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La preparazione dell'anima alla Santa Comunione comprende due cose: essere in grazia di Dio ed avere la retta intenzione.
L'anima deve essere anzitutto pura da ogni macchia grave. Secondo la dottrina della Chiesa, per poter ricevere la Comunione, non basta che le colpe siano cancellate con un atto di contrizione perfetta, che rimette nello stato di grazia. È invece richiesta espressamente la confessione. Se qualcuno ha solo un dubbio di essere in peccato grave, ma non è sicuro, si può accostare tranquillamente alla Santa Comunione. È questo l'insegnamento di Sant'Alfonso De Liguori, e tutti possono seguire questo Santo Dottore della Chiesa, che non è certo tra i più blandi moralisti. Solo la certezza di essere in colpa grave sbarra la strada al banchetto eucaristico.
LA SANTA COMUNIONE È FUOCO
Quindi un'anima che è in preda al dubbio, senza avere la certezza di una colpa grave, può accostarsi serenamente alla Comunione, vincendo ogni titubanza, specialmente se si tratta di un'anima la quale abitualmente per nulla al mondo commetterebbe un peccato grave. È tuttavia raccomandabile in simili casi, per ragioni di prudenza e di rispetto, eccitarsi alla contrizione perfetta.
All'anima tormentata da qualsiasi genere di dubbio, deve giungere del tutto rasserenante una parola che lo stesso Gesù ebbe a dire a Santa Teresa d'Avila: «Nessuno mi perde con una colpa grave, senza che egli stesso lo sappia con certezza». A queste parole si devono attenere specialmente le anime scrupolose.
Le colpe lievi non rendono sacrilega la Comunione. Questo Sacramento, infatti, come abbiamo già detto, cancella le colpe veniali. Uno può quindi comunicarsi anche con qualche peccato veniale sull'anima. È consigliabile però purificarsi prima della Comunione anche dalle colpe lievi con un atto di contrizione perfetta, per non impedire o diminuire gli effetti del Sacramento.
San Tommaso spiega ciò con un efficace paragone: la Santa Comunione è fuoco, e l'anima affetta da peccati veniali è legno umido. Il legno umido difficilmente divampa; così l'anima coperta di colpe veniali, è impedita di una piena efficacia della grazia. Quanto più un'anima è pura da colpe, tanto più il cuore si dilata, e tanto più abbondante scorre il nume di grazia.
LA RETTA INTENZIONE
Per comunicarsi degnamente, oltre lo stato di grazia, è necessaria anche la retta intenzione. San Pio X c'insegna chiaramente in che cosa consiste: «Si ha la retta intenzione quando uno si avvicina alla mensa del Signore non per pura abitudine o per vanità o per qualche altro motivo umano, ma per piacere a Dio, per unirsi maggiormente a Lui con il vincolo dell'amore e per curare con questo rimedio divino i propri difetti e la propria fragilità».
Si può riassumere l'insegnamento del Sommo Pontefice in questa breve frase: «Ha la retta intenzione chi si comunica perché vuol diventare migliore per mezzo della Comunione».
Queste sono le condizioni preliminari per ricevere degnamente la Santa Comunione: essere liberi da ogni colpa mortale e avere retta intenzione. Alcuni vecchi libri esigono anche altre condizioni, scambiando ciò che è necessario e sufficiente con ciò che sarebbe semplicemente desiderabile e più perfetto. Necessarie e sufficienti sono solo la purezza da qualsiasi colpa grave e la retta intenzione.
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