BastaBugie n�931 del 25 giugno 2025
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L'FBI, SOTTO BIDEN, PERSEGUITAVA I CATTOLICI: SPUNTANO NUOVI DOCUMENTI
Ormai è provato che l'agenzia governativa spiava a scopo intimidatorio i cattolici contrari alle politiche Lgbt e abortiste del governo trattandoli come fossero estremisti violenti
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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COLORARE I MARCHI DI ARCOBALENO PER IL MESE DEL PRIDE NON PAGA
Mentre negli Usa colossi come Apple, IBM, HP, Paramount, Vogue nel 2025 hanno smesso di inchinarsi alla causa LGBT, in Italia continua il teatrino
Fonte: Provita & Famiglia
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SANTA CATERINA DA GENOVA, LA MISTICA CHE CONVERTI' SUO MARITO
Quando le donne dirigevano ospedali... senza bisogno delle quote rosa
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera
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CACCIATI VIA I SACERDOTI NON IN LINEA CON LO STILE DEL VESCOVO
A Torino il vescovo manda via tre sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato, eppure da quando c'erano loro le due parrocchie avevano visto rifiorire la fede
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IN TEXAS L'ABORTO VIA POSTA DIVENTA CRIMINE
In Italia invece, con la complicità del ministro della salute Roberto Speranza, vige il far west delle pillole abortive tra emorragie, infezioni e bugie legalizzate
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia
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LA GERMANIA CONTRO CHI NON PROFESSA LA FEDE ECOLOGISTA
Chi non si converte all'ambientalismo potrebbe essere espropriato della sua azienda
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone
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OMELIA SOLENNITA' SS. PIETRO E PAOLO (Mt 16,13-19)
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
Autore: Papa Benedetto XVI - Fonte: Sito del Vaticano
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L'FBI, SOTTO BIDEN, PERSEGUITAVA I CATTOLICI: SPUNTANO NUOVI DOCUMENTI
Ormai è provato che l'agenzia governativa spiava a scopo intimidatorio i cattolici contrari alle politiche Lgbt e abortiste del governo trattandoli come fossero estremisti violenti
Autore: Luca Volontè - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 6 giugno 2025
Tutto confermato: Joe Biden e l'FBI spiavano fedeli cattolici che dissentivano con il modello di "fede fluida" e di politiche Lgbt e abortiste dei democratici americani. Emerge sempre più come l'amministrazione Biden-Harris e l'FBI, agenzia all'epoca guidata da Christopher Wray, voleva instaurare una vera e propria persecuzione anticattolica negli Stati Uniti. Durante la precedente amministrazione, un documento noto come "Richmond Memo" fu distribuito dall'ufficio di Richmond ad altri uffici e dipendenti dell'FBI, fino allo scoppiare dello scandalo nel 2023, di cui scrivemmo su queste pagine in più occasioni. Wray e l'allora procuratore generale Merrick Garland furono convocati al Congresso per testimoniare, ma le informazioni che fornirono furono spesso insoddisfacenti; è presumibile che fossero entrambi ben consapevoli dello spionaggio a scopo intimidatorio nei confronti dei cattolici. A sostegno del nostro sospetto, martedì 3 giugno il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Chuck Grassley (R-Iowa), ha rivelato l'esistenza di altri documenti anticattolici, ispirati anche dalle informazioni infondate del Southern Poverty Law Center (SPLC), un'organizzazione di estrema sinistra e fortemente inaffidabile. Grassley ha anche rivelato l'esistenza di un secondo promemoria dello stesso tenore anticattolico del primo, sebbene non sia mai stato pubblicato.
PRESA DI MIRA DEI CATTOLICI Come affermato in un comunicato stampa dello stesso Grassley: «Secondo i documenti ottenuti la presa di mira dei cattolici da parte dell'FBI di Biden, basata su fonti di parte, era più diffusa di quanto si sapesse in precedenza. Grassley ha infatti scoperto che l'FBI ha prodotto almeno 13 documenti aggiuntivi e cinque allegati che utilizzavano una terminologia anticattolica e si basavano su informazioni provenienti dal Southern Poverty Law Center (SPLC), un'organizzazione di estrema sinistra radicale. Un agente dell'FBI ha ammesso via email: "Il nostro eccessivo affidamento all'SPLC per la designazione di odio [dei cattolici tradizionali] è... problematico". Un secondo promemoria dell'FBI, pubblicato da Grassley, fu redatto dall'ufficio di Richmond per la distribuzione a tutto il Bureau. La bozza del promemoria ribadiva l'infondato legame tra cattolicesimo tradizionale ed estremismo violento, ma non fu mai pubblicata a causa delle reazioni negative seguite alla divulgazione del promemoria di Richmond. L'esistenza di questo secondo promemoria contraddice la testimonianza dell'ex direttore dell'FBI Christopher Wray, secondo cui l'ufficio di Richmond aveva prodotto "un solo prodotto". Grassley sta sollecitando il direttore dell'FBI Kash Patel a continuare a produrre documenti relativi alle origini del Richmond Memo, nonché alla risposta fuorviante e ostruzionistica dell'ex direttore dell'FBI Christopher Wray alla supervisione del promemoria da parte di Grassley». In un'ampia lettera del presidente Grassley, datata 2 giugno 2025 e consegnata al direttore Kash Patel, si sottolinea di aver contattato Wray l'1 marzo 2023, il 24 agosto 2023, l'11 ottobre 2023 e il 31 gennaio 2024 ma «l'FBI, sotto la direzione di Wray, ha costantemente omesso di fornire risposte complete a queste richieste». Gli allegati alla lettera rivelano che gli analisti dell'ufficio di Richmond si erano consultati con gli uffici di Louisville (Kentucky), Portland (Oregon) e Milwaukee (Wisconsin) per raccogliere informazioni sui cattolici "tradizionalisti radicali" in preparazione del rapporto dell'ufficio di Richmond. Le conversazioni con la sede di Louisville avrebbero aiutato gli analisti di Richmond a concludere che le credenze del «cattolicesimo radicale-tradizionale» sono «paragonabili alla teologia islamista». Si sa meno di cosa sia stato discusso con le sedi di Portland e Milwaukee, ma il rapporto ha rilevato che gli analisti di Richmond hanno avuto conversazioni telefoniche con loro sull'argomento. Dopo che l'ufficio locale di Richmond ebbe prodotto il promemoria, il rapporto rivelò che era stato inviato anche ad altri uffici locali in tutto il Paese. Inoltre, è allegata un'e-mail interna dell'FBI, in cui si riconosceva che l'espressione «cattolico tradizionalista radicale» appariva in 13 documenti separati dell'FBI e in cinque allegati distribuiti in tutta l'agenzia.
IL MEMORANDUM DI RICHMOND Lo stesso presidente della Commissione ha ribadito di essere ancora più determinato, dopo l'emergere di tali nuove evidenze e comportamenti intollerabili, «ad andare a fondo del memorandum di Richmond e del disprezzo dell'FBI per la supervisione durante la scorsa amministrazione», per riportare l'FBI all'eccellenza e dimostrare ancora una volta che la giustizia può e deve essere amministrata in modo equo e imparziale, «indipendentemente dal fatto che siamo Democratici o Repubblicani, credenti o non credenti». Martedì 3 giugno, è stato lo stesso Grassley a pubblicare il testo della sua lettera al direttore dell'FBI sul suo account X. Il giorno seguente, mercoledì 4 giugno, l'account su X dei membri Repubblicani della Commissione giuridica del Senato ha condiviso anche un filmato di Fox News, in cui il giornalista Griff Jenkins ha sottolineato le molte «responsabilità nell'intera vicenda del precedente direttore dell'FBI Christopher Wray, tra le quali l'aver affermato sotto giuramento che si era trattato di "un incidente isolato"». Tutte le malefatte anticattoliche del "cattolico devoto" Joe Biden e delle sue truppe di "fedeli fluidi", tanto care a taluni cardinali e gesuiti progressisti americani, stanno emergendo e si vanno dimostrando l'accanimento e l'intolleranza di una cricca ben poco cristiana e tanto meno liberale. La scelta di Trump di mettere Kash Patel e Dan Bongino ai vertici dell'Fbi, ai limiti dell'eversione per i benpensanti, sta dando i suoi primi frutti: riforme e pulizia nell'agenzia e ristabilimento dell'uguaglianza davanti alla legge.
BIDEN SCATENA L'FBI CONTRO I CATTOLICI Svelato il documento interno che intende monitorare quelli che considera pericolosi ''estremisti'' cioè i cattolici pro-life, soprattutto se pregano il Rosario e vanno alla Messa in latino di Luca Volontè https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7321
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 6 giugno 2025
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COLORARE I MARCHI DI ARCOBALENO PER IL MESE DEL PRIDE NON PAGA
Mentre negli Usa colossi come Apple, IBM, HP, Paramount, Vogue nel 2025 hanno smesso di inchinarsi alla causa LGBT, in Italia continua il teatrino
Fonte Provita & Famiglia, 18 giugno 2025
Mentre negli Stati Uniti qualcosa si muove e diverse grandi aziende sembrano finalmente rinunciare al "logo arcobaleno" per il mese del Pride, in Italia si continua a marciare nella direzione opposta. Secondo quanto riportato su X (ex twitter) dal giornalista americano Benny Johnson, colossi come Apple, IBM, HP, American Airlines, Paramount e persino Vogue nel 2025 non hanno colorato i loro loghi a sostegno della causa LGBT, come invece avevano fatto nel 2024. Un segnale importante, che indica come negli USA si stia ridimensionando quella pressione ideologica che per anni ha imposto la sottomissione al pensiero unico arcobaleno in nome del marketing e del conformismo culturale.
IL RAINBOW MARKETING SI SGONFIA DOVE È PIÙ MATURO IL DISSENSO Negli Stati Uniti, dove l'attivismo Lgbt ha trovato per decenni terreno fertile, cresce oggi un rifiuto trasversale verso l'imposizione ideologica che si cela dietro il Pride Month. Sempre più consumatori, infatti, scelgono di boicottare i marchi che usano la causa LGBT per propaganda, mentre alcuni investitori iniziano a mettere in discussione la redditività di certe scelte identitarie. In questo contesto, la mancata trasformazione dei loghi da parte di aziende come Apple e IBM non è solo un dettaglio grafico: è un segnale culturale. Significa che anche nel mondo economico si comincia a intuire che sostenere l'agenda gender, a scapito della libertà, della realtà e del buonsenso, può non pagare più.
IN ITALIA INVECE LA PROPAGANDA CONTINUA INDISTURBATA E mentre oltreoceano il vento cambia, in Italia la musica resta sempre la stessa. Su X - tanto per citare alcuni esempi - i profili ufficiali in lingua italiana di WindTre, Fastweb e persino Tim hanno deciso di modificare il proprio logo con i colori dell'arcobaleno. Si tratta di scelte politiche, non neutre, che prendono posizione a favore di un'ideologia che spesso calpesta la libertà educativa delle famiglie, ridicolizza chi difende la verità biologica e promuove la confusione tra i più giovani. In un Paese in cui i genitori non sono nemmeno consultati quando nelle scuole si propongono percorsi su identità fluida, carriera alias e educazione sessuale precocissima (come stiamo denunciando con la nostra Campagna "Mio Figlio no - Scuole libere dal Gender") vedere certi colossi piegarsi ancora a questo clima ideologico è un insulto al buonsenso. Negli USA si affaccia la speranza. In Italia, invece, la battaglia per la libertà e per la verità è più che mai urgente.
Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Los Angeles, niente cambio di sesso per minori" svela che il Children's Hospital di Los Angeles ha annunciato che da fine luglio non procederà più ad interventi di "cambio" di sesso sui minori. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 18 giugno 2025: Il Children's Hospital di Los Angeles ha annunciato che il 22 di luglio chiuderà la sua "clinica di genere", ossia quella struttura interna all’ospedale dedicato al "cambio" di sesso dei minori, ossia mutilazioni di genitali e somministrazione di bloccanti della pubertà. Nel suo comunicato stampa si può leggere: «I membri del team del centro sono rimasti addolorati nell'apprendere la decisione dai dirigenti dell'ospedale, i quali hanno sottolineato che non è stata presa alla leggera, ma è il risultato di un'attenta valutazione legale e finanziaria degli impatti sempre più gravi delle recenti azioni amministrative e delle politiche proposte». A cosa si riferisce l’ospedale pediatrico? Il 28 gennaio Trump ha firmato un ordine esecutivo dal titolo Proteggere i bambini dalle mutilazioni chimiche e chirurgiche in cui si affermava: «Oggi, in tutto il Paese, i professionisti sanitari stanno mutilando e sterilizzando un numero crescente di bambini facilmente influenzabili, con la falsa affermazione che gli adulti possano cambiare il sesso di un bambino attraverso una serie di interventi medici irreversibili. Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra Nazione e deve cessare. Innumerevoli bambini si pentono presto di essere stati mutilati e cominciano a comprendere l'orribile tragedia di non poter mai concepire figli propri o nutrirli attraverso l'allattamento al seno. Inoltre, le spese mediche di questi giovani vulnerabili potrebbero aumentare nel corso della loro vita, poiché spesso si trovano intrappolati in complicazioni mediche permanenti, in una guerra persa con il proprio corpo e, tragicamente, nella sterilizzazione. Di conseguenza, la politica degli Stati Uniti è quella di non finanziare, sponsorizzare, promuovere, assistere o supportare la cosiddetta "transizione" di un bambino da un sesso all'altro e di far rispettare rigorosamente tutte le leggi che proibiscono o limitano queste procedure distruttive e che cambiano la vita».
Fonte: Provita & Famiglia, 18 giugno 2025
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SANTA CATERINA DA GENOVA, LA MISTICA CHE CONVERTI' SUO MARITO
Quando le donne dirigevano ospedali... senza bisogno delle quote rosa
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Radio Roma Libera, 9 giugno 2025
Santa Caterina nacque a Genova il 5 aprile 1447, ultima di cinque figli. Suo padre era Giacomo Fieschi, di un'illustre famiglia ligure, che diede alla Chiesa due Papi, Innocenzo IV e Adriano V. La profonda vita interiore di Caterina sbocciò all'età di tredici anni. Si sentiva attratta dal convento, ma obbedendo ai genitori, sposò, nel 1463, a sedici anni, Giuliano Adorno, di una famiglia che a Genova era altrettanto ricca e importante della sua. Il marito si dimostrò però un uomo dalla vita sregolata, che sperperò i beni familiari nel gioco d'azzardo e la maltrattò, rendendola infelice. Caterina abbandonò la sua vocazione e condusse per molti anni la vita di una donna che cercava rifugio alla sua amarezza nel mondo. Ernest Hello fa un'osservazione che ci fa riflettere, perché si applica alla vita di tante anime chiamate alla santità, che non devono scoraggiarsi nei momenti in cui sembrano trovarsi sull'orlo dell'abisso.: "C'è nella vita dei santi contemplativi, una serie di false partenze a noi assolutamente inintellegibili. Esitano, brancolano, si sbagliano, avanzano, indietreggiano, cambiano strada. Sembra che perdano tempo. Le vie insondabili per cui sono attratte sembrano d'infinita lunghezza. Ci si chiede perché lo Spirito che le guida non indichi loro immediatamente la strada, corta e diritta, per il traguardo. Perché? La domanda è senza risposta". Dopo anni di errori, nell'anima confusa di Caterina scese un improvviso raggio di sole. Il 20 marzo 1473, recatasi alla chiesa di san Benedetto, per confessarsi, inginocchiandosi davanti al sacerdote, "ricevette - come ella stessa scrive - una ferita al cuore, d'un immenso amor di Dio", con una visione così chiara delle sue miserie e dei suoi difetti e, allo stesso tempo, della immensa bontà divina, che quasi ne svenne. Fu una di quelle numerose estasi o rapimenti mistici che si ripeteranno anche in seguito. Caterina prese la decisione che orientò tutta la sua vita, espressa nelle parole: "Non più mondo, non più peccati". Ebbe l'orrore del peccato e comprese la bellezza della grazia divina. Aveva ventisei anni, ma si abbandonò in modo così totale nelle mani del Signore da vivere, per i successivi venticinque anni - come ella scrive - "senza mezzo di alcuna creatura, dal solo Dio istruita et governata" (Libro de la Vita mirabile et dottrina santa, 117r-118r).
LA CONVERSIONE DEL MARITO Primo effetto di questa svolta spirituale fu la conversione del marito Giuliano, che entrò nei Terziari Francescani. Non avevano figli. Di comune accordo, lasciarono la loro grande dimora e si ritirarono in una casa molto più modesta vicino all'ospedale di Pammatone, il più grande complesso ospedaliero genovese, nel quale Caterina iniziò a servire come sguattera e divenne poi direttrice, caso raro a quel tempo per una donna. La sua esistenza fu dunque totalmente attiva, nonostante le grazie mistiche che riceveva e la profondità della sua vita interiore. Attorno a lei si formò un gruppo di fedeli discepoli, tra i quali di distinse il notaio genovese Ettore Vernazza, sposato con tre figlie, ma che, come lei scelse di seguire interamente il Signore, servendo gli ammalati. Insieme fondarono a Genova, nel 1497, la Compagnia del Divino amore, prima di una rete spirituale di confraternite, che presto avrebbe coperto l'Italia. L'associazione era composta soprattutto di laici, che in segreto, si dedicavano ad un fervente apostolato nei confronti di poveri, malati e infermi, ma soprattutto a radicare nell'unione dei cuori, "il divino amore, cioè la carità". Fra le prove per le quali Dio fece passare Caterina, fu quella di non trovare spesso persona che potesse comprenderla e consigliarla. Negli ultimi anni della sua vita patì una malattia straordinaria alla quale i medici non potevano trovar rimedio. Era come un martirio continuo. Nelle feste dei santi sentiva tutti i dolori che questi santi avevano sofferto. Negli ultimi tempi non poteva prendere altro cibo che la Santa Comunione, ricevuta ogni giorno, cosa allora non comune.
PATRONA SECONDARIA DEGLI OSPEDALI ITALIANI La morte "dolce e soave e bella" arrivò il 15 settembre 1510, quando aveva 63 anni. Fu sepolta nella chiesa della Santissima Annunziata a Genova, oggi nota come chiesa di Santa Caterina da Genova. Fu proclamata beata nel 1675 da papa Clemente X e canonizzata nel 1737 da papa Clemente XII. Nel 1943, Pio XII la dichiarò patrona secondaria degli ospedali italiani. La sua Vita, il Dialogo spirituale e il Trattato del purgatorio, sono le opere che ne compendiano la profonda dottrina. Parlando ai suoi figli spirituali disse: "Se parlo dell'amore mi pare di insultarlo, tanto le mie parole sono lontane dalla realtà. Sappiate solo che se una goccia di ciò che contiene il mio cuore cadesse nell'Inferno, l'inferno sarebbe cambiato in Paradiso". L'influenza spirituale di santa Caterina da Genova e delle Compagnie del Divino Amore fu più profonda di quanto ella avrebbe mai potuto immaginare. Alla Compagnia del Divino Amore di Roma, appartenne e si alimentò san Gaetano di Thiene, fondatore dei Teatini, il primo istituto religioso di sacerdoti che, pur professando i voti religiosi, non facevano vita conventuale, ma svolgevano il loro apostolato nel mondo. Al loro modello di vita religiosa si ispirarono, nel XVI secolo, i Barnabiti di sant'Antonio Zaccaria, i Somaschi di san Girolamo Emiliani, e i Ministri degli Infermi di san Camillo de' Lellis, inaugurando nella Chiesa, l'esperienza dei "chierici regolari", caratterizzata dalla ricerca della perfezione evangelica nell'equilibrio tra la contemplazione e l'azione. Le regole dei chierici regolari prevedevano che essi non potessero essere "questuanti", ovvero che non potessero domandare sostegno finanziario, ma dovessero vivere solo di ciò che ricevevano senza chiedere. Ciò sviluppò nella loro congregazione ed in altre, quell'abbandono alla Divina Provvidenza, che contraddistingue la spiritualità italiana. Caterina da Genova, la santa del Divino Amore, può essere considerata, all'alba del Cinquecento, la madre spirituale di una invisibile corrente di santità che salvò l'Italia dai veleni dell'umanesimo e del luteranesimo, riverberandosi nei secoli successivi fino ai nostri giorni.
Fonte: Radio Roma Libera, 9 giugno 2025
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CACCIATI VIA I SACERDOTI NON IN LINEA CON LO STILE DEL VESCOVO
A Torino il vescovo manda via tre sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato, eppure da quando c'erano loro le due parrocchie avevano visto rifiorire la fede
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12 giugno 2025
«Non in linea con lo stile pastorale della diocesi». È con questa risibile motivazione che il vescovo di Torino Roberto Repole ha interrotto la convenzione che la Chiesa di Torino aveva da molti anni con i sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato (IVE). Non ha chiesto alla Congregazione, commissariata per motivi che esulano dal caso in questione, di avere altri sacerdoti, ma ha chiuso sic et simpliciter un'esperienza che a detta dei numerosi fedeli delle parrocchie di Maria Madre della Chiesa e del beato Piergiorgio Frassati, era fruttuosa in termini di vita spirituale. Anzi, più che fruttuosa. «Da quando sono arrivati i Padri dell'IVE - ha spiegato alla Bussola uno dei parrocchiani, Piergiorgio Ferrero - ho visto la mia Parrocchia rinascere. Maggior afflusso alla Messa, asilo con bambini entusiasti, scuola parentale, oratorio, famiglie lontane si sono riavvicinate alla fede, aumento delle confessioni con disponibilità quotidiana, adorazione quotidiana e venerdì tutto il giorno, Rosario quotidiano, formazione alle famiglie, Chiesa sempre aperta, esercizi spirituali di S. Ignazio di Loyola, gruppo pensionati, centro di ascolto, visita settimanale agli ammalati gravi, formazione alla Consacrazione a Maria secondo S. Luigi Grignion de Montfort, formazione settimanale dei giovani adolescenti, universitari e lavoratori, 10 vocazioni più 60 nell'Ordine Terziario. Quante altre Parrocchie hanno dato gli stessi frutti?». Effettivamente è una domanda che non ha nulla di retorico. Il caso di Torino ha dell'eclatante e mostra bene come in nome di una ideologia progressista non ci si faccia scrupolo a distruggere il bello che nasce. Da quanto risulta alla Bussola, infatti, un gruppo di laici iper-progressisti ha cominciato ad attaccare i sacerdoti e l'arcivescovo ha obbedito senza colpo ferire all'ordine di mandarli via impartitogli da qualche monsignore di curia stranamente zelante.
LA PROTESTA DEI FEDELI Infatti, quando nei giorni scorsi si è svolta un'affollata e agguerrita assemblea parrocchiale nelle due chiese, i fedeli si sono sentiti rispondere da un emissario di curia queste testuali parole: «Perché non sono in sintonia con il Vescovo. Quando abbiamo chiesto perché non erano in sintonia non ci hanno risposto, facendoci infuriare, ovviamente», ha spiegato Ferrero. La protesta dei fedeli non finisce qui, ma da qualche giorno è attiva su internet, dove è stata aperta una petizione on line volta proprio a chiedere al cardinale Repole di ripensarci. «Al momento siamo già ad un migliaio di firme di parrocchiani. Inoltre, abbiamo inviato molte testimonianze alla mail dell'Arcivescovado». Nel sito c'è la possibilità di firmare a favore dei tre sacerdoti dell'IVE, i quali, hanno incassato obtorto collo la decisione di Repole e si prepareranno dunque a fare le valige. Anche pubblicamente non hanno intenzione di sollevare polveroni, fedeli alla consegna tipica di molte Congregazioni di andarsene in punta di piedi così come si era arrivati. Ma l'amarezza è palpabile, anche perché non ci sono delle accuse specifiche rivolte a loro, ma solo una generica presa di distanza dal loro stile. Lo stile ecclesiale, appunto. Questo misterioso ircocervo capace di polarizzare le comunità e creare delle vere e proprie ferite tra i parrocchiani mentre tutto intorno deve per forza parlare di comunione e di unità. Di solito parla di "stile ecclesiale" chi non ha altri argomenti di fronte all'evidenza.
LA SANA DOTTRINA CATTOLICA «I Padri IVE celebrano regolarmente la Messa in Novus Ordo. Mai una parola contro il Papa - conclude Ferrero -. Mai una parola contro Il Concilio Vaticano II. Catechesi senza mai una virgola al di fuori del Catechismo, quello ultimo di Ratzinger. Allora perché non in sintonia? Perché indossano la talare? Perché recitano la preghiera a S. Michele Arcangelo di Leone XIII alla fine della Messa e perché San Michele gli dà così fastidio? Perché predicano i Novissimi (morte, giudizio, inferno e Paradiso) ormai dimenticati nella predicazione? Perché i fedeli chiedono la Comunione nella bocca? Perché sono poco ecologici e si dimenticano di predicare la raccolta differenziata? Perché non mettono la bandiera arcobaleno davanti alla Chiesa? Perché sono poco aperti al dialogo interreligioso e non mandano i bambini a pregare in moschea come è successo a Treviso? Perché sono troppo concentrati nella salvezza eterna delle anime? Non ci è dato di saperlo». Ma è evidente che tutti questi aspetti, che pure fanno parte della sana dottrina cattolica, oggi sono visti con fastidio da certi vescovi, e soprattutto se tutto questo non fa altro che attirare a sé famiglie, giovani e nuove vocazioni. Del resto, non era stato Papa Francesco ad aver più volte espresso i suoi dubbi su tutte quelle realtà che crescevano troppo in devozione, adombrando che avessero qualcosa di sbagliato da nascondere? In fondo Repole non fa altro che adeguarsi a quelle che sono le linee guida del pontificato scorso. C'è solo da sperare che col nuovo pontificato di Leone XIV queste "linee guida ammazza parrocchie" siano presto cancellate.
Nota di BastaBugie: Francesco Agnoli nell'articolo seguente dal titolo "Via l'IVE da Torino? Il popolo di Dio non ci sta" racconta che i sacerdoti sono pronti all'obbedienza, ma i fedeli non si rassegnano a una scelta "divisiva" da parte della diocesi. La vicenda potrebbe concludersi ben diversamente, con un messaggio di pacificazione e unità, parole chiave del nuovo pontificato. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 18 giugno 2025: La vicenda che riguarda le due comunità cattoliche di Torino affidate ai sacerdoti dell'Istituto del Verbo Incarnato (IVE) che dovranno lasciarle - raccontata su questo giornale da Andrea Zambrano - ha fatto giustamente il giro del web, sollevando scoramento, delusione ed anche rabbia. Conoscendo la storia da vicino, mi sento chiamato ad intervenire, non senza provare ad inquadrare questo specifico fatto nella vita generale della Chiesa di oggi. Veniamo da un tempo di grandi tribolazioni e di forti lacerazioni. I signori cardinali, nelle congregazioni generali, hanno ripetuto quasi all'unisono di sentire un'esigenza che papa Leone XIV sta accogliendo con tutto il suo cuore: è il tempo della misericordia, è il momento di ricucire gli innumerevoli strappi che sono stati fatti in questi anni da chi ha applicato l'ideologia all'interno della chiesa: tu sei indietrista, tu sei troppo tradizionale, tu sei pelagiano, tu sei qui, tu sei lì... Anatemi e scomuniche, una dopo l'altra, in mezzo a discorsi sull'inclusione, l'apertura, la sinodalità. Una scissione totale tra realtà e parole, tra azioni e prediche. Quanti sacerdoti, un tempo stimati, e persino quanti ordini religiosi, sono stati perseguitati in questo modo, senza accuse specifiche, senza aver commesso alcuna colpa, ma perché rei di non essere "in sintonia" con questa o quella opinione del loro superiore. Se un tempo vigeva il detto in necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas, oggi non si sa più cosa sia l'unità sull'essenziale, non si accettano dubbi di alcun genere, e la carità è calpestata come avviene nella vita politica, dove la contrapposizione e la guerra sono la norma, non solo tra partiti diversi, ma anche tra correnti di uno stesso partito. Ma la Chiesa non è un piccolo partito litigioso, non può essere questo! Parlando alla Curia, ai cardinali, al clero di Roma, Leone XIV invita proprio ad una vera fraternità in Cristo: il suo motto, «In Illo uno unum», significa che «nell'unico Cristo siamo uno». Solo così, come testimoni di una Verità salvifica, nell'amore fraterno, la Chiesa può davvero cambiare il mondo, ed essere "credibile". Personalmente ho conosciuto piuttosto bene i padri che guidano le chiese Maria Madre della Chiesa e Beato Pier Giorgio Frassati e li ho visti in azione con le loro comunità: tanti giovani, tanto entusiasmo, preghiera, giochi, canti, amicizia... Ho visto dei Giovanni Bosco sorridenti e premurosi, attenti alle esigenze spirituali e materiali dei loro parrocchiani. Se l'albero si vede dai frutti, quelle due parrocchie torinesi sono vigne che hanno prodotto e producono frutti abbondanti, oasi di pace e di fraternità nella fede in Cristo, in un tempo di languore e solitudine. «I padri sono pronti all'obbedienza, come sempre, ma siamo noi che non ci rassegniamo», mi ha confidato uno dei fedeli, «per il semplice fatto che si abbandona un gregge, numeroso e motivato, lasciandolo senza pastori. Perché scandalizzare così tanta gente che è tornata alla fede grazie a questi padri, o altri che si sono avvicinati da poco e stanno intraprendendo un percorso che, in questo modo, verrebbe brutalmente troncato? E perché fare una scelta così divisiva e dura, senza neppure ascoltarci, senza dare una sola motivazione vera, grave, oggettiva? Le pseudo-spiegazioni che ci sono state fornite, con imbarazzato, ci hanno indignato». Nel suo racconto, come in quello di molti altri, c'è un senso di scoramento e l'impressione che dietro l'accusa generica (mancanza di sintonia con la diocesi), si celino anche divergenze di opinioni con questo o quel personaggio locale, ma anche, e forse soprattutto, gelosie ed invidie, non rare tra gli stessi pastori, di cui il cardinal Repole potrebbe non essere a conoscenza. «Da quello che ho potuto capire», mi dice un altro fedele, che sta organizzandosi con un gruppo consistente di persone per farne sentire la voce, «il vescovo Repole non è il vero autore di questa decisione, ma poiché lui è il responsabile ultimo, poiché è in un certo senso nostro padre, è a lui che chiediamo con insistenza di ascoltarci, di accogliere una supplica filiale: si vogliono proprio dei cambiamenti? Accogliamo volentieri il nuovo parroco, ma chiediamo quantomeno che i padri possano continuare ad affiancarlo, prendendosi così cura di noi, dei nostri figli, dei nostri anziani e dei nostri malati, come stanno facendo da anni! Cosa c'è che non può essere accolto, che deve essere rigettato con sdegno o nel silenzio, in questa nostra richiesta?». Ascoltando queste parole, viene da pensare che proprio da Torino, proprio dal cardinal Repole, potrebbe partire un messaggio di pacificazione per tutta la Chiesa italiana: nelle nostre diocesi, fatta salva l'unità nella fede in Cristo e nella Chiesa, c'è spazio per tutti, che amino il nuovo rito o l'antico, che prediligano questo o quel carisma... e c'è spazio per una vera sinodalità, un vero camminare insieme, che non consiste nel mettere ai voti la Rivelazione di Cristo, nello stabilire se oggi sia venuto il tempo di cambiare insegnamenti evangelici ritenuti "datati", ma, per esempio, nel saper ascoltare, da parte delle gerarchie ecclesiastiche, le legittime richieste del popolo di Dio.
L'INGIUSTO COMMISSARIAMENTO DELL'ISTITUTO DEL VERBO INCARNATO (IVE) I delegati pontifici hanno pieni poteri di governo inclusa la modifica delle Costituzioni e il congelamento delle nuove vocazioni per distruggere l'istituto di Giano Colli https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8081
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12 giugno 2025
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IN TEXAS L'ABORTO VIA POSTA DIVENTA CRIMINE
In Italia invece, con la complicità del ministro della salute Roberto Speranza, vige il far west delle pillole abortive tra emorragie, infezioni e bugie legalizzate
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia, 23 maggio 2025
Una sanzione esemplare, pari a 100.000 dollari, sarà comminata a chiunque produca, spedisca o distribuisca pillole abortive in Texas. È quanto prevede un disegno di legge che il Senato dello Stato americano si prepara ad approvare per vietare l'aborto farmacologico e, soprattutto, andare incontro ai diritti delle donne di essere non solo correttamente informate sui gravissimi danni che le pillole portano, ma anche e soprattutto ad essere protette proprio da questi rischi, oltre che proteggere i nascituri nel grembo materno. Se da un lato tale disegno di legge - dal nome HB2880 - non prevede sanzioni penali, dall'altro consentirà ai singoli cittadini di intentare cause contro chiunque violi la nuova normativa, compresi i produttori di pillole abortive. Esso amplia dunque di fatto il noto Texas Heartbeat Act, secondo il quale un aborto non può essere eseguito dopo la rilevazione del battito cardiaco del feto, che come insegna la stessa scienza, si può già ascoltare intorno al ventunesimo giorno di gestazione.
GLI EFFETTI COLLATERALI DEVASTANTI DELLE PILLOLE Più nello specifico tutto parte da quando, lo scorso dicembre, la dottoressa abortista newyorkese Margaret Carpenter è stata sorpresa a spedire pillole abortive ad alcune donne in Texas. Di qui un giudice, dopo averla sanzionata con una multa di 100.000 dollari, le ha ingiunto di cessare le spedizioni. E ancora, all'inizio di quest'anno tre persone sono state arrestate con l'accusa di favorire l'aborto illegale, in quanto gestivano una rete di attività che praticava illegalmente aborti nell'area nordoccidentale di Houston. «Si tratta di pillole che vengono spedite in Texas direttamente alle donne, spesso senza istruzioni, senza richiedere la presenza di un medico e senza prevedere cure di follow-up», ha dichiarato il senatore Bryan Hughes, primo firmatario del disegno di legge. Pertanto «finora non siamo stati in grado di proteggere le donne», ha affermato con amarezza ancora il senatore, nella consapevolezza che il nuovo disegno di legge «è una dichiarazione forte su queste pillole e sui loro danni per i bimbi non nati e per le donne». In uno studio recente, dal titolo The Abortion pill harms women ("La pillola abortiva danneggia la donna") pubblicato dall'Ethics and Public Policy Center (EPPC), sono stati ribaditi i danni delle pillole abortive, dunque ormai consolidati nella letteratura scientifica, per quanto gli stessi vengano puntualmente ignorati o del tutto trascurati dagli abortisti. Nello studio in oggetto i ricercatori hanno infatti analizzato i dati pervenuti riferiti a «eventi avversi gravi», derivanti dall'assunzione di mifepristone e hanno riscontrato un tasso di eventi avversi 22 volte superiore rispetto a quello attualmente indicato dalla Food and Drug Administration (FDA). Tra queste complicazioni figurano in special modo emorragie, infezioni, sepsi, trasfusioni e ospedalizzazioni.
E IN ITALIA? Per quanto in Italia la pillola del giorno dopo e la pillola dei cinque giorni dopo non giungano tra i banchi di scuola in dono per le minorenni, come purtroppo accade ad esempio nel Regno Unito, esse sono comunque oggetto di una martellante propaganda ideologica anche da parte di numerosi professionisti dei consultori delle Asl, allorquando si recano soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado per i corsi di educazione alla sessualità. Così, in nome del "sesso sicuro", si spalancano le porte alla potenziale morte di un bimbo appena concepito nelle sue prime settimane nel grembo materno. Infatti quando la dose ormonale assunta non riesce a impedirne il concepimento interviene sull'annidamento, impedendone la crescita una volta giunto dalle tube all'utero, sua prima casa. Questo il potenziale effetto più atroce, di cui purtroppo ancora oggi tante donne e ragazze sono spesso quasi del tutto inconsapevoli. Relativamente agli effetti collaterali di tali pillole sulla salute della madre vi sono non solo quelli in ambito cardiocircolatorio rilevati anche dallo studio poc'anzi menzionato, ma anche quelli legati all'infertilità, a quella stessa salute riproduttiva che pure si presume ingannevolmente di voler preservare proprio assumendo tali "bombe ormonali". Tra l'altro in piena pandemia, nel nostro Paese, l'allora Ministro della Salute Roberto Speranza si premurò di diramare nuove linee guida anche nel merito della RU486, che può così essere assunta senza ricovero obbligatorio, anche in day hospital e fino alla nona settimana di gestazione. In questo modo il SSN si deresponsabilizza ulteriormente e si compie un altro passo verso un'ulteriore privatizzazione dell'aborto, da cui scaturisce un lutto e un dolore lancinante che grava tragicamente sulla salute psicofisica della madre che assume questa pillola.
Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "La Pillola abortiva: dati drammatici sui danni alla salute delle donne" parla degli effetti drammatici dell'aborto farmacologico, sempre più diffuso grazie alla pillola abortiva mifepristone (RU486). Ecco l'articolo completo pubblicato su Provita & Famiglia il 22 maggio 2025: L'aborto farmacologico, sempre più diffuso grazie alla pillola abortiva mifepristone (RU486), si presenta come una falsa e drammatica bugia, ovvero una soluzione rapida e indolore per la fine di una gravidanza. Tuttavia, un recente studio ha lanciato un campanello d'allarme sulle reali implicazioni di questa pratica, svelando dati eloquenti. La ricerca, condotta dall'Ethics and Public Policy Center (EPPC), ha analizzato oltre 865.000 richieste di rimborso sanitario tra il 2017 e il 2023, rivelando che ben il 10,93% delle donne che utilizzano la pillola abortiva sperimentano eventi avversi gravi entro soli 45 giorni dall'assunzione. Questo dato è particolarmente allarmante se paragonato alla percentuale di eventi avversi gravi riportata sull'etichetta approvata dalla FDA, che si attesta su una cifra irrealisticamente bassa. I risultati dello studio, come detto, sono allarmanti: tra le donne che hanno assunto la pillola abortiva, oltre il 4,7% ha dovuto recarsi al pronto soccorso a causa di complicazioni. Più del 3,3% ha subito emorragie significative, mentre oltre l'1,3% ha contratto infezioni. Non solo: alcune donne hanno avuto bisogno di trasfusioni di sangue e sono state ricoverate in ospedale a causa di complicazioni derivanti dall'aborto farmacologico. In alcuni casi, sono stati registrati casi di sepsi, una condizione grave e potenzialmente letale, che aggiunge ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza della pillola abortiva. Ciò che rende ancora più inquietante questo scenario è l'aumento della percentuale di eventi avversi gravi negli ultimi anni. Nel 2023, la percentuale è salita addirittura all'11,2%, un dato che solleva interrogativi inquietanti sulla presunta efficacia e sulla sicurezza di questo tipo di aborto, che viene spesso presentato come una soluzione semplice e indolore. L'incremento delle complicazioni evidenzia chiaramente come l'uso di questa pillola, soprattutto in un contesto meno regolamentato e con un accesso sempre più facile, stia comportando rischi maggiori di quelli precedentemente indicati negli studi clinici. Nonostante la crescente evidenza dei pericoli legati all'aborto farmacologico, le voci che tentano di minimizzare questi rischi non mancano. Alcuni medici, come quelli intervistati dal Guardian, hanno criticato la metodologia dello studio, sostenendo che alcuni eventi comuni, come il sanguinamento vaginale durante l'aborto, sono stati erroneamente classificati come eventi avversi gravi. Una critica palesemente ideologica che parla da sé e che non cancella la gravità dei dati presentati. Il sanguinamento e le infezioni non sono fenomeni trascurabili e vanno trattati con serietà, soprattutto quando riguardano la salute di donne che potrebbero trovarsi a dover affrontare complicazioni ancora più gravi. Inoltre, va sottolineato che lo studio è stato condotto su una vasta base di dati, con una ricerca approfondita che ha esaminato numerosi casi di complicazioni, e i risultati non possono essere ignorati. La pillola abortiva mifepristone, dunque, viene promossa come una soluzione semplice e sicura, ma i numeri raccontano una storia diversa, una storia che merita di essere ascoltata, per informare davvero e correttamente le donne. L'aborto farmacologico, quindi - contrariamente alla narrazione mainstream comune - non è privo di rischi e potrebbe, anzi, essere ben più pericoloso di quanto suggerito dalle istituzioni che ne promuovono l'uso. Mentre le lobby pro-aborto continuano a difendere l'accesso libero alla pillola abortiva, la salute delle donne sembra essere messa in secondo piano. È fondamentale che ogni donna sia pienamente consapevole dei rischi che corre e che le politiche pubbliche riflettano questa consapevolezza. In un mondo in cui il rispetto per la vita dovrebbe essere al centro di ogni decisione, è inaccettabile che si promuovano soluzioni che mettono a rischio la salute e la vita delle donne. La pillola abortiva non è la risposta, non lo è mai e mai lo sarà e i dati che emergono da questo studio devono servire da monito per un cambiamento radicale nelle politiche sanitarie. Ogni donna merita di essere protetta, di ricevere il massimo supporto e di sapere che il suo benessere fisico e psicologico viene messo al primo posto. È ora, quindi, di fare chiarezza e di smettere di ignorare le reali conseguenze di questa pratica: non solo l'omicidio di un innocente, di una vita umana, ma anche i pericoli per la salute delle madri. Il benessere delle donne non può essere sacrificato in nome di una falsa promessa di "soluzione semplice".
Fonte: Provita & Famiglia, 23 maggio 2025
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LA GERMANIA CONTRO CHI NON PROFESSA LA FEDE ECOLOGISTA
Chi non si converte all'ambientalismo potrebbe essere espropriato della sua azienda
Autore: Manuela Antonacci - Fonte: Sito del Timone, 24 giugno 2025
A Berlino, chi non rispetta l'agenda green rischia di perdere la propria azienda. Questo è ciò che prevede la nuova legge promossa dall'Unione Cristiana Democratica (CDU) e dal Partito Socialdemocratico (SPD) al Senato. Sotto il nome di Vergesellschaftungsrahmengesetz (legge quadro sulla collettivizzazione), la coalizione ha creato uno strumento che consentirebbe allo Stato di espropriare le aziende private se, secondo le autorità politiche, non riescono a raggiungere gli obiettivi climatici o investono "troppo poco" nell'interesse pubblico. L'iniziativa, annunciata dai Dirk Stettner, portavoce del CDU e Raed Saleh, capogruppo dell'SPD, prevede che questo criterio possa essere applicato alle aziende, non solo per questioni di trasparenza, come dovrebbe normalmente essere, ma anche appunto per questioni "green", ovvero nel caso in cui le imprese non si adoperino abbastanza per rispettare gli impegni ambientali dell'UE e del governo federale. Una misura incredibilmente severa, considerato che forse, a passare al setaccio dello stato dovrebbero essere questioni ben diverse e, forse, più gravi, legate alle aziende, in primis l'uso non trasparente del denaro e comunque questioni in cui l'elemento green non venga certo considerato uno dei criteri più importanti. Anche se la CDU ha sminuito specificando che «non stiamo parlando di espropri», tuttavia il testo della legge parla da solo, ovvero la politica può intervenire quando rileva «fallimenti evidenti e manipolativi» nel mercato, che a ben vedere vuol dire tutto e non vuol dire niente, considerato che è un'espressione con un margine di interpretazione molto largo. L'SPD, infatti, ammette candidamente che questa legge crea una «cassetta degli attrezzi» per intervenire nei processi economici che sono ritenuti devianti da una prospettiva politica. Tra questi, il controllo dei prezzi, i limiti legali ai profitti delle imprese, la trasformazione forzata dei modelli di proprietà in forme di economia comune e, infine, la proprietà statale diretta. Interessante poi, notare gli indicatori, secondo il testo di legge, per l'applicazione di questi interventi: alloggi, energia e acqua, praticamente i servizi essenziali. In base a questo, lo Stato può valutare quando un'azienda non serve più il "bene comune" e agire di conseguenza. Emerge dunque, chiaramente, come questo tipo di legislazione riveda il concetto stesso di proprietà privata in Germania, perché il problema va ben oltre le frodi economiche, in quanto le sanzioni colpiscono chi non agisce secondo gli standard ideologici prevalenti, soprattutto in materia climatica. Un quadro giuridico incerto, dunque confuso e rischioso per qualunque azienda, che rischia di allontanare gli investimenti e di creare un pericoloso precedente: se il clima giustifica tutto, cosa resta fuori dalla portata dello Stato? Un esempio, inoltre, che potrebbe influenzare altri stati europei, portando ad un scenario economico inquietante, in cui il merito aziendale è sostituito dal conformismo politico. A peggiorare il quadro della situazione c'è il fatto che, nel 2021, il 58% dei berlinesi ha votato per nazionalizzare le grandi società immobiliari e, purtroppo, ci si è serviti di quel referendum per farne il punto di riferimento per estendere il concetto a tutti i settori. Insomma, pare che ormai a grandi passi, in Europa, ci si stia dirigendo di fatto verso un modello di vita basato sul pauperismo e sul collettivismo presentati, considerato il graduale evolversi della situazione, non come una scelta forzata, bensì come una scelta di grande libertà.
Fonte: Sito del Timone, 24 giugno 2025
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OMELIA SOLENNITA' SS. PIETRO E PAOLO (Mt 16,13-19)
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
Autore: Papa Benedetto XVI - Fonte: Sito del Vaticano, 29 giugno 2012
Siamo riuniti attorno all'altare per celebrare solennemente i santi Apostoli Pietro e Paolo, principali Patroni della Chiesa di Roma. [...] Davanti alla Basilica di San Pietro, come tutti sanno bene, sono collocate due imponenti statue degli Apostoli Pietro e Paolo, facilmente riconoscibili dalle loro prerogative: le chiavi nella mano di Pietro e la spada tra le mani di Paolo. Anche sul portale maggiore della Basilica di San Paolo fuori le mura sono raffigurate insieme scene della vita e del martirio di queste due colonne della Chiesa. La tradizione cristiana da sempre considera san Pietro e san Paolo inseparabili: in effetti, insieme, essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo. A Roma, poi, il loro legame come fratelli nella fede ha acquistato un significato particolare. Infatti, la comunità cristiana di questa Città li considerò come una specie di contraltare dei mitici Romolo e Remo, la coppia di fratelli a cui si faceva risalire la fondazione di Roma. Si potrebbe pensare anche a un altro parallelismo oppositivo, sempre sul tema della fratellanza: mentre, cioè, la prima coppia biblica di fratelli ci mostra l'effetto del peccato, per cui Caino uccide Abele, Pietro e Paolo, benché assai differenti umanamente l'uno dall'altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro. Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità: ecco il primo fondamentale messaggio che la solennità odierna consegna a ciascuno di noi. [...]
TU SEI PIETRO Nel brano del Vangelo di san Matteo che abbiamo ascoltato poco fa, Pietro rende la propria confessione di fede a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio; lo fa anche a nome degli altri Apostoli. In risposta, il Signore gli rivela la missione che intende affidargli, quella cioè di essere la «pietra», la «roccia», il fondamento visibile su cui è costruito l'intero edificio spirituale della Chiesa. Ma in che modo Pietro è la roccia? Come egli deve attuare questa prerogativa, che naturalmente non ha ricevuto per se stesso? Il racconto dell'evangelista Matteo ci dice anzitutto che il riconoscimento dell'identità di Gesù pronunciato da Simone a nome dei Dodici non proviene «dalla carne e dal sangue», cioè dalle sue capacità umane, ma da una particolare rivelazione di Dio Padre. Invece subito dopo, quando Gesù preannuncia la sua passione, morte e risurrezione, Simon Pietro reagisce proprio a partire da «carne e sangue»: egli «si mise a rimproverare il Signore: ... questo non ti accadrà mai». E Gesù a sua volta replicò: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...». Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare – in greco skandalon. Appare qui evidente la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall'alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall'altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l'apertura all'azione di Dio può trasformare.
LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO E nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesù: «le porte degli inferi», cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento, «non praevalebunt». Viene alla mente il racconto della vocazione del profeta Geremia, al quale il Signore, affidando la missione, disse: «Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno - non praevalebunt -, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,18-19). In realtà, la promessa che Gesù fa a Pietro è ancora più grande di quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici umani, mentre Pietro dovrà essere difeso dalle «porte degli inferi», dal potere distruttivo del male. Geremia riceve una promessa che riguarda lui come persona e il suo ministero profetico; Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa, della nuova comunità fondata da Gesù Cristo e che si estende a tutti i tempi, al di là dell'esistenza personale di Pietro stesso.
SIMBOLO DELLE CHIAVI Passiamo ora al simbolo delle chiavi, che abbiamo ascoltato nel Vangelo. Esso rimanda all'oracolo del profeta Isaia sul funzionario Eliakìm, del quale è detto: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (Is 22,22). La chiave rappresenta l'autorità sulla casa di Davide. E nel Vangelo c'è un'altra parola di Gesù rivolta agli scribi e ai farisei, ai quali il Signore rimprovera di chiudere il regno dei cieli davanti agli uomini (cfr Mt 23,13). Anche questo detto ci aiuta a comprendere la promessa fatta a Pietro: a lui, in quanto fedele amministratore del messaggio di Cristo, spetta di aprire la porta del Regno dei Cieli, e di giudicare se accogliere o respingere (cfr Ap 3,7). Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono pertanto significati simili e si rafforzano a vicenda. L'espressione «legare e sciogliere» fa parte del linguaggio rabbinico e allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall'altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra... nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell'esercizio di questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio.
LEGARE E SCIOGLIERE Nel capitolo 18 del Vangelo secondo Matteo, dedicato alla vita della comunità ecclesiale, troviamo un altro detto di Gesù rivolto ai discepoli: «In verità vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo» (Mt 18,18). E san Giovanni, nel racconto dell'apparizione di Cristo risorto in mezzo agli Apostoli alla sera di Pasqua, riporta questa parola del Signore: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Alla luce di questi parallelismi, appare chiaramente che l'autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati. E questa grazia, che toglie energia alle forze del caos e del male, è nel cuore del mistero e del ministero della Chiesa. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell'amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo. I detti di Gesù sull'autorità di Pietro e degli Apostoli lasciano trasparire proprio che il potere di Dio è l'amore, l'amore che irradia la sua luce dal Calvario. Così possiamo anche comprendere perché, nel racconto evangelico, alla confessione di fede di Pietro fa seguito immediatamente il primo annuncio della passione: in effetti, Gesù con la sua morte ha vinto le potenze degli inferi, nel suo sangue ha riversato sul mondo un fiume immenso di misericordia, che irriga con le sue acque risanatrici l'umanità intera.
HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIA Cari fratelli, come ricordavo all'inizio, la tradizione iconografica raffigura san Paolo con la spada, e noi sappiamo che questa rappresenta lo strumento con cui egli fu ucciso. Leggendo, però, gli scritti dell'Apostolo delle genti, scopriamo che l'immagine della spada si riferisce a tutta la sua missione di evangelizzatore. Egli, ad esempio, sentendo avvicinarsi la morte, scrive a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia» (2 Tm 4,7). Non certo la battaglia di un condottiero, ma quella di un annunciatore della Parola di Dio, fedele a Cristo e alla sua Chiesa, a cui ha dato tutto se stesso. E proprio per questo il Signore gli ha donato la corona di gloria e lo ha posto, insieme con Pietro, quale colonna nell'edificio spirituale della Chiesa. [...]
DOSSIER "BENEDETTO XVI" Discorsi e omelie del Papa teologo Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: Sito del Vaticano, 29 giugno 2012
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