pastori, ladri ed assassini che non entrano nell'ovile per la porta, non hanno alcun mandato di reggere le anime e rappresentano essi medesimi i lupi rapaci che le uccidono e le disperdono.
Dopo aver detto che Egli è il buon pastore perché dà la vita per le pecorelle, Gesù Cristo soggiunge che Egli ha tanta premura per le sue pecorelle che le conosce ad una ad una, si comunica loro ed esse lo conoscono. Come il Padre conoscendo se stesso genera il Figlio e gli comunica la vita infinita, e come il Figlio conosce il Padre dandogli una lode infinita, così Gesù Cristo conosce le sue pecorelle, vivificandole ad una ad una, come se fosse tutto e solo per ciascuna, e dà la vita per loro, ad una ad una, di modo che ogni sua pecorella ottiene in pieno il frutto e i benefici della redenzione. Le pecorelle, poi, vivificate da Lui, lo amano perché lo conoscono e lo glorificano. C'è dunque tra Gesù buon pastore e le sue pecorelle un'unione di amore, che Gesù stesso paragona all'unione del Padre con Lui Verbo eterno. Egli dona loro la vita, ed esse lo glorificano e lo amano, Egli le cura singolarmente, una ad una, ed esse lo amano di amore singolare.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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