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PERCHE' ABBIAMO RINUNCIATO ALLA SCUOLA
Educhiamo noi a casa i nostri figli perché la scuola è anticattolica e per noi è una gioia stare (e imparare) con loro
da Imparo in Famiglia

Noi rinunciamo alla scuola. Rinunciare significa non semplicemente fare a meno, ma sostituire con qualcosa di più o di meglio.
E questo è lo stesso criterio con cui potremmo dire che abbiamo rinunciato ad un secondo stipendio, a vacanze "apparentemente" indispensabili.
Ciascuna delle motivazioni che segue fa per noi talmente tanta differenza che potrebbe da sola bastare a motivare la nostra scelta.
Ciascuna di esse infatti è motivata portando con se un valore aggiunto e non negando semplicemente qualcosa che non ci piace.
Stare con i nostri figli a noi piace molto e stando con loro, giocando, osservandoli ci siamo resi conto molto in fretta che avevano in se una spinta di curiosità e vitalità che li portava giorno dopo giorno a scoprire ed imparare un sacco di cose.
Hanno imparato a parlare, camminare senza che nessuno davvero gli dicesse come si facesse, semplicemente attorno a loro c'è un ambiente stimolante, vivo dove si parla e si cammina e il loro desiderio ha fatto il resto.
Ognuno con i propri tempi e con i propri personalissimi percorsi.

RINUNCIARE ALLA SCUOLA PERCHÉ IL TEMPO PER LA FAMIGLIA È POCO
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché tra orari delle lezioni, rientri, compiti ecc... il tempo per la famiglia è troppo poco.
Poco per conoscersi, per ascoltarsi, per raccontare chi siamo, cosa ci piace, cosa non ci piace. Per imparare a volersi bene ci vuole tempo e la scuola ne ruba sempre troppo.
Per noi è una gioia stare insieme e abbiamo lottato a lungo e lottiamo ancora affinché il tempo insieme sia tanto e di qualità.
Desideriamo un tempo lungo e lento perché abbiamo scoperto e tanti testi e ricerche ci hanno confermato, che ai bimbi più piccoli ma anche ai più grandi, servono tempi lunghi e lenti. Le nostre giornate non sono piene di attività, sport e varie ma sono ricche di tempo, di cui possiamo decidere il ritmo e le occupazioni.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché troviamo che andarci faccia perdere un sacco di tempo a tutti! Tra burocrazie, attese, classi pollaio, uguaglianza di obbiettivi e che invece l'apprendimento debba essere libero e rispettoso dell'individualità di ognuno.

IL BENE, IL VERO ED IL BELLO
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché non insegna il bene, il vero ed il bello.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché ormai al centro della scuola ci sono i programmi, i dirigenti, gli insegnanti, i sindacati e forse per ultimi i bambini.
Invece nel percorso di crescita che vogliamo compiere con i nostri figli al centro c'è Dio e tutti camminiamo nella crescita di un rapporto con lui.
Lui è la meta, lui è il vero obbiettivo. Imparare ad amarlo, onorarlo, servirlo.
Tutto il resto gira attorno a questo.
Che sia una gita al mare o scoprire le addizioni tutto volge a quello.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché la troviamo ideologicamente anti cattolica.
L'educazione con cui vorremo crescere i figli non si basa su premi e punizioni (presente invece nelle scuole) e tanto meno su voti o bocciature.
Abbiamo scelto di copiare le tre massime di un grande Santo quale
San Giovanni Bosco che erano: ragione, religione, amabilità/amorevolezza.
Ragione per insegnarli a pensare con la loro testa senza i paraocchi imposti dalla cultura dominante!
Religione per imparare ad orientare a Dio ogni nostro desiderio ed azione.
Amorevolezza per imparare a compiere ogni azione in una logica di amore e dono di se, esercitando le virtù della prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
Tentiamo di fare questo esercitando un ascolto attivo che li coinvolga e tenga in considerazione le loro esigenze.

BASTA SVEGLIE E ORARI FISSI
Per esempio troviamo assurdo dover costringere i bimbi a svegliarsi presto la mattina, ognuno riposa il tempo necessario e vi assicuriamo che ci sorprendiamo per le rare volte che superano le otto.
Tutto questo entra fortemente in contrasto con la scuola che presenta orari fissi non certo impostati su bambini, e sistemi più o meno palesi di premi e punizioni.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché gli istituti scolastici sono brutti! E dove non c'è bellezza non si impara nulla.
Qualcuno un giorno disse che il "mondo sarà salvato dalla bellezza", ed allora noi vogliamo riempirci gli occhi, le orecchie, il cuore di cose belle, di esperienze belle.
Un istituto brutto difficilmente offrirà una cultura bella. Anche per questo curiamo molto alcuni aspetti di casa.
Non amiamo renderla una vetrina (e anche volendo non ci riusciremmo!) ma ci piace custodirla, sottolineare gli aspetti che cambiano e responsabilizzare tutti nella sua cura.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché dubitiamo fortemente che possa avere un'impronta positiva sui nostri figli sia da un punto di vista umano e morale constatando che ormai la scuola come molti altri luoghi "educativi" non abbiano interesse nel vero bene dei ragazzi ma più che altro cerchino inutilmente di tenere tutti buoni seguendo un anonimo politically correct, che non insegna a cercare la verità ma ad uniformare sempre di più la società.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché riteniamo che l'apprendimento vero sia ovunque e sempre.
Si impara sempre, non ad orari fissi; ora italiano, no ora geografia ecc... o interrotto da vacanze prima corte poi lunghe.
Noi a scuola non ci andiamo mai ma impariamo sempre, tutto il giorno, tutti i giorni, ad ogni ora, tutti i mesi, tutto l'anno.

SOCIALIZZARE SIGNIFICA IMPARARE A STARE NELLA SOCIETÀ
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché non riteniamo che ci sia un vantaggio umano ad avere amici che come te sono costretti a stare in quel gruppo classe tutti della stessa età. La socializzazione non è solo tra pari e nessun essere umano adulto socializza così nel mondo. Socializzare significa imparare a stare nella società, troviamo difficile si possa imparare a farlo stando chiusi tra quattro mura.
Noi stiamo nella società tutto il giorno tutti i giorni per imparare a stare con gli altri belli, brutti ricchi e poveri al parco o con amici, più grandi o più piccoli di noi, giovani o anziani, sani o malati. Facciamo vedere ai nostri figli che gli amici si scelgono per interessi comuni, affinità, condivisioni e non per le età anagrafiche.
Abbiamo scelto di rinunciare alla scuola perché la scuola pubblica è costosa. Costosissima!! E nessuno ha mai il coraggio di dirlo. Non è vero che è gratuita!
Tanto per iniziare nelle tasse la paghi, e noi che non usufruiamo per nulla del servizio e di soldi ne facciamo risparmiare parecchi, (a dati del ministero ogni anno di scuola primaria costa anche fino a 6000euro) non ci viene riconosciuto niente e le tasse le paghiamo come tutti gli altri.
Poi chiunque si sia trovato ad iscrivere un figlio a scuola sa benissimo che per quanto uno cerchi di non prendere materiali e strumenti di marca la spesa è comunque notevole ed aumenta man mano che crescono i figli o se ne inseriscano di nuovi a scuola.
Stando fuori dal sistema vi assicuriamo che si vede molto bene come la scuola muova davvero un notevole mercato tra zaini astucci matite pennarelli righe squadre diari e quaderni ecc... per non parlare dei libri di testo. Si aggiungono a tutto questo i contributi "volontari" da dare alle scuole che sono sempre alla ricerca di risorse per ogni cosa. Ed infine per quanto uno si controlli o resista, mandare un figlio a scuola richiede un vestiario minimo decente. Ti fai molti meno problemi a riutilizzare una maglietta se tuo figlio non deve vederlo una maestra.
Poi ci sono le gite, le uscite di classe e per finire la ciliegina sulla torta feste e compleanni a cui non si può mancare" perché se no poi non si crea il gruppo classe e rimani escluso". Frase sentita spessissimo da ogni nostro amico che ha i figli a scuola. A conferma che la vera socializzazione avviene fuori dalla scuola, non in classe!
Chi lo desidera può contattarci a questo indirizzo: scrivici@imparoinfamiglia.it
Oppure visitare il nostro blog: http://imparoinfamiglia.it

 
Titolo originale: Perché rinunciare alla scuola?
Fonte: Imparo in Famiglia