BastaBugie n�930 del 18 giugno 2025
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FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE: GLI ISLAMICI OLTRAGGIANO GIOVANNA D'ARCO
Un simbolo cristiano umiliato, ma la Francia (con l'Europa) tace e approva l'eutanasia, promuove l'aborto e finanzia centri islamici
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
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CINQUANT'ANNI FA INIZIAVA L'INCUBO DEI KHMER ROSSI IN CAMBOGIA
Nel 1975 la capitale Phnom Penh cadeva nelle mani dei Khmer Rossi (comunisti maoisti guidati da Pol Pot) che iniziarono un gigantesco esperimento sociale con 2 milioni di morti in 3 anni
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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NIENTE DI MEGLIO CHE LA NINNA NANNA DELLA MAMMA
Un recente studio conferma che per i figli una ninna nanna sussurrata con amore è molto più rassicurante delle playlist di YouTube e Spotify
Autore: John Horvat - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà
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IL COMUNE DI ROMA AVEVA TORTO E PROVITA RAGIONE
Nel 2018 il comune aveva censurato un nostro manifesto che parlava solo di verità scientifiche e amore per la vita
Fonte: Provita & Famiglia
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TAKE IT DOWN ACT: UN PRIMO COLPO CONTRO LA PORNOGRAFIA NELLE SCUOLE
Trump firma una legge (approvata all'unanimità dal Congresso) contro la pornografia creata con l'intelligenza artificiale senza il consenso della vittima
Autore: Edwin Benson - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà
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FAMIGLIE NUMEROSE, TENSIONI PER IL RISCHIO DI UNA BRECCIA LGBT
L'Associazione Nazionale Famiglie Numerose ha tra i suoi iscritti una donna civilunita con la compagna: ecco la risposta dell'associazione Famiglie Numerose Cattoliche
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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OMELIA CORPUS DOMINI - ANNO C (Lc 9,11-17)
Voi stessi date loro da mangiare
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE: GLI ISLAMICI OLTRAGGIANO GIOVANNA D'ARCO
Un simbolo cristiano umiliato, ma la Francia (con l'Europa) tace e approva l'eutanasia, promuove l'aborto e finanzia centri islamici
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 15 giugno 2025
Il 1° giugno 2025, durante la guerriglia urbana che ha insanguinato la capitale francese, in occasione della finale di Champions League, alcuni giovani islamisti hanno issato una bandiera jahdista sulla statua di santa Giovanna d'Arco, in Place des Pyramides. Santa Giovanna d'Arco è la patrona della Francia, una nazione che è costruita sulle fondamenta della civiltà cristiana. La missione della Pulzella di Orléans fu di riconquistare, prima che un territorio, quella concezione sacrale della sovranità che è alla radice della storia di Francia e di Europa. La profanazione della statua di Giovanna d'Arco è dunque un oltraggio all'identità nazionale del nostro continente e conferma la gravità della minaccia islamista. Il ministro dell'Interno francese Bruno Retaillaus ha minimizzato la portata dei disordini, ma l'ex ministro Gérard Darmanin ha ammesso che le violenze sono state causate da bande di immigrati, e non da una rivolta calcistica. Le sommosse hanno coinvolto varie città, con violenze, saccheggi e scontri con la polizia: 192 feriti (soprattutto agenti), tre morti, 642 arresti. La strategia del governo francese di utilizzare il calcio come uno strumento politico per favorire l'inclusione e l'integrazione degli immigrati si è rivelata fallimentare perché, invece di unire, sta generando divisioni e violenze. Un rapporto governativo di 73 pagine, dal titolo Les Frères musulmans et islamisme politique en France, reso noto da Le Figaro il 20 maggio 2025, ha portato alla luce il progetto di "entrisme", dei Fratelli Musulmani per infiltrare profondamente le istituzioni e la società francese, con l'obiettivo ultimo di imporre la sharia, utilizzando un linguaggio apparentemente democratico. Il rapporto individua 139 luoghi di culto dipendenti dai Fratelli Musulmani oltre ad altri 68 considerati "prossimi", distribuiti in 55 dipartimenti. A questi si aggiungono 280 associazioni attive in settori chiave: educazione, carità, gioventù, imprenditoria e finanza.
PREDICAZIONE ISLAMICA 2.0 A preoccupare è anche la "predicazione 2.0", ovvero la diffusione dei principi islamisti attraverso social network come TikTok, Instagram e YouTube. Alcuni influencer religiosi, con centinaia di migliaia di seguaci, riescono a influenzare ampi segmenti di giovani, contribuendo alla trasformazione lenta e pervasivadel tessuto sociale e culturale francese. Il rapporto non si limita alla Francia, ma evidenzia come diverse organizzazioni islamiche europee - tra cui la Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Europae il Consiglio Europeo per la Fatwa - sono ispirate ai principi dei Fratelli Musulmani. A queste si aggiungono altri gruppi come Hizb ut-Tahrir, che mira a creare un califfato globale pur rifiutando la violenza, e i movimenti salafiti, spesso conservatori e religiosamente attivisti. Il documento segnala infine il pericolo delle reti jihadiste come Al-Qaeda e ISIS, che hanno sfruttato malcontento e marginalizzazione per reclutare giovani europei nelle loro file. Dal 2014 si contano oltre 30 attentati mortalinel continente. Fin dagli anni Novanta il cardinale Silvio Oddi (1910-2001), che era stato nunzio in Egitto, affermavache il vero grande pericolo che vedeva per il futuro dell'Europa era l'avanzata dell'Islam. E fin dal 1993, il Centro Culturale Lepanto organizzò una grande protesta pubblica contro la costruzione della moschea di Roma, la più grande d'Europa, denunciando il ruolo politico e culturale svolto dalle moschee islamiche. Con il titolo Mosquées, les casernes de l'islamisation è stato pubblicato in questi giorni in Francia dall'associazione Avenir de la Culture un illuminante studio, sotto la direzione di Atilio Faoro. Il libro è un'accurata inchiesta dedicata alle "caserme" dell'Islam, di cui mette in luce il ruolo sovversivo. Le conclusioni sono inconfutabili. Le moschee, stimate in circa 2.600 in Francia, non sono semplicemente luoghi destinati alla preghiera, ma possono essere considerate centri militanti in cui si vive e si diffonde la cultura e lo stile di vita islamico.
FRATELLI MUSULMANI I Fratelli Musulmani sono una delle tre correnti fondamentaliste che controllano oggi centinaia di moschee francesi. Una galassia fortemente concorrente è quella del salafismo sunnita, un movimento poco strutturato ma che ha una grande influenza tra i giovani musulmani e, come i Fratelli Musulmani, non nasconde il suo odio per l'Occidente. Diverse moschee collegate a questa scuola di pensiero hanno fatto da trampolino verso il jihadismo. Infine, c'è l'Islam turco, sostenuto dal presidente Erdogan, anch'esso in piena espansione sul territorio francese. Sotto la sua egida sono state costruite numerose moschee, come quella di Strasburgo che, una volta terminata, dovrebbe essere la più grande d'Europa. Sotto questo aspetto, il vessillo dell'Islam che il 1° giugno è stato innalzato sulla statua di Giovanna d'Arco appare come in gesto chiaramente simbolico, non privo di collegamento con l'approvazione, il 28 maggio, del suicidio assistito da parte dell'Assemblea Nazionale: un provvedimento che, se venisse adottato in via definitiva, segnerebbe una nuova tappa nel processo di auto-dissoluzione dell'identità cristiana della Francia. Approvando la proposta di legge Falorni sul "diritto all'aiuto a morire", l'Assemblea nazionale ha infatti proclamato ancora una volta il diritto all'omicidio legale, come già aveva fatto il presidente Emmanuel Macron, lo scorso 19 gennaio, chiedendo l'inclusione dell'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Europa. La forza espansiva dell'Islam sta nella debolezza della società secolarizzata che ha di fronte. Gli immigrati della terza e quarta generazione di origine musulmana hanno perso l'identità originaria dei padri e dei nonni e, di fronte allo sfacelo della società occidentale, divengono adepti di un anarchismo distruttore. Per loro, l'alternativa al nichilismo è l'adesione, non necessariamente religiosa, all'islamismo radicale, una religione politica che colma il loro vuoto morale. Alla caricatura ideologica dell'islamismo la Chiesa cattolica dovrebbe rispondere proponendo una visione del mondo integrale, fondata sul Vangelo, nel quale si trova la soluzione di tutti i problemi del mondo contemporaneo. E' infatti la mancanza di fede, ha detto il 9 maggio Leone XIV nella sua prima omelia, «che porta spesso con se' drammi quali la perdita del senso della vita».
PAROLE INCORAGGIANTI Le parole conclusive dell'opera di Atilio Faoro sono però incoraggianti: «Il 15 aprile 2019, il mondo intero fu testimone, inorridito, delle fiamme che devastavano la più celebre delle nostre cattedrali. Questa terribile prova ci ricorda che, come per Notre-Dame, la vita dei popoli e delle nazioni cristiane passa attraverso la croce. Questo dramma ci invita anche a non perdere mai la fede. Di fronte alla devastazione lasciata dall'incendio, molti dubitavano che l'edificio potesse un giorno ritrovare il suo splendore. L'8 dicembre 2024, Notre-Dame ha tuttavia riaperto le sue porte alla presenza dei capi di Stato di tutto il mondo e di una folla immensa, più bella che mai. Questo restauro è una lezione per tutti noi. Quante volte crediamo che tutto sia perduto, che le rovine siano definitive?» La spettacolare manifestazione che quest'anno, a Pentecoste ha visto 19.000 pellegrini, percorrere a piedi circa 100 km, da Parigi fino alla cattedrale di Chartres è una delle tante luci di speranza che si accendono, come la restaurazione di Notre-Dame e l'aumento in Francia di conversioni dall'Islam. Molti secoli fa, il Signore manifestò il suo amore particolare per la Francia inviandole una piccola pastorella di Lorena che prese le armi e la salvò. «Gli uomini combatteranno e Dio darà loro la vittoria», diceva Giovanna d'Arco, con parole che costituiscono un programma. All'inizio del XXI secolo, l'esempio della santa guerriera costituisce un modello non solo per i francesi, ma per tutti coloro che, con il pensiero, la preghiera e l'azione, difendono la Civiltà cristiana dai suoi nemici.
Fonte: Corrispondenza Romana, 15 giugno 2025
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CINQUANT'ANNI FA INIZIAVA L'INCUBO DEI KHMER ROSSI IN CAMBOGIA
Nel 1975 la capitale Phnom Penh cadeva nelle mani dei Khmer Rossi (comunisti maoisti guidati da Pol Pot) che iniziarono un gigantesco esperimento sociale con 2 milioni di morti in 3 anni
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 aprile 2025
Il 17 aprile di 50 anni fa, cadeva Phnom Penh. La capitale della Cambogia finiva nelle mani dei Khmer Rossi, il movimento comunista, maoista, più letale della storia. Nei tre anni successivi, il regime retto con pugno di ferro da Pol Pot, eliminerà un terzo della sua stessa popolazione. Suo obiettivo dichiarato era quello di realizzare l'utopia comunista entro il 1990, non importava con quali metodi e con quanti morti. L'ascesa al potere dei Khmer Rossi avvenne dopo otto anni di guerra civile. A distruggere il già precario equilibrio di quella regione dell'Asia sudorientale, che aveva ottenuto l'indipendenza nel 1953 dalla Francia, fu soprattutto la guerra del Vietnam. Il principe Sihanouk, succeduto pacificamente al dominio francese, si era barcamenato fra il comunismo (in espansione in tutta la regione) e l'alleanza con gli Stati Uniti, protettori del Vietnam del Sud. Quando il Vietnam del Nord, comunista, nel 1959, incominciò a invadere il Vietnam del Sud (nazionalista) infiltrandovi i suoi militari e guerriglieri, Sihanouk non riuscì o non volle opporsi. Nel 1965, primo anno dell'intervento americano in Vietnam, la Cambogia era già diventata il principale terreno di transito dei nordvietnamiti. Essendo un paese neutrale, lì non potevano essere colpiti dagli americani e dai sudvietnamiti. Sihanouk represse violentemente il comunismo all'interno del suo paese. Nella sola rivolta contadina nel distretto di Samlaut (scoppiata a seguito di espropri arbitrari), dal 1967 al 1970, fece uccidere 12mila persone. I militari tagliavano le teste dei contadini e le mandavano a Phnom Penh, come prova del lavoro eseguito. Fu in quel periodo, in opposizione al regime, che crebbe il movimento armato dei Khmer Rossi, ispirato al maoismo più intransigente. Ma in politica estera, lo stesso Sihanouk si avvicinò alla Cina di Mao e all'Urss di Brezhnev e ruppe con gli americani.
REPUBBLICA KHMER Nel 1970, quando Sihanouk era a Mosca in visita di Stato, i militari presero il potere. Lon Nol, uno dei peggiori macellai della repressione di Samlaut, divenne presidente, di fatto il dittatore, della nuova "Repubblica Khmer". Promise lotta alla corruzione e cacciata dei vietnamiti e chiese subito agli Usa di intervenire in suo aiuto. In meno di un mese, Nixon autorizzò un intervento di terra, segreto, in territorio cambogiano. Militarmente fu un successo: i nordvietnamiti vennero cacciati dalle aree di confine. Politicamente fu un disastro: i comunisti di Ho Chi Minh si dispersero nel paese e insegnarono ai Khmer Rossi come si combatteva contro un esercito regolare. Lon Nol si alienò ulteriormente la popolazione, prima di tutto perché si dimostrò ancora più corrotto del predecessore. Poi perché fu ancora più violento, perseguitò tutti i vietnamiti del paese, i cattolici e le altre minoranze religiose e represse nel sangue ogni manifestazione di dissenso. Contro di lui si allearono monarchici e comunisti: Sihanouk e i Khmer Rossi formarono un Fronte di Unità Nazionale. Nel 1973 controllavano già metà del paese e Lon Nol chiese di nuovo l'aiuto degli americani. Nixon autorizzò una campagna di bombardamenti aerei (anche questa segreta), in cui perirono decine di migliaia di civili, oltre ai guerriglieri. Fu un successo effimero: l'avanzata dei comunisti venne solo temporaneamente arginata, ma come reazione ai bombardamenti le popolazioni contadine si arruolarono in massa nei Khmer Rossi, anche se ormai era chiaro, nelle aree che avevano occupato, che il loro regime fosse molto più letale di quello nazionalista di Lon Nol.
LA KAMPUCHEA DEMOCRATICA Nell'aprile del 1975, quando il Vietnam del Sud era in procinto di essere sopraffatto dal Nord e gli americani se ne erano ormai andati, i Khmer Rossi vinsero la guerra civile. Sihanouk rimase ufficialmente il capo di Stato ancora per un anno, poi venne costretto agli arresti domiciliari. Nasceva la Kampuchea Democratica, Khieu Samphan era il presidente, ma il vero uomo al comando era il primo ministro, leader del movimento armato comunista, Saloth Sar, detto Pol Pot. Educato a Parigi (aveva Jean Paul Sartre quale mentore), volle creare l'utopia comunista dal giorno uno del suo regno. Tutte le città, a partire da Phnom Penh, vennero evacuate con urgenza. Anche i malati e i feriti ricoverati negli ospedali furono gettati in strada. Agli evacuati le nuove autorità dissero che si trattava di una misura temporanea e di portarsi dietro il minimo indispensabile. In realtà erano destinati a partecipare a un gigantesco esperimento sociale: trasformare i cittadini in contadini. Le evacuazioni, effettuate con metodi da deportazione, costarono decine di migliaia di vittime. Ed era solo l'inizio della sofferenza. Tutta la popolazione cambogiana venne riorganizzata in comunità contadine. Non era possibile alcuna libertà di movimento: di fatto erano prigionieri di campi di lavoro. I turni andavano dalle 12 alle 14 ore al giorno, senza pause se non per subire il lavaggio del cervello ideologico nelle sessioni di rieducazione. Tutti i membri del vecchio regime e le loro famiglie vennero sterminati. Tutti i religiosi, a qualunque religione appartenessero, vennero uccisi. Per il resto, ogni comandante e funzionario locale aveva diritto di vita e di morte sui suoi contadini. I più sadici e sospettosi uccidevano anche chi solo portava gli occhiali, simbolo di degenerazione borghese. Poteva essere ucciso anche chi fosse considerato "pigro" nel lavoro dei campi, chi non aveva abbastanza calli sulle mani, chi non rispondeva in modo appropriato nelle sessioni di rieducazione, chi conosceva lingue straniere, chi esercitava professioni liberali prima dell'anno zero della nuova era.
GESTI D'AMORE VIETATI E PUNITI Non era permesso parlare in prima persona singolare: l'Io era bandito. Non era permesso l'affetto personale: parole dolci e gesti d'amore erano vietati e puniti. Doveva essere amato solo il partito. Dall'inizio del 1977, i matrimoni furono solo combinati dai quadri del partito, fra uomini e donne che fra loro non si conoscevano. I figli furono separati dai genitori, educati dal partito. Tutto era in comune, le coltivazioni destinate al catasto, il cibo razionato e consumato in mense collettive. La morte per fame divenne la regola e i contadini che cercavano di rubare il cibo o di consumarlo mentre lo coltivavano erano condannati a morte. Nemmeno i quadri e i dirigenti dei Khmer erano esenti dalla paura. I tentativi di colpi di Stato furono molto numerosi, almeno nove in tre anni. Pol Pot rispose con purghe periodiche. Le vittime principali erano i comunisti rientrati dall'estero, invogliati dalla propaganda di Phnom Penh. Quasi tutti finirono sotto la scure della repressione. Il carcere di Tuol Sleng, destinato agli epurati, divenne il simbolo dello sterminio cambogiano, l'unico luogo in cui l'identità delle vittime e la data della loro esecuzione venne documentata minuziosamente. La quasi totalità degli internati a Tuol Sleng venne uccisa, dai plotoni d'esecuzione o nelle camere di tortura. Il regime Khmer era anche profondamente razzista. Nonostante l'alleanza con Pechino, sterminò la quasi totalità dei cinesi residenti in Cambogia (circa 200mila perirono in questo genocidio nel genocidio), la minoranza musulmana Cham e decine di migliaia di vietnamiti. E fu proprio per salvare questi ultimi dall'annientamento che, alla fine del 1978, il Vietnam invase la Cambogia. In poco più di un mese spazzò via l'infernale regime. Ma nel paese non tornò la libertà, si instaurò un altro regime comunista, guidato da Samrin (un ex Khmer Rosso fuggito in Vietnam) e solo meno repressivo e letale del precedente. Per questo è così difficile, ancora oggi, fare luce sul crimine immenso dei Khmer Rossi e punire i suoi responsabili. Il colpo di spugna sul passato, comunque, non cancella i due milioni di morti, assassinati in appena tre anni, con un'intensità senza precedenti. Uccisi nel nome di un'utopia, di un paradiso in terra che garantì l'inferno a un popolo intero.
DOSSIER "IL GENOCIDIO CAMBOGIANO" Pol Pot e lo sterminio comunista Per vedere articoli e video, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17 aprile 2025
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NIENTE DI MEGLIO CHE LA NINNA NANNA DELLA MAMMA
Un recente studio conferma che per i figli una ninna nanna sussurrata con amore è molto più rassicurante delle playlist di YouTube e Spotify
Autore: John Horvat - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 8 giugno 2025
La musica giusta può avere un effetto calmante sui bambini. Alcuni sostengono quindi che, per favorire la loro formazione, ai bambini dovrebbero essere fatti ascoltare brani di musica classica dai passaggi tranquilli. Tuttavia, non è Mozart ad avere il maggiore effetto sui neonati. Il tono rassicurante di una madre amorevole è molto più efficace. Un recente studio condotto dal Child Studies Center dell'Università di Yale ha confermato gli effetti benefici sui neonati del canto. I ricercatori hanno cercato anche di misurare i vantaggi del canto rispetto al silenzio. Il team di ricerca ha diviso 110 genitori con bambini di età compresa tra i 3 e i 6 mesi in due gruppi. Al gruppo A di genitori sono state fornite canzoni popolari, testi e letteratura che promuovevano la pratica del canto durante il periodo di prova. Il gruppo B invece non ha ricevuto nulla da controllare. Ai due gruppi è stato poi chiesto di riferire sulle loro pratiche di cura del bebè. Una domanda chiedeva se i genitori gli avessero cantato.
CANTA CHE TI PASSA Il risultato più importante e prevedibile è stata la conferma dell'effetto positivo del cantare al bambino. I bambini esposti al canto erano meno irrequieti e più calmi di quelli che non lo erano. L'effetto non era necessariamente immediato, ma generale. "L'umore dei bambini è migliorato complessivamente grazie all'intervento", ha riferito Samuel Mehr, curatore principale dello studio. "Eppure non sono molti i pediatri che consigliano ai genitori di bambini irrequieti di cantare loro delle canzoni". I ricercatori hanno inoltre concluso che i genitori hanno una naturale predisposizione a far felici i bambini con il canto. Il dottor Mehr ha affermato: "I genitori inviano ai bambini un chiaro messaggio con le ninne nanne: sono vicino, ti sento, ti proteggo, quindi le cose andranno bene". In effetti, le melodie e le ninne nanne per neonati sono particolarmente adatte al loro pubblico, utilizzando scale e ritmi limitati e una gamma melodica ridotta che si adatta alle orecchie meno sofisticate dei neonati. Le canzoni sono spesso costituite da una singola linea musicale ripetuta molte volte. Tale semplicità si riflette nelle canzoni per neonati in tutto il mondo, a testimonianza della natura universale dell'infanzia. Nella ricerca delle migliori tecniche genitoriali, questa pratica non viene spesso presa in considerazione. Eppure, è ricca di senso. Lo sforzo costante per aumentare il contatto tra genitore e figlio non si limita al tatto. Anche una relazione intima che coinvolga il suono è importante.
UN PROBLEMA CULTURALE: COME CREARE UNA NINNA NANNA I risultati dello studio sollevano un'altra questione culturale sconcertante. La società frenetica di oggi generalmente scoraggia il canto ai bambini. Di conseguenza, non produce nemmeno le canzoni e le ninne nanne da cantare loro. Il team di ricerca è dovuto ricorrere a vecchie canzoni popolari per fornire materiale ai genitori musicalmente più preparati a cantare. Non esistono canzoni popolari moderne perché non esiste il concetto di folk, del paesano. Non c'è quell’unità all'interno di una comunità che dia origine a esperienze comuni ma semplici e che possano poi essere immortalate in una canzone. È scomparsa la ricca immaginazione dei luoghi e della comunità che creava le condizioni per le ninne nanne. Non ci sono punti di riferimento come scene naturali, legami familiari e devozioni religiose che favoriscono l'innocenza infantile e trovano posto nelle canzoni. Nell'odierno confuso panorama musicale, c'è ben poco che stimoli l'immaginazione verso piaceri moderati e puri. In una cultura della morte che permette l'aborto, non c'è l’universale celebrazione della nuova vita che favorisca le ninne nanne. Per cambiare le cose ci vorrebbe una società piena di madri e padri amorevoli, non un tasso di natalità in calo. Una tenera devozione alla Madre di Dio e al suo Divin Bambino sarà il mezzo perfetto per risvegliare il desiderio di bambini nati per conoscere, amare e servire Dio. Certo, ci vuole molto per creare una ninna nanna, ma cantare qualsiasi cosa sia disponibile è un buon inizio per tornare all'ordine. I ricercatori hanno confermato ciò che molti genitori sanno: nella battaglia tra la madre e Mozart, la ninna nanna materna vince sempre.
Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 8 giugno 2025
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IL COMUNE DI ROMA AVEVA TORTO E PROVITA RAGIONE
Nel 2018 il comune aveva censurato un nostro manifesto che parlava solo di verità scientifiche e amore per la vita
Fonte Provita & Famiglia, 26 maggio 2025
Dopo oltre sei anni di battaglie legali, Pro Vita & Famiglia Onlus ha ottenuto un'importante vittoria contro l'ingiusta censura imposta dal Comune di Roma ai danni di un manifesto che - con l'immagine di un bambino nel grembo e messaggi informativi e positivi - celebrava la bellezza e la dignità della vita nascente. Il Giudice di Pace della Capitale, infatti, ha accolto in via definitiva il ricorso presentato dall'associazione, annullando tutti i precedenti provvedimenti sanzionatori legati all'affissione.
Tutto ebbe inizio nel novembre 2018, quando nella vetrina della sede dell'associazione, in viale Manzoni 28/C, venne affisso un manifesto che riportava alcune verità scientifiche sullo sviluppo del bambino nel grembo: "Tu eri così a 11 settimane...", "Tutti i tuoi organi erano presenti", "Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento", "Ora sei qui perché i tuoi genitori hanno scelto la vita" erano infatti i messaggi che campeggiavano sull'affissione. Nessun riferimento diretto all'aborto, nessuna immagine violenta o offensiva. Solo un messaggio positivo e informativo. Eppure, il 30 novembre 2018, alcuni agenti della Polizia Locale di Roma Capitale contestarono formalmente l'affissione, definendola - in un verbale poi ovviamente contestato dall'associazione poiché non riportava il vero - «lesiva del rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili». La motivazione fu persino falsata: il testo venne parzialmente riscritto, attribuendo all'associazione un'espressione mai usata ("tua mamma non ti ha abortito"), nel tentativo di giustificare l'accusa.
L'Associazione ha dapprima tentato la via amministrativa, ricorrendo al Sindaco contro la sanzione, ma Roma Capitale ha confermato la multa con due Determinazioni dirigenziali. A quel punto, è iniziato un lungo percorso giudiziario culminato in questi giorni, quando il Giudice di Pace ha dato ragione a Pro Vita & Famiglia con una sentenza definitiva.
Le motivazioni della sentenza del Giudice di Pace sono chiare: il manifesto dell'associazione non rientra tra le comunicazioni commerciali soggette a restrizioni, bensì tra quelle a carattere sociale, culturale e istituzionale. Pro Vita & Famiglia, dunque, ha agito nel pieno rispetto della normativa, esercitando il diritto alla libertà di espressione su un tema fondamentale come quello della vita umana prima della nascita. «Una sentenza che restituisce giustizia e verità - dichiara l'associazione - e che dimostra quanto sia pericolosa la censura ideologica che tenta di imbavagliare chi difende i più deboli. Non ci fermeranno: continueremo a dire che ogni vita è un dono, anche quando questo dà fastidio a qualcuno». La battaglia, infatti, non era solo legale, ma valoriale. E oggi, con questa sentenza, a vincere è stata la difesa della Vita nascente.
DOSSIER "MANIFESTI CENSURATI" Quando difendere la vita è illegale Per vedere articoli e video, clicca qui!
Fonte: Provita & Famiglia, 26 maggio 2025
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TAKE IT DOWN ACT: UN PRIMO COLPO CONTRO LA PORNOGRAFIA NELLE SCUOLE
Trump firma una legge (approvata all'unanimità dal Congresso) contro la pornografia creata con l'intelligenza artificiale senza il consenso della vittima
Autore: Edwin Benson - Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 28 maggio 2025
Il 19 maggio 2025, il presidente Trump ha firmato il "Take It Down Act", trasformandolo in legge. Secondo la CBS News, la nuova legge "rende un reato federale pubblicare online immagini sessualmente esplicite, reali o false, di persone senza il loro consenso". Il testo della legge utilizza il termine" raffigurazioni visive intime non consensuali". Al centro della legge c'è il fatto che l'Intelligenza Artificiale (IA) rende estremamente facile produrre tali immagini. Il trasgressore ha solo bisogno del volto della vittima da una fotografia o da un'immagine digitale. Tali raffigurazioni sono spesso note come "deepfake".
DISPOSIZIONI DELLA LEGGE La legge prevede sanzioni significative per chi produce tali immagini. Se il soggetto è un adulto, il creatore può essere condannato a due anni di reclusione. Se la vittima è minorenne, la pena aumenta a tre anni. Questa pena federale si aggiunge alle sanzioni statali previste per lo stesso reato. Inoltre, la legge richiede che le piattaforme Internet utilizzate per diffondere queste immagini siano ritenute responsabili. Per decenni, le piattaforme hanno negato qualsiasi responsabilità in questo ambito. Volevano essere trattate come "vettori comuni" senza alcuna responsabilità per i contenuti pubblicati da altri. La situazione, hanno sostenuto, sarebbe stata come penalizzare le ferrovie per aver trasportato una scatola il cui contenuto, da esse sconosciuto, conteneva materiali illegali. Questo argomento potrebbe essere valido se le piattaforme trasportassero tutti i messaggi, indipendentemente dal contenuto. Tuttavia, questa posizione presenta due difetti significativi. In primo luogo, le piattaforme spesso non hanno avuto problemi a censurare contenuti che ritenevano politicamente scomodi. In secondo luogo, nulla sulla piattaforma è una scatola chiusa. La natura stessa dei social media implica che tutto è allo scoperto. La nuova legge impone alle piattaforme di creare una procedura di facile utilizzo affinché le vittime possano richiederne la rimozione. La piattaforma deve agire entro quarantotto ore per "rimuovere la rappresentazione visiva intima e compiere sforzi ragionevoli per identificare e rimuovere qualsiasi copia identica di tale rappresentazione". La legge assegna alla Commissione Federale per il Commercio la responsabilità di far rispettare queste disposizioni. UNA LEGISLAZIONE BIPARTITICA Secondo uno studio del settembre 2024 del Center for Democracy and Technology, circa il quaranta per cento degli studenti è a conoscenza di almeno un caso di deepfake condiviso all'interno delle proprie scuole. Dato che le scuole sono famose per essere "fucine di pettegolezzi", tale numero è probabilmente molto più alto. Il disegno di legge è stato realmente bipartisan, un risultato notevole nell'attuale clima polarizzato di Washington, D.C. È stato approvato all'unanimità dal Senato e nella Camera dei Rappresentanti ha avuto 409 voti a favore e 2 contrari. I senatori Amy Klobuchar (D-Minnesota) e Ted Cruz (R-Texas) hanno sponsorizzato il disegno di legge. Il comunicato stampa della Casa Bianca ha citato le congratulazioni reciproche di ciascuno degli sponsor. La nuova legge è stata elogiata quasi all'unanimità, anche se la CBS ha osservato che "i gruppi per i diritti digitali, tuttavia, hanno avvertito che la legislazione così come è stata scritta potrebbe portare alla soppressione della libertà di espressione, compresa la pornografia legittima, e non contiene protezioni contro le richieste di rimozione in malafede". Il fatto che i termini 'legittima' e "pornografia" siano stati abbinati indica quanto sia fallimentare questa argomentazione.
ISPIRATO DA UNA SITUAZIONE REALE Nel suo impegno per l'approvazione del disegno di legge, il senatore Cruz è apparso spesso con Elliston Berry, una adolescente di Aledo, in Texas. Quando aveva quattordici anni, un compagno di classe ha manipolato un'immagine innocente della ragazza con un programma di intelligenza artificiale per produrre un'immagine pornografica, che il suo aggressore ha diffuso su Snapchat. All'epoca, Elliston Berry informò sua madre, Anna McAdams, che tentò di contattare Snapchat. Il gigante dei social media non rispose alle richieste di rimuovere l'immagine. L'emittente televisiva locale Fox 4 ha contattato la signora McAdams: "È stato un lungo percorso. Oggi siamo molto emozionati. Finalmente si è concretizzato ed è diventato legge. Questo proteggerà tantissime persone. Quando è successo, non avevo come genitore alcun modo per proteggere mia figlia".
APPLICAZIONE DELLA LEGGE DA PARTE DELLE SCUOLE La natura di questo reato, tuttavia, implica che lo sforzo non si esaurisce con l'approvazione di una legge. La maggior parte delle violazioni, come quella contro Elliston Berry, riguardano situazioni che derivano dalla condotta scolastica. Pertanto, il sistema scolastico deve svolgere un ruolo importante in questi casi. Questa è la preoccupazione di Education Week, la rivista specializzata degli amministratori scolastici, nel fare un ampio servizio sulla nuova legge. La pornografia è un argomento delicato nei circoli scolastici. Un tempo, uno studente che possedeva materiale di questo tipo all'interno della scuola sarebbe stato severamente punito. Oggi, invece, sono gli studenti stessi a produrre e pubblicare immagini offensive. A complicare la situazione sono gli attivisti LGBTQ+ e dell'American Library Association che promuovono materiale pornografico in nome della "difesa" delle "minoranze sessuali". Tutti sembrano riconoscere che queste situazioni sono devastanti per le vittime. L'articolo di Education Week menziona "la famiglia del senatore della Carolina del Sud. Brandon Duffy, che ha perso il figlio suicida dopo che era stato vittima di un ricatto online".
PUNIRE O NON PUNIRE? Allo stesso tempo, l'idea della punizione stessa è fuori moda nella maggior parte delle scuole americane da decenni, perché dichiara che esistono il giusto e lo sbagliato. Per illustrare il dilemma, Education Week ha parlato con Jason Alleman, preside del Laguna Beach High School in California. Il signor Alleman non è nuovo al problema. L'anno scorso ha avuto a che fare con almeno uno studente che ha utilizzato l'intelligenza artificiale per produrre un'immagine pornografica di una compagna di classe. Le riflessioni del preside sono molto preoccupanti per chiunque desideri tracciare una linea netta tra decenza e indecenza. "Vogliamo comunque essere riflessivi e sostenere sia le vittime che gli studenti che prendono queste decisioni potenzialmente in grado di cambiare la loro vita", ha affermato Alleman. "In qualità di leader della scuola, abbiamo l'obbligo di garantire che gli studenti e le loro famiglie siano sostenuti da entrambe le parti". Sarebbe interessante chiedere al signor Alleman cosa intende per "entrambe le parti". Può davvero credere che gli studenti che usano i loro compagni di classe per produrre immagini illegali, immorali e imbarazzanti non dovrebbero essere puniti severamente? E in base a quali criteri può crederlo? Questi crimini non sono accidentali. Nessuno "ha bisogno" di creare materiale pornografico. Nessuno lo fa senza premeditazione e preparazione. È ora che il signor Alleman e i suoi colleghi riconoscano finalmente che certi atti sono sempre malvagi, indipendentemente dall'età, e li puniscano di conseguenza. È anche ora che le scuole riconoscano che le conversazioni immorali, le parolacce e l'immodestia creano il clima favorevole alla crisi dei deepfake. Le scuole sono luoghi che devono insegnare la conoscenza e la virtù. La nuova legge è un primo passo positivo per riportare la sanità mentale nelle aule scolastiche. Tuttavia, occorre fare molto di più per tenere lontana dalle scuole la piaga dell'immoralità e della pornografia.
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Fonte: Tradizione Famiglia Proprietà, 28 maggio 2025
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FAMIGLIE NUMEROSE, TENSIONI PER IL RISCHIO DI UNA BRECCIA LGBT
L'Associazione Nazionale Famiglie Numerose ha tra i suoi iscritti una donna civilunita con la compagna: ecco la risposta dell'associazione Famiglie Numerose Cattoliche
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31 maggio 2025
All'interno dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose c'è una situazione piuttosto turbolenta. Oggetto del contendere è una vicenda che sta animando le chat degli iscritti e che ha portato, al momento, alle dimissioni dal direttivo di uno dei componenti, Lucio Cotticelli. Questi si è dimesso perché non ha condiviso le vicende che hanno portato all'iscrizione nell'associazione come socio sostenitore di una donna con tre bambini piccoli, unita civilmente con un'altra donna. A dare fuoco alle polveri e a far deflagrare un malcontento che covava sotto la cenere da qualche giorno, è stato ieri un articolo di una iscritta, Carola Profeta, pubblicato sul blog del giornalista Aldo Maria Valli nel quale si denuncia quella che sembra essere un'apertura dell'associazione alle coppie omogenitoriali: «Apprendo che i nuovi vertici intendono modificare radicalmente l'identità dell'associazione, aprendo alle coppie omogenitoriali, definendo questo passaggio come "fisiologico"». Subito dopo la pubblicazione dell'articolo è partito un tam tam inarrestabile tra gli associati e sui social, che ha reso indispensabile in serata un chiarimento da parte di Alfredo Caltabiano, presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose. Nel richiamarsi allo statuto e alla carta dei valori associativi, il presidente ha risposto a quelli che ha definito «giudizi e affermazioni che non corrispondono al vero e che danneggiano gravemente l'immagine e la credibilità dell'Associazione», e ha ribadito che «abbiamo sempre rigettato, e continueremo a farlo, richieste di iscrizione da parte di singoli, separati, coppie etero o omosessuali che non dichiarino di condividere la nostra visione antropologica e statutaria della famiglia fondata sull'unione tra uomo e donna». Poi ha aggiunto che «l'Associazione non entra nel merito della vita privata e delle storie personali di nessuno, né intende farlo: non è questo il nostro compito, né il nostro spirito. Come quando si entra in Chiesa, nessuno ti interroga sulla tua perfezione morale: ciò che ci unisce è il desiderio di sostenere nella società e con azioni politiche la famiglia composta da uomo e donna, e dai loro figli, crescere insieme, aiutarsi».
COME STANNO LE COSE Dunque, come stanno le cose? C'è stata o no un'apertura alle coppie omo dentro l'associazione che, pur essendo aconfessionale, è comunque ispirata ad una visione naturale e cristiana dell'uomo e della famiglia? La Bussola ha potuto ricostruire i fatti come si sono svolti con i protagonisti e ha appurato che dentro l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose c'è una maggioranza di membri che sono con il presidente, mentre una minoranza vive queste "novità" come una questione identitaria e di arroccamento. Ma anche questa è una lettura parziale che non spiega tutto. Prima di tutto è bene chiarire che con la sua decisione, l'Associazione non ha aperto alle coppie omosessuali, cosa contraria allo statuto, ma ha consentito ad una donna con tre bambini avuti all'interno di una relazione lesbica (non è dato sapere con che modalità, ma è immaginabile), l'iscrizione come socio sostenitore. È questa una possibilità che lo statuto dell'Associazione all'articolo 3 dà «nella persona di uno dei coniugi, anche quelle famiglie con meno di sei componenti tra quelli indicati all'art. 1, che si riconoscano nei principi espressi nello Statuto e nella Carta dei Valori». La questione dello statuto e della carta dei valori è infatti dirimente. In essi si ribadisce che possono iscriversi solo i coniugi regolarmente uniti in matrimonio e che il matrimonio è composto da un uomo e una donna. Ciononostante, dato che è stata data la possibilità di iscriversi come socio sostenitore anche a famiglie con meno di 6 componenti o monogenitoriali o anche a persone non genitoriali, come ad esempio i sacerdoti, la richiesta della donna unita civilmente con un'altra donna, è stata in fine accolta. E non senza polemiche. Su di lei e sul suo caso, l'associazione specifica che non può rivelare informazioni per non violarne la privacy. Ma da quello che la Bussola è riuscita a scoprire, si tratta di una donna civilunita con una compagna e che è madre biologica di 3 bambini. Infatti, ad iscriversi è soltanto lei e non la compagna. Ma questa iscrizione le consentirà di avere comunque accesso ai benefici concessi agli associati, come ad esempio scontistiche particolari nei supermercati o altri benefici. Ed è per questo motivo che la donna ha chiesto l'ingresso nell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose.
UN CAVALLO DI TROIA Ma siamo sicuri che non si tratti di un cavallo di Troia per iniziare ad aprire alle famiglie arcobaleno nell'associazione? Il presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose Caltabiano, alla Bussola è lapidario: «No, lo escludo categoricamente. Ci sono arrivate richieste di iscrizione di coppie omosessuali che chiedevano di iscriversi come coppia e lo abbiamo negato perché questo contrasta con la nostra carta dei valori. In questo caso si è iscritta una mamma da sola, ma la condicio sine qua non per noi invalicabile è la sottoscrizione della carta dei valori. Abbiamo chiesto alla donna per ben tre volte se fosse convinta di sottoscriverla e lei ci ha garantito che è così. A quel punto abbiamo ritenuto di dover procedere anche per non creare delle discriminazioni tra i bambini e soprattutto per ribadire che il nostro modo di difendere la famiglia non è quello delle crociate del tutti contro tutti, ma di promuovere in positivo i nostri valori e i bisogni delle famiglie». Dunque, con la sottoscrizione della carta dei valori, l'ingresso in associazione della donna ha avuto il semaforo verde. Questo anche perché, l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose per essere considerata una Aps (associazione di promozione sociale) è vincolata dal Ministero del Lavoro anche da una iscrizione che si considera libera, nel senso che può iscriversi anche chi non ha i requisiti statutari (in questo caso i 4 figli), ma condivide la carta dei valori. Basterà? C'è chi nutre dei forti dubbi, anche perché a molti è sembrata una breccia della galassia Lgbt per mettere un piede con qualche suo attivista dentro la vita dell'associazione. Evenienza esclusa categoricamente da Caltabiano, che è pronto ad ribadire come la donna non sia una attivista Lgbt, ma evenienza che in linea teorica non è esclusa a priori, ora che le porte si sono aperte anche per questa categoria.
UNA BRECCIA SI È APERTA «Ci sono tanti iscritti - ha proseguito Caltabiano - che sono separati e divorziati o addirittura delle coppie che non sono sposate, oppure ci sono famiglie ricostituite. La stessa che ha scritto la lettera inviata al blog non possiede i requisiti per entrare pienamente secondo l'articolo 1 (e ieri ha ricevuto i saluti dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose perché ha annunciato di non voler più rinnovare la tessera ndr)». Dunque, secondo Caltabiano non c'è alcun rischio che questa iscrizione possa costituire un cavallo di Troia negli equilibri associativi, «anche perché se dovessero esserci delle richieste che contrastano con lo statuto le respingeremo con forza». Nel frattempo, però è innegabile che una breccia si è aperta. La donna in questione è madre di tre bambini, ma sui social, con la sua compagna, non fa mistero del suo appartenere con orgoglio alle "famiglie Lgbt". Come faccia a condividere la carta dei valori risulta difficile e poco convincente, ma tant'è. Di sicuro, il suo ingresso ha provocato una forte turbolenza dentro un'associazione che meritoriamente, in questi anni ha cercato di trovare interlocuzioni con i governi - e con quest'ultimo in particolare - per la promozione dei bisogni e dei diritti delle cosiddette famiglie XL, in un periodo storico anti natalista dove tutto rema contro. Anche l'ideologia omosessualista portata avanti dalle "famiglie arcobaleno", che, almeno questa volta ha fatto una piccola breccia affacciandosi in un mondo finora del tutto precluso ad essa.
Nota di BastaBugie: Vittorio Lodolo D'Oria nell'articolo seguente dal titolo "Famiglie Numerose Cattoliche, le ragioni di una testimonianza" parla degli sviluppi nell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose dopo l'iscrizione di una lesbica. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 13 giugno 2025: A proposito alla presunta apertura dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose alle coppie omogenitoriali, riportata da Duc in altum e ripresa dalla Nuova Bussola Quotidiana, ritengo di poter apportare il mio contributo in qualità di presidente dell'associazione Famiglie Numerose Cattoliche. Quest'ultima nacque a seguito di un forte contrasto in seno al direttivo Associazione Nazionale Famiglie Numerose sulla questione dei famigerati DICO (2007), sostenuti da Rosi Bindi, che costrinse il vicepresidente di allora (Gianni Archetti) e il sottoscritto (portavoce nonché membro del direttivo) a lasciare l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose stessa perché in netta opposizione sulla questione dei DICO. Lo stesso presidente Associazione Nazionale Famiglie Numerose di allora, dichiarò alla stampa (Il Giorno 11.05.07) di non essere contrario ai DICO e passò la linea del «non siamo contrari ai DICO, ma siamo a favore della famiglia». La rottura in seno alla Associazione Nazionale Famiglie Numerose fu traumatica e i due dissidenti sopracitati chiesero un colloquio col cardinale Caffarra per sottoporgli il progetto di dare vita a una nuova associazione (Famiglie Numerose Cattoliche appunto) che facesse propri i principi non negoziabili e fosse in tutto rispettosa e osservante dei valori cattolici. L'alto prelato fu esplicito benedicendo le nostre intenzioni e il nostro progetto. Nel febbraio 2008 così nacque Famiglie Numerose Cattoliche che da subito non ebbe vita facile. Dopo pochi giorni dalla nascita ricevemmo una diffida (proprio da Associazione Nazionale Famiglie Numerose) dall'inserire, nel nome della nostra associazione, le parole "famiglie numerose", manco fossero state sotto copyright. Inutile dire che l'azzardata diffida non ebbe alcun seguito. Ben più demoralizzanti furono le lettere di alti prelati (di cui preferisco tacere i nomi per carità cristiana) che ci "invitavano" a desistere dalla nostra nuova impresa sostenendo che avremmo violato il diritto canonico (canone 300 sulle associazioni religiose). Ai nostri detrattori (laici e religiosi) però sfuggiva un fatto fondamentale: Famiglie Numerose Cattoliche non è una associazione religiosa, ma un'associazione di famiglie cattoliche. Tuttavia, per evitare polemiche sterili e soprattutto per lo statuto Famiglie Numerose Cattoliche che dichiara obbedienza cieca e assoluta alla Chiesa, proponemmo ai nostri interlocutori di metterci nero su bianco la richiesta di levare l'aggettivo "cattoliche" dal nostro nome. Strano, stiamo ancora aspettando quella lettera da almeno 15 anni. Questa introduzione serve a far capire che gli sviluppi in casa Associazione Nazionale Famiglie Numerose sono del tutto fisiologici, attesi e solitamente ambigui: «Non apriamo alla famiglia omogenitoriale, ma a una sola delle persone unite da vincolo». Oppure ancora: «Essendo Associazione Nazionale Famiglie Numerose una APS, siamo costretti a fare entrare tutti». E come se non bastasse: «Chi sottoscrive la carta dei valori entra a far parte di Associazione Nazionale Famiglie Numerose», dando così potere assoluto a un tratto di penna (la firma) che cancella la realtà e le differenze appiattendo tutto fino a omologare una famiglia omogenitoriale con figli (avuti chissà come). Che il presidente Alfredo Caltabiano - peraltro squisita persona - sia costretto ad arrampicarsi sugli specchi è dimostrato dalla stessa Carta dei valori dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose che mette al primo posto proprio la eterosessualità, citando niente di meno che il Dio della Genesi ("Uomo e donna li creò"). Con questa premessa diviene difficile per chiunque accogliere come socio effettivo, o semplicemente sostenitore, anche uno solo dei componenti della coppia dello stesso sesso. C'è infine la questione economica: se una famiglia XL volesse associarsi solo per fruire delle convenzioni con gli sponsor? Pare che tutto, ancora una volta, si risolva con la sottoscrizione della carta dei valori, tanto nessuno ne verifica il rispetto. Per tutte queste ragioni la Famiglie Numerose Cattoliche ha optato per la difficile scelta di rinunciare a percepire quote associative, sponsorizzazioni, 5 per mille e a trasformarsi in APS, confidando unicamente sulla Provvidenza (donazioni spontanee e volontariato). Va da sé che gli associati sono alcune centinaia e non migliaia ma, come ha dimostrato la storia del cristianesimo, "l'essere pochi non è un ostacolo bensì condizione". Abbiamo preferito essere controcorrente (non "inclusivi" secondo il mainstream), nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze. L'inclusività a ogni costo ci pare da sempre una stentata omologazione che nasce da un delirio di onnipotenza del mainstream che vuole tutti uguali col solo scopo del controllo. Siamo decisamente poveri, ma orgogliosi di difendere la nostra identità e promuovere i nostri valori irrinunciabili e non negoziabili. Infine, mi dico certo e fiducioso che l'amico Caltabiano, presidente dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, saprà fare chiarezza al proprio interno, coinvolgendo gli associati nello scegliere bene chi associare, e voglia soprattutto mettere mano alla fondamentale applicazione della carta dei valori. Sono tempi duri per chi vuole chiarezza su certi temi e la stessa Chiesa ha ultimamente ingenerato non poca confusione in materia (ad esempio col recente documento Fiducia supplicans), ma sembra ora soffiare un vento diverso.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31 maggio 2025
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OMELIA CORPUS DOMINI - ANNO C (Lc 9,11-17)
Voi stessi date loro da mangiare
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Oggi celebriamo la solennità del Corpo e Sangue di Cristo. È dunque la festa dell'Eucaristia. L'Eucaristia è il dono per eccellenza, poiché è Gesù stesso che si dona a noi nelle sembianze di un po' di pane e di un po' di vino. Le letture di oggi ci aiutano a comprendere, per quanto è possibile, la grandezza di questo dono. La prima lettura ricorda la più antica figura di Cristo Sacerdote: Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo che, in ringraziamento a Dio per la vittoria ottenuta da Abramo, offre un sacrificio di "pane e vino". Questo sacrificio fatto a Dio del pane e del vino simboleggia il sacrificio dell'Eucaristia. E Melchisedek, questo misterioso personaggio di cui l'Antico Testamento non ci dà alcuna indicazione, è una prefigurazione, ovvero una anticipazione profetica, di Gesù Cristo vero Sacerdote che congiunge la terra al Cielo. Il Salmo responsoriale dice di Lui: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek». La seconda lettura ci presenta l'Istituzione dell'Eucaristia. San Paolo, scrivendo ai Corinzi, riporta il racconto dell'Ultima Cena di Gesù con i suoi Apostoli. Durante l'Ultima Cena avvenne il più grande miracolo, miracolo che si perpetua ad ogni celebrazione della Santa Messa: il pane muta di sostanza e diventa il Corpo di Cristo, e così pure il vino che si trasforma nel Sangue Preziosissimo del Redentore. L'Eucaristia che Gesù stringeva tra le sue mani durante l'Ultima Cena è lo stesso suo Corpo che a distanza di pochi giorni è stato immolato sulla Croce, ed è lo stesso Corpo che, ogni volta, riceviamo alla Comunione. Durante l'Ultima Cena, dunque, Gesù anticipò il Sacrificio che compì sul Calvario e disse agli Apostoli: «Fate questo in memoria di me» (1Cor 11,25). Fin dal suo sorgere, la Chiesa ha sempre obbedito a questo comando del Signore, celebrando la Messa ogni giorno. Non si tratta di un semplice ricordo di un avvenimento passato, in quanto l'Eucaristia rende presente, in modo sacramentale, lo stesso Sacrificio del Calvario. Anche il Vangelo di oggi parla dell'Eucaristia, di cui il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci è anch'esso un'anticipazione profetica. Gesù prende i pani, eleva gli occhi al cielo, li benedice, li spezza e li distribuisce. Tutti questi gesti saranno poi ripetuti durante l'Ultima Cena. Per compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù si servì dell'aiuto dei suoi Apostoli; per compiere invece il Miracolo Eucaristico, Gesù si avvale dei suoi sacerdoti, i quali sono come i suoi tesorieri. Il Vangelo dice che «tutti mangiarono a sazietà» (Lc 9,17). L'Eucaristia, soltanto l'Eucaristia, può saziare ogni nostro desiderio. Tutto il resto, anche le ricchezze e i beni di questo mondo, ci lasceranno sempre vuoti e insoddisfatti. Come proposito pratico, impegniamoci a partecipare con più amore all'Eucaristia domenicale e a ricevere spesso la Comunione. Ricordiamoci però che, per ricevere la Comunione, bisogna essere in grazia di Dio. Quindi, se uno è consapevole di essere in peccato mortale, deve prima confessarsi. In questi nostri tempi spesso si è pensato che questa norma fosse ormai decaduta, come qualcosa di superato. La Chiesa, invece, continua a ribadirla. L'ultimo Catechismo così riporta: «Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il Sacramento della Riconciliazione, prima di accedere alla Comunione» (CCC, n. 1385). Ciò significa che, per quanto grande possa essere il nostro pentimento, se si è in peccato mortale, bisogna prima confessarsi dal sacerdote. Anche il papa Giovanni Paolo II, in una sua lettera Enciclica, ha ripetuto questo insegnamento, dichiarando: «Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma [...] che, al fine di una degna ricezione dell'Eucaristia, si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale».
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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