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IL CAIRO. Scandalo nel mondo giornalistico egiziano: una conferenza, regolarmente indetta dall’ordine dei giornalisti e volta a denunciare le crescenti discriminazioni religiose nel Paese, spesso minimizzate dai media, è stata boicottata e fatta fallire dalla quasi totalità degli iscritti al potente sindacato della stampa. L’incontro previsto qualche giorno fa in un importante Centro Congressi al Cairo è stato impedito dall’ala estrema del sindacato, numericamente maggioritaria e politicamente legata all’oltranzismo islamico e ai Fratelli musulmani. Un nutrito gruppo di sindacalisti, armato di bastoni e mazze da baseball, ha usato le maniere forti e cacciato gli esperti e gli studiosi, chiamati a tenere le proprie relazioni. «Siamo stati decisi, perché non vogliamo che il sindacato accolga membri non-musulmani al proprio interno. Lo statuto sindacale si ispira alle direttive degli ulema, che nelle moschee ripetono in continuazione che la stampa in Egitto deve appoggiare la causa musulmana, senza dare troppo spazio a cristiani, ebrei e rappresentanti della religione bahai», ha dichiarato senza mezzi termini Gamal Abdel Rehim, membro del Consiglio Sindacale dei giornalisti.
Indicativo è il racconto di Samer Soliman, uno dei conferenzieri; dice di essere stato aggredito da Rehim con richiesta immediata di dichiarare la propria fede religiosa; e, dopo aver confessato di essere un musulmano moderato e tollerante, è stato malamente cacciato come «traditore, pronto a battersi per la causa degli infedeli e dei nemici dell’islam».
È solo grazie all’intervento del mondo politico, in particolare dei partiti progressisti (come alTagammoe, 'l’Unione', con nelle proprie fila alcuni rappresentanti cristiani), che la conferenza ha avuto luogo, anche se in forma ridotta e in un clima di tensione alla presenza di un nutrito spiegamento di polizia intorno al Centro Congressi. Il Presidente Mubarak ha espresso un certo imbarazzo, ma ha anche denunciato «le eccessive libertà di critica, che spesso certa stampa si concede»; e in questo si è attirato le critiche delle Associazioni per i Diritti dell’Uomo.
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