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Lilas Eurydice Ndong, francese di origine gabonese, membro del partito di Marine Le Pen, candidata per la Vandea alle elezioni legislative francesi del giugno 2022, rappresenta una voce singolare nel dibattito pubblico francese. Nata nel 1982 a Parigi, questa donna di origini africane, figlia dell'illustre giornalista Pierre Célestin Ndong Ondo, sposata con un gendarme, difende gelosamente il patrimonio culturale francese che sente pienamente suo, contro l'immigrazione incontrollata.
Lilas si è più volte detta preoccupata per le minacce all'identità e alla coesione nazionale in Francia, appoggiando in tutto e per tutto il pensiero politico di Éric Zemmour, fondatore del partito politico Reconquête, di cui condivide le idee sulla sovranità, l'immigrazione incontrollata e, soprattutto, la certezza che l'islam non sia una religione come un'altra. Come Zemmour, anche Lilas esprime i suoi timori di fronte a una Francia che vede indebolita da due dinamiche preoccupanti: la crescente influenza delle correnti islamiste, che ritiene abbiano una visione rigorista incompatibile con i valori repubblicani e l'immigrazione incontrollata, che, a causa della mancanza di selezione, importerebbe sfide sociali e culturali difficili da affrontare.
Una vera e propria patriota che esorta a preservare la Francia come spazio di libertà, chiamandola, a questo scopo ad una vera e propria mobilitazione affinché difenda la sua identità. La sua è una posizione che fa impallidire la sinistra perché dimostra che in Francia si può essere di origine africana e abbracciare il pensiero politico della destra sovranista e identitaria. Sin dai suoi esordi in politica, nel 2022, sin rende conto che «per lo più i politici neri in Francia sono tutti vittime», non riconoscendosi in loro, in quanto «rappresentano un'immigrazione che non smette di lamentarsi e sputare sulla Francia». Questo attivismo le è valso ancora oggi, una valanga di insulti e minacce da parte proprio dei suoi connazionali africani.
Ma lei ha le idee chiare e sostiene: «La Francia interventista deve fermarsi, deve cessare il bando di gara per i migranti a prezzi scontati per poi parcheggiarli, come ai tempi della schiavitù. I governi precedenti si sono impegnati nell'alimentare la schiavitù moderna con la complicità dei leader africani. Dobbiamo contribuire a sviluppare in modo massiccio le prospettive future degli africani nel loro paese e non qui. Non c'è più niente di buono per loro qui, perché i francesi ora vogliono salvare prima se stessi».
E sostiene anche che le sue non siano solo parole: «Ci penserò io con il mio partito: prima i francesi. Gli africani devono rendersi conto che l'immigrazione illimitata è solo una forza lavoro a basso costo travestita da eldorado, e che porvi fine è fare loro un favore volendo dare loro tutta la dignità per avere successo validamente in patria e non più in patria».
Una donna che rappresenta una bella pietra di inciampo sia per la sinistra francese sia per gli immigrati irregolari africani in Francia. Ma lei non ha dubbi: «Il mondo si è evoluto grazie a persone che hanno osato e hanno avuto una visione diversa, e io sono parte di questo processo. Sono convinta di essere venuta al mondo per sensibilizzare l'opinione pubblica in Africa. Gli insulti mi rendono più forte perché sono di fronte a persone che non osano».
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