ORA DI RELIGIONE ISLAMICA A SCUOLA: E' UN ERRORE, PER DUE BUONI MOTIVI
di Massimo Introvigne
La vogliono Fini, D’Alema e anche il cardinale Martino, che non è “il Vaticano” ma spesso una voce fuori del coro. Ma l’ora di religione islamica è un errore, per due buoni motivi.
Anzitutto, perché l’ora di religione islamica non quella ortodossa o Testimone di Geova? E’ possibile che se parliamo di pratica religiosa regolare queste comunità siano più numerose degli islamici in Italia. I Testimoni di Geova in Italia sono 400.000 e gli ortodossi – in maggioranza immigrati – mezzo milione, mentre del milione e più d’immigrati di origine islamica è difficile dire quanti mantengano un contatto con la loro religione. Con la crescita della diversificazione religiosa tra un po’ non si potrebbe negare neppure l’ora di religione pentecostale (350.000 fedeli se si considerano gli immigrati), seguita da quella buddhista, sikh, induista e così via. A parte i problemi organizzativi, ne risulterebbe una Babele e un supermercato delle religioni. Con l’ora di religione il legislatore ha voluto riconoscere il ruolo della tradizione cattolica nella nostra storia e nel nostro ethos nazionale, non dare a tutti i ragazzi che vivono in Italia la possibilità di trovare a scuola la “loro” religione. L’insegnamento di religioni diverse dalla cattolica è del resto liberamente impartito fuori della scuola.
Secondo: chi gestirebbe l’ora di religione islamica? Tutti i governi, di destra e di sinistra, in Italia ma anche in Francia, in Belgio e in Spagna hanno provato a trovare un interlocutore musulmano unico e rappresentativo. Nessuno ci è riuscito. In Francia è viva la discussione su come il Consiglio francese del culto musulmano (CFCM), costituito dall’allora Ministro dell’Interno Sarkozy per dare allo Stato un interlocutore islamico, nella sostanza non funzioni. Da una parte, per presentarsi come rappresentativo, ha dovuto includere le organizzazioni più fondamentaliste – che lentamente ne stanno prendendo il controllo, proprio quello che Sarkozy non voleva –, dall’altra le liti fra musulmani, e fra i governi che li finanziano (Algeria contro Marocco, Arabia Saudita contro Maghreb), ne paralizzano il funzionamento. Stabilita l’ora di religione islamica anche in Italia occorrerebbe trovare chi impartisca le lezioni. Se fosse l’organizzazione più grande, l’UCOII, l’Unione delle Comunità e Organizzazione Islamiche in Italia (che peraltro si è detta non interessata), avremmo la scuola di fondamentalismo islamico finanziata dallo Stato. Se non fosse l’UCOII questa – che, piaccia o no, controlla ancora la maggioranza delle moschee italiane (nonostante pregevoli sforzi per creare alternative) – avrebbe ragioni di dire che gli insegnanti non sono rappresentativi, sono “musulbuoni”, “sindacalisti gialli dell’islam” o “zii Sam”, come va già dicendo per qualunque iniziativa che non la ricomprenda.
Ora di religione islamica a scuola? Per dirla con l’ispettore Clouseau nel film La pantera rosa “c’è una sola cosa che non va in questa idea: è stupida”.
Fonte: Libero, 20 ottobre 2009
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