LEONE XIV ANDRA' A NICEA PER RICORDARE IL CONCILIO DI 1700 ANNI FA
La crisi dottrinale del nostro tempo è solo il remake del dramma del IV secolo: una battaglia navale notturna nel mare in tempesta
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
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UN RAPPORTO (NON PIU') SEGRETO SVELA LA FRANCIA SHARIA-FRIENDLY
L'islam è ormai in tutti gli ambiti: predicatori sui social, scuole private, società sportive, attività commerciali (il tutto per rafforzare un senso di appartenenza e alimentare la logica della conquista dell'Europa)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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MEGLIO TRANS CHE MORTI? IL RICATTO MORALE AI GENITORI (CHE DISTRUGGE I LORO FIGLI)
In Sardegna i casi quadruplicano in dieci anni: non è libertà, ma una moda devastante
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia
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PUTIN RESTAURA IL CULTO STALINIANO
Si cerca di dimenticare Lenin (uomo di rivoluzione e sconfitta) e di riabilitare Stalin perché ha portato l'imperialismo di Mosca alla sua massima espansione
Autore: Stefano Magni - Fonte: Atlantico Quotidiano
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SU GAZA I TELEGIORNALI DIFFONDONO LA VERSIONE DI HAMAS
Bambini uccisi e mamme piangenti? Va ricordato che Israele avvisa prima di colpire, mentre i terroristi islamici usano i civili come scudi
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Sito di Nicola Porro
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VITTORIA LEGALE PER I PRO VITA CHE INCHIODARONO PLANNED PARENTHOOD
Concluso il processo, iniziato da Kamala Harris, contro gli autori dei video che svelarono la responsabilità di Planned Parenthood nella vendita illegale di parti di bambini abortiti (VIDEO: I 4 video della vergogna)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OMELIA DELL'ASCENSIONE - ANNO C (Lc 24,46-53)
Di questo voi siete testimoni
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: BastaBugie
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LEONE XIV ANDRA' A NICEA PER RICORDARE IL CONCILIO DI 1700 ANNI FA
La crisi dottrinale del nostro tempo è solo il remake del dramma del IV secolo: una battaglia navale notturna nel mare in tempesta
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 18 maggio 2025
Nella sua omelia per l'intronizzazione del 18 maggio, papa Leone XIV, ha fatto più volte appello all'unità della Chiesa. Il Papa è consapevole infatti dell'esistenza di forti contrasti interni, che si sono aggravati sotto il pontificato di Francesco e potrebbero esplodere in maniera lacerante. La Chiesa ha conosciuto al suo interno, fin dalla sua nascita, divisioni che si sono trasformate in scismi ed eresie. Il 20 maggio 2025 è il 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea, dove l'Imperatore Costantino convocò un'assemblea dei vescovi cristiani di tutto il mondo, per far fronte ad un'eresia che minacciava l'unità della Chiesa e del nascente Impero cristiano. Questa eresia fu l'arianesimo, che prese il nome dal suo fondatore, il prete Ario, predicatore nella città patriarcale di Alessandria. Ario affermava che il Verbo, seconda Persona della Santissima Trinità, non è uguale al Padre, ma creato da lui, come termine medio tra Dio e l'uomo, e quindi di sostanza diversa da quella divina del Padre. Questa teoria colpiva al cuore il Mistero trinitario, scardinando le basi stesse della fede. Il concilio convocato da Costantino si svolse a Nicea, una città della Bitinia, oggi in Turchia, dove convennero i rappresentanti della Cristianità da tutto il mondo conosciuto, circa trecento. Lo storico Eusebio scrive che "il fiore dei ministri di Dio arrivò da tutta Europa, dalla Libia e dall'Asia". Si vedevano uomini celebri: i taumaturghi Spiridione e Giacomo di Nisibe, i quali, si diceva, avessero risuscitato dei morti; i confessori della fede egiziani, Potamone d'Eraclea e Pafnuzio della Tebaide, i quali avevano ambedue perduto un occhio nella persecuzione di Massimo, ed anche Paolo di Neocesarea che aveva le mani bruciate dai ferri ardenti che l Licinio gli aveva fatto applicare. Papa Silvestro II, che non aveva potuto recarsi al concilio per la sua età avanzata, vi si fece rappresentare da due chierici romani, Vito e Vincenzo.
DUE TENDENZE INCONCILIABILI Dieci anni prima per la maggior parte di essi, la vita era ancora impossibile, la minaccia era perpetua; ora il fasto dei palazzi, la maestà delle cerimonie, la guardia d'onore che presentava le armi ai dignitari cristiani, offriva uno spettacolo che nessuno avrebbe mai immaginato. Cominciarono le discussioni, sotto la presidenza di Costantino. Nell'aula si scontravano due tendenze inconciliabili, rappresentate da due uomini che non erano vescovi, ma consiglieri dei padri conciliari: l'eretico Ario, che guidava dietro le quinte il gruppo dei suoi partigiani e Atanasio l'indomabile organizzatore della resistenza dei cattolici ortodossi. I partigiani, più o meno dichiarati di Ario, ricorda lo storico francese Daniel Rops, usavano tutte le risorse della dialettica, ma il più profondo sentimento cristiano era contro di loro. Il diacono Atanasio presentava come pietra angolare del Cristianesimo il fatto irrecusabile della Redenzione. Ora la Redenzione ha senso solo se Dio stesso si fa uomo, se soffre, muore e risorge, se Cristo è vero Dio e vero uomo nello stesso tempo. Il Figlio non è una creatura; è sempre esistito; è sempre stato a lato del Padre, unito a Lui, distinto, ma inseparabile. Il Concilio, sotto l'influsso di Atanasio, adottò il termine homoousion che in latino fu tradotto con consubstantialem. Una nuova "regola di fede" era fissata, non diversa del primo "Credo" degli Apostoli, ma più esplicita, redatta in modo che l'errore non vi si potesse più introdurre. Questo testo è il Simbolo di Nicea, che si pronuncia la domenica nella Messa, quando davanti al popolo fedele, risuonano, le sue antiche, ma sempre esatte affermazioni: genitum non factum consubstantialem Patri: generato non creato, della sostanza del Padre.
ARIO FU CONDANNATO La schiacciante maggioranza dei Padri affermò che il Figlio è veramente Dio, consustanziale al Padre e Ario fu condannato. La questione ariana sembrava chiusa per sempre. Il Concilio di Nicea si chiuse dopo un mese, in un clima di trionfo il 25 agosto del 325. Ma i Padri si erano appena allontanati, quando tre di essi, fra cui Eusebio di Nicomedia, ritirarono la loro firma. La questione riesplose con violenza, nello spazio di circa mezzo secolo. Il dogma dell'Incarnazione del Verbo fu attaccato in tutti i modi dai seguaci di Ario. Tra il "partito" intransigente di Atanasio e quello degli ariani si fece strada un "terzo partito", quello dei "semi-ariani", divisi a loro volta in varie sette, che riconoscevano una certa analogia tra il Padre e il Figlio, ma negavano che egli fosse "generato, non creato, della stessa sostanza del Padre", come affermava il Credo di Nicea. Il merito dei teologi del IV secolo, come sant'Atanasio e sant'Ilario fu di aver combattuto con intransigenza per salvaguardare la divinità di Cristo, nella quale consiste tutto il Cristianesimo. Se la Chiesa ha potuto sopravvivere attraverso una simile prova, uscendone non soltanto intatta, ma rinforzata, l'ha dovuto a una esigua legione di campioni della fede, che non si lasciarono scuotere né dagli intrighi, né dalle minacce, né dall'esilio, né dalla prigionia. Definiti fanatici dai loro avversari, essi testimoniarono con coraggio la fede cattolica. Benedetto XVI ha paragonato la crisi della fede dell'epoca attuale a quella del IV secolo e, utilizzando una metafora applicata da san Basilio agli anni del post-Concilio di Nicea, ha paragonato il nostro tempo ad una battaglia navale notturna nel mare in tempesta. Quest'immagine è certamente presente a papa Leone XIV, che nei prossimi mesi ha programmato un viaggio a Nicea, per commemorare il Concilio che riaffermò la fede cattolica, consentendo alla navicella della Chiesa, di non essere travolta dalla bufera. L'aiuto di Dio non mancò allora e non mancherà ai nostri giorni.
SANT'ATANASIO SCONFISSE L'ERESIA ARIANA CHE RISCHIAVA DI DISTRUGGERE SUL NASCERE IL CRISTIANESIMO Il vescovo di Alessandria si trovò a combattere l'eresia che non riconosceva la natura divina di Gesù, ma vinse contro imperatori e vescovi di Corrado Gnerre https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4236
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Fonte: Radio Roma Libera, 18 maggio 2025
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UN RAPPORTO (NON PIU') SEGRETO SVELA LA FRANCIA SHARIA-FRIENDLY
L'islam è ormai in tutti gli ambiti: predicatori sui social, scuole private, società sportive, attività commerciali (il tutto per rafforzare un senso di appartenenza e alimentare la logica della conquista dell'Europa)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 maggio 2025
Era etichettato come "segreto" il disarmante rapporto del governo Attal intitolato Fratelli Musulmani e islamismo politico in Francia. Le Figaro è riuscito ad averlo in anteprima, oltre che in esclusiva. Reti tentacolari, organizzazione segreta, quartieri islamizzati: il quadro dipinto è il progetto dettagliato del tentativo di reclutamento al fine di instaurare uno Stato islamico sotto il giogo della shari'a. La versione desecretata ma alleggerita verrà presentata oggi, 21 maggio, da Macron al Consiglio di Difesa. La questione dell'infiltrazione islamista e dei Fratelli Musulmani ha turbato il 55 di rue du Faubourg-Saint-Honoré. Il delicatissimo documento di difesa, il cui intero contenuto non sarà reso pubblico probabilmente mai, e a cui hanno lavorato un prefetto e un ambasciatore avvalendosi di una ricca rete diplomatica, non era esattamente quello che Macron si aspettava di aggiungere alla lista delle già non poche seccature. Era solo il 12 maggio, quando l'Assembléè Nationale su iniziativa della coalizione di centrodestra, presentava la proposta di risoluzione volta alla creazione di una commissione d'inchiesta sui legami esistenti tra i rappresentanti di movimenti politici, organizzazioni e reti che sostengono l'azione terroristica o diffondono l'ideologia islamista. Poi è arrivato il rapporto non più "segreto". È stata una missione lunga oltre un anno, condotta in Francia e in diverse altre parti d'Europa, durante la quale sono stati incontrati leader musulmani sia a livello nazionale che locale, ritenuti espressione dei Fratelli Musulmani a Parigi. Annunciata circa un anno fa, l'inchiesta ha trovato un contesto in cui la presenza dell'islam legato alla Fratellanza è radicata in almeno venti dipartimenti. Il rapporto, inoltre, conferma che a fare da sfondo ad un fenomeno che pare fortemente in ascesa, è anche l'impatto della guerra scoppiata dopo l'attentato terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023. Il meccanismo d'influenza dei Fratelli Musulmani emerge con forza: attraverso strategie di separatismo e sovversione, la Fratellanza ha saputo portare avanti un processo di islamizzazione nel territorio francese, contribuendo alla destabilizzazione della République. Il rapporto del governo racconta di una cerchia interna del movimento della Fratellanza, vale a dire lo zoccolo duro, che conterebbe tra le 400 e le 1000 persone, con un bilancio che si aggira intorno ai 500.000 euro, e che, in ragione dei tentativi del governo di arginare il fenomeno, negli ultimi cinque anni si sarebbe quantomeno dimezzato. Fino al 2019 la Fratellanza ha potuto beneficiare dei finanziamenti esteri provenienti, tra i tanti, anche dal Qatar.
FRANCIA, PORTA SPALANCATA PER L'ISLAM Emerge una Francia porta d'accesso, più che aperta, spalancata per l'islamismo. Nelle 73 pagine recepite in esclusiva da Le Figaro emerge che sono circa 139 i luoghi di culto direttamente alle dipendenze della Fratellanza e rappresentano la principale emanazione del movimento. Hanno, ormai, ridefinito buoni e cattivi, seguendo un criterio che fonde realismo politico e utilitarismo economico. Negli anni sono stati capaci di occupare il settore dell'istruzione, ormai priorità della branca francese dei Fratelli Musulmani. Secondo il rapporto, sono 21 gli istituti legati alla Fratellanza e accolgono oltre 4.200 studenti. Sono, invece, 815 le scuole coraniche su tutto il territorio nazionale che accolgono complessivamente 66.050 studenti minorenni. Mentre il velo resta lo stendardo della preservazione dell'islam nella Francia di Macron. I servizi segreti, ancora, hanno identificato nella regione di Lione non meno di «una cinquantina di associazioni musulmane (...) che manifestano più generalmente un'inclinazione verso i Fratelli Musulmani» e sarebbero due le grandi moschee, di cui una probabilmente quella di Villeurbanne, a svolgere la funzione di pilastri del sistema. Le figure religiose, onnipresenti, esercitano un'influenza in tutte le direzioni «nei campi della beneficenza e dell'impegno umanitario, dell'educazione religiosa, della famiglia, del matrimonio, dell'integrazione professionale, dell'imprenditoria musulmana, della tutela dei consumatori, dei servizi alla persona, dell'educazione degli adulti» e, naturalmente, nella «lotta contro l'islamofobia». Questo controllo totale si traduce in una «rigorosa pratica religiosa con un numero molto elevato di bambine che indossano l'abaya e un aumento massiccio e visibile di bambine che indossano il velo». Addirittura all'età di cinque anni. Il rapporto ripercorre la storia del movimento in Europa iniziata almeno 70 anni fa, «a seguito dei movimenti migratori e della repressione nei loro confronti nel mondo musulmano a partire dagli anni '50». Solo poche settimane fa, Bruno Retailleau, ministro dell'Interno, lamentava la possibilità, a suo dire, che i Fratelli Musulmani potrebbero presentarsi per le presidenziali del 2027 con un loro partito o con una rete capace di sostenere un candidato pescato da forze già esistenti nel Paese: «se ci prendete con voi, vi portiamo un sacco di voti». «L'obiettivo finale è quello di far inginocchiare l'intera società francese alla legge della shari'a», sostiene il ministro Retailleau.
GLI ISLAMISTI AVANZANO IN TUTTI GLI AMBITI E, nel frattempo, proprio mentre scriviamo, Fondapol, il think tank guidato da Dominique Reynié, ha pubblicato il rapporto Combattere l'islamismo sul campo scritto dal prefetto di Hauts-de-Seine, Alexandre Brugère, e con un contributo del ministro dell'Interno Retailleau. Quasi come un riscontro dello sconvolgente rapporto dei servizi segreti sui Fratelli Musulmani. Riguardo all'accelerazione dell'entrismo islamico nella società, secondo il prefetto Brugère gli islamisti avanzano e si sono infiltrati in «tutti gli ambiti della nostra vita collettiva». Predicatori sui social media; scuole private a carattere islamico che non hanno sottoscritto un contratto con lo Stato; società sportive che mescolano sfacciatamente sport e preghiera, separano le donne dagli uomini e promuovono il velo nelle competizioni; attività commerciali halal che spingono per l'in-group - cioè nascono per rafforzare un senso di appartenenza comunitaria tra musulmani, per trasmettere valori religiosi e alimentare una logica di separazione e di isolamento. Quanto ai luoghi di culto, il prefetto sottolinea la difficoltà nell'identificare i sermoni legati al terrorismo perché è in atto la strategia dell'occultamento (la famosa taqîya) per non farsi segnalare. Per contestare tutto ciò che è occidentale in Francia «i movimenti dei Fratelli Musulmani puntano sui numeri, con un carburante potente: la vittimizzazione di fronte alla presunta minaccia di islamofobia. Tutti posso vedere come questo neologismo, utilizzato in tutti i modi, sia diventato un argomento di marketing inarrestabile per incoraggiare milioni di francesi a ritirarsi dalla comunità nazionale», scrive il prefetto Brugère nel suo dossier. I Fratelli Musulmani condividono elementi riconducibili ad alcune sette, metodi di entrismo e di infiltrazione paragonabili a un'organizzazione mafiosa. I Fratelli musulmani stanno conducendo una guerra a bassa intensità che, purtroppo, leggiamo attraverso il prisma deformante del radicalismo. L'obiettivo è riunire la umma, la nazione musulmana, l'unica legittima ai loro occhi. Vogliono instaurare una società islamica globalizzata in conformità con un'esigenza divina. Nelle società prive di tradizione musulmana, vogliono rendere la società "sharia-compatibile" fino a quando non si "arrenderà" naturalmente all'islam. In un momento in cui la Francia è divorata da un male esistenziale, l'esecutivo dovrà portare la risposta a un livello completamente nuovo. È in pericolo non solo la Francia, ma tutta l'Europa.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 maggio 2025
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MEGLIO TRANS CHE MORTI? IL RICATTO MORALE AI GENITORI (CHE DISTRUGGE I LORO FIGLI)
In Sardegna i casi quadruplicano in dieci anni: non è libertà, ma una moda devastante
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia, 15 maggio 2025
In Sardegna i giovani che presumono di essere nati nel corpo sbagliato e che hanno impugnato in tribunale la pretesa di voler intraprendere un percorso di transizione di genere negli ultimi dieci anni sono più che quadruplicati. Un vero e proprio boom, che in realtà nasconde una drammatica e inquietante causa, a monte, ovvero il contagio sociale. Infatti nel 2014 erano soltanto 5, mentre nel 2024 sono stati ben 21. E ancora, ripercorrendo le richieste degli ultimi anni, 9 nel 2020, 15 nel 2021, 17 nel 2022 e 15 nel 2023. «È la vita dei nostri figli», affermano molti genitori tra le lacrime denunciando nel contempo con determinazione la replica degli specialisti: «Ci siamo sentiti dire che nostra figlia deve essere assecondata senza esitazione, perché il rischio di suicidio è elevato. Ci hanno detto: meglio una figlia transgender che una morta», con il consueto refrain dell'ideologia di genere. «Ai nostri figli viene consigliato solo l'approccio affermativo», lamentano le madri di diversi giovani da nord a sud dell'isola. «Noi non sapevamo neanche cosa fosse la disforia di genere», dichiara a La Nuova Sardegna una madre del cagliaritano confessando anche le sue difficoltà nel supportare la figlia irretita sui social rispetto al suo disturbo identitario: «Mia figlia ha trascorso, in solitudine, chiusa nella sua stanza, ore e ore al computer, accedendo a profili in cui si narra quanto sia facile e normale cambiare sesso. Abbiamo cominciato a documentarci perché volevamo capire, volevamo aiutarla. Eravamo disperati. Sono caduta in depressione e mi sono rivolta al Centro di salute mentale».
AUMENTANO LE PRESUNTE DISFORIE DI GENERE «E se fosse un capriccio? È sempre stata una bimba serena, non ha mai manifestato comportamenti che facessero pensare a una situazione simile. Siamo convinti sia stata condizionata dai social», afferma un'altra mamma. «Mia figlia ce l'ha detto dopo essersi tagliata i capelli e aver cominciato a coprirsi completamente con felpe enormi. Si isolava, non voleva più andare al mare», le fa eco un'altra madre. D'altra parte si è verificata un'esplosione dei casi durante la pandemia, come osserva un altro genitore: «I nostri figli sono stati bombardati da post, video di influencer e tiktoker che hanno già intrapreso una strada da cui non si torna più indietro». Il coming out dei loro figli è stato spesso affidato a queste parole: «Ho la disforia di genere, sono transgender e voglio fare la transizione». C'è poi anche chi ha già cominciato la terapia ormonale, stando a quanto sottolineano altri genitori: «Dopo le sedute di accompagnamento psicologico alla transizione, i nostri figli ottengono il certificato di disforia di genere e, a seconda dell'età, accedono alla terapia con i bloccanti della pubertà o a quella ormonale cross-sex (a vita). Sul web abbiamo scoperto che quello degli ormoni è un business in crescita che ora vale 15 miliardi di dollari». Sgomento e indignazione manifestano ancora i genitori che hanno denunciato come alcuni medici ideologizzati rilascino la diagnosi di disforia di genere dopo appena due sedute coi loro figli: «Cautela e riflessione sembrano essere state sostituite da un'urgenza inquietante. L'unica diagnosi possibile, alla loro sofferenza, sembra essere solo quella della disforia». Per madri e padri diventa poi ancora più difficile intervenire quando i figli sono maggiorenni: «Sono liberi di prendere decisioni indipendentemente dalle implicazioni future, che possono essere permanenti sia a livello fisico che psicologico. I medici, vincolati dal dovere della riservatezza, non coinvolgono né informano le famiglie, né le chiamano per fornire informazioni anamnestiche». Di qui in molti si sono rivolti all'associazione GenerAzioneD, per poter condividere con altri genitori esperienze e pratiche educative e «ci siamo resi conto che le nostre storie erano simili a quelle di tante altre famiglie».
IL PESO DEL CONTAGIO SOCIALE Insomma i numeri dell'isola raccontano un aumento esponenziale di casi che è sintomo di un vero e proprio contagio sociale. Storie drammatiche e tristi, che in realtà - purtroppo - avevamo già sentito lo scorso ottobre, quando in Italia si è tenuto il tour della detransitioner americana Luka Hein, invitata nelle principali città italiane da Pro Vita & Famiglia onlus, e che aveva lanciato l'allarme proprio dal contagio sociale che arriva da social, ambienti scolastici e medici ideologizzati. Campanelli d'allarme che ci arrivano anche dal fatto che moltissimi Paesi un tempo pionieri in questa transizione di genere ora stanno cambiano rotta, proprio nel tentativo di salvaguardare il benessere psicofisico dei minori dalle macerie di un'ideologia diffusa dalle lobby Lgbtqi+ che continua a raccontare ai giovani la menzogna di poter essere ciò che si vuole rinnegando la propria identità biologica. E in effetti, dopo gli scandali dell'Ospedale Careggi di Firenze e della clinica Tavistock di Londra - quest'ultimo che ha portato alla Cass Review commissionata dal Servizio sanitario nazionale inglese (Nhs) - diversi sistemi sanitari si stanno muovendo verso la scelta di sospendere la somministrazione di farmaci bloccanti della pubertà e vietare le terapie ormonali per i minori con presunta disforia di genere. Di qui, oltre i Paesi citati, in particolare Olanda, Scozia, Germania, Nuova Zelanda e Usa, stanno facendo marcia indietro rispetto alla prescrizione facile di terapie ormonali e bloccanti della pubertà, date le pesanti ricadute, spesso irreversibili, sulla pelle dei minori ormai ampiamente documentate in letteratura scientifica. «Questi interventi comportano il rischio di danni significativi, tra cui infertilità e sterilità, disfunzione sessuale, alterazioni nella densità ossea, impatti cognitivi negativi, malattie cardiovascolari, disturbi metabolici, disturbi psichiatrici, complicazioni chirurgiche e rimpianti». Nell'introduzione al corposo report "Trattamento della disforia di genere pediatrica: revisione delle prove e delle migliori pratiche" appena pubblicato dal Dipartimento della Salute degli Stati Uniti sono denunciati proprio tutti gli ingenti effetti collaterali dell'approccio affermativo derivanti dalla somministrazione di bloccanti della pubertà, ormoni del sesso opposto e interventi chirurgici per la transizione di genere. Nello stesso tempo il medesimo Dipartimento constata «una profonda incertezza sui presunti benefici di questi interventi». A fare eco al Dipartimento statunitense, anche il dottor Jay Bhattacharya, direttore del National Institutes of Health, che ha di recente affermato che è dovere di istituzioni e medici quello di «proteggere i bambini, non esporli a interventi medici non comprovati e irreversibili. Dobbiamo seguire gli standard della scienza, non i programmi degli attivisti», ha concluso.
Fonte: Provita & Famiglia, 15 maggio 2025
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PUTIN RESTAURA IL CULTO STALINIANO
Si cerca di dimenticare Lenin (uomo di rivoluzione e sconfitta) e di riabilitare Stalin perché ha portato l'imperialismo di Mosca alla sua massima espansione
Autore: Stefano Magni - Fonte: Atlantico Quotidiano, 10 maggio 2025
La parata del 9 maggio a Mosca ha avuto due significati precisi: uno politico e l'altro storico. Il significato politico è sempre stato nella scelta polemica della data del 9 maggio, per celebrare la vittoria della guerra in Europa, da parte dell'Unione Sovietica prima e della Russia post-sovietica poi. Gli Alleati che batterono i nazisti festeggiano l'8 maggio. I sovietici no: il 9 maggio, perché per motivi di fuso orario, a Mosca era già il 9 quando la Germania si arrese. Dal 1965 (ventennale della vittoria) il 9 maggio era diventata festa nazionale in Unione Sovietica e di conseguenza anche in tutti i regimi comunisti satelliti. Cosa significa celebrare un giorno dopo rispetto agli Alleati? Marcare la differenza. E sottolineare la superiorità della causa sovietica. Per la storiografia ufficiale comunista, infatti, la guerra contro il nazismo è stata vinta soprattutto dall'Urss, con l'appoggio solo secondario degli Alleati. Questi ultimi, i nuovi nemici, erano dipinti come partner infidi che si preparavano, già allora, a combattere la guerra contro la patria socialista al fianco dei nuovi "nazisti" tedeschi. Tutta la retorica sovietica, fino alla metà degli anni'80, non faceva che ripetere e replicare all'infinito la paura di una nuova invasione da Occidente. O peggio ancora: un attacco nucleare a sorpresa, una "Barbarossa atomica" a cui Mosca preparava continuamente la popolazione, anche con sistemi di bunker ed esercitazioni di difesa civile che non avevano eguali nei Paesi occidentali. Quindi c'era la paura costante di un nuovo attacco e il momento catartico in cui celebrare la vittoria, senza alleati, solo alla presenza dei comunisti. Il 9 maggio è stato mantenuto come tradizione anche nella Russia post-sovietica, ma caricandolo meno di significati retorici e senza troppa ideologia di mezzo. Con Putin è pian piano tornato alla sua simbologia originaria. Una vittoria ottenuta in solitaria e con grande sofferenza contro il nemico nazista invasore, un nemico "che c'è ancora" anche se prende altre forme. E che, per il Cremlino, risiede sempre in Occidente. Questa è la piega che la grande parata sta prendendo almeno dal 2014, il primo anno di guerra in Ucraina, il primo di netta cesura della Russia con l'Occidente.
IL NUOVO BLOCCO ORIENTALE Gli ospiti di ieri erano i rappresentanti del nuovo blocco orientale: Xi Jinping, il dittatore cinese, aveva l'onore di sedere al fianco di Putin e di un veterano 99enne della Seconda Guerra Mondiale, Jevgenij Znamenskij. Erano rappresentate nazioni dell'ex Unione Sovietica che, negli anni della Guerra Patriottica, combattevano nell'Armata Rossa ed oggi restano fedeli alleati o almeno partner di Putin: Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan. E poi altre dittature afro-asiatiche, quali Egitto, Laos, Mongolia, Myanmar e Vietnam. Oltre, ovviamente, alla Cina che è attualmente l'alleato della Russia più importante. Fra i leader ospiti c'erano anche gli europei Vucic (Serbia) e Fico (Slovacchia), una specie di mini-Patto di Varsavia in embrione (benché la Slovacchia faccia ancora parte della Nato). Cambia di poco la geografia delle alleanze rispetto agli anni di Breznev, ma a sfilare il 9 maggio è sempre il blocco orientale che si contrappone a quello occidentale. Da quando Putin ha invaso l'Ucraina, la retorica sul nazismo è stata rispolverata e tirata a lucido. E così gli ucraini sono tutti "nazisti". L'Europa è "nazista" e Ursula von der Leyen viene rappresentata nelle vignette di regime a forma di svastica, come ai tempi dell'Urss era rappresentata la Germania. L'America viene risparmiata da questa retorica solo da quando c'è Trump, che promette la distensione con la Russia. Ma la distensione non viene vista da Mosca come una premessa per una pace duratura, bensì come uno strumento per vincere la guerra. La retorica di Putin, il 9 maggio, più che di pace (in Ucraina) parla di vittoria: "L'intero Paese, la società, il popolo sostengono i partecipanti all'operazione militare speciale. Siamo orgogliosi del loro coraggio e della loro determinazione, della forza d'animo che ci ha sempre portato solo la vittoria".
LA RIVALUTAZIONE DI STALIN Da un punto di vista storico, l'enfasi della Grande Guerra Patriottica contro il nazismo, porta ovviamente anche alla rivalutazione di Stalin. Nemesi storica: da Chrushev in poi, dalla destalinizzazione fino alla caduta dell'Urss, il dittatore sovietico era stato relegato nell'oblio, una parentesi imbarazzante e sanguinosa. La glasnost di Gorbaciov aveva fatto il resto, rimuovendo i segreti di Stato sugli immensi crimini di Stalin e soprattutto riscoprendo quello che, nella storia ufficiale sovietica, era un "buco nero" vero e proprio: cosa era successo dal 1939 (anno di inizio della Seconda Guerra Mondiale) al 1941 (anno dell'invasione tedesca dell'Urss). I libri di testo, pur non potendo tacerlo del tutto, sorvolavano sul fatto che in quei due anni Hitler e Stalin erano alleati. Fu Hitler a tradire e dare inizio alla guerra fra i due totalitarismi, ma ancora il 1 maggio 1941 i soldati della Germania nazista partecipavano alla grande parata di Mosca, per la Festa dei Lavoratori. La caduta dell'Urss aveva permesso agli storici, così come ai comuni cittadini degli ex regimi comunisti, di studiare liberamente i crimini di Stalin, le sue ambiguità e il suo cinismo, la sua incapacità di combattere la guerra senza perdere masse immense di uomini, il cinismo con cui aveva usato le alleanze (prima con Hitler, poi con Churchill e Roosevelt) per espandere il territorio sovietico. Almeno da vent'anni a questa parte, questa finestra di opportunità di studio e revisione storica si è serrata. Non è un caso che appena due mesi prima dell'invasione dell'Ucraina, il regime russo abbia chiuso Memorial, l'organizzazione che studiava i crimini del comunismo. Putin ha restaurato il culto staliniano: sono tornate le statue, sono tornate addirittura le sue icone e i libri di storia sono stati riscritti di nuovo. Contrariamente all'Urss di Chrushev, Breznev e Gorbaciov, che avevano il culto di Lenin ma cercavano di far dimenticare Stalin, Putin cerca di dimenticare Lenin (uomo di rivoluzione e sconfitta) e riabilitare il culto di Stalin perché è il leader del Cremlino che (pur non essendo russo, ma georgiano) ha portato l'imperialismo di Mosca alla sua massima espansione. Il 9 maggio, a Mosca, è il trionfo del nuovo stalinismo di Stato, non più comunista ma puramente imperiale. Ed è questo il nuovo nemico totalitario che ci troviamo di fronte, impossibile da sottovalutare.
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Fonte: Atlantico Quotidiano, 10 maggio 2025
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SU GAZA I TELEGIORNALI DIFFONDONO LA VERSIONE DI HAMAS
Bambini uccisi e mamme piangenti? Va ricordato che Israele avvisa prima di colpire, mentre i terroristi islamici usano i civili come scudi
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Sito di Nicola Porro, 15 maggio 2025
Nella Seconda guerra mondiale gli Alleati avvisavano quando e dove intendevano bombardare onde dare tempo ai civili di mettersi in salvo? Naturalmente no, sennò che guerra era? Bene, eppure è quel che fa Israele con Gaza, e solo quando individua un obiettivo militare annidato tra case, scuole e ospedali. Epperò la popolazione, pur avvisata, non evacua. Perché? Forse qualcuno glielo impedisce? Lo stesso qualcuno che proprio là ha piazzato la sua postazione armata? In questo caso il suo scopo è creare dei "martiri" da poi filmare e mostrare alle tivù occidentali perché facciano pressione sulle loro opinioni pubbliche, le quali pressino i loro governi e questi ultimi pressino Israele a mollare la presa. Voi mi direte che questo si sapeva, che il livello di fanatismo (sulla pelle altrui) dei fondamentalisti musulmani è noto. È vero, ma questo dovrebbero, dunque, saperlo anche i direttori dei tiggì, i quali invece continuano a mostrarci e raccontarci la versione di Hamas. Ieri, per esempio, si sono visti bambini ammazzati e mamme piangenti. Tanto per cambiare. La voce fuori campo ha precisato "Secondo fonti ospedaliere", quando tutti sanno chi è che controlla gli ospedali gaziwi. Il dato che l'esercito israeliano avesse preventivamente avvisato del suo attacco, viene detto, sì, ma quasi di straforo, in finale di servizio, dopo aver pompato l'audience fino all'ultima goccia di strazio. Allora, mi chiedo: da un punto di vista strettamente morale, qual è la differenza tra chi spara filmati strappalacrime per un fine politico e chi li divulga per un fine di share? Se nelle città occidentali ci si scontra con la polizia e si sfascia tutto per protestare contro il "genocidio" e l'"oppressione" dei palestinesi, è colpa di Hamas? Hamas non può scatenare le piazze europee e americane, altri finanziatori lo fanno. Né è in grado di controllare i tiggì occidentali. Dunque, delle due l'una: o questi ultimi ci marciano, come si suol dire, per motivi ignoti, o sono semplicemente imbecilli. Personalmente propendo per la seconda risposta, anche perché fa il paio con quelli che ai festival del cinema anziché parlare di film sparano su Trump e Meloni. Continuando a sperperare i soldi dei contribuenti per fare propaganda politica alla fazione che ha permesso loro di fare i guitti anziché lavorare. E passi per i nostri TeleKiev, giacché il governo italiano è ufficialmente schierato. Ma i TeleHamas ce li potevamo risparmiare. Anche se il nostro ministro degli esteri continua col mantra pluridecennale "due popoli, due stati" che nessuno in tutto il Medio Oriente vuole. Avviso ai commentatori: spiacente, purtroppo non mi paga nemmeno Netanyahu.
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Fonte: Sito di Nicola Porro, 15 maggio 2025
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VITTORIA LEGALE PER I PRO VITA CHE INCHIODARONO PLANNED PARENTHOOD
Concluso il processo, iniziato da Kamala Harris, contro gli autori dei video che svelarono la responsabilità di Planned Parenthood nella vendita illegale di parti di bambini abortiti (VIDEO: I 4 video della vergogna)
Autore: Ermes Dovico - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 6 febbraio 2025
Dopo anni di persecuzione giudiziaria, lunedì 27 gennaio David Daleiden e Sandra Merritt hanno concluso un accordo con lo Stato della California che pone di fatto fine a una causa penale approdata nei tribunali californiani nel 2017. Si tratta in pratica di un patteggiamento che è più di una mezza vittoria per i due attivisti pro vita del Center for Medical Progress (Cmp) che tra il 2014 e il 2015 girarono di nascosto una serie di video durante le fiere della National Abortion Federation, organizzazione nordamericana di fornitori di aborti. Video che mostrano in modo chiaro il coinvolgimento della Planned Parenthood in un commercio di tessuti e organi di bambini abortiti, venduti a laboratori di ricerca di università e aziende biotecnologiche. Ma lo Stato della California - prima con l'allora procuratrice generale Kamala Harris, poi con i suoi successori - anziché perseguire i protagonisti del suddetto commercio illegale aveva deciso di indagare e poi incriminare, sulla base di una legge sulle videoregistrazioni, coloro che avevano fatto venire alla luce lo scandalo. Ora, si è appunto arrivati al patteggiamento basato sul principio giudiziario del nolo contendere ("no contest"): in questo modo gli imputati, pur non ammettendo la loro colpevolezza, rinunciano a contestare un'accusa e quindi accettano che il tribunale li condanni. Nel caso di Daleiden e Merritt l'accordo di "nolo contendere" riguarda un'unica accusa di registrazione video contraria alla legge. Come spiega Liberty Counsel, l'organizzazione di giuristi che ha difeso la Merritt, questo comporterà, dopo un periodo di un anno, la condanna in giudizio per un reato minore; condanna che sarà poi completamente cancellata dalla fedina penale. Né la Merritt né Daleiden sconteranno pene detentive né dovranno pagare multe. L'accordo prevede inoltre che lo Stato della California rinunci a tutti i rimanenti capi d'accusa. Secondo quanto riporta la liberal Cap Radio, «i termini del patteggiamento vietano a Daleiden e Merritt di contattare o nominare le vittime delle registrazioni illegali».
L'ACCORDO È ESSENZIALMENTE UNA VITTORIA Liberty Counsel ha dichiarato che «l'accordo è essenzialmente una vittoria completa per Merritt in questo caso penale politicamente motivato». Si è trattato di un «caso senza precedenti», spiega la stessa organizzazione, perché prima «lo Stato della California non aveva mai perseguito penalmente i giornalisti sotto copertura per le registrazioni clandestine effettuate nell'interesse pubblico. Eppure, questa coraggiosa nonna è stata accusata di 16 reati e ha rischiato più di 10 anni di carcere per aver fatto luce sui profitti dell'industria dell'aborto derivanti dal prelievo illegale di organi da bambini abortiti». Nello stesso solco le dichiarazioni del co-imputato e fondatore del Cmp, David Daleiden, il quale ha affermato che la chiusura del caso di San Francisco «mi permette di concentrarmi completamente sulla missione del Cmp di denunciare le ingiustizie degli esperimenti sui bambini abortiti finanziati dai contribuenti». Si chiude dunque un capitolo della persecuzione giudiziaria ai danni di Daleiden e Merritt, vittime in questi anni non solo di questa causa penale avviata dal procuratore generale della California, ma anche di una causa civile intentata da Planned Parenthood con una richiesta milionaria di risarcimento danni. Ma va aggiunto che i video girati sotto copertura dal Cmp hanno comportato delle conseguenze anche per almeno alcuni dei responsabili della compravendita di parti di bambini abortiti. Richiamiamo alcuni dei casi principali. Nel dicembre 2017, due società di bioscienze - la DV Biologics e la consociata Da Vinci Biosciences - hanno concordato di pagare un totale di quasi 7,8 milioni di dollari, come parte di un accordo con l'ufficio del procuratore distrettuale della contea di Orange (California). L'accordo prevedeva l'ammissione di aver violato le leggi statali e federali che vietano la compravendita di tessuti fetali anche a fini di ricerca. L'indagine era iniziata nel settembre 2015, a seguito di una denuncia presentata dal Cmp.
UNA LUNGA BATTAGLIA LEGALE A conclusione di una lunga battaglia legale, il Texas è riuscito a escludere dal proprio Stato la Planned Parenthood dall'accesso ai finanziamenti legati a Medicaid, il programma federale che offre assistenza sanitaria alle persone con basso reddito. E ciò è avvenuto sempre a seguito dei video girati di nascosto in cui si vedeva - come ricostruiva nel novembre 2020 il procuratore generale del Texas, il repubblicano Ken Paxton - che «Planned Parenthood ammetteva una condotta moralmente corrotta e illegale, comprese le violazioni della legge federale manipolando i tempi e i metodi degli aborti per ottenere tessuto fetale per le proprie ricerche». Collegata all'esclusione dal Medicaid, la Planned Parenthood ha in Texas un'altra partita legale che rischia di costarle grosso: in particolare, è accusata di una sovrafatturazione pari a circa 17 milioni di dollari, dovuta al fatto di aver continuato a emettere fatture legate al Medicaid in Texas a battaglia legale in corso. Avendola persa, la multinazionale deve restituire quanto indebitamente ricevuto. E allo stesso tempo si trova a fronteggiare un'accusa di frode (sulla base della legge nota come False Claims Act) davanti al giudice distrettuale Matthew Kacsmaryk: se sarà dimostrato che Planned Parenthood ha consapevolmente frodato il Texas, il caso rischia di costare complessivamente al colosso degli aborti circa 1,8 miliardi di dollari. Dunque, è vero che c'è stato un apparato di potere politico e giudiziario che ha perseguitato gli attivisti pro life del Cmp. Ma dall'altra parte ci sono anche politici e giudici che stanno facendo il loro lavoro, perseguendo non chi ha fatto emergere lo scandalo del traffico di bambini abortiti bensì chi lo ha favorito.
QUANDO KAMALA HARRIS DIFESE IN TRIBUNALE PLANNED PARENTHOOD Da procuratrice difese i suoi funzionari che rivendevano parti di feti abortiti e mise sotto processo chi aveva raccolto le prove di Manuela Antonacci https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7874
I VIDEO DELLA VERGOGNA Nei seguenti quattro video si possono vedere, con i sottotitoli in italiano, le interviste alle dirigenti di Planned Parenthood sulla vendita illegale di parti dei bambini abortiti.
1° VIDEO Dottoressa di Planned Parenthood vende organi di bambini abortiti
https://www.youtube.com/watch?v=2gAqzo8CSN4
2° VIDEO A Planned Parenthood vendono organi di feti umani per comprarsi una Lamborghini
https://www.youtube.com/watch?v=7o9xICmgCJA
3° VIDEO Dissezione e traffico di organi di bambini abortiti a Planned Parenthood
https://www.youtube.com/watch?v=d1GooUSJcjc
4° VIDEO Per Planned Parenthood i bambini abortiti sono "voci del bilancio"
https://www.youtube.com/watch?v=FjkdBI4pR_k
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 6 febbraio 2025
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OMELIA DELL'ASCENSIONE - ANNO C (Lc 24,46-53)
Di questo voi siete testimoni
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: BastaBugie, 28 maggio 2025
Celebriamo la Solennità dell'Ascensione, un momento che non è solo un "arrivederci" di Gesù al cielo, ma un passaggio decisivo che ci coinvolge direttamente. Il Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato ci presenta Gesù che, prima di salire al Padre, affida ai discepoli una missione e una promessa.
LA MISSIONE DI CRISTO: SOFFERENZA, RISURREZIONE E PERDONO Gesù inizia spiegando ai discepoli che il suo percorso - la sofferenza, la morte e la risurrezione - non è stato un caso, ma il compimento di un disegno divino. Nel suo nome, il perdono dei peccati deve essere annunciato a tutti i popoli, a partire da Gerusalemme. Questo ci ricorda che la fede non è solo un'esperienza personale, ma è anche una chiamata a far parte della missione della Chiesa di portare al mondo intero la buona notizia. Tu sei chiamato non solo a ricevere il perdono di Cristo, ma a portarlo agli altri, ovunque tu sia. Come stai vivendo la chiamata a essere testimone del perdono di Cristo nella tua vita quotidiana? C'è qualcuno nella tua cerchia - un familiare, un collega, un amico - che ha bisogno di un ascolto attento, una parola di incoraggiamento, un atto di riconciliazione? A chi puoi annunciare il Vangelo perché si converta a Cristo? San Francesco d'Assisi è un modello potente di come vivere questa missione. Non si limitò a predicare con le parole, ma con la sua vita. Fu un esempio di umiltà. A chi lo elogiava diceva di essere la persona peggiore di tutte, perché se Gesù ne avesse trovata una peggiore avrebbe scelto lei per far risaltare meglio la sua potenza. Inoltre andò incontro ai lebbrosi e ai poveri per portare il conforto di Cristo. Volle persino incontrare il sultano d'Egitto per convertirlo al Vangelo. Non riuscì a portarlo alla vera Fede, ma avendolo favorevolmente impressionato ottenne il permesso per i cristiani di visitare i luoghi santi. Da allora la Custodia francescana di Terra Santa garantisce la presenza cristiana nei luoghi di Gesù.
TESTIMONI CON LA VITA Gesù aggiunge: "Di questo voi siete testimoni". Essere testimoni non significa solo parlare di Gesù, ma vivere in modo che la nostra vita racconti la sua presenza. In un mondo che spesso ci spinge a competere, a emergere, a pensare solo a noi stessi, essere testimoni di Cristo significa scegliere la via dell'amore come donazione, dell'onestà come rispetto degli altri, della generosità verso gli altri come risposta alla generosità di Dio verso di noi. Pensa a una situazione concreta: ad esempio al lavoro, quando tutti cercano di fare carriera a scapito degli altri, tu puoi scegliere di collaborare con umiltà. Oppure nelle chiacchiere con i colleghi di lavoro o sui social, dove spesso prevalgono critiche e giudizi, tu puoi condividere parole che costruiscono. Un esempio straordinario è San Giovanni Bosco, che ha dedicato la sua vita ai giovani di Torino, spesso emarginati e senza futuro. Con il suo sorriso e la sua dedizione, ha mostrato loro che Dio li amava. Ogni ragazzo che ha incontrato è diventato per lui un'occasione per testimoniare Cristo. E tu, in quali momenti della tua giornata puoi essere un testimone credibile di Gesù? Quali scelte puoi fare per far vedere che la tua fede non è solo parole, ma vita?
LA FORZA DELLO SPIRITO E LA GIOIA DELLA LODE Prima di salire al cielo, Gesù promette ai discepoli la "potenza dall'alto", lo Spirito Santo, e li invita ad aspettare la Pentecoste con fiducia. E loro, dopo l'Ascensione, tornano a Gerusalemme "con grande gioia", lodando Dio. Questo ci insegna due cose: primo, che non siamo soli nella missione; secondo, che la Fede è fonte di una gioia che nessuno può toglierci. Lo Spirito Santo è la forza che trasforma le nostre paure in coraggio, le nostre incertezze in speranza. E la gioia? È il segno che Cristo è con noi, anche quando non lo vediamo. San Filippo Neri, noto come il "santo della gioia", nel XVI secolo trasformava le strade di Roma in un luogo di festa e preghiera. Organizzava pellegrinaggi, incontri e momenti di allegria per i giovani, mostrando che la fede è motivo di felicità profonda. La sua capacità di ridere e far ridere, anche in tempi difficili, ci sfida: come puoi portare la gioia del Vangelo nei tuoi ambienti, magari con un sorriso o un gesto di speranza? Quali momenti della tua giornata o della tua settimana dedichi a lodare Dio, magari attraverso la preghiera, la Messa o mettendo in pratica le opere di misericordia corporali e spirituali? Conosci le opere di misericordia corporali e spirituali? Prendi l'impegno di metterne in pratica una al giorno e poi verifica alla sera se ci sei riuscito.
UNO SGUARDO AL CIELO, I PIEDI SULLA TERRA L'Ascensione non è la fine della storia di Gesù, ma l'inizio della nostra missione. Cristo sale al cielo, ma ci promette il dono dello Spirito Santo e ci invita ad essere suoi testimoni, portare il suo perdono, vivere con gioia. Il mondo ha bisogno di qualcuno che ricordi la salvezza portata da Gesù. Qualcuno che indichi le realtà del Cielo. Non dobbiamo aver paura di scegliere la via di Cristo in un mondo che spesso va in un'altra direzione. Come i discepoli dobbiamo tornare alla nostra "Gerusalemme" - la famiglia, il lavoro, le amicizie - con grande gioia, sapendo che lo Spirito ci guida. Preghiamo Maria, Regina degli Apostoli, affinché ci aiuti a vivere questa missione con coraggio e amore. E ora, prenditi un momento per rileggere il brano del vangelo e rispondere in silenzio alle domande proposte sopra. Che lo Spirito Santo ti guidi e ti doni la gioia di essere suo testimone!
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