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La nuova amministrazione Dem statunitense non si è ancora insediata ma ha già annunciato di voler regalare permessi di soggiorno a milioni di immigrati illegali ai quali garantire poi la cittadinanza, e quindi il diritto di voto, in pochi anni.
Il vicepresidente eletto Kamala Harris martedì ha annunciato che l'Amministrazione Biden adotterà un approccio più "umano" all'immigrazione e prevede di introdurre un disegno di legge di riforma che conceda "carte verdi" (permessi di soggiorno e lavoro) automatiche agli immigrati con status di protezione temporanea (TPS) e ai beneficiari di Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA), cioè migranti che sono stati portati negli Stati Uniti da bambini quando i loro genitori hanno attraversato il confine illegalmente.
11 MILIONI DI IMMIGRATI PRIVI DI DOCUMENTI
La Harris ha detto a Univision che il piano include "un percorso per ottenere la cittadinanza riservato alla maggior parte degli 11 milioni di immigrati privi di documenti che vivono nel paese". Si tratta di riconoscerli subito come "residenti permanenti legali" per poi attuare un percorso verso l'ottenimento della cittadinanza USA "entro un periodo di otto anni" contro gli attuali 13 necessari per chi è emigrato legalmente. "È un modo più intelligente e molto più umano di affrontare l'immigrazione", ha detto la Harris che ha poi promesso di "espandere le protezioni" per i destinatari del DACA e ha affermato che l'amministrazione assicurerà la vaccinazione contro il coronavirus indipendentemente dallo status di immigrazione. Il piano propone anche di aumentare il numero di giudici assegnati alle cause di immigrazione illegale lungo il confine coil Messico.
Kamala Harris, figlia di padre giamaicano e madre indiana, ha da tempo ripudiato la politica delle espulsioni dei migranti illegali da lei stessa attuate quando era vice procuratore nella contea di Alameda (Bay Area di San Francisco) e poi procuratore distrettuale di San Francisco e procuratore generale della California per diventare, da senatore, una convinta immigrazionista opponendosi persino alle espulsioni attuate durante l'amministrazione Obama e poi, ferocemente, alle politiche di Trump. Durante le primarie democratiche, la Harris era subito apparsa più oltranzista di Biden sulle questioni dell'immigrazione, sostenendo che l'ingresso illegale negli Stati Uniti non dovrebbe essere considerato un reato e una riforma globale basata sulla priorità immediata di "annullare l'agenda anti-immigrazione di Trump e costruire un futuro all'altezza dei valori americani". Tra le iniziative tese a rimuovere il "trumpismo" potrebbe esserci anche l'abolizione delle restrizioni all'immigrazione dai paesi islamici.
LA POLITICA DI BIDEN PER GLI IMMIGRATI LEGALI
L'attenzione della Harris per la regolarizzazione degli immigrati illegali si inserisce nella politica di Biden per gli immigrati legali che prevede una più agevole naturalizzazione dei titolari di "carta verde" e aiuti federali per l'integrazione economica dei "nuovi americani". L'America di Biden e Harris sarà quindi ancora più multietnica, più abitata da stranieri e da musulmani non autoctoni (oggi gli islamici negli USA sono per lo più afroamericani), riducendo ulteriormente il peso sociale (ed elettorale) dei Wasp (bianchi, anglo-sassoni e protestanti). Sviluppi che certo allargheranno il solco che già divide drammaticamente in due la società americana con il probabile aumento di scontri e tensioni sociali.
Curioso notare come l'ossessione per le porte spalancate all'immigrazione illegale unisca i Dem americani e quelli italiani (PD e sinistra) così come la furia ideologica che la nuova amministrazione Usa vuole imporre per rimuovere le politiche anti-immigrazione di Trump assomiglia a quella con cui la sinistra italiana ha preteso la rimozione dei decreti sicurezza di Matteo Salvini. In termini politici i programmi dei DEM sui due lati dell'Atlantico coincidono nelle modalità (cittadinanza facile, ius soli, permessi per tutti i clandestini...) e soprattutto nell'obiettivo finale: snaturare la composizione etnica, culturale e sociale delle nazioni dell'Occidente.
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Gianandrea Gaiani, nell'articolo seguente dal titolo "I flussi illegali calano in Europa ma triplicano in Italia" spiega che i flussi verso l'Italia sembrano destinati ad aumentare anche nel 2021 soprattutto perché l'Italia è l'unico stato di "prima linea" a incentivare i traffici di clandestini.
Un dato che dovrebbe indurre a riflettere è che si tratta di un'immigrazione illegale proveniente quasi totalmente da Paesi islamici, inclusi quelli che hanno offerto il maggior numero di volontari alla causa jihadista di al-Qaeda e dell'Isis: organizzazioni che dal traffico di esseri umani hanno sempre tratto importanti finanziamenti.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 gennaio 2021:
I dati forniti all'inizio dell'anno dall'agenzie Ue per le frontiere, Frontex, confermano quanto anticipato negli ultimi giorni di dicembre dalla Nuova Bussola Quotidiana. Nel 2020 i flussi di immigrati illegali verso l'Europa sono calati bruscamente ovunque (complice anche l'emergenza Covid) ma non verso l'Italia dove gli sbarchi sono addirittura triplicati.
Secondo Frontex il numero di arrivi illegali attraverso la rotta del Mediterraneo Centrale è quasi triplicato nel 2020 arrivando a 35.600, facendo di quella rotta "la più attiva" per l'ingresso in Europa". Di questi poco meno di 1.500 sono sbarcati a Malta mentre in ben 34.154 sono arrivati in Italia, praticamente il triplo degli 11.471 sbarcati nel 2019.
Nonostante il forte aumento delle partenze dalla Tunisia (quasi 13.000 sbarcati in Italia, il 38 per cento del totale) i migranti irregolari rilevati su questa rotta sono partiti principalmente dalla Libia mentre non mancano gli arrivi direttamente dalla Turchia sulle ciste ioniche calabresi, principalmente di iracheni, iraniani e pakistani.
Frontex certifica inoltre il contesto di controtendenza degli sbarchi in Italia e dei flussi lungo la rotta del Mediterraneo centrale poiché l'anno scorso il numero di arrivi illegali in Europa è sceso complessivamente del 13% per un totale di 124mila.
Si tratta della cifra più bassa dal 2013.Tra le nazionalità dei migranti in arrivo in Europa, riferisce l'agenzia europea, quella siriana rimane la più frequentemente segnalata nel 2020 (ma non certo tra i flussi giunti in Italia) seguita dalla tunisina, algerina e marocchina.
I dati disponibili indicano anche come i migranti maschi continuino a rappresentare una quota molto maggiore rispetto al numero di donne che arrivano in Europa irregolarmente. Nel 2020, un migrante irregolare su dieci era donna, mentre un anno fa rappresentavano un quarto del totale. Sono diminuiti anche gli ingressi irregolari dei minori anche se sarebbe meglio dire di "autodichiarati" minori. Nel 2020, circa un migrante su 10 aveva meno di 18 anni rispetto al 23 per cento nel 2019.
Nonostante un aumento all'inizio dell'anno scorso, la rotta migratoria del Mediterraneo Orientale ha visto il calo maggiore del numero di arrivi, sceso di oltre tre quarti a circa 20mila.
Un calo legato anche alle dure politiche di contenimento avviate dal governo greco, ai ferri corti con la Turchia anche sul fronte delle migrazioni illegali, che ha messo sotto accusa anche quattro Ong accusate di complicità con i trafficanti di esseri umani.
Non stupisce che nei giorni scorsi Ankara abbia accusato di nuovo Atene di respingimenti illegali di barconi migranti in difficoltà' nel Mar Egeo. "La Grecia spinge verso la morte persone innocenti. E l'Europa resta a guardare...", ha scritto sul suo profilo Twitter il ministro dell'Interno di Ankara, Suleyman Soylu, condividendo un video in cui un gommone con diverse persone a bordo appare in balia delle onde, mentre un mezzo della guardia costiera ellenica poco distante interviene per respingerlo, finche' i migranti vengono soccorsi dalla guardia costiera di Ankara.
"Condanniamo Frontex e il Parlamento europeo, che non denunciano questo comportamento disumano che avviene ogni giorno", aggiunge Soylu ma è evidente che i barconi e gommoni salpano dalle coste turche con le complicità delle autorità di Ankara, il cui ricatto all'Europa attuato attraverso i migranti illegali viene così disinnescato dai respingimenti greci.
In calo, del 29 per cento, anche i flussi lungo la rotta del Mediterraneo Occidentale (da Marocco e Algeria verso le coste spagnole) sceso nel 2020 a circa 17mila clandestini.
Per la Spagna, che ha iniziato i rimpatri dei clandestini in Marocco e Algeria, il fronte più esposto è oggi quello delle Canarie, nell'Oceano Atlantico. L'arcipelago è stato raggiunto l'anno scorso, soprattutto negli ultimi quattro mesi dell'anno da oltre 22 600 clandestini provenienti dall'Africa Occidentale e imbarcatisi in Senegal, Gambia e Mauritania.
Si tratta del numero più alto da quando Frontex ha iniziato a raccogliere dati nel 2009, raggiunto grazie anche all'impiego di grandi pescherecci in grado di trasportare un numero maggiore di persone e di reggere meglio l'Atlantico.
Cresce anche il numero di migranti irregolari sulla rotta dei Balcani occidentali proveniente dalla Turchia aumentato di oltre tre quarti, raggiungendo circa 27mila unità nel 2020 che includono i circa 6.500 clandestini penetrati in Italia dal confine sloveno nonostante siano stati effettuati 1.240 respingimenti in Slovenia, il 420 per cento in più rispetto al 2019.
Come avevamo anticipato i flussi verso l'Italia sembrano destinati ad aumentare anche nel 2021 soprattutto perché l'Italia è l'unico stato di "prima linea" a incentivare i traffici di clandestini garantendo permessi a chiunque paghi criminali per attraversare il Mediterraneo.
Un contesto che attira ovviamente anche le navi delle ONG. Dopo Open Arms che ha sbarcato giorni fa circa 270 clandestini raccolti di fronte alle ciste libiche è arrivata nel Canale di Sicilia la nave Ocean Viking dell'associazione Sos Mediterranee che ha lasciato Marsiglia dopo mesi di sforzi per liberare la nave da un fermo amministrativo imposto il 22 luglio scorso dalle autorità italiane sulla base di nuove interpretazioni dei requisiti di sicurezza per le navi di soccorso.
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