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NEGLI OSPEDALI DELLO STATO ISLAMICO MANCANO DOTTORI E MEDICINE
A Mosul, da quando l'ISIS ha preso il controllo, i pazienti sono frustati in corsia e le donne sono costrette a partorire sole
di Leone Grotti

Mosul è la capitale irachena del Califfato di Abu Bakr Al Baghdadi da giugno. Lo Stato islamico, dopo aver imposto nuove leggi in base alla sharia, ha cominciato a governare la città ma a sei mesi dall'invasione la vita non è ripresa uguale a prima. Molti residenti, che inizialmente hanno appoggiato i terroristi, iniziano ad essere stanchi per le continue falle nel sistema sanitario.

MEDICI SCAPPATI E PAZIENTI FRUSTATI IN CORSIA
Come riporta il Washington Post, negli ospedali manca spesso l'energia, così come i medici, che sono quasi tutti scappati dopo l'invasione. I pochi rimasti non possono avere contatti con le colleghe e hanno medicinali insufficienti a disposizione. Parlando con i medici di quattro ospedali della città, sui sette totali, il giornale ha scoperto che infermiere e dottoresse non possono fare i turni di notte e sono costrette a portare il velo integrale e perfino i guanti durante il lavoro.
In corsia vige un clima da regime. Un medico, che ha preferito restare anonimo come i suoi colleghi, ha affermato di aver visto un paziente litigare con un dottore affiliato allo Stato islamico. Il giorno seguente, un gruppo di miliziani è entrato nell'ospedale, ha prelevato il paziente e l'ha frustato in corsia davanti a tutti, obbligandolo a chiedere scusa al dottore. «Inutile dire – continua – che quelli di noi che non sono affiliati vivono nel terrore».
Il dottore di un diverso ospedale racconta anche di una donna che durante il parto notturno non ha potuto essere visitata dall'anestesista perché di turno c'era solo un maschio, a cui i terroristi hanno impedito di assisterla perché sarebbe stato indecoroso che la moglie di un uomo venisse vista in quello stato da un altro uomo.
Se i miliziani sono presenti negli ospedali è perché molti combattenti «sono stati promossi in ruoli civili, come direttori di ospedali. Ma questo è un lavoro civile. La gente non è affatto la loro priorità». Tra settembre e ottobre, secondo alcuni attivisti presenti in città, almeno cinque medici sono stati uccisi. Un farmacista è scomparso per aver fornito medicinali a una donna non correttamente velata.

SANITÀ FALLITA
A causa del fallimento del sistema sanitario, i terroristi hanno dovuto modificare alcuni regolamenti: attualmente infermiere e dottoresse possono collaborare con i loro colleghi e le donne possono essere visitate da uomini se il problema non riguarda la ginecologia. Molti medici, inoltre, vengono ancora pagati da Baghdad visto che lo Stato islamico non riesce a garantire uno stipendio superiore ai 200 dollari al mese, mentre in precedenza i dottori venivano pagati almeno mille dollari al mese. Per incassare il nuovo stipendio, a turno, un medico al mese può recarsi a Kirkuk nelle banche governative.
Molte farmacie sono anche a corto di medicinali e per questo importano farmaci illegalmente dall'esterno mentre i terroristi chiudono un occhio. L'ultima emergenza è legata al sangue: la banca del sangue di Mosul è stata quasi svuotata dai miliziani per curare chi veniva ferito in guerra e per i civili non è rimasto quasi più niente per le normali trasfusioni. Per questo, chi ne ha bisogno, deve recarsi in ospedale con un donatore che si renda disponibile per il prelievo sul momento.

 
Titolo originale: Mosul. Ospedali gestiti dallo Stato islamico: pazienti frustati in corsia e donne costrette a partorire sole
Fonte: Tempi, 26/11/2014