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Non tutti si rendono ben conto di quanto le elezioni abbiano cambiato la scena politica americana. I Democratici cercano di minimizzare il danno con sedute di biasimo, di esami di coscienza e di dita puntate alla ricerca di capri espiatori. Tuttavia, la perdita non può essere ridotta a persone o a politiche specifiche. Le elezioni hanno rappresentato un cambiamento storico.
La prima conclusione è che la sconfitta non riguarda solo l'economia. Gli americani sono abituati a pensare alle elezioni in termini di portafoglio. La risposta tipica a qualsiasi sconfitta elettorale è il familiare ritornello: È l'economia, stupido!
Tuttavia, questa elezione è stata diversa. Pur avendo dimensioni economiche, le elezioni non hanno riguardato solo l'economia. Le questioni principali ruotavano intorno al programma incendiario della sinistra. Gli elettori hanno rifiutato il wokismo, l'immigrazione clandestina di massa, il transgenderismo e lo scollamento del Partito Democratico con quanto sta accadendo nella società nonché le politiche economiche socialiste che hanno provocato l'inflazione.
Un grande malcontento: Quando è troppo è troppo
Le elezioni hanno riguardato il grande malcontento per l'indirizzo dato all'America. Questo malcontento è stato aggravato dal risentimento che l'americano medio prova per un programma che gli viene imposto. Non si trattava tanto di un voto per il presidente eletto Donald Trump, quanto di una protesta contro ciò che rappresentava la sua opposizione.
Uno scaltro politico francese, Hubert Védrine, ha definito i risultati "un'ondata popolare viscerale, nel senso più ampio del termine, di persone che vogliono porre fine al progressismo e al globalismo americano che dura da sessant'anni". L'ex ministro degli Esteri socialista ha osservato che la vittoria è stata una rivolta. Il suo messaggio era: "Progressismo: Basta! Quando è troppo è troppo!".
DIVERSITÀ, EQUITÀ E INCLUSIONE? ORA BASTA!
Secondo Fareed Zakaria del Washington Post, una delle cause principali della sconfitta è stata "il dominio a sinistra dell'ideologia dell'identità, che ha fatto sì che i democratici spingessero per tutti i tipi di politiche di diversità, equità e inclusione che sono uscite in gran parte dalla bolla urbana e accademica, ma che hanno alienato la gente comune".
In altre parole, le elezioni hanno messo a repentaglio un lavoro di sessant'anni. I cittadini ritengono che i progressisti li stiano spingendo troppo lontano e troppo in fretta. Sono stufi dell'atteggiamento arrogante di tanti liberal che disprezzano chi non è d'accordo con loro.
Ann Bauer, romanziere del Minnesota, ha scritto un'espressiva op-ed sul Wall Street Journal (7 novembre 2024) spiegando perché ha votato contro i Democratici. Il suo non è stato un voto per Trump, ma una protesta contro il "fanatismo della sinistra".
"Abbiamo votato per controllare lo slancio di questi movimenti, per fermare una malattia progressiva. Abbiamo votato contro l'idea che andare oltre sia sempre meglio. In cuor nostro, molti di noi si sono ribellati al prepotente senso di superiorità, alle persone che ci dicevano che noi eravamo troppo stupidi per capire, o troppo razzisti, troppo sessisti, troppo auto-odio, troppo simili ai nazisti".
La sua valutazione esprime bene l'atteggiamento inflessibile di tanti che si rifiutano di ascoltare ciò che accade nelle situazioni reali. La situazione diventa intollerabile e gli elettori del mondo reale vogliono uscire dall'incubo del wokismo. La gente esclama: "Smettetela, per carità!".
Il peso del voto cattolico
Allo stesso modo, anche il modo in cui la sinistra ha trattato la religione è stato un fattore critico in queste elezioni. Particolarmente importante è stato il voto cattolico. Molti pensano che sia stato essenziale per ribaltare la situazione contro i Democratici. (ndr, vedi sopra Visto da Roma di Julio Loredo).
Il voto cattolico rispecchia in genere il voto americano complessivo. Tuttavia, quest'anno i cattolici hanno votato per il candidato repubblicano con un margine medio superiore, più del 18%. Il professore del Grove City College Paul Kengor attribuisce questo cambiamento al fatto che "la nazione non aveva mai visto un ticket presidenziale così estremista come quello di Harris e Walz sulle questioni morali e culturali".
OSTILITÀ VERSO I TEMI RELIGIOSI
Egli osserva inoltre che la candidata democratica ha mostrato indifferenza e ostilità verso i temi religiosi. La campagna di Trump ha abbracciato immagini e temi cattolici. Il presidente eletto ha persino invocato San Michele Arcangelo nel giorno della sua festa.
I risultati delle elezioni hanno convogliato il messaggio che la religione è importante per gli americani. Chi ignora questa influenza ne paga le conseguenze.
Un disastro di proporzioni bibliche
Pertanto, l'elezione non è stata solo una sconfitta, bensì una batosta. Rappresenta il rifiuto del programma sessantennale del progressismo. Ha rivelato l'impazienza e il risentimento di molti americani che sono stanchi di essere cancellati, ridicolizzati e ignorati.
Lo stratega democratico Chris Kofinis ha misurato la portata della sconfitta, commentando: "È un disastro storico di proporzioni bibliche. Il Partito Democratico, così com'è, è morto. Questo è un riallineamento storico".
Secondo un'analisi elettorale della Reuters, le elezioni hanno mostrato ai Democratici che "i loro valori, orientati a sinistra e socialmente liberal, sono ora decisamente una minoranza tra gli americani".
Doug Sosnik, un altro stratega democratico, ha osservato: "Le elezioni del 2024 segnano il più grande spostamento a destra del nostro Paese dalla vittoria di Ronald Reagan nel 1980".
Gli elettori si sono espressi con una brusca virata a destra. Sono sconvolti dal messaggio sprezzante della sinistra. Sono esausti della velocità della marcia caotica della sinistra verso il socialismo, il transgenderismo e la rivoluzione woke in genere. Gli elettori hanno percepito un processo di autodistruzione che andava fermato.
LA REALTÀ DOPO QUESTA SCONFITTA
Tutte queste preoccupazioni dovranno essere affrontate dal panorama politico del dopo novembre e la sinistra dovrà valutare come fare i conti con la realtà dopo questa sconfitta.
All'indomani del massacro elettorale, la sinistra è in crisi e incolpa alla sua leadership, al suo messaggio e alle sue strategie, mai alle sue idee. Molti esponenti della sinistra raddoppiano le loro politiche fallimentari e adottano atteggiamenti ancora più paternalistici e spregianti nei confronti degli elettori che ritengono non abbiano compreso i veri problemi. I radicali sentono di aver aspettato troppo a lungo per la loro rivoluzione e credono erroneamente che la radicalizzazione della sinistra è il loro cammino verso la vittoria.
Altri esponenti della sinistra sembrano disposti a cambiare tutto, tranne la narrazione marxista della lotta di classe e dell'oppressione. Questa è la narrazione non negoziabile e comune per tutte le sfumature della sinistra.
Un cambio di rotta
In effetti, per rispondere alle preoccupazioni degli elettori, la sinistra dovrebbe smettere di essere di sinistra. Dovrebbe abbandonare il suo rigettato programma, che da oltre sessant'anni fa gravare sulla società. Ma qualsiasi arretramento verso il centro rischia di demoralizzare il suo nucleo radicale.
Questa necessità di avanzare e arretrare contemporaneamente mette la sinistra in una posizione difficile. Michael Sean Winters del National Catholic Reporter raccomanda ai Democratici di cambiare il proprio messaggio verso il centro "per riconquistare gli elettori della classe operaia".
Durante queste elezioni, quindi, è accaduto qualcosa di molto profondo in America. Non è stata l'economia, ma il cambiamento di una popolazione esausta. Non vuole il socialismo, ma un ritorno all'ordine.
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