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Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore. Questa festa è stata collocata dopo quella dell’Epifania perché è sempre stata considerata come la manifestazione di Gesù, Figlio prediletto del Padre.
La prima lettura di questa festa ci narra il ritorno festoso del popolo di Israele nella città santa di Gerusalemme, dopo lunghi anni di esilio in terra straniera. Dio aveva perdonato il suo popolo e aveva posto fine alle sue sofferenze. Questa lettura si addice molto bene al tema di oggi, in quanto, con il Battesimo, Dio perdona i nostri peccati e ci riunisce nella Nuova Gerusalemme che è la sua Chiesa. Il profeta Isaia così esclama: «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati» (40,1-2).
Il peccato ci separa da Dio, ci condanna all’esilio, ovvero alla lontananza da Lui che è il nostro Creatore. Inoltre, con il peccato si innalza come un muro tra noi e i nostri cari, per cui ci sentiamo veramente soli con la nostra miseria e viviamo come in esilio.
Gesù è venuto a salvarci e a ricondurci al suo ovile. L’annunzio di questo evento di salvezza è dato da un gesto simbolico: Gesù si sottopone al Battesimo amministrato da Giovanni. Ciò che sorprende è come mai il Figlio di Dio abbia voluto ricevere quel Battesimo. Non furono certamente le acque a santificare Gesù, ma, al contrario, fu Lui a santificarle e a renderle poi materia del sacramento del Battesimo. Gesù si assoggettò al Battesimo di Giovanni per dare a noi un esempio di umiltà e per farci comprendere che siamo noi ad aver estremo bisogno di purificazione.
Vi è una grande differenza tra il Battesimo di Giovanni e il Sacramento istituito da Gesù. Il primo fu solamente un segno di penitenza che richiamava il fedele all’impegno nel mutare condotta di vita. Esso era un gesto simbolico di umiltà da parte dell’uomo che si riconosceva peccatore e prova di un grande desiderio di purificazione e di rinnovamento. Il Battesimo di Gesù, invece, è il Sacramento che ci toglie realmente il peccato originale che abbiamo ereditato dai nostri Progenitori, ed è il Sacramento che ci rende figli adottivi di Dio.
Dopo aver ricevuto il Battesimo Gesù ha iniziato a vivere in noi, per cui valgono anche per noi le parole che il Padre pronunciò dopo che Gesù ebbe ricevuto il Battesimo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Lc 3,22).
Nel giorno del nostro Battesimo, per bocca dei nostri genitori e dei nostri padrini e madrine, noi abbiamo preso degli impegni molto importanti davanti a Dio. Abbiamo, infatti, promesso solennemente di rinunciare al peccato e di credere fermamente a tutto quello che la Chiesa ci propone di credere. Di tanto in tanto è cosa molto buona rinnovare queste promesse battesimali, con convinzione sempre maggiore.
Come san Paolo, anche noi dobbiamo «rinnegare l’empietà e i desideri mondani e vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,11-12).
Da questo impegno dipenderà la nostra felicità su questa Terra e in Cielo. Chiediamo alla Madonna, alla Vergine Fedele, che ci renda sempre fedeli alle esigenze del Battesimo.
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