BastaBugie n�924 del 07 maggio 2025

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1 LE SETTE PRIORITA' PER IL NUOVO PAPA
La revoca di Fiducia supplicans, una risposta chiara ai Dubia, il ripristino dell'ordine gerarchico della Chiesa a cominciare dai Sinodi, la revisione dell'accordo con la Cina, l'arresto del processo sinodale, ecc.
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LA BELLEZZA DELL'AMORE CASTO E' POSSIBILE
Jason e Crystalina Evert, sposati e con 8 figli, sono i testimonial americani della castità prematrimoniale (VIDEO: Amore senza rimorso)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Notizie Pro Vita & Famiglia
3 SAVIANO AMMETTE: ''HO SPRECATO LA MIA VITA''
Crisi di panico, pensieri suicidari e sofferenza profonda, il maitre a penser della sinistra è intrappolato nel personaggio che è diventato (la stessa fine di Luca Bizzarri)
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone
4 PAPA FRANCESCO NON CHIUDERA' IL GIUBILEO (ACCADDE SOLTANTO A INNOCENZO XII)
Alla cerimonia di apertura del Giubileo del 1700 la regina di Polonia (vedova di re Sobieski, trionfatore della Battaglia di Vienna) entrò in San Pietro scalza e vestita da penitente
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
5 SOMEONE LIKE YOU, UN FILM FUORVIANTE SULL'ADOZIONE DEGLI EMBRIONI
La storia di due gemelle concepite tramite fecondazione artificiale ha lo scopo di convincere i cristiani che l'adozione di embrioni crioconservati è un atto di carità, contrariamente all’insegnamento della Chiesa
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 PRO LIFE NEL MIRINO DELL'ODIO IDEOLOGICO
Nell'Occidente ''tollerante'' chi difende la vita è trattato da criminale
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Pro Vita e Famiglia
7 OMELIA IV DOM. DI PASQUA - ANNO C (Gv 10, 27-30)
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: BastaBugie

1 - LE SETTE PRIORITA' PER IL NUOVO PAPA
La revoca di Fiducia supplicans, una risposta chiara ai Dubia, il ripristino dell'ordine gerarchico della Chiesa a cominciare dai Sinodi, la revisione dell'accordo con la Cina, l'arresto del processo sinodale, ecc.
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 5 maggio 2025

Archiviato il pontificato di Francesco, sono tutt'altro che naufragati i processi da lui avviati con atti, decisioni e gesti che hanno di fatto aperto nuove finestre di Overton o hanno condotto alla parziale realizzazione di quelle già aperte. Questo articolo conclusivo vuole rapidamente richiamare gli urgenti "interventi di rifacimento e manutenzione" a cui bisognerà porre mano al più presto, per riparare agli scandali contro la fede e contro la credibilità della Chiesa, alimentati in quest'ultimo pontificato.

1. NO ALLA COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI (Amoris lætitia)
È necessaria anzitutto una chiarificazione da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede - una volta ripulito da persone decisamente non all'altezza e dalla formazione teologica più che questionabile -, sulla deriva della Comunione ai divorziati risposati, che ripristini la disciplina corretta: non è possibile che persone che continuano a vivere more uxorio possano ricevere l'assoluzione sacramentale e accedere alla Santa Comunione.
Una modalità potrebbe essere quella di dare finalmente una risposta ai famosi Dubia del 19 settembre 2016, che si ponga come interpretazione autentica dell'esortazione post-sinodale Amoris lætitia, e correttiva della lettera del 5 settembre 2016 di papa Francesco a mons. Sergío Alfredo Fenoy. Un altro intervento dovrà portarsi sulla correzione della nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica sulla pena capitale, che appare decisamente in discontinuità con l'insegnamento tradizionale sul tema.

2. NO BENEDIZIONI AI GAY (Fiducia supplicans)
È urgente la revoca della dichiarazione Fiducia supplicans, così come del comunicato stampa del 4 gennaio 2024, firmato dal cardinale Victor Manuel Fernández e da mons. Armando Matteo. Il documento, a causa dell'assurdità e inaccettabilità delle sue affermazioni, e la chiarificazione successiva, persino peggiorativa della Dichiarazione, hanno provocato una profonda divisione all'interno della Chiesa con conferenze episcopali, e persino un intero continente, che si sono rifiutati di renderli applicativi nelle proprie zone di competenza. In nessun modo coppie caratterizzate da relazioni contrarie alla legge di Dio possono ricevere una benedizione del Signore, in nessuna forma.

3. NO AL DIACONATO FEMMINILE
Si pubblichi un documento che raccolga la parte migliore dei lavori delle diverse commissioni radunate negli anni per studiare la questione del diaconato femminile e si ribadisca in modo chiaro e definitivo l'impossibilità dell'ordinazione diaconale e presbiterale delle donne.

4. VOTO NEI SINODI AI SOLI VESCOVI
Si ripristini l'ordine gerarchico della Chiesa mediante l'attribuzione del diritto di voto nei Sinodi generali ai soli vescovi (e a eventuali altri membri, purché appartenenti almeno all'ordine presbiterale). Lo stesso avvenga nei sinodi locali. L'autorità dell'ordinario sia restituita in tutta la sua pienezza, ed anche il senso dell'episcopato. Il nuovo pontefice si troverà a dover porre mano ai criteri di selezione dei nuovi vescovi, e alla loro effettiva applicazione; la Chiesa, soprattutto in quest'ultimo decennio, ha conosciuto nomine episcopali di persone del tutto non all'altezza dell'ordine che hanno ricevuto e della missione affidata, senza le minime competenze canoniche, con una conoscenza approssimativa della dottrina, desiderosi di novità piuttosto che di solidità, e non di rado con un profilo morale che si è rivelato alquanto discutibile, quando non palesemente inaccettabile.
Appare altresì più che opportuno un intervento che interdica l'eventuale accesso di laici, uomini e donne, a quelle cariche di responsabilità nella Chiesa che devono essere destinate, per loro natura, a chi ha ricevuto l'ordine sacro dell'episcopato o del presbiterato, o che sono espressione del collegio cardinalizio, come nel caso della presidenza dei dicasteri della Curia romana.

5. RIVEDERE L'ACCORDO TRA CINA E SANTA SEDE
Si dovrà rivedere l'accordo tra Cina e Santa Sede, di recente rinnovato per altri quattro anni (fino al 2028), voluto dal cardinale Pietro Parolin (e per il quale fu decisiva la mediazione dell'ex cardinale Theodore Edgar McCarrick), del quale non sono state fatte conoscere le condizioni. Non è accettabile un compromesso che avalli la situazione attuale, con il Governo cinese che ha la facoltà di cambiare il Catechismo della Chiesa cattolica, di proibire l'iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, di imporre l'esposizione delle immagini di Xi Jinping nelle chiese, di scegliere i vescovi, con la Santa Sede umiliata nel "dover approvare" vescovi già arbitrariamente decisi dal regime, e persino di erigere diocesi.

6. BASTA PACHAMAMA E RITO AMAZZONICO
La Chiesa ha bisogno di riprendere il proprio slancio missionario, nella consapevolezza di avere il diritto e il dovere di portare ovunque la verità del Vangelo e la grazia dei sacramenti. Emerge come particolarmente meritevole di attenzione il tema dell'inculturazione, tema pastoralmente importante, ma in nome del quale in Vaticano si è persino posta in essere una celebrazione pagana, dalla chiara connotazione ideologica, in onore della "divinità" pagana inca, la nota Pachamama. L'inculturazione non può essere concepita e realizzata come una generosa concessione agli idoli delle religioni pagane; essa è la capacità del Vangelo di vivificare una cultura, purificarla da quanto non è compatibile con la verità su Dio e sull'uomo, e condurla alla pienezza delle sue potenzialità, mediante la lenta e progressiva opera della grazia. Inculturazione è e dev'essere evangelizzazione delle culture, non metamorfosi del Vangelo e della liturgia della Chiesa che assume i connotati del paganesimo, previa superficiale "verniciata" di cristianesimo. A questo riguardo, grande attenzione dovrà essere posta alla fase finale di realizzazione del "rito amazzonico".

7. BASTA PASTORI CORROTTI
La Chiesa ha un problema enorme di pastori corrotti fin nelle midolla. Il caso Rupnik, con tutte le coperture che per decenni hanno silenziato le denunce e il dolore delle vittime, rimane in primo piano; per non parlare di altri prelati, tutt'ora in posti di grande responsabilità, con pesanti scheletri nell'armadio. Anche quanto sta emergendo in queste ore, relativamente a presunte lettere di Papa Francesco, siglate solo con l'iniziale del nome, che vengono alla luce solo dopo la sua morte, dà prova di quanto fitta sia la ragnatela di corruzione tessuta da molti prelati, inclusi cardinali dati come "papabili".

CONCLUSIONE: LASCIARE SPAZIO A DIO
Al di sopra di tutte le considerazioni snocciolate in questi articoli, la grande sfida del nuovo pontefice è la stessa dei precedenti, in questi ultimi due secoli: rispondere alla crescente secolarizzazione che penetra il mondo e ha invaso la Chiesa. Non v'è che un solo rimedio a questo processo che appare sempre più aggressivo e inarrestabile; un rimedio che potrà sembrare modesto rispetto ai grandi discorsi che stiamo udendo in questi giorni sull'agenda per il nuovo pontificato, zeppa di sinodalità, inclusività, cura della "casa comune", aperture a todos, todos, todos. Il rimedio è quello di permettere a Dio di agire nella sua Chiesa, di manifestarsi nella sua Chiesa. Questa strada esige che ciascuno si rimetta al proprio posto di miseri uomini peccatori, i quali, ogni volta che pensano di dover cambiare la Chiesa, modernizzare la Chiesa, aggiornare la Chiesa, finiscono per oscurare la presenza di Dio.
Bisognerà prima o poi prendere atto che la fede fiorisce o rifiorisce laddove si lascia più spazio a Dio e gli uomini accettano di non strafare. Per rendersene conto, sarebbe sufficiente visitare i santuari, soprattutto quelli mariani, prendere contatto con monasteri e case religiose che non hanno gettato abito e regola alle ortiche (magari dopo un restyling forzato voluto da Dicastero per la vita consacrata, sotto la guida canonica del cardinale Ghirlanda), recarsi nelle parrocchie dove ancora la liturgia viene celebrata con grande decoro, il catechismo non è edulcorato e le processioni e i pellegrinaggi non vengono banditi come reperti oscurantisti. Sono queste le realtà dove ci sono conversioni, dove le famiglie fioriscono, dove nascono nuove vocazioni, dove ci sono radici sufficientemente profonde e solide per resistere all'aridità dei nostri tempi.

Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Il processo sinodale è una gravissima minaccia per la Chiesa" spiega perché la sinodalità è un processo che sta cambiando (protestantizzandola) la struttura della Chiesa cattolica, dal ruolo dei vescovi al Catechismo, dal rapporto con il mondo al relativismo dottrinale. È il pericolo più grave perché si tratta di una prassi e non di una dottrina. Il voto in conclave ne tenga conto.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 5 maggio 2025:

In questo conclave la posta è molto alta. Tra l'altro ne è una prova indiretta la compatta pressione dei mass-media di regime per una indiscutibile "continuità" con Francesco. La posta in gioco è alta perché questo Pontificato ha puntato diritto verso significativi radicali cambiamenti rispetto alla tradizione dottrinale, disciplinare e pastorale. Queste rivoluzioni non possono venire nascoste sotto atteggiamenti che hanno trovato gradimento tra la gente, oppure sotto un fraseggio di tipo esistenziale e sentimentale che ha talvolta scaldato i cuori, o tramite le espressioni gestuali della cosiddetta "semplicità" di Francesco, "uno di noi".
Questo pontificato ha mutato l'immagine di Chiesa e molti credenti sentono che, continuando su questa strada, avremo una "nuova Chiesa", del resto già in sviluppo oggi. I due "partiti" sono anche stavolta gli stessi di sempre. Ma chi era all'opposizione con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ora sta al governo. Le garanzie di tenuta sono fortemente diminuite, le possibilità che la falla si ingrossi e che la nave deragli sono aumentate. Protestantizzazione della Chiesa cattolica, o almeno anglicanizzazione, sono visibili all'orizzonte e, in parte, sono già vivibili tra di noi.
Un secondo aspetto preoccupa i cuori e le menti e induce molti - credo più che in passato - a pregare per i cardinali elettori. I processi avviati e i nuovi sentieri già percorsi non si fermeranno, continueranno per inerzia, comunque vada la votazione. La loro incubazione dottrinale è pluridecennale e nel recente pontificato hanno trovato una promozione sostanziale. Anche se ci sarà una correzione dei molti passi avventati fatti - come qualche sparuto cardinale e vescovo richiede - e soprattutto se queste correzioni saranno dovute solo a patti elettorali tra gruppi di cardinali al conclave, la "nuova Chiesa" continuerà il suo tragitto ancora per lungo tempo.
Il motivo è che nel pontificato di Francesco, anche se non sono mancate prese di posizione documentabili per iscritto e fortemente contestabili (si pensi ad Amoris Laetitia), i cambiamenti sono avvenuti in modo comportamentale, con parole ambigue e gesti provocatori. A confondere sono stati soprattutto questi ultimi, e non solo le Esortazioni apostoliche o le Dichiarazioni della Dottrina della fede. La novità è stata un modo di essere e di porsi. Questo modo di essere e di porsi continuerà, e non solo in Germania, dove la cosa è scontata più che altrove.
Ai cardinali sono stati dati in questi ultimi giorni molti consigli. Anche la Bussola ha sottoposto all'attenzione di tutti i fedeli, ma soprattutto di loro, una analisi dei gravi problemi aperti dal pontificato di Francesco e che dovranno essere risolti. Se lo saranno e quando lo saranno non si sa: la Chiesa ha tempi lunghi.
La composizione del conclave non sembra però molto adatta ad ascoltare e ad approfondire. I cardinali sono di numero molto elevato, diciamo pure che sono troppi perché possa esserci un vero approfondimento dei bisogni della Chiesa. Dati gli strani criteri delle nomine cardinalizie utilizzati in questi anni, molti di loro non hanno avuto modo di sintonizzarsi con i problemi della Chiesa universale oltre che con quelli della loro regione, grande o piccola che sia. Inoltre, il recente pontificato, molto pastorale e piuttosto trascurato sul piano dottrinale, ha promosso al cardinalato molti vescovi "di strada", interessati ad atteggiamenti nuovi inclusivi piuttosto che fare attenzione alle eresie.
Umanamente parlando, c'è un grande pericolo, siamo in un punto strategico, continuare su una strada potrebbe comportare l'impossibilità di tornare indietro, stiamo sperimentando prese di posizione irreversibili. Patteggiare per un allargamento della possibilità di celebrare in Vetus ordo o per una revisione/precisazione di Fiducia supplicans non è sufficiente. Per questo è utile chiarire quale sia l'argomento di fondamentale importanza su cui tutti i cardinali dovrebbero concentrarsi. Qual è la questione centrale che, se rimane così come è, rappresenterà un danno sicuro e generale? A nostro parere è la sinodalità.
Il processo sinodale è il più pericoloso perché è una prassi e non una dottrina, anche se nasconde una dottrina. La prassi sinodale può cambiare nel giro di poco tempo la fisionomia della Chiesa. Può distruggere la sua struttura gerarchica, può far sì che dei laici guidino i vescovi; può dare consistenza teologica all'assemblearismo; può confondere il "popolo di Dio" con un gruppo sociologico di pressione; può scomporre l'unità universale in varie componenti regionali; può fare in modo che qui si benedica e là non si benedica, che qui un comportamento sia lecito è là illecito; che la liturgia diventi preda delle culture locali; che le conferenze episcopali legiferino in modo diverso in campo dottrinale; che le esigenze del momento abbiano aggio su quelle eterne; che la democrazia liberale entri nella Chiesa; che l'autoconvocazione dal basso diventi la regola; che ci sia una polverizzazione di "comunità di base"; che non esista più il Catechismo ma solo i catechismi; che l'ascolto preceda le esigenze della verità; che tutto in fondo sia interpretazione; che il Papato non sia l'ultima istanza in fatto di dottrina; che le domande e i dubbi siano fondamentali perché favoriscono la discussione sinodale, mentre le risposte siano come delle pietre lanciate contro gli altri; che giudicare si debba sempre fare in un contesto e mai in assoluto; che l'importante sia decidere insieme e in modo condiviso e non che quanto si decide sia vero e buono; che tutto e tutti siano ammissibili nella Chiesa ma non quelli che sostengono che non tutto può essere ammesso.
Questo è il pericolo maggiore. La sinodalità è come un infiltrato che, sotto copertura, fa il gioco del nemico.

DOSSIER "PAPA FRANCESCO"
Dall'Argentina al Vaticano

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 5 maggio 2025

2 - LA BELLEZZA DELL'AMORE CASTO E' POSSIBILE
Jason e Crystalina Evert, sposati e con 8 figli, sono i testimonial americani della castità prematrimoniale (VIDEO: Amore senza rimorso)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Notizie Pro Vita & Famiglia, marzo 2024

«Mi diceva che se lo amavo veramente dovevo dimostrarglielo. E così ho fatto. Ma dopo un po' non voleva più passare il tempo con me; voleva solo stare con il mio corpo», scrive Crystalina Evert. C'è una battaglia tra amore e sensualità dentro il cuore di ognuno. «Dietro tutte le vanterie per le conquiste sessuali di qualche serata in discoteca, ogni ragazzo nutre un desiderio più profondo, quello di amare una ragazza», aggiunge Jason. E quanto scrivono in Aspettare si può (Fede e Cultura 2023, pp. 159) Jason e Crystalina Evert, attualmente marito e moglie, in un appassionante racconto a quattro mani che riprende in maniera dialogica le loro risposte sul tema del sottotitolo: "Purezza e sessualità alla prova del mondo di oggi". I due coniugi americani girano il mondo per tenere incontri sull'importanza di coltivare amore e castità, condividendo le proprie esperienze e anche i propri errori giovanili senza moralismi, come testimonia il video doppiato in italiano Amore senza rimorso reperibile su Film Garantiti (clicca qui) e il sito del progetto (clicca qui) che portano avanti insieme "Chastity" con una sezione di materiali disponibili anche in italiano.

CASTITÀ NELL'UOMO È IMPARARE A GUARDARE UNA DONNA COME LA VEDE DIO
«La nostra chiamata all'amore è dunque più grande della tentazione verso la sensualità. Riscoprire tale chiamata, che vale in egual modo per uomini e donne, comporta certo lo sforzo di andare al di là della volontà di "usare l'altro" per il proprio piacere. D'altra parte «quando un ragazzo immagina la sua futura sposa, per esempio, non pensa di ottenere qualcosa da lei. Pensa di donarle la sua vita», afferma Jason.
E, allo stesso modo, «ogni donna vuole ardentemente l'amore, ma molte di noi hanno sofferto e rinunciato a quello vero. Cominciamo col dirci che l'amore non esiste oppure che non lo meritiamo. Invece esiste e noi ne siamo degne», ribadisce con forza Crystalina.
«Tutto quello che le ragazze vogliono è un gentiluomo, un uomo che sappia come onorare una donna nel modo appropriato». Di qui Jason offre diversi consigli anche per vivere bene la fase del corteggiamento, dal prendere l'iniziativa per il primo appuntamento al prepararlo con cura, dal lasciare che al ristorante ordini prima lei, sino al pagamento del conto. Insomma «se hai la sensazione di esserti messo a servizio, stai facendo la cosa giusta», puntualizza.
Relativamente al tema della sessualità, Jason invita a «trattare le ragazze nel modo in cui vorresti che un ragazzo tratti la tua futura sposa». Egli constata in realtà una certa schizofrenia da parte dei giovani rispetto allo standard che si pongono per le loro sorelle, futura moglie o figlie e quello che invece riservano alla fidanzata in termini di rispetto della persona, e dunque anche della sua corporeità.
Infatti «la qualità dell'amore di un uomo verso una donna si misura dal suo grado di responsabilità nei suoi confronti», osserva con fermezza Jason. D'altra parte, come ha rilevato una ricerca dell'Heritage Foundation, «quanto prima una ragazza ha una relazione sessuale, tanto più potrà soffrire dei seguenti problemi: avere una gravidanza al di fuori del matrimonio; diventare una ragazza madre; contrarre malattie sessualmente trasmissibili; avere diversi partner sessuali; andare incontro a spaccature nelle relazioni; abortire; ridursi in povertà; esser soggetta a depressione; divorziare».
Di qui «quando una donna vuole essere impura, l'uomo che la ama deve avere sufficiente controllo sul proprio corpo, e abbastanza premura per l'anima di entrambi, da riuscire a dirle di no», in quanto «un vero uomo non approfitterebbe mai di una donna che non conosce il proprio valore». Certo Jason riconosce l'eroismo che richiede tale impresa, quella di custodire la castità propria e altrui; «ma, attraverso la battaglia per la purezza, un ragazzo giunge ad apprezzare una donna come un dono che deve essere ricevuto, non un obiettivo da conquistare».

IL DESIDERIO SESSUALE È UN DONO DI DIO
A questo punto Jason approfondisce il tema focalizzando l'attenzione sulla sessualità nel progetto divino.
Ricorda dunque che «il desiderio sessuale è un dono di Dio. L'attrazione sessuale è l'invito. La lussuria è quando accettiamo quell'invito nella maniera sbagliata, fuori dalla nostra chiamata all'amore». Tale dinamica è opportunamente illuminata dalle parole di sant'Agostino: «La lussuria assecondata diventa un'abitudine e l'abitudine cui non si resiste diventa necessità». Di qui Jason suggerisce innanzitutto ai giovani di imparare a vigilare sui propri pensieri, dal momento che «se riesci a controllare i tuoi pensieri sulle donne, controllerai le tue parole, i tuoi occhi e le tue azioni. Dio si preoccupa della purezza dei tuoi pensieri, perché essi rivelano lo stato del tuo cuore».
Si tratta, in special modo per il credente, di imparare a «pensare a una donna senza desiderarla sessualmente, chiedendo a Dio la grazia di riuscire a vederla nel modo in cui Lui la vede». Se «Dio ha assegnato come un dovere a ogni uomo la dignità di ogni donna», come osservava acutamente san Giovanni Paolo II, bisogna impegnarsi a custodire il proprio sguardo evitando quella pornografia che degrada la dignità della persona rendendo l'uomo «un ingordo mai sazio».
Oggi sono tanti i single allettati dalla fantasia di avere donne perfette sempre a propria disposizione al punto da rifuggire «la possibilità di un rifiuto da parte di una donna o del peso dell'impegno. Si ripiegano su se stessi e non sperimentano mai la gioia dell'amore sacrificale, per paura delle sue richieste».
In tal senso la masturbazione, spesso legata al consumo di pornografia, «non è nemmeno l'ombra dell'amore»; è soltanto uno sterile ripiegamento su se stessi che tradisce il fine oggettivo dell'atto sessuale, che è l'unione tra l'uomo e la donna e la procreazione di una nuova vita, e per di più «rafforza l'idea che l'uomo necessiti di gratificazione sessuale in qualunque momento lo desideri e danneggia la capacità di amare, perché si resta legati a fantasie». Inoltre la masturbazione «indebolisce l'idea che un uomo ha di se stesso e lo rende schiavo della sua debolezza», l'esatto opposto delle qualità di coraggio, sicurezza e forza che una donna ricerca in un uomo.

IL SESSO SICURO È UN MITO
«Il sesso sicuro è un mito», sostiene ancora Jason riguardo all'uso del preservativo che, secondo recenti studi americani, proteggerebbe soltanto in minima parte dal rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, tra cui in particolare herpes, Hpv (papilloma virus), clamidia e gonorrea a livello dell'apparato genitale femminile. Riflettendo ancora sul significato del profilattico - «segno esteriore di un egoismo: stai proteggendo te stesso» - e del "sesso protetto", egli evidenzia con franchezza che «se devi proteggerti nel momento in cui dovresti far dono di te stesso, c'è qualcosa che non va. Perché questa paura? Se non sei pronto a essere padre, allora non sei pronto per il sesso». Al contrario l'«autocontrollo ti rende libero di amare». D'altra parte «il marito sa che dare via la tua libertà per amore ti salva da te stesso. Ti libera, perché ti rende libero di amare».
Certamente il cammino per custodire la purezza è impegnativo, per cui richiede l'aiuto della grazia divina.
Di qui Jason invita i giovani a porsi obiettivi realistici; a fuggire la pigrizia e le tentazioni evitando le occasioni di peccato; a vigilare sugli occhi e le parole; a digiunare, poiché «la gola è l'avanguardia dell'impurità» (Escrivà); a pregare, invocando in special modo l'angelo custode, la Vergine Maria, San Giuseppe e i santi; a perseverare con pazienza senza cedere allo scoraggiamento; a confessarsi e comunicarsi frequentemente per ricevere da Dio la forza di vincere la concupiscenza della carne.
Jason affronta infine il tema dell'omosessualità, sottolineando come «anche se le persone hanno attrazioni di questo tipo», possano cioè provare pulsioni omoerotiche, «i loro corpi restano eterosessuali, cioè fisicamente orientati verso l'altro sesso». Di qui ricorda che «i desideri sessuali non costituiscono la sua identità»; pertanto anche chi sente tali pulsioni può imparare ad amare accogliendo la sfida di uno stile di vita casto, «scegliendo di glorificare Dio con il proprio corpo».
Insomma, come ogni virtù, la castità richiede a ciascuno impegno e spirito di sacrificio ma, per dirla con san Giovanni Paolo II, è «la via infallibile alla gioia».

CASTITÀ NELLA DONNA È CUSTODIRE IL CORPO PER CUSTODIRE IL CUORE
«Sono una ragazza occasionale o una ragazza per sempre?». Si apre con questa domanda provocatoria la riflessione di Crystalina Evert, che poi aggiunge: «Non avere paura che qualche ragazzo possa piantarti se non gli concedi il tuo corpo. Lascia che lui abbia paura di perdere te, a meno che non capisca come rispettarti. Nel mio giro di amici la verginità era vista come una imbarazzante mancanza di esperienza. Ti faceva sentire una puritana oppure una che non riusciva ad avere un appuntamento. Era praticamente una maledizione». Ella racconta così la sua esperienza, dall'ossessione di avere un corpo perfetto all'accettazione di sé; dal vestirsi secondo la moda per sedurre al «vestirsi con semplicità, scoprendo la sicurezza che viene dal rispetto per se stessi». D'altra parte «è più emozionante essere amata da un uomo o essere fissata con sguardo ebete da molti?». Su questo punto osserva ancora acutamente che «ciò che li vince è ciò che li tratterrà. Se sono stati persuasi da un corpo, sarà per il corpo che decideranno di rimanere (almeno finché non si stancheranno o non perderanno il rispetto)». Le ragazze hanno insomma il delicato compito di favorire la consapevolezza anche nei ragazzi che «la lussuria porta tensione e l'amore porta pace», e quindi di provare a «tirare fuori il meglio da loro», evitando di ricercare solo approvazione e consenso. Si tratta dunque «di evitare di fare con un ragazzo tutto quello che non vorresti che una ragazza faccia con il tuo futuro marito».
Crystalina svela poi alcuni inganni nei quali è facile cadere. Il primo è la paura di "dire no" al sesso per timore di perdere il proprio fidanzato, che nasconde in fondo un'altra paura, «quella che il ragazzo la cerchi solo per il piacere che lei gli dà». Ma «la purezza non rovina le relazioni»; anzi, al contrario, le salva. Il secondo è la pretesa di decidere di non avere rapporti sessuali «finché non sarò pronta». Raccontarsi ciò significa però di fatto che «stiamo provando a definire quando è giusto fare sesso in base all'intensità delle nostre emozioni», irriflessive e passeggere. Al contrario bisogna «avere il coraggio di prendersi tempo per far fiorire l'amore». Di qui l'invito radicale di Crystalina a «troncare le storielle senza senso, prima ancora che esse abbiano inizio». Allo stesso modo ribadisce senza mezzi termini che «se un maschio continua a cercare di fare qualcosa di impuro anche dopo che la ragazza gli ha detto di no, e lei non lo lascia, allora è lei stessa che gli sta insegnando a mancarle di rispetto. E lo perderà inevitabilmente, perché lui non la ama sul serio, sta solo cercando di ottenere quello che vuole.
Se ti preoccupi sempre che un ragazzo possa rifiutarti se non gli concedi qualche piacere sessuale, stai perdendo l'opportunità di spronarlo a diventare un uomo.
È proprio qui, dove tu pensi di essere più debole, che in realtà hai più potere».
È necessario anche evitare l'insidia di utilizzare il sesso come un'arma «per ottenere la loro attenzione, per fargliela pagare o per guarire la nostra autostima ferita».

LA VANA SPERANZA CHE LUI CAMBI
Un altro pericolo ricorrente dal quale ella mette in guardia riguarda l'intrecciare relazioni amorose nella speranza che lui cambi: «Impegnati con un ragazzo solo se ti piace esattamente com'è. Altrimenti, ti stai legando con un uomo che esiste solo nella tua immaginazione». Rispetto all'aspirazione da "crocerossine", Crystalina aggiunge ancora che «non è compito tuo proteggerlo da se stesso. Dopotutto, come potrebbe prendersi cura di te se non sa prendersi cura di sé?».
Di qui ella elenca alcuni criteri per capire quando è bene lasciare il proprio fidanzato, tra i quali «se beve o si droga, se senti il bisogno di migliorarlo, se ti impedisce di raggiungere i tuoi obiettivi e realizzare i tuoi sogni, se ti insulta o picchia, se ti mente o ti tradisce, se ti tiene sotto controllo, se hai dovuto dirgli più di una volta di smetterla, se usa il senso di colpa per farti fare quello che vuole, se non sa essere indipendente senza di te, se non sai essere indipendente e rimanere pura con lui».
Infatti è talvolta un bene essere single per conoscersi e imparare a saper stare da sole, «altrimenti potremmo rischiare di cercare la nostra identità nei ragazzi».
Relativamente poi al legame tra sessualità e salute della donna, oltre a ribadire i pericoli delle malattie sessualmente trasmissibili già evidenziati dal marito Jason, Crystalina si sofferma in linea generale sugli effetti delle pillole contraccettive, tutti assolutamente negativi e deleteri (fino all'abortività del figlio in grembo), e soprattutto sulle conseguenze dell'aborto in termini di sindrome post-abortiva.
Una donna non deve inoltre mai pensare di "essere da buttare" perché magari ha subito delle violenze.
Crystalina incoraggia nel merito la vittima con premura: «Se hai subito degli abusi, stai certa che, nonostante tu non possa cambiare il passato, puoi impedire che esso decida il tuo futuro».
A tal proposito ricorda, con le parole di santa Teresa di Calcutta, che ciascuna ha un Padre «che sente la tua mancanza quando non ti avvicini. Ha sete di te. Ti ama sempre, anche quando non ti senti degna. Quando non ti senti accettata dagli altri, persino da te stessa a volte, Lui è l'unico che ti accetta sempre. Credi solo che per Lui tu sei preziosa». Infine, citando Fulton Sheen, Crystalina conclude che in sostanza «Maria è colei che ogni uomo ama quando ama una donna. Lei è il segreto desiderio che ogni donna ha di essere onorata e protetta; Lei è il modo in cui ogni donna esige rispetto e amore per la fulgida bellezza del suo corpo e della sua anima.

LIBRO: "Aspettare si può" di Jason & Crystalina, clicca qui!

VIDEO: "Amore senza rimorso" (durata: 55 minuti)


https://www.youtube.com/watch?v=yqTllhaUb6U

VIDEO BREVI SULLA CASTITA'
1) La riscoperta di essere donna e sposa (Crystalina)
2) Come lasciare il ragazzo (Crystalina)
3) La santità del corpo (Jason)
4) L'amore è il motivo della castità (Jason)
GUARDA QUESTI VIDEO: clicca qui!

Fonte: Notizie Pro Vita & Famiglia, marzo 2024

3 - SAVIANO AMMETTE: ''HO SPRECATO LA MIA VITA''
Crisi di panico, pensieri suicidari e sofferenza profonda, il maitre a penser della sinistra è intrappolato nel personaggio che è diventato (la stessa fine di Luca Bizzarri)
Autore: Paola Belletti - Fonte: Sito del Timone, 5 maggio 2025

«Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita», scriveva con la consueta affilatura di sguardo, prima che di penna, Oriana Fallaci. Potrebbero appoggiarsi alle sue parole anche i due intellettuali(ni) nostrani che hanno di recente confessato o lasciato trasparire il senso di vuoto e amarezza dovuti al sospetto di avere sprecato la propria vita dietro ideali che, forse, non meritavano tanto: Roberto Saviano e Luca Bizzarri. Entrambi sono noti per il sostegno all'ideologia progressista e ai suoi dogmi, anche se non è mai giusto ridurre nessuna persona a ciò che esprime pubblicamente e nemmeno alle cause che decide di sposare.

1) ROBERTO SAVIANO
Di Saviano, oltre all'opera meritoria di denuncia del sistema malavitoso che gli sta constando da anni un prezzo molto alto in termini di libertà e vita privata, ricordiamo purtroppo il sostegno all'aborto come dogma - in linguaggio liberal si dice "diritto inalienabile"- e alle altre battaglie comprese nello stesso pacchetto e diventate agenda internazionale, come la distruzione della famiglia naturale (che si ostinano a chiamare tradizionale), la promozione dell'eutanasia e la necessità della liberazione sessuale (ancora? Il 68 è un anno che sembra non passare mai).
Di Eluana Englaro, che Saviano non ha mai incontrato di persona, diede una descrizione irrispettosa, crudele e soprattutto falsa; lo fece per sostenere la necessità, tristemente pianificata, di sfruttare il caso per far passare nell'opinione pubblica l'idea che l'eutanasia fosse quanto mai necessaria e, anzi, la nuova frontiera della civiltà dei diritti. Parlava di tubi (nessun tubo, ma anche fosse stato?), di viso scarnificato e piaghe da decubito (nessuna lesione, nessuna magrezza estrema, addirittura la pelle appariva rosea, idratata), di bava alla bocca.  Come sono impressionabili e fantasiosi certi maitre a penser: che cosa sarà mai un po' di scialorrea? davvero la dignità della persona si misura nella sua bella cera? nella totale assenza di fragilità?
Riguardo alla famiglia che ancora va per la maggiore, almeno questa definizione ce la concederà, si è espresso in maniera ancora più straniante, con un ragionamento per induzione secondo il quale, dato che nelle gerarchie mafiose è considerata una virtù la monogamia, allora la monogamia è un male. Per questo, attenzione al pensiero acrobatico in arrivo, «la sessualità libera dai vincoli, un corpo non assoggettato dalla morsa della convenzione è un atto antimafia. Anzi è l'atto antimafia». Nella recente intervista rilasciata al Corriere, Saviano ha però mostrato una grande sofferenza esistenziale, alimentata dal tragico dubbio di avere speso l'unica vita a sua disposizione per un ideale che non si è rivelato all'altezza.
Intrappolato nel personaggio che è diventato, oppresso dalle condizioni di continua allerta in cui deve vivere e che hanno tuttora un contraccolpo sulla sua famiglia e sulle sue relazioni, dichiara: «Ho la sensazione di aver sprecato la mia vita. Vorrei interrompere il lavoro. Ma non ci riesco. Non credevo di pagare così tanto. Certo, pensavo di pagare un prezzo, ma non così a lungo». Crisi di panico, pensieri suicidari e sofferenza profonda. Di certo una condizione drammatica che fa appello all'umanità altrui e che non può che suscitare sincera compassione. Nessun "te l'avevo detto", caro Roberto. Solo l'amara eppure felice constatazione che persino il tuo cuore è fatto per l'Infinito, per quel Dio che non è solo parte del corredo mafioso (anzi, quello ne è un terribile abuso), il solo capace di saziare la sete che arde nella gola di tutti, ad essere onesti.

2) LUCA BIZZARRI
E la stessa amarezza, sebbene più velata, sfugge dalle dichiarazioni che l'attore, autore e comico Luca Bizzarri ha consegnato a sua volta in un'intervista allo stesso giornale: «Dal punto di vista umano sono un fallimento. Non ho figli, non ho una compagna, non ho una famiglia. Ho solo il mio lavoro. Questo mi avvantaggia moltissimo...». Lo avvantaggia, ma lo lascia solo, attaccato in modo ossessiva alla sola cosa che ha ottenuto la sua dedizione, il lavoro. Si percepisce quasi un tono di superiorità, come la solitudine dell'eroe che ha sacrificato cose umane, troppo umane, per dedicarsi a un ideale. Ideale che però non si sta mostrando all'altezza delle promesse che sembrava portare con sé.
Saviano e Bizzarri sono entrambi in un'età di bilanci (45 e 53 anni) e forse questo pesa sulle loro considerazioni e potrebbe pure essere un'occasione per confessare a sé stessi prima che a un giornalista che si sono sbagliati, che spendersi per ciò che non costruisce la propria umanità la distrugge, che sostenere ideologie mortifere non può che portare delusione e amarezza, che difendere una libertà sganciata dal vero bene non lascia che vuoto.
A che serve spendere le proprie energie per il lavoro se il lavoro stesso non ha un ideale che lo trascende? A che serve parlare di autodeterminazione e diritti vari se, fragili come siamo, potremmo trovarci tutti, Saviano e Bizzarri compresi, deboli, non autosufficienti e bisognosi di qualcuno che si prenda cura di noi? Sì, forse avete ragione, dunque, avete sbagliato tanto, ma non è una brutta notizia: errore e fallimento possono non essere l'ultima parola sulla vostra esistenza. C'è Qualcuno in agguato fino all'ultimo istante, smanioso di farvi scoprire quanto vale ogni vita, anche la vostra, al di là di ogni successo o ricchezza accumulati.

DOSSIER "ROBERTO SAVIANO"
L'intoccabile messia della sinistra

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Fonte: Sito del Timone, 5 maggio 2025

4 - PAPA FRANCESCO NON CHIUDERA' IL GIUBILEO (ACCADDE SOLTANTO A INNOCENZO XII)
Alla cerimonia di apertura del Giubileo del 1700 la regina di Polonia (vedova di re Sobieski, trionfatore della Battaglia di Vienna) entrò in San Pietro scalza e vestita da penitente
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 23 aprile 2025

Papa Francesco ha aperto la porta Santa in San Pietro, dando inizio all'Anno Santo ordinario del 2025, la Vigilia di Natale dello scorso anno. Era in sedia a rotelle e le campane suonavano a festa. Il 21 aprile, il Lunedì dell'Angelo, dopo la Santa Pasqua, le campane di San Pietro, invece, hanno suonato a morto per la sua scomparsa, avvenuta a 88 anni di età. Il giorno prima ha voluto incontrare, a sorpresa, il vice presidente degli Stati Uniti JD Vance, poi è apparso dal loggione per impartire la benedizione Urbi et Orbi che ha pronunciato con un filo di voce e al termine è sceso in piazza sulla Papa-mobile tra la folla dei fedeli. È stato il suo ultimo saluto: poche ore dopo, alle 7,35, si è spento. Secondo le sue volontà non sarà sepolto in Vaticano, bensì nella basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche Papali di Roma.
Papa Francesco, che aveva già indetto il Giubileo straordinario della Misericordia nel 2015, non potrà chiudere l'Anno Santo nella data prevista, il 6 gennaio 2026.

UNICO PRECEDENTE
A un solo altro Pontefice accadde la stessa sorte: era Innocenzo XII (1615-1700), nato Antonio Francesco Pignatelli, che morì a 85 anni. Durante il suo pontificato la vita dei popoli europei fu spesso funestata dalle guerre. Il Papa indisse il Giubileo il 18 maggio 1699 con la bolla Regi Saeculorum e all'apertura, a causa delle sue precarie condizioni di salute, non poté presiedere personalmente; ma nel giorno di Pasqua di quell'anno, pur essendo ormai gravemente malato, a causa del gran numero di pellegrini venuti da tutte le parti impartì la benedizione solenne dal balcone del Quirinale. Morì il 27 settembre del 1700, quindi l'Anno Santo fu chiuso dal suo successore, Clemente XI (1649-1721), nato Giovanni Francesco Albani.
Nonostante l'assenza del Papa, sostituito dal cardinale Emmanuel de Bouillon (1643-1715), la cerimonia di apertura del Giubileo si svolse solennemente alla presenza della regina di Polonia, María Cristina (1641-1716), vedova del sovrano Jan Sobieski, e dal granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici (1642-1723). La regina era entrata in San Pietro scalza e vestita da penitente e l'enorme affluenza di fedeli passava in ginocchio attraverso la Porta Santa.
Membro di un casato aristocratico, Antonio Pignatelli, nato a Spinazzola in Puglia, trascorse tutto il periodo di formazione a Roma nel Collegio dei Gesuiti, dove prese gli ordini sacri probabilmente nel 1643. Si laureò in utroque iure e papa Urbano VIII lo chiamò a svolgere le sue mansioni nella Curia romana. Fu ordinato vescovo il 27 ottobre 1652. Svolse la carriera diplomatica come nunzio apostolico e per undici anni, dal 1660 al 1671, risiedette all'estero, tra Confederazione polacco-lituana e Impero austriaco. Fu creato cardinale il 1º settembre 1681 da Innocenzo XI. Come porporato partecipò a due conclavi, nel 1689 e nel 1691, quando fu eletto successore di San Pietro.
Convinto della necessità che il clero dovesse porsi a modello dei fedeli, il Pontefice fece pubblicare la costituzione apostolica Sanctissimus in Christo Pater (18 luglio 1695), con la quale richiese a ogni ordine religioso una più stretta osservanza delle regole e una più attenta preparazione dei giovani nei noviziati. Attento alla Liturgia, il 20 agosto 1692 emise un decreto sulla musica sacra, in tal modo dissipò la confusione causata dalle diversità di interpretazioni e illuminando tutta la questione.

CONTRO IL NEPOTISMO E IL GIANSENISMO
Innocenzo XII è passato anche alla storia per aver emanato, il 23 giugno 1692, la bolla Romanum decet pontificem con la quale si eliminava ogni pratica di nepotismo, proibendo di fatto ai pontefici di concedere proprietà, incarichi o rendite a qualsiasi congiunto; inoltre, nessun parente di essi avrebbe più potuto essere innalzato al cardinalato.
Sotto il suo pontificato proseguì l'annosa controversia giansenista, che egli condannò fermamente come eresia nel 1699. Cultore mariano, il 15 maggio 1693, stabilì che tutte la chiese celebrassero la festa dell'Immacolata Concezione con un'ottava. Realista e cosciente dei pericoli musulmani che gravitavano sui popoli d'Europa, appoggiò l'Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I d'Asburgo (1640-1705), impegnato nella guerra contro l'Impero Ottomano nella Grande guerra turca (1683-1699). Dopo più di un decennio di duro conflitto, Leopoldo uscì vittorioso in Oriente grazie al geniale talento militare del principe Eugenio di Savoia-Soissons (1663-1736). Con il trattato di Karlowitz, l'Imperatore cristiano recuperò quasi tutto il Regno d'Ungheria, che era caduto sotto il potere turco negli anni successivi alla battaglia di Mohács del 1526.
Attento non alle demagogie, ma ai concreti bisogni della Chiesa, Innocenzo XII riformò l'apparato giudiziario per rendere efficace ed efficiente l'azione dei tribunali romani, troppo lenti nel garantire la giustizia. Con la bolla Ad radicitus submovendum del 31 agosto 1692 soppresse tutti i tribunali e i giudici particolari e rimise tutte le cause ai giudici ordinari. Fece quindi erigere un palazzo a Montecitorio, dove concentrò tutti i tribunali dell'Urbe, l'attuale Palazzo Montecitorio, inaugurato nel 1696.
Uomo di poche parole, ma dai molti fatti, nel 1692 fece realizzare il nuovo acquedotto di Civitavecchia, dichiarò porto franco lo scalo portuale e le conferì il titolo di Città. Ordinò la costruzione del porto di Anzio (soprannominato «di Nettuno»), che portò crescita e sviluppo del luogo. Fece anche aprire due dogane a Roma, una per il traffico di merci via acqua, presso il porto di Ripa Grande, l'altra per le mercanzie via terra, nel tempio di Adriano a piazza di Pietra e, come non bastasse, rafforzò le difese militari sulla linea di costa per contrastare la minaccia dei Corsari barbareschi.
Nel 1693 decise di riorganizzare l'assistenza pubblica di Roma e iniziò con il raccogliere l'infanzia abbandonata in un'unica istituzione, progettando di concentrarvi anche le altre categorie di poveri assistiti. Nacque così il nucleo di quello che divenne l'Ospizio apostolico di San Michele a Ripa Grande.
Proprio in occasione del Giubileo del 1700, fece aprire un nuovo raccordo viario tra la via Appia antica e la via Campana, oggi via Appia Nuova, nota ancora oggi come Appia Pignatelli.
Patrono delle Arti e delle Scienze, dopo la sua morte, il suo amico e conterraneo, il cardinale don Vincenzo Petra (1662-1747) dei duchi di Vastogirardi, commissionò all'architetto Ferdinando Fuga un monumento funebre in suo onore in San Pietro, presidiato da due statue, opera dello scultore Filippo Valle, che rappresentano la Giustizia e la Carità.

Fonte: Corrispondenza Romana, 23 aprile 2025

5 - SOMEONE LIKE YOU, UN FILM FUORVIANTE SULL'ADOZIONE DEGLI EMBRIONI
La storia di due gemelle concepite tramite fecondazione artificiale ha lo scopo di convincere i cristiani che l'adozione di embrioni crioconservati è un atto di carità, contrariamente all’insegnamento della Chiesa
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 aprile 2025

Il cinema riflette il clima imposto dalla cultura dominante che in questi decenni è tutta orientata al politicamente corretto e all'ideologia woke. Tuttavia esistono mirabili eccezioni dovute a coraggiosi autori che si sono distaccati dal mainstream. In campo cattolico vanno ricordati La passione di Cristo di Mel Gibson (2004), Cristiada (2012) e Sound of Freedom (2023). Anche autori protestanti hanno prodotto pellicole di qualità come God's not dead (2014 e 2016), Unplanned (2020) e Nefarius (2023). Il fatto che questi ultimi film siano nati da autori protestanti non vuol dire che siano film protestanti, nel senso che un cattolico non li possa guardare. Anzi, in questi autori è evidente lo scopo di creare opere che risveglino il meglio del cristianesimo chiamando alla difesa della fede tutti i cristiani a qualunque confessione appartengano.
Tuttavia esiste un film ingannevole uscito nel 2024 che potrebbe sembrare inserirsi a pieno titolo in questo filone di film fatti da protestanti, ma valido anche per cattolici, che invece conduce a conclusioni errate dal punto di vista della morale cattolica. Il film è Someone like you, tratto dal romanzo best seller di Karen Kingsbury, e uscito in Italia con il titolo L'eco del cuore.

UN DRAMMA ROMANTICO
Si tratta di un dramma romantico in cui la protagonista London Quinn è una ragazza solare, spontanea, appassionata di arte e desiderosa di approfondire le sue radici cristiane. Il suo migliore amico è Dawson Gage, un ragazzo convintamente cristiano che non nasconde i suoi principi religiosi. La scena iniziale del film in cui i due gareggiano con le moto d'acqua è molto bella e coinvolgente. Quando la ragazza si toglie i vestiti per indossare la muta lui si volta dall'altra parte in quanto cristiano rispettoso del pudore. Lei lo prende in giro dicendogli: «Sei nato nel secolo sbagliato, sai?». Un po' come dargli del medioevale e sorpassato. Come dire: «Va bene essere cristiani, ma tu sei integralista».
Dawson da anni prova sentimenti profondi per lei e finalmente viene il momento in cui la corteggia chiaramente e lei sembra disponibile, ma proprio in quel momento London muore in un tragico incidente d'auto. Dawson è devastato. Durante il lutto, scopre dai genitori di London un segreto sconvolgente: avevano fatto ricorso alla fecondazione artificiale. Avevano concepito in vitro due gemelle, ma erano in grado di farne nascere solo una, per cui decisero di cedere l'altro embrione al medico che aveva effettuato la procedura. L'embrione era stato quindi impiantato in una donna di cui non conoscevano il nome. Il padre di London definisce la cessione dell'embrione non come un’adozione, ma solo "un passaggio di proprietà", in quanto è stato "firmato un contratto".
A questo punto ci potremmo immaginare che un film cristiano metta in luce i problemi etici che tutto questo comporta. E invece niente. I genitori sono dispiaciuti soltanto di non aver detto prima alla figlia dell'esistenza di una sua gemella. Tutto qui.

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
Ben diversamente la pensa il Catechismo della Chiesa Cattolica, che al n. 2376, in merito alla fecondazione eterologa, cioè fatta con gameti esterni alla coppia, afferma: «Le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l'intervento di una persona estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell'utero) sono gravemente disoneste. Tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali eterologhe) ledono il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal matrimonio. Tradiscono "il diritto esclusivo [degli sposi] a diventare padre e madre soltanto l'uno attraverso l'altro"».
Relativamente all’omologa, cioè alla fecondazione artificiale tra coniugi, il n. 2377 precisa: «Praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili. Dissociano l'atto sessuale dall'atto procreatore. L'atto che fonda l'esistenza del figlio non è più un atto con il quale due persone si donano l'una all'altra, bensì un atto che "affida la vita e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio è in sé contraria alla dignità e all'uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli". "La procreazione è privata dal punto di vista morale della sua perfezione propria quando non è voluta come il frutto dell'atto coniugale, e cioè del gesto specifico dell'unione degli sposi [...]; soltanto il rispetto del legame che esiste tra i significati dell'atto coniugale e il rispetto dell'unità dell'essere umano consente una procreazione conforme alla dignità della persona"».

IL VERO SCOPO DEL FILM
Ma nonostante queste gravi questioni lasciate in sospeso e rivestite di caramelloso amore per la figlia e finta carità per l'embrione abbandonato al suo destino, il film va avanti cambiando scena per far immergere lo spettatore nella vita della sorella gemella che si chiama Andi. Cresciuta ignara di tutto, vive in una famiglia benestante, ma lontana dalla fede. I genitori sono affettuosi e anch'essi non le hanno detto nulla in merito alla sua origine. Andi lavora nel mondo scientifico, è razionale, scettica verso la religione e molto diversa da London in personalità e stile di vita.
Saputa la verità, Dawson decide di cercare la misteriosa gemella di London e di raccontarle tutto. Quando i due si incontrano, Andi è comprensibilmente sospettosa e respinge le sue parole. Ma qualcosa in Dawson - la sincerità, la calma, il dolore autentico per la perdita - la colpisce. Inizia così un percorso per Andi: cerca di scoprire chi era London, visita i luoghi che frequentava, parla con le persone che la conoscevano, e lentamente si avvicina a ciò che la sorella biologica rappresentava.
Con il tempo, Andi si ritrova sempre più coinvolta nella vita di Dawson e nella memoria di London. Il loro legame cresce, ma è ostacolato dai dubbi: lui è attratto da Andi per quello che è, o perché gli ricorda London, la sua gemella omozigote e quindi geneticamente identica? E Andi può davvero accettare l’idea di avere una famiglia biologica che non è quella con cui è cresciuta? All'inizio è arrabbiata con i suoi genitori adottivi e sembra accarezzata dall'idea di vivere con i suoi genitori biologici.
Il finale è zuccheroso e lieto come tutte le fiabe. Andi torna dai genitori con cui era cresciuta, ma prima dona un rene alla sua madre biologica in modo che lo spettatore pensi che "vissero tutti felici e contenti". Ovviamente nelle ultime scene si corona pure la storia d'amore con Dawson.
Fine? In effetti, sulle note di What a wonderful world compare l'arcaica formula "The end", ma chi ha la pazienza di veder scorrere tutti i titoli di coda vedrà alla fine apparire due scritte importanti. La prima è: «Grazie ai nostri molti amici e familiari che hanno pregato per noi e creduto in questo progetto fin dal principio». Con questo si ribadisce che il film si rivolge ai cristiani perché da cristiani è stato prodotto. La seconda rivela il vero scopo del film: «Ci sono più di 500.000 embrioni crioconservati che attendono l'adozione».
Insomma due ore di film che vogliono convincere i cristiani che adottare un embrione è un atto di carità, sebbene questo sia fortemente in contrasto con la morale cristiana.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 aprile 2025

6 - PRO LIFE NEL MIRINO DELL'ODIO IDEOLOGICO
Nell'Occidente ''tollerante'' chi difende la vita è trattato da criminale
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Pro Vita e Famiglia, 17 aprile 2025

Nell'Occidente che si presenta come libero e democratico, e che fa un vanto della tolleranza - e della lotta alle discriminazioni -, c'è una particolare categoria di persone che, spesso nell'indifferenza dei media, è oggi sotto attacco: sono i pro life, coloro i quali si battono per la tutela della vita umana, senza se e senza ma. A ricordarci l'esistenza di questa nuova e sovente non solo verbale forma di ostilità, nelle ultime settimane ci hanno pensato due fatti di cronaca particolarmente gravi.
Il primo arriva dal Regno Unito ed è quello di un medico di origine italiana, la dottoressa Livia Tossici-Bolt, 64 anni, la quale lo scorso 4 aprile è stata condannata dal Tribunale di Bournemouth. Il motivo? La signora si trovava su un marciapiede pubblico vicino ad una struttura del British Pregnancy Advisory Service, una clinica per aborti, tenendo semplicemente un cartello con scritto: «Se vuoi, qui per parlare». Ebbene, semplicemente per questo gesto - del tutto innocuo - la dottoressa è stata accusata di aver violato una buffer zone, vale a dire una zona cuscinetto in cui sono vietati atti considerati come approvazione o disapprovazione riguardo ai servizi di aborto, inclusi conversazioni, preghiere o manifestazioni. Di qui la condanna a 20.000 sterline di spese processuali - che dovranno essere saldate per intero entro il 31 maggio, motivo per cui ADF International, ha lanciato una raccolta fondi in suo sostegno - a carico della donna, la quale, avvicinata da alcuni media, ha provato a spiegare le ragioni della sua difesa. «Non ero lì per esprimere le mie opinioni - ha dichiarato - ero lì per offrire una conversazione libera, consensuale, a chiunque volesse parlare con me, e non sugli argomenti che volevo trattare io. Ero lì per ascoltare». Ma nell'era dell'aborto come diritto assoluto, a quanto pare, anche solo prestare ascolto ad una donna che lo desidera («Se vuoi», meglio ribadirlo, recitava il cartello di Livia Tossici-Bolt) è fuorilegge. Ad ogni modo, nonostante alla dottoressa Tossici-Bolt è perfino, si potrebbe dire, andata bene.

GIORNALISTA PRO LIFE AGGREDITA IN STRADA
Sì, perché il secondo di cronaca che riportiamo, a proposito della vita dura dei pro life in Occidente, è perfino più amaro. Ci stiamo riferendo a quello che è avvenuto ad una giovane giornalista pro life americana, Savannah Craven Antao, 23 anni, la quale - per conto del gruppo Live Action - stava facendo una intervista per strada, alcuni giorni fa, prima di essere fisicamente e brutalmente aggredita dalla trentenne Brianna J. Rivers. L'aggressione, della quale esiste anche un inequivocabile filmato che vi riportiamo qui di seguito, vede Rivers colpire ripetutamente al volto Antao, causandole ferite che hanno richiesto diversi punti di sutura. Come se non bastasse, dopo l'aggressione, la Rivers è fuggita, insultando il marito di Antao, il quale a sua volta stava appunto filmando l'intervista.Successivamente, la donna autrice della violenza - forse consigliata da un buon avvocato - ha pubblicato un messaggio su Facebook in cui si scusava, sostenendo però di essere stata provocata e accusando Antao di diffondere una narrazione unilaterale sull'aborto; ha inoltre avviato una raccolta fondi su GoFundMe per coprire le spese legali, raccogliendo circa 8.700 dollari. L'11 aprile, la polizia di New York ha comunque arrestato Brianna J. Rivers con l'accusa di aggressione di secondo grado. La giornalista aggredita, Antao, ha espresso gratitudine per l'intervento delle autorità e ha condiviso il video dell'incidente sui social media. Tutto è bene quel che finisce bene, quindi? Non esattamente. C'è infatti da tenere presente come le aggressioni ai pro life e pro family avvengano spesso anche in Italia. E da anni.

LE VIOLENZA IN ITALIA
Era l'ottobre 2014, per esempio, quando a don Matteo Graziola - reo d'essere sceso in piazza a manifestare con le Sentinelle in piedi - furono sottratti e distrutti effetti personali e il sacerdote fu pure raggiunto da numerosi lanci di uova e da percosse, fino a dover essere ricoverato Pronto soccorso. Stessa amara sorte - per una ferita alla mano con prognosi di 10 giorni - nel marzo 2021 per l'infermiere Giorgio Celsi, da anni militante pro life, dopo essere stato aggredito mentre aveva organizzato un presidio antiabortista fuori l'ospedale San Gerardo di Monza; in quell'occasione, era stato aggredito al collo da un manesco alfiere dell'abortismo anche il signor Virgilio Baroni, di anni 72. Che specie le femministe non facciano sconti ai presidi antiabortisti fuori dagli ospedali si era visto anche nel maggio 2013, quando una sessantina di persone inermi pregavano raccolte fuori dalla clinica Mangiagalli di Milano, prima di essere assalite da femministe, appunto, che - oltre al consueto ritornello di bestemmie - avevano scandito una minacciosa promessa («vi spacchiamo tutto»), dopo la quale si erano date al lancio di oggetti contro i manifestanti, in particolare bottiglie piene d'acqua ed accendini.
Più recentemente, la sede del Movimento per la Vita di Venezia, la notte tra il 7 e l'8 marzo 2022 fu imbrattata con un lancio di vernice da parte di ignoti i quali, affinché non ci fossero dubbi sul loro orientamento, hanno anche lasciato sull'asfalto la seguente scritta: «Aborto ed eutanasia liberi». Di certo, però, l'episodio più grave e sconvolgente degli ultimi anni contro i pro life è quello che si è consumato nel novembre 2023 e culminato, durante una manifestazione contro la violenza sulle donne, con il lancio di un ordigno incendiario nella sede di Pro Vita & Famiglia onlus di viale Manzoni a Roma. In quell'occasione, il portavoce della onlus, Jacopo Coghe, si era detto comprensibilmente scosso «da questo vero e proprio atto terroristico, volto a intimidirci». Ad ogni modo, quel caso non era certo isolato dato che, nel dicembre scorso, Pro Vita & Famiglia ha reso noto di aver visto colpita la propria sede ben 14 volte negli ultimi tre anni. Tantissime. Anzi, decisamente troppe, per un Paese, un'Europa e un'Occidente che, come già si diceva, si vanta di essere libero, democratico e pluralista.

Fonte: Pro Vita e Famiglia, 17 aprile 2025

7 - OMELIA IV DOM. DI PASQUA - ANNO C (Gv 10, 27-30)
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: BastaBugie, 7 maggio 2025

Gesù è il Buon Pastore, un'immagine che parla direttamente al cuore, anche a noi oggi, che spesso ci sentiamo smarriti in un mondo caotico, pieno di voci contrastanti e incertezze. Questo passo ci invita a riflettere sulla relazione profonda che possiamo avere con Gesù, sul suo amore che ci protegge e ci guida, e sulla nostra identità di figli di Dio.

"LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE E IO LE CONOSCO ED ESSE MI SEGUONO"
Gesù descrive un rapporto di fiducia e intimità: le sue pecore riconoscono la sua voce e lo seguono. In un mondo pieno di distrazioni - tv, social media, notifiche continue sul cellulare, pressioni sociali - ascoltare la voce di Gesù può sembrare difficile. La sua voce non è rumorosa, non è un post virale o un trend, ma è quella voce dolce e costante che parla al nostro cuore, magari in un momento di silenzio, in preghiera, o attraverso la Parola di Dio. Gesù ci conosce profondamente, più di quanto noi conosciamo noi stessi: conosce i nostri sogni, le nostre paure, le nostre insicurezze. E ci invita a seguirlo, non come un obbligo, ma come un atto di amore e fiducia.
Pensiamo alla fiducia in Dio che i santi hanno dimostrato. San Francesco d'Assisi era un giovane pieno di sogni e ambizioni mondane. Ma un giorno, mentre pregava nella chiesetta di San Damiano, sentì la voce di Gesù che gli diceva: "Francesco, va' e ripara la mia casa". Quella voce cambiò la sua vita: lasciò tutto per seguire Cristo, trovando una gioia che non aveva mai conosciuto prima. Anche tu puoi imparare ad ascoltare quella voce interiore che ti chiama a qualcosa di più grande. Quali "voci" ascolti di più nella tua vita quotidiana? Sono voci che ti avvicinano a Gesù o che ti allontanano da Lui? Come puoi creare spazio per la preghiera nella tua routine quotidiana? Riesci a sentire che Gesù ti conosce come il pastore che conosce ogni singola pecora? C'è qualcosa di te che vorresti affidargli oggi?

"IO DO LORO LA VITA ETERNA E NON ANDRANNO PERDUTE IN ETERNO"
Gesù fa una promessa straordinaria: la vita eterna. Ma non si tratta solo di una vita dopo la morte; la vita eterna inizia già ora, quando viviamo in comunione con Lui. Con la Grazia che ci arriva principalmente dai sacramenti partecipiamo già da ora alla vita soprannaturale. Per noi così concentrati sul presente - la famiglia, il lavoro, le relazioni - questa promessa ci ricorda che c'è un orizzonte più grande. Gesù ci dice che non siamo fatti per perderci, per rimanere intrappolati nei nostri peccati o nelle difficoltà e fatiche della vita. Anche quando sbagliamo, anche quando ci sentiamo lontani da Dio, Lui ci cerca, come un pastore che va a recuperare la pecora smarrita (che siamo noi). La vita eterna è una vita piena, una vita che ha senso perché è vissuta con Lui.
Santa Teresa di Lisieux, la "piccola Teresa", è un esempio potente. Anche se era giovane e fragile, spesso si sentiva inadeguata e piena di limiti. Ma si affidò completamente a Gesù, scegliendo la "piccola via" dell'amore e della fiducia totale a Dio. Disse: "Tutto è grazia". Nonostante le sue insicurezze, trovò la vera vita in Cristo, una vita che continua ad affascinare milioni di persone. Anche tu, con la tua fragilità, puoi trovare questa pienezza. Cosa significa per te "vita eterna"? Ti capita di cercare la felicità in cose che non durano (successo, approvazione, piaceri momentanei)? Chiediti quali passi concreti puoi fare per vivere una vita più piena, in comunione con Cristo, già da oggi.

"NESSUNO LE STRAPPERÀ DALLA MIA MANO"
Le parole di Gesù sono un balsamo per l'anima. Viviamo in un mondo in cui ci sentiamo spesso vulnerabili: le insicurezze sul futuro, le pressioni sociali, le tentazioni del demonio, le difficoltà relazionali. Ma Gesù ci rassicura: siamo nelle sue mani e nessuno può strapparci da lì. Questo non significa che non affronteremo sfide, ma che non saremo mai soli. La sua protezione è più forte di qualsiasi cosa: più forte delle nostre paure, più forte del male, più forte di tutto ciò che cerca di allontanarci da Lui.
San Giovanni Bosco, che dedicò la sua vita ai giovani, è un esempio di questa fiducia. Don Bosco affrontò tantissime difficoltà: povertà, critiche, ostacoli nel suo lavoro con i ragazzi di strada. Ma non si perse mai d'animo, perché si sentiva guidato e protetto da Dio. Spesso diceva ai suoi ragazzi: "Affidatevi a Maria Ausiliatrice e a Gesù e non sarete mai soli". Anche noi possiamo trovare forza in questa promessa di Gesù.
Quali sono le cose che ti fanno sentire vulnerabile o insicuro nella tua vita? Ti capita di dubitare della protezione di Dio? Puoi rafforzare la fiducia in Lui migliorando la tua preghiera quotidiana. Chiediti se c'è una situazione concreta in cui puoi chiedere a Gesù di tenerti nella sua mano e guidarti.

"IL PADRE MIO, CHE ME LE HA DATE, È PIÙ GRANDE DI TUTTI E NESSUNO PUÒ STRAPPARLE DALLA MANO DEL PADRE"
Gesù ci ricorda che la nostra appartenenza a Lui non è casuale: è il Padre che ci ha affidati a Lui. Questo ci fa capire che c'è un progetto su ciascuno di noi e quanto siamo preziosi agli occhi di Dio. Non siamo qui per caso: siamo voluti, amati, scelti. E il Padre, che è "più grande di tutti", veglia su di noi. Per chi è incerto su quale sia il suo posto nel mondo, questa affermazione è un'ancora: siamo figli di un Padre che ci ama infinitamente, e questo dà senso alla nostra vita.
Santa Chiara d'Assisi, che seguì San Francesco nella sua vocazione, ebbe la necessaria fiducia in Gesù. Chiara lasciò una vita di agi per seguire Cristo in povertà, affidandosi completamente alla provvidenza di Dio. Quando il convento delle sue suore fu minacciato dall'arrivo dei saraceni, Santa Chiara uscì con l'eucaristia confidando nell'aiuto del suo buon Gesù. Alla sua vista i musulmani scapparono lasciando in pace Chiara con le sue sorelle. Affidarsi a Gesù cambia il modo di affrontare le difficoltà. La Fede dona la certezza che il nostro Padre Celeste è onnipotente e sa Lui quando intervenire nella nostra vita e quando invece permettere il male per trarne un bene superiore. E tu ringrazi il Padre per l'amore e la protezione con cui ti ha guidato finora?

"IO E IL PADRE SIAMO UNA COSA SOLA"
Gesù rivela la sua unità con il Padre, un'unità che è il cuore della Trinità. Questo ci dice qualcosa di profondo sull'amore: Dio non è un'entità lontana, ma una comunione d'amore in cui siamo invitati a entrare. Per noi che cerchiamo relazioni autentiche e profonde, questa unità è un modello: l'amore vero non divide, ma unisce. E Gesù ci invita a vivere in questa comunione, non solo con Lui, ma anche con gli altri, costruendo relazioni basate sull'amore e sulla fede in Lui.
San Giovanni Paolo II anche nei momenti più difficili - come l'attentato del 1981 - ha sempre testimoniato un'unione profonda con Dio, che si rifletteva nel suo amore per il gregge che Gesù gli ha affidato quando è diventato Papa. Poco dopo l'elezione a Sommo Pontefice disse: "Non abbiate paura! Spalancate le porte a Cristo!". Anche tu sei chiamato a vivere questa comunione, senza paura. Come puoi "spalancare le porte" a Cristo nella tua vita? Quali porte hai ancora chiuse?
In conclusione, il vangelo di questa domenica ci parla di un amore che non ci lascia mai: il Padre e il Figlio ci tengono stretti nelle loro mani. È un invito a fidarci, a seguire la voce di Gesù anche quando il mondo ci confonde, a vivere con la certezza che siamo amati e protetti dal Padre celeste. Prendiamoci un momento per pregare e affidarci a Lui, chiedendogli di aiutarci a riconoscerlo come nostro Pastore e a seguirlo con tutto il cuore.

Fonte: BastaBugie, 7 maggio 2025

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