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«Contiamo sul sostegno del governo perché cessino il più rapidamente possibile le violenze fisiche, verbali e morali contro la nostra categoria da parte dei vegani». È l'appello lanciato in una lettera aperta al ministero degli Interni dal presidente della Confederazione francese dei macellai, Jean-François Guihard. «I 18 mila artigiani macellai francesi sono preoccupati dalle conseguenze dell'eccessiva sovraesposizione mediatica dello stile di vita vegano», scrive dichiarandosi «scioccato» che una piccola minoranza della popolazione «voglia imporre all'immensa maggioranza il suo modo di vivere, per non dire la sua ideologia».
APOLOGIA DI TERRORISMO
Negli ultimi mesi c'è stato un aumento di violenze nei confronti delle macellerie e dei macellai nel paese. In Alta Francia sette negozi sono stati cosparsi di sangue finto in aprile. Alcuni estremisti hanno infranto le vetrine di altri due locali, ricoprendone i muri di graffiti: «Stop allo specismo». Episodi simili si sono verificati anche in Occitania, ma l'episodio più grave è sicuramente quello di fine marzo, quando una militante vegana ha gioito per l'uccisione di un macellaio durante l'attentato jihadista di Trèbes. La donna, condannata a sette mesi di prigione per "apologia di terrorismo" ha scritto sui social media: «Siete scioccati che un assassino venga ucciso dai terroristi? Io no, ho zero compassione per lui, c'è ancora una giustizia».
«Davanti a questa escalation di violenza, quale sarà la prossima tappa?», si chiede la Confederazione nella lettera, come riportato dal Figaro, aggiungendo che «qualche individuo o qualche organizzazione vuole seminare il terrore con intimidazioni e violenza sia a volto coperto sia a volto scoperto». I macellai francesi non sono gli unici a protestare contro i vegani. In Inghilterra ha alzato la voce il direttore esecutivo della Countryside Alliance, organizzazione no profit con oltre 100 mila iscritti che ha come obiettivo quello di «dare voce alla Gran Bretagna rurale».
VIVIAMO NEL TERRORE
«Gli attacchi contro macellai, mercati e mattatoi, che continuano a crescere, sono una propaggine delle campagne per i diritti degli animali che si vedono spesso per le strade. Usano le stesse tattiche, abusi su internet compresi», ha dichiarato a fine maggio al Telegraph Tim Bonner. Il riferimento è in particolare a quanto avvenuto ad Ashford, nel Kent, dove la macelleria Marlow è stata attaccata da attivisti vegani che hanno dipinto con vernice rossa porta, vetrina e muratura del locale con le scritte: «Basta uccidere animali» e «Go Vegan». Il proprietario, Wayne Marlow, ha dichiarato alla stampa: «Su internet riceviamo sempre più minacce. È diventata una cosa ridicola: non solo minacciano di distruggere il nostro negozio, ma cercano di demolire la nostra reputazione lasciando commenti negativi e recensioni pessime. Dicono che faranno saltare in aria il locale. Viviamo nella paura, ci svegliamo la notte: ci stanno terrorizzando».
Gli estremisti vegani ritengono che non ci sia alcuna differenza ontologica o morale tra gli esseri umani e gli animali e per difendere questi ultimi si sentono in diritto di tormentare e usare violenza contro i primi. Con qualche distinguo: «Queste persone non attaccano mai le grandi catene, si limitano a colpire i piccoli negozi indipendenti», continua Bonner. «Sono dei codardi». Countryside Alliance punta il dito anche contro i grandi social network, che spalleggiano gli estremisti vegani e non sanzionano né bloccano gli insulti e le minacce: «È incomprensibile. Quando delle minoranze vengono colpite, agiscono subito. Ma se si tratta dei macellai o di altri, la risposta è ben diversa».
Davanti a simili episodi di violenza, continua la Confederazione dei macellai francese, non ci si può girare dall'altra parte e bisogna chiamare le cose con il loro nome: «Come si può stigmatizzare una parte della popolazione per la sua professione? Questa è una forma di terrorismo che si fonda su una propaganda che si nutre di disinformazione e intimidazione. Alla disinformazione noi rispondiamo ogni giorno riaffermando la verità. Ma lasciateci lavorare in pace! Lasciate che i francesi mangino in pace ciò che vogliono!».
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