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Il drappellone del Palio di Siena di agosto 2019, è stato commissionato a Milo Manara, secondo la consuetudine che vede alternarsi a luglio artisti locali e ad agosto autori di fama internazionale. Non c'è ovviamente ancora nessun bozzetto, nessuna notizia, ma ci sembra doveroso spendere qualche parola su questa scelta. Come mai parlare di un'opera che ancora non è stata dipinta?
Il Palio di Siena viene corso nelle due edizioni annuali per celebrare il legame lunghissimo tra la città e la sua protettrice, la Madonna. Celebrata dagli statuti medievali come la Regina di Siena, la Madre di Dio campeggiava nelle monete medievali battute dallo stato senese, con l'iscrizione "Sena vetus civitas Virginis" (Antica Siena, città della Vergine). È sempre sua l'immagine nei sigilli della Repubblica apposti su ogni documento: la Madonna col Bambino, accompagnata dalle parole "Conservi la Vergine l'antica Siena, che lei stessa rende bella".
MILO MANARA OFFENDE LE ORIGINI CRISTIANE DEL PALIO
Il culto antichissimo fu celebrato con la costruzione della cattedrale, ma la stessa identità del Comune cittadino era indissolubilmente legata alla Vergine, cui più di una volta furono date le chiavi della città in atto di affidamento totale, che veniva rinnovato annualmente con l'offerta dei ceri, da parte del Comune e anche delle terre sottomesse.
Le carriere del Palio e la festa che vi ruota intorno sono infatti per Siena la testimonianza e la continuazione di una identità importante e ancora viva. Ben lontana da una rievocazione ad uso dei turisti, incarna e rinnova una storia e una devozione che si perdono nelle origini stesse della città.
È lecito chiedersi se la scelta di affidare la realizzazione del palio di agosto a Milo Manara sia coerente con il carattere di omaggio alla Vergine che la città vuol fare con la corsa del Palio. Milo Manara è senza dubbio in grado di dipingere una bellissima Madonna, poiché il talento non gli ha mai fatto difetto, ma è auspicabile legare il nome di una così importante festa mariana al resto della produzione dell'autore?
Una rapida ricerca in internet ci rimanda immagini erotiche molto spinte ed esplicite, insistite e audaci che nulla lasciano all'immaginazione... e purtroppo ce ne sono anche di offensive per la religione, irriverenti, oscene e sacrileghe. Posto che tutti si augurano che il Palio di agosto sia bellissimo e celebrativo del vero spirito della festa, è Milo Manara il nome giusto attraverso cui omaggiare la grandezza dell'assunzione di Maria in Cielo con il suo corpo immacolato? L'autore non sarà tentato di disegnare la Madre di Dio in abiti discinti come lui usa disegnare le figure femminili nei suoi disegni? Ma anche nel caso che la "sua" Madonna fosse disegnata castamente non evocherà in chi la guarderà le donne seminude di cui l'autore ha invaso l'immaginario collettivo?
LO SCANDALO DEL PALIO "MUSULMANO"
In passato ci sono stati molti episodi di Palii controversi per le scelte figurative operate dall'autore. Per il Palio del 2 luglio 2010 fu rappresentata la Madonna con una corona con una croce, la mezzaluna islamica e la stella di David. Come notava Antonio Socci su Libero del 1° luglio 2010: "Un sincretismo che strizza l'occhio al più banale 'politically correct', ma che è un pugno nello stomaco per chi sa quanti cristiani sono stati massacrati dai turchi all'insegna della mezzaluna (e quanti sono oggi perseguitati). Non solo. Attorno al volto della Madonna, Alì ha scritto in arabo 'Sura di Maria', in riferimento alla sura 19 del Corano dove ella è celebrata come madre di Gesù, che l'Islam ritiene un profeta, ma nega categoricamente che fosse Figlio di Dio, Dio fatto uomo (per l'Islam questa è la più grande bestemmia). Cosicché abbiamo una icona che dovrebbe essere cristiana e celebrare la Madre di Dio, nella quale invece si celebra la Maria del Corano in cui è negata la divinità di Gesù, il fondamento del cristianesimo. Come se non bastasse la figura centrale e grande del Palio è un presunto san Giorgio, che in realtà è un guerriero saraceno (somigliante al pittore), con la kefiah araba, che trafigge un drago, il quale rappresenta - dice Alì - 'un demone'. Qualunque musulmano lo interpreta come l'Islam che trionfa sull'infedele e sul grande Satana".
Dopo le proteste di molti fedeli l'Arcivescovo di Siena, mons. Antonio Buoncristiani, emise un comunicato dove riconosceva che l'immagine scelta non era consona alla festa del Palio con le sue esplicite radici cristiane e concludeva dicendo: "Mi permetto di suggerire rispettosamente alla Committenza di servirsi per il futuro di una consulenza adeguata ad evitare spiacevoli equivoci e polemiche dannose all'immagine di Siena e del Palio, nel rispetto dei contenuti della fede cristiana e della religiosità popolare che è la componente che ha permesso alla nostra festa di mantenersi sempre giovane evitando di ridursi ad un fatto folcloristico o ad un mero evento agonistico tra Contrade".
Addirittura l'anno scorso visto il Palio realizzato dall'artista Charles Szymkowicz l'Arcivescovo di Siena si rifiutò addirittura di benedire il palio. Probabilmente è la prima volta nella storia che ciò accade...
Non si tratta di voler ingabbiare la libertà artistica, quanto piuttosto di riflettere sull'opportunità di fissare per sempre l'immagine del palio di agosto 2019, intitolato alla Vergine Assunta in cielo, accanto a suore peccaminose, donne nude, svestite, conturbanti e sfacciatamente irriverenti... avviandosi ad allontanare la festa e la città dalle proprie radici cristiane. Lo facciamo notare prima che il drappellone sia dipinto in modo che non siamo posti di fronte al fatto compiuto per poi dovere, ancora una volta, amaramente digerire.
DOSSIER "IL PALIO DI SIENA"
Le polemiche per il drappellone
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