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IL PAPA IN AFRICA 2
La verita' su profilattico e aids
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 Dopo il caso dei “Lefebvriani” un altro attacco al Papa. Offriamo delle considerazioni sulla questione “profilattico/AIDS” per poter chiarire le idee, nostre ed altrui, nella convinzione che sempre (ma oggi ancor di più) siamo chiamati a testimoniare –costi quel che costi- la Verità ovunque ci troviamo. Elenchiamo cinque punti.
 1) IL PROFILATTICO NON EVITA NECESSARIAMENTE LA TRASMISSIONE DI MALATTIE
Per due motivi. Primo, perché il profilattico non è il contraccettivo più sicuro. Secondo, per la sua stessa struttura. Veniamo al primo motivo. Tempo fa, in televisione, andò in onda uno spot in cui si reclamizzava una marca di profilattici con una sovrascritta che diceva: “il preservativo è il mezzo più sicuro per evitare una gravidanza indesiderata”. Dopo un po’ di tempo si continuò a trasmettere lo spot senza più la sovrascritta. Successivamente venimmo a conoscenza che le case produttrici di pillole antifecondative avevano minacciato querela contro quella falsa informazione pubblicitaria. Infatti, è risaputo che il mezzo contraccettivo più sicuro è appunto la “pillola”. Ragioniamo. Se la “pillola” ha un margine di sicurezza non del 100% vuol dire che il profilattico ne ha uno inferiore (si parla dell’80% e ancor meno). Dunque, se può fallire relativamente al concepimento, a maggior ragione può fallire come mezzo per evitare la trasmissione di malattie. Passiamo al secondo motivo, ovvero alla struttura stessa del profilattico. Esso ha una porosità che può non ostacolare la trasmissione del virus. Teniamo presente che il virus è molto più piccolo del batterio e che inoltre questa stessa porosità può facilmente alterarsi in conseguenza dello stato di conservazione e delle temperature. Scrive Tommaso Scandroglio, docente alla Facoltà di Bioetica dell’Ateneo “Regina Apostolorum”: “Il preservativo presenta fori 50 volte più grandi del virus dell'AIDS e quindi questo virus può benissimo attraversare la parete di gomma del profilattico. La dottoressa Susan C. Weller ha studiato la frequenza della trasmissione del virus, usando sempre il preservativo per un anno, tra coppie di marito e moglie nelle quali uno solo dei due partners è sieropositivo. In questo studio è emerso che ben il 30% delle persone sane si è ammalato nell'arco di un anno; ciò a dimostrare che questi soggetti, nonostante l'uso continuato del preservativo, sono stati contagiati dal loro coniuge. Una percentuale strabiliante che, se confermata, inficia del tutto il comune pensare di tanti promotori delle campagne del "sesso sicuro".
  2) L’EFFICACIA OCCASIONALE NON DIVIENE EFFICACIA GENERALE, ANZI ACCADE PROPRIO IL CONTRARIO
Si obietta: ma se ciò è vero, è pur evidente che il profilattico qualcosa fa. Ebbene, a questa obiezione si risponde facilmente con un esempio. Dinanzi a noi c’è un cestino con 80 bussolotti bianchi e 20 bussollotti neri. Facciamo, bendati, una sola estrazione, è evidente che saranno molto di più le probabilità di pescare il bussolotto bianco piuttosto che quello nero; ma se invece di una sola estrazione ne facciamo decine e decine, allora le possibilità di prendere anche il bussolotto nero diviene quasi certa. In  questo caso se io non dico che ciò che si deve evitare è fare le estrazioni, ma mi limito a comunicare che sono più i bussollotti bianchi rispetto a quelli neri non eviterò a chi farà le estrazioni di afferrare anche questi ultimi, per il semplice motivo che molti penseranno che questa stessa percentuale eviterà loro ogni problema. Fuor di esempio: se si afferma “utilizzate il profilattico e non avrete problemi” è evidente che non si risolve nulla, perché tutti penseranno che basti questo quando invece la soluzione è la castità e la fedeltà monogamica.
 3) LE POLITICHE DI DIFFUSIONE DEL PROFILATTICO SONO CHIARAMENTE FALLITE
Uno degli stili tipici di certo laicismo è quello di non voler riconoscere i fatti. L’ideologia avrebbe sempre ragione a prescindere. Un noto marxista un giorno disse: Se i fatti non ci daranno ragione, peggio per i fatti! Ecco perché il laicismo non dice che le politiche di diffusione a tappeto di profilattici non hanno affatto risolto il problema…anzi. Basti pensare ai casi della Thailandia e della stessa Africa. Proprio in questo continente ci sono due soli dati in controtendenza che sono la Nigeria e l’Uganda. Non a caso Paesi dove forte è la presenza cattolica, e quindi è meno diffusa la promiscuità sessuale. In Uganda è stato il governo a scegliere la cosiddetta politica dell’A-B-C in senso di importanza: privilegiare l’astinenza (abstinence-A), poi la fedeltà monogamica (being faithful-B) e infine il profilattico (condom-C).
 4) PER I CATTOLICI NON È POSSIBILE ALCUN DISSENSO
Rammarica sentire molti cattolici dissentire sulle parole del Papa, forse proprio perché queste parole hanno avuto il merito di porre anche un’altra questione che è quella della diffusione della contraccezione perfino tra i cattolici. Va detto chiaramente che l’uso dei contraccettivi costituisce peccato mortale. L’enciclica Humanae Vitae, scritta da papa Paolo VI (dunque Ratzinger non c’entra!) dice testualmente: “E’  esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali si proponga, come scopo o come mezzo, di rendere impossibile la procreazione.” Adesso vi offriamo due citazioni di Giovanni Paolo II, quel papa cioè che stando ad alcuni quotidiani sarebbe stato molto diverso (nel senso di più aperto) rispetto a quello attuale. D’altronde anche questo è uno stile del laicismo: il papa precedente è sempre migliore di quello attuale. Queste due citazioni le offriamo ai fedeli, ai teologi ed anche ai confessori. La prima è del 12 novembre del 1988, al Congresso Internazionale sulla Teologia Morale a Roma, in occasione del ventesimo anniversario dell’Humanae Vitae: “Quando scriveva che l’atto contraccettivo è intrinsecamente illecito, Paolo VI intendeva insegnare che la norma morale è tale da non ammettere eccezioni. Nessuna circostanza personale o sociale potrà né ora né mai rendere di per sé un tale atto lecito. Il fatto che esistano determinate norme concernenti il modo di agire dell’uomo nel mondo, munite di una forza vincolante tale da non ammettere per nessuna ragione alcuna possibilità di eccezioni, fa parte dell’insegnamento costante della Tradizione e del Magistero della Chiesa, e il teologo cattolico non può metterlo in dubbio.”  Ecco invece cosa Giovanni Paolo II disse, il 14 marzo 1988, ai partecipanti alla IV Conferenza Internazionale per la Famiglia d’Europa e dell’Africa: “Eppure, non posso tacere il fatto che oggi molti (sacerdoti) non aiutano le coppie sposate ad affrontare le proprie responsabilità, anzi tendono a creare maggiori ostacoli sul loro cammino (…). Questo può anche avvenire, con conseguenze davvero gravi e distruttive, quando si metta in dubbio la dottrina insegnata dall’Enciclica (l’Humanae Vitae), come è talvolta di alcuni teologi e pastori d’anime. Questo atteggiamento, difatti, può fare nascere dei dubbi su un insegnamento che la Chiesa ritiene certo; in questo modo offuscano la percezione di una verità che non può essere messa in dubbio. Questo non è certo segno di ‘comprensione pastorale’, bensì di comprensione erronea del vero bene delle persone. Non si può misurare la verità usando per metro le opinioni della maggioranza.”
 5) MA ALLORA COSA C’È DIETRO QUESTA VOLONTÀ DI NON CAPIRE?
Primo: il non voler riconoscere ciò che si è sbagliato. La cultura contemporanea si è anche costruita sulla cosiddetta “rivoluzione sessuale” atta a realizzare quella sovversione all’interno dell’uomo che doveva costituire l’esito ultimo del rifiuto dell’ordine naturale. Secondo: la volontà di colpire la Chiesa in generale e questo Pontefice in particolare, il quale si sta sforzando di precisare quanto la Chiesa cattolica non può venire a patti con il Mondo e con la Storia, ma è tenuta a rispettare il suo mandato: salvare il Mondo e la Storia!