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Sto rileggendo in questi giorni un bel romanzo di Paul Bourget, Il demone meridiano.
Paul Bourget, vissuto tra il 1852 e il 1935, è stato uno scrittore francese, autore di molti romanzi.
Il demone meridiano - Le Démon de midi, - apparso nel 1914, e ripubblicato recentemente in italiano dall'editore Marco Solfanelli, è a mio parere il più bello.
Il racconto è ambientato negli anni della crisi modernista e segue le vicende di due personaggi, un intellettuale tradizionalista e un sacerdote modernista, che, per vie diverse, cedono alle tentazioni del "demone meridiano", che è quello di cui parla il Salmo 90 della Sacra Scrittura: il demonio tentatore di chi ha superato la soglia dei quarant'anni e si trova al meriggio della vita.
Il filo conduttore del romanzo è il rapporto che sempre esiste tra le idee e i comportamenti. Le idee influenzano i comportamenti e i comportamenti le idee. Da qui la celebre frase di Paul Bourget, che chiude il libro: "Chi non vive come pensa, finisce con il pensare come vive". È per questo che nel Cristianesimo Verità e vita sono inscindibili. Il Cristianesimo è dottrina vissuta.
Tra le molte cose che colpiscono nel libro di Bourget c'è il programma religioso di don Fauchon, il sacerdote che, nel romanzo, abbandona l'ortodossia per inabissarsi nell'apostasia. Per don Fauchon il futuro della Chiesa prevedeva: "la revisione dei Testi sacri da parte di una commissione composta da rappresentanti delle diverse confessioni cristiane; l'unificazione dei riti con l'uso della lingua nazionale di ogni paese nelle cerimonie; il matrimonio dei sacerdoti. La Chiesa così riformata avrebbe dovuto iniziare un'immensa rifondazione della società al fine di realizzare l'Ideale evangelico di una Democrazia universale" (p. 148).
Si tratta del credo del modernismo, che un discepolo di don Fauchon esplicita a sua volta con queste parole: "Abbiamo, sotto la direzione del nostro maestro (Fauchon), inaugurato un culto cattolico - perché restiamo cattolici - ma un culto semplificato, o piuttosto, permettetemi di dirlo, purificato, ricondotto ai riti della Chiesa primitiva. Perciò la nostra piccola comunione si chiama "Catacomba", (...) Crediamo che Cristo è innanzitutto una Vita. Cristo non si dimostra, si sente. Questa frase ammirevole di don Fauchon è il nostro motto. Ma se Egli vive si evolve: e il suo campo di evoluzione è la Chiesa, crediamo che questa evoluzione continuerà fino alla salvezza universale. Non ammettiamo dunque l'Inferno. Come all'epoca delle catacombe, i sacerdoti vengono eletti dai fedeli, dei quali non sono che i delegati, perché ciascun fedele è un membro vivente del Sacerdote eterno, che è Nostro Signore, Vogliamo che i nostri preti possano prendere mogli., Vedete che siamo veramente nella Catacomba. Vogliamo la Messa come era detta nei primi tempi, in lingua volgare" (pp. 195-196).
Queste parole furono scritte più di un secolo fa e non erano fantasie dell'autore: descrivevano il progetto modernista. Il modernismo fu condannato da san Pio X e si inabissò per riaffiorare in maniera aggressiva nella seconda metà del XX secolo, gli anni del Concilio Vaticano II. Quel progetto è divenuto negli ultimi cinquant'anni la realtà della Chiesa.
E se il nuovo rito della Messa, celebrata nelle lingue nazionali, è in vigore dal 1969, oggi apprendiamo che l'assemblea dei vescovi tedeschi, riunita a Francoforte dal 3 al 5 febbraio, ha approvato a maggioranza un documento in cui si chiede al Papa la revisione della disciplina del celibato e l'ordinazione di uomini coniugati, inclusa l'autorizzazione agli attuali sacerdoti di prendere regolarmente moglie. Contemporaneamente un altro voto ha sancito la non esclusione delle donne dai ministeri ordinati, cioè il loro accesso al diaconato e al sacerdozio.
L'assemblea di Francoforte ha deciso inoltre che ci dovrebbe essere una maggiore co-decisione nell'elezione dei vescovi cattolici in Germania, in modo che i vescovi possano realmente rappresentare la loro base. La sinodalità significa la democrazia nella Chiesa.
L'assemblea si è pronunciata poi, a larga maggioranza, a favore di una "modernizzazione sessuale" della Chiesa. In concreto si tratterebbe di modificare la posizione della Chiesa sulla contraccezione e sulla " sessualità omosessuale vissuta", che "non è un peccato e non deve essere giudicata come intrinsecamente cattiva".
Per questa ragione i partecipanti al "percorso sinodale" hanno rivendicato la possibilità di benedizioni per tutte le coppie, anche quelle omosessuali e di divorziati risposati.
I vescovi tedeschi non professano nuove idee, ma vecchi errori, anche se le loro richieste superano, in alcuni campi, le rivendicazioni del modernismo di primo Novecento. La differenza di fondo sta nel fatto che coloro che un secolo fa costituivano una chiesa catacombale, oggi sono usciti allo scoperto e governano la Chiesa. Chi invece è fedele alla dottrina che per duemila anni è stata impartita dalla Chiesa viene ridotto al silenzio delle catacombe.
Ma quanto potrà durare questa situazione? La gloria di Dio e il bene delle anime esigono quanto prima un intervento della Divina Provvidenza. E noi dobbiamo pregare: "non tardare, Signore, non tardare..." (Salmi, 69. 6)
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