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LA VERA STORIA DEL RE LUIGI XIII CHE IL PESSIMO ROMANZO DEI TRE MOSCHETTIERI VOLEVA INFANGARE
Il re, denigrato come cornuto e cretino nei libri del garibaldino Dumas, aveva il torto, secondo lui, di essere un vero credente che aveva come primo ministro un cardinale (Richelieu)
di Rino Cammilleri

Nei romanzi di Alexander Dumas il re di Francia, Luigi XIII, è presentato come un brav'uomo tutto sommato, però regolarmente tradito dalla moglie Anna d'Austria, che prima se la fa col duca inglese di Buckingham (e viene salvata dai Tre Moschettieri più Uno, che sventano in extremis la scoperta del suo adulterio), poi partorisce due gemelli avuti addirittura da D'Artagnan. I gemelli, uno buona e uno cattivo, diventano a turno Luigi XIV, il Re Sole, prima che quello cattivo finisca in una cella con addosso la Maschera di Ferro. Poiché i Tre Moschettieri più Uno combattono tutto il tempo contro il perfido cardinale Richelieu, si capisce dalla trilogia (I tre moschettieri , Vent'anni dopo e Il visconte di Bragelonner) da che parte tirasse la simpatia dell'Autore.

I DUMAS
D'altra parte, certe simpatie le aveva respirate fin dalla nascita. Il suo vero cognome era La Pailleterie, ma suo padre Thomas era conosciuto come le general dumas, perché filio di un proprietario francese e una schiava haitiana. Quest'ultima, africna, era addetta "alla masseria" (in francese, la femme du mas). Thomas nacque mulatto e anche suo figlio Alexandre era di color Obama. Thomas fece carriera nell'esercito durante la Rivoluzione francese e la proseguì con Napoleone. Alexandre, lo scrittore, era fiero del soprannome del padre, le cui idee ereditò: quando divenne ricco e famoso raggiunse Garibaldi in Sicilia e finanziò generosamente i Mille. L'Eroe dei Due Mondi lo compensò nominandolo Ministro della Cultura nella Napoli "liberata". In tale carica , tuttavia, il Dumas rimase poco perché fu cacciato da una sollevazione dei napoletani, i quali non avevano gradito l'apertura al pubblico delle sale pompeiane "a luci rosse" nel museo ex borbonico. Suo figlio, Alexandre Dumas jr., lo ebbe da una sarta vicina di pianerottolo (che tuttavia non sposò, preferendole un'altra di maggior ceto).
Dumas junior, entrato nella storia della letteratura praticamente per una sola opera (La signora delle camelie) passò i guai giudiziari a causa della sua simpatia per l'anarchico italiano Sante Caserio, uccisore del presidente francese Carnot. Insomma, nonno, figlio e nipote erano, ciascuno al suo tempo, tutti e tre "di sinistra" (ma, come al solito, col portafogli a destra). La denigrazione sistematica dell'Ancien Regime, quando Trono e Altare collaboravano (e i re sceglievano i loro primi ministri tra i cardinali), era la monotona ossessione dei laudatori del giacobinismo e Dumas senior ne fece la filosofia dell'intera sua vastissima produzione. Da qui Richelieu malvagio e Luigi XIII fesso e cornuto. I Tre Moschettieri li troviamo impegnati anche all'assedio de La Rochelle, la fortezza ugonotta (cosi erano chiamati i calvinisti francesi) sull'Atlantico che, ricevendo continuamente aiuti dagli inglesi, costituiva una pericolosa porta d'ingresso alla Francia.

I LUIGI (XIII E XIV)
La storia (vera) dice che Luigi XIII, non riuscendo a venirne a capo, convocò i domenicani nella capitale e chiese loro di guidare la recita del Rosario davanti a tutta la corte. Poi li mandò come cappellani alle sue truppe che assediavano La Rochelle. I religiosi distribuirono migliaia di rosari ai soldati. Ogni sera, al lume delle torce, una statua della Madonna veniva portata in processione attorno alle mura, mentre i combattenti intonavano inni alla Vergine sotto il naso dei protestanti. L'importante piazzaforte si arrese l'1 novembre 1628 e con la sua caduta cessarono definitivamente le guerre di religione che avevano squassato la Francia per decenni. Il re, in memoria dell'evento,fece innalzare a Parigi la grande chiesa di Notre Dame del Victoires e consacrò solennemente il regno alla Madre di Dio.
Luigi XIII aveva anche un altro motivo di gratitudine nei confronti della Madonna. Lui e Anna d'Austria si erano sposati giovanissimi nel 1615,ma per ventidue anni la regina non ebbe che una serie di aborti spontanei. Avere figli, per un re, non era solo il coronamento di un normale desiderio di paternità. Senza eredi al trono, un regno rischiava di cadere preda di guerre senza fine per la successione. Luigi e Anna ricorsero perciò alle preghiere dei sudditi. E il 27 ottobre 1637 frère Fiacre, un agostiniano del convento annesso a Notre-Dame del Victorie, mentre era in preghiera con i confratelli nel coro udì distintamente una voce interiore che gli diceva quanto segue: la regina doveva chiedere che si recitassero tre novene alla Madonna perché facesse il miracolo, una al santuario di Notre-Dame de Graces in Provenza, una in Notre-Dame di Parigi e una proprio a Notre-Dame des Victories.

QUELLA VOCE
Non era la prima volta che il frate sentiva quella voce. Già due anni addietro, quando era ancora novizio, l'aveva avvertita. Ne aveva riferito ai superiori ma questi erano scettici. La notte del 3 novembre a Fiacre apparve la Madonna in persona. Aveva un neonato che vagiva tra le braccia. Disse che si trattava del figlio sospirato, il Delfino, e che Dio lo avrenne donato alla Francia se si fossero eseguite le tre novene. Poi mostrò al veggente il quadro mariano che si trovava in Provenza a Notre-Dame de Graces e il luogo in cui era posto. Frèèe Fiacre avvertì subito i sueriori, che questa volta gli diedero retta. Ma, poiché né lui né loro avevano mai visitato il santuario provenzale indicato dalla Vergine, vennero consultati alcuni fedeli che c'erano appena stati in pellegrinaggio. E questi confermarono l'esattezza della descrizione.
A quel punto i superiori si convinsero del tutto e si attivarono per allertare il cardinale de la Rochefoucauld, che aveva accesso alla coppia reale. I regnanti, una volta informati, approvarono e incoraggiarono l'iniziativa. Intanto, frère Fiacre, spinto dalla solita voce interiore, l'8 novembre aveva cominciato la novena in nome della regina. Nel frattempo, la richiesta agli altri santuari era partita dalla corte. Le tre novene vennero eseguite nei tempi prescritti e il 5 dicembre il voto dei reali era stato soddisfatto (nel 1824 il "Voto di Luigi XIII" diventò celebre quadro che decretò il successo del pittore Jean-Auguste-Dominique ingres). Nove esatti mesi dopo nacque il futuro Luigi XIV, cui venne imposto, tra gli altri, il nome di Dieudonné, "donato da Dio".

 
Titolo originale: Padri e figli
Fonte: Il Timone, settembre/ottobre 2015