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« Torna agli articoli di Michela Coricelli

Nel 2007 in Spagna hanno abortito 112.138 donne. Una strage, ma anche un macabro business da oltre 50 milioni di euro. Nel Paese iberico quasi il 90% degli interventi avviene nelle cliniche private: l’obiezione di coscienza invocata dalla maggior parte dei medici e infermieri della sanità pubblica impedisce che gli aborti vengano realizzati negli ospedali statali. Questa situazione ha favorito un lucrativo affare per le cliniche abortiste: lo scorso anno hanno registrato un fatturato di 50 milioni e 370.170 euro, secondo cifre pubblicate qualche giorno fa dal quotidiano Gaceta de Negocios.
Le tariffe fanno rabbrividire: per interrompere una gravidanza di 12 settimane bastano 345 euro, mentre se la gestazione è più avanti con il tempo l’operazione è più cara. «Eliminare un feto » di 21 settimane costa 1.655 euro. I soli 2.614 aborti realizzati quando il bimbo aveva più di cinque mesi – denuncia il giornale – hanno fatto incassare alle cliniche tre milioni e mezzo di euro. La sottocommissione parlamentare creata per preparare il terreno alla riforma della legge sull’aborto ha chiuso i battenti ieri.
Dopo aver ripetuto per anni che la modifica di tale norma non era una necessità urgente in Spagna, il governo di José Luis Rodriguez Zapatero – in difficoltà su altri fronti, a causa della crisi economica – ora ha ridato un nuovo slancio a questa vecchia richiesta socialista. Secondo il Partito popolare (centrodestra), i lavori della commissione sono stati troncati troppo in fretta. Le associazioni pro-vita denunciano che gli esperti chiamati dai socialisti sono noti difensori dell’aborto (nessuna voce contraria). In commissione sono stati ascoltati i rappresentanti delle cliniche per l’interruzione della gravidanza, mentre non hanno potuto offrire la loro opinione le associazioni dei disabili.
Attualmente in Spagna è possibile abortire in tre casi: stupro (entro 12 settimane di gravidanza), malformazione del feto (22 settimane ) e rischio fisico e psicologico per la madre (nessun tetto temporale). A questo terzo criterio si rifanno il 97% degli aborti.
Il governo di Zapatero ha promesso una nuova legge, che liberalizzerà completamente l’aborto entro le prime 12 o 14 settimane (non sarà necessario altro che la volontà della donna). L’opposizione assicura che con questa riforma gli aborti aumenteranno e accusa l’esecutivo di aver fallito in materia di aiuti alle donne e nella prevenzione delle gravidanze indesiderate.
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