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Nei giorni scorsi, durante le Olimpiadi svoltesi a Parigi, abbiamo assistito a una derisione del Cristianesimo nella cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, tenutasi il 26 luglio. Gli organizzatori hanno voluto scimmiottare l'Ultima Cena. [...]
Il carattere esoterico e neo-gnostico della cerimonia era evidente, perché, non a caso, la sua figura centrale era quella del dio pagano Dioniso, che per Friedrich Nietzsche e per gli esoteristi, incarnerebbe l'antitesi del Cristo e rappresenterebbe il simbolo della rottura con la morale cristiana, vista come avvilimento ed annientamento. [...]
Guardando a questi spettacoli, così in contrasto con ciò che la Francia un tempo ha rappresentato per la Chiesa e per la fede cattolica, che ha visto germogliare in terra francese schiere di santi, tanto da essere considerata “figlia primogenita della Chiesa”, mi sono chiesto se essi riflettano davvero il popolo francese e le radici di quel paese. A un'analisi superficiale, potrebbe sembrare che quella Nazione non potrà mai tornare ai suoi fasti cristiani. Eppure, c'è speranza. Non dobbiamo dimenticare Colei che tutte le generazioni chiamano beata, a cui la Francia fu affidata secoli fa; un affidamento legato proprio alla solennità dell'Assunzione. Un affidamento che potrebbe costituire, secondo i tempi imperscrutabili della Vergine, che sono i tempi di Dio, il perno su cui la terra di Francia tornerà a essere pienamente cristiana.
Cosa c'entra, dunque, quella Nazione con l'Assunta? È presto detto. Si tratta di una storia davvero affascinante, risalente al XVII sec., cioè alle vicissitudini private (e non solo) del re Luigi XIII e della regina Anna d'Austria. Sì, proprio quell'epoca e quei regno durante il quale è ambientata anche la vicenda de I tre moschettieri di Alexandre Dumas. Per farla breve, la coppia, molto pia e devota (sebbene il re non avesse mancato di intrattenere relazioni con cortigiane), non era stata benedetta dalla nascita di un figlio che potesse garantire la successione al trono. Per la verità, dal matrimonio, la regina concepì ben tre figli, che si risolsero in altrettanti aborti, di cui uno accidentale per una caduta dalle scale.
La coppia regale, quindi, non poteva godere della gioia di un erede al trono.
Fu su consiglio del monaco agostiniano scalzo Fra Fiacre di Sainte-Marguerite, personalità mistica dell'epoca, che aveva ricevuto nell'autunno 1637 alcune apparizioni della Vergine nelle quali la Madonna annunciava la prossima nascita di un erede al trono ed invitava - suo tramite - a tale scopo la regina Anna a compiere dei cicli di novene (il ciclo di novene si concluse il 5 dicembre di quell'anno, esattamente nove mesi dopo nacque il tanto desiderato bambino), e dell'ex cortigiana e confidente del re, Louise de La Fayette, divenuta nel frattempo monaca visitandina col nome di Suor Angelica, la quale aveva favorito la riconciliazione e la riunione del re con la regina, se si giunse - una volta avuta la certezza del concepimento del figlio da parte della sovrana - alla proposizione di un voto alla Madre di Dio.
IL VOTO ALLA VERGINE
Per la verità, sin dall'indomani del concepimento del figlio (avvenuto - si badi - dopo oltre un ventennio di matrimonio sostanzialmente sterile), e cioè dall'11 dicembre 1637, il re annunciava la sua intenzione di esprimere un voto alla Vergine. Il testo, più volte corretto e rifinito anche dal primo ministro del re, il celebre cardinal de Richelieu, fu sottoposto al Parlamento di Parigi. Il 10 febbraio 1638, finalmente, il re, nel suo castello di Saint-Germain-en-Laye, firmava, con proprie lettere patenti, il testo del voto in cui dichiarava solennemente che, «prendendo la santissima e gloriosissima Vergine come speciale protettrice del nostro regno, a Lei consacriamo particolarmente la nostra persona, il nostro Stato, la nostra corona e i nostri sudditi, supplicandola di ispirarci una santa condotta e difendere questo regno con tanta cura contro gli sforzi di tutti i suoi nemici [...]. E affinché i posteri non possano non seguire i nostri desideri su questo argomento, come monumento e segno immortale dell'attuale consacrazione che compiamo, faremo riedificare il grande altare della cattedrale di Parigi con un'immagine della Vergine che tenga tra le sue braccia quelle del suo prezioso Figlio deposto dalla Croce, e dove Noi saremo rappresentati ai piedi del Figlio e della Madre nell'atto di offrire loro la nostra corona e il nostro scettro.
Ammoniamo il signor arcivescovo di Parigi, e gli ordiniamo nondimeno che ogni anno, nella festa e nel giorno dell'Assunzione, faccia commemorare la nostra presente dichiarazione nella messa solenne, che sarà detta nella sua chiesa cattedrale, e che dopo i vespri di detto giorno, nella detta chiesa si farà una processione, alla quale parteciperanno tutte le compagnie sovrane e gli organi cittadini, con cerimonie simili a quelle che si osservano nelle processioni generali più solenni, che vogliamo si facciano anche in tutte le chiese; sia parrocchiali che quelle dei monasteri di detta città e sobborgo, e in tutte le città, paesi e villaggi della detta diocesi di Parigi.
Esortiamo parimenti gli arcivescovi e i vescovi del nostro regno, e nondimeno ingiungiamo loro di celebrare la stessa solennità nelle loro chiese episcopali, e delle loro diocesi, intendendo che a detta cerimonia siano presenti le corti del Parlamento e altre compagnie sovrane, e i principali ufficiali delle città, e avvertendo tutti i popoli ad avere una particolare devozione verso il Vergine, d'implorare in questo giorno la sua protezione, affinché, sotto una così potente Patrona, il nostro regno sia protetto da tutte le imprese dei nostri nemici, che goda lungamente di buona pace, che Dio vi sia servito e venerato così santamente affinché noi e i nostri sudditi arriviamo felici al fine ultimo per il quale tutti siamo stati creati, poiché tale è il nostro desiderio».
Con questo voto, Luigi XIII istituì le processioni del 15 agosto durante le quali i sudditi avrebbero dovuto pregare Dio e la Vergine per i felici successi del re. Ogni chiesa del regno era tenuta, nella misura in cui la chiesa stessa non era già sotto il patronato della Vergine, a dedicare un altare o cappella principale alla Regina del Cielo. Luigi XIII promise infine di costruire un nuovo altare maggiore nella cattedrale di Notre Dame di Parigi, nonché di offrire alla cattedrale un nuovo gruppo scultoreo.
LA NASCITA DELL'EREDE AL TRONO (DIEUDONNÉ, CIOÈ “DATO DA DIO”)
Intanto, il 5 settembre 1638, nasceva il tanto desiderato figlio, Luigi XIV, il famoso Re Sole, soprannominato Dieudonné, cioè “dato da Dio”, proprio perché dono immeritato del Signore, ottenuto per intercessione della Vergine Maria, in un matrimonio sostanzialmente sterile, che si trascinava da oltre un ventennio.
Da quell'anno 1638, ogni 15 agosto fu dedicato al ricordo di quel voto e della consacrazione della Francia e del suo popolo alla Madonna.
Luigi XIII non fece in tempo ad adempiere al voto: vale a dire a costruire il nuovo altare maggiore a Notre Dame. Questo compito spettò al figlio, Luigi XIV, sessant'anni dopo. Dal 1708 al 1725, l'architetto Robert de Cotte rimodellò completamente il coro della cattedrale parigina, mascherando i costoloni con archi semicircolari più moderni. Ai lati dell'altare maggiore furono collocate sei statue di angeli in bronzo recanti gli strumenti della Passione di Cristo e quelle dei due re inginocchiati, Luigi XIII in atto di offrire scettro e corona di Guillaume Coustou e quella di Luigi XIV scolpita da Antoine Coysevox. Dietro l'altare maggiore, sotto l'arcata centrale dell'abside, fu collocato il gruppo scultoreo della Pietà, in marmo di Carrara, opera di Nicolas Coustou, che lo realizzò tra il 1714 e il 1715. Queste due statue dei re e quella della Pietà vennero rimosse nel 1793 e ricollocate nella cattedrale solo nel 1815, quelle dei sovrani su nuovi piedistalli completati nel 1816 con lo stemma del re di Francia.
Tutto il gruppo scultoreo, pegno del voto del pio re di Francia, sono scampati miracolosamente al terribile incendio della cattedrale del 15 aprile 2019.
La consacrazione della Francia e del re furono confermate da Luigi XIV il 25 marzo 1650 e vennero rinnovate in occasione del centenario del voto, nel 1738, dal re Luigi XV.
Le campane e le processioni si svolsero ogni anno il 15 agosto sino alla Rivoluzione francese e per l'esattezza sino al 1791 compreso: il 14 agosto 1792, infatti, l'Assemblea legislativa rivoluzionaria abolì la consacrazione della Francia ed il voto; l'anno seguente, il 10 novembre 1793, profanata la cattedrale, essa fu trasformata nel tempio della dea Ragione.
Con la caduta di Napoleone e la Restaurazione, il re Luigi XVIII ristabilì la celebrazione del voto nel 1814. Sotto la c.d. Monarchia di Luglio, nell'agosto 1831, il re Luigi Filippo I, figlio della Rivoluzione, abolì definitivamente il voto ed ogni celebrazione, nonostante la ferma e vana protesta di intellettuali cattolici come Lamennais, Lacordaire e Montalembert.
Per la verità, già dalla modifica costituzionale del 1830 allorché la religione cattolica cessò di essere religione di Stato, il voto aveva perso forza di legge ed era caduto nel dimenticatoio, lasciando sostanzialmente all'iniziativa locale, popolare o diocesana, la celebrazione della ricorrenza.
SANTA GIOVANNA D'ARCO PATRONA DI FRANCIA (DOPO L'ASSUNTA)
A quella consacrazione mariana fece cenno anche il papa Pio XI nella sua lettera apostolica del 2 marzo 1922, Galliam, Ecclesiae filiam primogenitam, firmata appena un mese dopo l'elezione al Pontificato, con la quale proclamava patrona secondaria di Francia Santa Giovanna d'Arco. Il Pontefice nella sua lettera sottolineò, tra le altre cose, la devozione del popolo francese alla Vergine Maria come elemento caratterizzante la Nazione d'Oltralpe. Richiamando poi esplicitamente il voto di Luigi XIII scriveva: «Convertito alla vera fede di Cristo, Clodoveo si affrettò, sulle rovine di un tempio druidico, a gettare le fondamenta della chiesa di Notre-Dame, che suo figlio Childeberto completò. Diversi templi sono dedicati a Maria da Carlo Magno. I duchi di Normandia proclamarono Maria Regina della nazione. Il re San Luigi recitava devotamente ogni giorno l'Ufficio della Vergine. Luigi XI, per esaudire un desiderio, fece costruire un tempio a Notre-Dame a Cléry. Infine, Luigi XIII consacrò il regno di Francia a Maria e ordinò che ogni anno, nella festa dell'Assunzione della Vergine, si celebrassero funzioni solenni in tutte le diocesi di Francia; e questi solenni fasti, non ignoriamo che continuano ad aver luogo ogni anno».
Ed ancora: «[...] dopo aver ascoltato il consiglio dei Nostri venerati Fratelli, cardinali di santa Romana Chiesa preposti ai Riti, motu proprio, di sicura conoscenza e dopo matura deliberazione, nella pienezza del Nostro potere apostolico, con la forza del presente [atto, ndr.] e in perpetuo, dichiariamo e confermiamo che la Vergine Maria Madre di Dio, sotto il titolo della sua Assunzione al cielo, è stata regolarmente scelta come patrona principale di tutta la Francia presso Dio, con tutti i privilegi e gli onori che ciò comporta. titolo nobiliare e questa dignità».
La Chiesa di Roma, dunque, a quasi tre secoli di distanza, confermava e ratificava quel voto compiuto dal pio re borbonico, dichiarando la Vergine Assunta patrona principale della Francia.
Fu merito del cardinal arcivescovo di Parigi, Lustiger, se nel corso degli anni '80 del secolo scorso venne reintrodotta la celebrazione del voto di Luigi XIII al 15 agosto nella cattedrale di Notre Dame e nel corso del pellegrinaggio nazionale a Lourdes, che riunisce i rappresentanti di vescovi e persino personalità politiche.
Giovanni Paolo II, nel suo pellegrinaggio apostolico a Lourdes nell'agosto 1983, rievocò questa consacrazione nella sua preghiera alla Vergine di Lourdes presso la Grotta di Massabielle il 14 agosto: «[...] Molti si sono onorati di consacrarsi a te, compresi anche dei re, come fece Luigi XIII in nome del suo popolo».
UNA STORIA FATTA DI ALTI E BASSI
La storia del voto di Francia è una storia chiusa? È un fatto da consegnare agli archivi storici? Evidentemente no.
La storia francese e della sua Chiesa è fatta di alti e bassi e di suggestive profondità: minata la fede da tempo dal razionalismo e dall'anticlericalismo, che dominarono il XIX sec. e l'inizio del XX, nella Francia non sono mancati segni di speranza, scaturiti dalla sua profonda appartenenza mariana. La Rivoluzione - è vero - falcidiò schiere di martiri, che rappresentarono nondimeno il seme di un rinnovato cristianesimo nella terra francese. L'apparizione della Medaglia miracolosa prima e poi quelle di Lourdes furono il segnale di un rinnovamento del carisma cristiano nel risorgere stupito di una Chiesa che era stata umiliata dagli sconvolgimenti rivoluzionari. La Francia, non a caso, proprio a partire dal XIX sec., divenne il paese numero uno nell'evangelizzazione, nelle missioni, nella catechesi ed in altre ammirevoli iniziative. Basti ricordare la lodevole Società per le missioni estere di Parigi, che fu la pioniera di missioni cattoliche nei Paesi dell'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Cambogia, Corea del Sud, Malaysia, Singapore, India, Thailandia, Indonesia, Pakistan). Tutte queste iniziative prendevano vita sotto la repressione anticlericale e delle élites!
Dio e la fede si presero, peraltro, la loro rivincita anche nella letteratura: da Bloy a Psichari, da Péguy a Claudel, da Jean-Luc Marion a Denis Tillinac, e tanti altri dei nostri giorni. Basti ricordare, a tal riguardo, oggi la rivoluzione culturale - perché di questo si tratta - avviata in Francia dal voluminoso bestseller di Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies su Dio, "Dio, la scienza, le prove. L'alba di una rivoluzione", tradotto e pubblicato anche in Italia ed in altri paesi.
Tutto questo non potrà farci temere che su quella terra, affidata a Maria sin dal 1638, da un pio re, la Vergine Santa possa essere “deposta” e sostituita da idoli. Ha tentato ciò la Rivoluzione francese innalzando - lo abbiamo detto - a Notre Dame la dea Ragione, ma si trattò di un dominio effimero. La vera sovrana di Francia era e continuerà ad essere la Madonna, nonostante tutte le macchinazioni dei nemici di Dio, che vorrebbero sostituirla illusoriamente con altri o col nulla. In fondo, Luigi XIII, con la sua decisione, realizzò pienamente la citazione quasi profetica di papa Urbano II pronunciata nell'XI sec.: Regnum Galliae, regnum Mariae. Una frase ripetuta costantemente durante le numerose apparizioni mariane avvenute in Francia, a Notre-Dame du Laus, La Salette, Lourdes, rue du Bac, Pontmain e perfino all'Île-Bouchard.
Per questo nonostante c'è speranza che, alla fine, Maria non mancherà di riportare quelle terre, che le appartengono, al loro antico splendore ed ai fasti della fede cristiana dopo che la generazione perversa sarà tramontata del tutto, poiché, come cantò l'umile fanciulla di Nazaret, che tutte le generazioni diranno beata, Dio abbassa ed esalta, disperde i superbi, rovescia i potenti dai troni ed innalza gli umili. Ed il pellegrinaggio Parigi-Chartres, che attrae ogni anno schiere sempre più numerosi di giovani francesi, lascia ben sperare per un domani francese radioso nella fede cristiana e quel voto costituisca il seme odierno della rinascita cattolica in Francia.
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