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L'EUROPA FORZA GLI STATI ALL'ABORTO FACILE
Il Consiglio d’Europa: l’aborto sia più facile. Proposta-choc da Strasburgo: gli Stati membri devono garantire alle donne l’effettivo esercizio del diritto.
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ROMA. Come se non bastasse la strage di innocenti che annualmente si consuma nel Vecchio continente, tra meno di un mese il Consiglio d’Europa si pronuncerà su un rapporto della commissione pari opportunità dell’assemblea (Pace), per promuovere un’ulteriore diffusione dell’aborto, consentendolo nei Paesi in cui non è possibile, e facilitandolo in quelli dove è legale, ma in cui le condizioni non sarebbero tali da garantire alle donne l’effettivo esercizio di questo diritto. Una bozza di risoluzione approvata ad ampia maggioranza dalla commissione si pronuncia infatti in tal senso. «Proibire l’aborto – si legge nel documento – non ne comporta una riduzione nel numero, ma al contrario spinge a utilizzare metodi clandestini, che sono più traumatici e più pericolosi». La proposta di risoluzione invita i Paesi membri a garantire alle donne l’esercizio effettivo del loro diritto ad abortire, eliminando tutte quelle restrizione che non permetterebbero un’interruzione clinica della gravidanza in appropriate condizioni mediche e psicologiche. «L’aborto su richiesta – è scritto nel documento – in teoria è possibile in tutti gli stati membri del Consiglio d’Europa, con le sole eccezioni di Irlanda, Malta, Andorra e Polonia; tuttavia anche nei Paesi dove l’aborto è legale, le condizioni non sono tali da garantire alle donne l’effettivo esercizio di questo diritto».
 Secondo il testo della commissione pari opportunità numerosi sarebbero gli ostacoli che si frappongono tra le donne e la loro scelta: la mancanza di dottori disposti a praticare l’aborto, i ripetuti consulti medici richiesti, i lunghi tempi di attesa, il periodo di tempo concesso per poter cambiare idea o la mancanza di un’adeguata copertura finanziaria. Il documento sottolinea, infine, bontà sua, che l’aborto non è «un metodo di pianificazione familiare» e deve essere evitato nei limiti del possibile attraverso la prevenzione: ridurre i prezzi dei contraccettivi e introdurre l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole. Il rapporto sarà discusso in seno alla plenaria dall’assemblea a Strasburgo dal 14 al 18 aprile.