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ETTORE GOTTI TEDESCHI COMPLETAMENTE RIABILITATO
L'ex presidente dello IOR, soprattutto, non ha mollato
di Francesco Agnoli

Alcuni giorni fa la magistratura romana ha reso noto il decreto di archiviazione per l'ex presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi. In contemporanea sono stati citati in giudizio l'ex direttore dello IOR Paolo Cipriani e il vice direttore Massimo Tulli. Forse anche questa volta si può dire che il tempo è galantuomo, o, come dicevano i Greci, che la Dike, la Giustizia, è lenta a sopraggiungere, ma alla fine, di solito, arriva.
Eppure devono essere stati lunghi questi anni per il banchiere vaticano, chiamato a suo tempo da Benedetto XVI ad un ruolo prestigioso, benché di puro volontariato, e improvvisamente travolto da uno tsunami di diffamazioni e denigrazioni, ad insaputa del papa stesso prima, e senza che nessuno intervenisse per difenderlo pubblicamente, poi.
Accusato sostanzialmente di essere un disonesto, un incapace, un uomo con "disfunzioni psicopatologiche" dai suoi stessi collaboratori, con il placet della Segreteria di Stato, Gotti Tedeschi esce ora da tutta la vicenda a testa alta, e con grande volontà di fare chiarezza.
Andrea Tornielli, su Vatican Insider, ha riassunto così la stato dell'arte: "dopo due anni di silenzio, e dopo essere stato estromesso dalla presidenza dello Ior dal consiglio che gestiva la banca vaticana per mezzo di un comunicato a firma di Carl Anderson -un documento durissimo che non ha precedenti nella storia e nello stile della Santa Sede- Gotti Tedeschi passa al contrattacco e annunzia azioni legali". Azioni legali, continua Tornielli, che vengono anche dopo aver "atteso invano una riabilitazione, preannunciatagli all'inizio del 2013 dai più stretti collaboratori di Benedetto XVI ma poi mai avvenuta". Sempre su Vatican Insider, in un altro articolo del 3 aprile, si riporta una dichiarazione piuttosto inequivocabile di Gotti Tedeschi: "La Chiesa deve sapere se ci sono stati al suo interno dei traditori del Papa".
Anche Riccardo Cascioli, direttore del battagliero giornale on line La Nuova Bussola quotidiana, ha riflettuto con arguzia sul tema: "Dunque, la realtà che emerge con chiarezza è quella di uno IOR dove la volontà di riforma di papa Benedetto XVI... ha dovuto fare i conti con il sabotaggio da parte di forze non meglio specificate che però avevano in Cipriani e Tulli il loro terminale operativo. Lo scontro è poi culminato, come ben si sa, con la cacciata di Gotti Tedeschi nel maggio 2012 dalla presidenza dello IOR con accuse infamanti da parte del Consiglio di Sovrintendenza, ovvero il board laico dell'Istituto. Non bastasse, la Segreteria di Stato accompagnò il documento del board con un comunicato durissimo nei confronti di Gotti Tedeschi...A distanza di due anni, fa un certo effetto notare come ci sia voluta la magistratura italiana a mettere in chiaro le cose sulla gestione dello Ior che dall'interno del Vaticano non si è riusciti ancora a spiegare". E parlando del board che sfiduciò Gotti Tedeschi, dopo aver ricordato che è ancora in carica, Cascioli invita senza giri di parole i suoi componenti a spiegare "a chi hanno dovuto obbedire per sfiduciare Gotti Tedeschi, domande che andrebbero rivolte anche a chi in questi anni ha tenuto la Segreteria di Stato".
Se tutto questo è interessante, ancora di più lo è, a mio giudizio, un altro fatto: il modo con cui la vittima delle nefande accuse ha portato in questi anni il peso della denigrazione. Poco tempo prima di queste ultime, buone notizie, un giornalista del Messaggero aveva chiesto a Gotti Tedeschi quello che verrebbe più logico chiedere ad un uomo di fede. E cioè, in sostanza, se i torti subiti all'interno del mondo cattolico, con la complicità di alti ecclesiastici, avesse cambiato il suo rapporto con la Chiesa e la fede. Senza sminuire le sofferenze vissute, le notti insonni, il peso di quello che era caduto sulle spalle sue e della sua famiglia, Gotti Tedeschi aveva risposto: "La mia fede si è rafforzata, anche se non è più quella innocente che possedevo".
Circa 50 anni prima, lo scrittore Tolkien, padre di quella Compagnia dell'anello che non perde la speranza neppure di fronte al dilagare inarrestabile del Male, aveva scritto: "Ho sofferto nella mia vita a causa di preti stupidi, stanchi, ignoranti o persino cattivi; ma ora mi conosco abbastanza bene da sapere che non lascerò la Chiesa (che per me significherebbe lasciare l'alleanza con Nostro Signore) per una qualsiasi di queste ragioni...". E ancora: "La fede è un atto di volontà, ispirato dall'amore. Il nostro amore può raffreddarsi e la nostra volontà può essere indebolita dallo spettacolo dei difetti, della follia e persino dei peccati della Chiesa e dei suoi ministri, ma non penso che chi una volta ha avuto fede la perda per questi motivi... Lo scandalo al massimo è occasione di tentazione...È comodo perché distoglie gli occhi da noi stessi e dalle nostre colpe e ci fornisce un capro espiatorio. Ma l'atto di volontà della fede non è l'unico memento di una decisione finale: è un atto permanente che si ripete... La tentazione di non credere è sempre dentro di noi. Una parte di noi anela a trovare una scusa fuori di noi per mollare". Più di tutto, questo: Gotti Tedeschi non ha mollato, nonostante tutto.

Nota di BastaBugie: Ettore Gotti Tedeschi ha tenuto il 14 marzo 2014 nel Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese una conferenza dal titolo "La vera causa della crisi: fare figli è l'unico modo per far riprendere l'economia".
In quella occasione ha sostenuto che l'uomo ha bisogno di tre nutrimenti per essere equilibrato: quello materiale, per nutrire il corpo e progredire; quello intellettuale, per dare ragione delle cose; quello spirituale, per dare un senso alla vita.
Per leggere il resoconto della conferenza, si può andare al link seguente
http://www.amicideltimone-staggia.it/it/articoli.php?id=116

 
Titolo originale: Gotti Tedeschi: soprattutto, non ha mollato
Fonte: Libertà e persona, 12/04/2014