LETTERA INEDITA DI BENEDETTO XVI: LA MIA RINUNCIA E' PIENA E VALIDA
La lettera risponde alle obiezioni sulla validità della sua rinuncia e smentisce tutte le fantasiose ipotesi dei vari Minutella e Cionci (inclusa la questione del ''munus'')
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL SILENZIO COMPLICE SUI DELITTI AL FEMMINILE
Se a fare a pezzi il marito è la moglie con la complicità della suocera (perché lui non apparecchia la tavola) la notizia scompare... altro che titoloni sul ''maschicidio''
Autore: Max Del Papa - Fonte: Sito di Nicola Porro
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CHATGPT IRONIZZA SU GESU', MA NON SU MAOMETTO
Sbaglia chi considera l'Intelligenza Artificiale neutra e imparziale (anche perché tutto ciò che sa viene dall'uomo)
Autore: Bernardo Tombari - Fonte: Sito del Timone
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IL NUOVO FILM DEI FANTASTICI QUATTRO, UN INNO PROLIFE DI SUCCESSO
La Marvel scopre che la maternità è un superpotere e così batte la Disney e i suoi flop politicamente corretti (VIDEO: I fantastici 4 - gli inizi)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia
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IL GOVERNO BRITANNICO INDAGA (TARDI) SUGLI STUPRI DELLE GANG PAKISTANE
Gang di pakistani hanno violentato oltre 1500 ragazzine, spesso minorenni, ma chi indagava rischiava l'accusa di razzismo: solo dopo 20 anni il governo avvia un'indagine
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LETTERE ALLA REDAZIONE: L'IMPOSSIBILITA' DELL'AMICIZIA UOMO-DONNA
Tentare una ragazza già fidanzata è sbagliato o è legittima concorrenza?
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA SOLENNITA' ASSUNTA - ANNO C (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (VIDEO: Proclamazione del Dogma dell'Assunzione)
Fonte: Maranatha
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OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 12,49-57)
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
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LETTERA INEDITA DI BENEDETTO XVI: LA MIA RINUNCIA E' PIENA E VALIDA
La lettera risponde alle obiezioni sulla validità della sua rinuncia e smentisce tutte le fantasiose ipotesi dei vari Minutella e Cionci (inclusa la questione del ''munus'')
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 agosto 2025
«Dire che nella mia rinuncia avrei lasciato "solo l'esercizio del ministero e non anche il munus" è contrario alla chiara dottrina dogmatica-canonica (...) Se alcuni giornalisti parlano "di scisma strisciante" non meritano nessuna attenzione». Così scriveva il papa emerito Benedetto XVI in una lettera del 21 agosto 2014 a monsignor Nicola Bux, che lo aveva interpellato a proposito dei dubbi e perplessità che avevano accompagnato la sua rinuncia al pontificato l'anno precedente. Il testo integrale di questo documento eccezionale - che dovrebbe mettere fine alla lunga diatriba sulle intenzioni di Benedetto XVI riguardo alla sua rinuncia - viene ora pubblicato per la prima volta come appendice al libro "Realtà e Utopia nella Chiesa" scritto dallo stesso Nicola Bux con Vito Palmiotti per i "Libri della Bussola". Benedetto XVI, rispondendo alle obiezioni presentategli, giudica «pienamente» valida la rinuncia di un Papa e «fondato» il parallelismo «tra il Vescovo diocesano e il Vescovo di Roma in riferimento alla questione della rinuncia». Inoltre difende il diritto di un Pontefice a parlare e scrivere al di fuori «dell'ufficio di Papa», come ha fatto lui stesso continuando durante il pontificato a scrivere libri, come ad esempio i volumi dedicati a Gesù, che considera «una missione del Signore». Questa lettera di Benedetto XVI, di cui si sapeva l'esistenza ma che non era mai stata pubblicata da monsignor Bux per evitare che diventasse soltanto un ulteriore strumento di feroci quanto inutili polemiche, è di fondamentale importanza storica perché permette di comprendere la mens del Papa emerito riguardo alla sua rinuncia e all'istituzione del pontificato emerito, ma anche più in generale la sua visione teologica del papato. Oltre ovviamente a chiudere il discorso su chi negli anni passati sia stato il "vero Papa", che in realtà è una polemica che a persone di sana ragione è sempre apparsa fuori dalla realtà, ma che purtroppo ha attirato tante persone verso "falsi profeti". Nel libro la copia fotostatica della lettera è presentata insieme al testo della lettera che gli aveva inviato monsignor Nicola Bux, in cui sono raccolte alcune obiezioni alla rinuncia e al relativo rischio di "desacralizzazione" del papato; e in conclusione ci sono anche alcune valutazioni critiche sulle risposte offerte dal Papa emerito. Benedetto XVI è anche tra i protagonisti del libro, di cui il carteggio con monsignor Nicola Bux è appunto un'appendice. Si tratta di un'analisi originale della crisi di fede che attraversa la Chiesa, mettendo a confronto il sano realismo di Giovanni Paolo II e appunto di papa Ratzinger («Il principio di realtà fatto persona», si intitola il capitolo a lui dedicato) con l'utopismo di papa Francesco e di quello che è definito un suo "precursore": monsignor Tonino Bello, che tanta influenza continua ad esercitare nella Chiesa italiana e la cui figura è stata esaltata proprio da papa Bergoglio. L'utopia è infatti una tentazione che affligge la Chiesa dal periodo post-conciliare e ha ripreso vigore con il pontificato di papa Francesco dopo che l'insegnamento e l'azione pastorale di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano state centrate sulle parole dell'Apostolo: «La realtà invece è Cristo». All'utopismo gli autori imputano le evidenti deviazioni dottrinali dell'esortazione post-sinodale Amoris Laetitia e dell'enciclica Fratelli tutti, in cui Cristo non è più fondamento né del matrimonio né della fratellanza umana. Si tratta dunque di un breve studio molto utile a capire quanto è accaduto nella Chiesa in questi decenni e a comprendere le dinamiche attuali. Insomma, un libro della Bussola da non perdere.
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Riccardo Cascioli, nell'articolo seguente dal titolo "La lettera di Benedetto XVI, perché proprio ora" spiega perché la lettera è stata pubblicata dopo 11 anni. La risposta sta nella nuova fase storica apertasi nella Chiesa. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 9 agosto 2025: La pubblicazione della lettera di Benedetto XVI a monsignor Nicola Bux, datata 21 agosto 2014, in cui ribadisce la piena validità della sua rinuncia al pontificato, ha giustamente attratto molto interesse e suscitato alcune domande. Tralasciamo i commenti di chi è ormai prigioniero di convinzioni che hanno più a che fare con la logica della setta che non con una adesione alla fede cattolica, e di chi - parafrasando il giudizio del «padre Abramo» nella parabola del ricco epulone - non si lascerebbe «persuadere neppure se uno resuscitasse dai morti». E veniamo invece ad una legittima domanda che i nostri lettori ci hanno posto. Perché pubblicare questa lettera dopo 11 anni e non quando la polemica era viva? Intanto perché si trattava di «un carteggio privato» e monsignor Bux giudicava corretto mantenerlo tale; ma soprattutto perché voleva evitare che tale lettera diventasse altro carburante per la guerra tra opposte fazioni riguardo alla rinuncia di Benedetto XVI e al pontificato di Francesco. Bisogna riconoscere che tante reazioni scomposte o surreali in questi giorni di chi in questi anni ha prosperato su bizzarre teorie riguardo alla rinuncia di Benedetto XVI danno ragione alla scelta di monsignor Bux. Perché allora pubblicarla ora? Monsignor Bux lo spiega nell'introduzione al carteggio contenuto come appendice del libro "Realtà e utopia nella Chiesa" (ed. Omni Die): «Perché con la morte di papa Francesco e l'elezione di papa Leone XIV ritiene conclusa la fase emotiva aperta dalla rinuncia di Benedetto XVI». La pubblicazione della lettera di Benedetto XVI dunque - oltre a porre fine a tante speculazioni - è un modo di affidare quella rinuncia alla storia, con tutte le valutazioni critiche che si possono fare oggi. Non va dimenticato infatti che, per comprenderne appieno il significato, quella lettera deve essere letta nel contesto delle domande che monsignor Bux aveva consegnato al Papa emerito nel corso di una udienza avvenuta il 21 luglio 2014. Al termine di quel colloquio, durato circa un'ora e in cui si è spaziato «anche sulla liturgia, sull'interpretazione del Vaticano II e sull'unità dei cristiani», monsignor Bux consegnò a Benedetto XVI una lettera - contenuta anch'essa nel libro - che, a poco più di un anno dalla rinuncia, conteneva «le riflessioni e osservazioni di tanti autorevoli amici circa il suo atto e la situazione conseguente». E le risposte scritte da Benedetto XVI un mese dopo vengono ora consegnate alla storia e si prestano a valutazioni critiche: sempre nell'appendice del libro, monsignor Bux propone infatti delle valutazioni sulla lettera del Papa - che risponde solo in parte alle domande che gli erano state poste - riguardanti proprio il ministero petrino e le conseguenze della rinuncia di Benedetto XVI. Da sottolineare inoltre che il libro - di cui il carteggio costituisce l'appendice - propone una lettura originale degli ultimi sessanta anni di storia della Chiesa (Realtà contro utopia, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI contro Francesco e mons. Tonino Bello) e fa dunque da sfondo alla vicenda della rinuncia al pontificato. Dunque, se letto senza pregiudizi, il libro è un'occasione di riflessione e di approfondimento che potrà stimolare ulteriori valutazioni.
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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 7 agosto 2025
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IL SILENZIO COMPLICE SUI DELITTI AL FEMMINILE
Se a fare a pezzi il marito è la moglie con la complicità della suocera (perché lui non apparecchia la tavola) la notizia scompare... altro che titoloni sul ''maschicidio''
Autore: Max Del Papa - Fonte: Sito di Nicola Porro, 1 agosto 2025
Colpisce nell'allucinante vicenda del 35enne di Gemona fatto a pezzi da madre e moglie e buttato a tranci in un bidone la totale indifferenza, quasi l'atarassia con cui il fatto è stato colto. Dopo la confessione della madre, «Sono stata io e so che ciò che ho fatto è mostruoso», quasi una rivendicazione, la gente scuote la testa sorridendo e i media danno notizie tra il cinico e il complice, forse aspettando golosi colpi di scena, non esclusa magari qualche candidatura volante. «La mia assistita ha reso piena confessione di fronte al sostituto procuratore che l'ha interrogata. Come si può immaginare, era visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione e per la contrarietà a qualsiasi regola naturale del suo gesto» dice in tono burocratico il difensore l'avvocato Giovanni De Nardo. Ma non si può immaginare proprio niente, né il rimorso di quella madre zombie, né la sua capacità di infierire come neanche una bestia feroce. Certo un contesto fortemente degradato, certo, poche sorprese e non sarà il caso di rotolarsi per l'orrore, ma tanta apatia conferma di una assuefazione per l'orrore anche estremo, abissale. Avevano pure coperto i tranci del figlio, del compagno con la calce viva perché non puzzassero, nel loro modo demente e degradato avevano pensato a tutto. Fare letteralmente a pezzi tuo figlio, il padre di tua figlia, per cosa? Per una lite domestica, perché lui si era dimenticato di preparare la cena, in uno scambio dei ruoli familiari ormai acquisito? Proprio lo scambio dei ruoli, dei sessi scopre per l'ennesima volta la doppia misura dei media e della politica: a fare un simile scempio sono state due donne, una delle quali extracomunitaria, volendo immigrata, migrante, e tutti fanno finta di niente; nessuno parla di maschicidio, di crudeltà femminile, si guarda dall'altra parte, indifferenti al ridicolo dei luoghi comuni: "Le donne sono incapaci di violenza", "se comandassero le donne non ci sarebbero le guerre".
STORDIRLO, DROGARLO, UCCIDERLO, SMEMBRARLO Anzi c'è chi immancabilmente scomoda la depressione post parto della moglie macellaia, per cui la piccola figlia è subito stata spedita ai servizi sociali, incontro a un futuro ignoto ma sicuramente traumatico. Come fa una madre a fare spezzatino del figlio per quanto balordo e fannullone? Come fa a mettersi d'accordo con la nuora, come riescono a stordirlo, drogarlo, ucciderlo, smembrarlo, infilarlo in un bidone come una carcassa e poi fingere sconcerto, preoccupazione? Dicono le cronache complici o atarassiche: "Non un segno premonitore, nessuna lite familiare, nessun precedente tale da immaginare un piano tanto diabolico quanto inspiegabile, assicurano i vicini di casa". Ed è chiaro che neanche si preoccupano di mentire, lo fanno apertamente, Dio sa se per sciatteria o per chissà quali altre ragioni. L'ho fatta per 20 anni la "nera", ho raccontato decine di fatti del genere, abissi di un degrado feroce dove tutto ciò che pare impossibile all'umanità trova una sua cornice, una sua motivazione per quanto abietta, e non ho mai trovato lo stupore: ogni volta il contesto autorizzava le peggiori previsioni, ogni volta il condominio o l'ambiente parlavano, ipotizzavano. In qualche circostanza, anzi, proprio le peggiori preoccupazioni riuscivano a scongiurare un massacro da niente. Come fa quel vicino di casa militare a dichiarare ai giornalisti che la madre carnefice, di professione infermiera, era, è «Una donna affabile, con la quale avevamo rapporti di buon vicinato. A volte ci portava le uova. Non abbiamo mai sentito litigi, per questo è tutto inspiegabile»? Anche lui minato dall'ipocrisia dei luoghi comuni per cui di una donna, di una mamma non si può dire male, non si può sospettare male? Anche se a vederla già si capiva la crudeltà repressa? Anche se lei per prima non aveva forse mai accettato quel figlio balordo, nato da una relazione difficile con un egiziano che subito ripudiava e abbandonava entrambi?
LA REALTÀ È MEDIOCRE E SQUALLIDA Lui, l'Alessandro, a perdere tempo coi lavori di fortuna e le truffe, lo spaccio, tra una palestra e una escursione, come chi si dà poca pena delle cose e ancor meno responsabilità, la compagna una di quelle sudamericane di cui diffidare, che si direbbero pronte a tutto e un brutto giorno lo dimostrano. Una che fa una figlia e subito le prende la depressione, oggi di moda, dalle cause da chiarire ma solitamente legate alla percezione della disgrazia, un figlio come una condanna, l'impossibilità definitiva di sognare i reality e un futuro da influencer. E queste, per quanto possano suonare considerazioni, ricostruzioni crudeli, ciniche e volendo scorrette, però vanno fatte perché poi, scava scava, ci si accorge che la realtà è proprio quella. Mediocre, squallida nella sua efferata pochezza. Di un tragico come eviscerato, senza la grandezza perversa del male. Situazioni miserevoli, d'accordo, viste le mille volte, d'accordo, ma perché non dire che sono in crescita, che stanno guadagnandosi lo status di nuova normalità che non disturba più nessuno, che viene accolta con fatalismo dalla gente che scuote la testa e sorride, dall'informazione che sta in campana perché aspetta dal peggio le novità elettorali? E non sto esagerando, abbiamo appena saputo di due nuove entrate nel mercato politico, una è la partenopea mamma Giò Giò, quella col figlio musicista trucidato per sbaglio in una faida camorrista, che fin da Sanremo pretendeva una candidatura e pare l'abbia ottenuta con la Lega, l'altra è una mamma Hamas senza titoli ma con una smisurata e forse non proprio innocente ambizione. Perché non notare che tutti questi casi di cinismo a vario titolo contemplano donne? E perché non dire che la storia delle donne al potere che farebbero sparire le guerre è una fandonia a metà tra il puerile e l'infame.
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Fonte: Sito di Nicola Porro, 1 agosto 2025
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CHATGPT IRONIZZA SU GESU', MA NON SU MAOMETTO
Sbaglia chi considera l'Intelligenza Artificiale neutra e imparziale (anche perché tutto ciò che sa viene dall'uomo)
Autore: Bernardo Tombari - Fonte: Sito del Timone, 9 luglio 2025
È facile verificare come i cristiani siano l'unica categoria non reputata degna della tolleranza del politicamente corretto e della morbosa attenzione a non offendere tipica di quest'epoca. Basta un esperimento con ChatGpt: se si chiede all'intelligenza intelligenza artificiale di raccontare una barzelletta su Gesù, esegue il comando senza problemi, con una vasta selezione di battute, tra cui alcune che potrebbero facilmente essere considerate offensive o blasfeme. Se si fa lo stesso con Maometto, tuttavia - come riportano fonti tedesche - ChatGpt risponderà che non può prendere in giro l'Islam o altre religioni (tranne una, a quanto pare) perché «le battute mirate sui gruppi religiosi possono facilmente sembrare offensive o irrispettose». Un doppio standard che non dovrebbe stupire: si possono trovare infiniti esempi di satira sul Cristianesimo, mentre ai casi analoghi sull'Islam o su qualsiasi altra religione sono sempre correlate accuse di xenofobia e la pubblica indignazione, se non peggio (basti pensare all'attentato alla sede di Charlie Hebdo nel 2015 o, più recentemente, i quattro arresti in Turchia per una caricatura di Maometto sulla rivista satirica Leman). Se ne rese conto persino Richard Dawkins, l'autore di L'illusione di Dio e punto di riferimento dell'ateismo mondiale, quando fu annullata una sua conferenza a Berkeley per "islamofobia": «Sono un noto e frequente critico del Cristianesimo ma non sono mai stato tacitato per questo. Perché va bene criticare il Cristianesimo ma non l'Islam?». Fa un diverso effetto, però, quando a mostrare questo corto circuito del politicamente corretto è l'Intelligenza Artificiale, spesso ritenuta imparziale. Nessuno auspica che impari a mancare di rispetto anche alle altre religioni. L'esperimento non serve per attaccare la povera ChatGpt o le sue sorelle, ma solo a mostrare che le intelligenze artificiali sono uno strumento sicuramente utilissimo ma tutt'altro che neutro. Gli esseri umani le hanno programmate e sviluppate, gli esseri umani hanno scritto tutti i loro dati e le loro informazioni, e in quanto tali contengono i bias e la parzialità, volontaria o involontaria, dell'uomo. Lo dimostra anche l'intelligenza artificiale cinese Deepseek, che censura le domande scomode per il governo, come quelle su Taiwan o il massacro di piazza Tienanmen. Ma come visto, anche quelle sviluppate in Occidente non sono certo libere da intrinseci condizionamenti ideologici. A noi, va detto, la partigianeria di questi modelli di linguaggio non stupisce particolarmente: sulle pagine del numero estivo della nostra rivista (qui per abbonarsi) abbiamo infatti già dimostrato come l'intelligenza intelligenza artificiale sia stata chiaramente istruita a posizioni favorevoli all'aborto ma, se interrogata ulteriormente, ne ammetta l'illogicità. Intendiamoci: non è l'abbandono di questi preziosi strumenti ciò che ci auguriamo, bensì il loro uso consapevole e la conoscenza dei loro limiti. Va abbandonata, sicuramente, la visione completamente fantascientifica dell'intelligenza artificiale come di un infallibile oracolo privo dei difetti della conoscenza umana, poiché tutto ciò che sa viene dall'uomo. E si vede.
Nota di BastaBugie: un nostro lettore ci ha scritto dopo la pubblicazione dell'articolo "Ogni mercoledì leggo sempre volentieri i vostri articoli di BastaBugie. Ho letto quello relativo alla chatgbt che permette battute su Gesù ma non su Maometto e ho verificato: permette battute su entrambi e per entrambi dice che può solo fare battute innocue e non offensive".
DOSSIER "INTELLIGENZA ARTIFICIALE" Il futuro è già qui Per vedere articoli e video, clicca qui!
Fonte: Sito del Timone, 9 luglio 2025
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IL NUOVO FILM DEI FANTASTICI QUATTRO, UN INNO PROLIFE DI SUCCESSO
La Marvel scopre che la maternità è un superpotere e così batte la Disney e i suoi flop politicamente corretti (VIDEO: I fantastici 4 - gli inizi)
Autore: Fabio Piemonte - Fonte: Provita & Famiglia, 4 agosto 2025
L'industria cinematografica italiana e internazionale - in special modo hollywoodiana ma non solo - usa ormai principalmente il linguaggio artistico quale grimaldello del 'politicamente corretto', costruendo narrazioni per adulti e bambini allo scopo di favorire l'accoglienza dei temi cari all'ideologia di genere e alla cultura woke. Eppure è arrivato da poco anche nelle sale italiane un film inaspettatamente prolife, con tante sottolineature positive sulla bellezza della maternità e l'esigenza di prendersi cura e custodire la vita di un figlio sin dal grembo materno. Si tratta de "I Fantastici Quattro: Gli inizi" - ulteriore rielaborazione creativa intorno alla genesi della celebre squadra di supereroi - che, tra l'altro, si preannuncia il film Marvel con il più alto incasso dell'anno, con buona pace delle rivisitazioni in chiave woke di molti altri film (si pensi alla Disney tanto per fare un esempio) che invece sono quasi sempre stati un flop. Ma andiamo con ordine. I Fantastici Quattro è una squadra di supereroi consolidata, composta da Reed Richards, Sue Storm, Johnny Storm e Ben Grimm. L'intero film - non vogliamo fare troppo spoiler - ruota intorno alla gravidanza inaspettata di Sue, alla gioia per aspettare un figlio e alla paura che il futuro figlio della coppia di supereroi possa essere messo in pericolo dal villain di turno - Shalla Bal, un araldo di Galactus - e dunque per questo i Fantastici 4 fanno di tutto per salvare la vita, fin dal grembo materno e anche dopo la nascita, del piccolo Franklin.
GRAVIDANZA, MATERNITÀ E TUTELA DEL NASCITURO Sin dal concepimento nel grembo della mamma c'è un essere umano che cresce e si sviluppa gradualmente, in modo coordinato e autonomo. Questa verità scientifica di un'incredibile bellezza è quanto Sue cerca di mostrare al marito Reed. Tanto che Sue - che ha il potere dell'invisibilità - rende invisibile la sua pancia, affinché Reed possa vedere il loro figlio nel grembo. Una vera e propria "ecografia" da supereroi potremmo dire. Inoltre tutti i Fantastici Quattro si dichiarano pronti a sacrificarsi in prima persona per il piccolo Franklin oltre che premurarsi, chiaramente - in quanto veri supereroi - anche di difendere l'incolumità fisica degli abitanti della terra durante i violenti scontri con Galactus. Lo stesso villain addirittura "scansiona" la pancia di Sue per vedere suo figlio in grembo e capirne i superpoteri che anche il piccolo avrà una volta nato. Da qui la tragica promessa di fare di tutto pur di ucciderlo e tentare di farlo sia prima che dopo il parto. Il pregio principale del film, dunque, è sicuramente quello di mettere in luce la bellezza intrinseca della maternità e la forza del legame viscerale tra madre e figlio, che sospinge anche a gesti eroici, quale la disponibilità a offrire la propria vita per lui. L'attrice è davvero incinta: «Il ruolo mi ha fatto capire cosa significa essere mamma». «È stato molto utile sapere che il film trattava della rabbia e dell'amore di una madre. Volevo che fosse più primordiale piuttosto che semplicemente: "Sto cercando di sconfiggere questo nemico per tutti". Era più come: "Sto lottando per salvare mio figlio". Volevo attingere alla ferocia del femminile, pur sapendo che Sue incarna anche una femminilità molto delicata». Con queste parole l'interprete di Sue Storm, l'attrice britannica Vanessa Kirby - attualmente davvero incinta nella vita reale -, ha sottolineato in un'intervista come tale ruolo l'abbia anche aiutata a capire il significato della maternità. «La maternità è questo: non è una cosa passiva. Per partorire devi essere completamente, totalmente feroce. Sono così felice di provare tali emozioni. È così toccante per me ed è tutto ciò che avrei potuto sperare per lei. Le madri sono delle vere e proprie guerriere, delle supereroine di tutti i giorni. Lo sappiamo tutte, perché tutte noi proveniamo da una stessa famiglia», ha aggiunto ancora l'attrice, sottolineando nello stesso tempo come «a volte le donne d'azione possano sembrare invincibili. Non ne vediamo il lato più tenero».
BOOM AL BOTTEGHINO: UN CASO? Nelle parole della Kirby emerge dunque una verità chiara, al di là di ogni ideologia 'politicamente corretta': la maternità non è qualcosa da evitare alla stregua di una 'malattia' o da considerare come qualcosa che indebolisce le donne o che le priva di successo, carriera, divertimento, vita mondana. Al contrario, da tale esperienza trasformante, le madri riescono a scoprire capacità, talenti ed energie che neanche pensavano di avere, sorprendendosi di riuscire a realizzare grandi cose proprio mentre crescono i loro figli. Oltre a questi aspetti pro life e relativi alla trama, il film ha già sbancato il botteghino, incassando oltre 200 milioni di tutto il mondo (solo finora) e diventando così il film Marvel con il più alto incasso quest'anno, oltre ad aver ricevuto entusiastiche recensioni sia dalla critica cinematrografica che dal pubblico. Un caso? Beh, probabilmente il grande successo de "I Fantastici Quattro: Gli inizi" non sarà dovuto principalmente o comunque non esclusivamente ai suoi temi pro life e pro family, ma certamente balza agli occhi l'altrettanto grande differenza - guarda caso - tra questo film e i tanti "politicamente corretti" e proni all'ideologia woke e Lgbt che invece sono spesso stati dei flop giganteschi.
TRAILER: I FANTASTICI QUATTRO, GLI INIZI (durata: 3 minuti)
https://www.youtube.com/watch?v=oh4v714SEXk
Fonte: Provita & Famiglia, 4 agosto 2025
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IL GOVERNO BRITANNICO INDAGA (TARDI) SUGLI STUPRI DELLE GANG PAKISTANE
Gang di pakistani hanno violentato oltre 1500 ragazzine, spesso minorenni, ma chi indagava rischiava l'accusa di razzismo: solo dopo 20 anni il governo avvia un'indagine
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 giugno 2025
In queste ore, l'inquilino del numero 10 di Downing Street, dopo una clamorosa piroetta su se stesso, ha annunciato la prima vera inchiesta governativa a livello nazionale sulle 'grooming gangs' - ovvero le gang dello stupro pakistane che per anni hanno imperversato nel Regno Unito. La storia ormai è nota: tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Dieci del 2000, gruppi di islamici hanno abusato di migliaia e migliaia di ragazzine, per lo più minorenni, nella Gran Bretagna modello del perfetto multiculturalismo coperti dal politicamente corretto. Si tratta di un caso che il premier Starmer conosce bene dal momento che, quand'era avvocato della pubblica accusa, aveva avuto casi del genere sulla scrivania. Quando però, complici una serie di post di Elon Musk a seguito di una battaglia condotta da politici locali e gruppi di cittadini, la questione è tornata, lo scorso gennaio, di dominio pubblico, Starmer s'è opposto ostinatamente alla commissione d'inchiesta con la scusa che avrebbe potuto ostacolare o rallentare i processi penali in corso. Ma le pressioni sul governo sono state tante e tali che Sir Keir senza alternative ha dovuto affidare alla baronessa Louise Casey un'ispezione sul tema senza il potere di indagine, ma limitata all'analisi e allo studio documentale. Pubblicata il 16 giugno, il primo ministro, per non rimediare un'altra brutta figura ed essere platealmente smentito dalla sua stessa esperta, ha deciso di anticipare i tempi e annunciare l'apertura di una inchiesta seria. La prima firmata dal Governo. A gennaio, Sir Keir bollava come opportunisti quanti chiedevano un'inchiesta nazionale accusandoli di «salire sul carro dei vincitori e di amplificare le richieste dell'estrema destra». Oggi, che il rapporto devastante ha confermato come forze dell'ordine, servizi sociali e autorità locali abbiano per anni eluso o distorto le responsabilità legate allo sfruttamento sessuale minorile da parte di gruppi pakistani in decine di città inglesi, il primo ministro ritratta, «Per me questo è un modo pratico e di buon senso di fare politica». Non si tratta di un'inchiesta giudiziaria, ma di una valutazione istituzionale volta a riformare un sistema paralizzato dalla paura di affrontare realtà scomode per timore di essere accusati di razzismo. Lo stesso timore che ha colpito tutti i governi conservatori che si sono susseguiti in questi decenni e che li ha portati a non indagare mai fino in fondo.
IL GOVERNO IMPONE DI OMETTERE L'ORIGINE DEI SOSPETTATI Il nuovo documento firmato Casey contiene 12 raccomandazioni e prevede una verifica tra sei mesi sui progressi dell'inchiesta, destinata a durare tre anni. L'obiettivo è raccogliere dati sistemici, coinvolgere i territori e proporre riforme legislative. Ovviamente il tempismo non è casuale. Il cambio di strategia del premier è legato alle vicende di Ballymena. La settimana scorsa, la cittadina dell'Irlanda del Nord, è stata teatro di raid casa per casa a caccia di immigrati. Gli scontri sono stati così violenti da spingere i residenti a esporre bandiere inglesi per protezione. Gli abitanti di Ballymena erano scesi in piazza quando hanno saputo, dalla caserma, che i due quattordicenni accusati di molestie sessuali su una ragazzina, avevano fatto cercare un'interprete di lingua romena. Diversamente dall'Italia, nel Regno Unito notizie simili trapelano solo in modo indiretto, poiché il governo impone di omettere l'origine dei sospettati onde evitare proteste e violenze di piazza vista l'esasperazione diffusa. Ma la realtà continua a battere propaganda e buonismo sugli immigrati clandestini, anche nella Gran Bretagna guidata dai laburisti di Keir Starmer. Dopo i disordini in Irlanda del Nord, e dopo le "condanne esemplari" richieste dal governo laburista per chi osa criticare l'immigrazione incontrollata, a costo di entrare in rotta di collisione con la comunità islamica, è dall'esasperazione che ricomincia l'inchiesta contro le bande di pakistani. La cronaca di questi giorni sembra riportarci indietro nel tempo. Sono oltre vent'anni che Louise Casey riceve incarichi dai governi. Il primo fu Blair, poi, nel 2015, Cameron la chiamò ad investigare per la prima volta sugli abusi islamici. «Cose terribili sono avvenute a Rotherham». Iniziava così, come in una fiaba lugubre, il primo rapporto della funzionaria Louise Casey sulla città zero per lo scandalo degli abusi pakistani. In quelle pagine si denunciava per la prima volta come uomini di origine pakistana fossero stati lasciati liberi di abusare di centinaia di ragazzine bianche, mentre chi doveva indagare taceva per paura di essere accusato di razzismo. Alcuni esponenti laburisti locali ammisero le proprie responsabilità, come Denis MacShane, che confessò «da lettore del Guardian e liberal di sinistra ho paura di affondare il barcone multiculturale».
I DANNI DELL'IDEOLOGIA MULTICULTURALISTA La baronessa Casey da militante di Amnesty International e beniamina dei senzatetto è stata anche la prima a denunciare i danni dell'ideologia multiculturalista sostenendo che un giorno non troppo lontano si arriverà a vietare il Natale nel Regno Unito. Sarà stato l'aver visto da vicinissimo le minacce del politicamente corretto. O il trauma delle oltre 1500 ragazzine, spesso undicenni, abusate da islamici, ma oggi grazie a lei la storia inglese inizia un nuovo capitolo. E farà scuola per tutto l'Occidente. Il caso venne portato per la prima volta alla luce da Andrew Norfolk, un giornalista del Times, morto all'improvviso lo scorso maggio. Dal suo primo reportage, pubblicato nel 2011, lo scandalo si è arricchito di particolari raccapriccianti. Quando iniziarono i primi processi, li seguimmo per scoprire una storia che nessuna della migliori (peggiori) serie Tv è mai riuscita neanche ad emulare: Rotherham, Oxford, e poi Bristol, Derby, Rochdale, Telford, Peterborough, Keighley, Halifax, Banbury, Aylesbury, Leeds, Burnley, Blackpool, Middlesbrough, Dewsbury, Carlisle, Liverpool, Manchester, più di quindici le città di una delle patrie per eccellenza del 'multikulti', il Regno Unito, appunto, in cui musulmani di origine pakistana e afghana andavano deliberatamente a caccia di bambine e ragazzine bianche colpevoli di essere bianche. Non interessava loro l'integrazione, ma, come nella migliore delle tradizioni islamiche, le città che adesso abitavano erano diventate Dar al-Arab, territorio da controllare. E quindi tutto era a loro disposizione. Le ragazze che cercavano di opporsi agli stupri venivano picchiate, minacciate di morte, talvolta cosparse di benzina o scaraventate da veicoli in corsa. Ma anche le famiglie che denunciavano subivano ritorsioni tra incendi e minacce. Dall'altra parte il silenzio sordo di forze dell'ordine, magistratura, servizi sociali e rappresentanti politici (quasi sempre laburisti o liberal) che contavano sul voto delle minoranze e si sottraevano al proprio dovere per timore di fare i conti con le accuse di razzismo e islamofobia nella prigione culturale e mediatica del politicamente corretto. Basti pensare che Ann Cryer fu isolata dal Labour già nel 2002 per aver sollevato il problema; il giornalista Andrew Norfolk subì accuse di razzismo e minacce, mentre Sarah Champion fu espulsa dal Labour e premiata come "islamofoba dell'anno" per aver denunciato l'esistenza delle gang pakistane. A dieci anni di distanza dai primi processi, sono stati condannati circa cinquanta pakistani. Gli ultimi sette proprio pochi giorni fa. Un paio erano stati deportati ancora sotto il governo di Theresa May dopo essere apparsi davanti a ben dodici giudici prima di venir rimandati nei loro paesi d'origine. I fatti da cui riparte il Paese non sono stati solo il fallimento delle forze dell'ordine del Regno Unito. Ma il riflesso del collasso morale della nostra epoca pseudo-multiculturale e dei suoi doppi standard: uno per i nativi e un altro per gli stranieri presumibilmente vittime del colonialismo occidentale, e che quindi non sono mai responsabili delle proprie azioni. Resta solo una domanda: che cosa tirerà fuori l'inchiesta governativa rispetto a tutto quello che già si sa?
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21 giugno 2025
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LETTERE ALLA REDAZIONE: L'IMPOSSIBILITA' DELL'AMICIZIA UOMO-DONNA
Tentare una ragazza già fidanzata è sbagliato o è legittima concorrenza?
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: Redazione di BastaBugie, 13 agosto 2025
Gentile redazione di BastaBugie, vi leggo da anni e siete stati molto importanti per me che sono giovane per formarmi nella fede cattolica visto che in parrocchia non trovavo che banalità e impreparazione anche in quelli che avrebbero dovuto educarmi, come ad esempio i catechisti. Adesso vi scrivo per chiedervi un consiglio in un tema per me abbastanza oscuro e delicato. Lo chiedo a voi perché il sacerdote da cui mi confesso regolarmente non ha saputo darmi una risposta soddisfacente. In questi giorni ho conosciuto, tramite i social, una ragazza che abita vicino a me appena maggiorenne che è molto dolce e simpatica e, per quello che ho potuto capire, anche di sani principii (per esempio è contraria all'aborto e non vuole avere rapporti sessuali prima di una stabilità economica - anche se non ha espressamente detto dopo il matrimonio -, e anche altre cose). Quindi le ho proposto un'uscita di gruppo (io invitavo alcuni miei amici, e lei alcuni dei suoi), ritenendola la modalità migliore per potersi conoscere inizialmente, senza correre troppo in fretta. Lei ha accettato, proponendo però di conoscersi in un'uscita solo io e lei, almeno per la prima volta (tipo un caffè al bar o un gelato insieme), dicendo anche che non le dispiacerebbe se, un giorno, ci trovassimo per guardare un film insieme. Tutto questo nonostante mi abbia detto fin da subito che lei ha il fidanzato e che lo ama molto, spiegandomi che comunque cerca sempre nuovi amici; anche per via di rapporti non proprio idilliaci con i suoi vecchi compagni di classe, che l'hanno portata ad essere una ragazza molto sola. Al mio timore sulla possibile reazione del fidanzato, lei mi ha rassicurato dicendomi, testuali parole del messaggio, "lui mi dice sempre che io non sono un animale in gabbia e che ho il diritto di avere amici" e "vuole che io non sia sola come mio solito"... Dato che comunque questa ragazza, oltre a essere simpatica, è anche carina, mi sono fatto alcune domande di cui non ho risposta certa. Premesso che accetterei volentieri anche un rapporto di amicizia con lei, mi chiedo (e vi chiedo) se sia lecito, da un punto di vista morale, provarci con una ragazza che è già fidanzata. Oppure in tal caso si commette peccato? E se, conoscendosi meglio, lei mi proponesse di fidanzarsi con me per N motivi, lasciando "a piedi" il suo attuale ragazzo, mi chiedo (e vi chiedo) se sia lecito accettare. Oppure è meglio rifiutare? Ringraziando in anticipo auguro una buona serata. Niccolò
RISPOSTA DEL SACERDOTE
Caro Niccolò, capisco bene la complessità della situazione, perché tocca dinamiche affettive, morali e relazionali che non sono mai semplici da affrontare, soprattutto quando vi è di mezzo la sincerità del cuore e il desiderio di fare la cosa giusta. Da quanto mi racconti, questa ragazza ti ha colpito positivamente, sia per la sua dolcezza che per alcuni valori che dimostra di avere. Ed è bello che tu abbia cercato un modo rispettoso per conoscerla, proponendo inizialmente un'uscita di gruppo, proprio per non forzare i tempi, né le intenzioni. Il fatto che lei abbia proposto invece di vedervi da soli, nonostante abbia chiarito subito di avere un fidanzato che ama, aggiunge un certo grado di ambiguità alla situazione, che è bene guardare con attenzione. Ti poni una domanda molto importante: è lecito, moralmente parlando, "provarci" con una ragazza già fidanzata? La risposta, nella prospettiva del Vangelo e di una visione cristiana delle relazioni, è molto semplice e chiara: no, non è lecito. Anche se il fidanzamento non è un sacramento, è comunque un legame affettivo che va rispettato. Cercare intenzionalmente di entrare nella vita sentimentale di una persona già impegnata, sperando che magari cambi idea o lasci il proprio partner, significa esporsi al rischio di agire con poca trasparenza e poco rispetto per l'altro, anche se non ci si accorge subito. La tentazione di dire a sé stessi che “non si fa niente di male” può mascherare il desiderio, più o meno consapevole, di occupare un posto che al momento non ci spetta. Diverso è il caso in cui sia lei, liberamente e senza alcuna pressione, a decidere di chiudere la relazione con il suo attuale ragazzo. In quel caso, se lei fosse davvero libera da altri legami, tu potresti valutare con coscienza se accettare o meno un suo eventuale desiderio di iniziare qualcosa con te. Ma anche in questo caso, sarebbe importante andare con i piedi di piombo: capire bene le sue motivazioni, se è mossa da un sentimento autentico o solo dal bisogno di sentirsi meno sola; valutare se è passata per un tempo sufficiente di riflessione e di “guarigione” dopo la relazione precedente; e infine, guardare con onestà anche dentro di te, per capire se sei pronto ad accogliere questa persona per quella che è, con la sua storia, i suoi eventuali dubbi e ferite. Capisco anche il desiderio sincero di coltivare con lei un'amicizia. Questo, in linea di principio, è possibile. Ma è importante essere molto onesti con se stessi. Se già dentro di te senti che sta nascendo un'attrazione o una speranza che la situazione cambi, allora bisogna essere prudenti. L'amicizia tra un ragazzo e una ragazza è un mito. Non possiamo nascondere la nostra natura umana e cioè che da bambini i maschi preferiscono stare con i maschi e le femmine con le femmine. È solo con l'adolescenza che le femmine iniziano ad essere interessanti per i maschi. Poi appena si raggiunge una stabilità sentimentale si torna a frequentare le persone dello stesso sesso. Prendi ad esempio una cena dove ci sono molte coppie sposate. Vedrai che a tavola ciascuno tende a sedersi accanto al proprio partner in quanto l'altro potrebbe prenderla a male se viene ignorato. Così le convenzioni sociali vengono rispettate, ma appena la cena finisce e ci si alza in piedi, la natura riprende il sopravvento e si tendono a formare due gruppi, quello maschile e quello femminile. Ovviamente sto parlando di una tendenza e salvo le dovute eccezioni che però confermano la regola: i maschi sono attratti dalle femmine principalmente per la questione sessuale. Non è cattiveria o mancanza di educazione, è che siamo fatti così. Dio ci ha fatti così, ed è cosa buona. Se non si tiene conto di quello che è la natura umana e si coltiva una relazione amicale di un ragazzo con una ragazza è facile che si nasconda (anche inconsapevolmente) il desiderio di qualcosa di più. Così facendo si rischia di far soffrire se stessi, di ingannare l'altro e, in definitiva, di non vivere nella verità. In sintesi, la cosa più giusta da fare in questo momento è rispettare la relazione che lei ha già, custodire i tuoi sentimenti con delicatezza e pazienza, e non forzare le cose. Se un giorno lei dovesse essere davvero libera e le vostre strade si incrociassero ancora, potrai allora valutare con serenità e coscienza. Fino a quel momento, ti invito a custodire il cuore nella luce della verità e del rispetto. È questo che rende limpido l'amore e matura la libertà. Ti auguro una buona giornata e ti benedico di cuore.
DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE" Le risposte del direttore ai lettori Per vedere articoli e video, clicca qui!
Fonte: Redazione di BastaBugie, 13 agosto 2025
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OMELIA SOLENNITA' ASSUNTA - ANNO C (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (VIDEO: Proclamazione del Dogma dell'Assunzione)
Fonte Maranatha
La definizione del dogma è avvenuta nel 1950 per opera di Pio XII. Ignoriamo se, come e quando avvenne la morte di Maria, festeggiata assai presto come "dormitio". È una solennità che, corrispondendo al natalis (morte) degli altri santi, è considerata la festa principale della Vergine. Il 15 agosto ricorda con probabilità la dedicazione di una grande chiesa a Maria in Gerusalemme. La Chiesa celebra oggi in Maria il compimento del Mistero pasquale. Essendo Maria la "piena di grazia", senza nessuna ombra di peccato, il Padre l'ha voluta associare alla risurrezione di Gesù.
ASSUNTA IN CIELO, MARIA È PIÚ VICINA A NOI Le letture della Messa presentano in modo molto concreto i valori dell'assunzione di Maria, il posto che ha nel piano della salvezza, il suo messaggio all'umanità. Maria è la vera "arca dell'alleanza", è la "donna vestita di sole" immagine della Chiesa (prima lettura). Come l'arca costruita da Mosè stava nel tempio perché era "segno e strumento" dell'alleanza di Dio con il suo popolo, così Maria è in cielo nella sua integrità umana, perché "segno e strumento" della nuova alleanza. L'arca conteneva la Legge e da essa Dio rispondeva alle richieste del popolo. Maria ci offre Gesù, il proclamatore della legge dell'amore, il realizzatore della nuova alleanza di salvezza: in lui il Padre ci parla e ci ascolta. Maria è figura e primizia della Chiesa, madre del Cristo e degli uomini che essa ha generato a Dio nel dolore sotto la croce del Figlio; pertanto è preannunciato della salvezza totale che si realizzerà nel regno di Dio. Ciò avverrà ad opera di Cristo risorto (seconda lettura), modello e realizzatore della risurrezione finale, comunicata prima che ad altri a Maria, per la sua divina maternità. L'Immacolata ha preannunciato il fine della redenzione, che è di condurre gli uomini ad una integrale innocenza; l'Assunta è preannuncio del traguardo finale della redenzione: la glorificazione dell'umanità in Cristo. Maria richiama oggi i cristiani a sentirsi inseriti nella storia della salvezza e destinati ad essere conformati a Cristo, per opera dello Spirito, nella casa del Padre. Per questo, il Concilio dice che l'Assunta è data agli uomini come "segno di sicura speranza e di consolazione" (LG 68 e prefazio).
"GRANDI COSE HA FATTO IN ME L'ONNIPOTENTE" Nel "Magnificat" (vangelo) Maria ci comunica il suo messaggio. Essa proclama che Dio ha compiuto un triplice rovesciamento di false situazioni umane, per restaurare l'umanità nella salvezza. Nel campo religioso Dio travolge le autosufficienze umane: confonde i piani di quelli che nutrono pensieri di superbia, si drizzano contro Dio e opprimono gli altri. Nel campo politico Dio capovolge gli ingiustificabili dislivelli umani: abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili; non vuole coloro che spadroneggiano i popoli ma coloro che li servono per promuovere il bene delle persone e della società senza discriminazioni razziali o culturali o politiche. Nel campo sociale sconvolge l'intoccabile classicismo stabilito sull'oro e sui mezzi di potere: colma di bene i bisognosi e rimanda a mani vuote i ricchi, per instaurare una vera fraternità nella società e fra i popoli, perché tutti sono figli di Dio. Così le feste dell'Immacolata e dell'Assunta ci richiamano da un capo all'altro tutta la storia della salvezza: quella che si compie oggi per noi, e per la quale preghiamo Maria nostra madre di condurci sino al compimento finale.
MARIA "PRIMIZIA E IMMAGINE DELA CHIESA" Maria, nell'Assunzione, è la creatura che ha raggiunto la pienezza della salvezza, fino alla trasfigurazione del corpo. È la donna vestita di sole e coronata di dodici stelle. È la madre che ci aspetta e ci sollecita a camminare verso il regno di Dio. La Madre del Signore è l'immagine della Chiesa: luminosa garanzia che il suo destino di salvezza è assicurato perché come in lei, così in tutti noi lo Spirito del Risorto attuerà pienamente la sua missione; ella è già quella che noi saremo. A molti dà fastidio sentir parlare di "salvezza delle anime". Sembra che la vita con i colori, i sapori, i contorni che la rendono attraente debba sparire: sembra che il corpo non serva a nulla. Hanno ragione perché non è così. Maria, assunta in cielo, è garanzia che tutto l'uomo sarà salvato, che i corpi risorgeranno. Nell'Eucaristia pane di immortalità, si ritrovano gli alimenti base dell'uomo, frutti della terra, della vite e del lavoro dell'uomo: è proprio l'Eucaristia la garanzia quotidiana che la salvezza raggiunge ogni uomo nella sua situazione concreta, per strapparlo alla morte, la nemica più terribile del progresso.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 4 minuti) dal titolo "Proclamazione del Dogma dell'Assunzione" si può vedere il filmato originale dell'epoca quando Pio XII proclamò il dogma al termine dell'Anno Santo del 1950.
https://www.youtube.com/watch?v=33NADLqHKkg
Fonte: Maranatha
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OMELIA XX DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 12,49-57)
Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire
Le lettere di questa messa propongono alla nostra attenzione alcune verità aspre, sgradevoli, ma insieme necessarie e salutari come tutto quello che ci è presentato dalla parola di Dio. La loro meditazione è tanto più importante in quanto noi siamo istintivamente portati a trascurarle e, soprattutto in questi ultimi anni, di fatto sono state troppo spesso dimenticate e taciute. In realtà, in ogni epoca della sua storia (e più ancora nella nostra epoca) la cristianità è stata infestata da troppi falsi profeti, che del messaggio di Cristo hanno colto solo alcuni aspetti (quelli che potevano essere graditi alla mentalità mondana) e hanno sistematicamente ignorato ciò che nell'insegnamento di Gesù poteva apparire urtante, amaro, o anche solo troppo impegnativo. E così hanno finito col proporre un cristianesimo senza vigore, senz'anima, così modernizzato da essere sostanzialmente inutile per l'uomo d'oggi. Perché l'uomo di oggi che ha smarrito Cristo non ha bisogno di carezze, ha bisogno di Cristo; l'uomo che si sta distruggendo con le sue mani non ha bisogno di approvazioni, ha bisogno di essere salvato. Vediamo allora, alla luce della parola del Signore, quali siano le caratteristiche di questi falsi profeti, o almeno del loro evangelo riveduto, corretto, addolcito.
1. LA VERITÀ È IN OGNI TEMPO COMBATTUTA Una prima caratteristica è quella di supporre e di insegnare che il cristiano - sul piano delle incertezze e dei principi - possa e debba andare d'accordo con tutti, sempre e in tutto, anche con quelli che esplicitamente rifiutano il messaggio di Gesù e hanno una concezione della realtà e della vita assolutamente diversa: l'importante, dicono, è evitare la lotta, la polemica, la discussione; l'importante è non passare per intolleranti, per fanatici, per retrogradi; l'importante è la pace a qualunque costo, anche a costo di rinunciare alle proprie convinzioni o di nasconderle. Qual è invece il parere di Gesù, come abbiamo ascoltato dal Vangelo di oggi? Gesù dice: Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, vi dico, io sono venuto a portare la divisione. Questo infatti è sempre il destino della verità: da qualcuno è generosamente abbracciata e difesa, da qualche altro è respinta e combattuta. Un cristiano che in tutte le questioni che contano, in tutti i problemi morali e sociali, si trova sempre d'accordo coi non cristiani, deve chiedersi seriamente se sia davvero un discepolo fedele del Signore.
2. IL CRISTIANESIMO AUTENTICO NON PUÒ PRESCINDERE DALLA CROCE Una seconda caratteristica: i falsi profeti di solito predicano un cristianesimo senza croce, senza rinuncia, senza sacrifici. A sentir loro, tutto è lecito, tutto è consentito. In nessuna occasione, davanti alle gravi difficoltà dell'esistenza, della vita familiare, della vita associata, fanno mai appello per risolverle alla mortificazione, all'impegno, al dominio di sé, ma sempre ai mezzi sbrigativi offerti da una tecnica asservita all'egoismo individuale. Ma un cristianesimo senza croce non è quello di Cristo, che ha sempre tenuto davanti agli occhi il battesimo di sangue che avrebbe dovuto subire: C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
3. IL CORAGGIO DI ANDARE CONTRO CORRENTE Una terza caratteristica del falso vangelo è quella di voler ottenere il plauso della gente e delle forze mondane. Per questo, invece delle verità amare, i suoi annunciatori sono inclini ad annunciare le falsità dolci. È illuminante, a questo proposito, l'insegnamento della prima lettura. Geremia, che era un vero profeta, preannunciava sventure a un popolo sviato. Gli altri profeti, che erano falsi, assicuravano sempre benessere e prosperità. Così, Geremia era odiato e gli altri apprezzati e applauditi, al punto che, per evitare il fastidio delle sue parole, il popolo cerca di uccidere l'autentico inviato di Dio, gettandolo nella cisterna. In genere, l'opinione pubblica, i giornali, i mezzi audiovisivi, le forze economiche, politiche, sindacali, coloro insomma che hanno in mano il potere del mondo, tendono a parteggiare per i profeti falsi contro la vera Chiesa di Dio, e sono sempre pronti a esaltare coloro che sembrano rendere più facile, più moderna, più accomodante (e più inutile) la religione, si fregino essi delle qualifiche di psicologi, di sociologi, di teologi. Noi invece chiederemo la grazia al Signore di saper ben giudicare, cioè di giudicare secondo verità e non secondo comodità. Chiederemo la grazia di saper leggere, come vuole Gesù, i segni dei tempi. Perché è arrivato un tempo, ed è questo, in cui occorre avere il coraggio di essere contro il mondo e contro tutte le sue aberrazioni; in cui, senza preoccuparsi delle critiche, degli scherni, delle incomprensioni, bisogna essere totalmente fedeli all'Evangelo e alle sue esigenze. Preghiamo perché, anche in mezzo alla confusione, non abbiamo mai a perdere la giusta strada e, come dice la seconda lettura, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede.
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.
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