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'Ora il serpente era astuto più di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: 'Davvero Dio vi ha detto di non mangiare di alcun albero di questo giardino?' Rispose la donna al serpente: 'Noi possiamo mangiare i frutti degli alberi che stanno in questo giardino, ma in quanto al frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ci ha detto - Non mangiatene, anzi neppure toccatelo, altrimenti morirete'. Allora il serpente disse alla donna: 'No, voi non morirete, anzi Dio sa che il giorno in cui voi mangerete, vi si apriranno li occhi e sarete come Dio, conoscitori del bene e del male': La donna vide che l'albero era buono a mangiarsi, piacevole agli occhi e desiderabile per avere la conoscenza. Colse perciò del suo frutto e ne diede all'uomo, che era con lei, il quale pure ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di ambedue e conobbero di essere nudi, intrecciarono delle foglie di fico e ne fecero delle cinture' (Genesi 3,1-7).
LA DOTTRINA DEL PECCATO ORIGINALE
L'avvenimento sopra descritto, quello del Peccato Originale, è oggetto del Magistero ordinario ed universale della Santa Madre Chiesa. In quanto tale, ed in quanto fondamento dei dogmi sulle conseguenze di questo peccato per il genere umano, come il battesimo, la Redenzione, l'Immacolata Concezione, la dottrina del Peccato Originale è da intendersi altrettanto come dogma, cioè de Fide.
Il Peccato Originale di fatti è stato sempre inteso ed insegnato dalla Santa Madre Chiesa come avvenimento reale da parte della prima coppia di uomini, Adamo e Eva. Fu un peccato di superbia e di disobbedienza a Dio, cagionato dalla seduzione del demonio in forma di serpente: un'azione che li ha esclusi dallo stato di Innocenza, e che, in quanto compiuta dai rappresentanti dell'umanità intera, ha recato danni non solo a loro ma anche a tutti gli uomini.
Il Peccato Originale viene anche chiamato 'La Caduta'. Paragonandola con la Caduta degli angeli osserviamo i seguenti tratti comuni:
a) La prova;
b) Il fallimento tramite il peccato di superbia;
c) Il cambiamento susseguente di natura (da angeli in demòni, oppure da natura elevata a natura lapsa);
d) La cacciata dal Paradiso (celeste oppure terrestre);
e) La sofferenza.
LO STATO DI INNOCENZA
Per capire il cambiamento della natura umana in particolare, bisogna innanzitutto considerare i doni che Dio aveva elargiti su Adamo ed Eva nello stato di Innocenza, che erano al di sopra delle capacità della loro semplice natura umana.
Prima c'era il dono sovrannaturale della Grazia; poi i doni preternaturali della scienza infusa, dell'impassibilità (la possibilità di non soffrire), dell'immortalità (la possibilità di non morire), e dell'integrità (il dominio perfetto della Ragione sulle facoltà inferiori dell'anima).
Tutti questi doni sarebbero stati trasmessi assieme alla natura umana a tutti i discendenti di Adamo ed Eva, se loro non avessero peccato. L'effetto del Peccato Originale era, invece, che i doni furono persi per loro, e poi per il genere umano intero. Ci sono, però, tre eccezioni: La scienza infusa che fu persa solo per i nostri primi parenti, il dono della Grazia ed il dono dell'integrità, che furono persi per tutti gli uomini tranne la Madonna ed il suo Figlio Divino, nostro Signore Gesù Cristo.
Ciò che ci interessa nella nostra ricerca presente sui nemici spirituali dell'uomo, è proprio la perdita del dono dell'integrità.
Come fu perso? Il Peccato Originale costituì una ribellione delle facoltà inferiori dell'anima (le facoltà sensitive) nei confronti delle facoltà superiori (l'intelletto e la volontà). Fu un atto così violento che scosse la natura umana fino ai suoi fondamenti: indebolì l'intelletto e la volontà, e distolse al loro dominio le facoltà inferiori dell'anima, dando ad esse una certa indipendenza ed autonomia nella ricerca della propria soddisfazione.
L'indebolimento dell'intelletto ha condotto l'uomo ad assorbirsi nelle cose create invece di elevarsi al loro Creatore che è Dio: questo è la concupiscenza degli occhi.
L'indebolimento della volontà l'ha condotto a sottrarsi da Dio e dai suoi rappresentanti sulla terra: questa è la concupiscenza spirituale, o superbia.
La ricerca dei sensi della propria soddisfazione, invece, è la concupiscenza della carne.
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