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Chiudere tutte le scuole aperte da istituti religiosi per trasformarle in scuole laiche e statali. È l'incredibile proposta che il partito socialdemocratico, che guida un governo di minoranza in Svezia, ha fatto mercoledì per spiegare che cosa farà in ambito educativo se vincerà le elezioni legislative del prossimo settembre.
Ardalan Shekarabi, importante esponente del partito e attuale ministro della Pubblica amministrazione, ha annunciato il progetto in conferenza stampa a Stoccolma. L'obiettivo è quello di «sconfiggere e abbattere il muro della segregazione nelle nostre scuole. Troppe volte vediamo che esistono istituti dove le femmine sono separate dai maschi e vengono insegnati valori che non sono quelli svedesi».
Shekarabi si riferisce ad alcune scuole musulmane dove sono stati riscontrati problemi di segregazione e insegnamenti "limite". Le scuole dichiaratamente islamiche sono solamente 11 in tutto il paese ma i socialdemocratici temono che il numero possa crescere in futuro dal momento che dal 2012 la Svezia ha accolto 400 mila richiedenti asilo, perlopiù musulmani. Un numero altissimo se si considera che la popolazione conta poco più di nove milioni di abitanti.
Quello che non si capisce è perché, per risolvere un problema riscontrato solo in determinate scuole, il partito di governo voglia chiuderle tutte. Ci sono infatti in Svezia anche una scuola ebraica e 59 istituti cristiani, tutti finanziati dallo Stato. «Nelle nostre scuole, sono gli insegnanti e i presidi che devono prendere le decisioni, non i preti o gli imam», ha aggiunto martedì in conferenza stampa Shekarabi.
Omar Abu Helal, preside di una scuola islamica svedese, ha denunciato la proposta come un tentativo di «violare la libertà religiosa e la Convenzione europea sui diritti umani». Anche le comunità cristiane ed ebraiche sono rimaste colpite dalla proposta, soprattutto per la volontà di fare di tutta l'erba un fascio.
Secondo la sezione svedese di Open Doors, ong che monitora la persecuzione dei cristiani, l'ostilità verso tutte le religioni non è una novità nel paese. In particolare, c'è una tendenza ideologica a chiudere gli occhi davanti ai problemi dell'islam, finendo per danneggiare anche le altre religioni. Dopo anni di ricerche, la charity ha stilato un rapporto secondo cui il 53 per cento dei rifugiati cristiani in Svezia, ad esempio, ha subito attacchi e discriminazioni per mano dei rifugiati musulmani. Alcuni cristiani hanno subito violenze fisiche, il 45 per cento afferma di essere stato minacciato di morte. Nonostante abbiano comunicato al governo svedese i risultati dello studio, «né lo Stato né i media hanno fatto indagini serie».
Nota di BastaBugie: nei seguenti due brevi articoli tratti da Corrispondenza Romana (rispettivamente il 10 e il 16 marzo 2018) si vede la disastrosa situazione in Europa. Da notare che l'Italia fa parte dell'Europa.
BERLINO MESSA IN SCACCO DA BANDE DI ARABI
Lo rivela un dossier pubblicato da Welt am Sonntag: a Berlino, a qualsiasi ora del giorno e della notte, avvengono scontri tra una dozzina di clan arabi e la Polizia. I criminali ammonterebbero in tutto a circa un migliaio, concentrati soprattutto nel quartiere di Neukölln: da qui gestirebbero, in particolare, il traffico della droga, della prostituzione, del riciclaggio di denaro, oltre a commettere rapine.
I loro capi hanno dato precise istruzioni, affinché provochino i poliziotti durante i controlli e gli arresti, filmando il tutto con i cellulari: si tratta di una tattica, per cercare di screditare le forze dell'ordine e di dimostrare che lo Stato ha perso il controllo della situazione.
Per questo nessuno osa multare le auto di lusso parcheggiate male in zona, tutte appartenenti ai boss di queste bande. E la stessa Polizia non riceve i comandi necessari per ristabilire l'ordine e la sovranità dello Stato nel quartiere.
NELLE MOSCHEE FRANCESI SI INVOCA LO STERMINIO DEGLI INFEDELI
Chi ancora si illuda che le moschee rappresentino centri di preghiera e che in esse non si giustifichi la jihad internazionale trova l'ennesima smentita nell'eccezionale documento diffuso da un'emittente israeliana, prodotto da AG Production in collaborazione con Le Week.
Alcuni giornalisti si sono infiltrati clandestinamente nelle moschee francesi, per registrare i sermoni tenuti al loro interno. Dell'équipe ha fatto parte anche Zvika Yehezkeli, ex-membro dei servizi segreti israeliani, specialista in scoop di questo tipo. Per questo tipo di missione, durata alcun mesi, ha ricevuto una specifica formazione psicologica grazie agli esperti del Mossad e dello Shabak, i servizi di sicurezza.
La moschea "Omar Ibn al Khattab" è la più frequentata di Parigi e viene gestita dai Fratelli Musulmani: stupisce in essa sentir risuonare questi discorsi, durante la predica del venerdì e dinanzi ad un migliaio di persone: «Dio rafforza l'islam e i musulmani. Dona la vittoria a chi sostiene la religione! E abbatti gli idolatri! Stermina i nemici della fede! Continua a sostenere noi, tuoi fratelli mujiaheddin [i soldati della jihad]. Allah, alza lo stendardo della jihad!».
Vasta l'eco avuta da tale documento in tutto il mondo mediorientale e non solo, come affermato a commento dalla televisione Al Jazeera.
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