BastaBugie n�831 del 26 luglio 2023

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1 ONDATE DI CALORE? SI CHIAMA ESTATE
Notizie allarmanti sulle temperature record, ma a luglio ha fatto sempre molto caldo: quello che una volta era percepito come naturale, oggi genera angoscia... perché il potere ci governa con la paura, vi ricorda qualcosa? (VIDEO IRONICO: Rambo, il negazionista climatico)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 NON DOBBIAMO DIMENTICARE I PASTICCI SUL COVID DI CONTE E SPERANZA
Il periodo pandemia e la gestione giallo-rossa che ha minacciato le nostre libertà sono raccolti nell'imperdibile libro di BastaBugie (VIDEO: Riassunto globalista di Silver Nervuti)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro
3 LA STRATEGIA LGBT DELLA DISNEY NON PAGA
Una stagione di costanti flop, boicottaggi, licenziamenti e critiche di massa (ad oggi le perdite si attestano intorno ai 10 miliardi di dollari!)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia
4 UN'ACCURATA ISPEZIONE CONFERMA CHE ERANO FALSE LE ACCUSE DI FORMIGLI ALLA SHALOM
Non c'erano violenze, torture o abuso di psicofarmaci, come invece assicuravano Fanpage e Piazza Pulita, il talk show di La7 condotto da Corrado Formigli (eppure nessuno pagherà i danni di immagine a Suor Rosalina)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 LE RIDICOLE CHIARA FERRAGNI E GRETA THUNBERG
La regina delle influencer fa lo spot all'auto elettrica e poi se ne va alle Eolie sul catamarano a motore (intanto Greta Thunberg è stata arrestata dalla polizia svedese per aver bloccato il traffico)
Autore: Max Del Papa - Fonte: Sito di Nicola Porro
6 AFRICA ALLA DERIVA TRA SECOLARIZZAZIONE E ISLAM
I cristiani vengono esclusi dalle cariche governative, non possono costruire chiese, le loro donne vengono costrette a sposare uomini musulmani, mentre i sacerdoti vengono spesso sequestrati
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera
7 COSA FARE DOPO LA DERIVA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE?
Se Fernández imponesse la benedizione delle coppie gay o cose del genere non ci sarebbe altro da fare che disobbedire, ma comunque rimanendo nell'unica Chiesa di Cristo, senza cercare rifugi alternativi e rassicuranti
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 OMELIA XVII DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,44-52)
Trovata una perla di grande valore, va, vende tutto e la compra
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

1 - ONDATE DI CALORE? SI CHIAMA ESTATE
Notizie allarmanti sulle temperature record, ma a luglio ha fatto sempre molto caldo: quello che una volta era percepito come naturale, oggi genera angoscia... perché il potere ci governa con la paura, vi ricorda qualcosa? (VIDEO IRONICO: Rambo, il negazionista climatico)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18 luglio 2023

«...La Sicilia, l'ambiente, il clima, il paesaggio. (...) questo clima che infligge sei mesi di febbre a quaranta gradi; li conti Chevalley, li conti: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre; sei volte trenta giorni di sole a strapiombo sulle teste. (...) Lei non lo sa ancora, ma da noi si può dire che nevica fuoco, come le città maledette della Bibbia...». Queste parole, tratte da Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa descrivono il clima nella Sicilia del 1860 e tornano in mente davanti alle notizie terroristiche sul tempo che riempiono i giornali in queste due ultime settimane.
Dimentichi di un giugno tutto sommato fresco, al primo rialzo di temperature in luglio si è scatenato l'inferno. Non per le temperature elevate ma per il bombardamento di notizie sempre più allarmanti: «il giorno più caldo di sempre», «ondate di calore che si abbattono sull'Italia e su tutta l'Europa meridionale». E poi soprattutto le previsioni: «La settimana prossima temperature record», «Si supereranno i 50 gradi», «arriva Caronte». E giù interviste a professoroni che analizzano questa strana ondata di caldo. Che, fossimo a novembre, si capirebbe pure l'allarme. Ma siamo a luglio e a luglio sarebbe anomalo il fresco. Peraltro le previsioni terrorizzano, ma poi quando arriva il momento si scopre che sì, fa molto caldo, ma non come era stato previsto.

LA PAURA DEL CLIMA È UNA VERA FORMA DI TERRORISMO
Non succede a caso, è proprio una strategia di comunicazione per indurre la paura del clima, una vera forma di terrorismo che si serve di dati fasulli o pompati ad arte. Come spiega il sito di esperti Climate Monitor: «Le temperature "record" vengono prodotte prima dell'evento, e strombazzate a reti unificate come se fossero già state registrate e ufficializzate. Peccato che i modelli meteorologici tendano a sovrastimare regolarmente l'intensità delle ondate di caldo, specialmente a molti giorni di distanza dall'evento, per poi correggere il tiro all'avvicinarsi della previsione». Peraltro, poi, quando arriva il momento e le temperature risultano essere decisamente più basse di quelle previste, nessuno lo comunica perché intanto si sta annunciando le temperature record della prossima settimana, in un crescendo di comunicazioni ansiogene che hanno effetti devastanti sulla psiche delle persone.
La verità è che a luglio in genere ha fatto sempre molto caldo e - se provassimo ad attivare la nostra memoria intorpidita dall'eco-catastrofismo imperante - ci accorgeremmo di aver vissuto molte estati più calde e insopportabili di quella attuale. E ci ricorderemmo anche dei puntuali servizi estivi dei tg che mostravano turisti che si gettavano nelle fontane delle città o fuggivano in montagna, al mare e ai laghi per sfuggire alla calura.
Questo non esclude che nelle prossime settimane si possano verificare davvero picchi di calore mai conosciuti nella storia (per quanto non ci scommetteremmo), ma finora questo non è avvenuto, a dispetto delle prime pagine di giornali e radio-tv.
La differenza con il passato sta solo nella percezione e nel giudizio che diamo. Una volta, vedi il brano citato del Gattopardo, si era consapevoli che così va la natura: l'estate fa caldo, e può essere molto caldo; in inverno fa freddo e può essere molto freddo. Non per niente ci sono anni storici impressi nella memoria collettiva che ricordano questi picchi: l'inverno del 1956 o l'estate del 2003, tanto per fare un esempio.

GRAZIE ALL'ARIA CONDIZIONATA IN CASA
La natura è così, agli uomini sta il compito di difendersi per quanto possibile da questi eventi. Dovremmo essere grati che oggi, grazie allo sviluppo tecnologico, una grande parte di popolazione abbia la possibilità di godere dell'aria condizionata in casa, che permette di superare senza danni i momenti più pesanti. E invece troviamo gente sempre più impaurita e angosciata pensando a queste ondate di calore che ci stanno per colpire.
Già, ondate di calore: potenza delle parole. Se diciamo "estate" pensiamo alla stagione, a un fenomeno naturale; basta sostituire con "ondate di calore" e subito si ha la sensazione di qualcosa di anormale e cattivo, qualcosa che non dovrebbe esserci (sottinteso: se ci comportassimo bene). Succede anche a stagioni invertite: il terrificante termine "bombe d'acqua" ha sostituito il più familiare per quanto temibile "nubifragio".
Dicevamo che non sono cambiamenti che accadono a caso: ormai siamo costretti a vivere in una continua emergenza, è una continua e sistematica opera di instillazione della paura nella gente. Diceva Edmund Burke che «nessuna passione priva la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura». E infatti nella storia tutte le dittature, di qualsiasi colore politico, hanno praticato la forza del dominio attraverso la paura. E anche le democrazie hanno utilizzato i mezzi di comunicazione per suscitare paure al fine di spingere le persone a muoversi nelle direzioni auspicate o ad accettare politiche altrimenti improponibili.
È quello che sta accadendo con la presunta crisi climatica, che spinge la popolazione ad accettare l'imposizione di altissimi costi sociali per realizzare la cosiddetta transizione ecologica, ed energetica in particolare.
L'unico antidoto è tornare a ragionare. E nel frattempo bevete tanta acqua e mangiate frutta e verdura.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Rambo, il negazionista climatico" (durata: 2 minuti) si ironizza sull'assurda proposta di legge per il reato di "Negazionismo climatico". E non c'è niente da ridere.


https://www.youtube.com/watch?v=wAqhQL5M4iQ

VIDEO: UN'ESTATE AL MARE (GIUNI RUSSO)
Nel seguente video dal titolo "Un'estate al mare" (durata: 3 minuti) Giuni Russo canta il tormentone dell'estate del 1982 quando il caldo d'estate non era un problema, ma al limite una spinta ad andare al mare.


https://www.youtube.com/watch?v=d8Ddo92-lBg

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18 luglio 2023

2 - NON DOBBIAMO DIMENTICARE I PASTICCI SUL COVID DI CONTE E SPERANZA
Il periodo pandemia e la gestione giallo-rossa che ha minacciato le nostre libertà sono raccolti nell'imperdibile libro di BastaBugie (VIDEO: Riassunto globalista di Silver Nervuti)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Blog di Nicola Porro, 8 luglio 2023

L'ex assessore lucano e la new entry Giuseppi, che nessuno aveva votati e nemmeno mai sentiti, si sono ritrovati, per nostra punizione divina, al timone d'Italia nella churchilliana ora più buia. E hanno fatto l'unica cosa che sapevano fare: casino. Ricordate i no-vax triestini innaffiati dai cannoni della polizia mentre dicevano il rosario? Manco gli sfasciatutto amici di Cospito meritarono tanto. Alla fine della fiera, giustamente denunciati, chi davvero comanda in questo Paese ha debitamente archiviato. Eh, sì, in fondo c'è da capirli: se stabiliamo il principio che un capo di governo può essere condannato per le sue scelte, nessun premier o ministro futuro si salva.
Perciò, cosa fatta capo ha, chi ha avuto ha avuto, scurdammoce 'o passato, siamo o non siamo il Paese di Pulcinella? Ai cornuti&mazziati, ai fessi&gabbati, ai cretini&contenti non rimane che il voto (finché ce lo permettono, ma si stanno organizzando per sbarazzarsi una volta e per sempre anche di questi ludi cartacei che disturbano il manovratore) e il solito libro di amarcord. Il mio personale, grazie al cielo solo grottesco, è il seguente: io e mia moglie, conviventi e debitamente mascherati, ci stavamo recando in farmacia lungo una via deserta. Passa l'auto della polizia locale, si ferma e ci intima di separarci. Spiego, obietto, chiarisco. Niente. Così, su due marciapiedi paralleli ma separati, io e mia moglie ci dirigemmo alla farmacia, dove ci riunimmo tra noi e pure con gli altri clienti. E ora il Paese si ritrova di nuovo con Figliuolo e Bonaccini a coordinare. Eggià: la vaporiera qualcuno deve condurla e pare non ci sia altro sottomano.
Intanto, non ci resta che l'onanismo del «per non dimenticare», ed è per questo, in mancanza di meglio, che segnalo un importante libro: Aa.Vv., Ci hanno preso per il covid. Per non dimenticare tre anni di lockdown, mascherine, vaccini e abusi di potere. Per non dimenticare l'impennata di morti per miocardite, misteriose e abbondanti tra gli atleti. La risata della responsabile Pfizer quando in sede Ue le chiesero se i vaccini fossero stati testati. Risposta: naturalmente no, ma siete stati voi politici ad averci messo prescia. Miliardi di dosi ancora inutilizzate ma che vanno pagate lo stesso come da contratto. La gente che si è ritrovata inabile per sempre o addirittura cieca (ma aveva firmato la liberatoria alla quale non poteva sottrarsi).
Il segreto militare. Le autopsie negate. Il mistero sul perché l'Italia, dopo la Cina, sia stata la più colpita al mondo. E, perché no, risalendo per li rami, lo smantellamento precedente della sanità italica perché in camera caritatis ce lo chiedeva l'Europa. Per non dimenticare? No, ce ne dimenticheremo, perché i signori delle tre carte e i loro media (cioè tutti) in questo sono abilissimi. Del resto, è l'unica cosa che sanno fare.

Nota di BastaBugie: "Ci hanno preso per il Covid. Per non dimenticare tre anni di lockdown, mascherine, vaccini e abusi di potere" è il volume pubblicato dal sito BastaBugie che raccoglie una rassegna di oltre 130 articoli che ripercorrono i tre anni dell'emergenza da pandemia. La prefazione è di Riccardo Cascioli, direttore della nuova Bussola Quotidiana.
Per acquistare il libro, di oltre 500 pagine, al costo di 16 euro, clicca qui!

VIDEO: RIASSUNTO GLOBALISTA di Silver Nervuti
Nel seguente video (durata: 9 minuti) dal titolo "Riassunto globalista" Silver Nervuti riassume quello che è successo in questi ultimi anni.


https://www.youtube.com/watch?v=lFU91rzXMsE

Fonte: Blog di Nicola Porro, 8 luglio 2023

3 - LA STRATEGIA LGBT DELLA DISNEY NON PAGA
Una stagione di costanti flop, boicottaggi, licenziamenti e critiche di massa (ad oggi le perdite si attestano intorno ai 10 miliardi di dollari!)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Provita & Famiglia, 26 giugno 2023

La strategia Lgbt non paga. Anzi. È controproducente perché il massiccio e martellante indottrinamento arcobaleno porta famiglie, genitori e in generale utenti (ma anche i dipendenti) a "scappare" da chi si rendere protagonista di tale ideologia, finendo quindi per mettere a rischio la stessa vita di determinate aziende. Lo sa bene la Disney, il colosso dell'intrattenimento per bambini, che ormai da anni è sempre più Lgbt ma ora sta vivendo, fortunatamente, una stagione di costanti flop, boicottaggi, licenziamenti e critiche di massa.
Fortunatamente? Beh, forse la fortuna e il caso c'entrano poco. Non è una coincidenza, infatti, perché si può a ragione dire come sia tutto merito di genitori e famiglie e di chi (dipendenti o semplici utenti) si discosta da certi diktat Lgbtqia+. Tanto in Italia quanto all'estero, infatti, le famiglie sembrano evidentemente stufe di prestare il fianco alla propaganda gender ed esporre i loro figli a questo martellamento mediatico. Purtroppo, però - e anche qui il caso c'entra ben poco - questo bombardamento deve far riflettere e non far mai abbassare la guardia. E' vero, infatti, che i flop della Disney sono ormai costanti e che la strategia Lgbt non paga (e ora lo vedremo nel dettaglio), ma è vero anche che la Disney - dopo i molti annunci dei suoi dirigenti di voler promuovere l'agenda Lgbtqia+ - non si è più fermata in tale direzione.
Dunque l'appello è quello - e non lo ripeteremo mai abbastanza - di stare con gli occhi aperti sempre, per difendere l'educazione e la crescita (e il divertimento!) dei nostri figli e non prestare mai il fianco a questa nuova, ma ormai già rodata, industria dell'intrattenimento Lgbt. Che ora, però, sta iniziando a scricchiolare.
Quella della Disney è una crisi confermata non solo, appunto, dall'allontanamento di famiglie, genitori e utenti, ma che emerge inesorabile anche dai bilanci e dalle grandi perdite in termini economici. Ulteriore prova, dunque, che le istanze "progressiste", woke e pro gender non pagano e anzi fanno andare addirittura in perdita. A quasi cento anni dalla fondazione (li festeggerà nell'ottobre 2023) la Walt Disney Company arriva infatti con i rattoppi e ha già previsto una "ristrutturazione", o almeno così viene definita dall'interno, che prevede tagli dei costi per addirittura 5,5 miliardi di dollari, eliminando 7.000 posti di lavorocirca il 4% del totale). C'è poi il capitolo, anche questo amaro, dello streaming, del quale la multinazionale ha fatto un suo punto nevralgico dopo il lancio di Disney+. Ebbene, se alla fine del 2022 contava ben 161,8 milioni, dal momento della sua fondazione (nel 2019) ad oggi le perdite si attestano intorno ai 10 miliardi di dollari. Avete capito bene, 10 miliardi!

PESANTI FALLIMENTI
Quando ai vertici di una grande azienda, infatti, ci sono avvicendamenti o cambiamenti significativi non è mai un caso. C'è sempre qualche ragione. E spesso è una ragione che ha a che vedere con mancati obiettivi raggiunti o addirittura dei flop. Sembra essere questo il caso di Latondra Newton, chief diversity officer e vicepresidente senior della Disney che, dopo sei anni di onorato servizio, è stata allontanata. Motivo? Per il capo delle risorse umane, Sonia Coleman, Newton deve ora «dedicarsi ad altre attività». Però altre fonti raccontano un'altra storia: quella secondo cui alla base dell'allontanamento della donna ci sono almeno due recenti e pesanti fallimenti.
Stiamo parlando della Sirenetta e di Elemental, che ha messo a segno il peggior esordio al botteghino nella storia di casa Pixar. Entrambi, c'è da notare, erano e sono due prodotti fortemente ideologizzati e politicizzati in chiave progressista: nel primo, per la protagonista è stata scelta un'attrice di colore - cosa che ha scatenato da subito forti polemiche - nel secondo c'è il primo personaggio non binario all'interno di un film Disney Pixar. Ma Elemental non è stato certo un caso isolato, dal momento che i prodotti della celebre casa di animazione paiono da anni piegati all'agenda arcobaleno.
Prova ne siano le serie tv Star Wars Resistance (2018-2020) - i cui creatori hanno confermato che lo show ha una coppia gay - e The Owl House - Aspirante Strega (2020-2023) - la cui la protagonista Luz è stata dichiarata bisessuale dall'autrice Dana Terrace. Oppure si pensi a Toy Story 4 (2019) - prodotto insieme alla Pixar Animation Studios - in cui si mostrano due madri lesbiche che accompagnano e lasciano il figlio all'asilo; o lo stesso Lightyear - La vera storia di Buzz (sempre del mondo di Toy Story) dove si vedono due "mamme" e un bacio gay tra le due; ma anche a Onward - Oltre la Magia (2020), dove c'è il primo personaggio Lgbtqia+ ad apparire in un film Disney, la poliziotta Specter; a Red (2022) - dove si vede Priya, un personaggio queer d'inclinazione bisessuale.
Ma questi, attenzione, sono solo i casi più recenti. [...] Non è un caso che già cinque anni or sono una importante testata internazionale, il Telegraph, dedicasse un apposito servizio ai «personaggi gay» presenti nelle opere della Disney. Oltre alle istanze Lgbt la celebre casa di contenuti per bambini è attenta anche alle istanze woke e femministe, come provano per esempio il nuovo Peter Pan «antisessista» - con i «bambini perduti» che sono diventati delle ragazze - o il sostegno dato dall'azienda al sedicente movimento antirazzista Black Lives Matter. Tuttavia, è soprattutto sul fronte Lgbt che Disney - destinataria non a caso del plauso della Glaad, acronimo di Gay & Lesbian Alliance Against Defamation, sigla arcobaleno attiva nel monitoraggio dei media - sta spingendo e spingerà sempre di più.

ALMENO IL 50%
Questo, almeno, se si deve credere a Karey Burke, presidente della Disney's General Entertainment Content, la quale in una call aziendale su Zoom, successivamente pubblicata su Twitter, ha ricordato che a breve «almeno il 50% dei» personaggi Disney dovrà essere arcobaleno. Le famiglie sono dunque avvertite, anche se in realtà dei segnali di partigianeria pro Lgbt della celebre azienda di contenuti per bambini c'erano da anni. Basti pensare al video di una conferenza tenuta nell'ormai lontano 1998 all'Università della California da Elizabeth Birch, dirigente dal 1995 al 2004 della Human Rights Campaign, la più grande organizzazione Lgbt americana.
Ebbene in quel filmato, dopo essersi accertata che tra il pubblico non vi fossero giornalisti - e probabilmente senza sapere di essere ripresa - la Birch riferisce di uno scambio di battute avuto con Michael Eisner, amministratore delegato della Walt Disney Company per oltre vent'anni, cui lei disse che il 30 per cento dei suoi dipendenti era gay, prima d'esser da costui corretta: «Ti sbagli, Elisabeth, sono il 40 per cento». Lo ricordiamo: parliamo del 1998, dunque di un'era geologica fa rispetto ai progressi e alle conquiste Lgbt degli ultimi anni. La Cnn fissa invece addirittura al 1984 l'anno in cui in casa Disney è iniziata una metamorfosi di apertura verso il pubblico Lgbt.
Ma in realtà anche prima la produzione disneiana, come ho raccontato nel mio libro Propagande - segreti e peccati dei mass media (2017), era segnata da un tratto abbastanza caratteristico: l'assenza o la morte delle due figure genitoriali del protagonista, mamma e papà. Una cosa che, beninteso, può avere varie spiegazioni (inclusa quella del mero espediente narrativo, per favorire una crescita attraverso le difficoltà dei personaggi), ma che non può indubbiamente non suggerire una riflessione. Ad ogni modo, non devono stupire, tornando a noi, le parole di Karey Burke, che comunque sul fronte arcobaleno ha anche motivi personali per impegnarsi, dato che si presenta come «madre di due bambini queer».
C'è dunque da crederle quando dice che a breve «almeno il 50% dei» personaggi Disney dovrà essere arcobaleno. Il fatto è che tutta questa politicizzazione arcobaleno dei cartoon non sembra portare molto bene, a livello economico. Lo dimostrano non solo il licenziamento di Latondra Newton, ma anche quello di un esercito di ben 7.000 dipendenti. Se si è arrivati a tanto è anche perché il 2022 ha inflitto pesanti perdite un po' a tutti i grandi media arcobaleno. A farlo presente, è stato una fonte di sicura autorevolezza come il Financial Times, secondo cui lo scorso anno la Walt Disney Company, ma pure Netflix e Comcast e altri giganti dei media hanno perso più di mezzo trilione di dollari di valore di mercato.
Ciò nonostante, c'è da escludere che nel breve periodo Disney - che peraltro ha sponsorizzato anche il recente Roma Pride - possa fare autocritica e smettere di fare politica attraverso i cartoon. E questo perché una volta presa una strada ideologica così potente come quella pro Lgbt essa non è affatto semplice da abbandonare, se non si vuole passare per "omofobi", per "transfobici" o comunque per intolleranti.
Aspettiamoci, dunque, altri spot disneiani alla causa dei movimenti queer ed Lgbt. [...]

VIDEO: LE PAROLE DEI DIRIGENTI DISNEY SULL'AGENDA GAY


https://www.youtube.com/watch?v=h3WRbXdQ8I4

DOSSIER "WALT DISNEY"
Indottrinamento per piccoli e grandi

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Fonte: Provita & Famiglia, 26 giugno 2023

4 - UN'ACCURATA ISPEZIONE CONFERMA CHE ERANO FALSE LE ACCUSE DI FORMIGLI ALLA SHALOM
Non c'erano violenze, torture o abuso di psicofarmaci, come invece assicuravano Fanpage e Piazza Pulita, il talk show di La7 condotto da Corrado Formigli (eppure nessuno pagherà i danni di immagine a Suor Rosalina)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12 luglio 2023

Nella Comunità Shalom è tutto regolare. Lo ha stabilito l'ATS (Agenzia di Tutela della Salute) al termine di una accurata ispezione in cui tutti i locali e tutte le modalità della vita della comunità sono state «vivisezionale», come ha scritto suor Rosalina Ravasio, che ha fondato questa comunità di recupero dalle dipendenze 36 anni fa e ne è ancora l'anima. È la stessa suor Rosalina ad annunciare l'esito dell'ispezione dell'ATS con la lettera aperta che pubblichiamo come link a questo articolo.
In realtà era stata dapprima rilevata qualche irregolarità, legata però alle rigide normative igienico-sanitarie (ad esempio riguardo al luogo dove sono collocati i gabinetti per disabili), prontamente sistemata. In ogni caso niente a che vedere con le orribili accuse lanciate dal sito Fanpage.it e rilanciate da Piazza Pulita, il talk show di La7 condotto da Corrado Formigli, in tre successive puntate a partire dallo scorso 13 aprile. I servizi trasmessi, supportati da testimonianze di ex ospiti, accusavano suor Rosalina e i responsabili della comunità di violenze fisiche, torture e abusi di psicofarmaci. Accuse gravissime, costruite ad arte - come la Bussola ha avuto modo di dimostrare - che avevano «come unico obiettivo la distruzione della Comunità», come scrive suor Rosalina.
Si è trattato di una operazione sporca, in cui non ci si è fatti scrupolo di infamare «ragazzi fragili, attraverso la realizzazione e l'utilizzo di filmati falsi, fregandosene spudoratamente di rovinare la vita al prossimo chiamato in causa», scrive ancora suor Rosalina.

L'ACCANIMENTO DI PIAZZA PULITA
La domanda vera resta su chi e perché ha messo in piedi questa operazione che ha richiesto un notevole investimento di soldi e di risorse umane. Basti pensare che l'infiltrazione all'interno della Comunità Shalom di una "giornalista" di Fanpage spacciatasi per volontaria grazie a un furto d'identità, risale all'estate 2022. Dunque un'operazione che parte da lontano e ha richiesto una lunga gestazione; e che pure - a parte le illazioni e le false informazioni - poteva fondare le sue accuse sostanzialmente su un breve filmato dei carabinieri risalente a una indagine di 10 anni fa, conclusasi con l'assoluzione di tutti gli imputati, e su due brevi filmati spacciati come prova di torture sistematiche da parte dei "vecchi" della comunità quando invece erano stati "costruiti". E il sospetto pesante dei responsabili della Shalom è che possano essere addirittura stati eseguiti su commissione proprio per infangare la Comunità. Cosa che comunque dovrà eventualmente accertare la magistratura.
Fa pensare anche l'accanimento con cui Piazza Pulita ha imbastito il processo alla Comunità Shalom, facendo strame della deontologia professionale e riducendo il giornalismo a una sorta di Tribunale del popolo. Oltretutto con un grave conflitto di interessi: ospite fisso e consulente di Corrado Formigli è stato infatti il dottor Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoanalista che, oltre a essere Direttore del reparto che si occupa di disturbi alimentari all'Istituto Auxologico di Piancavallo, è fondatore e responsabile dei Centri Food for Mind per la cura dei disturbi alimentari, che sono sparsi in tutta Italia. E guarda caso nella Comunità Shalom vengono recuperati anche molti casi - soprattutto fra le ragazze - di disturbi alimentari. Lo stesso Mendolicchio, nella conferenza stampa organizzata da suor Rosalina per ribattere alle accuse infamanti, si è presentato al fianco di Corrado Formigli ponendosi come giudice dei metodi terapeutici della comunità e facendo pubblicità alla sua attività davanti ai genitori presenti e ai professionisti che operano nella Shalom. Se gli ordini professionali servissero a qualcosa, un accertamento sugli interessi del dottor Mendolicchio sarebbe d'obbligo.

VOGLIONO LA DISTRUZIONE DELLA SHALOM
Ma certo ci devono essere interessi più forti che vogliono la distruzione della Shalom: suor Rosalina termina la lettera affermando che «se vuoi trovare il diavolo segui l'odore dei soldi». E certamente fa gola una comunità terapeutica che potrebbe mungere molti soldi dallo Stato - come molte altre fanno - e che invece rivendica la sua libertà: «La nostra comunità - scrive suor Rosalina - è sempre stata contraddistinta dalla gratuità: non sussiste grazie ai fondi pubblici ma per la benevolenza di tanti volontari e benefattori; se ne facciano una ragione tutti, compresi i promotori dell'infamata promossa da La7 & company».
Resta il fatto che «la vita della Comunità Shalom è stata spaccata dalla falsità e dall'ingiustizia di una stampa sensazionalistica (che non ha esitato a servirsi di poveri soggetti compiacenti)». Vale a dire che a pagare il prezzo più caro di questa campagna orchestrata sono stati i ragazzi e le ragazze che stanno combattendo con sofferenza per uscire dal tunnel delle dipendenze o da problemi psichiatrici.
L'aspetto più disgustoso di questa vicenda è proprio il disprezzo per queste vite, oltretutto presentandosi ipocritamente come loro difensori. Ma la risposta di suor Rosalina va comunque al nocciolo della questione: pur non rinunciando - ovviamente - a ristabilire verità e giustizia nelle aule dei tribunali, invita a «battere la strada del cuore», perché lì sta «la causa fondamentale dell'ingiustizia». È nel «cuore malato», dove alberga il peccato, e che chiede di essere guarito. «Ripartiamo da lì, dal cuore», dice suor Rosalina, dall'impegno «a cercare sempre quella verità che ci rende liberi».

DOSSIER "COMUNITA' SHALOM"
Suor Rosalina recupera i ragazzi sbandati

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 12 luglio 2023

5 - LE RIDICOLE CHIARA FERRAGNI E GRETA THUNBERG
La regina delle influencer fa lo spot all'auto elettrica e poi se ne va alle Eolie sul catamarano a motore (intanto Greta Thunberg è stata arrestata dalla polizia svedese per aver bloccato il traffico)
Autore: Max Del Papa - Fonte: Sito di Nicola Porro, 24 luglio 2023

Happy days per Chiara "hy guys" Ferragni: va a Sanremo, ne esce con le ossa rotte, la family forse broken e un multone, 170mila euro, che però paga la Rai, cioè noi, circa curiosi movimenti social insieme al compagno Amadeus, roba di pubblicità occulta; fa un "pandoro benefico" e l'Antitrust la fulmina con un procedimento, ancora da definire, in cui sospetta l'inganno sugli acquirenti, indotti a credere, questa l'accusa, che l'ammontare delle donazioni fosse in funzione delle vendite anziché predeterminato.
Adesso eccola alla guida della sua berlina extralusso extralettrica, "hy guuuys", in cui, da testimonial scafata, vanta le magnifici sorti e progressive del prodotto in un video Instagram di rara insostenibilità già a partire dal sonoro: "Aigaaaais, eccomi sulla mia macchina eléttrica, si ricarica "all'ottantapercééénto" in due secondi, il mio staff (non era più cool "la mia crew"?) mi dice quali sono gli impegni per oggi, alè, invece di broom broom, zzz zzz, e il profumo di fasullo lo senti fin dal telefono. Perché va bene la pubblicità, va bene l'affarismo, ma almeno mettici un minimo di credibilità, di stile. Invece così sembra proprio fatto nel totale compatimento, neppure mascherato, per gli allocchi. Come comunicatrice questa Chiara Aigaiiis non pare granché, se ne sono accorti anche alla Tod's di Della Valle.
Gli impegni della imprenditrice digitale sarebbero questi: aigaaais, io sto sul veicolo da tot milaeuro, voi guardate, io incasso. Solo che il diavolo si nasconde nei dettagli e così Francesca Totolo, giornalista dai cento occhi, ha subito scovato il seguito della story: su un catamarano clamoroso, si vede un motore a nafta potentissimo che occhieggia proprio dietro mrs Aigaaaais, languidamente spalmata su quello che sembra essere proprio un Lagoon 52F Samoa, roba di sciuri, e non certo a soffio elettrico. Per la precisione, il motore si riferisce al Tender di supporto, ma il Lagoon della sciura Aigaaais va ugualmente a supernafta, basta seguire la story, gaaaaiss.

È TUTTO FARLOCCO
Il commento della diabolica Totolo su Twitter è tutto da gustare. "Ciao guyssss, faccio uno spottone per un'auto elettrica da 60mila euro (ma sono pure di più, Frà) (che devo ricaricare tre volte per fare 250 km) poi, per sponsorizzare una società di charter, mi godo la brezza marina a bordo di un catamarano che naviga per le Eolie utilizzando i ‘cavalli'". Eccoli lì gli impegni della crew. Benone ma non benissimo, amica Totolo: hai dimenticato che la imprenditrice Aigaaaais sta languida in pigiama, anzi "pijama". Et le voilà l'imprenditoria di questi nostri tempi, che è più una prenditoria. Ma su, ma dai, ma come si fa. Questa è l'ecologista che, giusto un anno fa, andava a prendere l'aperitivo in cima a un ghiacciaio alpino con l'elicottero. La stessa Ferragni che, in nome della lotta alle auto a scoppio, si sparava le pose al Gran Premio di Monza con Mattarella. La medesima capace di dire, senza tremare, che nelle Marche non era possibile abortire (subito sbugiardata in coro).
Santo cielo, è tutto farlocco nel mondo di questi qui, tutto, tutto: quanto vi ci vuole ancora a capirlo, gaaaaaisss? Una così, giuro, è in trattative per entrare nel Pd direttamente dalla porta del Nazareno, incarichi dirigenziali; è l'ecologismo di sinistra, quello dei jet personali, dei catamarani, degli elicotteri, degli arricchiti con poca spesa e molto fumo che poi dicono: ieri oggi domani è il giorno più torrido degli ultimi 120mila anni. E pretendono di raffreddarlo impedendo agli altri di tirare la vita. Mandandoli "in ospedale o in galera", come il Grillo Parlante di Pinocchio. Questi sono sia Pinocchietti sia grilli parlanti, ma stare da tutte le parti in commedia non si può. E molto spiace che la destra di governo si allinei a una simile agenda tra delirio, spreco e utili mastodontici, roba che dovrebbe subito il primo ministro Meloni ad imminente rimpasto: perché non si può avere un ministro ambientale che si esprime come Carola Rackete.

RICORDIAMO ITALIA BRASILE DEL 1982
Ferragni è quella che combatte la CO2, in sé necessaria, con l'elicottero, il riscaldamento globale con lo sloop, tipo Greta quando fece la traversata con 4 natanti di scorta a carburante e fece togliere i marchi delle auto e della benzina perché il catamarano apparteneva ai Casiraghi del petrolio. È la Capitana speronatrice che si candida, e come soffre, poveretta, con una formazione di sinistre pulsioni eversive "per salvare il pianeta dalle destre fasciste". Gente che non sa far di meglio, imbonitori di petrolieri riverginati, destinata alle diarie europarlamentari, alle fondazioni lucrative. O alla prenditoria digitale. È tutto un miraggio, tutto. È tutta una balla. Il 5 luglio del 1982, giorno di Italia Brasile al Mundial spagnolo, allo stadio Sarrià di Barcellona c'erano 35,4 gradi centigradi all'ombra alle 5 de la tarde; il primo di ottobre del 1975, a Manila nelle Filippine, Muhammad Ali e Joe Frazier si pestarono per tre quarti d'ora, alle 20 del mattino, con una temperatura assassina di 48,8 gradi e un tasso di umidità del 98%.
All'epoca andava di moda preoccuparsi del congelamento planetario, non del surriscaldamento. Ai, gaaais: voi a casa a boccheggiare, e se fate tanto di accendere il condizionatore salta fuori Draghi o Chiara Ferragni a dirvi che così fate la guerra; loro vivono con il climatizzatore incorporato e passano dalla berlina electro al catamarano fossile. E anche se non vi pare li pagate voi, gaaaais.

Nota di BastaBugie: Antonio Gurrado nell'articolo seguente dal titolo "Greta Thunberg e la frattura tra immaginazione e realtà" racconta che l'attivista climatica è convinta che, siccome il clima è un'emergenza, bloccare il traffico non è più un reato. La polizia non è d'accordo e la arresta.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Il Giornale il 25 luglio 2023:

Non so se vi ricordate di Greta Thunberg. Ebbene, ieri è stata arrestata - oddio, più che altro portata via di peso - dalla polizia svedese mentre bloccava il traffico su una strada ad alto scorrimento di Malmö. Greta, che ormai ha vent'anni e rischia di diventare una specie di Macaulay Culkin dell'ambientalismo, si è difesa con una curiosa strategia: non ha negato il fatto, anche perché è stata colta in flagrante, ma ha negato che costituisse reato. Infatti, ha argomentato, il clima è diventato un'emergenza, e per le emergenze cosa si fa? Si blocca il traffico, si passa sopra alla quotidianità, si sacrifica l'interesse privato per quello collettivo.
Non fa una grinza. Dimostra anzi, questo ragionamento, lo iato fra ideale e concretezza, fra immaginazione e realtà, che caratterizza l'impegno ambientalista rigenerato da Greta: o si accetta che l'emergenza climatica sia vera e presente, e allora si abbraccia l'apocalisse mollando il tran tran, le incombenze triviali, il pendolarismo sulla tangenziale di Malmö; oppure si accetta che sì, l'emergenza climatica è sullo sfondo però ora non è che possiamo metterci a fare i capricci, la vita deve andare avanti con le sue piccole urgenze che non tollerano il blocco ideologico del traffico e in generale dell'attività umana. Greta è convinta che la realtà concreta debba adeguarsi a priorità teoriche, la polizia no. Arrestarla per questo tuttavia è eccessivo: non bisogna essere troppo severi con le persone anziane, che hanno le loro fissazioni e ripetono sempre le stesse cose.

DOSSIER "CHIARA FERRAGNI"
La regina delle influencer

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Fonte: Sito di Nicola Porro, 24 luglio 2023

6 - AFRICA ALLA DERIVA TRA SECOLARIZZAZIONE E ISLAM
I cristiani vengono esclusi dalle cariche governative, non possono costruire chiese, le loro donne vengono costrette a sposare uomini musulmani, mentre i sacerdoti vengono spesso sequestrati
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Radio Roma Libera, 03 luglio 2023

Mentre l'Europa affonda nei propri vizi ed in una silenziosa, sciagurata forma di apostasia, gran parte dell'Africa è ormai nelle mani o della dilagante secolarizzazione oppure della jihad, infiltratasi nel Continente sia con la violenza, in allarmante aumento negli ultimi anni, sia alleandosi con reti criminali organizzate e con bande autoctone con interessi regionali, inserendosi così in conflitti e divisioni già in atto, sia sfruttando povertà, corruzione, anarchia, analfabetismo, disoccupazione ed altre criticità sociali, particolarmente diffuse.
Tra le regioni, ove più tristemente è presente la jihad, figurano quelle del Sahel (che comprende Burkina Faso, Mali, Niger, Nigeria e Camerun e che conta già 7.899 morti pari al 40% del totale delle vittime), il bacino del lago Ciad, la Somalia ed il Mozambico.
I cristiani vengono esclusi dalle cariche governative, non possono costruire chiese, né cappelle, le loro donne vengono costrette ad indossare l'hijab ed a sposare uomini musulmani, mentre i sacerdoti vengono spesso sequestrati.
Lo scorso 16 giugno in Uganda, a Mpondwe, ad esempio, tanto per limitarsi agli ultimi tragici episodi di cronaca, le cosiddette «Forze Democratiche Alleate», gruppo affiliato all'Isis, hanno attaccato la scuola secondaria pubblica di Lhubiriha e provocato 42 morti, tra i quali ben 37 bambini - bruciati vivi, pugnalati o finiti a colpi di machete al grido di «Allahu Akbar» -, tutti cristiani. La vittima più giovane aveva 12 anni e frequentava il primo anno della scuola. Numerosi anche i feriti. Ancora imprecisato il numero delle ragazze rapite.
Lo scorso marzo in Nigeria ben sei contee dello Stato di Middle Belt sono state attaccate dai miliziani islamici fulani. Particolarmente violente le aggressioni sferrate nel villaggio di Tse Jor, dove 40 jihadisti hanno provocato una ventina di morti, tra i quali molti giovani e bambini, oltre a numerosi feriti.
Sempre in Nigeria lo scorso 19 maggio è stato sequestrato Padre Kingsley Maduka, parroco della chiesa cattolica di Cristo Re a Ezinnachi-Ugwaku, Okigwe, nello Stato di Imo, mentre si stava recando per l'adorazione eucaristica nella cappella appena eretta nel villaggio di Ogii. Il sacerdote è stato rilasciato dopo cinque giorni nelle mani dei suoi aguzzini, incalzati dalle forze dell'ordine, tanto da convincerli a sbarazzarsi della propria vittima.
Ma l'islam non è l'unico pericolo mortale da cui guardarsi in Africa: non meno temibile e sanguinaria è la cultura di morte importata dal secolarismo occidentale e dagli organismi internazionali, tale da spingere recentemente i vescovi della Repubblica Centrafricana a lanciare l'allarme, al termine della loro assemblea plenaria tenutasi a Bangassou: nel mirino del laicismo dilagante, anche qui, c'è la famiglia, di cui molti, troppi sognano la disgregazione: «Le molteplici crisi politico-militari del nostro Paese hanno disgregato le famiglie e compromesso l'educazione - si legge in un comunicato diffuso dai Vescovi - instaurando una cultura della violenza e dell'impunità, di controvalori radicati nell'individualismo e nell'egoismo», alimentati dalla povertà generalizzata, dalla disoccupazione diffusa, dall'instabilità politica e sociale.
Oltre alla famiglia, prevedibilmente nel mirino c'è anche la vita. Di pochi giorni fa è la denuncia fatta da Padre Apollinare Cibaka Cikongo, rettore dell'Università di Mbujimayi, nella Repubblica Democratica del Congo: alla piaga degli aborti in Africa la comunità internazionale ha opposto un silenzio definito dal sacerdote «terrificante», come ha dichiarato nel corso di un'intervista all'emittente EWTN Vatican. Tra l'11 aprile e l'11 maggio, ad esempio, ad oltre 200 donne è stato ucciso il bimbo in grembo, senza che questo abbia provocato la benché minima opposizione o critica, neppure da parte della Chiesa ufficiale.
Secondo Padre Cikongo, è urgente promuovere la dignità della vita umana [...]: «Con le nuove generazioni e l'influenza dei media - ha dichiarato il sacerdote - se non ci svegliamo, avremo una società corrotta dalla cultura della morte e dalla distruzione della sessualità e del rapporto tra uomo e donna». Come tristemente già accade in Occidente.

Fonte: Radio Roma Libera, 03 luglio 2023

7 - COSA FARE DOPO LA DERIVA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE?
Se Fernández imponesse la benedizione delle coppie gay o cose del genere non ci sarebbe altro da fare che disobbedire, ma comunque rimanendo nell'unica Chiesa di Cristo, senza cercare rifugi alternativi e rassicuranti
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 luglio 2023

La nomina di mons. Victor M. Fernández come prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede è stata decisamente uno schiaffo del Papa a quei cardinali che hanno cercato di evitare il tracollo della situazione, opponendosi all'assegnazione della carica a mons. Wilmer. Ed è stato l'ennesimo peso caricato sulle spalle di chi sta cercando di rimanere in piedi in questa situazione di grande sofferenza dei cattolici che cercano di essere fedeli, nonostante tutto, all'insegnamento della Chiesa.
Ogni passo verso la catastrofe chiaramente acuisce la sofferenza e ingrandisce la preoccupazione. Che cosa faremo se Fernández sdoganerà la benedizione delle coppie gay? O se dovesse abolire del tutto la liturgia antica? O se facesse diventare il celibato sacerdotale raccomandato, ma non più obbligatorio? O se... chi più ne ha più ne metta. Ipotesi che sembrano tutt'altro che un miraggio e che, vista la drammatica accelerazione di quest'ultima parte del presente pontificato, si avvertono come molto prossime.
Di fronte ai tempi che realisticamente si prospettano, la tentazione di trovare un rifugio rassicurante, a qualsiasi prezzo, si fa sempre più forte. Si cerca la possibilità di proseguire la propria vita sacramentale, di trovare un ambiente sereno e di fede per i propri figli, di assicurare degne celebrazioni liturgiche e persino di salvare la Chiesa dalla deriva. Il risultato è che, in meno di dieci anni, sono migliaia e migliaia i fedeli che hanno deciso di unirsi a comunità scismatiche, che rappresentano ai loro occhi un rifugio nell'attuale tempesta, un ambiente messo al sicuro dalle persecuzioni che provengono palesemente da quella autorità che dovrebbe custodire e promuovere la fede, ma che invece sembra far di tutto per dissiparla e distruggerla.

ENTRARE NELLA LOGICA DELLA CROCE
La soluzione può avere una sua logica umanamente comprensibile, sia nella linea "modalità sopravvivenza", che in quella di cercare di "salvare la Chiesa". Il vero problema dei cristiani di ogni tempo è però la fatica di entrare nella logica della Croce, di credere che la morte non è la fine, ma la condizione di una nuova fecondità.
«La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa». Così il Catechismo della Chiesa cattolica, al n. 677. La Chiesa è chiamata a seguire il suo Signore e Sposo crocifisso. Questa affermazione, che potrebbe apparire scontata, ha delle conseguenze di estrema importanza e concretezza.
I discepoli, Pietro in testa, non lo hanno abbandonato per paura. Uno che ha paura non si mette a tirare un fendente per uccidere la guardia del Sommo Sacerdote, venuta per arrestare il Maestro. Quello che sconcerta Pietro, e che in qualche modo gli toglie le sue forze combattive, lo delude, è il rimprovero del Signore: «Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?» (Mt 26, 53-54). Ai suoi occhi, Gesù non vuole far nulla per salvare la sua missione, per salvare la Chiesa nascente, per salvare i suoi che lo hanno seguito.
Ancor meno risulta dai Vangeli che Gesù abbia rimproverato i suoi di non essersi dati da fare per difenderlo, per impedire la sua cattura e la sua morte. Al contrario, comanda a Pietro di rimettere la spada nel fodero (cf. Gv 18, 11), così come lo aveva rimproverato addietro allorché Pietro aveva pensato bene di dare lezioni di buon senso al Signore, che parlava della sua Passione e Morte: «Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: "Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai"» (Mt 16, 21). Conosciamo la dura e ferma risposta del Signore.
Nell'ora della Passione, Gesù sembra non voler far niente neppure per salvare le anime di quelli che vorrebbero o potrebbero credere in Lui. «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo» (Mt 27, 42). Il Figlio di Dio non è forse venuto perché gli uomini credano in Lui e, credendo, abbiano la vita eterna? Ma allora perché non compie il grande atto che rafforzerebbe la fede di molti, i suoi discepoli in primis? Gli scribi e gli anziani gli rinfacciano persino che sarebbe proprio il segno del Cristo quello di venire liberato da Dio: «Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene» (Mt 27, 43, citando Sap 2, 18).

VEGLIARE E PREGARE PER NON CADERE IN TENTAZIONE
Il Signore ha domandato, invece, una sola cosa ai discepoli: vegliare e pregare per non cadere nella tentazione (cf. Mt 26, 41). I discepoli sapevano che Gesù sarebbe risorto, che la morte non sarebbe stata la parola definitiva: il Signore glielo aveva detto per tre volte; sapevano anche che il chicco di grano doveva morire per portare frutto (cf. Gv 12, 24). Ma la tentazione di ragionare e agire in modo solo umano, anche se per il più nobile scopo che si possa immaginare - salvare il Signore, salvare la Chiesa nascente! - aveva preso il sopravvento, perché non avevano vegliato e pregato.
«La Chiesa seguirà il suo Signore...». Allora che fare? Vegliare e pregare, per non cadere in tentazione: per avere la forza di restare fermi, mentre tutto si dissolve; per continuare a credere che la Chiesa è d'istituzione divina e non verrà meno certamente per le macchinazioni degli uomini, per quanto potenti; per evitare soluzioni apparentemente efficaci, ma che ci portano ad agire contrariamente a quanto Dio ha stabilito per la sua Chiesa.
Se «la Chiesa seguirà il suo Signore» nella Passione, allora la sua morte non sarà apparente, ma reale. Ai nostri occhi tutto sembrerà realmente perduto, come agli occhi dei discepoli, che hanno visto il loro Maestro realmente morto, messo in un sepolcro, con tanto di sigillo, che dichiarava il "game over" definitivo. Vedremo - già lo stiamo vedendo - che Pilato, Caifa ed Erode troveranno un'intesa meschina per togliere di mezzo il giusto; vedremo falsi processi, dominati dalla menzogna, per accusare chi è nella verità, mentre Barabba verrà lasciato libero; conosceremo la solitudine più tremenda, provocata dall'abbandono, dall'incomprensione e persino dal tradimento degli amici e dei parenti; piangeremo mentre gli altri si rallegreranno (cf. Gv 16, 10); metteranno le mani su di noi (cf. Lc 21, 12), trascinandoci davanti ai poteri civili e religiosi.
Se cercheremo di sottrarci a tutto questo cedendo o, più sottilmente, cercando rifugio in una "chiesa" che ci garantisce tranquillità, la Messa e il catechismo "di sempre", ma una chiesa che, in teoria o nella pratica si sottrae all'autorità di Pietro, allora saremo nella logica di voler salvare noi la Chiesa, come i discepoli pretesero di salvare il Signore, e di voler salvare noi stessi, ma non nel modo in cui lo intendeva il Signore.
È solo Maria Santissima che può ottenerci la grazia di restare con lei, in piedi, forti, sotto la Croce, senza cedere di un millimetro, credendo che, in Cristo, la morte è la vita, la croce il trionfo, proprio quando tutto sembra dire il contrario. E di credere che la Chiesa non può venir meno, che le porte degli inferi non prevarranno (cf. Mt 16, 18), perché la Chiesa è di Cristo. Per questo non noi dobbiamo salvare la Chiesa, ma è la Chiesa a salvare noi. E la Chiesa è una. Per questo, nonostante tutto, rimaniamo nella Chiesa, accettando anche noi di morire con lei: «Andiamo anche noi a morire con lui!» (Gv 11, 16).

DOSSIER "FRANCESCO E' IL PAPA"
Chi lo nega non è cattolico

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DOSSIER "LEFEBVRIANI? NO, GRAZIE!"
Non possiamo andare via dalla Chiesa Cattolica

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20 luglio 2023

8 - OMELIA XVII DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,44-52)
Trovata una perla di grande valore, va, vende tutto e la compra
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

Ancora una volta l'odierna pagina evangelica offre alla nostra meditazione alcune delle così dette "parabole del Regno". Sono brevi racconti (qualche volta addirittura brevissimi) coi quali Gesù rivela con semplicità e quasi con discrezione - si direbbe nell'intento di illuminare senza abbagliare i nostri poveri occhi - il progetto di salvezza del Padre verso di noi; un progetto che comincia ad avverarsi qui in terra e troverà il suo compimento nel mondo definitivo (nel "Regno", appunto).
Il "tesoro nascosto". Un uomo - dice Gesù - scopre un grande tesoro in un campo altrui, e decide furbescamente il da farsi. La legge prescrive che in questi casi si divida il ritrovato a metà tra lo scopritore e il proprietario. Allora egli decide di comprarsi il campo, prima di rivelare la notizia della scoperta, in modo da assicurarsi l'intera proprietà del tesoro. Per far questo vende tutti i suoi averi: vende tutto quello che ha per poter fare l'acquisto. Il sacrificio è grande, ma poi il tesoro lo ripagherà ampiamente di ogni sua rinuncia. È interessante notare che il comportamento del protagonista della parabola è certamente scorretto, anzi è francamente disonesto. Ma Gesù non intende qui darci un insegnamento sulla morale degli affari. Qui, come nella parabola analoga della perla di grande valore, vuole insegnarci che l'adesione al Vangelo non patisce mezze misure. Vende tutto quello che ha: questa è la frase più importante del testo. Se si vuole mettersi davvero alla sequela di Gesù, tutto deve essere sacrificato: diventare discepoli di un Salvatore crocifisso impone che tutto nella nostra esistenza sia trasformato. In fondo, queste due parabole sono il commento - e quasi la raffigurazione scenica - del primo e fondamentale comando della legge antica: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutte le tue forze; o anche della sconcertante frase di Gesù: Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. Noi siamo toccati sul vivo da questo insegnamento. Siamo tutti - chi più chi meno - maestri del compromesso: tentiamo sempre di salvare qualcosa da questo sacrificio totale che ci viene richiesto. Nella vita spirituale siamo dei mercanti che mirano sempre a tirare di prezzo, in modo da non rinunciare proprio a tutto, di quello che abbiamo, di quello che siamo, di quello che ci è particolarmente caro. Ciascuno ha le sue allergie e le sue incompatibilità. Come Rachele, pur essendoci dedicati al culto del Dio vivo e vero, teniamo nascosto qualche idoletto nella sella del nostro cammello. Invece il Signore, di fronte alla esigente volontà del Padre, ci propone una resa senza condizioni e una totalità di donazione.

Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
Per acquistare il libro "Stilli come rugiada il mio dire" che raccoglie le omelie per le Domeniche del Tempo Ordinario Anno A (€ 12), clicca qui!
Per acquistare i tre volumi (Anni A, B, C) a prezzo scontato (€ 29) con anche in omaggio due piccoli libri sempre del card. Biffi (La fortuna di appartenergli e L'ABC della fede), clicca qui!
Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.

ALTRA OMELIA XVII DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 13,44-52)
da Il settimanale di Padre Pio
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Fonte: Stilli come rugiada il mio dire

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