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LETTERE ALLA REDAZIONE: IL QUINTO COMANDAMENTO VIETA DI UCCIDERE SEMPRE? I CASI DELLA LEGITTIMA DIFESA E DELLA GUERRA GIUSTA
di Giano Colli

Spettabile redazione di BASTABUGIE,
mi permetto di dissentire... E' da qualche tempo che non sono affatto d'accordo su temi che proponete. Ora quello del "piccolo catechismo del buon soldato" è davvero esagerato.
Cari Signori, ci vogliamo rendere conto che "non uccidere" è un comandamento?
E non ci sono scusanti, non c'è difesa di alcuna altra cosa che valga più di una vita umana.
Vi scagliate prontamente (e giustamente) contro l'aborto e non fate altrettanto contro qualunque altra guerra che miete vittime, anche civili. Ed ora addirittura un supporto a coloro che si dedicano alla vita militare!!! Ma stiamo scherzando? Chi si dedica alla vita militare si dichiara apertamente disposto ad uccidere! E no, non importa la difesa della Patria! Uccidere è contro ogni morale cristiana a rescindere!
Mi dispiace davvero. (...) Le guerre, quindi, come le vogliamo giustificare alla luce del vangelo???? Nel discorso della montagna (...) si legge chiaramente che non c'è giustificazione alla violenza, evangelicamente parlando. Punto. Non ci sono altre discussioni da fare. Vogliamo essere cristiani? Dobbiamo vivere alla Luce del Vangelo, non ci sono scusanti, non ci sono altre possibilità. (...)
Giorgio

Gentile signor Giorgio,
le rispondo molto volentieri.
Per quanto riguarda il "non uccidere", attenzione! In realtà il quinto comandamento non ammette eccezioni, su questo punto ha ragione. Però il quinto comandamento si riferisce alle persone innocenti. Quindi può essere letto così: "non uccidere l'innocente". Solo così questo comandamento non ha eccezioni.
Se non è convinto di quello che sto dicendo (cioè che nel quinto comandamento bisogna intendere l'uccisione dell'innocente), provi a pensare alla legittima difesa.
Se uno mi sta per sparare e non ho altro modo per salvarmi la vita che quello di sparargli a mia volta, moralmente è lecito sparare (questo vale anche per la legge umana, oltre che per quella divina).
Ora: se fosse vero quello che dice lei, ci sarebbe una contraddizione, in quanto, non potrei sparare perché "non uccidere" non ammette eccezioni, quindi io non dovrei sparare nemmeno a chi sta per uccidermi. Quindi con il suo ragionamento il comandamento non ammetterebbe la legittima difesa.
Invece non è così.
La legittima difesa è sacrosanta e a volte anche doverosa quando riguarda la vita di chi devo proteggere, quando ad esempio un poliziotto vede che sta per essere ucciso un innocente, deve (e sottolineo deve) sparare al malvivente che sta per uccidere. Se il poliziotto non lo facesse, in prigione ci andrebbe lui. Come ci va chi non soccorre un automobilista in pericolo di morte. Il reato si chiama appunto omissione di soccorso.
Allora perché è moralmente lecita la legittima difesa? La legittima difesa non è una eccezione, ma, al contrario, la realizzazione del comandamento "non uccidere l'innocente". In quel caso l'innocente per difendere se stesso uccide il colpevole perché il comandamento non prevede difesa incondizionata per il colpevole, ma solo per l'innocente.
Certamente, se ci sono altri modi per non essere ucciso, questi hanno la prevalenza: se posso scappare, o se è sufficiente un calcio, non sono autorizzato a sparare, ma se non ho alternative allora posso anche arrivare a uccidere (il colpevole) pur di salvarmi la vita.
Per quanto riguarda la sua affermazione secondo la quale la vita militare sarebbe inconciliabile con il cristianesimo, se fosse vera, bisognerebbe dire che Gesù non era cristiano.
Egli, infatti, non ha mai condannato i soldati! Anzi, ha lodato ad esempio il centurione per la sua fede. Secondo il ragionamento che fa lei, invece, avrebbe dovuto condannarlo per la sua professione. Anche Giovanni Battista (che pure era molto rigido) ai soldati che gli chiedono cosa fare dice di contentarsi delle loro paghe. Non dice di smettere di fare i soldati!
Per quanto riguarda la citazione del discorso della montagna, bisogna fare una premessa. Non si può prendere un versetto della bibbia e con questo giustificare le proprie opinioni. Così si può far dire alla Bibbia anche il contrario di quello che vuol dire.
Ad esempio in un salmo a un certo punto c'è scritto: "Dio non c'è". Se io usassi queste parole per dire che la Bibbia dice che non c'è Dio, farei un grave errore (ovviamente).
Infatti, in realtà, la frase completa è "dice lo stolto: Dio non esiste". Togliendo solo una parte, ho snaturato la Parola di Dio.
Questo è solo un piccolo e banale esempio per dire che la Bibbia va letta nella sua interezza. Solo leggendola tutta si può capire la Parola di Dio. La Chiesa è appunto l'interprete ufficiale, per mandato divino, di tutta l'interezza della rivelazione divina.
Ripeto quindi che anche l'episodio del centurione con Gesù che ho riportato sopra fa parte del vangelo, come pure l'episodio di Giovanni Battista con i soldati.
L'interpretazione che "evangelicamente parlando" non si possono mai fare le guerre è sbagliata. Basti leggere il numero 2309 del Catechismo della Chiesa Cattolica che ricorda gli elementi tradizionali della "guerra giusta". Pur essendo tutti tenuti a cercare di evitare le guerre, ci possono essere delle condizioni per cui il ricorso alle armi diventa possibile e in certi casi anche doveroso.
Altrimenti sarebbero, del resto, incomprensibili alcune figure di santi soldati come Longino o santi che hanno difeso a parole o combattuto nelle crociate: Santa Caterina, San Bernardo, San Luigi, ecc.
La Chiesa in ogni caso non fa che ripetere l'insegnamento di Gesù. Le interpretazioni soggettive della Bibbia, invece, hanno portato gravi errori ed eresie...
Certo, approfondire il vangelo e conformarsi alle richieste di Gesù è un percorso difficile per tutti, ma non possiamo vendere come se fossero idee di Gesù, quelle che sono le nostre personali opinioni.



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Fonte: Redazione di BASTABUGIE, 5 ottobre 2009